CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 136

I concerti di Professione Orchestra

Fondazione Accademia di Musica
Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI
presentano

PROFESSIONE ORCHESTRA

IN CONCERTO

2 CONCERTI PER 7 GIOVANI TALENTI

nell’ambito di Professione Orchestra

il percorso di perfezionamento per futuri professori d’orchestra

di Fondazione Accademia di Musica e Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai

Domenica 9 giugno | ore 18

Auditorium RAI Arturo Toscanini di Torino 

L’ORCHESTRA SINFONICA NAZIONALE DELLA RAI

E I BORSISTI DI PROFESSIONE ORCHESTRA

DIRETTI DA NICOLÒ FORON

Domenica 16 giugno | ore 21:00 | Sala Tajo di Pinerolo

I BORSISTI DI PROFESSIONE ORCHESTRA

Il sogno di diventare professore d’orchestra per un giorno, e di suonare al fianco di Maestri come quelli dell’OSN RAI guidati dalla bacchetta di importanti direttori, anche quest’anno si realizza per sette talentuosi musicisti, selezionati tra i più di sessanta iscritti alla settima edizione di Professione Orchestra, il percorso formativo professionalizzante nato dalla partnership tra la Fondazione Accademia di Musica di Pinerolo e l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai.

Dopo il training on the job che li ha visti impegnati l’autunno scorso con lezioni di strumento e a sezione con le Prime parti RAI, dopo la tanto apprezzata simulazione di un’audizione, due seminari per il miglioramento della performance artistica e un incontro di approfondimento della vita d’orchestra, grazie alle borse di studio hanno poi proseguito il loro cammino con lezioni di strumento e di musica da camera con le Prime parti, e il tanto atteso affiancamento delle prove d’orchestra delle produzioni Rai.

Il percorso si chiude ora con due esibizioni dal vivo su palchi di prestigio, tassello fondamentale nella formazione di ogni musicista.

Il primo appuntamento è con il concerto di domenica 9 giugno alle ore 18 presso l’Auditorium Rai ‘Arturo Toscanini’ di Torino che vede protagonisti sullo stesso palco l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai e sette borsisti di Professione Orchestra: Samuele Cocchi violino (prof. A. Milani); Michela Di Mento flauto (prof. Barletta); Luca Tonolli clarinetto (prof. L. Milani); Matteo Borga trombone (prof. Di Mario); Vincenzo De Stradis trombone (prof. Di Mario); Andrea Iaccino timpani (prof. Zoli e Bartezzaghi); Alessandro Cozza timpani (prof. Zoli e Bartezzati). Sul podio è impegnato Nicolò Foron. In programma la Sinfonia n. 8 in si minore “Incompiuta” di Schuberte la Sinfonia n. 4 in si bemolle maggiore, op. 60 di Beethoven.

(I biglietti, proposti al prezzo unico di 5 euro, sono in vendita online sul sito dell’OSN Rai e presso la biglietteria dell’Auditorium Rai di Torino).

Il secondo appuntamento è per domenica 16 giugno alle ore 21 a Pinerolo. Sono quattro i musicisti a salire sul palco della suggestiva Sala concerti Italo Tajo (ex Chiesa di San Giuseppe, via S. Giuseppe, Pinerolo) a conclusione del training on the job di Professione Orchestra: Samuele Cocchi violino (prof. A. Milani); Anzhe Zuo violoncello (prof. Toso); Michela Di Mento flauto (prof. Barletta); Luca Tonolli clarinetto (prof. L. Milani) accompagnati da Stefano Musso al pianoforte. In programma musiche di Paganini, Massenet, Martin, Bach, Piazzolla, Beethoven, Rota. Il concerto si tiene nell’ambito della seconda parte de I venerdì del Corelli (non solo di venerdì) ed è a ingresso libero.

Il progetto è realizzato con il contributo della Fondazione Compagnia di San Paolo (Maggior sostenitore).

Sofar Sounds: l’evento musicale misterioso a Torino

E’ un venerdì sera qualunque a Torino, una di quelle serata che portano con il sapore di un’ estate che fa fatica ad arrivare ma che mette ugualmente voglia di uscire. Per questo si va in centro, al civico 45/A di Via Maria Vittoria dove ha sede quella che un tempo era una ex officina trasformata ad oggi una vera e propria boutique di architettura che prende il nome “Officina8A”.

