CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 158

Premiazione di “Inedito Colline di Torino”

Grande successo per la premiazione della XXIII edizione al Salone del Libro e al Teatro Vittoria di Torino con Peppe Voltarelli, Francesca Vettori, il “Live Coding Algoritmico” di Manuel Zigante e Riccardo Mazza, il premio speciale “InediTO RitrovaTO” alla Premio Nobel e femminista Grazia Deledda

Al Salone del Libro di Torino di sabato 11 maggio, si è tenuta la conclusione della XXIII edizione del Premio InediTO – Colline di Torino organizzato dall’Associazione Il Camaleonte di Chieri (TO). Il pubblico attento, caloroso e assiepato, ha partecipato alla proclamazione dei vincitori all’Arena Piemonte (messa a disposizione dalla Regione Piemonte, principale ente sostenitore) e alla premiazione, inserita nel programma del Salone OFF, che si è svolta nella bellissima location del Teatro Vittoria di Torino e in diretta streaming sulla pagina Facebook del premio, attraverso la consegna dei premi e il reading dedicato alle opere dei vincitori, condotte dal mattatore della giornata, il poeta e performer Valerio Vigliaturo, direttore del concorso.

La designazione, realizzata ad aprile alla Scuola Holden di Torino, aveva nominato 65 finalisti nelle varie sezioni e premi speciali, selezionati su 828 iscritti e 870 le opere ricevute da tutta Italia e dall’estero, dal Comitato di Lettura (formato da Valentino Fossati, Riccardo Levi, Clara Calavita, Davide Bertelè, Fabio Bisogni, Beneddetta Marchiori e lo stesso Vigliaturo). La valutazione finale (secondo i criteri del concorso) della Giuria presieduta da Margherita Oggero e formata da Aldo Nove (collegato alla diretta e animato sul palco del Vittoria grazie a un sorprendente cartonato), Francesca Serragnoli, dagli scrittori Piersandro Pallavicini, Eleonora C. Caruso, Graziano Gala (che ha presentato in collaborazione con il premio e l’Assessorato alla Cultura e Istruzione di Chieri, rappresentato da Antonella Giordano, il suo “Controdizionario della lingua italiana” Baldini+Castoldi, il 10 maggio all’Auditorium “A. Monti” di Chieri), Elena G. Mirabelli, Giuseppe Lupo, Sonia Caporossi, dagli attori Federica Fracassi, Alessandro Averone, dai registi Adriano Valerio, Irene Dorigotti, dai cantautori Peppe Voltarelli (che ha incantato il pubblico durante la premiazione con alcuni brani tratti dal suo ultimo album “La grande corsa verso Lupionòpolis”), Carolina Bubbico e dai vincitori dell’edizione 2023 (Antonella Sica, Beatrice Tozzi, Samuele Chiovoloni, Fabio Ferrari, Chiara Arrigoni, Lucrezia Delle Foglie, Carlo Murè e Themorbelli) ha premiato 42 autori, 36 nelle varie sezioni e 6 nei premi speciali.

Le opere vincitrici delle sette sezioni sono state: per la Poesia “‘ndrangheta” di Alfredo Panetta (Locri, RC), per la Narrativa-Romanzo Cartilagine di Giulio Iovine (Bologna), per la Narrativa-Racconto “Luglio” di Valentina Ghelfi (Piacenza), per la Saggistica “Francesco Da Buti, Regule” di Chiara Martinelli (Lucca), per il Testo Teatrale “Eternauti” di Dario Postiglione (San Giorgio a Cremano, NA), per il testo Cinematografico “Come la luna” di Francesco Lorusso (Gagliano Del Capo, LE), per il Testo Canzone “Sandy Marton” di Molla alias Luca Giura (Bari). Mentre per il premio speciale “InediTO RitrovaTO”, dedicato un’opera inedita di scrittori non viventi, “Epistolario” di Grazia Deledda (composto da trenta lettere e cartoline scritte tra il 1899 e il 1904), scoperto dal filologo Giancarlo Porcu, che ha ricevuto un riconoscimento, e per “InediTO Young”, attraverso una penna stilografica offerta da Aurora Penne e l’Officina della Scrittura, “Senza titolo” di Sofia Parisi (Milano) e “Scissori” di Zac alias Zachary Thomas Hazell (Roma) iscritti alla sezione Poesia, “La strada dei fiori dimenticati Ruby” di Elisa Demeo (Torino) iscritta alla Narrativa-Romanzo e “Il buco della fame” di Pietro Pagliai (Ravenna) iscritto alla Narrativa-Racconto.

 

Grande figura femminile che aveva deciso di vivere di sé stessa, e per questo ostracizzata dal matricentismo e dal patriarcato culturale della sua epoca, la vita della Deledda è una storia di autentico femminismo, di emancipazione e libertà, in difesa dei diritti e delle pari opportunità di tutte le donne. In letteratura ha pianificato di fare per i sardi quello che Manzoni fece per gli italiani. Sarda di Nuoro, è stata l’unica donna italiana ad aver vinto il Nobel per la letteratura e la prima donna candidata al Parlamento italiano, quando ancora le donne non avevano neppure diritto al voto. Scrisse il romanzo “Dopo il divorzio” (pubblicato in volume nel 1902 da Roux e Viarengo di Torino), in un periodo in cui già da diversi anni era in corso una animato dibattito sull’introduzione del divorzio in Italia, immaginando una legge che entrò in vigore dopo molto tempo, nel 1970.

Il premio sostiene e accompagna i vincitori verso il mondo dell’editoria e dello spettacolo, senza abbandonarli al loro destino, grazie al montepremi di 8.000 Euro come contributo per la pubblicazione, promozione e produzione delle opere (pubblicandole con editori come La Nave di TeseoFandango e presentandole ad altri concorsi, rassegne e festival come il Premio StregaPremio HystrioPiù libri più liberiBookcity MilanoAstiMusica e Premio Lunezia).

A interpretare gli estratti delle opere vincitrici sono stati Francesca Vettori (attrice, doppiatrice e dialoghista, voce della Pimpa di Altan), accompagnata da Manuel Zigante (violoncello) e Riccardo Mazza (sound engineer, compositore, artista multimediale), che hanno sonorizzato la lettura scenica, caratterizzante da sempre la cerimonia finale, attraverso un “Live Coding Algoritmico” originale e inedito. In sintonia con il tema grafico “Dall’IO all’IA, quale futuro per la scrittura?“, realizzato da Margherita Giusti di MUTA animation (vincitrice nel 2024 del David di Donatello per il miglior cortometraggio e del Firebird Award al 48° Hong Kong International Film Festival), che si interrogava su un quesito quanto mai attuale, escludendo per la prima volta in un concorso letterario, testi generati da software di intelligenza artificiale. All’interazione letteraria tra l’uomo e la macchina, sarà dedicato nel 2025 il nuovo premio speciale!

Il premio è inserito da diverse edizioni nella manifestazione “Il Maggio dei libri” promossa dal Centro per il Libro e la Lettura, ha ottenuto in passato il contributo e l’alto patrocinato del MIBACT, e nella scorsa edizione il contributo di Regione Piemonte, Consiglio Regionale del Piemonte, Città di Chieri e Città di Moncalieri, il patrocinio e contributo in servizi della Città di Torino, il patrocinio di Città Metropolitana di Torino, Salone del Libro, il sostegno di Fondazione CRT e Iren. Inoltre collabora con Film Commission Torino Piemonte, Etnabook Festival di Catania, Biblioteche Civiche Torinesi, SBAM (Sistema Bibliotecario dell’Area Metropolitana di Torino), Accademia dei Folli, Tekla Films e L’Altoparlante.

