CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 2

Che brividi, nella “magica” Torino natalizia!

Il tema del “fantastico” è al centro della tradizionale antologia natalizia di “Neos Edizioni”, presentata al subalpino “Mufant”

Sabato 27 dicembre, ore 17

Torino “città magica”. Un po’ “demonio”, un po’ “acquasanta”. Città in cui esoterico e misterioso stanno insieme da sempre, in quanto “vertice –  racconta chi se ne intende – dei triangoli di ‘magia bianca’ (con Praga e Lione) e ‘magia nera’ (con Londra e San Francisco) e in virtù della confluenza dei suoi dei fiumi (Po e Dora) e del 45° parallelo, linea di grande energia, che si ritiene concentrino energie ad un tempo positive e negative”, alimentando leggende su alchimia, massoneria e simboli nascosti in vari luoghi della città. Come, sotto l’aspetto dell’architettura urbana, tutti quei suoi terrifici “Guardiani della soglia”, “mostri” (mascheroni, chimere, demoni) che impreziosiscono molti suoi antichi e nobili palazzi siti in particolare nell’area centrale cittadina (trionfo del “Barocco”) ma non solo, se si pensa al semi-centrale “Cit Turin” (anima preziosa del “Liberty” fenogliano); mostri non solo “decorativi” ma una sorta di “guardiani simbolici”o rappresentanti di “forze oscure, spesso legate ad antiche leggende come il ‘Portone del Diavolo’ o gli ‘Occhi del Diavolo”, che riflettono l’anima esoterica e duale di Torino, tra protezione e pericolo”.

Ebbene, è proprio in questa subalpina “dualità”, fra realtà ed immaginario, fra paura e divertissement, che non si concede facilmente ma che “a Natale (chissà perché?) si lascia intravedere in controluce”, che nascono e si dipanano con scioltezza i “Racconti” (centrata appieno rispetto a quanto suddetto la coverrealizzata da Giovanna Binello) di “Natale a Torino. La città del Fantastico”, tredicesima edizione (136 pagine) della tradizionale “Antologia natalizia” di “Neos Edizioni”, a cura di Teodora Trevisan (con prefazione di Loredana Cella) che verrà presentata sabato 27 dicembreprossimo, negli spazi del “Mufant – Museo del Fantastico e della Fantascienza” (luogo più ad hoc non poteva trovarsi) aperto nel 2009, in piazza Riccardo Valla 5, a Torino, da Silvia Casolari e Davide Monopoli.

Diciassette i racconti selezionati, diciassette le firme e “diciassette visioni diverse per  raccontare quel periodo dell’anno dove ogni confine svanisce e l’unica regola è lasciarsi sorprendere”. Fil rouge che lega i vari racconti, in una sorta di profondo pozzo dell’immaginario, é la costante provocazione generata dall’“incrocio – sottolinea Loredana Celladi piani diversi: il reale e l’immaginato, la tradizione e l’invenzione”. “Sotto la sua apparenza austera – prosegue Cella – la città custodisce una vena sotterranea di mistero. Il Natale, qui, è una stagione di rivelazioni”. Così nelle pagine inserite nell’Antologia, autrici ed autori raccontano “ciò che si intravede nei riflessi, nei sogni, negli angoli in ombra”: dall’ angelo custode profumato che protegge una donna nella confusa e affollata piazza Castello al commissario che girula in borghese il giorno di Natale e combatte i propri fantasmi, per arrivare all’interno di una “libreria esoterica” dove Agilulfo scopre un libro che gli permette di creare, disegnandola, Coralba, la donna che diverrà oggetto del suo amore. E poi, ancora, girovagando per la città, nei luoghi più impensabili, ecco, di botto, cavalieri che scendono dalle statue; uno strano bar in via San Domenico dove ha sede il Salotto della Strega di “Madame Mabel” e perfino un misero Babbo Natale con il colpo della strega. Via via fino alle bancarelle che custodiscono memorie perdute, a mondi hi-tech, a studenti in Vanchiglia che discutono di filosofia quantistica davanti ad un “bicerin” mentre i pensionati sorseggiano vino molecolare fuori dall’“Enoteca Rossini” e a Sandokan, oggi riesumato in versione “gran figo” che si aggira per l’area precollinare della città. Non vorrei proprio incontrarlo. Lui e la sua “tigre”!

Più miti e leggende di così!

“Tra ironia, brividi e poesia – si legge in prefazione – Torino è un laboratorio dell’immaginario che mescola incanto e inquietudine, tradizione e futuro”.