Lo studio d’architetti associati è uno spazio bellissimo in cui, tra ampie scrivanie e pianti rampicanti, si ha la sensazione di essere in un luogo in cui la creatività fa da padrona. Ed è questa la perfetta location che Sofar Sounds Torino ha scelto per ospitare il concerto del mese di maggio.

Sofar Sounds un format internazionale- nato a Londra nel 2009 ed oggi attivo in più di 400 città in tutto il mondo spaziando da Parigi a New York Cityla cui intenzione è quella di trasformare uno spazio inusuale in una location per concerti intimi e delicati dove la musica faccia da padrona assoluta alla scena. Non solo il luogo, ma anche le modalità di fruizione sono diverse da quello a cui siamo normalmente abituati: gli spettatori possono sedersi direttamente per terra o su cuscini e portarsi qualcosa da bere da casa e, proprio da lì, assistere al concerto che prende vita nella stanza. Questo ambiente crea immediatamente un’atmosfera intima data dalla forte vicinanza- fisica ed emotiva- tra l’artista e il pubblico e da vita ad una vera e propria magia.

L’intenzione del format è quella di plasmare un’ irripetibile atmosfera che è non è realizzabile in altri luoghi e che vuole esprimere dal nome scelto per questo evento ovveroSofarche sta per songs from a room”, canzoni da una stanza, ideata dai creatori da Rafe Offer, Rocky Start e Dave Alexander.

Il centro della scena rimane la musica, che viene appositamente scelta dalla squadra di curator di ciascuna città che selezionano gli artisti per la serata tra band emergenti, ma anche cantanti affermati. In alcuni Sofar internazionali hanno preso parte alle esibizioni anche alcuni cantanti che avrebbero poi calcato i palchi di tutto il mondo.

E anche a Torino, l’ultimo venerdì di maggio, questa magia si è ripetuta al Sofar che si è svolto nello studio di “Officina8A” dove per più di due ore si sono esibiti 3 artisti che hanno avuto la capacità di intrattenere il pubblico con la musica da loro scritta e prodotta. Diversi per stili e tipologia di approccio musicale, l’ultimo Sofar Sounds Torino ha ospitato gli artisti Zoë,
Leandro
e il gruppo The Spell Of Ducks. La diversità di genere musicale dei 3 protagonisti ha permesso al pubblico di spaziare su note e stili molto diversi fra di loro dando la possibilità di sperimentare di diversi sound, che hanno reso l’intrattenimento ancora più interessante. L’organizzazione del Sofar Sounds Torino è curata da un impeccabile squadra di volontari che, grazie ad una perfetta organizzazione, gestiscono tutte le sfumature dell’evento: dal marketing, alla scelta degli artisti, passando per la selezione del locale alla comunicazione via social.

Il team torinese è composto da Bruno Bertelli (curator), Giacomo Bera, Elena Rajteri e Giovanni Zabardi (alla produzione), Asya Benedini (alla Direzione artistica), Carlo Conversano
(
fotografo), Vittorio Elia e Alberto Costa (in qualità di videomaker) e da Angelo Tarditi, Matilde Capello (alla comunicazione).

Per partecipare ai prossimi eventi torinesi è necessario inserire la propria email sul sito ufficiale dell’evento (https://www.sofarsounds.com/) e, se selezionati, si dovrà attendere la conferma. Da lì a pochi giorni prima dell’evento verrà comunicata la location, che rimane misteriosa fino all’ultimo momento. Sofar Sounds si conferma, quindi, come un’iniziativa internazionale unica nel suo genere che finalmente anima la notte anche della nostra città.

Valeria Rombolà

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

SOMMARIO: Il francobollo nostalgico – I senatori a vita – Il sindaco Sala e Vasco – Lettere

