CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 252

Kodo Nishimura Il monaco buddhista “sui tacchi a spillo”

Giovedì 20 aprile ore 18.30

MAO Museo d’Arte Orientale
via san Domenico 11, Torino

Il MAO Museo d’Arte Orientale di Torino ha il piacere di ospitare giovedì 20 aprile alle 18.30Kodo Nishimura, l’iconico monaco buddhista “sui tacchi a spillo”, per un incontro dedicato allalibertà e all’accettazione della propria identità profonda, superando convenzioni e rifiutando compromessi.

Nishimura è in Italia in occasione dell’uscita del suo libro “Il Monaco sui tacchi a spillo”, pubblicato dalla casa editrice Ubiliber.

Monaco buddhista, attivista LGBTQ+, make up artist, modello, scrittore: Kodo Nishimura è una figura sfaccettata e complessa. I tanti aspetti della sua vita, apparentemente in conflitto fra loro, hanno trovato una felice sintesi grazie a un lungo cammino interiore, allo studio approfondito della dottrina buddhista e all’accettazione della sua omosessualità.

Nato in un tempio di Tokyo nel 1989, Kodo si è ben presto trovato a fare i conti con una società conservatrice che stigmatizza l’omosessualità e la diversità. Partito alla volta degli Stati Uniti, si è laureato alla Parsons School of Design di New York ed è diventato un riconosciuto make up artist, lavorando anche per alcune edizioni del concorso di Miss Universo.

Oggi, grazie alla consapevolezza che l’insegnamento buddhista è rivolto a chiunque e che tutti possono essere liberi, indipendentemente da qualsiasi scelta identitaria, Kodo Nishimura ha raggiunto l’equilibrio fra la sua fede, la professione di truccatore e l’impegno per la comunità LGBTQ+.

Durante l’evento al MAO, realizzato in collaborazione con la casa editrice Ubiliber, Kodo Nishimura parlerà del suo percorso, esortando i partecipanti ad ascoltare il proprio cuore, per riuscire a scoprire e ad amare il proprio autentico sé: diffondere il messaggio di accettazione e libertà è diventata oggi la sua missione principale.

Costo: 5€. Ingresso fino a esaurimento posti disponibili.

L’incontro si svolgerà in inglese con la traduzione di Fabiola Palmeri.

 

“Mutamorfosi” alla Lavanderia a vapore di Collegno

Il 13 aprile, alle ore 20.45, presso la Lavanderia a Vapore di Collegno, verrà portato in scena lo spettacolo “Mutamorfosi”, ideato dall’artista salernitana Sara Lisanti e introdotto da un reading di poesia del poeta torinese Gian Giacomo Della Porta.
La performance avrà inizio col momento poetico denominato “La calma della crisalide”, simbolo dell’imminente trasformazione, un’interpretazione contemporanea della poesia del cambiamento, la forza che precede l’esplosione in bellezza e che prepara lo spettatore alla fase in cui la parola lascia spazio ai colori, al silenzio e, infine, alla musica di un’immagine in movimento interpretata dalla talentuosa artista Sara Lisanti che, partendo da un bozzolo, si troverà rinchiusa all’interno della propria sofferenza, quasi fosse la consapevolezza ultima atta a innescare le fasi della metamorfosi, fino alla nascita, o alla rinascita.
Attraverso una continua stratificazione di suoni che andranno a determinare l’intensità delle varie fasi dello spettacolo, la Lisanti cambierà pelle più volte, prendendo spunto dalla muta tipica dei rettili e armonizzandosi nel più umano concetto di “venire al mondo”, nella fatica che precede il primo vagito del neonato, nella voce liberatoria di una nuova bellezza.
“Mutamorfosi”
Lavanderia a Vapore, Collegno
Per prenotazioni: 3389357120

“De rebus brevi”, situazioni di vita comune illuminate da una originale ironia

La presentazione della raccolta di racconti di Marco De Candia sarà moderata dalla giornalista Mara Martellotta.