Gli autori dei “Racconti” (mi pare doveroso citarne i nomi) sono: Rinaldo Ambrosia, Giovanni Casalegno, Loredana Cella, Ernesto Chiabotto, Luigi Colasuonno, Antonio Graziosi, Monica Ippoliti, Federico Jahier, Riccardo Marchina, Giuseppe Milano, Carla Negro, Francesco Oriolo, Mauro Poma, Luisa Ramasso, Nella Re Rebaudengo, Caterina Schiavon, Teodora Trevisan.

Per info: www.neosedizioni.it

g.m.

Nelle foto: Cover “Natale a Torino. La città del Fantastico” e Teodora Trevisan

 

I nuovi traguardi del Teatro Stabile di Torino

Si conferma il posizionamento in vetta alle classifiche ministeriali e aumentano attività, riconoscimenti, spettatori

Nel suo 70° anno di attività, il Teatro Stabile di Torino ha nuovamente registrato alcuni importanti traguardi, sia sul fronte dei riconoscimenti istituzionali e dei premi della critica, sia per la capacità produttiva e la partecipazione del pubblico: una progressione significativa, che consolida e incrementa i risultati record già ottenuti nei due anni precedenti.
Nel 2025, infatti, il TST si è confermato primo fra i Teatri Nazionali per il nuovo triennio ministeriale, sia per contributo assegnato a valere sul Fondo Nazionale Spettacolo dal Vivo, sia per punteggio artistico (32/35), sia infine per punteggio totale, che è stato il massimo della sua storia (91,94/100). Anche Torinodanza festival ha ottenuto il punteggio più alto riguardo alla qualità artistica (35/35), e il contributo più elevato tra i festival di danza italiani.

«Sono tanti gli obiettivi raggiunti nel 2025 dal Teatro Stabile di Torino – dichiara il Presidente Alessandro Bianchi, in sintonia con il pensiero del Direttore generale Filippo Fonsatti e del Direttore artistico Valerio Binasco. Oltre alla riconferma del primato ministeriale, che ci posiziona al vertice dei Teatri Nazionali, quest’anno ha visto la pubblicazione, a luglio, del primo Report di sostenibilità, redatto secondo principi ESRS (European Sustainability Reporting Standards) a testimonianza del nostro impegno nel promuovere pratiche responsabili e sostenibili nel mondo dello spettacolo. Mi piace sottolineare l’attenzione rivolta alle nuove generazioni, da sempre una nostra priorità, che quest’anno si è concretizzata ancora su più fronti, favorendo il ricambio generazionale sia dal punto di vista della programmazione artistica, con la creazione di un nuovo spazio per le compagnie emergenti indipendenti con la rassegna Energie Nove, sia sul fronte istituzionale».

Lo scorso ottobre, infatti, lo Stabile ha aggiornato il proprio organigramma dirigenziale, affiancando al Direttore artistico Valerio Binasco e al Direttore generale Filippo Fonsatti, il Direttore artistico junior Diego Pleuteri – classe 1998, autore e già drammaturgo residente del TST. Pleuteri nei prossimi anni affiancherà Binasco nello sviluppo della programmazione dedicata alla ricerca di nuovi artisti nazionali e internazionali, con una particolare attenzione ai talenti emergenti e ai nuovi linguaggi delle arti performative.
«Accogliere l’incarico di Direttore artistico junior del Teatro Stabile di Torino – dichiara Pleuteri – in un momento di fiducia e crescita, significa prima di tutto accettare la responsabilità che questo ruolo comporta. Il mio obiettivo è alimentare questa energia con uno sguardo attento alle nuove tendenze della scena contemporanea e alle generazioni che stanno trovando adesso la propria voce, creando le condizioni perché il loro talento possa misurarsi con spazi e contesti adeguati. Vorrei lavorare alla costruzione di ponti capaci di intercettare pubblici nuovi: tra discipline, tra teatro e città, tra generazioni di artisti, spettatori e nuovi cittadini. Perché lo Stabile, già oggi in una fase fertile, si confermi come bene pubblico e come casa della città: un luogo necessario per chi lo ama, e per chi deve ancora varcarne la soglia».

Nel 2025 le produzioni, gli artisti e il Direttore generale del Teatro Stabile sono stati insigniti dei principali premi del nostro settore: Premio Hystrio alla Regia al nostro regista residente Leonardo Lidi; Premio Le Maschere del Teatro italiano come miglior attrice a Giuliana De Sio per la sua interpretazione in Cose che so essere vere di Andrew Bovell, regia di Valerio Binasco; Premio Internazionale Flaiano a Sara Bertelà come miglior interprete femminile in Sei personaggi in cerca d’autore di Luigi Pirandello diretto da Valerio Binasco; Premio “Ivo Chiesa. Una vita per il teatro” al Direttore generale Filippo Fonsatti per la sua attività manageriale «nutrita dallo studio, dalla ricerca, dal dialogo con gli artisti»; Premio della Critica ANCT e Premio UBU come migliore attrice a Valentina Picello, protagonista de La gatta sul tetto che scotta, regia Leonardo Lidi; Premio della Critica ANCT a Monica Capuani, traduttrice di testi teatrali e letterari, che collabora con lo Stabile torinese da molto tempo; Premio UBU per la categoria Nuovo testo straniero o scrittura drammaturgica a Cose che so essere vere (Things I Know to Be True) dell’australiano Andrew Bovell, portato in scena da Valerio Binasco.