Il francobollo nostalgico
L’idea malsana di dedicare ad uno squadrista fascista un francobollo, tale Italo Foschi, appare davvero fuori luogo e fuori tempo. Qui abbiamo a che fare con uno che ha celebrato gli assassini di Matteotti e che si distinse nella caccia agli ebrei. C’è da domandarsi se non si siano superati i limiti della decenza. I comunisti salvarono dal carcere il noto pluricriminale Francesco Moranino, ma nessuno pensò ad esaltarlo come eroe. Chi ha fatto questa scelta è privo del senso della storia e perfino del ridicolo.
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I senatori a vita
È passata quasi inosservata l’abolizione dei senatori a vita, un retaggio regio in periodo repubblicano che non ebbe mai un senso preciso. Un uomo come Toscanini rifiutò la nomina pervenuta da Einaudi. Cinque senatori a vita spesso scelti tra politici di lungo corso come Fanfani,  Colombo e Taviani  non sono ininfluenti nel caso di maggioranze instabili come quella di Prodi. Se poi pensiamo ad alcuni Presidenti che nel quinquennio nominarono 5 senatori innalzando il numero complessivo dei vitalizi c’è da domandarsi se non sia stato uno sfregio costituzionale l’averlo fatto. La nomina di Mario Monti è rimasta una scelta di parte che ha inaugurato una nuova stagione politica contraria al voto delle urne. Forse tra i pochi senatori benemeriti ci fu Eugenio Montale che fece da garante alla legge sul divorzio. Spadolini tentò in tutti i modi di diventare Presidente della Repubblica dallo scranno più alto di Palazzo Madama come anche fece Fanfani. Non credo che in una democrazia matura ci sia bisogno di 5 saggi. Ci sarebbe bisogno di senatori e deputati più colti e competenti , con meno chiacchiera polemica televisiva e più lavoro nelle commissioni. Ma in realtà è proprio la figura del parlamentare che si fa più evanescente perché oggi il potere legislativo è affidato al Governo con i suoi decreti legge abituali. Tutto appare urgente e il Parlamento non fa altro che ratificare, magari con qualche emendamento. I tempi della politica sono stati ampiamente superati. In questo senso sembra una democrazia al tramonto con dei partiti privi di identità abbarbicati al potere. Se poi pensiamo all’assenteismo dal voto e alla protesta di piazza spesso violenta, ci accorgiamo che la democrazia sembra più una parvenza che una realtà. La crisi dello Stato e la autorevolezza sempre più bassa sono segni preoccupanti. I pericoli del fascismo sono remoti, quelli autentici molto vicini.
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Il sindaco Sala e Vasco
Il sindaco di Milano Sala  ha ancora una volta celebrato Vasco Rossi, dicendo che lui è più importante di tanti sindaci di Milano. Cantautore di successo, è anche noto per la sua vita smodata. È  naturale che Vasco  definisca autoritaria la vita attuale. Purtroppo invece occorrerebbero tanti giri di vite in più, ad esempio, in una università al collasso per la viltà dei suoi rettori. In Italia ci sarebbe bisogno di più ordine per garantire più libertà ai cittadini onesti che vedono i loro diritti defraudati dalla prepotenza. Il super milionario Vasco non vive certo i problemi nostri e il suo esempio mitizzato potrebbe aver contribuito a deviare  molti giovani. Questo dovrebbe sapere Sala, proponendolo ad icona di una società priva di valori.
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Lettere scrivere a quaglieni@gmail.com
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Al voto per l’Europa
Mi dà un consiglio sul voto europeo? Io tra mille polemiche stento a capire.  Fabrizia Raiteri
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Questa volta sono in imbarazzo pure io anche se incomincerei ad escludere i vari Santoro, Tarquinio, Salvini e tanti altri. L’Europa ha bisogno di un voto moderato che neutralizzi gli avventurieri. Votiamo pensando anche a Kiev e ad Israele. L’Europa non deve essere quella del cedimento, ma neppure dell’ oltranzismo bellicista. Per cercare di capire bisognerà attendere il voto americano.

“La memoria del futuro”, ovvero musical prosa e danza tra giovani talenti

Presentata la stagione di Alfieri e Gioiello

È con un certo – e giusto – orgoglio che Luciano Cannito, direttore artistico dei teatri Alfieri e Gioiello, durante la conferenza stampa di presentazione della stagione, tira fuori dal suo cappello magico una roboante cifra come fosse un numero magico: “Siamo passati da 95 mila a 211.588 spettatori, con molti spettacoli sold out e con un incremento del 116%”. Forse un successo persino insperato dai responsabili della nuova gestione – gli siede accanto Frabrizio Di Fiore, Ceo e general manager del FDF Entertainment, che in più interventi non può che riconoscere l’ottimo risultato del lavoro svolto in questo primo anno e la scelta che Cannito ha fatto per quanto riguarda gli spettacoli degli spettacoli che circoleranno -, un approccio ormai decisamente varato con il pubblico torinese, un gran bel salto.