 

Al via Nice Festival Settimo Torinese

Fondazione Cirko Vertigo, Collettivo Binario Zero, La Barque Acide, Bruta Bruja, Compagnia blucinQue e Magdaclan. Sono le compagnie protagoniste della terza edizione del Nice Festival Settimo Torinese, giunto quest’anno alla sua terza edizione e organizzato dal Centro nazionale di produzione blucinQue Nice, in collaborazione con Fondazione Cirko Vertigo e con Fondazione Piemonte dal Vivo, presso il Parco Lama dal 13 al 19 maggio.

Nove spettacoli differenti, due prime nazionali e un laboratorio aperto a tutti condotto da Fondazione UCI: il Nice Festival porterà in scena oltre 30 artisti provenienti da tutto il mondo che si rivolgeranno al pubblico più vasto, quello costituito da bambini, famiglie, esperti del settore, adolescenti e giovani curiosi di conoscere il mondo del circo contemporaneo. E per avvicinare ancora di più il nuovo pubblico, blucinQue Nice ha deciso di aprire gratuitamente le porte alla cittadinanza delle prove di Exit³ nella giornata di sabato 11 maggio dalle 15 alle 17:30. Dopo il festival lo chapiteau si fermerà sul territorio di Settimo e sarà possibile assistere alle prove degli artisti dello spettacolo Exit anche nella giornata di lunedì 27 maggio dalle ore 15 alle 17:30, prima che venga smontato per essere portato a Grugliasco per il festival Sul Filo del Circo.

“La terza edizione del Nice Festival a Settimo Torinese è ricca di novità: una nuova location nel Parco Lama,  un nuovo e magico spazio scenico, lo Chapiteau Nice, spettacoli per il gusto di un pubblico a 360 gradi e le attività di creazione e pedagogia aperte al territorio durante le prove dei nostri artisti per svelare quanta creatività e dedizione, quante professionalità e ore di lavoro si nascondano dietro a ogni spettacolo – sono le parole di Paolo Stratta, direttore di produzione del Festival -. Professionisti straordinari, come quelli di compagnia blucinQue, si alterneranno sul palcoscenico ai giovanissimi artisti internazionali dell’Accademia Cirko Vertigo che porta a Settimo Torinese in prima nazionale Exit³, una nuova produzione in tre differenti cast. Ogni serata sarà inedita e permetterà agli spettatori di accettare l’invito personale ad abbandonarsi alla scoperta e alla meraviglia, in una vera e propria immersione nel mondo del circo contemporaneo”.

La kermesse fa parte dei cinque festival organizzati dal Centro blucinQue Nice, riconosciuto e finanziato dal MIC e uno dei quattro centri di produzione per il circo contemporaneo riconosciuti a livello nazionale. A partire dal 2022 il centro ha creato una rete di partenariato con le quattro città di Chieri, Grugliasco, Moncalieri e Settimo Torinese, attorno al fulcro del capoluogo di Torino da cui sono nati i Nice Festival. A questi si aggiunge il Festival internazionale Sul Filo del Circo di Grugliasco, una manifestazione da oltre 20 anni punto di riferimento per il settore del circo contemporaneo in Italia e all’estero. blucinQue Nice ha l’obiettivo di creare sul territorio una comunità di spettatori stabile e di promuovere lo spettacolo dal vivo e il circo contemporaneo, permettendo soprattutto alle giovani compagnie di circuitare e confrontarsi con altri artisti di rilievo internazionale. Il Centro nazionale di produzione blucinQue Nice produce e sostiene la Compagnia blucinQue, fondata e diretta dalla regista e coreografa Caterina Mochi Sismondi, punto di riferimento in Italia e all’estero nel settore del teatrodanza e del circo contemporaneo. La compagnia ha la sua sede permanente di creazione presso il Café Müller di Torino. La direzione generale del Nice Festival di Settimo Torinese è a cura di Paolo Stratta.

“Piemonte dal Vivo prosegue anche durante i mesi estivi la sua collaborazione con blucinQue Nice per realizzare insieme un’offerta artistica di livello internazionale dedicata al circo contemporaneo sul territorio regionale. Tanti appuntamenti per rendere i linguaggi di questo settore un momento di incontro per tutta la comunità, partendo dal dialogo portato avanti in questi anni con le eccellenze presenti, al fine di cogliere le opportunità del nostro tempo e interpretarle come occasioni di sviluppo culturale duraturo e sostenibile”, afferma Matteo Negrin, direttore di Fondazione Piemonte dal Vivo.

Novità di quest’anno è lo Chapiteau Nice, resa possibile grazie al supporto della Città di Mondovì. Lo chapiteau è stato montato appositamente per il festival all’interno del parco Lama e, dopo essere stato a Mondovì, Chieri e Settimo Torinese, circuiterà anche sui territori di Grugliasco, Moncalieri e Torino che, come Settimo, ospiteranno i festival organizzati dal Centro blucinQue Nice.

“La città di Settimo Torinese torna ad abbracciare dopo due edizioni di grande successo il Nice Festival – è il commento della Fondazione ECM -. E lo farà in una location diversa, lo splendido parco Lama che già ha avuto modo di ospitare ad ottobre uno spettacolo straordinario, Circus I Love You, sempre in collaborazione con blucinQue Nice e Fondazione Cirko Vertigo. Ancora una volta il programma del Nice Festival sarà ricco di eventi imperdibili e sarà in grado come sempre di coinvolgere tutti, dai più piccoli a più grandi in quella che è la magia delle arti circensi contemporanee”.

I biglietti per assistere agli spettacoli, con un costo che va dai 2 ai 6 euro, sono acquistabili su Vivaticket, tramite l’APP del centro di produzione blucinQue Nice o in loco presso la sede del festival e in via Tiziano Lanza 31 a Grugliasco, sede di Fondazione Cirko Vertigo.

Il festival si apre lunedì 13 maggio con un doppio appuntamento: alle ore 17 Maria Celeste Funghi e Carla Carnerero Huertas de La Barque Acide emozioneranno il pubblico con Tira, un’analisi circense della complessa matassa incomprensibile che è l’essere umano al suo interno, ricco di contraddizioni, tanto assurde quanto divertenti. Al centro le corde di varie forme e lunghezze. Lo spettacolo, nella sua forma di Secondo studioè realizzato con il sostegno di Casa del Circo Contemporaneo di Fondazione Cirko Vertigo nell’ambito del Progetto Triennale Interregionale Artisti nei territori 2022-2024. Tira sarà portato in scena anche martedì 14 maggio alle ore 18.

Alle ore 20, sia lunedì 13 che martedì 14 maggio, è la volta di Santa & Glitter – Circus & Divinity! della compagnia Bruta Bruja: partendo dal motto “We believe in Miracles”, il duo presenta un mondo nel quale il gioco trionfa sulla vittoria e la magia ha il suo posto. Le due dive Santa e Glitter invitano il pubblico nel loro bizzarro salotto: la pausa caffè si trasforma in un oracolo lirico, l’asciugacapelli uno strumento sacro per spargere brillantini e all’improvviso le due si ritrovano in una lavatrice purificatrice.

