“PHOTOANSA 2022” Dal 1° luglio al 22 ottobre
In mostra al valdostano “Forte di Bard”
Bard (Aosta)
Ecco tutto il 2022, raccontato nei suoi momenti di “storica” rilevanza in Italia e nel mondo, attraverso le immagini realizzate dai fotografi dell’“Ansa”, prima Agenzia multimediale in Italia e tra le prime a livello internazionale. Scatti di grande resa visiva nonché di formidabile “confezione” tecnica contenuti nell’edizione 2022 (la XVIII) del volume fotografico “PHOTOANSA” e che, in base ad un accordo fra la stessa “Ansa” ed il “Forte di Bard”, possiamo ammirare, all’interno dell’ “Opera Mortai” della Fortezza, da sabato 1° luglio a domenica 22 ottobre.
Tema di primissimo piano, ovviamente (e purtroppo), il sanguinoso conflitto in Ucraina che continua a tenere l’Europa e il mondo con il fiato sospeso, con il racconto della distruzione e della morte portata dall’aggressione russa. Scatti che raccontano anche la fuga dei profughi, mentre dall’altra parte del confine, ma anche nella stessa capitale ucraina, la vita va avanti comunque. A seguire, altre immagini che cristallizzeranno, in modo indelebile, un anno che, per quanto concerne il nostro Paese, ha visto la nascita del governo di centro – destra guidato da Giorgia Meloni, primo “esecutivo” guidato da una donna nella storia d’Italia. E poi le immagini del lungo addio della Regina Elisabetta II ai suoi sudditi dopo aver festeggiato il 2 giugno i suoi 70 anni di regno e, con lo sfarzo frenato dell’antico cerimoniale, la salita al trono di suo figlio primogenito, con il nome di Carlo III.
Cento le immagini complessivamente esposte. Accanto ai temi legati alla Politica e al Sociale, non mancano pur anche narrazioni di quanto il 2022 ci lascerà nei campi della Cultura e della Musica, così come nello Sport e nella Scienza.
Ecco allora il ritorno sul palco di tanti artisti dopo i due anni di pandemia, con l’esplosione del fenomeno dei “Maneskin” e le emozioni e le lacrime per i concerti di Vasco Rossi, Jovanotti, Ligabue, Gianna Nannini, Cesare Cremonini e per la vittoria della “Kalush Orchestra” – gruppo musicale ucraino formatosi nel 2019 -all’“Eurovision Song Contest”. E, accanto alla Musica, il riesplodere della grande Cultura, con la riapertura al pubblico dei Musei e delle Gallerie che tornano a proporre e ad esporre opere di inestimabile valore. E poi lo Sport. Con il delirio dei giocatori e dei tifosi rossoneri per lo scudetto al Milan, il diciannovesimo della sua storia, e la gioia per i trionfi degli atleti azzurri agli “Europei di nuoto”, ai “Mondiali di ginnastica” e alla “Coppa del mondo” di pallavolo.
Uno spazio, in mostra, è anche dedicato al tema della “grande sete”, la siccità che per mesi ha piegato tante regioni italiane, in particolare nel Centro Nord del Paese.
Per finire, di grande interesse, il “tema dell’innovazione” con le immagini straordinarie del telescopio spaziale “James Webb” a raggi infrarossi (successore del telescopio “Hubble”), il principale osservatorio scientifico nello spazio, orbitante intorno al Sole ad una distanza di 1,5 milioni di chilometri dalla Terra, cui si deve l’individuazione di quello che, ad oggi, risulta essere il “buco nero” più antico mai osservato dall’uomo: uno strumento all’avanguardia, risultato della collaborazione tra le eccellenze mondiali dell’ingegneria e della tecnologia, tra l’“Agenzia Spaziale Statunitense (NASA)”, l’“Agenzia Spaziale Europea (ESA”) e l’“Agenzia Spaziale Canadese (CSA)”.
Gianni Milani
“PHOTOANSA 2022”
Forte di Bard, via Vittorio Emanuele II, Bard (Ao); tel. 0125/833811 o www.fortedibard.it
Dal 1° luglio al 22 ottobre
Orari: feriali 10/18; sab. dom. e festivi 10/19
Nelle foto:
– Sergey Dolzhenko/EPA/ANSA: “15 settembre, Kiev, Ucraina. L’incontro fra la presidente della ‘Commissione Europea’ Ursula von der Leyen e il presidente ucraino Zelensky”
– Ettore Ferrari/ANSA: “23 ottobre, Roma, Italia. Giorgia Meloni al termine della cerimonia della campanella a Palazzo Chigi”
– Rebecca Brown/EPA/ANSA: “19 settembre, Londra, Regno Unito. Il corteo funebre accompagna la regina Elisabetta dopo la cerimonia all’Abbazia di Westminster”
Le librerie più belle e singolari
Le librerie sono luoghi incantati, posti meravigliosi, pianeti magici che ci coinvolgono in storie avvincenti, dove sogno e realtà si incontrano, dove il peso e l’importanza di avvenimenti del passato dimorano testimoniando di fatti ed eventi che ancora oggi ci influenzano, dove la fantasia e l’immaginazione di racconti incredibili ci fa volare via dalla realtà creando per noi un rifugio dall’oggettività del vita di tutti i giorni.