Passando, invece, agli indicatori di prestazione, lo Stabile nel 2025 mette a registro i risultati migliori per alzate di sipario, recite prodotte e coprodotte, presenze complessive, eguagliando gli incassi da botteghino dello scorso anno.

Produzione e programmazione. Nel 2025 le alzate di sipario in sede e in tournée, tra spettacoli di prosa e danza, prodotti e ospitati, sono state n. 866, un record storico, ancora in aumento rispetto al 2024. Le sole recite di produzione sono state n. 602 – anche in questo caso un dato mai raggiunto prima – con un notevole impatto sull’occupazione degli artisti e delle maestranze. Le recite in sede sono state n. 758, di cui n. 727 di prosa e n. 31 di danza, mentre in tournée il sipario si è alzato n. 108 volte.

Ricavi da botteghino, spettatori e abbonati. Al botteghino si attendono per la seconda volta consecutiva ricavi lordi superiori ai 3 milioni di euro, con un incremento degli spettatori, che tra sede e tournée saranno complessivamente oltre n. 250.000. In dettaglio, a due settimane dalla chiusura dell’anno, gli spettatori in sede sono n. 181.450 e quelli in tournée n. 68.577, mentre gli abbonamenti alla stagione 2025/26 superano quota 17.450. Da rilevare, ancora una volta, che il 40% degli abbonati è under 35. Dalla lettura di questi dati emerge un leggero abbassamento dell’incasso medio per spettatore rispetto al 2024, che denota una maggiore accessibilità economica e una progressiva fidelizzazione delle fasce più giovani della popolazione.

Nelle immagini, il teatro Carignano gremito di pubblico; nella foto di Luigi De Palma gli applausi agli attori di “Amleto” che, per la regia di Leonardo Lidi e l’interpretazione di Mario Pirrello, ha inaugurato la stagione 2025/2026 del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale.

indicatori
anno 2019
anno 2022
anno 2023
anno 2024
anno 2025
n° totale recite
(produzione + ospitalità)
737
805
835
853
866
di cui produzione e coproduzione
(sede + tournée)
449
524
587
591
602
di cui ospitalità
(prosa + danza)
288
281
248
262
264
n° totale presenze
(sede + tournée)
242.427
205.634
247.411
249.188
250.027
di cui alle recite
in stagione in sede
159.346
121.835
167.452
180.121
181.450
di cui alle recite
in tournée
69.263
76.016
76.348
69.067
68.577
ricavi al botteghino
2.569.220 €
2.031.685 €
2.897.189 €
3.031.658 €
3.033.540 €

Al via la quarta edizione di MADE IN di Artissima

Artissima annuncia la quarta edizione di MADE IN, progetto ideato e realizzato dal 2022 con il sostegno della Camera di Commercio di Torino e lancia l’open call per la selezione dei quattro artisti che avranno la possibilità di collaborare con le aziende del territorio partner di quest’anno che sono la Blue Engineering, Ferrino, Galup e Oscalito 1936.
Il progetto nasce per valorizzare le nuove forme di espressione artistica e promuovere idee capaci di ispirare l’ecosistema economico e produttivo del territorio che accoglie Artissima.
MADE IN nasce dalla convinzione che il know-how aziendale e i processi produttivi specializzati possano diventare preziose risorse per la creazione di un’opera d’arte.

I quattro giovani artisti selezionati lavoreranno all’interno delle quattro realtà aziendali piemontesi, entrando in contatto diretto con competenze tecnologiche e operative che potranno integrare nella propria ricerca.
La residenza culminerà nella produzione di quattro opere inedite, che verranno presentate ad Artissima 2026. La curatela del progetto è affidata per il quarto anno consecutivo a Sonia Belfiore, founder di Ultravioletto, arte+impresa.
Gli artisti saranno affiancati inoltre da quattro prestigiose gallerie torinesi del circuito di Artissima, che accompagneranno lo sviluppo dei progetti in qualità di madrine progettuali.
Sono la Luce Gallery, Mazzoleni, Franco Noero e Simóndi Gallery.
La permanenza in azienda avrà una durata variabile a seconda delle esigenze del progetto e ogni artista potrà così calendarizzare il proprio lavoro in momenti diversi e con flessibilità.
Con la guida del team di Artissima e di Sonia Belfiore, ogni artista potrà usufruire in azienda delle lavorazioni, del materiale, della manodopera e di quanto concordato a monte del progetto.

