CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 148

Rubare l’erba. L’omaggio di Marco Aime a contadini e pastori di Roaschia

 

Con Rubare l’erba, piccolo e quanto mai prezioso saggio, l’antropologo e scrittore piemontese Marco Aime rese omaggio alle sue radici, a quella civiltà contadina cuneese che ha sempre saputo ascoltare il respiro della terra e delle stagioni. Aime è nato a Torino ma la sua famiglia era originaria di Roaschia, piccolo paese situato nel fondovalle dell’omonimo vallone laterale alla destra del torrente Gesso, a ottocento metri sul livello del mare,in mezzo a montagne costellate di frazioni (i roaschini si distribuivano nel passato in ben cinquantadue frazioni ). Un paese, con le sue viuzze strette e i cortili aperti, eccezionale per il fresco d’estate ma temibile per il freddo d’inverno. La popolazione, per antiche tradizioni, si era sempre divisa in due tra pastori (gratta) e stanziali (üvernenc). In una valle povera e stretta, scarsamente illuminata dal sole, abitata da pastori e contadini, Roaschia aveva nel 1911 duemila abitanti mentre  oggi ne conta poco meno di cento, la maggior parte anziani. Molti nuclei, oggi disabitati, offrono ancora esempi notevoli di quell’architettura alpina riconoscibile nei tetti in paglia di segale. Roaschia è stata a lungo la patria di generazioni di famosi pastori transumanti, costretti a spostarsi continuamente dal monte al piano in cerca di quei pascoli che in paese non bastavano mai, dove l’agricoltura si poteva praticare soltanto a livelli di sussistenza e da dove, per sopravvivere, bisognava necessariamente imboccare le strade e vie per il mondo. E così c’erano i “cavié” (commercianti di capelli) e gli “anciuè” (i venditori di acciughe), i quali entrambi a piedi o con un carrettino se ne andavano in giro, spingendosi verso la pianura o a volte sino al mare, comprando e rivendendo. Ma soprattutto c’erano i pastori di pecore e transumanti, ed è a loro che Marco Aime, ricordando di aver trascorso in questo paese a venti chilometri da Cuneo lunghi periodi della sua infanzia e della sua adolescenza, dedicò questo libro. Il paese, i suoi abitanti e gli alpeggi sono parte della sua storia.

Quindi, e non solo perché di mestiere fa l’antropologo, in questo libro racconta con una partecipazione diretta, intensa e dal sapore antico le vicende di questa terra e della sua gente, dei pastori e della transumanza, un rito ormai quasi del tutto scomparso, della gente migrante a volte costretta a “rubare l’erba” per dar da mangiare alle pecore, che si sposava, lavorava, partoriva e moriva in viaggio, senza un tetto fisso sopra la testa. “Partivano. La gente di queste parti è sempre partita”. Nei ricordi di Toni e Margherita, un anziano pastore e sua moglie, rivive la loro storia nel contesto del Piemonte rurale di molti decenni fa. Pastori, acciugai, venditori di capelli, uomini perennemente in viaggio: Marco Aime si chiede se abbia senso parlare di radici quando esistono “terre dove vivere è un lusso che non ci si può concedere sempre”, quando si è costretti a fuggire dal proprio villaggio per scampare alla povertà, per sopravvivere. Eppure afferma come “continuiamo a pensare che il nomade, il randagio, il bastardo, siano l’eccezione, e che il sedentario sia la norma”. La vita del pastore, segnata dall’universale diffidenza che i sedentari covano per i migranti di ogni tempo e luogo, diventa l’emblema – e la guida – di tutte le nostre peregrinazioni: “È quello il suo sapere, uno dei saperi del pastore, che tu non sai: conoscere la strada, trovarla sempre”. Rubare l’erba è un libro che rivendica quasi il bisogno di essere letto per non dimenticare il valore di una vita difficile fatta di silenzi e di solitudine, ma anche piena di scoperte e di conquiste. Quando Aime accompagna il lettore a Roaschia ( “il paese dai cinque cognomi e dai due mestieri: contadino e pastore”) lo fa per esercitare un diritto di conoscenza e un dovere di memoria. D’inverno, i contadini, restavano in paese mentre i pastori dovevano partire, caricando su un carro i pochi beni e mettendosi in strada, con tutta la famiglia. Poche cose ad accompagnarli, caricate sul carro: un baule, con gli abiti più belli, quelli “della festa” – perché sia per un matrimonio o in occasione di un funerale bisogna vestirsi con decoro -; il sacco con i vestiti di tutti i giorni, quello con le patate per nutrirsi, i materassi e un poco di spazio per gli agnelli nati da poco e ancora incapaci di camminare. È così ogni anno, quando l’inverno si avvicinava, si muovevano verso le nebbie della pianura, sempre attenti ai proprietari che difendevano i beni attraversati dal gregge. “La vita era faticosa, se ci penso non mi sembra nemmeno vero che ho fatto quelle cose. Comunque l’abbiamo attraversata” afferma Toni nel libro, grattandosi la testa. “Attraversata, perché per Toni e Margherita e per tutti i pastori come loro – scrive l’antropologo Aime – la vita è come una terra, non ci si siede a guardarla, ad attendere che dia qualcosa. La si attraversa”.

 Marco Travaglini

Monfrà Jazz Fest, il festival delle buone pratiche

Venerdì 14 giugno prenderà il via una nuova edizione

 

Sta per ricominciare anche quest’anno il Monfrà Jazz Fest, che vuole essere una cassa di risonanza delle buona pratiche: partendo dalla musica jazz come potente mezzo di inclusione, il Fest vuole proporsi come uno strumento che contribuisca alla sostenibilità diffondendo comportamenti virtuosi di conservazione e tutela della biodiversità, contro lo spreco dell’acqua e la salvaguardia degli alberi, ma anche la tutela dei diritti umani, la tolleranza e l’inclusione.

