CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 269

Cabaret e Chicago per Musical a Corte

Domenica 26 marzo, ore 19

I musical di John Kander e Fred Ebb  nel Salone d’Onore della Palazzina di Caccia di Stupinigi

Cabaret e Chicago è dedicato a due giganti del teatro musicale e del cinema americano, autori di canzoni strepitose e spettacoli infallibili. John Kander e Fred Ebb, tra gli anni ’60 e gli anni ’90 del secolo scorso, si ispirano e rinnovano i generi teatrali della prima metà del Novecento – vaudeville, cabaret berlinese, musical degli anni ’30 – raggiungendo una qualità assoluta e un grande successo di pubblico, senza tralasciare le componenti politiche o sociali implicite in quelle forme di intrattenimento. Nelle loro opere si canta e si balla sempre sull’orlo del baratro: in Chicago, da un’idea di Bob Fosse, siamo nell’America alla soglia del crollo del ’29, in Cabaret, ispirato ai racconti di Christopher Isherwood, ci troviamo a Berlino prima del secondo conflitto mondiale; Il bacio della donna ragno, tratto dal romanzo di Manuel Puig, è ambientato nella Buenos Aires dei desaparecidos negli anni ’70. John Kander compone toccando i vari stili del Teatro Musicale e Fred Ebb trova soluzioni liriche di vertiginosa qualità, ritraendo un’umanità decadente, cinica, senza valori morali e con un solo grande desiderio: l’assoluta voglia di vivere.

Il programma presenta le più grandi canzoni di Kander ed Ebb – da Money Money And All That Jazz,da Willkommen Kiss of the Spider Woman, da New York, New York Mein Herr – contestualizzandole nell’ambiente più citato e rappresentato nei loro musical: il carcere, dove i numeri si trasformano in veri e propri tentativi di evasione. Questo omaggio vuole essere come gli spettacoli che antologizza: popolare e sofisticato, coinvolgente e pungente esaltando il raffinato cinismo, l’erotismo irriverente, la sfacciata ironia del teatro musicale di Kander ed Ebb.

PROGRAMMA

Willkommen (Cabaret, 1966)

Don’t Tell Mama (Cabaret, 1966)

All That Jazz (Chicago, 1975)

Two Ladies (Cabaret, 1966)

She’s A Woman (Kiss of the Spider Woman, 1993)

Dear One (Kiss of the Spider Woman, 1993)

Mein Herr (Cabaret, 1972)

When You’re Good To Mama (Chicago, 1975)

Married (Cabaret, 1966)

Cell Block Tango (Chicago, 1975)

All I Care About (Chicago, 1975)

Money Money (Cabaret, 1972)

Roxie (Chicago, 1975)

Mr. Cellophane (Chicago, 1975)

Me and My Baby (Chicago, 1975)

Kiss of The Spider Woman (Kiss of the Spider Woman, 1993)

Maybe This Time (Cabaret, 1972)

Nowadays (Chicago, 1975)

Cabaret (Cabaret, 1966)

New York, New York (New York, New York, 1977)

INTERPRETI

Andrea Ascari, MC/Amos

Gaia Bellunato, Sally Bowles

Sabrina Di Iorio, Roxie Hart

Matteo Giambiasi, Molina/Billy Flinn

Laura Grosso, Mama Morton

Sofia Megar, Velma Kelly

Giuseppe Guerrera, Pianoforte/Fred Casey

Andrea Ascari, Testi e guida al concerto

 

La rassegna Lirica e Musical a Corte è organizzata dal Teatro Superga in collaborazione con STM e Fondazione Ordine Mauriziano.