 

“De Rebus brevi” è il titolo della raccolta di racconti di cui è autore Marco De Candia e che propone, come già suggerisce il titolo, una carrellata di situazioni di vita brevi, spesso anche brevissime. Si tratta di una acuta riflessione da parte dell’autore sui tempi difficili che stiamo vivendo e sugli usi e costumi in continua evoluzione. Uno spazio è anche dedicato agli amori inespressi, ai desideri repressi e all’impatto della tecnologia sulla vita quotidiana di ciascuno di noi.

Marco De Candia indaga anche sull’impatto che hanno avuto la firma digitale e il metaverso nella società attuale. L’autore indaga anche sui rapporti intimi tra coppie consolidate che vogliono ritrovare l’antico ardore e sperimentare novità  che si infrangono nella routine della vita quotidiana.

La copertina del libro è  il risultato di un contest promosso  da Torino Comics in collaborazione con Edizioji Radici Future, nella comunità dei disegnatori,  illustratori e fumettisti.

Il libro di Marco De Candia, composto da un centinaio di racconti brevi e brevissimi, percorsi da una sottile e intelligente ironia,  verrà presentato presso Torino Comics sabato 15 aprile prossimo dalle  10 alle 11.

MARA MARTELLOTTA

 

Lello Arena in “Oh, that Chaplin”. Al teatro Concordia

Cabaret: uno spettacolo trasgressivo, scorretto e coraggioso

Dopo quasi un anno di assenza dai palchi torinesi, Filippo Giardina, tra i più amati (e odiati) stand-up comedian della scena italiana, tornerà ospite del collettivo Torino Comedy Lounge sabato 15 aprile presso il Teatro Superga di Nichelino, a partire dalle ore 21.

 

Nel corso della serata, il comico romano presenterà il suo ultimo monologo satirico, Cabaret: uno spettacolo – l’undicesimo della sua carriera – trasgressivo, scorretto e coraggioso, che si pone l’obiettivo di alleggerire il pubblico dai pesi e dalle complessità del nostro tempo.

 

Giardina intende, infatti, porre in luce la condizione in cui versa l’essere umano contemporaneo, sempre più intrappolato in una sorta di “delirio egoico” corroborato da una tecnologia aleatoria che dipinge un futuro depersonalizzante, pauroso e angosciante.

 

Il risultato è, dunque, un viaggio paradossale e catartico tra passato, presente e futuro, dove cattiverie gratuite e ingiustizie lessicali occupano il posto d’onore e si fanno portavoce di un disincanto che desidera prendere le distanze da una comicità raffazzonata, banale e improvvisata e rivendica l’appartenenza di questo genere di umorismo alla storica tradizione della letteratura orale.

 

«L’indignazione è passata dall’essere uno strumento di lotta e contestazione – spiega Filippo Giardina – a un mezzo per chiudersi nella propria bolla di convinzioni e certezze incrollabili. Il perbenismo e il bigottismo, poi, stanno diventando valori positivi, e la libertà di espressione deve sottostare, impaurita, a una dilagante e infantile permalosità. Nel frattempo, c’è la guerra e la sinistra annaspa tra vecchie categorie bollite e nuove fissazioni borghesi. Più il mondo va a picco, più solo una risata potrà alleviare il dolore del lento, ma inevitabile, inabissamento».

 

 

 

Informazioni

 

Lo spettacolo inizierà alle ore 21. La serata sarà introdotta da Antonio PiazzaPippo Ricciardi ed Emanuele Tumolo, stand up comedian e, rispettivamente, fondatore e co-fondatori del Torino Comedy Lounge.

 

Ingresso al prezzo di 23 euro + DP. Biglietti disponibili qui: https://bit.ly/3KtT4Zr.

 

La serata è organizzata in collaborazione con BPM Concerti.

 

 

 

 

BIOGRAFIA

 

 

Tra i massimi autori di riferimento del genere, Filippo Giardina rappresenta il motore propulsore della stand-up comedy in Italia, cui ha dato abbrivio esibendosi in monologhi satirici a partire dal 2001 e fondando a Roma, nel 2009, il celebre collettivo Satiriasi Stand Up. Classe 1974 e uno stile comico di stampo tipicamente anglosassone, l’artista ha, poi, figurato tra gli autori delle due prime edizioni del programma Nemico pubblico, su Rai 3, e ha partecipato al cast di Stand Up Comedy, su Comedy Central, e Sbandati, su Rai 2.

