RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA
Joyce Maynard “Il Bird Hotel” -NNE- euro 21,00
In questo romanzo si avverte il piglio sciolto della sceneggiatrice e scrittrice americana che racconta più fasi della vita della protagonista, e lo fa con ritmo quasi visivo. Ancora una volta la Maynard mette a fuoco il dolore della perdita, del lutto e del traumatico abbandono, dovuti alle capriole di un destino beffardo.
Al centro c’è l’io narrante di Irene (all’anagrafe Joan) rimasta orfana a soli 7 anni. La madre -cantante e attivista dalla vita disordinata e nomade- muore disintegrata dall’esplosione della bomba che aveva piazzato in un’azione terroristica.
Poiché non si sa chi sia il padre, la piccola viene cresciuta dalla nonna, che le cambia il nome e le impone di non svelare mai a nessuno le circostanze in cui della madre è rimasto solo un polpastrello per risalire al Dna.
Crescendo, Irene scopre la passione per la pittura e durante un’esposizione a San Francisco conosce Lenny. I due si innamorano e mettono al mondo il piccolo Arlo. Per un attimo la vita sembra tornare benevola; ma un’altra immane tragedia uccide marito e figlio in un colpo solo.
Schiantata dal dolore Irene pensa prima al suicidio, poi si lascia guidare dal caso e sale su un pulmino che la conduce in un immaginario luogo sperduto nell’America Centrale. Un paesino affacciato su un lago, dominato da un vulcano.
Una sorta di paradiso terrestre, dove il tempo è scandito dai cicli della natura e dalle calamità che la gente del luogo è abituata ad affrontare.
Irene trova ospitalità nell’unico albergo del paese, La Llorona; luogo fiabesco gestito dalla misteriosa Leila, piena di debiti ma con principi saldissimi. Tra le due donne si crea un rapporto complice, dal quale derivano sviluppi successivi che cambieranno ancora una volta il destino della protagonista.
Milena Palminteri “Come l’arancio amaro” -Bompiani- euro 20,00
A ben 75 anni Milena Palminteri esordisce con questo romanzo balzato subito in testa alle classifiche. Di origine palermitana, l’autrice vive a Salerno ed è stata conservatrice negli archivi notarili.
Ora ha raggiunto il successo con questa saga che racconta la storia di tre donne di due differenti generazioni. Sono Nardina, Sabedda e Carlotta e si muovono nell’immaginario paese di Sarraca, per il quale la scrittrice si è ispirata a Sciacca.
Il romanzo inizia nel 1960; Carlotta lavora nell’Archivio Notarile e per caso scopre che la nonna paterna aveva accusato sua madre di non averla partorita, bensì comprata.
E’ l’inizio di una serrata indagine nel passato e nelle vicende privatissime della madre Nardina, che aveva avuto difficoltà a restare incinta del marito, il nobile Carlo Cangialosi.
A imprimere una svolta c’è anche la serva Sabedda, incinta di un figlio che non sarà mai riconosciuto dal padre. E i destini di due donne tanto diverse si intrecciano, sullo sfondo dei maneggi di alcuni personaggi, alcuni anche in odor di mafia.
A.M. Homes “Il complotto” -Feltrinelli- euro 24,00
E’ una delle voci più interessanti e innovative della letteratura americana negli ultimi 20 anni, quella della scrittrice nata a Washington D.C. nel 1961. Oggi vive a New York, insegna alla Columbia University e collabora con prestigiose testate. Amy Michael Homes, dopo 10 anni e parecchi premi vinti, si cimenta nuovamente con il romanzo.
459 pagine per raccontare un’America che sembra sgretolarsi e aver perso la rotta verso il sogno americano. Tutto franerebbe nell’arco di tempo in cui Barak Obama è stato il primo presidente afroamericano degli Stati Uniti.
A prendere malissimo questa vittoria è il Grand’uomo, (Big Guy), uno dei principali finanziatori dello sconfitto Mc Caine.
Ma chi è Big Guy? Un ultraconservatore bianco, intorno ai 60 anni, razzista incallito che non vuole arrendersi al risultato elettorale e studia un piano per salvare il paese da quella che ritiene una pericolosa deriva socialista.
Fin qui la sfera pubblica e politica, che corre in parallelo con quella della vita privata; i guai con la moglie alcolizzata e con l’instabile figlia 18enne. Ma le energie di Big Guy saranno assorbite soprattutto dal progetto di un golpe…e non resta che addentrarvi in questo corposo romanzo intriso di satira politica.
Jane Campbell “Interpretazioni dell’amore” –Blu Atlantide- euro 18,50
Jane Campbell, nata in Inghilterra nel 1942, psicologa e docente ad Oxford, è una scrittrice sui generis che ha debuttato a 80 anni con il libro di racconti “Spazzolare il gatto”.
Ora con “Interpretazioni dell’amore” si affaccia alla narrativa e ci regala un romanzo corale in cui i protagonisti -negli ultimi anni delle loro vite- si raccontano con disincanto e onestà. Si muovono tutti all’interno di agiati circoli accademici e la narrazione parte dalla vigilia dei preparativi per un matrimonio.
Sulla scena compare l’anziano Malcolm, insegnante ad Oxford, invitato alle nozze della nipote. E’ l’occasione per svelare un segreto taciuto a lungo. In passato, nel primo dopoguerra, la sorella in punto di morte gli aveva consegnato una lettera in cui svelava il nome del vero padre della figlia Agnes.
Lui aveva giurato, ma poi non aveva consegnato lo scritto a chi di dovere; una decisione con parecchie conseguenze.
Camilla Sten “Il villaggio perduto” -Fazi Editore- euro 19,50
Un’atmosfera inquietante avvolge il villaggio di Silverstjän, dove nel 1959 erano improvvisamente scomparsi tutti i 900 abitanti. Come svaniti nel nulla. Erano rimasti solo il corpo di una donna lapidata nella piazza del paese e una neonata abbandonata sui banchi della scuola: e nessuno è mai riuscito a chiarire il mistero.
A tornare nel paese, al giorno d’oggi, è Alice Lindstedt, giovane regista di documentari che cerca un argomento per sfondare nel suo mestiere precario. A legarla al luogo misterioso c’era anche sua nonna che viveva a Silverstjän, ed era scomparsa con tutta la famiglia.
Alice affronta l’impresa con una troupe di amici; ad avvolgerli immediatamente è un silenzio inquietante, i fantasmi del passato, l’enigma inspiegabile. Gli sviluppi li scoprirete leggendo, man mano che mistero si aggiunge a mistero.