La libreria è un territorio sacro, non solo un posto dove i libri vengono venduti, ma una località dalle proprietà terapeutiche. Diceva Montesquieu “Non ho avuto mai un dolore che un’ora di lettura non abbia dissipato”. Le librerie sono luoghi di culto dunque, ma anche vere e proprie attrazioni che per la loro struttura, per la loro storia, per gli arredi e lo stile richiamano molti visitatori, turisti e appassionati di lettura. Girando per l’Italia ma anche per il mondo intero ne troviamo di bellissime e storiche ma anche molte dal design moderno e d’avanguardia. Vediamone alcune davvero particolari.
Partiamo dalla nostra bellissima Torino che ospita, tra le altre, una meravigliosa e storica libreria, sofisticata e ricercata: La Luxemburg. E’ la più antica di Torino, fondata nel 1872 ed è considerata una tra le più belle del mondo. Catalogo molto fornito, libri in molteplici lingue, riviste internazionali, questo elegante negozio si fa promotore di importanti eventi culturali ed è un punto di riferimento per i lettori della città e non solo.
El Ateneo, a Buenos Aires, era un bellissimo teatro progettato nel lontano 1919. Dopo ben 80 anni cambiò destinazione d’uso divenendo una meravigliosa libreria, un posto unico e scenografico. Il palco è ora un accogliente bar e le tribune laterali delle accoglienti sale di lettura.
A Roma, a Palazzo delle Esposizioni, troviamo il Bookabar. Bianca, minimal e dagli spazi molto ampi. Il catalogo è davvero fornito e i locali molto grandi permettono una mostra dei libri molto estesa con uno ottimo risalto per i titoli. All’interno della libreria, come si evince dal nome, si trova un bar moderno e piuttosto modaiolo.
Nella romanticissima capitale francese troviamo Shakespeare & Company. In questo luogo storico si incontravano i maggiori scrittori della Beat Generation e ad oggi rappresenta un vero e proprio fondamento della vita letteraria parigina. Vengono organizzati importanti eventi settimanali come il sunday tea, presentazioni di libri e letture di poesia.
Spostandoci in un altro continente, nella vivacissima Città del Messico troviamo la libreria più grande del mondo El Péndulo: un giardino e un ristorante in mezzo a migliaia di libri. Grandi piante ornamentali e sedie in vimini. Una riserva del pensiero e della lettura.
Atlantis Books si trova a Santorini. Un paesaggio meraviglioso e incomparabile: mare cristallino e cielo azzurro mentre, seduti in terrazza, si legge un libro. Nata nel 2002 dall’idea di alcuni ragazzi che erano nell’isola in vacanza, oggi ospita vari eventi e festival, un cane ed un gatto. Un posto davvero unico.Tornando a casa nostra non possiamo non citare Acqua Alta a Venezia. Un negozio incredibile che, come tutta la città combatte appunto,con l’acqua che spesso diventa invadente e inopportuna. Non ci sono scaffali posizionati in basso, i libri si trovano all’interno di gondole e canoe. Un concentrato di cultura, di amore per i libri e di tenacia. Niente catalogo in digitale, unico supporto un sorridente e gentilissimo proprietario che accompagna nella ricerca del libro desiderato.
La Città dei libri di Powell, Portland in Oregon è una delle librerie che vende libri usati più grandi del mondo. Gli avventori vengono accolti con una mappa che li aiuta ad orientarsi all’interno dell’edificio. 1 milione di libri, 200 impiegati, 10.000 visitatori al giorno. La formula vincente? Mettere un libro in vendita nuovo vicino ad uno usato e a bassissimo costo.
Altre bellissime librerie degne di nota ma soprattutto di visita sono: City Lights Books a San Francisco in California, Livraria Lello & Irmão a Porto in Portogallo, dove per entrare è necessario acquistare il biglietto, Daikanyama T-Site a Tokyo, Giappone, meraviglioso luogo tra il verde degli alberi, The Last Bookstore, Los Angeles in California, scaffali particolarissimi in una ex-banca abbandonata, Caverne aux Livres, nei pressi di Auvers-sur-Oise in Francia, allestita all’interno di un treno dismesso e Polare a Maastricht, in Olanda, nell’intimità di una sobria e spiritualissima chiesa domenicana, migliaia di scaffali ospitano altrettanti libri e nell’abside è possibile gustarsi un buon caffè.