INFO E BIGLIETTI

Palazzina di Caccia di Stupinigi, piazza principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino

Posto unico: 30 euro

Info e prenotazioni: 011.6279789 biglietteria@teatrosuperga.it

www.teatrosuperga.it biglietteria@teatrosuperga.it

IG + FB: teatrosuperga

Telegram: https://t.me/tsnteatrosuperga

“Shakespeare kills radio stars”, di e con Alessandro Balestrieri

 

UN CONCERTO-SPETTACOLO PER CELEBRARE SHAKESPEARE

Un concerto-spettacolo dove si incontrano le parole di Shakespeare e il rock con influenze di elettronica, trip pop e techno: va in scena sabato 25 marzo alle 21 allo Spazio Kairos, via Mottalciata 7, “Shakespeare kills radio stars”, di e con Alessandro Balestrieri che sale sul palco insieme a tre musicisti: Bernardino Balestrieri, Mattia Balestrieri e Amedeo Morosillo. I biglietti (intero 13 euro, ridotto 10) sono in vendita su www.ticket.it.

 

Il titolo è un chiaro rimando al celebre brano “Video Killed the Radio Star” del gruppo new wave britannico The Buggles. L’idea iniziale infatti era quella di costruire una performance musicale, un concerto poetico partendo dalle parole di William Shakespeare. «Così abbiamo iniziato a comporre musica elettronica, originale, e l’abbiamo fatta incontrare con testi shakespeariani – afferma Alessandro Balestrieri – Da qui, è nato il primo studio del progetto in cui le musiche registrate si facevano personaggi e scenografia di uno spettacolo per attore solo».


“Shakespere Kills Radio Stars” ha mosso i primi passi in questa forma finché non si è trasformato, tornando a quella che era l’idea iniziale. Rilavorando gli arrangiamenti, sono stati resi suonabili dal vivo e il lavoro è diventato un concerto/spettacolo caratterizzato dalla presenza di una piccola band in scena. Voce e chitarra, basso, batteria: la band di Shakespeare che diventa Radio Star e sbaraglia con la forza della sua poesia.

Lo spettatore si trova di fronte qualcosa di  difficilmente inquadrabile: una performance che va oltre il concerto, un non-concerto, un non-spettacolo, un ibrido nel quale perdersi lasciandosi guidare dalle parole, dai suoni e dalle immagini. Inutile cercare il filo conduttore, voler sciogliere il nodo drammaturgico, capire la storia. La storia non c’è. Come in un concerto, ogni brano è una storia a sé.


I testi utilizzati provengono sostanzialmente da tre opere: “Sogno di una notte di mezza estate”, “Romeo e Giulietta”, “Macbeth”. Opere molto diverse tra loro ma che insieme restituiscono l’interezza delle passioni umane. Bene e male, amore e odio, linguaggio alto e basso, tragedia e commedia. A essi si aggiungono altri innesti provenienti da “Come vi piace”, “Amleto” e “Coriolano.

 


Shakespeare kills radio stars

di e con Alessandro Balestrieri

musiche Riccardo Romano e Alessandro Balestrieri

musicisti dal vivo Bernardino Balestrieri, Mattia Balestrieri, Amedeo Morosillo

collaborazione artistica Titta Ceccano e Julia Borretti

“Ugo Nespolo & African Icons” in mostra a Spazio Musa

Vernissage: 24 marzo 2023 ore 18:00

Via della Consolata 11/E, 10122, Torino

Spazio Musa e Galleria Senesi di Cuneo presentano una mostra collettiva unica nel suo genere.

Ugo Nespolo in dialogo con larte Africana.

Ad accogliere i visitatori nello spazio di Via della Consolata 11/E, Ugo Nespolo, artista torinese poliedrico che da sempre esplora le tante sfaccettature dellarte, pittura, fotografia, scrittura, teatro, cinema e molte ancora.

26 opere ripercorrono il lavoro svolto negli ultimi anni, tra ironia e trasgressione, colori e citazioni storiche.

Le famose Visite al museo  che ritraggono spettatori mentre osservano grandi mostre, andando a  ricreare un effetto inception con lo spettatore stesso.