Venerdì 14 giugno prenderà il via la settima edizione del Monfrà Jazz Fest, manifestazione organizzata dall’Accademia Europea d’Arte “Le Muse” di Casale Monferrato, per far conoscere il Jazz, i prodotti di qualità e le bellezze del territorio, da dieci anni patrimonio dell’UNESCO, unitamente a buone pratiche per la salvaguardia delle risorse naturali, dell’ambiente e dei diritti umani. Il tema 2024 del Monfrà Jazz Fest è “Play & Be Jazz-suona, gioca e sii te stesso”, a sottolineare il potere del Jazz, di coinvolgere l’improvvisazione e l’espressione personale simultaneamente.

“Si tratta di un invito a suonare e a essere liberi, buoni, green, felici, premurosi e ad immergersi liberamente nelle tante esperienze in programma”, sono queste le parole di Ima Ganora, Presidente dell’Accademia e direttrice artistica del Festival, coadiuvata da Luigi Andreone, che dice: ”Siamo impazienti di riprendere perché gli appuntamenti sono davvero tanti e tutti coinvolgenti”. Quest’anno il mese di giugno del Monfrà Jazz Fest ospiterà anche la rassegna “Per chi crea”, realizzata col sostegno del MIC e di SIAE, un progetto nazionale che promuove la creatività giovanile e che vedrà la partecipazione di sei gruppi emergenti italiani , di cui metà guidati da talenti femminili, a conferma dell’impegno del Fest verso le Pari Opportunità, la diversità e l’inclusione nel mondo della musica. La partenza del Fest avverrà il 14 giugno tra le vigne delle aziende Marco Botto Vini, a Sala Monferrato, per festeggiare i dieci anni dalla proclamazione UNESCO dei paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe, Roero e Monferrato, e gustarsi un aperitivo a cura della Cantina Marco Botto. La Cantina curerà un aperitivo di tradizionali stuzzichini monferrini e una degustazione di vini. Nell’ambito di “Per chi crea”, la serata vedrà esibirsi il Nugara Trio in “Point of Convergency”, i cui componenti del gruppo, Viden Spassov, Francesco Negri e Francesco Parsi, risultano essere i vincitori delle annuali borse di studio dedicate agli allievi più meritevoli ai seminari estivi di Nuoro Jazz 2021, tra i più prestigiosi in Italia, fondato dal famoso trombettista Paolo Fresu. Il concerto in vigna avrà inizio alle ore 20 con ingresso gratuito. Per la consumazione, a pagamento, è gradita la prenotazione al numero 340 8509299.

Sempre venerdì 14 giugno, presso il castello di Casale, Manica Lunga, alle ore 17 ci sarà l’inaugurazione di Biocultural Heritage “La vita nel fiume”, un progetto di Le Muse Accademia Europea d’Arte e Parco del Po Piemontese per conoscere meglio la flora e la fauna locali, unitamente alla Mostra di Scultura in Legno di Antonio Giammei, una raccolta di essenze lignee collezionate nel parco Nazionale dei Monti Simbruini e altre località Montane, realizzata in collaborazione con il Festival molisano Borgo in jazz. Le mostre a ingresso gratuito saranno visitabili fino al 23 giugno. L’inaugurazione al castello sarà preceduta dal convegno Custodi di orchidee, alle 15, mentre alle 18 vi sarà la presentazione libraria “Il Ritorno delle piante” di Fabio Marzano.

Sabato 15 giugno il festival si sposterà sul fiume con due concerti on the river all’imbarcadero di viale lungo Po Gramsci a Casale con MonJF PER CHI CREA “Eusocamilla” Camilla Baraggia voce e Max Romagnoli contrabbasso, che proporranno brani inediti composti da loro e a seguire “Mega” dei SLWJM, Leonardo Barbierato basso, Paolo Longhini basso, Lorenzo Morra piano e keyboard, Davide Mancini batteria e percussioni.

Gli SlowJam sono un Quartetto di musicisti provenienti da diverse città, che hanno come base Asti. Letteralmente il loro nome significa “marmellata lenta” con Slow che si riferisce a un mondo rilassato e ricercato e jam che, specialmente nell’ambito jazz, sta a indicare una commistione di personalità e stili differenti , oltre ad un forte interplay che unisce parti scritte a parti improvvisate, per rendere diversa ogni esibizione.

Mega è il loro primo album, frutto di esperienze live e affiatamento tra i quattro musicisti e che li ha portati a integrare meglio le loro radici musicali. Questo ha partorito un sound con diverse sfaccettature, dalle influenze più sfacciatamente jazz/fusion a quelle più tipicamente mb e soul. L’apertura musicale sarà alle 19.30 per offrire il meraviglioso spettacolo del Po al tramonto e ci sarà la possibilità di assaporare la classica Merenda sinora a cura degli Amici del Po. Ingresso gratuito. Consumazioni a pagamento.

Al pomeriggio, invece, spazio a Play&Be JAZZ and feeling green e le fiabe in jazz “Amica terra musicale” con Giulia Motta, laboratori, spettacoli del format Musicanto per bambini dai 3 ai 9 anni a cura dell’Accademia Le Muse, in collaborazione con la Biblioteca Ragazzi di Casale Monferrato alle ore 16 e alle ore 17. Ingresso gratuito. Necessaria prenotazione.