Maria La Barbera
Dall’amaranto ai Conquistadores
CALEIDOSCOPIO ROCK USA ANNI 60
In precedenti articoli avevamo toccato l’argomento a volte problematico dell’assetto grafico delle etichette dei 45 giri del garage rock nordamericano degli anni Sessanta. L’aggettivo “problematico” non è casuale; infatti si è visto come, anche indipendentemente dal contenuto musicale, già allora un’etichetta dai colori adeguati, con una grafica ben leggibile, con un carattere di stampa ben decifrabile rispetto al colore di sfondo e ai margini del campo circolare dedicato, potesse fare la differenza già solo al primo sguardo o alla prima occhiata anche distratta. Va da sé che un accostamento di colori chiari e scuri fosse consigliabile, mentre si è visto che in parecchi casi etichette dalle scelte tonali “assurde” finivano per essere quasi del tutto illeggibili finanche a breve distanza, magari perfino con caratteri del testo stampati in modo dozzinale o talvolta con errori grossolani. Oltre a questi problemi “di concetto” vi sono casi di etichette medio-piccole che nel giro di pochi anni mutarono del tutto il proprio aspetto e i propri colori (e a volte pure lo stile musicale…), tanto che svariati studi sulla discografia del rock americano anni ‘60 sono stati “insidiati” da problemi di omogeneità nella stesura delle serie discografiche, col rischio di errori involontari. Un esempio di etichetta che mutò notevolmente la propria veste fu la texana Coronado Records di El Paso, attiva dal 1964 a probabilmente inizio 1969. Il colore originale era nel tono amaranto/granata (con varianti anche sul rosso intenso o prugna) con testo grigio chiaro o argento e coprì sostanzialmente il quadriennio 1964-1967. Con il passaggio al 1968 tutto mutò e l’etichetta prese i toni del giallo intenso con testo rosso vivo o amaranto; ai lati campeggiavano due grandi teste di conquistadores con tanto di elmi e cimieri. A quanto risulta, l’etichetta si estinguerà proprio con questa veste grafica nei toni del giallo con i profili ispanici.
Si riporta qui di seguito la discografia Coronado Records allo stato delle conoscenze attuali:
– David Hayes “Meet Me Here (In New Orleans)” / The Pawns “Lonely” (127);
– [Eddie Williams “You Left Your Happiness (Here In My Room) / I Just Can’t Help Myself” – etichetta celeste CM-112];
– The Beach Nuts “The Last Ride / Surf Beat ‘65” (131);
– David Hayes and The Pawns “What Do The Voices Say? / Lonely Weekends” (132);
– The Celtics “Man That’s Gone Mad / Wondering Why” (133);
– The Starving Cats Combo “I’m Hungry / Mi Amor Se Fue” (135);
– Danny & The Counts “You Need Love / Ode To The Wind” (136);
– Gene Willis & The Aggregation “We Got It / Shing-A-Ling’s The Thing” (45-139);
– The El Paso Drifters “Could This Be Love / For Your Love” (140);
[etichetta passa al colore giallo con teste di conquistadores]
– The Motivaters “Ode To Loneliness / Heart Of Blue” (141);
– Doug Adams with The Early Morning Traffic “I Can’t Wait To See You / Hontusharaya” (142);
– The El Paso Drifters “All In My Mind / In The Midnight Hour” (143);
– Mitch ‘n Gary “Do I Ever Cross Your Mind? / Mi Juarez Rita” (145);
– Donald Ray & The El Paso Chessmen “Shake / I Love You” (146);
– Donald Ray & The El Paso Chessmen “Can’t You see I Love You / Cry Like A Baby” (147);
– Charlie Russell & The Jones Hatband “Love Gone Bad / Sometimes I Wonder” (148);
– Larry and The Knightsmen “A New Acquaintance / Selva” (150).
Gian Marchisio
Elsa Martinetti. Peintre
(Verres, 11.12.1921 – Torino, 18.08.2018)
Amava la montagna e, quando, costretta a lasciare Saint Vincent,dove i piromani appiccavano il fuoco sempre più vicino a casasua, si trasferì a Torino, in un palazzo di quella Porta Palazzo –che la penna di Gozzano ebbe a definire la gran cuoca della città– continuò contenta di avere conservato intorno a sé l’arco alpinoperché non aveva perso quel riferimento importante per lei.
L’avevo incontrata, forse nei primi anni Novanta, a una cena, a casa della sorella che abitava nel suo stesso palazzo, al piano superiore al suo … e, subito, con simpatia e cordialità, si presentòin tutta l’ampiezza dei suoi interessi e la profondità delle sue vedute, con parole semplici che fluivano in una conversazione piacevole che sapeva guidare, perché, pur aprendola acaleidoscopio su mille argomenti, la indirizzare abilmente ora suuno, ora sull’altro.
Elsa Martinetti aveva radici piemontesi, infatti suo padre,muratore quindi impresario, era Luigi Giovanni, figlio di Giacomo– troviamo un suo omonimo tra le maestranze occupate al castello di Agliè a metà Ottocento – e orfano di Angela Borghi che, pur senato a Caltignaga in provincia di Novara il 12 dicembre 1894, si diceva imparentato con il filosofo canavesano Piero Martinetti, mentre la madre Cristina (Catarina) Peracca, canavesana la era, in quanto nata a Nomaglio il 24 luglio 1895. Orfana del padre,(Gioanni Battista) Ferdinando, quella giovane aveva lasciato la madre, Gioanna Maria Allamanno, per passare a vivere a Borgofranco di Ivrea, dove avrebbe incontrato l’uomo da lei poi sposato a Nomaglio, il 25 febbraio 1920, quando riconobbero loroTeresina, la figlia nata fin dal 25 aprile 1915.
In seguito si trasferirono a Verres, ed Elsa fu la prima dei figli venuti alla luce in Vallée.