Il pomeriggio di martedì 14 maggio sarà animato dallo spettacolo Storie sotto la gonna di Fondazione Cirko Vertigo. Protagonisti Lara Quaglia, nei panni di una simpatica racconta storie, e il trampoliere Eduardo Figaro Portillo Reyes: storie da tutto il mondo saranno raccontate sotto la gonna del trampoliere e un libro magico sarà la finestra su un mondo fatto di fantasia e leggende. Lo spettacolo, pensato per i più piccoli, sarà in replica anche venerdì 17, sabato 18 e domenica 19 maggio per tutto il pomeriggio fino a sera.

Mercoledì 15 e giovedì 16 maggio alle ore 21 lo Chapiteau Nice ospiterà Coppelia Project di Compagnia blucinQue, diretta da Caterina Mochi Sismondi. Bambola meccanica e illusione, corpo fuori asse, appeso e inerme, come una marionetta che cerca il modo di immedesimarsi e allo stesso tempo di liberarsi: Coppelia project riporta, con questo lavoro della coreografa Caterina Mochi Sismondi, l’attenzione al tema dell’identità, della maschera che ciascuno di noi indossa e della donna vista nella sua fragilità ma anche nella sua forza, grazie ai differenti ruoli che è in grado di rivestire. Ispirata al balletto Coppelia – La ragazza dagli occhi di smalto, questa nuova creazione di compagnia unisce e armonizza tecniche della danza classica e contemporanea, della contorsione e sospensione capillare, e commistioni che vogliono mettere l’accento sul corpo e la sua frammentazione. La musica, a partire dalle note di Delibes, è curata dalla musicista Bea Zanin e ripropone temi del balletto, con interferenze di elettronica e violoncello. Coppelia Project, dopo il Nice Festival di Settimo Torinese, sarà portato al Festival della Progettazione Europea di Ferrara, al Todi Festival di Perugia, al Funambolika Festival di Pescara, al Festival di Caracalla, al Festival Piazza di Circo di Mondovì (CN) e al Teatro Furio Camillo di Roma. All’estero la compagnia porterà Coppelia Project in Brasile, a Rio de Janeiro e San Paolo, in Marocco al Karacena Festival, in Portogallo al Cupula Circus Village Festival e in Germania al Gallus Theater di Francoforte.

Nom’indosso è un inedito spettacolo di circo contemporaneo al femminile per il nuovo collettivo Binario Zero, di cui fanno parte quattro giovani artiste formate presso l’Accademia Cirko Vertigo. In scena le protagoniste vestono i panni delle donne protagoniste delle opere di Giacomo Puccini. Giochi di movimento e tecniche circensi si fondono assieme per esprime la conflittualità, l’eccentricità e il tormento che caratterizzano il mondo Pucciniano e quello di oggi. La prima creazione dello spettacolo è realizzata con il sostegno di Casa del Circo Contemporaneo di Fondazione Cirko Vertigo nell’ambito del Progetto Triennale Interregionale Artisti nei territori 2022-2024. Lo spettacolo sarà in prima nazionale venerdì 17 maggio alle ore 18. 

Racconti differenti per dare espressione, con il corpo, la voce e le tecniche circensi, all’emozione e alle storie personali degli artisti del terzo anno dell’Accademia Cirko Vertigo. Exit³, nelle sue declinazioni Siamo uno, Vieni con me Riflessi silentiè in programma in prima nazionale venerdì 17 e sabato 18 alle ore 21 e domenica 19 maggio alle ore 20:30. Ogni serata sarà differente dall’altra e permetterà al pubblico di scoprire le più svariate discipline circensi, unite alla danza, all’acrobatica e al teatro. Sarà proprio Riflessi silenti a chiudere la programmazione di questa edizione del festival.

Completano il calendario della kermesse due appuntamenti fissati per sabato 18 maggio. Alle ore 16 per due ore spazio di sperimentazione creativa e ludica degli attrezzi del circo con la guida degli operatori della Fondazione UCI – Uniti per crescere insieme Onlus. Durante il Laboratorio Social Circus Open Lab, palline, clave, diablo, rola bola e travi di equilibrio diventeranno ottimi strumenti per divertirsi insieme in un pomeriggio dedicato al circo in chiave sociale e di comunità. Le attività sono parte del Progetto Sul Filo del Circo lab_Special Social Edition promosso dalla Città di Grugliasco in partenariato con Fondazione Cirko Vertigo e Fondazione Uniti per crescere insieme Onlus grazie al contributo del Ministero della Cultura – Direzione Generale Spettacolo.

Sabato 18 maggio e domenica 19 maggio alle ore 18, infine, appuntamento con la compagnia Magdaclan e il suo In viaggio – Spettacolo di spirali acrobatiche viaggiantiIn un mondo in orbita, due personaggi viaggiano dentro una macchina tra le più singolari: una ruota tedesca. Mentre scoprono nuovi pianeti, la gravità gioca sulla loro relazione e li porta a sperimentare un vortice di emozioni. Uno spettacolo che promette grandi emozioni e vertigini spaziali.

Al Nice festival di Settimo Torinese, seguiranno il festival Sul Filo del Circo di Grugliasco, dal 3 al 13 giugno al Parco Porporati e il Nice festival di Moncalieri, dal 22 al 29 settembre al PalaExpo.

Info www.blucinque.it

Edizioni Pedrini al Salone del Libro, bilancio positivo

Bilancio di chiusura più che soddisfacente per la Edizioni Pedrini, ospite nello stand di Regione Valle d’Aosta, alla XXXVI edizione del Salone internazionale del Libro di Torino.

Ennio Pedrini direttore editoriale, ha confermato l’importanza dell’appuntamento nella capitale sabauda che ha registrato un netto incremento delle presenze in visita allo stand, e ha colto l’occasione per ringraziare l’Assessorato alla Cutura di Regione Valle d’Aosta, e il Sindacato Italiano Librai sez. Aosta che ne ha coordinato l’attività.

Tredici gli autori della Edizioni Pedrini che si sono alternati nel firmacopia e nei colloqui con il pubblico e due i titoli esauriti: “Dissacrarte” di Patrik Perret e “Ceramica di Castellamonte” autori Sandra Baruzzi e Maurizio Bertodatto.

Di rilievo gli ospiti invitati che ci hanno raggiunto le Edizioni Pedrini, tra i quali Andreja Restek considerata una tra le 10 fotoreporter di guerra più importanti nel mondo, sua Altezza Reale Emanuele Fiiberto di Savoia e lo scrittore torinese Massimo Centini.

Si segnala inoltre l’intervento del direttore editoriale Ennio Pedrini invitato dall’associazione ANGI e dal suo Presidente Chen Ming, nel padiglione ufficiale della Cina Distretto di Zhejiang, nel quale ha tenuto la conferenza su: “Le opportunità internazionali sullo scambio delle proprietà intellettuali” con l’avv. Ni Jiazhou della Hangzhou Xinyuyi Patent Agency.