Domenica 16 giugno l’appuntamento che forse registra la maggior partecipazione di pubblico, con il concerto delle 8 all’Imbarcadero di Viale Lungo Po Gramsci, preceduto dalla colazione monferrina a base di panino al gorgonzola, bagnetto o muletta a cura degli Amici del Po. Il risveglio all’alba sul Po sarà affidato quest’anno al Giulia Damico 4et: Giulia Damico al piano, Vicenza Spassov al contrabbasso, Didier Yon al trombone a Francesca Remigi alla batteria con il loro “Sympatheia”, progetto della cantante e cantautrice torinese Giulia Damico, artista completa del panorama jazz, della musica moderna e di ricerca.

Ingresso gratuito al concerto. Consumazioni a pagamento.

La giornata continuerà in compagnia del grande fiume all’insegna del Play &Be Jazz and Feeling GREEN con le fiabe in jazz, “Musiche Farfalle”QQQ, a cura di Giulia Motta alle ore 10 e alle ore 11. Ci sarà anche la possibilità di fare un giro in barca sul Po con gli Amici del Po e andare alla scoperta delle farfalle con il Parco del Po Piemontese.

Nel pomeriggio dalle 16.30 le note del Fest invaderanno anche il centro di Casale Monferrato con l’allegra Swing Parade dei The KITCHEN SWING, che si esibiranno accompagnati dalla musica di Mr Rhythm the swing selecta, trasformando le vie del centro in una grande Ballroom di Lindy Hop a cielo aperto.

Per il programma completo visitare il sito www.monjazzfest.it

Mara Martellotta

“Momenti d’arte”, momento di confronto per oltre cinquanta artisti

Il “Piemonte Artistico Culturale” nelle sale della Fondazione Giorgio Amendola, fino al 30 giugno

Si è inaugurata nei giorni scorsi (chiusura il 30 giugno prossimo), negli ampi locali della Fondazione Giorgio Amendola di via Tollegno 52, la nuova mostra del Piemonte Artistico Culturale “Momenti d’arte”, 55 pittori a illustrare – purtroppo ciascuno con una sola opera -, nelle diverse tecniche, acquerelli oli tecniche miste pittosculture, la propria attività, con produzioni nuove e no, con risultati generalmente soddisfacenti, dalla classicità alla sperimentazione, dai paesaggi ai momenti floreali a quell’area informale in cui molti amano avventurarsi. Ancora una volta, comunque, un’occasione per confrontarsi e per dare nuovi impulsi, con caparbietà e passione, ad una associazione che per anni è stata un fiore all’occhiello del panorama dell’arte torinese e che da pochi un gruppo di volenterosi, che amano felicemente rimettersi in gioco, sotto la nuova presidenza di Claudio Fassio, ha voluto reinserire in quel panorama: con un arricchirsi continuo di nomi, e pur con la ricerca che credo incessante della godibilità di una sede stabile – com’è nel ricordo di molti, via Roma prima e piazza Solferino poi – e di mezzi che le permettano uno sviluppo sempre più sicuro e affermativo.

Fra le tante opere da sottolineare, “Profumo di vigna” di Michela Fischetti, un ragguardevole angolo di natura, una cascata di grappoli e foglie, raffinato nelle forme e nei colori, opera non soltanto di piacevolezza allo sguardo ma anche di grande maturità, “Nel traffico di Torino” di Antonio Russi, dove la chiesa della Gran Madre fa assai espressivamente da sfondo al caos delle auto e delle luci, in una serata autunnale e piovosa, un eccellente quanto intenso impianto scenografico proposto con ricchezza di particolari e di suggestioni, “Il gatto si affaccia” di Anna Maria Palumbo, un gruppo compatto di vasi fioriti e un felino che si mostra curioso al di là di una finestra, un angolo di casa sorpreso nella vita di tutti i giorni, un’opera che sa di tempo antico e di immediata freschezza allo stesso tempo, ancora un esempio dell’eccellenza della pittrice.

Un acquerello di pieno realismo è “Un attimo” di Adelma Mapelli, fatto di favola e di oggettività e di accattivante semplicità, una farfalla scura chiazzata di bianco posata su una larga foglia, un perfetto inserirsi di ombre e di luci, nelle diversità coloristiche del verde e del violaceo, lo sfrangiarsi improvviso e secco di certe estremità del fogliame, che aggiunge un pregevole tocco di verità. Opera che già conoscevamo ma che è sempre rivista con vero piacere.

Graziella Alessiato interpreta con sicurezza un angolo di campagna, un rivo che procede zigzagante attraverso la superficie di un terreno ricoperto di neve e rami e arbusti spogli: ma è forse nell’esprimere il cielo a tratti rossastro che convince ancora di più.

In bella mostra si pone “Specchio della psiche” di Ezio Curletto, recentissima “tecnica sperimentale monotipica di incisione su foglia d’oro”, una tappa rappresentativa e interamente convincente dell’artista. Sommessamente espressivo il viso della donna che Alessandro Fioraso offre in “M’inebrio di luce”, uno stato di beatitudine in cui anche non passa inosservato l’apporto dei veli leggeri e dei lunghi capelli in cui s’insinuano grandi fiori, eccellente tecnica ed eccellente ritratto; come eccellente, su un altro versante di grande realismo introspettivo, il “Ritratto di pittore”, campione di psicologie, che Giacomo Sampieri offre di un illustre collega. Ancora in primo piano i nomi di Anna Cervellera, Roberto Davico, Lidia Delloste (che nella continuità di un percorso attento al colore, cresce nell’attenzione all’emozione e al segno, non rinunciando a spingersi per la sua cascata sul terreno di una valenza simbolica), Pierangelo Devecchi, Franco Fasano e Claudio Fassio, Giancarlo Gasparin, Roberto Maestri, Marisa Manis, Paola Rossi, Rita Scotellaro e Magda Tardon nell’ampia mostra che non mancherà di interessare ogni visitatore.

e. rb.