La memoria del futuro” è il titolo della stagione 2024/25. “Questa espressione – precisa Cannito – evoca un ponte tra passato e futuro, suggerendo che le esperienze, le storie e le emozioni che il teatro ci offre non sono solo un richiamo alla memoria collettiva e individuale, ma anche una guida per immaginare e costruire il nostro domani.” Da un lato il patrimonio culturale mai dimenticato, fatto di tradizioni e di narrazioni antiche, dall’altro il desiderio di innovare guardando alle nuove possibilità che ci attendono. Quindi 78 titolo disseminati lungo l’intera stagione, dalla prosa al musical, dalla danza alla commedia brillante, titoli di alto livello, che hanno tra le loro aspirazioni quella più incisiva di aprire la strada e dare spazio ai volti e ai nomi nuovi dello spettacolo, a quei ragazzi che non improvvisando nulla ma esclusivamente con l’impegno stanno costruendo un loro preciso quanto affermativo percorso. Tutte le prime, maggiori aspettative sono per Pierpaolo Pretelli, la trentina superata, faccia pulita e quel tanto di gossip che non guasta, pronto a salire sul ring impugnando i guantoni (stanno esposti in questi giorni nella mostra alla Mole) di “Rocky” (Balboa) – dal 18 al 27 ottobre all’Alfieri, canzoni e musiche per un premio Oscar di enorme successo, l’amore per Adriana, fragile commessa di un piccolo negozio di animali (non è ancora tempo di svelare il nome dell’interprete: ma “tanta robbba”, assicura Pretelli) e la sfida contro Apollo Creed, la passione e la disciplina dell’allenamento, na nascita di una vera personalità e la costruzione di una propria forza interiore. Traduzione adattamento regia di Luciano Cannito.

Anche nella stagione prossima FDF Entertainment manterrà la promessa fatta lo scorso anno, ospitando a Torino tutte le prime nazionali che portano il marchio Di Fiore. E musical sia, da “La sposa cadavere” di Gregory Eve, con Beatrice Baldaccini, Luca Avagliano e Claudia Campolongo, per la serata di Halloween, storia già portata con successo sullo schermo nel 2005 da Tim Burton, a “Broadway Celebration”, un concerto che farà rivivere le più belle canzoni dei musical, da “Peter Pan” con le musiche di Edoardo Bennato alle riprese, richiestissime, a Fame – Saranno famosi”, da “Mare fuori” con tutti i protagonisti della serie televisiva a “Cabaret”, “con 108 repliche è divenuto lo spettacolo più rappresentato in Italia, mai come in questo periodo maledettamente attuale”, coregia e interpretazione di Arturo Brachetti, che riproporrà anche in finale di stagione il suo “Solo”, all’immancabile “Grease”, “un altro titolo che il pubblico continua a richiedere”. E musical di successo, per un Alfieri che si rivela sempre più come tempio del genere, saranno anche “Sapore di mare”, tra gli interpreti Paolo Ruffini, regia di Maurizio Colombi, coautore con Enrico Vanzina e Fausto Brizzi, cult cinematografico che ci riporterà indietro ancora una volta agli anni Sessanta; “Van Gogh” scritto e diretto da Andrea Ortis, “My Fair Lady” di Lerner e Loewe dal “Pigmalione” di Shaw, interprete Serena Autieri con Ivan Castiglione nel ruolo del professor Higgins, il fiore all’occhiello di “Cantando sotto la pioggia” per chi ama il cinema e le canzoni indimenticabili, regia e coreografia di Luciano Cannito, unica piazza Torino, “pronti a distribuirlo tra un paio d’anni in tutti i maggiori teatri d’Italia”. Forse la ciliegina sulla torta è il musical che in Francia ha fatto 400 mila spettatori e che ha spopolato e ancora spopolerà in occasione dell’Anno Santo nell’Auditorium della Conciliazione a Roma (2200 posti): “Bernadette de Lourdes”, regia di Serge Denoncourt, direttore musicale Céline Dion.

