CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 2

Arriva Gabbani!

Grande attesa per il concerto che il celebre cantautore carrarese terrà fra i monti e i prati di Sampeyre

Domenica 20 luglio, ore 13

Sampeyre (Cuneo)

“Viva la vita, così com’é. Viva la vita, questa vita che è solo un attimo, un lungo attimo …”. Sembra già di sentirlo nell’aria – fra le conche e le alture della Valle Varaita, fino agli oltre 3mila della “Cima delle Lobbie” – l’ormai celebre ritornello di quell’inno alla vita (da vivere appieno) portato da Francesco Gabbani, cantautore carrarese dell’‘82, all’ultimo “Festival di Sanremo” e piazzatosi 8° nella classifica finale dei Big. “Viva la vida” in spagnolo, “Lunga vita” o “ Viva la vita”. Testo che non smetteresti mai di cantare, anche se stonato come una campana, note acchiappanti e brano (come tutti gli altri del suo felice repertorio) interpretato da Gabbani a piena voce e contagiosa empatia. Brano che, insieme a tanti altri appartenenti alla tappa piemontese del “Summer tour 2025 – Dalla tua parte”, si potrà godere totalmente livedomenica prossima 20 luglio (ore 13), nel “Vallone di Sant’Anna” a Sampeyre (Cuneo) dove Francesco Gabbani si esibirà  nell’ambito del cartellone di eventi di “Suoni delle Terre del Monviso”, il Festival nato dalla collaborazione tra i “Suoni del Monviso” e “Occit’amo Festival”.

Attenzione, però! Per preservare l’unicità e la bellezza dei luoghi, l’area del concerto sarà raggiungibile esclusivamente a piedi , con un percorso accuratamente segnalato (+600 metri di dislivello) e un sentiero tra verdi radure e paesaggi boschivi, oltre a diverse alternative (e-bike anche affittabile o servizio di seggiovia fino al “Rifugio Sant’Anna”) per chi non ha modo di affrontare la camminata, con un comodo “parcheggio” a Sampeyre. Biglietti su ticketone.it  o presso i rivenditori autorizzati, ridotto per under 10, omaggio con prenotazione obbligatoria per bambini fino ai 5 anni compiuti, scrivendo a info@suonidalmonviso.it , fino all’esaurimento della capienza dell’area riservata.

Insomma per sentir Gabbani, signori miei, s’ha da camminare. Ma il gioco, è certo, vale la candela. Per due motivi: per godere di un concerto che lascerà sicuramente il segno e per “abbeverarsi”, anima e corpo, ad un paesaggio davvero mozzafiato. Che farà da stupendo anfiteatro alla voce dell’artista e al coro di tutti i partecipanti che non potranno esimersi dall’intonare a squarciagola quell’esaltante “Viva la vita” dello scorso “Festival della Canzone Italiana”. Un “Festival” che Gabbani, nel corso della sua carriera ha vinto per ben due volte, rispettivamente nel 2016 nella sezione “Nuove Proposte” con il brano “Amen” e nel 2017, nella categoria “Big”, con “Occidentali’s Karma”, diventando così il primo cantante nella storia del “Festival di Sanremo” ad aver vinto nelle due principali categorie della manifestazione in due edizioni consecutive. Sempre a “Sanremo” si è anche classificato al secondo posto nel 2020 con la canzone “Viceversa”, ottenendo il Premio “TIMmusic”. Nel 2017, inoltre, ha vinto la prima edizione del “Power Hits Estate” con il brano “Tra le granite e le granate”.

Per ulteriori info: www.occitamo.it o www.suonidalmonviso.it

g.m.

Nelle foto: Francesco Gabbani e Vallone di Sant’Anna a Sampeyre

“FALLO”… Sì sì, proprio in quel senso! Embé…?