Nelle immagini, le opere di Anna Maria Palumbo, Adelma Mapelli, Graziella Alessiato, Ezio Curletto e Lidia Delloste.

Il castello di Piea risuona di “Note d’Eleganza”

Con il soprano Angelica Cirillo accompagnata dalla pianista Elena Tirrito

 

Il 16 giugno prossimo il castello di Piea, nell’Astigiano, in piazza Italia 3, alle 18, risuonerà delle “Note d’Eleganza”, titolo del concerto proposto dal soprano Angelica Cirillo accompagnata dalla pianista Elena Tirrito con musiche di Arditi, Gershwin, Puccini, Tosti e altri compositori.

Il programma musicale offre un itinerario affascinante attraverso diverse epoche e generi musicali, spaziando dall’opera alla canzone napoletana, dai musical alle colonne sonore cinematografiche.

Di Giacomo Puccini verrà eseguita l’aria “Quando m’en vo’”, tratta dalla celebre opera della Bohème, conosciuta anche come Musetta’s Waltz, che esprime la spensieratezza e il fascino del personaggio di Musetta. La melodia sinuosa e il ritmo vivace riflettono la sua natura capricciosa e seducente, offrendo un momento di leggerezza all’interno del dramma.

Seconda aria che verrà interpretata sarà Il bacio di Luigi Arditi. Composto nel 1860, questo valzer è un pezzo di bravura per soprano caratterizzato da una melodia brillante e virtuosistica. “Il bacio” è famoso per la sua agilità e le sue ornamentazioni vocali, che richiedono notevole tecnica e controllo da parte dell’interprete.

L’aria successiva è “O Paris gay sejour” e proviene dall’operetta tra le più popolari di Charles Lecocq “La fille de Madame Angot”. Con la sua vivace rappresentazione della vita parigina, il brano è un omaggio alla gioia di vivere e alla cultura festosa della capitale francese del XIX secolo.

Dall’operetta ‘La Vedova allegra’ di Franz Lehar verrà eseguita l’aria “Tace il labbro”. Questa celebre operetta è un simbolo del Romanticismo e dell’eleganza della Belle Epoque. Il duetto “Tace il labbro” è un momento di intima bellezza, in cui i protagonisti esprimono i loro sentimenti attraverso una melodia lirica e appassionata.

Di Ernesto De Curtis viene intonato il brano “Non ti scordar di me”. Questa canzone napoletana, scritta nel 1935, rappresenta un classico del repertorio romantico italiano. La melodia nostalgica e il testo evocativo parlano di un amore che sopravvive al passare del tempo, un tema universale che tocca molto gli ascoltatori.

Parlami d’amore Mariù è un altro brano che verrà suonato e interpretato, risalente al 1932; con la sua melodia dolce e il testo sentimentale, rappresenta un inno alla tenerezza e alla dolcezza d’amore.

Di Ruggero Leoncavallo verrà eseguita Mattinata, composta nel 1904 per la voce di Enrico Caruso. Si tratta di una serenata che celebra la bellezza del mattino e il risveglio della natura. La melodia espressiva e l’accompagnamento delicato evocano un senso di freschezza e rinnovamento. Verrà poi eseguito un medley che raccoglie alcune delle canzoni più iconiche del musical, offrendo un viaggio attraverso il teatro musicale. Le selezioni includono brani noti per la loro capacità di raccontare storie ed evocare emozioni profonde. Infine verranno eseguiti di George Gershwin “Summertime”, di Henry Mancini “Moon River”, di Frederick Loewe il brano “I coulisse hav danced all night”, tratto dal musical “My fair lady”, di Edith Piaf “La vie en rose”, uno dei suoi brani più iconici e di Guido Maria Ferilli e Antonello Maggio la canzone potente e appassionata “Un amore così grande”, un inno alla profondità e alla forza dell’ amore.

 

Mara Martellotta

L’isola del libro

RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA

 

Ninni Holmqvist “L’Unità” -Fazi- euro 18,50

E’ di una bellezza spietata questo romanzo della scrittrice svedese 65enne che immagina una società distopica, divisa tra persone indispensabili e dispensabili.

L’Unità del titolo è il nome della struttura in cui lo stato rinchiude le persone ritenute “dispensabili”; ovvero quelle sacrificabili perché non hanno avuto figli, né una vita sentimentale stabile, né generato profitti.

Ora diventano dei pezzi di ricambio. Ridotti a serbatoi di organi che verranno espiantati uno ad uno, fino alla “Donazione finale”. Morendo e donando i vitali cuore e polmoni salveranno le persone ritenute più utili e produttive, minate da malattie che richiedono trapianti per continuare ad essere utili alla società.

Protagonista e voce narrante è Dorrit Weger, scrittrice 50enne, povera, single e senza figli che viene prelevata dalla sua casa e trasferita all’Unità. Perfettamente sacrificabile come le altre donne sopra i 50 anni e gli uomini over 60 che aspettano di venire praticamente fatti a pezzi per un fine ritenuto superiore.

A prima vista l’Unità sembra un luogo idilliaco in cui vivere nel lusso e assaporare una vita comoda a costo e crucci zero. In realtà è un mondo parallelo, finto, perfetto nel riprodurre la natura, ma lì i fiori non appassiscono mai.

Dorrit non realizza subito di essere finita nell’ “Unità” della banca di riserva; però man mano che scompaiono gli altri ospiti, la realtà le piomba addosso. Il romanzo è la cronaca della sua permanenza, in cui accetta di sottoporsi a una serie di esperimenti farmacologici e psicologici; ridotta a scarto sacrificabile, fagocitata dalla colossale opera di riciclaggio.