Grossa curiosità per “Rocco” (4 novembre, quante/quanti si segneranno la data!), quando Rocco Siffredi in novanta minuti racconta di sé e dei successi e delle emozioni, anche le delusioni e le situazioni difficili, tra divertimento e (forse) poesia: “con una sorpresa finale, che non è assolutamente quella che state pensando”, ci tiene a precisare Cannito. La grande danza con “Schiaccianoci” e “Il lago dei cigni”, ancora la prosa con “Il fu Mattia Pascal” con Geppy Gleijeses diretto da Marco Tullio Giordana, Violante Placido e Ninni Brischetta a proporre “1984”, tratto da Orwell, “La strana coppia”, ancora un Simon sui palcoscenici torinesi, Gianluca Guidi regista e interprete con Giampiero Ingrassia, Salemme con il suo nuovo testo, Ale&Franz, Vanessa Incontrada e Gabriele Pignotta in “Ti sposo ma non troppo”, il ritorno a Torino di “Perfetti sconosciuti”, successo al cinema, scritto e diretto da Paolo Genovese.

Curiosità e grandi nomi al Gioiello, “Amy Winehouse” interpretata da Melania Giglio, Stefano Fresi in “Dioggene”, Miriam Mesturino e Sergio Muniz alle prese con “Lapponia” ovvero i confini del circolo polare artico devastati dalla fatidica domanda se Babbo Natale esista oppure no, Rocco Papaleo a festeggiare i suoi primi quarantanni (di carriera) e Gianluca Ramazzotti a indagare nelle vesti del tenente Colombo, la Compagnia di Torino Spettacoli, con Elio Tedesco e Andrea Beltramo, a proporre “Verso l’ora zero” di Agatha Christie e Euridice Axen a far rivivere con “Settimo senso” Moana Pozzi, Simone Cristicchi in “Franciscus” tra riflessioni e canzoni “che toccano il cuore” e lo “Zoo di vetro” con il grande Pier Luigi Pizzi regista e Mariangela D’Abbraccio interprete, Dacia Maraini autrice di “Dialogo di una prostituta con un suo cliente” e Luca Ward a spiegarci “Il talento di essere tutti e nessuno”, Teo Mammuccari e Veronica Pivetti e Luca Bizzarci a interpretare con Francesco Montanari “Il medico dei maiali”, vicenda scritta da un interessante Davide Sacco, vicenda (fin troppo contemporanea) che ruota attorno alla morte del re d’Inghilterra. Dopo il grande successo riscosso poche settimane fa, Margherita Fumero e Cristian Messina riproporranno con Mauro Villata, Mario Bois e Anna Cuculo “Sherlock Holmes, Lady Margaret e il sigillo reale”, mentre per gli appassionati della soap opera, con “Un letto per due” di Tato Russo, arriverà a inizio novembre Riccardo Polizzy Carbonelli, ovvero il cattivissimo sciupafemmine Renato Ferri di “Un posto al sole”.

Elio Rabbione

Nelle immagini, alcuni degli artisti che vedremo in stagione sui palcoscenici di Alfieri e Gioiello: Pierpaolo Pretelli, Luca Ward (ph Stefano Marigliani) e Simone Cristicchi (ph Giorgio Amendola), Ale&Franz, Simona Autieri; un momento dello “Schiaccianoci” diretto e coreografato da Luciano Cannito.

Paolo Leonardo in mostra alla Raffaella De Chirico Arte Contemporanea

La personale dell’artista torinese dal titolo “Resurfacing erasures”

 

La galleria Raffaella De Chirico Arte Contemporanea ha inaugurato il 6 giugno scorso la personale dell’artista Paolo Leonardo, torinese di nascita, classe 1973, nella sua sede in via Monte di Pietà 1A, a Milano. Il titolo dell’esposizione è “Resurfacing erasures”, e comprende lavori di recente produzione dell’artista, risalenti agli anni 2022-2024. Da circa tre decenni Paolo Leonardo interviene con la pittura sulla stampa fotografica da scansione. Sono in mostra tre cicli di lavori con cromie dominanti che danno anche i titoli al corpus delle opere: “Rossi”, di piccolo formato; “Blu” e “Oro”, di medio e grande formato, in cui la figura femminile risulta essere quella maggiormente protagonista. Se la poetica in passato era espressione politica, negli ultimi lavori l’artista è più introspettivo e intimo che mai, declinando anche la sua vita personale volta alla totale assenza dai social network.