Numeri e colori caratterizzano opere e sculture, la numerologia è da sempre un tema ricorrente in tutti i suoi lavori.

Si ritrovano anche citazioni ai capolavori del cinema e musicali insieme agli immancabili omaggi ad amici artisti tra i quali Enrico Baj, Capogrossi e Andy Warhol.

Al piano sotterraneo, come a voler simboleggiare le radici dellumanità, una collettiva africana, 13 artisti provenienti da 7 paesi differenti, tra cui Sud Africa, Tanzania, Senegal e Congo.

Tra i più conosciuti del continente esposti in mostra: Esther Mahlanghu, George Lilanga e le sculture di Seni Awa Camara.

Parte di queste 40 opere sono state gentilmente concesse della Fondazione Sarenco, che da sempre si impegna a curare e comunicare larte africana nel mondo.

Lesperienza di Sarenco ha portato un profondo contributo per larte Africana. La nascita dellArte Africana Contemporanearisale alla metà degli anni 50 del XX° secolo. Anni difficili, durante i quali i paesi africani iniziavano la loro lotta per lindipendenza dal colonialismo europeo. Indipendenza che a tuttoggi non è ancora stata del tutto realizzata. LAfrica è un enorme continente, patria dellhomo sapiens e terreno di grande cultura originaria, legata allanimismo e alle culture tribali.

Larte africana cosiddetta antica’ è ormai ben rappresentata nei grandi musei internazionali, in America e in Europa, proditoriamente sottratta da pionieri ed esploratori, da religiosi avveduti e da ogni sorta di masnadieri.

Unarte che è ormai in tutto il mondo. Unarte che affonda le sue radici nellorigine dellumanità.

INFORMAZIONI

Nella prima parte della serata, dalle 19:00 alle 20:00, il duo Camillo Nespolo al Sax e Giangiacomo Rosso alla chitarra, accompagneranno la visita con un Soft Jazz.

Dalle ore 21:00 alle ore 24:00 la serata si sposterà al piano -1, il Dj Set by M@kossa darà la possibilità di godere a pieno lesperienza immersiva dellafrica remota, attraverso musica etnica contemporanea.

Spazio Musa, Via della Consolata 11/E – 10122 Torino

+39 393 3377799 –  spaziomusa.torino@gmail.com. –  www.spaziomusa.net

Orari per il pubblico

Dal 25 marzo al 5 maggio 2023 la mostra è visitabile dal martedì al venerdì dalle ore 14:30 alle ore 19:30 e il sabato e la domenica dalle 10:30 alle 19:30.

Masterclass di Aurora Ruffino alla Gypsy Academy

Il 25 marzo protagonista il celebre volto dell’attrice piemontese

Il 25 marzo Gypsy Academy è  in programma la masterclass con Aurora  Ruffino, uno dei volti più amati nel panorama cinematografico italiano.

Era soltanto una ragazzina quando entrò a far parte della famiglia Gypsy . Originaria del 1989 di Druento, è  stata destinata a diventare uno dei volti più noti e amati della fiction italiana.

Dalle aule della Gypsy è passata direttamente al grande schermo esordendo nel 2010 nel film “La solitudine dei numeri primi”, tratto dall’omonimo romanzo del torinese Genovese.

Aurora tornerà  sabato 25 marzo laddove tutto è iniziato, per raccontare attraverso una masterclass i segreti del suo percorso di continua crescita.

Dopo la partecipazione a la Solitudine dei numeri primi  il cinema italiano la vede protagonista di un successo consacrato con il film Bianca come il latte, rosso come il sangue”, entrando  a far parte del cast  dei Bracialetti Rossi che le valse i primi premi all’Explosive Talent Award e il premio alla Giuria al Roma Fiction  73esima edizione.