Il prossimo appuntamento con le Edizioni Pedrini è fissato a Burolo (To) dal 17 al 19 maggio  a Villa Pasta, con la terza edizione del Festival del “Noir: mistero e leggenda”.

Info programma: www.edizionipedrini.com

Rock Jazz e dintorni a Torino: Bonnie “Prince” Billy e la Bandakadabra

GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. Al teatro Colosseo si esibiscono i Ricchi e Poveri.

Martedì. Per il “Salone Off” all’Istituto delle Rosine è di scena Alberto Fortis.

Mercoledì. All’Off Topic suona la Funky Club Orchestra. Allo Spazio 211 si esibisce Bonnie”Prince” Billy. Al Blah Blah suonano i Pat Todd & The Rankoutsiders.

Giovedì. Al Circolo della Musica di Rivoli è di scena Fabrizio Cammarata con Orlando Manfredi. Al Blah Blah suonano i Private Function . All’Hiroshima Mon Amour si esibisce Gionny Scandal. All’Off Topic è di scena Anthony  Sasso. Al Magazzino sul Po suonano i Crabs e Fukuoka.

Venerdì. Ai Murazzi inaugurazione del “Fringe Festival” con l’esibizione della Bandakadabra. Allo Spazio 211 suona il duo Animaux  Formidables. Alla Suoneria di Settimo si esibisce la Barcelona Gipsy Balkan Orchestra. Al Magazzino sul Po sono di scena i Sabbia. All’Off Topic si esibisce Matteo Alieno. Allo Ziggy sono di scena Gli Atroci. Al Blah Blah suonano i Mahout. All’Hiroshima Mon Amour si esibiscono i Rumba De Bodas.

Sabato. Al Blah Blah suonano i White Llama. Al Folk Club è di scena il trio di James Maddock. Al Magazzino sul Po suonano i Yosh Whale. A El Paso sono di scena i Cannibal Mosquitos. Allo Ziggy si esibisce Nex Cassel. Al Gabrio è di scena R.Y.F.

Domenica. Al Diavolo Rosso di Asti si esibisce Frida Bollani Magoni.

Pier Luigi Fuggetta

“Martine Franck. Regarder les autres” al Forte di Bard

Una mostra dedicata alla grande fotografa belga, seconda moglie di Henri Carier-Bresson e fra le poche donne di “Magnum Photos”

Fino al 2 giugno

Bard (Aosta)

Dalla delicata, ironica poesia del piccolo che, in un monastero nel cuore del Nepal, osserva divertito, stuzzicandola con la penna, la bianca colomba comodamente adagiata sul capo calvo del suo monaco tutore al racconto emotivamente partecipato della quotidiana fatica dei pescatori intenti a ritrarre le grandi reti dalle acque oceaniche di Amagansett (Long Island), sullo sfondo il volo – ali tese – di gabbiani, anch’essi speranzosi di un buon “bottino”: c’è sempre una sincera attrazione per l’essere umano e per il mondo animale al centro dei soggetti fotografici di Martine Franck (Anversa, 1938 – Parigi, 2012), cui il vadostano “Forte di Bard” dedica, fino a domenica 2 giugno, in collaborazione con la “Fondazione Henri Cartier-Bresson”, la mostra “Martine Franck. Regarder les autres”, all’interno degli spazi delle “Cantine” dell’ottocentesca “Fortezza”. “Non penso che si possa essere un buon fotografo se non si ha curiosità per l’altro”, diceva e pienamente dimostrava nei suoi scatti (180 quelli esposti a Bard, articolati in 7 sezioni) la stessa fotografa, che, con preziosa maestria e acuta sensibilità, ebbe a documentare i principali eventi politici e sociali del XX secolo per riviste come “Life” e il “New York’s Times”, partecipando altresì alla creazione di agenzie come “Vu” e al lavoro collettivo di “Viva”, prima di diventare una delle poche donne di “Magnum Photos” e la più forte sostenitrice della “Fondazione Henri Cartier-Bresson”, da lei creata, a Parigi nel 2002, insieme allo stesso Cartier-Bresson (di cui fu seconda moglie dal 1966) e alla loro figlia, Mélanie.

Curata da Clément Chéroux, direttore della “Fondazione Henri Cartier-Bresson”, la mostra (che nel corso di quest’anno avrà anche un’altra tappa estera in Grecia) ha come obiettivo, quello di celebrare le immagini più note dell’artista – fra le principali esponenti della fotografia umanista francese e di tutta la storia della fotografia del XX secolo – dedicate all’infanzia, alla vecchiaia e al teatro, alcune diventate vere e proprie icone. Ma non solo. Martine, infatti, fu anche fotografa socialmente impegnata e attivista per molte delle cause (le lotte femministe, fra le tante) da lei attivamente documentate, alla ricerca costante della vita e di ciò che si spinge oltre la verità: nell’“inaspettato” (che con la fotografia, diceva, “bisogna sempre essere pronti ad accogliere”), colto insieme alle maschere del “Théâtre du Soleil” (teatro d’avanguardia parigino fondato nel 1964 da Ariane MnouchkinePhilippe Léotard e altri studenti dell’“Ecole Internationale de Théatre Jacques Lecoq”) e nelle rivolte del ‘68, ma anche scovato nelle case di riposo degli anziani francesi e in un monastero in Nepal, fotografando le altre donne, privilegiate e indigenti, celebri e anonime, avvicinando ricamatrici di doti come le giovani ragazze indiane dei piccoli villaggi indiani del Gujarat o artiste del calibro di Sarah Moon, fermata mentre salta la corda con una ragazzina. “Ognuna delle sue fotografie – si è scritto – nonostante nasca dall’istinto del momento, rivela una profonda cura della composizione e una potenza artistica fuori del comune. La sua arte è il riflesso di una scrittura personale segnata da geometrie, curve e linee, alla ricerca della bellezza dell’animo umano e della profondità dei cuori e delle anime, catturati nel vivo delle cose, compresa l’espressione artistica resa attraverso uno ‘sguardo’ di eccezionale sensibilità”.

Gianni Milani

“Martine Franck. Regarder les autre”

Forte di Bard, via Vittorio Emanuele II, Bard (Aosta); tel. 0125/833811 o www.fortedibard.it

Fino al 2 giugno

Orari: mart. – ven. 10/18; sab. dom. e festivi 10/19. Lun. chiuso

Nelle foto:

–       Martine Franck: “Tulku Khentrul Lodro Rabsel, 12 ans, avec son tuteur Lhagyel, monastère Shechen, Népal”, 1996, Credit “Magnum Photos

–       Martine Franck: “Pécheur”, Amagansett, 1983, Credit “Magnum Photos”

–       Martine Franck: “Hospice”, Ivry-sur-Seine, 1975, Credit “Magnum Photos”

–       Martine Franck: “L’age d’or”, “Théatre du Soleil”, Cartoucherie de Vincennes, Paris, 1975, Credit “Magnum Photos”

Crea Incipit, la gara di scrittura per aspiranti scrittori

 

Domenica 12 maggio, ore 14.30

 

Pubblicare un libro, grazie a un incipit: il primo talent letterario itinerante è alla ricerca di aspiranti scrittori al Salone Internazionale del Libro di Torino. Crea Incipit, l’appuntamento di domenica 12 maggio alle ore 14.30, è una vera e propria gara di scrittura. Partendo dalle parole chiave indicate dalla giuria, i concorrenti dovranno ideare un incipit in 3 minuti, leggerlo ad alta voce in 60 secondi per poi essere giudicati dal pubblico presente in sala. La partecipazione è gratuita e aperta a tutti, esordienti e non, di tutte le nazionalità. La vincitrice o il vincitore si aggiudicherà un buono libri del valore di 30 euro.