 

Da allora, continua a portare sui palchi italiani i suoi spettacoli comici, contraddistinti da autenticità e toni aspri e da un ingente seguito di pubblico. Tra questi, il suo ottavo monologo, Lo ha già detto Gesù, che ha superato le 60 repliche e ha toccato oltre 30 città tra club e teatri, e lo special Formiche, online su thecomedyclub.it e artefice, come il precedente, di numerosi sold out in tutta Italia.

 

Il monologo Mosche depresse è, inoltre, apparso come skit nell’album di Dani Faiv (Sony – Machete Crew), mentre da aprile 2021 è disponibile, su tutte le piattaforme, il podcast Sesto potere: indagine sui social network.

 

I suoi precedenti special di stand-up comedy caricati sul suo canale YouTube hanno collezionato, infine, oltre due milioni di visualizzazioni.

Per le tematiche trattate e i linguaggi utilizzati, gli spettacoli di Filippo Giardina sono vietati ai minori di 16 anni.

 

 

“Ma perché, perché penso sempre a te”

Music Tales, la rubrica musicale

“Ma perché, perché

Penso sempre a te

Ma perché se sogno, sogno te

Immaginando, immaginando

Che ti sto baciando

Stretta, stretta in braccio a me”

Figlio del pittore Orfelio Cesari, conosciuto anche come autore con lo pseudonimo Orfelius, e della modista Jone Castagnoli, ha una sorella minore, Fernanda.

 Dopo i primi esordi, ancora fanciullo, sul palcoscenico del teatro parrocchiale di San Lorenzo alle colonne, comincia la vera e propria attività nel mondo musicale a metà degli anni cinquanta, dapprima con il suo nome e in seguito con lo pseudonimo Tony Renis, ricavato unendo i nomi di Guido Reni e Tony Curtis;

 si esibisce nei locali notturni di Milano e in seguito nei teatri di avanspettacolo del circondario milanese in coppia con Adriano Celentano, suo amico di infanzia, nell’imitazione rispettivamente di Dean Martin e Jerry Lewis.

Sempre durante questi anni trascorre le stagioni estive all’Elba, isola che reputa uno dei più bei posti al mondo, esibendosi in imitazioni degli idoli dell’epoca, come Elvis Presley e suonando abitualmente all’Hotel Del Golfo di Procchio.

Adoro Tony Renis, ho visto anche tutti i fIlm in cui ha recitato, mi hanno sempre messo allegria.

Oltre ad adorare l’isola d’Elba c’è da sapere di questo cantante che non ha mai avuto figli; è stato nominato Ambasciatore della canzone italiana nel mondo, nel 2002, dal Ministero per gli Affari Esteri e lo si può seguire su Insta dove troverete un sacco di foto con sua moglie.

Delle sue canzoni, “quando Quando” è la mia preferita ma ieri ho visto un film che ha proposto un brano “perchè perchè”, amo la semplicità delle sue canzoni quindi ho deciso di proporla ai lettori per regalare qualche minuto di leggerezza.

“Credo negli artisti che perseguono i loro sogni”

Buon ascolto

CHIARA DE CARLO

https://www.youtube.com/watch?v=o2cqq1fyaYA&ab_channel=TonyRenis-Topic

scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!

Ecco a voi gli eventi da non perdere!

Denny Mendez torna sul palco in “Cose di ogni giorno” 

15 APRILE
TEATRO BLU – BURIASCO

16 APRILE
TEATRO VECCHIO MERCATO – GASSINO TORINESE

DENNY MENDEZ TORNA A TEATRO NEI PANNI DI RINA IN COSE DI OGNI GIORNO

Il Nodo con Ambra Angiolini e Arianna Scommegna

Giovedì 20 aprile, ore 21

Teatro Concordia, Venaria Reale (TO)

 

Una madre e un’insegnante in un intenso confronto che parla di bullismo e di rapporti genitori-figli

 

 

Ambra Angiolini e Arianna Scommegna danno voce ad un intenso confronto madre/insegnante sul rapporto genitori/figli e sulle ragioni intime che generano il bullismo. Due donne forti alle prese con una questione delicata ed attualissima sul mondo dell’adolescenza.