Artissima, grazie al sostegno della Camera di Commercio di Torino, metterà a disposizione di ciascun artista un budget di tremila euro destinato all’hospitability, tra cui viaggi, pernottamento e vitto in partnership con COMBO, ostello di nuova generazione.
Per la produzione viene messo a disposizione un budget  di 2500 euro per ogni artista.
Nelle tre precedenti edizioni avevano partecipato le aziende Carioca, Pattern Group, Prima Industrie e  Mattioli nel 2023. Nel 2024 Kristina Ti, Guido Gobino, dottor Gallina e Pininfarina Architecture.
Lo scorso anno le aziende che hanno preso parte a questo progetto sono state Azimut Yachts, Sabelt, Manifattura Tessile Dinole e Xerjoff.

Mara Martellotta

Luci prismatiche in Ohio

CALEIDOSCOPIO ROCK USA ANNI ’60

Le dimensioni produttive di una casa discografica sono molto spesso scisse dall’interesse storico e dalle novità di gusto musicale, specialmente se l’etichetta è famosa e mantiene una linea conservatrice o quasi “retro”. Ciò è confermato dal fatto che svariate etichette medie o medio-piccole sono molto più interessanti, soprattutto se proiettate verso direzioni pionieristiche e in anticipo sui loro tempi. Un esempio è “Prism”, che affondava le proprie radici attorno al 1960 nella “Hilltop” fondata da Andy Apperson, dapprima con sede ad Ashland (Ohio). Nel 1964 Apperson si associò a Floyd Whited, che aveva fondato la “Prism Records”, e insieme riattivarono l’etichetta “Prism” utilizzando la sequenza di numerazione originale Hilltop. Apperson vendette poi la sua quota a Whited all’inizio del 1965, acquisendo i diritti sul nome “Spangle” che Whited aveva gestito negli anni Cinquanta. Durante il periodo in cui Apperson e Whited erano comproprietari, Apperson (proprietario di “APP Enterprises, Inc.”) collaborava anche con Don Talty, produttore di Chicago nel settore del “soul”. A dispetto della sua breve esistenza (ca. 1964 – 1966) la “Prism” non perse mai un carattere un po’ fuori dagli schemi, con soluzioni musicali a volte meno orecchiabili ma senz’altro “apripista” verso stili e gusti futuri. Qui di seguito si elencano i soli 45 giri di genere rock, parecchi dei quali dal carattere “borderline” fra stili diversi:

– THE COUPLINGS “Egor / Mighty Oak” (1892) [1964];

– IVAN & THE SABERS ”Just Let Her Go / It’s Not Like You” (1893) [1964];

– IVAN & THE SABERS “I Want To Know / Listen To Me” (1911) [1964];

– THE MONZELS “Sharkskin / Don’t Be Mad” (PR-1898) [1964];

– FINK – MUNCX IX [nine] “What’s Right / Coffee, Tea, Or Me” (PR-1907) [1964];

– THE CANADIANS “You Don’t Love Me No More / You’re My Baby” (PR-1913) [1964];

– THE COUPLINGS “Young Love / Dill Tickle” (PR-1914) [1964];

– C.T. & THE CAST-A-WAYS “My Young Dove’s Is Calling / I Wonder Where You Are Tonight” (PR-1915) [1964];

– THE BRONZEMEN “How Many / Brush It” (2000) [1964];

– THE JADES “Walking Along / When You Love Me” (45-PR-1924) [1965];

– THE BLUE BOY “Let Me Near You Baby / Kisses” (PR-1926) [1965];

– THE TRAVELERS “Libby / Why Don’t You (Crazy Charms)” (PR-1927) [1965];

– THE DUPRAYS “You Make Me / The Frog (Froggy)” (PR-1929) [1965];

– THE NOBLEMEN “Satisfied / She Still Thinks I Love Her” (PR-1930) [1965];

– THE INCROWD “Keep It / Set Me Free” (BW-PR-3000) [ca. 1965];

– THE MEGA-TONES “Ooh-Poo-Pa-Doo / Out Of Sight Out Of Mind” (45-PR-1933) [1966];

– THE NEW BANGS “Get Back In Your Tree / Go-Go Kitty” (45-PR-1935) [1966];

– THE FORVMS “Bring It On Back / I Remember You” (45-PR-1940) [1966];

– THE PYPES “Dee-Dee / The Tunnel Of Love” (45-PR-1942) [1966];

– THE BUCKINGHAMS “I Been Going Crazy / An Hour And Five” (45-PR-1945) [1966];

– THE NEW BANGS “The First Time / She’s Gone” (45-PR-1949) [1966];

– THE KING’S ENGLISH “It Could Be Bad / Toys In Her Attic” (45-PR-1950) [1966];

– THE TRIBU TERRYS “Leavin’ To Stay / My Shadow Is You” (45-PR-1951) [1966];

– THE WARBUCKS “You Made Me / I’m Gonna Tell On You” (BW-PR-3002) [1966].