Presenta l’appuntamento Chiara Pacilli, giornalista e conduttrice tv, accompagnata dalle musiche di Enrico Messina.

Ospite speciale: Raffaele Cataldo. Nato nel 1991 in Puglia, si è laureato in Lingue e Letterature Moderne a Bari e ha frequentato la Scuola Holden a Torino, dove vive. “Di me non sai” (Accento Edizioni) è il suo primo romanzo.

 

Crea Incipit nasce da Incipit Offresi, il primo talent letterario itinerante dedicato agli aspiranti scrittori, ideato e promosso dalla Fondazione ECM – Biblioteca Civica Multimediale di Settimo Torinese. Incipit Offresi è un vero e proprio talent della scrittura, lo spazio dove tutti gli aspiranti scrittori possono presentare la propria idea di libro. In 8 anni Incipit Offresi ha scoperto più di 60 nuovi autori, pubblicato 70 libri e coinvolto più di 10mila persone, 30 case editrici e più di 50 biblioteche e centri culturali. Incipit Offresi è un’occasione innovativa per diventare scrittori e promuovere la lettura e la scrittura, una scommessa basata su poche righe, un investimento sulle potenzialità dell’autore. La vera chance dell’iniziativa è la possibilità offerta agli aspiranti scrittori di incontrare e dialogare direttamente con gli editori coinvolti nelle varie fasi del progetto, farsi conoscere e raccontare la propria idea di libro.

 

Il Premio Incipit e il campionato sono dedicati a Eugenio Pintore, per la passione e la professionalità con cui ha fatto nascere e curato Incipit Offresi.

Concerto di primavera nella cappella di Sant’Uberto

Alla palazzina di Caccia di Stupinigi domenica 12 maggio

 

Domenica 12 maggio alle 17 si terrà nella cappella di Sant’Uberto alla palazzina di Caccia di Stupingini il concerto di primavera, che porterà i corni barocchi dell’Accademia di Sant’Uberto a suonare nella prestigiosa cornice della palazzina di Caccia di Stupinigi, negli eleganti spazi del Salone d’onore.

La novità di quest’anno consiste nell’aggiunta della voce, perché l’ensemble che si esibirà include anche Federica Leombruni ( contralto) e Davide Galleano (tenore),oltre al violoncello di Clara Ruberti e al verginale di Matteo Cotti.

Si tratta del saggio finale di un corso di corno barocco che si è tenuto presso la Reggia di Venaria nella prima parte dell’anno, sede musicale dell’Accademia di Sant’Uberto.

Il corso di formazione e il concerto sono sostenuti dal bando di finanziamento legge77 del Ministero della Cultura riservato ai patrimoni Culturali immateriali Unesco e dal contributo della Fondazione CRT, attraverso il bando Not&Sipari.

Il programma del 12 maggio prevede musiche di Telemann, gli otto brani della Suite 55F3 in FA, l’aria Contralto “Va Tacito” del Giulio Cesare (1723) e l’aria da tenore “Mira il ciel” dall’Arminio di Haendel , l’aria tenorile dal Farnace di Vivaldi “Alle minacce della fiera belva”.

L’apertura è dedicata ai primi quattro brani della suite di Telemann. Il compositore di Amburgo, finissimo artigiano, è stato in grado di comporre musica per ogni strumento c9n grande padronanza.

Si passa poi a tre arie del repertorio barocco , Va Tacito, Mira il ciel e Alle minacce di fiera belva, per poi concludere con gli altri quattro brani della suite di Telemann. Una particolare attenzione va prestata alla fanfara finale, vera esplosione di energia barocca.

Il corso di perfezionamento annuale è tenuto dal maestro Ermes Pecchinini presso la sede dell’Accademia di Sant’Uberto alla Reggia di Venaria. Nel corso l’Accademia mette a disposizione degli strumenti antichi per chi non ne possedesse. La partecipazione, gratuita, è operativa, dopo una valutazione preliminare. Questo secondo anno di seminario permanente sul corno barocco si articola in una serie di incontri, che si svolgono sotto forma di concerto e prevedono sia lezioni frontali sia lezioni di gruppo. Altri incontri in programma potrebbero svolgersi in alcune prestigiose residenze di grande rilievo storico artistico collegate alla storia del corno da caccia.

 

Mara Martellotta

Teatro Gobetti di San Mauro, “Miseria e nobilità” della Compagnia Masaniello

Sabato 11 maggio ore 21

 

La stagione del Teatro Gobetti di San Mauro Torineseorganizzata da E20inscena – si chiuderà sabato 11 maggio (ore 21) con un nuovo sold out grazie a un grande classico della commedia napoletana: Miseria e Nobiltà di Eduardo Scarpetta. A portarlo in scena la Compagnia Masaniello diretta da Alfonso Rinaldi e composta da attori di origine campana ma residenti a Torino. Si tratta di un nuovo tutto esaurito, l’ennesimo, per il piccolo palcoscenico alle porte di Torino che la dice lunga su quanto il teatro di qualità paghi e sulla voglia di accomodarsi in platea da parte di un pubblico assestato di cose belle (e da sabato sarà anche possibile abbonarsi alla nuova stagione 2024/2025).

“Questa stagione teatrale è iniziata all’insegna di un claiminequivocabile – spiega soddisfatto Stefano Mascagni, direttore artistico di E20inscena-: Senza perdere la meraviglia. E direi che al Gobetti c’è stato un pubblico partecipe che ha dimostrato di avere ancora il desiderio di sedersi in platea e di meravigliarsi. Abbiamo ospitato dieci spettacoli in cartellone aggiungendopersino due repliche per Pino e gli anticorpi. Abbiamo avuto in tutto 1.835 presenze in una sala di 199 posti: per noi si tratta di un grandissimo risultato. E, non contenti, stiamo per chiudere la stagione con lo spettacolo Miseria e Nobiltà della Compagnia Masaniello che da mesi ha registrato il tutto esaurito. Avremmo potuto aggiungere una seconda replica, ma la Compagnia tornerà al Gobetti per il prossimo Capodanno con un nuovo spettacolo. La stagione ha ospitato commedie, danza, cabaret, spettacoli di drammaturgia contemporanea e teatro di narrazione. Una vasta proposta per un piccolo teatro che, mi piace sottolineare, non percepisce alcun contributo pubblico”.

Lo spettacolo

Miseria e Nobiltà, commedia ben nota anche per la riduzione cinematografica diretta nel 1954 da Mario Mattioli e magistralmente interpretata da Totò e Sophia Loren, narra della povertà napoletana che s’ingegna per tirare a campare.L’improvvisa dipartita di un anziano vicino di casa scatena in due cugine il senso di rivalsa che da sempre covano contro lo Stato, contro i vicini e, forse, anche contro sé stesse. Perché non far sparire il corpo dell’uomo e continuare a incassare la sua pensione? Sembra la scelta più giusta da compiere: le due donne decidono così di prendersi con cinica leggerezza quello che pensano di meritare e, giacché ci sono, cercano anche di ricostruirsi una vita più felice. In fondo basta poco: qualche altro vicino da far sparire e qualche altra pensione da incassare. L’adattamento del regista Alfonso Rinaldi rimane, fino al finale, un vortice inarrestabile di crescente e travolgente comicità, che risucchia il pubblico in una spirale di trovate alle quali diventa impossibile opporre resistenza.