MARA MARTELLOTTA

 

Gypsy Musical Academy

Via Pagliani 25

Tel p11p968343

Alice Visentin vince il Premio d’arte internazionale Collective

Per il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea ed entra nelle Collezioni del Museo

Alice Visentin (Ciriè, Torino, 1993) è la vincitrice della prima edizione del Premio d’arte internazionale Collective per il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea. Grazie all’acquisto effettuato dai Soci di Collective, l’opera di Visentin Banda di fiori (Notturno), 2021, entra in qualità di donazione a far parte della Collezione permanente del Museo.Promosso da Collective, Associazione italiana di collezionisti d’arte contemporanea costituita nel 2019, il Premio d’arte internazionale Collective per il Castello di Rivoli ha come obiettivo l’acquisizione e donazione al Museo di un’opera realizzata da una/un artista di età inferiore ai 35 anni. Corrispondente a 20.000 euro, il Premio ha cadenza biennale.

Visentin è stata selezionata da una commissione dedicata al progetto, composta dal Direttore del Castello di Rivoli Carolyn Christov-Bakargiev, dal Vice Direttore e Capo Curatore Marcella Beccaria e dal Curatore Marianna Vecellio, a partire da una rosa di 36 lavori realizzati da artiste/i italiani e internazionali proposti dai Soci di Collective.

Profondamente radicata nel suo territorio di origine, l’arte di Alice Visentin si ispira a tradizioni orali, dettagli di fatti storici ed elementi fantastici. L’opera vincitrice Banda di fiori (Notturno) è un importante ciclo pittorico composto da 5 tele. Emergenti dall’oscurità della notte, i fiori rappresentati in ciascuna delle tele diventano per l’artista “metafora della condizione umana, collegata all’universo fisico e trascendentale. Attraverso l’immagine naturale dei fiori e della notte – entrambi archetipi e simboli di un inconscio collettivo – ho immaginato le radici che scendono nella terra, mentre foglie e petali si estendono in alto, verso i cieli pieni di stelle. Tra gli steli, le foglie e i petali, le piante ci offrono piccolissime frasi e parole come fossero oracoli o consigli”.

“Fin dalla nascita del Museo”, dichiarano Marcella Beccaria e Marianna Vecellio, “le Collezioni del Castello di Rivoli sono cresciute secondo un processo organico che si fonda su sinergie e legami tra gli artisti e le opere. Negli ultimi anni in particolare il Museo si è dedicato a nuove forme di espressionismi, ponendo attenzione alla relazione tra l’umano, l’espressione individuale e la sintesi proposta dal mondo digitale. Spesso nate a partire da storie minime, sospese tra realtà e fantasia, le opere pittoriche di Alice Visentin alludono a un immaginario che intenzionalmente si riallaccia a tradizioni effimere e locali, lontane dall’attuale appiattimento tecnologico. Per questa prima edizione la nostra scelta privilegia un’artista italiana. Ringraziamo Collective per questa donazione che con generosità e lungimiranza contribuisce a consegnare nuove opere al tempo lungo della memoria museale”.

“Mi congratulo per questa nuova iniziativa privata a favore di sostenere le ricerche di un’artista come Alice Visentin e un museo pubblico”, aggiunge il Direttore Carolyn Christov-Bakargiev, “e ringrazio il Vice Direttore Marcella Beccaria per aver tessuto con cura le relazioni con Collective e il Curatore Marianna Vecellio per lo studio, raggiungendo un ottimo risultato”.

 

Banda di fiori (Notturno), 2021
tecnica mista su tela
5 elementi, 130 x 150 cm ciascuno
Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino
Donazione Premio d’arte internazionale Collective
Foto Sebastiano Pellion

Al Mao il poemetto Kumarjiv

 

MAO Museo d’Arte Orientale
via san Domenico 9, Torino

Venerdì 24 marzo ore 16.30

Il MAO è lieto di ospitare venerdì 24 marzo alle 16.30 la presentazione del poemetto Kumārjīv, a cura della prof. Alessandra Consolaro, UniTO.