Dalle maioliche del Cinquecento alle trasgressive opere “erotiche” di Carol Rama, un “fil rouge” espositivo al torinese Museo “Accorsi – Ometto”

Fino al 14 settembre

“Fallo”. Ma no, non in quel senso. Non nel senso di “Fallo” come “voce del verbo fare, imperativo presente, seconda persona singolare”. Che avete capito? “Fallo”, proprio nel senso di cui non osavate, forse, far menzione parlando di un’esposizione d’arte. Eppure, sapete bene di quanti “falli” hanno perfino abusato secoli e secoli di storia dell’arte? Allora, per i più “lenti”, ve lo spiego, che fa più fine, con le parole – vangelo della “Treccani”“In anatomia comparata (più spesso nella forma lat. scient. ‘phallus’) trattasi dell’organo copulatore, o pene, dei vertebrati e tipico dei mammiferi. Nell’embriologia di questi ultimi, si dà il nome di ‘fallo’ a una sporgenza del tubercolo genitale che, nel maschio, dà origine al pene e, nella femmina, alla clitoride”. Tutto chiaro? E nessun bigotto stupore, se proprio con tale accezione (ripeto: “fallo” uguale a “pene”), Luca Mana, direttore della “Fondazione Accorsi-Ometto”, ha inteso presentare nei giorni scorsi la rara coppa in maiolica, precoce esempio di istoriato faentino del terzo decennio del XVI secolo, acquistata dal “Museo” di via Po, in un incontro dal titolo, per l’appunto benevolmente provocatorio, di “Fallo”.

Quale il soggetto?  Al centro della maiolica è raffigurata una giovane donna seduta, intenta a maneggiare dei “falli”. In prossimità del volto e della nuca, ne appaiono altri due, sotto forma di elementi onirici e anche sulla tesa sono dipinte, con buona maestria, quattro coppie di “falli” inseriti “araldicamente” in una elegante decorazione floreale. Acquisto compiuto oggi non a caso. La “coppa”, infatti ben s’inserisce nel percorso espositivo della mostra – “CAROL RAMA. Geniale sregolatezza” – dedicata, fino a lunedì 14 settembre e sotto la curatela di Francesco Poli e Luca Motto, alla figura e all’arte trasgressiva (pienamente “consacrata” solo in tarda età) della “nostra” Carol Rama, a celebrazione proprio dei dieci anni dalla sua scomparsa (Torino, 1918– 2015). E ben sappiamo quanto alla base dell’arte di Carol fosse sempre ben presente una sorta di “macabro, masochistico erotismo” (frutto dei non pochi eventi traumatici legati, soprattutto, alla sua adolescenza) espresso, attraverso segni e colori d’impronta fortemente simbolica ed espressionista, in “serpenti” o “lingue biforcute”“falli” o “simboli fallici”“teatrini di piedi” che dire “strani” è dir poco e “scene di masturbazione femminile” così come oggetti evocativi quali macabre “dentiere” spesso associate a “corpi mutilati” costretti in letti di contenzione o su sedie a rotelle. Su questa linea, va dunque inteso l’acquisto della “coppa” faentina, a perfetta e “didattica” riflessione anche sulla retrospettiva dedicata a Carol Rama. Sottolinea infatti Luca Mana“La produzione cinquecentesca di maioliche a soggetto erotico non è così insolita e piuttosto diffusa negli ambienti colti. Lo dimostrano la riscoperta della ‘letteratura erotica classica’ e la libera circolazione di ‘sonetti’ e di ‘romanzi’ a contenuto sessuale. La recente acquisizione di questa ‘coppa’, insieme ad altri due oggetti del Cinquecento entrati a far parte delle Collezioni (una seconda ‘coppa in maiolica’ e un ‘cofanetto’ in legno, pastiglia e foglia d’oro), intende colmare un vuoto all’interno delle raccolte museali. L’obiettivo è quello di far conoscere il nostro Museo, non più solo a livello locale, ma nazionale, puntando sul Rinascimento e sul primo Novecento, due periodi cardine della storia culturale e figurativa italiana”. Dove non mancano per altro, ai tempi della “coppa” in questione, altri esempi di curiosa “arte erotica” che vanno, sottolinea ancora Mana, dalla “medaglia con il ritratto di Pietro Aretino, sul recto, e sul verso una testa disseminata di ‘falli’” alla “Testa de cazzi” (sic! la più famosa della storia) di Francesco Urbini, fino al disegno “con testa all’antica composta da falli” attribuita al manierista Francesco Salviati. Ma già, in tal senso, perfino “l’oscuro Medioevo aveva un lato giocoso e godereccio”: a darne prova lo storico Alessandro Barbero, nel suo godibilissimo “La voglia dei cazzi (sic!) e altri fabliaux medievali” (“Edizioni “Effedì”), libro in cui lo scrittore torinese propone una ventina di racconti “a tema”, tratti da poemetti francesi duecenteschi. E di Barbero dobbiamo ben fidarci!