Gian Marchisio

Il Centro Pannunzio ha ricordato Giorgio Forattini

Nella giornata di mercoledì 17 dicembre, presso la sede del Centro Pannunzio, in via Maria Vittoria 35H, a Torino, si è svolto l’incontro commemorativo dedicato al grande Giorgio Forattini, giornalista, noto vignettista e maestro della satira politica scomparso lo scorso 4 novembre. Forattini è stato ricordato dal prof. Pier Franco Quaglieni, presidente del Centro Pannunzio, da Cristiano Bussola, consigliere dell’Ordine dei Giornalisti e direttore del quotidiano “Il Torinese”, e dallo scrittore Salvatore Vullo.
La commemorazione si è aperta con un ricordo da parte del prof. Quaglieni, di Edoardo Massimo Fiammotto, esponente liberale storico di Torino, giornalista e dirigente del Centro Pannunzio, che considerava la sua “casa”, un luogo sicuro, e distintosi per un impegno civile forte, onesto e passionale.

“Giorgio Forattini fu tante cose – ha raccontato Cristiano Bussola – operaio, rappresentante di commercio, grafico di Paese Sera e un grande giornalista, noto a tutti gli italiani per quelle vignette che ‘valgono più di mille parole’. Guardare le vignette satiriche di Forattini era come leggere un intero articolo, forse in modo ancora più profondo e critico. Ricordo una sua storica vignetta risalente agli omicidi di mafia del 1992, quando rappresentò la Sicilia nella forma di un coccodrillo che piange: quelle lacrime furono più eloquenti di qualsiasi altra parola detta o scritta. Questa sua attività lo portò, ovviamente, a esser considerato una sorta di fustigatore della politica, anche se intrattenne rapporti di stima reciproca con alcuni suoi rappresentanti, tra i quali Craxi e Cossiga. In fondo sapevano tutti che essere presi di mira da Forattini rappresentava un traguardo, il raggiungimento di una narcisistica notorietà”.

“Nel 2000 consegnammo il Premio Pannunzio a Giorgio Forattini – ha ricordato Pier Franco Quaglieni – e oggi è doveroso ricordare un nostro grande amico da decine d’anni, il vignettista più famoso e apprezzato anche tra i lettori meno acculturati, perché una sua vignetta aveva l’effetto di un editoriale.Ho conosciuto bene Forattini, un uomo retto, che mostrava disprezzo verso tutti i partiti, libero e liberale, che non accettava di prendere ordini da nessuno. La sua satira era totale e prendeva di mira la destra quanto la sinistra ( e quest’ultima fece ben poco per celare la sua antipatia per Forattini, dato che si pensava che la satira fosse una proprietà della sinistra). Sono molto affezionato a una sua vignetta riguardante Eugenio Scalfari, rappresentato in forma di falce e martello, piegato a chiedere l’elemosina, e Mario Pannunzio, dall’altra parte della strada, che gli lancia una monetina. Nessuno ha saputo raccontare l’Italia, con i suoi vizi e le sue virtù, meglio di Giorgio Forattini”.

“Quella di Giorgio Forattini fu un’avventura umana e culturale – ha spiegato Salvatore Vullo – dopo aver concluso gli studi al liceo classico, ebbe la necessità di trovare un lavoro. Si sposò presto, inventò Stradivarius, il primo personaggio satirico da lui creato nel 1971 in occasione di un concorso indetto da Paese Sera, e che segnò l’inizio della sua ascesa nel mondo del giornalismo e della satira. Le sue 15 mila vignette furono raccolte in diversi libri che vendettero un totale di tre milioni di copie”.

Al termine della serata il professor Quaglieni ha inaugurato la foto d’onore di Edoardo Massimo Fiammotto, attivissimo e instancabile socio e membro del direttivo del Centro Pannunzio scomparso prematuramente.

Edoardo Massimo Fiammotto

Nota: Forattini fu tra le firme storiche che nel 1976 fondarono il quotidiano La Repubblica insieme a Scalfari. Il rapporto tra i due si interruppe bruscamente nel 1999, a seguito di una controversa vignetta sul caso Mitrokhin, che ritraeva Massimo D’Alema, allora Presidente del Consiglio, intento a cancellare nomi da una lista. Scalfari e la direzione del giornale presero le distanze, portando Forattini alle dimissioni dopo un periodo di forti tensioni e accuse reciproche.