Nel poemetto omonimo del poeta hindi Kunwar Narain (1927-2017), il grande traduttore Kumarjiv (in sanscrito Kumārajīva), vissuto a cavallo tra la lingua sanscrita e quella cinese sedici secoli prima di noi, diventa un soggetto poetico, che consente al lettore di ripensare l’interazione tra storia, attività intellettuale e poesia.

Kumarjiv è il traduttore prototipico che comunica il messaggio buddhista in un contesto interculturale. È ricercatore, conoscitore e commentatore, ma non vuole essere un “maestro”. Da un lato, la sua vita è ilprototipo dell’infinita ricerca umana della verità.

Allo stesso tempo il Kumarjiv di Kunwar Narain è cittadino del mondo, nato fuori dal subcontinente indiano, ma capace di fare di una lingua e di una religione indiana la sua casa. Non da ultimo, Kumarjiv esplora la tensione e la ricerca di una soluzione nella dicotomia tra vita mondana e vita intellettuale/spirituale, trovando un equilibrio e una conciliazione tra due stili di vita apparentemente contrapposti. Kumarjiv così come reso da Kunwar Narain è un individuo, la cui attività di traduzione è il risultato di una scelta personale, che gli concede una percezione molto profonda dell’essenza della traduzione: entrare nel mondo dell’altro aprendo la porta della lingua è come costruire un sentiero di illuminazione tra due culture. È la celebrazione di una profonda amicizia tra due lingue e culture, senza fusione, senza dominio di una sull’altra e senza rivendicazioni di perdite o guadagni, solo un incontro festoso. Questa traduzione italiana presenta uno spaccato di un viaggio di traduzione e poesia lungo la Via della Seta della storia.

Ingresso libero.

La storia di Torino ghigliottinata

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni
Anatema! avrebbe detto Mario Soldati, leggendo le proposte dei censori della storia che vorrebbero eliminare i nomi di numerose vie cittadine di Torino.
Innanzi tutto anatema per chi vuole provocare un grave disagio a molti cittadini ed attività per il cambio di indirizzo su tutti i documenti che un cambio di via comporta. Con un’anagrafe non in grado di rilasciare in tempi accettabili la carta d’identità  appare una proposta volta ad evidenziare una arretratezza che ci rende una città da terzo mondo. Ma al di là della boutade, che senso ha eliminare via Tripoli o piazza Bengasi o piazza Massaua  che i torinesi pronunciano con l’accento sbagliato da sempre?  Significa voler mettere sotto il  tappeto la storia senza misurarsi con essa.
Sarebbe la stessa cosa pensare di cancellare corso Unione Sovietica, anche se  l’URSS non c’è più e Tripoli e Bengasi , Massaua ci sono . Il col. Gheddafi si sarebbe sentito ancora più antiitaliano ad apprendere che la capitale della Libia era stata cancellata dalla toponomastica torinese. Si sono dimenticati di cassare dalla toponomastica la Somalia che è stata anch’essa colonia italiana. Qui il colonialismo o il fascismo non c’entrano nulla . Già dopo il 25 aprile 1945  e il 2 giugno i nomi delle vie e dei corsi torinesi cambiarono a furor di popolo e molti Savoia e Gabriele D’Annunzio ne fecero le spese . Benedetto Croce in visita a Torino dopo la guerra protesto ‘ contro lo snaturamento della storia della Città in una lettera al direttore de “La Stampa “ Filippo Burzio che i censori non conoscono e che dovrebbero leggersi per capire che il giacobinismo applicato alla toponomastica è del tutto fuori luogo.
Potrebbero anche pensare di eliminare corso Lepanto, ad esempio, che evoca una battaglia vinta dai cristiani contro l’Islam. Magari ,andando a spulciare , potrebbero trovare nomi di vie che non corrispondono ai gusti dei censori odierni che io  non voglio neppure nominare. Le motivazioni addotte rivelano una totale assenza di quello che Omodeo definiva “il senso della storia“.
Addirittura vogliono eliminare le vie intitolate a due Medaglie d’oro al Valor Militare. Magari dovrebbero anche chiedere la revoca del conferimento della massima  decorazione  militare e  anche la degradazione  postuma di quei due ufficiali caduti al fronte  , uno dei quali , Giuseppe Galliano, venne selvaggiamente ucciso ad Adua nel 1896 ,suscitando l’esecrazione degli Italiani. Il col. Galliano era un militare che obbediva agli ordini e non può essere considerato colonialista e razzista da gente che non  sa nulla della vita militare da cui sarebbero stati dispensati.
Per non parlare dell’ ammiraglio Umberto Cagni noto soprattutto come esploratore per la spedizione al Polo Nord con il Duca degli Abruzzi, che per essere vissuto molti anni in Somalia dove scelse di farsi seppellire, dovrebbe essere il primo dei censurati. Al Duca è anche intitolato il Museo della Montagna a cui dovrebbero cambiare il nome , seguendo la furia iconoclasta dei nuovi crociati della cancel culture subalpina. Anche il Duca Amedeo d’Aosta viceré di Etiopia morto in prigionia a  Nairobi, dovrebbe subire la stessa sorte. E forse, andando a spulciare nel mio libro dedicato alle lapidi e alle vie di Torino edito dal Comune di Torino si potrebbero trovare altri nomi da mettere sotto la ghigliottina. Il buonsenso e la cultura della Presidente del Consiglio Comunale Maria Grazia Grippo e della Commissione Toponomastica sono certo che impediranno di far cadere nel ridicolo Torino.