Heather Clark e Corryn Fell non sono solo l’insegnante e la madre di Gidion. Il loro conflitto, come quello tra Medea e Giasone, tra Dioniso e Penteo, tra Eteocle e Polinice, racchiude in sé tutti noi come singoli individui e tutti noi come società. La madre e l’insegnante di Gidion combattono per salvare sé stesse dal baratro della colpa e forse per cercare un senso ad una morte tanto orribile. Nel frastuono e nel clamore della loro battaglia non si accorgono che solo una voce resta muta e lontana: quella del figlio.

Il titolo originale, Gidion’s Knot, rimanda al nome del giovane Gidion, ma è anche un gioco di parole: in inglese suona come gordian’s knot, il “nodo gordiano”. Il nodo gordiano è un nodo che non si può districare, se non tagliandolo di netto. La metafora del titolo è dunque molto chiara: esistono conflitti che non possono più essere sciolti, ma solo recisi e dunque non bisognerebbe mai trovarsi in circostanze tanto estreme da risultare irrecuperabili. Al centro della questione un incandescente dialogo su valori e responsabilità, fra il mondo della scuola, in continua trasformazione, e quello della famiglia. Educare la generazione di domani è la più sacra e la più alta responsabilità umana. Trascurarla è un atto gravissimo che porta ineluttabilmente ad altrettante gravissime conseguenze.

 

Giovedì 20 aprile, ore 21

Il Nodo

Di Johnna Adams

Regia di Serena Sinigaglia

Con Ambra Angiolini e Arianna Scommegna

Biglietti: intero 18 euro + d.p. – ridotto 16 euro + d.p. – in abbonamento

 

Info

Teatro della Concordia, corso Puccini, Venaria Reale (TO)

www.teatrodellaconcordia.it

011 4241124 – info@teatrodellaconcordia.it

La riscossa di Asti, a spasso per la città

Vigneti, castelli medioevali, torri, borghi, cantine vecchie di secoli e il Palio più antico d’Italia, Asti presenta i suoi tesori a chi la visiterà nella bella stagione. Archiviata la possibilità di diventare la capitale della cultura italiana nel 2025 (la concorrenza con altre città finaliste era spietata) Asti è comunque una bella città da scoprire.