A scalfire il suo arrendersi al sistema sarà l’intesa con un altro ospite e le relative, inaspettate e sorprendenti conseguenze.

 

 

Matthew Blake “Anna” -La nave di Teseo- euro 22,00

Siamo nella terra di nessuno, tra sonno e veglia, con un duplice delitto di cui è imputata la 25 scrittrice Anna Olgivy; che però non ha più aperto gli occhi dal momento in cui è stata trovata con un coltello in mano, accanto ai corpi massacrati di suoi amici.

Da 4 anni è sprofondata nel sonnambulismo, prigioniera della “sindrome del sonno profondo o della rassegnazione.”

Ma come si può processare una bella addormentata?

Come verificare la sua versione dei fatti?

Quanto è responsabile delle sua azioni?

Lo psicologo forense specialista dei crimini legati al sonno, Ben Price, viene incaricato di risvegliarla per sottoporla a un interrogatorio e a un giusto processo.

La trama si infittisce parecchio perché il dottor Price è un uomo con alle spalle un passato turbolento che verrà a galla poco a poco; e anche altri personaggi coinvolti nel delitto spalancano voragini su ulteriori segreti della vicenda.

Sullo sfondo c’è la ricerca scientifica che cerca di penetrare nei meandri della mente umana, tra incredibile, imperscrutabile ed inquietante.

 

 

Ǻngeles Caso “Tutto questo fuoco. La rivoluzione delle sorelle Brontë” -Marcos Y Marcos”- euro 18,00

Ángeles Caso è una scrittrice spagnola decisamente abile, come dimostra questa biografia romanzata in cui narra le vite delle sorelle Brontë; riuscendo a cogliere la grandezza e la profondità del loro sentire e del loro universo interiore.

In queste pagine scandaglia le differenti personalità di Charlotte, Emily ed Anne. Nonostante le vite difficili e i pregiudizi dell’epoca sulle donne scrittrici, riuscirono a concepire, mettere nero su bianco e pubblicare capolavori assoluti della letteratura a livello mondiale.

L’autrice ci porta dritti tra le mura della modesta canonica di Haworth Hill, retta dal padre, reverendo Patrick, dove assistiamo alle loro difficili esistenze, a partire dalla raffica di lutti che colpiscono la famiglia.

Innanzitutto la morte precoce per cancro della madre Maria, che lascia il marito annientato e con sei piccole creature da crescere. La morte busserà ancora con le dipartite devastanti delle sorelline Maria (10 anni) ed Elizabeth (9 anni), stroncate dalle condizioni durissime del collegio in cui erano state mandate. Poi le difficoltà economiche e una vita monotona. Questa la superficie…

Ma Ángeles Caso ha una marcia in più, la capacità di calarsi ed approfondire i meravigliosi mondi interiori delle Brontë, così diverse tra loro, per carattere e modi di affrontare la vita.

Ci avventuriamo nell’anima dell’ambiziosa Charlotte, piena di grande ardore che frena a stento sotto la moderazione imposta dalla virtuosità vittoriana.

Emily, cupa e testarda, ma piena di compassione per la fragilità del mondo; forse legata all’amico 15enne Robert Clayton, al quale si ispirò per “Cime Tempestose”.

La delicatissima Anne, calma e profondamente giusta, che probabilmente amò in silenzio e senza speranza un certo William, stroncato poi dal colera.

Tre giovani fanciulle appassionate, riflessive, eccentriche, isolate, di salute cagionevole e povere di mezzi economici; ma straordinariamente ricche di sensibilità e talento. Erano sopravvissute ai lutti, alle fatiche e alle sofferenze; sempre alleandosi, tenendosi per mano, avviluppate in un comune sentire. Erano felici quando potevano scrivere, passeggiare nella brughiera e vivere insieme nella canonica dove progettavano di aprire una scuola e lavorare come istitutrici tutte sotto lo stesso tetto.

Dovettero far fronte al fratello Branwell, alcolizzato, infelice e mediocre; lui era quello destinato alla gloria poiché maschio, ma era stato incapace di raggiungere una vetta.

Mentre Charlotte, Emily ed Anne avevano scalato l’impossibile all’epoca per una donna. E per essere prese in considerazione avevano pubblicato con nomi maschili….

 

 

Jacopo Veneziani “La grande Parigi” -Feltrinelli- euro 30,00

Lo storico dell’arte e divulgatore Jacopo Veneziani ci accompagna in un affascinante viaggio nella Parigi del periodo d’oro dell’arte moderna, tra 1900 e 1920, all’epoca il centro del mondo artistico. Lo fa attraverso gli occhi di due pittori allora sconosciuti che arrivano nella ville lumiere nell’ottobre del 1900; i giovanissimi artisti spagnoli Pablo Picasso e Carlos Casagemas.

Sono squattrinati, hanno solo alcune cartelle da disegno, scatole dei colori, cavalletti e valigie stracolme di speranza. Arrivano alla Gare d’Orleans nel momento perfetto, allo scoccare del nuovo secolo in cui tutto sta per iniziare.

E’ un viaggio corale in cui, attraverso una serie di indirizzi fondamentali, l’autore racconta i 20 anni in cui la Parigi dell’Esposizione Universale lancia invenzioni incredibili e attira folle di visitatori assetati di novità. La città è in gran fermento, aperta a nuove sfide, calamita per artisti, scrittori, filosofi, poeti, intellettuali in cerca di fama.

Veneziani nelle sue pagine ci fa incontrare personaggi come Gertrude Stein, Picasso, Matisse, Modigliani, Chagall e molti altri.