È un altro torinese l’artista scelto per la seconda mostra in via Monte di Pietà 1A, a Milano. Paolo Leonardo che, da circa tre decenni, interviene con la pittura sulla stampa, da fotografie scansionate o su manifesti pubblicitari. L’elaborazione dell’immagine ha avuto fin dagli esordi una dimensione pubblica e politica e, in particolare, i manifesti pubblicitari sono stati il supporto attraverso il quale codificare e restituire la figura stravolgendone la natura pop mediante una poetica violenta di contestazione e distorsione. Negli ultimi anni, con lucida consapevolezza, Leonardo ha scelto per vita e lavoro una dimensione analogica. Estremamente schivo, e totalmente assente dai social network, ha dedicato la sua ricerca a una selettiva scelta di materiali che è divenuta più intima e profonda che mai. Si può definire approccio analogico nel senso di “lenta rivelazione”. Nella nuova serie di lavori “Rossi”, china su stampa da scansioni di fotografie, l’artista sceglie ancora l’anonimato di luoghi e persone; nonostante la sua intenzione sia quella di cancellare ulteriormente identità e contesto, dalla carta riemerge il ricordo raschiato. L’immagine viene distorta e cancellata, oltre a essere cromaticamente appiattita dal rosso; attraverso il livellamento il ricordo individuale si sgretola e la memoria diventa collettiva, mediante un meccanismo protettivo l’immagine diventa familiare e consolatoria. Il passato risulta essere confortante, il presente nonè compreso e veramente accolto, in fin dei conti percepito come inaccettabile. L’artista rifugge l’invadenza della forma contemporanea, troppo veloce e violenta, totalitaria e frammentata allo stesso tempo.

Nel 2005, ispirandosi allo stesso corpus dei lavori Rossi, con il regista Daniele Gaglianone e con le elaborazioni sonore di Massimo Miride, è stato realizzato un cortometraggio di trenta minuti in cui gli artisti hanno ripreso una metropoli dipingendola di rosso. Il risultato è un viaggio onirico e visionario, un allontanamento dalla realtà oggettiva. Impossibile non citare Jean-Luc Godard e La Nouvelle Vague, le cui atmosfere spesso ritroviamo nella ricerca di Paolo Leonardo. Questa recente produzione di piccolo formato, il cui allestimento in serie ricorda il montaggio di una pellicola cinematografica, aderisce bene all’idea di Godard, secondo cui il montaggio è un “pensare con le mani”, che garantisce al cinema il ruolo di rifugio dal tempo, grembo del senso storico, in contrapposizione al totalitarismo del presente che inghiotte qualunque distinzione temporale.

Nel 2024 Leonardo si è cimentato con il “Blu”. In mostra tele elavori su carta di grandi e medie dimensioni. Le figure femminili del ciclo “Oro”, anch’esse di recentissima produzione, sono immagini di corpi di donne recuperati dall’associazione per la fotografia storica, e gli originali risalgono al 1870 e al 1880. Rassicuranti e pienamente femminili, l’erotismo è esplicito ma scevro da aggressività; sono lontane dalle figure di modelle, così altere e inavvicinabili, su cui Leonardo ha lavorato in passato. Non vi è traccia del discorso sul genere, sui temi queer o LGTBQ, in totale controtendenza con la contemporaneità. Sono figure analogiche. Le donne “Oro” sono cristallizzate e confortanti; dal latino aurum, il colore rimanda alla preziosità intrinseca, anche se l’oro è il metallo con cui si fabbricano le monete: la mercificazione del corpo e dell’immagine femminile è un tòpos della ricerca di Leonardo.

La memoria, come allucinazione poetica e menzognera, fornisce compattezza, tiene insieme per non andare in pezzi ed è finalizzata all’integrità. Quelle sulle tele e le carte di Paolo Leonardo sono inganni che si intersecano. La memoria, illusoria e fallace, così come la descriveva anche Proust nella sua caratteristica di non rappresentare un evento per ciò che è stato ma per come lo si immagina e ricostruisce, la pittura, il godardiano “pensare con le mani” e la cinematografia, la magnifica illusione.

Paolo Leonardo vive e lavora a Torino.

La mostra rimarrà aperta fino al 31 luglio 2024. Dal 10 al 14 giugno dalle ore 15 alle 19 e gli altri giorni e orari su appuntamento.