Sede di un ducato longobardo nel VI secolo, si trasformò in contea sotto i Franchi, in libero comune nel Piemonte dell’XI secolo e come uno dei più potenti comuni d’Italia nel XIII secolo. Passò agli Angioini, agli Orléans-Visconti e infine ai Savoia nel Cinquecento. Conosciuta per la sua architettura medievale e per essere la capitale, questo sì!, del moscato e dello spumante e per il suo storico Palio che si corre da otto secoli, offre a chi la visita alcuni pregiati tesori. Il modo migliore per vederli è una tranquilla passeggiata nelle vie del centro storico. Aspettando il restauro del Complesso di San Pietro, una serie di edifici costruiti nel XII, ad imitazione del Santo Sepolcro di Gerusalemme e che verrà inserito nel percorso europeo delle Rotonde del Santo Sepolcro, si può partire da piazza Vittorio Alfieri, dedicata al poeta e drammaturgo nato ad Asti il 16 gennaio 1749, per raggiungere Palazzo Alfieri. Qui, nella casa natale di Alfieri, poi acquistata dal conte Ottolenghi si trovano il museo Alfieriano, la Fondazione Centro studi Alfieriani e la Fondazione Eugenio Guglielminetti. Palazzo Mazzetti, dimora del Settecento in corso Alfieri, nel centro antico, è invece la sede della Pinacoteca civica della città, ospita mostre e rassegne. Il piano nobile, abitazione della famiglia Mazzetti, custodisce opere tra il ‘500 e l’800 mentre al secondo piano ci sono le collezioni di pittura e scultura di ‘800 e ‘900. Tra le chiese del centro storico spicca la cattedrale di Santa Maria Assunta, architettura sacra gotica, una delle chiese più grandi del Piemonte. Curiosità storica: in Duomo è sepolto il “Santo dell’acqua”. Si chiamava Enrico Comentina, noto come Enrico d’Asti, patriarca latino di Costantinopoli nel Trecento. Apparteneva alla nobile famiglia astese dei Comentina, fu decapitato dai turchi mentre celebrava la Messa a Smirne. Le spoglie di Enrico d’Asti riposano sotto l’altare e vengono mostrate ai fedeli nei periodi di calamità atmosferiche come alluvioni o siccità. Secondo la tradizione l’urna che trasportava il corpo di Enrico d’Asti durante il viaggio dall’Oriente all’Italia si sarebbe miracolosamente salvata dal mare tempestoso. E così fu chiamato “il Santo dell’acqua”. Una delle chiese più antiche della città è la Collegiata di San Secondo, chiesa gotica, che in base alla tradizione sarebbe stata eretta proprio nel luogo del martirio di San Secondo, patrono della città e della diocesi di Asti, uno dei primi martiri in terra piemontese le cui spoglie sono sepolte in chiesa. E parliamo di torri perché tra le tante torri delle chiese e degli edifici storici di Asti svetta la Torre Rossa di San Secondo, uno dei monumenti più vecchi della città. Sarebbe stata l’ultima prigione del patrono della città. È stata costruita in due periodi diversi, la prima parte intorno al I secolo a.C. mentre la seconda risale all’XI secolo. La Torre Troyana o Torre dell’orologio (199 scalini) dal 1560 suona le ore, la costruzione risale al Duecento ed era di proprietà della famiglia aristocratica dei Troya, una delle casate astigiane più potenti. Da non dimenticare uno dei gioielli della città, i resti della chiesa dedicata a Sant’Anastasio, vescovo di Asti nel V secolo, nel rione Cattedrale, con la sua incantevole cripta romanica (sec. XI-XII) con colonne e capitelli di età romana e altomedievale, circondata da tombe longobarde. Le fasi ancora più antiche della storia della città si scoprono però nella Domus Romana di via Varrone 30 con i resti di un’abitazione patrizia del I secolo dopo Cristo arricchita da un mosaico pavimentale nella sala da pranzo. Le principali attrazioni di Asti fanno parte della Fondazione Asti Musei ed è consigliabile prendere un biglietto cumulativo che, al costo di 10 euro, consente di accedere ai sei siti più importanti della città. Il ticket può essere acquistato alla biglietteria di Palazzo Mazzetti, in corso Alfieri 357, aperta dal martedì alla domenica dalle 10 alle 19.                 Filippo Re

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

 

Margaret Atwood “La vita prima dell’uomo” -Ponte alle Grazie- euro 18,00

La scrittrice e poetessa canadese pubblicò questo suo quarto romanzo nel 1979 e questa è la prima volta che viene tradotto in italiano. La storia è ambientata in Canada nel 1976, e racconta la deriva di un matrimonio in cu Elizabeth e Nate si tradiscono praticamente da quando si sono sposati, secondo un accordo in cui entrambi sanno e sono consenzienti, abili nel mantenere integre le apparenze per non sconvolgere le due figlie.

Un sistema collaudato e con un suo equilibrio che ha funzionato almeno fino al momento in cui Nate si innamora della giovane paleontologa Lesje e l’amante di Elizabeth, Chris, si spara alla testa con un fucile dopo che lei l’ha lasciato.

E’ allora che tutto rischia di crollare. Elizabeth si lascerebbe andare alla deriva in un letto; incapace di reggere il peso e la responsabilità di una morte simile. Una tragedia che grava anche sul marito al quale è toccato il riconoscimento del cadavere; e ci sono le figlie da accudire e proteggere dalla tragedia.

Elizabeth faticosamente torna al lavoro nel Museo e tenta di essere una madre decente, ma in realtà si chiude in un mondo immaginario che nessuno può penetrare. Una sorta di rifugio della mente e del cuore dove vivi e morti, passato e presente, della sua vita si scambiano e alternano continuamente. Riaffiorano anche i traumi e i dolori per gli abbandoni e le morti tragiche che hanno costellato parte del suo vissuto.