 

Ehi! Biellesi! Per strada, occhi e naso all’insù… c’è Valeria ai balconi!

Unica tappa in Piemonte, le opere ironiche e provocatorie di Valeria Vavoom s’affacciano ai balconi di Biella

Fino al 30 maggio

Biella

Cari Biellesi, attenti per carità, caso mai ce ne fossero, alle trappole dei “marciapiedi groviera” (non vorrei mai!), ma, per tutto il mese di maggio, quando passeggiate per il centro storico della vostra bella città, ogni tanto rivolgete lo sguardo all’insù. E sì, perché, ben appese alle facciate e ai balconi delle case del centro cittadino (via Italia e Quartiere Riva), potrete provare la bella sensazione di vedere la vostra antichissima “Bugella” (Biella) trasformata in una vera e propria “galleria d’arte” all’aria aperta. E volete sapere perché? Perché, stampate su teloni impermeabili e in dimensioni ben visibili, potrete godervi lo spettacolo (piacevole!) delle 12 opere fotografiche, ammiccanti dall’alto, di Valeria Vavoom (al secolo Valeria Secchi), tutte “autoritratti”, in cui l’artista posa con ironia e pure talvolta con atteggiamenti un po’ sfrontati (dal dito medio alzato, non certo in segno di amichevole saluto al “mi sto sul c…o” scritto a incorniciare le labbra) al fine di denunciare “il culto esasperato della bellezza e dell’opulenza dei nostri giorni”.

Il progetto “Valeria is on tour now” è il risultato di una collaborazione tra la Galleria “BI-BOx Art Space” di Biella, “Apulia Center” che a Ruvo di Puglia (Bari) organizza “Linea Festival” e la “Pro loco Biella e Valle Oropa”.

Valeria Vavoom, nome d’arte di Valeria Secchi, classe 1990, è sassarese ma dal 2020 vive e lavora a Berlino, dove si è formata alla “Berlin Art Institute”. Nel 2021, “Exibart”(prestigiosa testata giornalistica, con sede a Roma, dedicata alle arti) la inserisce fra i 222 artisti emergenti su cui investire in una pubblicazione dedicata.

Opere di grande impatto, quelle proposte nel “tour” – che prima di approdare in Piemonte (a Biella) ha toccato la Puglia e la Sicilia – sono per l’artista un potente strumento di critica nei confronti di un “sistema” che tende ad appiattire e ad incastrare le molteplici essenziali diversità di donne e uomini nei paradigmi più noti, divulgati e biecamente spersonalizzanti: più sono liscia, giovane e perfetta, più sono bella; più sono inespressiva, uniformata e finta, più sono riconoscibile e visibile. “Nella sua poetica – scrive Irene Finiguerra, direttrice di ‘BI-Box Art Space’ – l’autoritratto non viene utilizzato per definirsi, ma per definire dei concetti, per urlare degli slogan di protesta”. E a renderlo ancor più efficace, in tal senso, è l’uso predominante di colori accesi, graffianti, a tratti disturbanti e sbavati (i rossi, i gialli, i neri), così come la decisione di esporre i suoi “autoritratti” non all’interno di una Galleria, ma sui balconi di cittadini privati che hanno dato la loro disponibilità.

Scrive ancora Irene Finiguerra: “Nel caos visivo delle sue immagini emerge una narrazione ben definita: una storia fatta di desiderio di uniformarsi, di essere tutte uguali attraverso la chirurgia estetica, di essere sempre giovani e perfette, ma anche l’affermazione di un disagio, in cui le miserie quotidiane diventano motti, quasi ad esorcizzarne la reale ricaduta. Si dice che per affrontare un problema, bisogna prima saperlo definire, per poi risolverlo o superarlo. Valeria Secchi ci mostra che da artista della generazione ‘Millenials’ ha vissuto e si è immersa nella tecnologia e nella società dei consumi veloci e voraci, li ha letti e compresi e così poi li ha inseriti nella sua arte per denunciarne i risvolti negativi”.

“È una mostra – sottolinea da parte sua Christian Clarizio, presidente della ‘Pro loco Biella e Valle Oropa’ – che farà vivere spazi particolari del centro, quei balconi che non conosciamo abituati a camminare con lo sguardo frontale senza fermarsi … Il palco non è più solo la strada o la tela, ma è l’aria che darà atmosfera alle installazioni di Valeria”.

Gianni Milani

“Valeria is on tour now”

Per info: “BI-Box Art Space”, via Italia 38, Biella; tel. 015/3701355 o www.bi-boxartspace.com

Fino al 30 maggio

 

Nelle foto (Credits LINEA festival): immagini di repertorio Tour Puglia e Sicilia

Tutti i volti di Torino tra risate e stereotipi. Intervista a Davide D’Urso

 