Ciò detto, altra nota positiva, rivelata dal direttore Mana, è che nel frattempo, la retrospettiva di Carol Rama si è arricchita, per l’occasione, di altre quattro opere, provenienti da una prestigiosa Collezione privata parigina: di due acquerelli – “Teatrino n. 2” del 1937 e “Proibito” del 1944 – di un olio su tela – “Prostituta n. 6” (1947) – e di un ‘bricolage’ – “Senza titolo (1968)” – con i famosi “occhi di bambola” applicati su cartoncino nero. Opere sempre perfettamente in linea con l’innata “geniale sregolatezza” – si dice che nel ’45 la sua prima mostra a Torino sia stata sospesa per “offesa al pudore” – dell’artista con casa e studio (oggi “Museo”) in via Napione 15, a Torino. L’artista che apertamente dichiarava: “Non ho avuto maestri pittori, il senso del peccato è il mio maestro. Il peccato è una trasgressione del pensiero”.

Per info: Museo di Arti Decorative “Accorsi-Ometto”, via Po 55, Torino; tel. 011/837688 -3 o www.fondazioneaccorsiometto.it

Gianni Milani

Nelle foto: “Coppa con soggetto erotico”, Bottega faentina, maiolica, 1510 – 1520; Carol Rama “Proibito”, acquerello, tempera e matita colorata su carta, 1944; Carol Rama “Teatrino n. 2”, acquerello e matita colorata, 1937

Accademie in Valle, cultura e scenari

L’Associazione Musicante e il Comune di Chiusa di Pesio annunciano la 18ª edizione di Accademie in Valle, la rassegna musicale estiva sotto la direzione artistica di Angelo Vinai, che arricchisce il panorama culturale della Valle Pesio con eventi di qualità, ospitati in suggestive location del territorio. Sostenuta dalla Fondazione CRC, dalla Fondazione CRT e dalla BCC Pianfei e Rocca de’ Baldi, la rassegna propone tre appuntamenti che uniscono musica, cultura e scenari di grande fascino.

Sabato 26 luglio – Paolo Fresu e Daniele Di Bonaventura alla Certosa di Pesio

L’inaugurazione della rassegna si terrà sabato 26 luglio alle 21:15 nella straordinaria cornice della Certosa di Pesio. Protagonisti della serata due giganti della scena musicale internazionale: Paolo Fresu (tromba) e Daniele Di Bonaventura (bandoneon).

Il concerto, tra gli eventi più attesi dell’anno, offrirà al pubblico un’esperienza sonora intensa e raffinata, frutto dell’incontro tra le sonorità liriche e l’intesa profonda del duo. Un viaggio musicale che dialoga con la bellezza architettonica e l’acustica naturale del monastero certosino.

Biglietti disponibili online: bit.ly/fresu-di-bonaventura
Ingresso gratuito per bambini fino a 4 anni, persone con disabilità e accompagnatori (prenotazione obbligatoria)

Venerdì 1° agosto – Il flamenco di Garcia Lorca con il Gruppo Mediterranea

Il secondo appuntamento è in programma venerdì 1° agosto alle 21:15 in Piazza Oreglia con lo spettacolo “Il flamenco di Garcia Lorca”, portato in scena dal Gruppo Mediterranea.