Costantino Della Gherardesca incontra il pubblico

sabato 25 marzo dalle 16.30 nel negozio Sky di Torino in via Lagrange 32

Un ospite speciale animerà il negozio Flagship Sky di Torino: Costantino Della Gherardesca sarà il protagonista del Meet & Greet, aperto a tutti, presso lo store torinese di Sky.

A partire dalle 16:30 di sabato 25 marzo, il conduttore di “Pechino Express” e “Quattro matrimoni” sarà all’interno del negozio Sky di Via Giuseppe Luigi Lagrange 32F – a pochi passi da Piazza Carlo Felice e da Porta Nuova – per incontrare il pubblico: Costa racconterà i segreti dei due show, a partire dai dietro le quinte di “Pechino Express”, l’avventuroso show Sky Original – quest’anno in corsa lungo “La via delle Indie” – che proprio in questi mesi va tutti i giovedì sera su Sky e in streaming su NOW, e dagli aneddoti più particolari e divertenti delle sfide a colpi di abito da sposa e di confetti di “Quattro matrimoni”, che tornerà prossimamente sempre su Sky e NOW con un nuovo ciclo di episodi.

L’iniziativa proseguirà anche nei prossimi mesi e porterà altri talent in alcuni degli store con cui Sky è presente con dei punti vendita in tutta Italia. Spazi che offriranno sempre più la possibilità al pubblico di conoscere e vivere più a fondo i contenuti di Sky, attraverso i suoi protagonisti. I negozi Sky sono il posto in cui esplorare in modo semplice e divertente la varietà dell’offerta Sky, tra sport, cinema, show, serie tv e documentari, ma anche tecnologia e connettività performanti con Sky Glass e Sky Wifi, oltre che trovare assistenza specializzata per ogni esigenza.

 

Giuseppe Calì, l’artista siciliano che fa il soldato

Palermitano, classe 1976 Giuseppe Calì è un artista a tutto tondo, ispirato e profondo.

Lascia la sua Sicilia, la sua famiglia e approda in Piemonte quando si arruola come volontario nell’Esercito Italiano. Questo distacco, seppur difficile e impegnativo, gli dà nuova linfa per proseguire la sua passione: l’arte; l’indipendenza economica gli permette di coltivare il suo sogno cominciato nella sua terra quando consegue il diploma all’Istituto d’Arte.