D’altro canto il marito Nate (al quale non aveva mai confidato gli spettri del suo passato) si innamora della giovane paleontologa Lesje che lavora nello stesso museo di Elizabeth.

Pure l’amante, quando rischia di essere schiacciata dal peso dell’esistenza, mette in atto una sorta di autodifesa. Culla la ricorrente fantasia in cui solo lei può immedesimarsi in un Giurassico immaginario, dove spiare l’unica presenza dei dinosauri, immaginando quindi la vita prima dell’uomo.

Nate non riesce a decidersi tra le due donne, condannando tutti loro all’infelicità e sullo sfondo del romanzo la Atwood è abilissima nel raccontare l’universo femminile e riflettere sul senso della vita, degli affetti e dell’amore.

 

 

Ivy Compton Burnett “Mariti e mogli” -Fazi Editore- euro 19,00

E’ stato pubblicato nel 1931, ed è la prima volta che viene tradotto in italiano questo romanzo di una delle più importanti scrittrici del Novecento inglese; famosa per l’abilità di scrutare a fondo e narrare le vicende di famiglie conflittuali nelle quali serpeggia l’infelicità.

Anche in questo romanzo esplora e racconta le dinamiche distorte di un’aristocratica famiglia inglese vissuta tra Ottocento e Novecento, e lo fa con un sottile cinismo e ampie dosi di acume.

Harriet Haslam è la matriarca che tiene sotto controllo con pugno di ferro 4 figli di diverse età che si ostinano a voler andare in direzioni opposte a quelle da lei contemplate.
Matthew è il primogenito che la madre vorrebbe diventasse medico; lui invece vira sulla ricerca scientifica, meno remunerativa e prestigiosa rispetto al progetto materno.

Il secondogenito Jermyn sogna di diventare poeta, ma al momento non riscuote alcun interesse presso gli editori.

Griselda si è incaponita in un matrimonio che la madre non vede di buon occhio.

Il più piccolo e quello più amato tra i 4 figli è Gregory: ha 20 anni e dimostra di prediligere la compagnia di tre attempate signore inglesi invece dei suoi coetanei e della fanciulla che la madre vorrebbe fargli sposare.

Se vi chiedete che ruolo giochi su questo scacchiere il padre, presto detto, pressoché nessuno. Godfrey è un marito educato e gentile, ma fondamentalmente buono a nulla, spendaccione e parecchio adulatore. A scontrarsi con i rampolli è sempre Harriet, spesso con toni accesi e parole che tagliano in due.

Però ad un certo punto, dopo l’ennesimo litigio con Matthew, la madre crolla e sprofonda nel malessere psicologico causato da una famiglia lontana dalla perfezione che lei vorrebbe. E’ allora che tenta il suicidio, salvo pentirsene quasi subito, guadagnando il ricovero in una clinica per sei mesi di cure.

Quando torna a casa troverà parecchi cambiamenti, e i figli che nel frattempo sono andati ognuno per la strada che si è scelto. Vedremo come la matriarca si muoverà sul nuovo terreno. Il romanzo è giocato quasi tutto sui dialoghi; poche descrizioni e tante battute con toni che centrano sempre il bersaglio. Un romanzo che sembra uno spettacolo teatrale allestito su un palco.

 

Dolly Alderton “Sparire quasi del tutto” -Rizzoli- euro 18,00

Questo romanzo è stato paragonato al “Diario di Bridget Jones” ai tempi di Tinder. A scriverlo è stata la scrittrice anglo- candese Dolly Alderton (nata a Londra nel 1988): giornalista, editorialista del “Sunday Times”, podcaster e autrice per la televisione inglese.

Protagonista è la food writer 32enne Nina Dean, orgogliosa della sua indipendenza, capace di assaporare anche la solitudine da donna realizzata. Si destreggia abilmente tra amiche, ex fidanzati e impegni di lavoro. Da poco è anche riuscita a comprarsi un piccolo appartamento in un vivace quartiere londinese, e la sua vita scorre tranquilla tra lavoro e soddisfazioni.