Un trio d’eccezione composto da Andrea Candeli (chitarra), Corrado Ponchiroli (voce, ballo e percussioni) e Chiara Guerra (ballo e palmas), guiderà il pubblico in un percorso che intreccia musica, danza e poesia, tra brani tradizionali come Zorongo Gitano, La Tarara, Sevillana e le celebri composizioni di Manuel De Falla.

Ingresso libero e gratuito

Venerdì 8 agosto – Brava! Omaggio a Mina con Elena Giardina & Extras

La rassegna si chiude venerdì 8 agosto alle 21:15 in Via Roma con Brava!, uno spettacolo-tributo alla grande Mina, interpretato dalla cantante Elena Giardina e dalla band Extras.

Musica dal vivo, racconti, video e aneddoti ripercorreranno la carriera della leggendaria artista italiana, con una scaletta che include successi senza tempo come Le mille bolle blu, Se telefonando, oltre a celebri duetti con Lucio Battisti e Adriano Celentano. Un evento coinvolgente e nostalgico, con arrangiamenti originali e musicisti di grande esperienza.

Ingresso libero e gratuito

“Voci dal Bosco” a Chiusa Pesio

Si fa spettacolo e laboratorio teatrale immersi nella natura, parte viva del racconto scenico

Domenica 20 luglio, dalle 17,30

Chiusa Pesio (Cuneo)

Palcoscenico e posti a sedere? Tutto lì. Nel “bosco”. Fra piante secolari e l’erba del prato. Perché è da lì, dal bosco, che tutto nasce e prende forma. Gesti, narrazione, emozioni, sogni, fantasia, immaginazione. Il bosco è, ad un tempo, pagina narrata e pagina narrante. Il bosco è lui stesso attore. E lo é da sempre. La prova? Eccola! Ben bene servita, la prossima domenica 20 luglio, a partire dalle 17,30, presso il “Bosco de le Moie”, all’interno dell’azienda agricola “Lungaserra – La Terra dei Muli”, a Chiusa Pesio (all’ingresso dell’omonima Valle che, in altitudine va 575 metri del capoluogo fino agli oltre 2600 delle cime più alte), dov’è in programma “Voci dal bosco”, spettacolo, ma anche “laboratorio” teatrale di e con Elena Borgna, antropologa regista attrice e “teatrautrice”, come lei stessa ama definirsi.

L’iniziativa, adatta alle famiglie e aperta a tutte le età, è il primo appuntamento pubblico del progetto “Alberi Maestri”, della “Società Cooperativa Sociale Etic.a” (impegnata in attività per il “Sociale”), nato nel 2025 grazie al contributo della “Fondazione CRC” e in collaborazione con la cuneese “Noau officina culturale”.

Per partecipare all’evento è richiesta la prenotazione, scrivendo a coopsocetic.a@gmail.com o chiamando il numero 333/7460163 (Daniela).

L’ingresso è ad offerta libera.

 “Lo spettacolo – sottolineano gli organizzatori – vuole essere un viaggio comico e poetico nella dimensione vegetale, un tentativo immersivo di sintonizzazione inter-specie. Lo ‘spirito del bosco’ si manifesta all’assemblea dei viventi, gli alberi prendono la parola per deliberare sul destino dell’umanità e partecipare alla creazione di mondi: punti di vista che si incontrano, si scontrano, si fraintendono e si trasformano. In un gioco di metamorfosi successiva l’attrice si fa così portavoce di relazioni, racconti, miti e leggende che legano da sempre gli uomini, le piante, i funghi e tutti i piccoli esseri brulicanti”.

Spettacolo e “laboratorio” teatrale, si diceva. Al termine del primo, infatti, il pubblico potrà prendere parte ad un “laboratorio” scenico guidato dalla stessa Elena Borgna che cercherà di portarvi ad una piena sintonizzazione con le molteplici specie vegetali del bosco, dove, alle 20, sarà di scena la “musica” con il Trio acustico “Rhythm Travellers” e, nel contempo, ci si potrà rifocillare con un “aperitivo vegetariano” curato da “Atelier Mal’Erba” e ammirare le opere in argilla dell’artista cubano Orlando Quinones.