Mara Martellotta

I Dream Gospel Choir from Harlem l’antivigilia di Natale al teatro Colosseo

Direttamente dal cuore pulsante della musica gospel mondiale, arrivano al Teatro Colosseo, martedì 23 dicembre prossimo, alle ore 20.30, i Dream Gospel Choir from Harlem, una delle formazioni più acclamate della scena gospel americana. Considerato dalla critica il coro più interessante dell’attuale panorama di Harlem, il gruppo riunisce le nuove voci della scena contemporanea, cantanti provenienti dai cori storici del quartiere e alcuni dei migliori musicisti delle Chiese Nere di New York: un ensemble straordinario capace di fondere tradizione, spiritualità e potenza vocale in un’unica esperienza trascinante.

La sezione dei tenori si è esibita per Papa Giovanni Paolo II, Papa Benedetto XVI, per due Presidenti degli Stati Uniti, Jimmy Carter e Barack Obama, e per la Famiglia Reale. La sezione femminile, altrettanto prestigiosa, vanta collaborazioni con artisti del calibro di André Rieu, Ben Harper, Pharrell Williams ed è stata ospite al Festival di Sanremo 2022.

Dopo il successo dello scorso anno, il coro torna al Teatro Colosseo per un nuovo viaggio musicale dedicato alla diffusione dei messaggi universali di amore, pace e armonia che da sempre caratterizzano il gospel. Una missione artistica e spirituale che il Dream Gospel Choir porta avanti unendo pubblico di culture, lingue e generazioni diverse attraverso la forza di una musica capace di toccare l’anima.

Proprio nella sera dell’antivigilia di Natale, sarà una serata speciale, sospesa tra tradizione natalizia e grande spettacolo. In scaletta troveranno spazio i grandi classici del repertorio gospel americano, “Amazing Grace”, “When the Saints Go Marching In”, “Oh Happy Day” insieme ai più celebri canti di Natale reinterpretati con arrangiamenti potenti e contemporanei, creando un ponte tra radici afroamericane, soul, blues e nuovo sound urbano. Il concerto sarà una rapsodia di voci, ritmo ed emozione, un crescendo capace di trasformare la sala in un’unica, grande comunità in festa.

I concerti del Dream Gospel Choir sono riconosciuti come esperienze musicali e spirituali uniche: un incontro tra sacro e profano, storia e attualità, coralità e virtuosismi che restituiscono tutta la vitalità del gospel come linguaggio universale di speranza.

Tutti gli aggiornamenti su www.teatrocolosseo.it e sui profili social del Teatro.

Mara Martellotta

Gigi Colasanto nella pièce teatrale “Che lingua”

Sabato 20 dicembre, alle ore 21, il Piccolo Teatro Comico presenta Gigi Colasanto in “Che lingua”, per la sua stessa regia. Lo spettacolo ripercorre la nascita e la storia della lingua italiana, partendo dalla sua origine più antica, e ponendo una lente di ingrandimento sulla sua evoluzione attraverso la letteratura. A raccontarne il percorso saranno i grandi autori che l’hanno resa celebre e amata in tutto il mondo. In particolare l’opera si rifà a Dante, Manzoni, Collodi e Pirandello. Ha debuttato in occasione della ventiduesima settimana della lingua italiana nel mondo al Bogen Theatre di Innsbruck, in Austria. Le musiche originali sono di Francesco Bevacqua.

Il Piccolo Teatro Comico viene costituito nel febbraio 2002 ed è la continuazione di un progetto artistico e di una poetica teatrale iniziata nel 1988 con lo staff denominato Canovaccio. L’obiettivo artistico e di programmazione del Piccolo Teatro Comico è la rivalutazione del concetto di teatro partendo dalla commedia e dal classico, partendo dalla sue essenza primordiale, fino a performance di spettacolo eterogeneo, dalla danza al cabaret, fino al teatro multietnico e di genere, creando uno spazio organico e vivo, capace di raggiungere un pubblico vario che viva il teatro proponendo anch’esso spettacoli per ogni fascia d’età e cultura.