Quei natali montanari furono sempre motivo d’orgoglio per lei – che si sentiva un frutto genuino di quella Terra – e che, essendouna persona semplice, di quelle che non rinnegherebbero mai le loro origini, le riconosceva fondamentali per essere state le costanti, a monte di ogni suo interesse e di ogni sua indagine.Autodidatta dichiarata, Elsa Martinetti era profonda nel pensiero. Dalle prime indagini, alle ultime conclusioni, infatti vaste e obiettive erano le une e felici le altre, che, con naturale savoirfaire, sapeva esporre con chiarezza, suscitando in tutti immediata simpatia. Discreta per educazione e anche per sensibilità, non era priva di arguzia, e questo la rendeva sempre un’ospite gradita,proprio come la bagna caoda con le noci che aveva cucinato quella sera…
Nel turbinoso guazzabuglio che ha connotato il mio ventennio fin de siècle, tra i tanti intoppi e tutti gli acciacchi che neanche in seguito, non mi hanno lasciato, più ebbi occasione di rivederlaancora … una prima volta, non ricordo in che occasione, né quando, né come, e altre volte ancora … e subito mi stupiva per lanaturalezza con cui mi chiedeva notizie di cose mie, delle qualinon potevo averle fatto cenno mai. Capii che era così per natura,perché era una sensitiva! Allora decisi che le avrei raccontato io, prima che ritornasse a stupirmi dicendomi ancora lei di cose mie.Molto presto però, cambiavo ancora di atteggiamento e, quando la incontravo o la sentivo, dopo i saluti, spontaneo le domandavo: tu cos’hai da dirmi oggi? certamente non alludevo a questioni frivole ma al quotidiano, alle cose serie e ai tanti problemi che mi assillavano, e, su tutto, lei qualcosa da dirmi aveva sempre…
Un forte legante per noi era l’arte, e, pur se nessuno dei due partecipava più a mostre, era naturale che parlassimo di esposizioni, ambienti artistici e artisti, che avevamo incontrato e anche frequentato nei nostri diversi, rispettivi passati. Allora le veniva facile mostrarmi qualche lavoro, non solo suo, o unapubblicazione che dicesse qualcosa della sua arte, o le foto di qualcuno dei suoi, o della casa che aveva lasciato a Saint Vincente che, da sola, aveva costruito … e tutti i percorsi evocativi li compiva volentieri, senza risparmiava mai i suoi commenti.
Della casa che aveva fatto in Valle andava molto orgogliosa: mi aveva raccontato come, pezzo per pezzo, avesse acquistato l’intero lotto, sul quale aveva poi costruito, andando alla ricerca dei singoli proprietari che vivevano sparsi per ogni dove in Arpitania… e raccontava tutto, con innata modestia e somma discrezione, mentre accennava al suo vissuto, conscia, prima di tutto, dei limiti che aveva avuto, per essere donna e montagnina, ancorché autodidatta… Perché si era fatta tutta da sola, e così, a pezzetti o, come preferiva dire, a bocconi, si era fatta una cultura(che non era così poca e nemmeno piccola), perciò era davvero quello che si può dire una studiosa seria e dedicata, che, nel suo piccolo, aveva affrontato argomenti impegnativi anche molto diversi tra loro. Ma era anche cosciente di essersi spesso trovata tra personaggi presuntuosi, che ‘grandi’ si erano fatti per le loro pose e che, anche se erano riusciti ad imporsi, non erano affatto“intelligenze migliori” ma mediocri. Comunque, lei andava fieradel diploma che attestava la sua appartenenza all’Accademia di Sant’Anselmo, ne parlava sempre con un sorriso, scherzandoci su, con ironia… e poteva farlo perché conosceva davvero le debolezze umane! … era psicologa, non solo per natura, ma per aver frequentato alcuni corsi, come quello di grafologia, che aveva interrotto ai primi livelli, perché si teneva a Torino, mentre lei abitava ancora in Valle ...
Aveva interessi molto diversi tra loro: dall’arte alla letteratura,dall’ipnosi alla radioestesia, dalla simbologia alla linguistica, dal folclore alla storia, dalla magia alla religione, dai colori alle forme. Tutto la interessava e, soprattutto, tutto quello che era espressione di pensiero e di cultura l’appassionava. Non si arrestava mai, neppure davanti agli sforzi più notevoli. Lei, che, guidata da intuito e sensibilità, era una lettrice onnivora e vorace,bene informata su ogni cosa, perché, se suo padre non mancava mai di leggere ogni giorno il suo giornale, lei era abituata a vederne sempre più di uno e a mettere da parte almeno le pagine che le sembravano più importanti. Le piaceva tanto la cartastampata dei quotidiani che ne ammucchiava dappertutto per la casa… ma era così, e spesso mi confessò di essere andata a rivedere fogli vecchi, anche di anni, e di avervi ritrovatoargomenti importanti, ancora attuali…
Da sola aveva imparato il francese, quando, giovanissima, aveva cercato lavoro in Confederazione, poi, al ritorno in Valle, aveva voluto appropriarsi anche del patois, e aveva approfondito i temi relativi all’autonomia, e aveva conosciuto personalmente non solo gli esponenti del movimento valdostano, ma i documenti, come la Carta di Chivasso, che hanno segnato la sua epoca.