L’appuntamento, come detto, si tiene all’interno de “La Terra dei Muli” (una fattoria didattica, guidata da Luciano Ellena, mastro mulattiere, e Daniela Turco, arte terapista, operatrice di “pet therapy” e guida turistica) dove i muli e gli asini vengono allevati e impiegati durante l’anno in “trekking someggiati” per il rifornimento dei numerosi rifugi della zona o per “attività di formazione” e dove nel 2024, grazie ai contributi di “Fondazione CRC”, nell’ambito dei bandi “Percorsi di sostenibilità” ed “Impegnati nei diritti”, la Cooperativa “Etic.a” ha iniziato un percorso di bonifica e di ripristino del cosiddetto “Bosco de le Moie”, per “ridare alla collettività un luogo immerso nella natura dove vivere esperienze di benessere fisico e mentale”. Per “staccare la spina” da routines quotidiane defaticanti e logoranti consigliere ai passi benefici (?) cui si affidano ripetitivamente le nostre comuni giornate.

g.m.

Nelle foto: Elena Borgna in scene dallo spettacolo “Voci da Bosco” (credits Davide Commandù)

La strage di San Bartolomeo, c’era anche un astigiano

Un libro indaga

C’era anche un astigiano tra gli autori della strage di San Bartolomeo. In quella terribile notte, il 24 agosto del 1572, a Parigi, gruppi di sicari cattolici massacrarono migliaia di ugonotti durante le guerre di religione tra cattolici e protestanti in Francia. E che astigiano! Si tratta del conte Annibale Radicati di Cocconato, appartenente a un’antica e nobile casata di feudatari che si insediarono, fin dal X secolo, tra il Marchesato del Monferrato e il Ducato di Savoia. La tradizione lo elenca tra gli esecutori della strage di San Bartolomeo ma il conte Annibale Radicati di Cocconato fu davvero quel mostro descritto dagli studiosi? Il personaggio vissuto cinque secoli fa è al centro del libro di Massimo Novelli “Annibale Radicati di Cocconato. Il cavaliere senza testa” (edizioni Settecolori). Scrittore e giornalista, Novelli ricostruisce la vera esistenza di una delle figure più controverse della nobile famiglia dei conti Radicati con carte e testimonianze inedite. La casata aveva giurisdizione su un vasto territorio del nord astigiano e su alcuni territori in provincia di Torino tra XIV e XV secolo. Riuscirono a mettere in piedi una sorta di “staterello” che godette di autonomia fino al 1586, anno della loro definitiva sottomissione ai Savoia.
Di Annibale Radicati scrisse Carlo IX, re di Francia: “era un gentiluomo valoroso e un coraggioso capitano ma malvagio, uno dei più malvagi che ci sono stati nel mio regno”. Sulla sua vita le notizie sono scarse ma il conte fu comunque un personaggio importante, poco conosciuto, ma pur sempre un conte Radicati, protagonista della storia di Francia. Se n’è occupato perfino Alexandre Dumas che ne ha fatto uno dei protagonisti del suo romanzo “La regina Margot”. Annibale Radicati nacque nel 1534, forse nel borgo astigiano di Cocconato, uno dei feudi della potente casata dei Radicati. La sua è una storia avventurosa e tragica anche perché il 30 aprile del 1574 fu decapitato. Avventuriero e coraggioso soldato, Annibale Radicati fu cacciato dal Piemonte, fuggì in Francia, e alla corte di Caterina de’ Medici trovò ospitalità. Mescolatosi nelle lotte interne della Francia e nelle guerre di religione del Cinquecento prese parte al terribile massacro della notte di San Bartolomeo in cui diede prova di grande crudeltà. “Vita breve e maledetta quella del conte, scrive Novelli, tra amori, tradimenti, duelli e spionaggio, che ebbe fine quando fu decapitato a Parigi con l’accusa di avere complottato contro il re”. Accadeva sotto il regno di Carlo IX anche se il potere era nelle mani della madre, Caterina de’ Medici. Nel 1572 risulta essere uno dei più crudeli persecutori di ugonotti nella notte di San Bartolomeo. Fu accusato di un accanimento così efferato da risultare persino poco credibile. In ogni caso sussistono dubbi anche sulla colpevolezza dei congiurati, dato che in seguito, sia Radicati di Cocconato che gli altri cospiratori furono del tutto riabilitati.                                                             Filippo Re
Nelle foto, il libro di Massimo Novelli e il conte Annibale Radicati di Cocconato                                               