Non si dovrebbe dire, ma ammettiamolo: l’abito – in qualche occasione- fa il monaco.
Passeggiando per strada, boccheggiando tra la fiumana del centro il sabato pomeriggio davvero nessuno di voi si è mai soffermato ad osservare alcune persone, pensando ad esempio: “ma quella sicuro è di Crocetta”, oppure “quelli saranno di Barriera”, fino a “vedi quelli di Parella, la zona che cartella”?
Camminate, andature, abbigliamento, modi di dire che ci rendono – tutti quanti, credetemi- stereotipi ambulanti convinti che il luogo comune non ci riguardi.
Ogni città ha le proprie suddivisioni interne, i propri quartieri che si portano appresso giudizi e dicerie, ma a Torino tale aspetto emerge più che da altre parti, quasi come se le zone urbane fossero in realtà ecosistemi indipendenti, accozzati per caso l’uno accanto all’altro, con tradizioni diverse e individui “sui generis” spesso riconoscibili ad una prima occhiata.
Lo sa bene il giovane comico torinese Davide D’Urso, che ha spopolato sui social proprio giocando sullo spiccato senso d’appartenenza dei cittadini alle proprie zone di vita.
Davide riesce a farsi conoscere dal grande pubblico partecipando alla trasmissione televisiva “Eccezionale veramente”, dove stupisce Paolo Ruffini e Diego Abatantuono che lo portano fino al termine del programma in atto. L’avventura di D’Urso continua con l’ingresso nel cast di “Colorado”, in onda su Italia1, in seguito arrivano le collaborazioni con i Pampers e i diversi spettacoli a teatro, tra cui il fortunato one man show “LIVE – É PROPRIO D’URSO”, esibizione dinamica e irriverente, in cui si alternano giochi di magia e monologhi ispirati a storie vere.
Eppure la svolta avviene per caso, dopo la pubblicazione di un post su Instagram che raggiunge nel giro di poche ore moltissime persone che da quel momento in poi iniziano a seguirlo prima sui social e poi nei teatri.
Quando lo chiamo al telefono, Davide mi risponde subito, con cortesia e gentilezza: mi colpisce la sua naturale disponibilità, qualità più che apprezzabile e tutt’altro che scontata, specie tra persone di una certa notorietà. “Ciao Ale!” mi saluta, squillante e amichevole, seguono piacevoli convenevoli, dopodiché entriamo nel merito dell’intervista. Gli chiedo subito dei suoi inizi, mi racconta a ruota libera della sua infanzia e di come in principio abbia dovuto affrontare diverse problematiche, tra cui questioni personali assai spiacevoli.
Davide: “Io nasco come mago, perché, fin da quando ero ragazzino, con dei giochi di magia riuscivo a far sorridere un po’ tutti, a farli stare meglio, e così, molti anni dopo, ho capito (non è troppo tempo che ho preso coscienza di questo fatto), che lo facevo in primis per aiutare me stesso a uscire da quel mio primo periodo triste e problematico. Ho iniziato quindi ad appassionarmi sempre più di magia, al punto che in questo ambito ho frequentato una scuola torinese: il “Circolo Amici della magia”. Diciamo che ero convinto, e speravo, di poter arrivare a un livello alla Sylvan o qualcosa di serio, ero diventato invece un Forest. Allora lì ho iniziato a scrivermi delle battute per i giochi di magia e man mano ho sempre più scritto battute e studiato meno magia, cioè mi sono reso conto che in realtà non facevo appunto magia per la magia in sé ma per far ridere la gente.”
Continua poi il racconto della sua formazione.
Davide: “Da lì mi sposto al CAB 41, che è un locale storico torinese, dove ho iniziato i cosiddetti laboratori. Per anni ho fatto il comico in questo teatro, che era un po’ un punto di riferimento, qui mi hanno cresciuto, mi hanno aiutato a stare ore e ore sul palco; certo non posso dire di essermi formato in una scuola, o in un’Accademia artistica, perché questo lavoro l’ho appreso direttamente sul campo, stando davanti alla gente. Mi esibivo lì anche 3-4 volte a settimana, presentavo i comici più famosi che venivano come ospiti e così ho iniziato a far parte del settore della comicità. Dieci anni fa, o poco più, ho conosciuto i Pampers, con i quali ho iniziato a impostare i video sui social: sono andato in tournée con loro, e così ho potuto accumulare tante esperienze. Quindi tramite il CAB, e i Pampers e diverse altre sperimentazioni, sono riuscito a partecipare anche a programmi in TV, come: “Colorado” nel 2016 e nel 2019, e posso dire con mia soddisfazione personale che sono uno dei comici più giovani ad aver presenziato a “Colorado”. Tra le mie esperienze televisive, ricordo: da Amadeus a “Comedy Central”, su La Sette “Eccezionale Veramente” con Diego Abatantuono, Ruffini, Cirilli. Tuttavia, non riuscivo ancora ad emergere, ossia non riuscivo a creare una mia specifica “identificazione”. Allora, pur non tralasciando il mio desiderio di fare spettacolo, mi sono dedicato anche ad altri lavori: il cameriere, l’agente immobiliare, il “call center”, insomma, mi sono attivato per riuscire a vivere. È stato molto faticoso. Ormai ero abbastanza rassegnato a non emergere, erano tanti anni che ci provavo, ma alla fine sono arrivati questi video su Torino, con cui è cambiato tutto. Preciso che, avendo io studiato cinema, inizialmente mi sono dedicato alla realizzazione di video il più possibile precisi dal punto di vista tecnico, ci mettevo anche un mese per crearne uno, campo, controcampo, il drone, il green screen, la proof, però mi rendevo conto che era tutto un disastro, e che quel tipo di linguaggio in realtà sui social non funzionava. Mancava qualcosa, mancava un po’ di verità, e me ne sono reso conto solo col tempo. Quella verità lì l’ho ritrovata raccontando una delle cose che amo di più al mondo, cioè la mia città.
Mi sono chiesto: che cosa conosco bene della mia città e che cosa so fare? Ecco, mi sono dato una risposta, io so percepire i dettagli della gente”.
Provo a insistere e chiedo a Davide se ci possiamo soffermare su questo punto di svolta.
Davide: “ Ma è nato veramente da solo questo format dei video su Torino. Un giorno in cui avevo delle commissioni da svolgere in varie zone, mentre camminavo sentivo che le persone avevano delle parlate e degli atteggiamenti differenti, ho tirato fuori il telefono e mi sono ripreso mentre imitavo ciò che vedevo attorno a me; quando ho finito il video, avevo aspettative zero: lo pubblico, e intanto mi guardo un film, poi riapro Instagram e vedo addirittura 200.000 visualizzazioni in due ore. Quel video è arrivato poi a 2 milioni e mezzo, figurati, e da quel momento la gente mi ha scoperto come il comico di Torino. E la cosa che fa molto ridere è che tutti quelli che mi hanno scoperto per i video, mi dicono quando mi incontrano oppure mi scrivono sui social, “senti, ma perché non fai il comico?”
Ride.
Davide: “E quindi adesso, grazie al potere del social, mi sto dedicando al mio lavoro, ossia sto facendo il comico: presento eventi importanti nella nostra città, sono considerato nelle diverse iniziative che organizzano il Comune e la Regione, insomma sono, per così dire, “tra i punti di riferimento” degli eventi cittadini. e tutto ciò mi rende straorgoglioso! E’ bello che sia nato tutto spontaneamente, questo mi lusinga molto.


Alessia: “E quindi com’è il tuo rapporto con il mondo dei social? È assolutamente tutto un “pro”? Tutto idilliaco? Tutto meraviglioso?
Davide: “Io li odiavo, perché io ero il più grande hater dei social. Un po’ per frustrazione, perché per anni e anni ci provavo e non succedeva nulla. Però in seguito ho capito che il problema ero io, e nient’altro. Un rapporto di amore e odio e sono grato al social per quello che mi sta succedendo. Sono testimonianza che la TV ormai non sposta più gli equilibri come anni fa, il social ti porta tutto perché entri proprio direttamente nella vita quotidiana delle persone. Una lama a doppio taglio, che devi saper usare con assoluta precisione, devi essere sicuro che quello che dici non vada a ledere la sensibilità di nessuno e questo è davvero molto complicato.”


Alessia: “Con la questione de”politicamente corretto” diventa difficile dire qualsiasi cosa, cosa ne pensi?”

Davide: “Sì, è così. Come ti dicevo, non è facile mettersi nei panni di tutti proprio per la questione politically correct, perché una parola sbagliata può portare il pubblico a sfogarsi contro di te, che è il lato oscuro del social, dietro la tastiera tutti si credono Jason Momoa”


Alessia: “Questa attenzione così forte nei confronti del “questo lo posso dire, questo non lo posso dire” secondo te c’è sempre stata??
Davide: “No, no, basta andare a vedere i video degli youtuber o dei creator di dieci anni fa e se li riguardi oggi quasi ti stupisci. Perché una volta non c’era tutta questa attenzione alle differenze, e, se ci riflettiamo un po’ su, anche questo è un discorso che potremmo portare avanti all’infinito. Per me non ci sono differenze e quindi mi viene da scherzare su tutto, perché siamo tutti uguali, no?
È delicato dal mio punto di vista, perché faccio ironia e satira. Sai, se fai musica, basta che parli d’amore, parli d’altro. Se fai comicità, devi andare a toccare anche temi un po’ particolari, ed è complesso. Per questo io sposo la filosofia di mettere un contenuto quando è pronto e non stare dietro ai ritmi che ti chiede l’algoritmo, preferisco inserire un contenuto quando so che quel contenuto ha una certa valenza.
Ma il mio obiettivo non è vivere dei social, è vivere di teatro, quindi a me basta avere una fan base che crede in me e in quello che faccio e che viene a vedermi agli spettacoli. Questo è il mio obiettivo finale. Anzi, se arrivassi un giorno al punto in cui posso non usarli, vuol dire che è andato tutto bene.”