Le loro storie e vite si intrecciano, tra incontri casuali, collaborazioni, sodalizi saldissimi, amicizie; ma anche rivalità, passioni e deludenti tradimenti.

 

Al Museo MIIT la mostra Internazionale Italia Arte 2024

Fino al 15 giugno prossimo, promossa dalla galleria Folco e dalla rivista internazionale Italia Arte

 

Il Museo MIIT di Torino, la rivista internazionale Italia Arte, la Galleria Folco presentano la  mostra “Internazionale Italia Arte 2024” che sarà ospitata al Museo MIIT da domenica 9 giugno al 15 giugno prossimo.

La mostra Internazionale Italia Arte è ormai una tradizione consolidata giunta alla sua undicesima edizione dopo i successidegli scorsi anni, che hanno visto la partecipazione di circa mille artisti provenienti da oltre cinquanta Paesi del mondo e la presenza di migliaia di visitatori.

Sono in mostra opere selezionate di maestri contemporanei di fama internazionale italiani e stranieri. Tra gli artisti in mostra opere selezionate di maestri contemporanei di notorietà internazionale italiani e stranieri, tra i quali, oltre a pittori italiani, artisti provenienti da Stati Uniti, Messico, Svizzera, Cina, Germania, Ungheria, Arabia Saudita, Spagna e numerosi altri Paesi.

In esposizione opere di pittura, fotografia, arte digitale, scultura, video, installazioni. Si tratta di un panorama internazionale di arte che si sviluppa tra arte figurativa tradizionale e arte astratta e informale, tra sculture in materiali di recupero e altri materiali quali legno, carta, ferro. Molte le suggestioni che provengono dai lavori selezionati, che portano lo spettatore a meditare sulle nuove tendenze e sull’originalità dell’espressione artistica contemporanea.

Tra gli artisti presenti in mostra si segnalano Le personali  di Fadilja Kajosevoc, Layla Behalima, Nora Komoroczi, Claudio Detto, Anna Rota Milani e Giuseppe Oliva, cui si aggiungono, tra gli altri,  gli artisti Vito Garofalo, Paolo Avanzi, Patrizia Caffaratti, Gianfranco Coccia, Mario Cossu, Enrico De Santis, Fernando Delìa,  Sergio Gomez, Leo Giampaolo, Carlo Massobrio, Anna Montanaro, Santina Portelli, Barbara Pratesi, Sergio Rapetti, Mar8a Elena Ritorto, Paola Riva, Christel Sobke, Antonio Saporito, Leo Giampaolo e Wilhelm Senoner.

Date 9-15 giugno 2024.

Orari di visita, da martedì a sabato dalle 15.30 alle 19.30, su appuntamento domenica, lunedì e festivi.

Museo MIIT

Corso Cairoli 4

Tel 0118129776

Info@italiaarte.it

Info@museo miit.

 

Mara  Martellotta

Rock Jazz e dintorni a Torino: Colapesce Di Martino e il trio Righeira-Li Calzi -Carlone

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Martedì. Al Blah Blah suona il quartetto Matsumoto Zoku.

Mercoledì. All’Osteria Rabezzana si esibisce Carlo Pestelli e Federico Bagnasco. Al PalaExpo di Moncalieri debutta il festival “Ritmika”con il duo Colapesce Di Martino preceduto da Marco Castello.

Alla Tesoriera per “Evergreen Fest” sono di scena Johnson Righeira, Giorgio Li Calzi, Gian Luigi Carlone. Al Sound Garden dell’Hiroshima Mon Amour rap con Murubutu.

Giovedì. Al Blah Blah si esibiscono gli Urban Cairo. Al Circolo della Musica di Rivoli suonano i Liquami. Per “Ritmika” a Moncalieri si esibisce Emma. Allo Spazio 211 per il festival “Creativ Africa”sono di scena Narconauta e Amira Kheir.

Venerdì. Al Blah Blah sono di scena gli Sfregio. Per “Ritmika”si esibisce Ariete con Giove. Al Peocio di Trofarello suona il chitarrista Andre Nieri. Al Combo è di scena James Ferraro. Al Magazzino sul Po si esibisce Epoque con il Dj set di Catu Diosis. Nel cortile dell’Hiroshima suonano i Derozer.

Sabato. Allo stadio Olimpico primo di 2 concerti consecutivi per Ultimo. Al Blah Blah sono di scena gli Underdocks mentre allo Ziggy suonano i Fucktotum. Radio Blackout  organizza a El Paso un concerto con i Baratro e gli Scummadomar.  All’Inalpi Arena è di scena Ne-Yo. Allo Spazio 211 si esibiscono Ibson Daone, Ladies In Action e i Sound Rebels.

Domenica. Termina “Fans Out” con il cantautore Joe Little. Al Bunker si esibisce Pino D’Angiò.

Pier Luigi Fuggetta

I concerti di Professione Orchestra

Fondazione Accademia di Musica
Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI
presentano

PROFESSIONE ORCHESTRA

IN CONCERTO

2 CONCERTI PER 7 GIOVANI TALENTI

nell’ambito di Professione Orchestra

il percorso di perfezionamento per futuri professori d’orchestra

di Fondazione Accademia di Musica e Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai

Domenica 9 giugno | ore 18

Auditorium RAI Arturo Toscanini di Torino 

L’ORCHESTRA SINFONICA NAZIONALE DELLA RAI

E I BORSISTI DI PROFESSIONE ORCHESTRA

DIRETTI DA NICOLÒ FORON

Domenica 16 giugno | ore 21:00 | Sala Tajo di Pinerolo

I BORSISTI DI PROFESSIONE ORCHESTRA

Il sogno di diventare professore d’orchestra per un giorno, e di suonare al fianco di Maestri come quelli dell’OSN RAI guidati dalla bacchetta di importanti direttori, anche quest’anno si realizza per sette talentuosi musicisti, selezionati tra i più di sessanta iscritti alla settima edizione di Professione Orchestra, il percorso formativo professionalizzante nato dalla partnership tra la Fondazione Accademia di Musica di Pinerolo e l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai.