Cinema sulla Pista 500 del Lingotto

Tornano le proiezioni da martedì 1° a domenica 20 luglio

 

Torna, dopo la prima edizione dell’anno scorso che registrò tutti gli appuntamenti sold out, la rassegna di cinema all’aperto sulla Pista 500 del Lingotto di Torino, firmata da Distretto Cinema e Pinacoteca Agnelli. Da martedì 1° a domenica 20 luglio, 15 serate, sempre alle 21,30: i lungometraggi vengono proiettati sul maxischermo montato sulla Pista 500 che ospita un’arena da 170 posti. Si tratta di una proposta nel segno del cinema d’autore, con anteprime e grandi classici restaurati che hanno fatto la storia della settima arte.  Un viaggio attraverso generi, epoche e sguardi.

IL PROGRAMMA

Storie di resilienza e metamorfosi: tra guerra e incanto

La rassegna si arricchisce con la sezione “Storie di resilienza: donne e bambini in tempi di guerra”, che vede mercoledì 16 luglio il capolavoro neorealista “Roma città aperta” di Roberto Rossellini, presentato nella versione restaurata da CSC-Cineteca Nazionale, Istituto Luce Cinecittà, Cineteca di Bologna e Coproduction Office, introdotto da Ludovica Poli, docente di diritto internazionale al Dipartimento diGiurisprudenza dell’Università di Torino e dalla lettura di un testo di Anna Magnani con l’attrice Beatrice Modica. Un momento di profonda riflessione sulla storia e sull’umanità.

Poi l’omaggio a Maura Delpero con giovedì 17 luglio “Vermiglio“, introdotto da film Marcella Filippa, direttrice della Fondazione Vera Nocentini.

Infine, il ciclo “Metamorfosi”condurrà in mondi fantastici e interiori. Sabato 19 luglio, lasciatevi trasportare dalla magia de “La città incantata” di HayaoMiyazaki, preceduto dal cortometraggio animato vincitore del David di Donatello 2024, “The Meatseller”di Margherita Giusti, presente alla serata. E per chiudere in bellezza, domenica 20 luglio, l’emozionante e commovente “The Elephant Man” di David Lynch, presentato in un restauro di StudioCanal a partire dal negativo originale con la supervisione di David Lynch.

Il biglietto per l’accesso è di 7 euro, con riduzione a 5 per gli under 12 e per i caregiver; sarà possibile usufruire anche dei servizi del FIATCafé500 sino alle 21,30. L’accesso alle proiezioni avviene dalla biglietteria della Pinacoteca Agnelli all’interno del Centro Commerciale Lingotto.

PROGRAMMA

Apertura

martedì 1 luglio

Il cielo sopra Berlino di W. Wenders (RFT-Francia 1987, 128’) v.o. sott. it

Con Bruno Ganz, SolveigDommartin, Peter Falk, Otto Sander

Restauro 4K realizzato dalla Wim Wenders Foundation a partire dal negativo originale, con la supervisione di Wim Wenders e Donata Wenders

 

Anteprima Nazionale

mercoledì 2 luglio

La famiglia Leroy di F. Bernard (Fr. 2024, 102’) v.o. sott. it

Con Charlotte Gainsbourg, José Garcia, Lily Aubry

 

Umano (dis)umano

A cura di Giampiero Frasca

giovedì 3 luglio

BladeRunner di R. Scott (Usa 1982, 118’)

Con Harrison Ford, RutgerHauer, Sean Young

Introduce il film Giampiero Frasca

sabato 5 luglio

2001 Odissea nello spazio di S. Kubrick (Usa, 1968 148’) v.o. sott. it

Con KeirDullea, Gary Lockwood, William Sylvester

Introduce il film Giampiero Frasca

domenica 6 luglio

Herdi S. Jonze (Usa 2013, 126’)