 

Mara Martellotta

“Navigando l’ignoto”, la nuova mostra di Ciro Palumbo alla Promotrice delle Belle Arti

 

Torino, dal 7 al 30 giugno 2024

 

“Navigando l’ignoto”, la nuova mostra di Ciro Palumbocurata da Archeion Archivio Ciro Palumbo e promossa da TAIT Gallery, di cui vi è stata oggi venerdì 7 giugnol’inaugurazione presso la Promotrice delle Belle Arti di Torino in viale Crivelli 11, e che sarà visitabile fino al 30 del corrente mese, è un’esposizione di centotrenta opere che raccontano, divise per sezioni, gli anni di pittura e di trasformazione di Palumbo. Le opere non sono disposte cronologicamente, ma vanno a creare un percorso finalizzato a suscitare nel visitatore emozioni e suggestioni intense.

“Navigando l’ignoto” arriva dopo l’uscita del Catalogo Ragionato presentato nel mese di maggio presso il Museo Nazionale del Cinema – Mole Antonelliana che testimonia l’apice della poetica del pittore. L’artista, presente all’odierna inaugurazione, è tornato a Torino, città dove vive, dopo anni trascorsi ad esporre su territorio nazionale ed internazionale. All’interno dell’area di esposizione è possibile godere di piccoli salottini di riflessione e avere modo di sfogliare il catalogo, curato da Alessandra Redaelli, che ha affrontato l’intero “Viaggio del Poeta Visionario”.

La mostra nasce dalla necessità di guardarsi in prospettiva e di fare il punto della situazione. Il suo mondo onirico, metafisico, surrealista; le sue esplorazioni nei meandri della mente e dell’inconscio trovano qui la sintesi di un cammino lungo, variegato, istintivo, fatto con il cuore, la pancia e il cervello in egual misura, lasciandosi trasportare dalle emozioni. Intenso, coerente e selvaggio, il percorso di Ciro Palumbo è diretto verso una meta precisa: scavare nel profondo dell’anima e dell’inconscio umano.

All’inizio è la tavola uno degli elementi rappresentati, qui simbolo della monumentalità della Cultura racchiusa nei libri, da sempre fedeli compagni di viaggio nella vita e nell’opera di Palumbo.

Si prosegue con le prospettive urbane intrise di mistero e rigore. Le sue piazze in fuga, le case collocate a imbuto di fronte a un mare privo di nomenclatura, le finestre allineate sotto cieli attraversati da nuvole, gli usci (se aperti o chiusi non è dato sapere). La Natura Morta, il Paesaggio e la Figura in ordine sparso caratterizzano i fondali su cui vengono mappate le storie e i tanti episodi di questo originale e irriverente artista. Una prospettiva, la sua, nutrita di disciplinata geometria, eppure rivolta a un “altrove” di cui non si ha esperienza.

Il sogno e il mito sono i temi principali dell’ultimo periodo. Da sempre appassionato e studioso dei racconti epici, Ciro Palumbo colloca i colori più amati, le barche e i libri di cui si sono consumate le pagine all’interno di un corpus intellettuale che si può definire come “sogno idealizzato”, in cui avviene una ricerca della perfezione mai banale. Ulisse, Prometeo e Ermes sono tra quei personaggi riconducibili al mito presenti nei suoi cicli pittorici, simboli del mare, della libertà e della terra perduta, della ribellione all’autorità e alle imposizioni.

Le aree espositive sono suddivise su queste tematiche: dalla metafisica al surrealismo classico, dal mito al viaggio, dal sogno all’infinito, dalle isole ai Mulini di Dio, dagli animali alle mille lune. Tra i noti personaggi non ancora citati ci sono Dante e Don Chisciotte, oltre agli immancabili libri e alle fantastiche barche che puntano in direzione del cielo, verso un viaggio ignoto e onirico.

Mercoledì 19 giugno, alle ore 18:00, presso la Promotrice delle Belle Arti di Torino, si terrà una Lectio Magistralis sul percorso artistico di Ciro Palumbo a cura della Dott.ssa Anna Caterina Bellati, a partire dal saggio scritto per il Catalogo Ragionato.