Calì, “Benny” per il nonno artista come lui, arriva a Fossano al I° Reggimento di Artiglieria, comincia la sua vita di gruppo e condivisione con i suoi compagni, ma anche di solitudine utile ad alimentare il suo talento e stimolare la sua creatività. E’ proprio alla Perotti di Fossano che Giuseppe sviluppa alcuni progetti: crea lo stemma della Caserma, dipinge un bellissimo murale di 5 metri ubicato presso il Circolo dell’edificio militare e dona un suggestivo ed emozionante dipinto: “La presa di posizione dell’artiglieria”.

Artista versatile e completo, a Calì, oramai benese di adozione, viene conferito il Premio Biennale Nobel dell’Arte presso l’Artexpò Gallery di Montecarlo ed espone le sue opere in importanti mostre come quella organizzata al Salone d’Onore del Comune di Cuneo.

Oltre a lavorare, tra divisa, colori e pennelli, Giuseppe Calì studia i suoi maestri di riferimento come Pollock, alterna il figurativo con un’arte innovativa “che non deve sottostare a regole esterne” e allarga la sua esperienza creando opere di spessore che si ispirano a diversi artisti contemporanei.

Insignito del titolo di Ambasciatore dell’arte nel mediterraneo, Calì crede fermamente che l’arte debba essere alla portata di tutti, non deve avere limiti culturali né cognitivi e considera la ricerca pittorica un continuo divenire, una evoluzione costante. Le sue opere sono pennellate traboccanti di colori ma anche di significato che rendono tangibile l’ impegno profondo e il valore che l’arte ha nella vita del pittore.

Un percorso ricco quello di Calì diviso tra la sua professione di militare e la sua arte, una vita intensa in cui si intersecano perfettamente regole e creatività, condivisione e introspezione, misura ed estro.

MARIA LA BARBERA

https://www.gigarte.com/giuseppecali/home

Ana Roxanne, performance nell’ambito della mostra Buddha10

Martedì 21 marzo 2023 ore 18.30

MAO Museo d’Arte Orientale, Torino

 

Ana Roxanne, compositrice intersessuale filippino-americana, arriva al MAO Museo d’Arte Orientale per una performance – nell’ambito del public program della mostra Buddha10 – che mescola ispirazioni ambient, jazz, hindustani, corali ed elettroniche fuse in una magica esperienza extracorporea che riflette sulla fluidità di genere.

Ana Roxanne è nota per la sua miscela di musica jazz, corale, elettronica e Hindustani e per l’esplorazione di tematiche legate all’identità di genere. Lavora nella zona liminale fra elettronica sospesa, dream pop e cantautorato ambient. Le sue ispirazioni abbracciano il sacro (attraverso le tradizioni corali cattoliche con cui è cresciuta e il canto Hindustani classico che ha appreso a Uttarkhand, in India) e il profano (con l’ascolto di dive R&B degli anni ’80 e ’90); il tutto sintetizzato in un linguaggio sonoro unico e intuitivo, allo stesso tempo affascinante e arcano, curativo ed evocativo.

Il suo album di debutto “Because Of A Flower” (Kranky, 2020), composto nel corso di cinque anni, è influenzato dall’identità intersessuale dell’artista, sia a livello sonoro sia tematico. Da spoken word presi in prestito da libri di armonia tonale, a campioni di dialoghi di film fino a riferimenti alle arie per castrati, l’album è una visione interstiziale della musica ambient, un’alchimia di evanescenze e sussurri, estasi e dolore, evocata attraverso un fragile equilibrio di voce, basso, dinamiche e dimensione sonora.

 

Il calendario completo degli eventi sul sito.

Info e prenotazioni: eventiMAO@fondazionetorinomusei.it .

Costo: 15 € intero | 10 € ridotto studenti.

I biglietti sono disponibili presso la biglietteria del museo.