Con Joaquin Phoenix, Amy Adams, Rooney Mara

Introduce il film Giampiero Frasca

 

Spazio Film Commission Torino Piemonte

martedì 8 luglio

Canone effimero di G. e M. De Serio (It. 2025, 105’)

Introducono il film Gianluca e Massimiliano De Serio in dialogo con Paolo Manera, direttore di Film Commission Torino Piemonte e Alessandro Gaido, presidente di Piemonte Movie

Mercoledì 9 luglio

The Lost Legacy of Tony Gaudio di A. Nucci (It. 2024, 73’)

Introducono il film Steve Della Casa in dialogo con il regista Alessandro NucciPaolo Manera, direttore di Film Commission Torino Piemonte e Alessandro Gaido, presidente di Piemonte Movie

Il  documentario è preceduto dalla proiezione del cortometraggio vincitore del David di Donatello 2025  Domenica sera di Matteo  Tortone (It. Fr. 2024, 16’) presentato dall’autore.

Giovedì 10 luglio

Italo Calvino nelle città di D. Ferrario (It. 2024, 80’)

Con Valerio Mastandrea, Violante Placido, Alessio Vassallo, Filippo Scotti
introduce il film Davide Ferrario in dialogo con Paolo Manera, direttore di Film Commission Torino Piemonte e Alessandro Gaido, presidente di Piemonte Movie

 

I restauri del Museo Nazionale del Cinema

Sabato 12 luglio

Santa Maradona di M. Ponti (It. 2001, 95’)

Con Stefano Accorsi, Libero De Rienzo, Anita Caprioli, Fabio Troiano

Introduce il film il regista Marco Ponti

Domenica 13 luglio

Mimì metallurgico ferito nell’onore di L. Wertmuller (It. 1972, 121’)

Con Giancarlo Giannini, Mariangela Melato, Agostina Belli

Introduce il film Stefano Boni, Responsabile del Patrimonio del Museo del Cinema

Martedì 15 luglio

L’uomo dei cinque palloni di M. Ferreri  (It. 1965, 85’)

Con Marcello Mastroianni, Catherine Spaak, Ugo Tognazzi

Storie di resilienza: donne e bambini in tempi di guerra

Mercoledì 16 luglio

Roma città aperta di R. Rossellini (It. 1945, 100’)

Con Anna Magnani, Aldo Fabrizi, Marcello Pagliero

Versione restaurata da CSC-Cineteca Nazionale, Istituto Luce Cinecittà, Cineteca di Bologna e Coproduction Office

Precede il film l’intervento di  Ludovica Poli, docente didirittointernazionale presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino e la lettura di un testo di A. Magnani con l’attrice Beatrice Modica

Giovedì 17 luglio

Vermiglio di M. Delpero (It. 2024, 119’)

Con Martina Scrinzi, Giuseppe De Domenico, Tommaso Ragno, Roberta Rovelli

Introduce il film Marcella Filippa, direttrice della Fondazione Vera Nocentini

Metamorfosi

Sabato 19 luglio

La città incantata di H. Miyazaki (Giappone 2001, 125’)

Il film è preceduto dalla proiezione del cortometraggio di animazione vincitore del David di Donatello 2024

The Meatseller di Margherita  Giusti (It. 2023, 17’) presentato dall’autrice.

Domenica 20 luglio

The Elephant man di D. Lynch (GB/Usa 1980, 124’) v.o. sott. it

Restaurato  da StudioCanal a partire dal negativo originale con la supervisione di David Lynch

 

 

 

 

UTILITA’

Biglietto 7 euro. Ridotto under 12 e caregiver: 5 euro.

Biglietti in vendita alla cassa e online su webtic.it

L’accesso alle proiezioni avviene dalla biglietteria della Pinacoteca Agnelli all’interno del Centro Commerciale Lingotto.