Info e prenotazioni: Franco Abba – 339 3010381

Piccolo Teatro Comico: via Mombarcaro 99/b

Mara Martellotta

Le Feste di Uci Cinemas Lingotto e Moncalieri

Uci Cinemas Torino Lingotto e Moncalieri durante le festività propongono alcune iniziative da proporre al pubblico per un’esperienza cinematografica completa. Infatti Uci Cinemas conferma il proprio impegno nel trasformare il cinema in luogo di condivisione e divertimento per tutte le età. Per celebrare l’arrivo del nuovo anno, il 21 dicembre, negli Uci Cinemas Lingotto e Moncalieri, è prevista la tariffa speciale di 6.90 euro per gli spettacoli in programmazione alle ore 21, e ospiterà proiezioni di mezzanotte per vivere il cinema anche negli orari più speciali delle Feste. Il pubblico potrà assistere all’anteprima del nuovo film di Paolo Sorrentino, “La Grazia”.

Sponge Bob è tra i protagonisti dell’attività Uci Cinemas dedicata ai più piccoli nel periodo festivo, in occasione dell’uscita del film “Sponge Bob – un’avventura da pirati”. La mattina del 31 dicembre, gli Uci Cinemas ospiteranno un’anteprima del film, e l’1 gennaio, giorno d’uscita in sala, gli spettatori riceveranno una sorpresa inerente al film. Durante le Feste verranno proposti spettacoli matinée, ideale per famiglie e bambini, e altri in tarda serata. Per conoscere gli orari, va consultato il sito ucicinemas.it

Uci Lingotto – via Nizza 262, Torino

Uci Moncalieri – via Postiglione 2, Moncalieri

Mara Martellotta

“Il Bugiardo” dei Marcido. La bugia è una gran tentazione!

Approcciare i Marcido, da sempre, significa entrare in quella sottile lingua di terra in cui coesistono in armonia l’azione teatrale e quella poetica, la vita e la maschera dell’esistenza. Un territorio, quello del capocomico Marco Isidori, che comunica attraverso suoni e ritmi, dove la musicalità della parola rappresenta il significato di quest’ultima, trasformando il Marcidofilm! in un rifugio della poesia basato sulla Imitatio, il termine latino che designa quel genere, l’Imitazione, alla base della continuità letteraria e della catena che lega il passato al presente, tracciando il futuro.

Non fa eccezione “Il Bugiardo”, la pièce in scena al teatro Marcidofilm! fino al 19 dicembre prossimo, commedia goldoniana ambientata a Venezia ed entrata in contatto con l’universo affascinante, e follemente geniale, dei Marcido. Sul palco Paolo Oricco, maestoso nel doppio ruolo di Lelio e di Florindo, grande catalizzatore di comicità e, allo stesso tempo, dell’ansia opprimente mentre prende forma un castello di bugie fragile come il cristallo. Un doppio ruolo che emotivamente scompensa con leggerezza anche lo spettatore, in una commistione di divertimento e inquietudine. Di immensa bravura anche l’altro caposaldo della Compagnia, Maria Luisa Abate, impegnata nei ruoli tutti al maschile del dott. Balanzone e di Pantalone. Maschera carismatica del teatro, Abate sembra essere l’unico tramite di domande e risposte tra gli interpreti e un pubblico che guarda la rappresentazione come fosse un evento da spiare attraverso il buco di una serratura, brillantemente ingannato, e che si lascia ingannare (citando il filosofo Gorgia), dal gioco dei Marcido. Ottavia Della Porta interpreta Rosaura e porta in scena, con sapiente leggerezza, il significato stesso del nome del suo personaggio: la bellezza di una rosa dorata, la purezza, l’ingenuità nei confronti dell’inganno che la porta insistentemente sulla strada del sogno. Valentina Battistone è il volto preciso di Arlecchino e Colombina, personaggi ai quali dona un fascino che pare appartenere in primo luogo alla donna e poi all’interprete. Alessio Arbustini, nei panni di Ottavio e Brighella, sembra scandire il tempo degli eventi contenuti nell’opera, grande incentivatore di risate che, a tratti, sfociano drammaticamente in uno sdegno privo di amarezza. Completano il cast in scena gli allievi attori del laboratorio 2025/2026, fra i quali figurano Carlotta Ravazzotti, che si alterna con Zoè De Benedetti nel ruolo di Beatrice. La scenografia, rappresentata da quattro ventagli che fungono da strumento e nascondiglio spazio-temporale durante tutto lo spettacolo, è frutto del riconosciuto talento di Daniela Dal Cin.

I Marcido riescono nell’intento di traghettare nella modernità l’opera di Goldoni e quelle qualità di vero teatrante che lo contraddistinguono: la genialità degli intrecci, la raffinatezza dei caratteri, l’indiscutibile musicalità dei dialoghi e la piacevolezza del ritmo compositivo, mordente ed eloquente sempre. Il risultato è un’opera vivace, ironica, godibilissima e, nello stesso tempo, rappresentativa dell’opera di Carlo Goldoni, uomo di teatro, costretto dalle contingenti necessità a seguire il gusto del pubblico, cosa che fece comunque con grazia e leggerezza, lasciandoci con le sue commedie un ritratto preciso della società del suo tempo: il “Mondo” e il “Teatro” del diciottesimo secolo.