Una saga di enorme successo, tratto da un romanzo che ha avuto una fortuna planetaria e nel corso della quale si sono potute e si potranno ancora ammirare le magnifiche location torinesi: dai portici di piazza Castello, al Rettorato dell’Università di Torino, il Cimitero Monumentale, la Stazione di Porta Nuova, alla Scuola Elementare Margherita di Savoia e l’IRV, l’Istituto di Riposo dei “Poveri Vecchi”. Tra le novità di questa quarta, e di certo ultima stagione, l’attrice Alba Rohrwacher che unisce il volto alla voce narrante e diventa personaggio nei panni di Elena “Lenù” Greco, al posto di Margherita Mazzucco, mentre la nuova Lila è interpretata da Irene Maiorino. Nino Serratore, interpretato in precedenza da Francesco Serpico, ha il volto di Fabrizio Gifuni.


Il quartiere periferico “Il Corvetto” di Milano con l’episodio del ragazzo immigrato ucciso in seguito ad un inseguimento dei carabinieri, dopo che detto giovane si è dato alla fuga senza fermarsi all’alt delle forze dell’ordine, rivela solo in minima parte gli errori gravi commessi dal sindaco Sala che ha pensato di declinare l’inclusione, l’integrazione e la sicurezza senza filtri e azioni volte ad impedire l’invivibilità delle periferie attraverso la tutela dell’ordine pubblico, un’espressione considerata reazionaria a priori. Non è solo Sala ad aver commesso questi gravi errori che hanno fatto esplodere il disagio visto come un elemento giustificativo della illegalità. Questa idea secondo la quale la colpa non è mai individuale ma sempre della società ci fa riandare al tardo positivismo ottocentesco, a Zola. E infatti le Banlieues francesi hanno origine dalla metà dell’800, ma la loro invivibilità è diventata totale da quando esse sono monopolio degli immigrati stranieri e anche francesizzati. La situazione è peggiorata man mano che sono cresciute nuove generazioni che non vogliono integrarsi neppure sul piano minimo del rispetto delle leggi vigenti. E’ quanto si sta delineando in modo sempre più chiaro anche a Milano e in altre città meridionali. Il governo in questi due anni si è rivelato inerte o incapace anche se lo sciopero generale di Landini tradisce un atteggiamento catastrofista. La stupidaggine del portare immigrati in Albania è talmente incredibile da rivelare la presenza ai vertici di politiche velleitarie. Noi cittadini siamo in mezzo a sindaci demagoghi, governanti incapaci, opinionisti che sparano continue provocazioni mai costruttive, anche se gli ululati sul pericolo fascista appaiono infondati. La situazione economica e produttiva appare invece assi critica e non è infondata la sensazione di vivere sopra una polveriera che può esplodere da un momento all’altro. Destra e sinistra hanno responsabilità diverse, ma in realtà simili. Viviamo il dramma di una democrazia malata in mano a mediocri eletti da un sistema elettorale che consente agli incapaci di cooptare altri ancora più impreparati: quello che accade nella Lega, ad esempio, è vistoso quanto intollerabile. La torinese Barriera di Milano sta avvicinandosi a tappe forzate ai quartieri milanesi che rivelano tutta l’incapacità di Sala . Torino guarda a Milano anche nel peggio. Un Mi.To inedito davvero terribile. L’estremismo violento a Torino nella giornata di sciopero generale rivela un infantilismo politico davvero fuori dalla realtà che vorrebbe essere una “rivolta sociale”. Non torniamo a Sorel, ma al ribellismo sessantottardo o al clima, Dio non voglia, del Biennio rosso che, questo sì, che scatenò il fascismo.
Lettere
Ho letto un libro che pubblica in abbinamento con “La stampa” testimonianze di una ventina di donne torinesi, alcune delle quali scelte con un criterio che potrei definire da Museo E g i z i o: sempre le stesse donne che si credono protagoniste della vita di Torino e pestano acqua nei mortai del conformismo. Quel libro in realtà spiega perché Torino ha una minoranza di donne in carriera ipercelebrate. Ci sono donne che occupano posti di potere a ripetizione da decenni. Sono sempre le stesse. Lei cosa ne pensa? L. Ferri

Al momento, hanno avuto accesso alla finale che si svolgerà a Sanremo mercoledì 18 dicembre, e che verrà trasmessa su Rai 1 con la conduzione di Carlo Conti e del tortonese Alessandro Cattelan, nove “giovani”: Alex Wyse, Bosnia, Arianna Rozzo, Grelnos, Settembre, Selmi, Tancredi, che è il più conosciuto di tutti, della scuderia degli Amici di Maria De Filippi, ed ancora, Mew e Mazzariello. Si aggiungeranno a loro i finalisti di Area Sanremo./ Quindi è oramai tutto pronto per l’edizione 2025!