Dopo il training on the job che li ha visti impegnati l’autunno scorso con lezioni di strumento e a sezione con le Prime parti RAI, dopo la tanto apprezzata simulazione di un’audizione, due seminari per il miglioramento della performance artistica e un incontro di approfondimento della vita d’orchestra, grazie alle borse di studio hanno poi proseguito il loro cammino con lezioni di strumento e di musica da camera con le Prime parti, e il tanto atteso affiancamento delle prove d’orchestra delle produzioni Rai.

Il percorso si chiude ora con due esibizioni dal vivo su palchi di prestigio, tassello fondamentale nella formazione di ogni musicista.

Il primo appuntamento è con il concerto di domenica 9 giugno alle ore 18 presso l’Auditorium Rai ‘Arturo Toscanini’ di Torino che vede protagonisti sullo stesso palco l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai e sette borsisti di Professione Orchestra: Samuele Cocchi violino (prof. A. Milani); Michela Di Mento flauto (prof. Barletta); Luca Tonolli clarinetto (prof. L. Milani); Matteo Borga trombone (prof. Di Mario); Vincenzo De Stradis trombone (prof. Di Mario); Andrea Iaccino timpani (prof. Zoli e Bartezzaghi); Alessandro Cozza timpani (prof. Zoli e Bartezzati). Sul podio è impegnato Nicolò Foron. In programma la Sinfonia n. 8 in si minore “Incompiuta” di Schuberte la Sinfonia n. 4 in si bemolle maggiore, op. 60 di Beethoven.

(I biglietti, proposti al prezzo unico di 5 euro, sono in vendita online sul sito dell’OSN Rai e presso la biglietteria dell’Auditorium Rai di Torino).

Il secondo appuntamento è per domenica 16 giugno alle ore 21 a Pinerolo. Sono quattro i musicisti a salire sul palco della suggestiva Sala concerti Italo Tajo (ex Chiesa di San Giuseppe, via S. Giuseppe, Pinerolo) a conclusione del training on the job di Professione Orchestra: Samuele Cocchi violino (prof. A. Milani); Anzhe Zuo violoncello (prof. Toso); Michela Di Mento flauto (prof. Barletta); Luca Tonolli clarinetto (prof. L. Milani) accompagnati da Stefano Musso al pianoforte. In programma musiche di Paganini, Massenet, Martin, Bach, Piazzolla, Beethoven, Rota. Il concerto si tiene nell’ambito della seconda parte de I venerdì del Corelli (non solo di venerdì) ed è a ingresso libero.

Il progetto è realizzato con il contributo della Fondazione Compagnia di San Paolo (Maggior sostenitore).

Sofar Sounds: l’evento musicale misterioso a Torino

E’ un venerdì sera qualunque a Torino, una di quelle serata che portano con il sapore di un’ estate che fa fatica ad arrivare ma che mette ugualmente voglia di uscire. Per questo si va in centro, al civico 45/A di Via Maria Vittoria dove ha sede quella che un tempo era una ex officina trasformata ad oggi una vera e propria boutique di architettura che prende il nome “Officina8A”.

Lo studio d’architetti associati è uno spazio bellissimo in cui, tra ampie scrivanie e pianti rampicanti, si ha la sensazione di essere in un luogo in cui la creatività fa da padrona. Ed è questa la perfetta location che Sofar Sounds Torino ha scelto per ospitare il concerto del mese di maggio.

Sofar Sounds un format internazionale- nato a Londra nel 2009 ed oggi attivo in più di 400 città in tutto il mondo spaziando da Parigi a New York Cityla cui intenzione è quella di trasformare uno spazio inusuale in una location per concerti intimi e delicati dove la musica faccia da padrona assoluta alla scena. Non solo il luogo, ma anche le modalità di fruizione sono diverse da quello a cui siamo normalmente abituati: gli spettatori possono sedersi direttamente per terra o su cuscini e portarsi qualcosa da bere da casa e, proprio da lì, assistere al concerto che prende vita nella stanza. Questo ambiente crea immediatamente un’atmosfera intima data dalla forte vicinanza- fisica ed emotiva- tra l’artista e il pubblico e da vita ad una vera e propria magia.

L’intenzione del format è quella di plasmare un’ irripetibile atmosfera che è non è realizzabile in altri luoghi e che vuole esprimere dal nome scelto per questo evento ovveroSofarche sta per songs from a room”, canzoni da una stanza, ideata dai creatori da Rafe Offer, Rocky Start e Dave Alexander.

Il centro della scena rimane la musica, che viene appositamente scelta dalla squadra di curator di ciascuna città che selezionano gli artisti per la serata tra band emergenti, ma anche cantanti affermati. In alcuni Sofar internazionali hanno preso parte alle esibizioni anche alcuni cantanti che avrebbero poi calcato i palchi di tutto il mondo.