Amante sincera della libertà, era sensibile alle tradizioni e, ad Aosta, dove si era trasferita, aveva finito per conoscere anche tantiartigiani presenti alla Fiera di Sant’Orso e, visitandoli nelle loro abitazioni, sparse per i monti, aveva apprezzato le loro creazioniche riteneva autentiche opere d’arte, ed era diventata una appassionata collezionista di quei lavori.
Grazie alla sua naturale intraprendenza, partecipava, addirittura, ai rallies e finì persino per compiere un giro di pista con la sua utilitaria all’autodromo di Monza: nulla poteva scoraggiarla o impedirle di fare quanto si prefiggeva: era una lottatrice, una donna di razza! Ebbe pure occasione di viaggiare, e fu in America,e anche nel Giappone, e si avvicinò all’inglese, che avrebbe continuato a studiare per tutta la vita. In realtà era affascinata da tutte le lingue e a tutte le lingue si accostava, sempre con passione ed entusiasmo. In questo modo aveva ampliato gli orizzonti del suo sapere e, siccome sentiva forte la necessità di partecipare agli altri le sue emozioni, cercava di coinvolgerli dicendo ora una parola in una lingua, ora in un’altra, poi invitava chi le era più vicino a fare lo stesso e, così facendo, riusciva a contagiare, se non tutti, tanti!
Provate voi, a lasciare insoddisfatte richieste come quelle sue …
Capìto quali argomenti storici io andassi studiando e da quantotempo, e temendo che non avrei mai reso pubblici gli esiti di nessuna mia ricerca, fece di tutto perché scrivessi e pubblicassi la biografia di Carlo Antonio Napione e, poi, perché continuassi a scrivere altri libri. Sapeva come chiedere perché le sue richieste avessero seguito: insisteva come fanno i bambini, e lo faceva addirittura perché scrivessi apposta per lei anche dei versi….
Vale la pena qui ricordare come richiamasse la mia attenzione suitemi gozzaniani... siccome, come ho riferito, amava suggerirmi qualche lettura, era arrivata a prepararmi le fotocopie degli articoli o dei volumi che voleva proprio che leggessi. Fu così che mi fece trovare l’epistolario di Guido Gozzano con Amalia Guglielminettie, nel darmelo, disse convinta: vedrai quanto ti sarà utile, più avanti… (Per chiudere, almeno per ora, l’argomento dirò soltanto che fu, quasi sempre per sua sollecitazione, se negli ultimi vent’anni ho dedicato a temi gozzaniani tanta attenzione, non solo ma va pure ricordato che, quando, preso dallo sconforto perché mi sembrava di poter riuscire ad affrontare un impegno così grande,per tre volte almeno, quando interruppi i miei studi, fu lei ainsistere perché assolutamente dovevo concluderli…) Questo soloper accennare a miei lavori di saggistica, ma Elsa Martinetti ebbe il merito di farmi scrivere quasi tutti i volumi che ho pubblicatonegli ultimi vent’anni. Mi persuadeva perché sapeva davvero essere convincente ….
Qui rileverò una sola coincidenza, per me esemplare, che riguarda lei… La sua cerimonia funebre avvenne a Torino, nella chiesa diSan Gioacchino (che era la sua parrocchia) e – poiché non penso che si sappia – io ricorderò che, con lo stesso nome dell’avo di Cristo, lei aveva uno zio, (Gioanni) Gioacchino Peracca (fratello maggiore di sua madre, nato a Nomaglio il 5 settembre 1885 e là, il 27 gennaio 1910, unito in matrimonio a Serafina Guglielmetti), perché, da me interrogata, mi aveva detto che quell’uomo, che doveva essere un maestro elementare, era anche lui un sensitivo, efu proprio grazie a lui, nella semplicità del vivere quotidiano inmontagna, i nipoti si erano abituati ai prodigi!
Lascerò che altri approfondiscano la sua biografia, e terminerò soffermandomi su quattro che oltre ad essere emblematici della sua produzione, sono innegabili e autentiche espressioni artistiche. Sembra quasi impossibile credere che Italo Mus fosse l’unico suo maestro! I suoi lavori, per essenzialità e sintesi, si impongono come frutto della sua ricerca e, nello specifico i soggetti ritratti – un fiore (reale e nel suo concetto metafisico) e un volto umano (abbozzato secondo gli stilemi della maschera antropica primitiva, e nella percezione ectoplasmatica) – hanno un contenutofortemente spirituale perciò si può dire che il processo creativo della sua pittura è la sintesi del suo pensiero e l’espressione della sua cultura. Questo potrà essere verificato anche per le altre sue opere, nelle quali tutte si evidenzia l’importanza che, nel processo creativo, ebbe per lei il parco, e tutt’altro che banale, uso del colore. Un colore talora ridotto a traccia, cangiante, come quelladi una chiocciola, e forse anche troppo allusiva, ma che riveladavvero grande sensibilità, affidandola appena a reminiscenze cromatiche. Questo si percepisce dal vago insistere sui toni rossi everdi, che sono resi pallidi, prima che, quasi per incanto, la superficie esploda, in un gioco di cromismi – cromosomi? – consegnando la sua tela all’informale – infernale? – e lasciando al bruno o al grigio ogni reminiscenza coloristica …
En haut, dunque, cara Elsa, e, dall’alto continua ad approfondire il rapporto tra effimero e Eterno, tu che, sulle tracce del divino,memore sempre della pochezza umana, eri costantemente alla ricerca del bello: motiva ancora i passi di chi risale la valle, quasia ricercare, in un processo storicamente inverso, l’eterno senso delpassato. Aiuta ancora, indicando un migliore cammino, l’umanaprogenie di queste Valli… et merci bien encore!