Neo della sua esistenza è la malattia del padre, affetto dall’Alzheimer che lo sta depauperando della memoria.

Caso vuole che si affacci nel mondo degli incontri online e incappi in una storia d’amore che credeva sarebbe stata quella giusta e per tutta la vita. Salvo poi scontrarsi con un’esperienza di ghosting, in cui lui sparisce di colpo e senza spiegazioni.

Lui sarebbe Max, conosciuto grazie a un’app di incontri, che si presenta subito al meglio e col quale inizia una relazione di quelle che sembrano far combaciare in tutto e per tutto due anime gemelle. Le dice di amarla e sembra pure dimostrarlo in una fase di pieno love bombing che apre spiragli su un futuro che pare lastricato di rose e fiori.

Poi, inspiegabilmente, Max non risponde più alle chiamate e ai messaggi; praticamente sparisce nel nulla cancellando in un colpo solo il sogno che pareva a portata di mano. Il resto lo scopriremo leggendo questo spumeggiante romanzo scritto da un’autrice nata nello stesso anno in cui Internet ha iniziato a cambiare il mondo. Una generazione entrata nell’agone della vita vivendo relazioni sia reali che virtuali.

 

 

Elin Wãgner “Ragazze di città” -HarperCollins- euro 15,00

Elin Wägner era una giornalista, giornalista, femminista, ecologista e pacifista svedese, nata nel 1882 e morta nel 1949, rimasta orfana della madre quando aveva appena 3 anni.

Nel 1907 aveva pubblicato a puntate una storia che potrebbe essere stata scritta ai giorni nostri, di una modernità incredibile per l’epoca, attualissima per noi oggi.

Ambientata a inizi Novecento è la storia di 4 ragazze che vivono insieme in un appartamentino di Stoccolma e lavorano come impiegate. Si definiscono la Banda di Northull, si capiscono e si aiutano tra loro.

Protagonista principale è la 25enne Elisabeth che ha trovato impiego in città e condivide la

minuscola casa con le altre 3 che, come lei, lavorano come segretarie: Eva, Baby ed Emmy.

Sono tutte e 4 giovani donne single senza famiglie in grado di aiutarle economicamente, pertanto possono contare solo su loro stesse e devono lavorare per mantenersi.

Ma non è così facile, tanto per cominciare perché il loro lavoro non è certo pagato lautamente; lo stipendio basta malapena a saldare i conti e a garantirsi la sopravvivenza.

Poi si muovono in un ambiente di lavoro fortemente maschilista e subiscono spesso molestie da parte dei datori di lavoro e dai colleghi che si sentono autorizzati a prendersi certe libertà. Come se non bastasse, per le stesse mansioni le ragazze vengono pagate più o meno la metà dei maschi.

Questo il quadro all’interno del quale Elisabeth, Eva, Baby ed Emmy trascorrono la loro giovinezza; ma se pensate che sprofondino nella tristezza per la costante fatica di sbarcare il lunario e per fronteggiare una mentalità a loro sfavorevole, scoprirete subito che non è così.

Certo la Stoccolma di inizio Novecento per le giovani impiegate è uno spazio difficile in cui muoversi e avanzare, sospese tra recenti conquiste sociali e un milieu in cui a dettare legge sono i maschi che continuano ad abusare del loro potere.

Ma queste ragazze imparano a destreggiarsi tra gli ostacoli, sviluppano poco a poco strategie che permettano loro di resistere e sopravvivere anche tra le ingiustizie.

Il loro appartamento è sì angusto, ma è anche lo spazio in cui depongono le corazze e parlano di libertà, diritti, costo della vita, e commentano ironicamente la loro esistenza. La sera dopo il lavoro si ritrovano e in un’atmosfera allegra, solidale, piena di vita e pensieri stimolanti, commentano la giornata con toni umoristici e sarcastici, decise a non farsi condizionare troppo dalle avversità.

La solidarietà e l’amicizia che hanno costruito non sempre bastano a vincere tutte le loro battaglie personali e non c’è sempre l’happy ending per i loro travagli; ma in questo romanzo breve troverete tutti i semi di conquiste che poi germoglieranno.