CONTATTI PER LA STAMPA

Distretto Cinema

Chiara Priante | stampa@distrettocinema.com | T. +39 3281767403

Pinacoteca Agnelli

PCM Studio di Paola C. Manfredi

Via Farini, 71 | 20159 Milano | www.paolamanfredi.com

Francesca Ceriani | francesca@paolamanfredi.com | T. +39 340 9182004

 

Flow. Un mondo da salvare: Cinema nel Parco del Castello di Miradolo

Giovedì 17 luglio, ore 21.30

 

La proiezione del miglior film d’animazione agli Oscar 2025

 

 

Flow. Un mondo da salvare è il film d’animazione del 2024 diretto dal giovane regista Gints Zilbalodis che ha già segnato dei record. È stato infatti il primo film lettone a venire candidato all’Oscar come miglior film internazionale e il primo film indipendente a vincere come miglior film d’animazione ai premi Oscar 2025. Flow è un film senza dialoghi: il regista spiega che la sua forza sta nel raccontare storie per immagini e non per parole.

 

In un mondo in cui gli esseri umani sembrano essere scomparsi, l’arrivo di un’inondazione costringe un gatto a mettersi in salvo su una barca insieme a un variopinto gruppo di animali. Tra paesaggi di abbagliante bellezza e pericoli imprevisti, il viaggio farà capire a tutti che l’unione è la loro vera forza.

 

CINEMA NEL PARCO

Cinema nel Parco è un’immersione totale nella natura, al centro di un’arena di oltre 2mila metri quadrati disegnata da sette maxi-schermi, nel prato centrale del Castello di Miradolo (TO). Per non disturbare l’equilibrio del parco, l’audio è udibile solo attraverso cuffie silent system luminose.

In programma 8 appuntamenti, dal 26 giugno al 14 agosto, tutti i giovedì alle ore 21.30. I film si possono ascoltare anche in lingua originale, multilingua e/o sottotitolati in italiano per ampliare le possibilità di fruizione. Non ci sono sedie, né posti assegnati: ogni spettatore dovrà portare da casa un plaid per sedersi sul prato e assistere alla proiezione dal proprio angolo preferito. In programma film d’animazione per famiglie (Cattivissimo Me 4, Prendi il volo, Flow. Un mondo da salvare, Inside Out 2, Oceania 2) film drammatici (Trifole. Le radici dimenticate) e documentari (Fiore mio, Il tempo dei giganti). Dalle ore 19.30 pic-nic sul prato.  

INFO

Castello di Miradolo, via Cardonata 2, San Secondo di Pinerolo (TO)

Giovedì 17 luglio, ore 21.30

Flow – Un mondo da salvare (Teodora Film, 2024) 

Biglietti: 8,50 euro a persona; ridotto 0-5 anni 3 euro; gratuito per i bambini che non vogliono la cuffia

Prenotazione obbligatoria al n. 0121 502761 e-mail prenotazioni@fondazionecosso.it

www.fondazionecosso.com

 

Dalle 19.30 è possibile fare un pic-nic nel Parco con i cesti di Antica Pasticceria Castino. È possibile ritirare i cesti direttamente nella Caffetteria del Castello, previa prenotazione. Menù differenziato per adulti e per bambini.

Cesto bimbi: rosetta con prosciutto cotto e mozzarella – 2 quadrotti di pizza – Dolce dell’Antica Pasticceria Castino – bibita o acqua

Cesto adulti: guacamole e chips di mais – sandwich del castello prosciutto cotto, formaggio, uovo, insalata dell’orto e senape al miele – Dolce dell’Antica Pasticceria Castino – birra o bicchiere di vino o succo bio

Cesto adulti veg: guacamole e chips di mais – sandwich dell’orto con hummus di ceci, verdure grigliate, insalata dell’orto e brie – Dolce dell’Antica Pasticceria Castino – birra o bicchiere di vino o succo bio

Costo: 10 euro cesto bimbi, 16 euro cesto adulti.

Non è consentito il pic-nic libero. La prenotazione è obbligatoria: 0121 502761 prenotazioni@fondazionecosso.it

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