Carlo A. M. Burdet
MA.MA with Luca Aquino
Venerdì 18 agosto 2023 – ore 21
Chiesa di San Restituto – Sauze di Cesana
L’appuntamento clou del programma estivo di Sauze di Cesana, ossia il concerto del trio
composto da Sade Mangiaracina (pianoforte), Luca Aquino (tromba) e Salvatore
Maltana (contrabbasso) previsto per venerdì 18 agosto alle 21 nella Chiesa di San
Restituto, avrà un risvolto benefico.
In virtù di quello spirito che lega i Comuni protagonisti delle Olimpiadi del 2006 il Sindaco
di Sauze di Cesana – Maurizio Beria d’Argentina – e quello di Bardonecchia – Chiara
Rossetti – hanno deciso, durante il concerto, a ingresso libero, di raccogliere fondi per
ricostruire il monumento con i cerchi olimpici distrutto dall’alluvione che ha
sconvolto Bardonecchia il 13 agosto scorso.
Un piccolo segno per manifestare la vicinanza di Sauze di Cesana a Bardonecchia, in
questo non facile momento.
Un concerto acustico, quello dei tre musicisti protagonisti di diverse edizioni del Berchidda
Jazz Festival di cui Sade Mangiaracina ha composto la sigla rivisitando la canzone Futura
di Lucio Dalla, in una delle più belle chiese della Valsusa: un tesoro del XIII secolo che si
staglia nel cuore dell’alta valle Susa.
Una chiesa, quella di san Restituto, dove nel 2021 si è tenuto il concerto del duo Paolo
Fresu e Daniele di Bonaventura e nel 2022 quello di Giorgio Conte.
BIOGRAFIA ARTISTI
Sade Mangiaracina nasce a Castelvetrano nel 1986. A sei anni inizia lo studio del
pianoforte classico che prosegue fino ai 18, vincendo in questi anni diversi concorsi
nazionali e internazionali, compreso un importante riconoscimento da parte di UNESCO
dopo un concerto ad Atene. Dopo la maturità classica si trasferisce a Roma per studiare
jazz presso la scuola Percentomusica diretta da Massimo Moriconi dove si diploma nel
2007 con il massimo dei voti, proseguendo successivamente gli studi jazz al conservatorio
di Santa Cecilia con il maestro Danilo Rea.
In questi anni ha preso parte a molti progetti musicali, incidendo diversi dischi anche a suo
nome. Dal 2013 inizia a collaborare anche in ambito pop con Simona Molinari (festival del
Cinema di Cannes, Premio Tenco, Umbria Jazz), Amara (Sanremo) e Dionne Warwick per
la quale apre i concerti del suo tour italiano continuando a lavorare con diversi jazzisti di
fama internazionale quali Greg Osby, Fabrizio Bosso, Giovanni Tommaso, Massimo
Moriconi, Luca Aquino, K.J.Denhert, Francesco Bearzatti e altri.
Comune di Sauze diCesana
UNIONE MONTANA COMUNI OLIMPICI VIA LATTEA
Il presente della pianista parla comunque di un sempre maggiore successo pubblico
anche grazie ad un fortunato suggerimento di Paolo Fresu ad Ornella Vanoni che l’ha
voluta accanto a sé a suonare e ad occuparsi degli arrangiamenti e della produzione del
suo spettacolo “Le donne e la musica”, ospitato nei maggiori teatri italiani nella stagione
autunno-inverno 2022/2023.
Salvatore Maltana è da tempo uno dei nomi di primo piano della scena jazzistica sarda.
Direttore artistico dei Seminari jazz di Nuoro, dopo esserne stato prima allievo e poi
docente, il contrabbassista algherese ha suonato con musicisti come Enrico Rava, Paolo
Fresu, Flavio Boltro, Peter Bernstein, Roberto Gatto, Django Bates, Pierre Favre, David
Linx, Daniele di Bonaventura e tanti altri.
Luca Aquino, tra i musicisti jazz italiani più apprezzati nel panorama internazionale, inizia
a suonare all’età di diciannove anni da autodidatta. Per due anni abbandona la pratica
dello strumento per completare gli studi universitari in Economia e Commercio. L’amore
per il suono di Miles Davis e Chet Baker lo riconduce allo studio della tromba e lo porta a
dedicarsi completamente alla musica.
La passione per la sperimentazione sonora e le registrazioni in luoghi insoliti sono tra gli
aspetti più sottolineati dalla stampa di settore che lo descrive come “l’esploratore sonoro
contemporaneo”, analogamente la critica estera riconosce in lui quel particolare tratto
italiano che nell’immaginario internazionale richiama il viaggio, la creatività, l’estro
visionario e la bellezza. Il luogo e la storia assumono un valore speciale e sono al centro di
alcuni tra i suoi migliori progetti e del festival da lui ideato e diretto, “Riverberi” che utilizza
l’acustica naturale di luoghi storici come elemento centrale della performance.