Gian Giacomo Della Porta

Nelle fotografie: Ottavia Della Porta (Rosaura) e Paolo Oricco (Lelio)

Che “Forte” a Natale!

All’ottocentesco “Forte di Bard”, in occasione delle Feste Natalizie, un magico spettacolo di luci e suoni ispirato alla fiaba “Lo Schiaccianoci”

Fino al 6 gennaio 2026

Bard (Aosta)

Dal 1816, anno della sua prima pubblicazione, è ancor oggi una delle fiabe più celebri della storia letteraria internazionale e solitamente riproposta – nelle sue molteplici versioni – in occasione di ogni Natale “che davvero voglia rispettarsi”. Parliamo de “Lo schiaccianoci” (“Lo schiaccianoci e il re dei topi”, il titolo originale), fiaba composta da Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, scrittore  – ma anche compositore, pittore e giurista – fra i massimi esponenti del Romanticismo tedesco ottocentesco. Il testo è noto ai più e a intere generazioni. Protagonista è Clara, bimba che a Natale riceve in dono uno “schiaccianoci”, giocattolo-soldato che di notte prende vita, guidando un esercito di giocattoli a battagliare contro il malvagio “Re dei Topi” e il suo esercito. Al termine della magica disfida – colpo di scena! – lo “Schiaccianoci” si trasforma in un “Principe” e conduce Clara in un regno incantato fatto di dolci, giochi e danze, prima che s’interrompa l’incantesimo e tutto si riveli per quel che effettivamente é, ovvero un sogno, lasciando però la dolce fanciulla con il ricordo di un’avventura fantastica.

Ebbene, dalla scorsa domenica 7 dicembre e fino a martedì 6 gennaio 2026 (a partire dalle ore 17,30), è proprio la celebre “Fiaba” di E. T. A. Hoffmann a fare da tema portante della quarta edizione di “Luci di Natale” al “Forte di Bard”, spettacolo immersivo a 360° fatto di suoni e luci nella “Piazza d’Armi” della sabauda Fortezza valdostana, dove in un’atmosfera scintillante ed onirica si è inteso celebrare quest’anno le Feste con gli effetti speciali del “video mapping” proiettati sulle facciate in un nuovo allestimento della fiaba hoffmanniana, che trasporterà con toccanti effetti visivi grandi e piccini in un mondo meraviglioso e incantato. Un viaggio emozionante accompagnato dalle indimenticabili musiche di Čajkovskij (fra i più grandi musicisti russi di tutti i tempi, ispirato però dalla versione “più edulcorata” della “Fiaba” composta nel 1844 da Alexandre Dumas padre), per rivivere la magia di un classico senza tempo in una veste nuova e suggestiva.

Ma, attenzione!, non sarà solo questa l’unica sorpresa di spettacolare attrazione che il “Forte di Bard” ha progettato per il suo “pubblico natalizio”. Nella “Piazza d’Armi”, infatti, è stato anche allestito il “Villaggio di Babbo Natale”, dove non mancherà un  “punto ristoro” con tanto di bevande calde e dolci natalizi. Inoltre, nel corso delle feste, il “Forte” proporrà un ricco “calendario di appuntamenti” per tutta la famiglia con spettacoli, animazioni per bambini e concerti.

Il programma è disponibile su www.fortedibard.it .

E, infine, dulcis in fundo, torna a rinnovarsi per il terzo anno consecutivo la collaborazione con l’“Associazione des Amis du Salon International des Santonniers” di Arles che ha curato nel “Corpo di Guardia” un nuovo allestimento del tipico “presepe provenzale” che testimonia l’antica arte dei “Santoun” (in provenzale “piccolo santo”) con le caratteristiche statuine d’argilla cotta colorata.

Informazioni al pubblico per “Luci di Natale”:

Le proiezioni avranno inizio alle ore 17.30 e proseguiranno sino all’abituale orario di chiusura del Forte. Non si effettueranno il 1522 e 25 dicembre. Ingresso incluso nel biglietto di entrata al Forte di Bard.

Non è necessario prenotare.

Orari festività nataliziedal 26 dicembre 2025 al 6 gennaio 2026 il “Forte” sarà aperto tutti i giorni, lunedì compresi, con orario dalle 10 alle 20 (fanno eccezione il 31 dicembre, apertura dalle 10 alle 18.001° gennaio, dalle 14 alle 20). Chiuso il 25 dicembre, giorno del Santo Natale.

G.m.

Nelle foto: immagini “Luci di Natale – Lo Schiaccianoci”