Alessia: “Quindi l’ambiente, il mondo che ti piace di più è quello del teatro?”
Davide: “Sì, sì
. Vorrei fare tournée, portare il mio spettacolo ovunque. E poi un domani magari sogno il cinema, però senza alcun tipo di fretta. Mi piace avere il pubblico lì a contatto, perché è un’altra cosa che nel cinema manca. E manca anche nei video, manca sempre un riscontro immediato dei commenti delle persone, averle davanti è un’altra cosa, è un’emozione inspiegabile e quindi io punto a questo aspetto in assoluto.
L’empatia a teatro sale tantissimo, anche l’ascolto, perché poi quando sei sul palco ormai il tuo copione lo sai a memoria, non pensi più a quello che devi dire, pensi a viverti il momento e a capire come adattarti al pubblico. Io ad esempio ho fatto queste due date a teatro, lo spettacolo è lo stesso, ma sono venute due serate completamente diverse, perché era diverso il pubblico”.


Alessia: “A riguardo ci sono stati dei momenti che assolutamente ti ricordi? Degli spettacoli significativi dove è capitata magari un’interazione specifica col pubblico, nel bene o nel male?
Davide: “Per fortuna sempre nel bene. Mi ricordo una volta di una ragazzina che videochiama il padre, io scendo, prendo il telefono e rispondo. Inizio questo dialogo con la ragazza dicendo che il padre in quel momento non può rispondere. Adesso non ricordo i dettagli, però è stato esilarante. Aveva tipo 15-16 anni quindi è stata anche al gioco, ed è stato incredibile.”


Alessia: “Invece riguardo a quest’idea di prendere spunto dai vari quartieri di Torino, quello che ti fa un pochino più ridere?”
Davide: “A me piace tanto imitare gli abitanti di Carmagnola, da quando andavo al liceo con il mio migliore amico e riuscivamo a imitare un papà di un nostro compagno che parlava proprio con quella cadenza. Quindi è una cosa che lego a questa storia inconsciamente e mi diverte farlo, perché per me sto ancora imitando il papà del mio compagno dopo 15 anni.
Mi metto là, scelgo un tema, Natale a Torino, immagino il Natale in tutti i quartieri e quei 5 o 6 che mi fanno più ridere li metto poi nel video. Tanti invece dicono, ma perché non fai quel quartiere lì? Perché non fai l’altro? Ah, ce l’hai con noi di Pozzo Strada perché non ci nomini mai, ce l’hai con noi di Barca, ce l’hai con noi di…. In realtà non ce l’ho con nessuno, è che il video deve durare un minuto e mezzo, non posso metterli tutti sempre.”


Alessia: “E hai dei punti di riferimento diciamo reali per ogni quartiere?”
Davide: “Sì, sì, per ogni quartiere ho un punto di riferimento. E non c’è nessuno mai che ci sia rimasto male, si sia un po’ offeso, è una cosa molto divertente. Una delle battute che mi dicono di più è, no vabbè, ma sei uguale al mio amico, sei uguale alla mia amica. Incredibile. Come fai a farlo in maniera così accurata? Ecco, “accurato” è il commento che mi è stato detto di più. Accurato. Ad esempio, il mio tamarro di Mirafiori, no? Da tanti personaggi è stato realizzato il tamarro nella vita, tanti comici hanno interpretato il tamarro, però sempre sopra le righe, in maniera eccessiva. Invece a me hanno detto: tu sei proprio il mio amico, sei esattamente così, non è uno stereotipo, è proprio reale. E la cosa è assai
divertente, oppure quelli di Nichelino. Ormai gioco con i miei amici a indovinare le zone solo guardando le persone. E oh, quelli di Nichelino, non sbaglio mai, mai, perché già l’approccio è diverso. Quando mi fermano per strada arrivano dicendo, secondo te di che zona sono? Sono gli unici che lo chiedono, quindi già che mi fai la domanda, dico, ok.”


Alessia: “Quindi noi di Nichelino, abbiamo anche questo primato!”
Davide: “Sì, sì, sì. Poi è bello che ora si chiamino “sbraua” – il verso è di difficile trascrizione- tra di loro. sento la gente per strada che si chiama “sbraua”, questa roba è
fantastica, è entrato nel gergo popolare dei ragazzi.
Vado spesso anche nelle scuole a parlare ai liceali, ad esempio Primo Levi, Einstein, Alfieri, Volta. Adesso devo andare al Majorana. E quando entro parte il coro Sbraua! Quella cosa lì mi piace un sacco perché sono entrato nel loro gergo, questo è bellissimo.”


Alessia: “E com’è il pubblico? Com’è fare uno spettacolo davanti a dei ragazzi adolescenti?
Davide: “Nelle scuole vado a parlare, a fare delle interviste, quindi non è mai show. Ci sono state volte un po’ più complesse perché magari non avevano tanta voglia, se no di solito c’è molta curiosità. Ecco, ho notato che non osano comunicare. Perché quando chiedo, ragazzi, fatemi tutte le domande che volete, alzano due o tre mani. Allora ho fatto un test un giorno e ho detto scrivetemi le domande su Instagram, ok? E io le leggerò in maniera anonima, non dirò chi me le ha scritte. I ragazzi mi hanno scritto delle robe allucinanti, sia profonde sia di altro tema, insomma hai capito. Cioè, tanti ragazzi seduti davanti a me non sanno rispondere alle mie domande, poi gli dai quello strumento lì in mano, gli chiedi la stessa identica cosa e mi arrivano questioni senza filtro.. Però è bello, mi piace. Poi alla fine chiedono tutti le foto, stanno là. Magari sono timidi, quindi non si sono lanciati durante l’incontro a essere molto partecipi, però poi dopo vengono e mi chiedono un abbraccio. Se posso fare il video ai genitori. Sei l’idolo di mia nonna.. Fai un video a nonna Rosetta che ti saluta. Là capisci di essere arrivato, quando fai i video per nonna Rosetta”


Alessia: “Un’ultima domanda: i tuoi idoli?”
“Per quanto riguarda il teatro, Gigi Proietti, Aldo Giovanni e Giacomo, due mondi completamente differenti di fare comicità, però adoro entrambi. E mi piace anche molto la parodia musicale alla Checco Zalone, anche Checco, il Checco di tanti anni fa però, quello di Zelig, non quello dei film. Anche se i film sono dei cult per me, però trovo molta ispirazione nella musica e nelle storie di cantanti. La musica mi ha suscitato l’ispirazione più grande, forse. Ad esempio i Pinguini, ci conosciamo, siamo diventati amici e ora andrò a tutte e quattro le date dei loro spettacoli.”

ALESSIA CAGNOTTO