SAUZE D’OULX – L’omaggio al Maestro Ennio Morricone incanta Sportinia. Martedì 15 agosto il tradizionale Concerto di Ferragosto delle Montagne Olimpiche, realizzato dal Comune di Sauze d’Oulx e dall’Unione dei Comuni Olimpici della Via Lattea, ha probabilmente battuto tutti i record in termini di presenze.
L’omaggio al Maestro Ennio Morricone portato dall’“Ensemble Symphony Orchestra” ha richiamato un pubblico mai visto ai 2000 metri di Sportinia. Lo spettacolo “Alla scoperta di Ennio Morricone” dell’“Ensemble Symphony Orchestra” diretta dal maestro Giacomo Loprieno ha emozionato tutti, con la voce del soprano Anna Delfino, unita alle performance dei solisti e dell’ensamble a raggiungere alte vette musicali.
La soddisfazione del sindaco Mauro Meneguzzi e della Presidente del Consorzio turistico Fortur Serenella Marcuzzo: “Quest’anno a Sportinia abbiamo davvero colto nel segno. Il colpo d’occhio dal palco è stato davvero eccezionale con il grande anfiteatro naturale della conca di Sportinia senza vuoti, ma come un’unica grande platea. Quando abbiamo deciso di cambiare genere e di proporre al pubblico del Concertone un’orchestra al posto del big della musica leggera come negli anni scorsi, un po’ di apprensione l’abbiamo avuta. Ma sin dal mattino il prato si è riempito e abbiamo capito che il pubblico ha apprezzato la nostra scelta. Un boom di presenze che ci ha addirittura spiazzati con una lunga coda alla seggiovia. Ci scusiamo per il disagio ma sinora non era mai successo di avere un così grande flusso e con la Società degli impianti non avevamo mai avuto la necessità di pensare ad un piano b. Per il prossimo anno sicuramente faremo dei ragionamenti per migliorare anche l’accesso all’area di Sportina. Dobbiamo poi fare i complimenti all’“Ensemble Symphony Orchestra” e al suo maestro Giacomo Loprieno perché si sono rivelati davvero una delle Orchestre non solo più conosciute, ma anche più brave nel panorama artistico nazionale”.
Nel suo discorso di benvenuto il Sindaco Mauro Meneguzzi ha voluto porre l’accento su tre aspetti: “Cinque anni fa, come oggi, eravamo qui a stringerci attorno a Genova per la tragedia del ponte Morandi. Oggi ci vogliamo stringere attorno alla comunità della vicina Bardonecchia che in questi giorni ha vissuto momenti terrificanti. Voglio poi evidenziare anche un segnale positivo che conferma l’eccellenza della nostra sanità pubblica e ringraziare il team dell’ospedale CTO di Torino che ha salvato la vita a Manuel un giovanissimo legato al nostro territorio”.
Si unisce al Sindaco di Sauze d’Oulx anche il Sindaco di Sauze di Cesana e presidente Unione Montana Comuni Olimpici Vialattera Maurizio Beria d’Argentina: “Do il benvenuto all’evento clou dell’estate in Vialattea e voglio salutare tutti coloro che sono quelli venuti qui a passare il Ferragosto. Ringrazio anche per la sensibilità avuta nel portare a Sportinia le musiche di Morricone. Noi come territorio unitario continuiamo ad impegnarci per rendere le estati interessanti e attrattive per voi. Ma in questa giornata di festa ricordiamo chi spala fango a Bardonecchia e siamo vicini alla comunità tutta di Bardonecchia”.
Torna la classifica delle città italiane più appassionate di lettura stilata da Amazon.it
Milano non rinuncia al primo posto in classifica e apre il podio a due new entry, Pavia e Siena, che si assestano in seconda e terza posizione.
Amore per la lettura in aumento a Pisa e Cagliari che entrano nella top 10 collocandosi rispettivamente al quarto e al settimo posto.
“Spare. Il Minore” è il libro più letto dagli italiani.
Milano, 10 agosto 2023 – Che sia per evadere dalla vita quotidiana, per ricercare nuovi stimoli e lasciarsi ispirare o semplicemente per fare una pausa, leggere un libro è – e rimane – una delle più grandi passioni degli italiani. E anche quest’anno, Amazon.it ha stilato la lista delle città che hanno letto di più, i generi letterari preferiti e i libri più amati nel periodo da luglio 2022 a giugno 2023.
Non vuole rinunciare al primo posto in classifica la città Meneghina che per l’undicesimo anno di fila resta in testa tra le città italiane che hanno letto di più nel corso dell’anno. Seguono quattro new entry inaspettate: la città dalle 100 torri, Pavia, si assesta al secondo posto, mentre chiude il podio la città toscana del celebre Palio,Siena, classificandosi al terzo. E le novità non finiscono qui, perché in quarta posizione fanno la loro apparizione ipisani che, all’ombra della Torre Pendente, si sono lasciati trasportare da incredibili storie e mirabolanti avventure. Rimonta, rispetto allo scorso anno, Padovache sale dall’ottavo al quinto posto. Non stupisce la presenza in classifica di Bologna, al sesto posto, patria di Guido Guinizelli, fondatore del Dolce stil novo. Al settimo posto, un’altra novità: i cagliaritani, immersi nella lettura tra un raggio di sole e un soffio di maestrale. Chiudono la classifica Firenze, Roma e Torino. E se milanesi e cagliaritani prediligono letture in formato digitale, sono pavesi e senesi a non rinunciare al romanticismo della carta stampata.