E anche a Torino, l’ultimo venerdì di maggio, questa magia si è ripetuta al Sofar che si è svolto nello studio di “Officina8A” dove per più di due ore si sono esibiti 3 artisti che hanno avuto la capacità di intrattenere il pubblico con la musica da loro scritta e prodotta. Diversi per stili e tipologia di approccio musicale, l’ultimo Sofar Sounds Torino ha ospitato gli artisti Zoë,
Leandro
e il gruppo The Spell Of Ducks. La diversità di genere musicale dei 3 protagonisti ha permesso al pubblico di spaziare su note e stili molto diversi fra di loro dando la possibilità di sperimentare di diversi sound, che hanno reso l’intrattenimento ancora più interessante. L’organizzazione del Sofar Sounds Torino è curata da un impeccabile squadra di volontari che, grazie ad una perfetta organizzazione, gestiscono tutte le sfumature dell’evento: dal marketing, alla scelta degli artisti, passando per la selezione del locale alla comunicazione via social.

Il team torinese è composto da Bruno Bertelli (curator), Giacomo Bera, Elena Rajteri e Giovanni Zabardi (alla produzione), Asya Benedini (alla Direzione artistica), Carlo Conversano
(
fotografo), Vittorio Elia e Alberto Costa (in qualità di videomaker) e da Angelo Tarditi, Matilde Capello (alla comunicazione).

Per partecipare ai prossimi eventi torinesi è necessario inserire la propria email sul sito ufficiale dell’evento (https://www.sofarsounds.com/) e, se selezionati, si dovrà attendere la conferma. Da lì a pochi giorni prima dell’evento verrà comunicata la location, che rimane misteriosa fino all’ultimo momento. Sofar Sounds si conferma, quindi, come un’iniziativa internazionale unica nel suo genere che finalmente anima la notte anche della nostra città.

Valeria Rombolà

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

SOMMARIO: Il francobollo nostalgico – I senatori a vita – Il sindaco Sala e Vasco – Lettere

Il francobollo nostalgico
L’idea malsana di dedicare ad uno squadrista fascista un francobollo, tale Italo Foschi, appare davvero fuori luogo e fuori tempo. Qui abbiamo a che fare con uno che ha celebrato gli assassini di Matteotti e che si distinse nella caccia agli ebrei. C’è da domandarsi se non si siano superati i limiti della decenza. I comunisti salvarono dal carcere il noto pluricriminale Francesco Moranino, ma nessuno pensò ad esaltarlo come eroe. Chi ha fatto questa scelta è privo del senso della storia e perfino del ridicolo.
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I senatori a vita
È passata quasi inosservata l’abolizione dei senatori a vita, un retaggio regio in periodo repubblicano che non ebbe mai un senso preciso. Un uomo come Toscanini rifiutò la nomina pervenuta da Einaudi. Cinque senatori a vita spesso scelti tra politici di lungo corso come Fanfani,  Colombo e Taviani  non sono ininfluenti nel caso di maggioranze instabili come quella di Prodi. Se poi pensiamo ad alcuni Presidenti che nel quinquennio nominarono 5 senatori innalzando il numero complessivo dei vitalizi c’è da domandarsi se non sia stato uno sfregio costituzionale l’averlo fatto. La nomina di Mario Monti è rimasta una scelta di parte che ha inaugurato una nuova stagione politica contraria al voto delle urne. Forse tra i pochi senatori benemeriti ci fu Eugenio Montale che fece da garante alla legge sul divorzio. Spadolini tentò in tutti i modi di diventare Presidente della Repubblica dallo scranno più alto di Palazzo Madama come anche fece Fanfani. Non credo che in una democrazia matura ci sia bisogno di 5 saggi. Ci sarebbe bisogno di senatori e deputati più colti e competenti , con meno chiacchiera polemica televisiva e più lavoro nelle commissioni. Ma in realtà è proprio la figura del parlamentare che si fa più evanescente perché oggi il potere legislativo è affidato al Governo con i suoi decreti legge abituali. Tutto appare urgente e il Parlamento non fa altro che ratificare, magari con qualche emendamento. I tempi della politica sono stati ampiamente superati. In questo senso sembra una democrazia al tramonto con dei partiti privi di identità abbarbicati al potere. Se poi pensiamo all’assenteismo dal voto e alla protesta di piazza spesso violenta, ci accorgiamo che la democrazia sembra più una parvenza che una realtà. La crisi dello Stato e la autorevolezza sempre più bassa sono segni preoccupanti. I pericoli del fascismo sono remoti, quelli autentici molto vicini.
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Il sindaco Sala e Vasco
Il sindaco di Milano Sala  ha ancora una volta celebrato Vasco Rossi, dicendo che lui è più importante di tanti sindaci di Milano. Cantautore di successo, è anche noto per la sua vita smodata. È  naturale che Vasco  definisca autoritaria la vita attuale. Purtroppo invece occorrerebbero tanti giri di vite in più, ad esempio, in una università al collasso per la viltà dei suoi rettori. In Italia ci sarebbe bisogno di più ordine per garantire più libertà ai cittadini onesti che vedono i loro diritti defraudati dalla prepotenza. Il super milionario Vasco non vive certo i problemi nostri e il suo esempio mitizzato potrebbe aver contribuito a deviare  molti giovani. Questo dovrebbe sapere Sala, proponendolo ad icona di una società priva di valori.
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Lettere scrivere a quaglieni@gmail.com
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Al voto per l’Europa
Mi dà un consiglio sul voto europeo? Io tra mille polemiche stento a capire.  Fabrizia Raiteri
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Questa volta sono in imbarazzo pure io anche se incomincerei ad escludere i vari Santoro, Tarquinio, Salvini e tanti altri. L’Europa ha bisogno di un voto moderato che neutralizzi gli avventurieri. Votiamo pensando anche a Kiev e ad Israele. L’Europa non deve essere quella del cedimento, ma neppure dell’ oltranzismo bellicista. Per cercare di capire bisognerà attendere il voto americano.