Le città che hanno letto di più: ecco la top 10 completa
- Milano
- Pavia
- Siena
- Pisa
- Padova
- Bologna
- Cagliari
- Firenze
- Roma
- Torino
Viaggio lungo lo Stivale alla scoperta dei generi letterari più apprezzati
Gli italiani sono tutti accomunati dalla grande passione per la lettura, ovunque si trovino. Ma quali sono i generi più amati? A livello nazionale, hanno spopolato quest’anno i libri per bambini e ragazzi, i più letti da milanesi, senesi, bolognesi, cagliaritani, romani e torinesi. Seguono i libri di letteratura e studi letterali, di cui sono particolarmente appassionati i pavesi. Al terzo posto tra i generi più letti, non può mancare un po’ di dolcezza: il romanticismo, infatti, non passa mai di moda. Seguono, poi, i thriller e i libri su salute e benessere, anche se pisani e fiorentini si distinguono per un interesse spiccato per le tematiche economiche.Manga, scienze sociali, biografie, medicina e tecnologia e arte, dal cinema alla musica, chiudono la top 10 dei generi più letti in Italia.
“Spare. Il Minore”, il libro più amato dagli italiani, e le altre letture preferite
Gli italiani non hanno proprio saputo resistere ai gossip sugli intrighi di corte: è, infatti, “Spare. Il Minore” il libro più letto. La versione della storia raccontata direttamente dal Principe Harry in persona che mette nuova luce sulle dinamiche dei reali inglesi. Impossibile resistere! Al secondo posto tra i libri più amati, “Dammi mille baci” di Tillie Cole, la storia di un ragazzo e una ragazza uniti da un legame creato in un istante e custodito per un decennio. Segue “Il caso Alaska Sanders” di Joël Dicker, il racconto di uno sconvolgente omicidio avvenuto in una tranquilla cittadina del New Hampshire. Al quarto posto torna “Fabbricante di lacrime” di Erin Doom che continua ad appassionare gli italiani. A sorpresa, si classifica al quinto posto “La Scienza delle Pulizie: La chimica del detersivo e della candeggina, e le bufale sul bicarbonato” di Dario Bressanini. Ebbene sì: il bicarbonato non disinfetta e non lava, il sapone lava e igienizza, ma non disinfetta, la candeggina sbianca e disinfetta, ma non rimuove lo sporco. Queste e tante altre sono le curiosità che gli italiani, ormai guru di pulizia e igiene, hanno voluto scoprire attraverso la lettura.
Da chi legge a chi scrive passando per “Amazon Storyteller”
Prosegue la quarta edizione italiana di “Amazon Storyteller”, il premio letterario per autori autopubblicati, un’opportunità senza pari per scrittori emergenti ma anche per lettori alla ricerca di nuove storie. Le candidature per partecipare all’iniziativa sono ancora aperte: fino al 31 agosto 2023 gli autori possono proporre le proprie opere inedite direttamente da Kindle Direct Publishing, in modo semplice, rapido e gratuito, informato cartaceo e digitale. Tutti i clienti di Amazon.ithanno la possibilità di leggerle su qualsiasi dispositivograzie all’app Kindle gratuita per iPhone, iPad,smartphone e tablet Android, PC e Mac, nonché sugli e-reader Kindle e sui tablet Fire. Il vincitore del premio Amazon Storyteller 2023 sarà annunciato a novembre.
Di seguito la dichiarazione del direttore del Festival Scenario Montagna, Roberto Beccaria: “Come ormai saprete tutti, Bardonecchia è stata colpita da una grave calamità: la situazione organizzativa e logistica, oltre che emotiva, non consente dunque di tenere i tre spettacoli del 16, 17 e 18 agosto previsti proprio a Bardonecchia.
Chi avesse già acquistato il biglietto verrà ovviamente rimborsato.
Stiamo lavorando con il Comune per recuperare gli spettacoli durante le festività natalizie.
Grazie ai nostri artisti e a tutti voi per la comprensione ed il supporto.
E naturalmente…forza Bardo!”
Mercoledì 16 agosto | ore 21 | Palazzo delle Feste di Bardonecchia
FEDERICO SACCHI “WATCH WITHOUT PREJUDICE…”
Giovedì 17 agosto | ore 21 | Palazzo delle Feste, Piazza Valle Stretta 1, Bardonecchia
LORIS LOMBARDO E KATIA ZUNINO “I SUONI DELL’ANIMA”
Venerdì 18 agosto | ore 21 | Palazzo delle Feste, Piazza Valle Stretta 1, Bardonecchia
A NIGHT WITH CESAREO: DA ZERO A ELIO E LE STORIE TESE
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