La mostra è stata progettata da Matteo Scavetta con i testi critici di Alessandra Redaelli, realizzata anche grazie al supporto di TAIT GROUP, Fondazione ITS Academy per la Mobilità Sostenibile Aerospazio/Meccatronica Piemonte, SpaceVerse, Extralever, Falpa Cornici, Techne Art Service, Agata Home Design, Nicoletti Home, Arazzeria Scassa e Couvage.

Infine, un progetto speciale è stato pensato per la mostra, a cura di Fondazione ITS Academy per la Mobilità Sostenibile Aerospazio/Meccatronica Piemonte, eccellenza a livello nazionale nell’ambito della formazione terziaria. Nell’ambito del Progetto ITS4.0, promosso dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, in collaborazione con l’Università Foscari di Venezia, gli studenti e le studentesse del primo anno del corso “Sistemi Integrati e Testing per lo ‘Spazio’” hanno sviluppato il progetto “AI motional Art – il Viaggio di Spacey, in cui un ologramma “lunare” interagirà con i visitatori della mostra chiedendo loro di rispondere ad alcune domande situazionali legate a sensazioni provate durante un’esperienza immersiva provata poco prima di incontrare Spacey.

Lo scopo del progetto è quello di comprendere appieno il potenziale di Spacey come supporto anche emotivo a tutti quegli astronauti coinvolti in missioni di lunga durata nello spazio porofondo.

 

Gian Giacomo Della Porta

Incipit offresi: Carlotta Marricco di Aosta vince la nona edizione del talent letterario

Prosegue “Montaud Festival – Una collina di eventi”

FESTIVAL MUSICALE, CON BIRRA ARTIGIANALE E STREET FOOD

CONCERTI DALLE ORE 21

A GIUGNO: STEFANO CASETTA, SPELL OF DUCKS, MARIO POLETTI TRIO, ELEVEN BAND E FLAVIO BOLTRO CON FABIO GIACHINO

Prosegue “Montaud Festival – Una collina di eventi”: una rassegna musicale che nasce dalla collaborazione tra due realtà punto di riferimento nel chierese per gli eventi, il buon cibo e il buon bere: La Nave dei Folli, e il birrificio Grado Plato. Durante l’evento sarà possibile infatti apprezzare lo street food del rinomato food-truck “Rustycone” e degustare le numerose (e pluripremiate) birre del birrificio. Tutti i concerti saranno ad ingresso gratuito. 

Proprio nella sede dello storico birrificio piemontese Grado Plato, a Montaldo Torinese (Via Bardassano,8), si avvicenderanno sul palco gruppi di diversi generi musicali: dal rock, al jazz, passando per il blues, l’indie, il jazz e la musica cantautoriale. I concerti iniziano alle ore 21. 

Venerdì 7 giugno ci sarà la “Notte dei cantautori”, uno straordinario progetto musicale che mette sul palco alcuni successi dei cantautori italiani, seguito, sabato 8 giugno dai Liltone Brothers e i Valentine base. Il duo acustico Liltone Brothers, composto da Stefano Fenoglio (voce/chitarra) e Lorenzo Finelli (voce/chitarra solista), propone musica internazionale e italiana, per condurre gli ascoltatori attraverso un’autentica unplugged experience. I Valentine Base (recupero del concerto per pioggia) si esibiranno in una carrellata di cover dei classici del rock. 

Domenica 9 giugno sul palco i Son Machito. Il loro viaggio parte dalle radici: danzón, son mambo, cha cha cha e naturalmente salsa, ricordando gli artisti che rappresentano oppure hanno rappresentato la musica latino americana nel mondo. 

Giovedì 13 si esibiscono gli Ultimo Trenoche propongono cover dei classici del rock, mentre venerdì 14 giugnoStefano Casetta seguito dai Spell of Ducks.

Stefano Casetta è un cantautore e musicista classe ’01 della provincia di Torino. Si avvicina alla musica, e in particolare alla chitarra e al canto, da autodidatta, per proseguire poi la sua ricerca e i suoi studi presso l’Accademia Lizard di Torino. Ad oggi si è esibito ovunque sul territorio torinese (aprendo, tra le altre cose, il concerto de IlTre e dei Santi Francesi sul palco di Ritmika) preparando se stesso e il suo pubblico all’uscita del primo inedito. Tra pop, folk, rap, R&B e fingerstyle music, Stefano si muove come l’underdog della città, in una continua gavetta e puntando sempre più in alto.I l suo stile subito riconoscibile è frutto della sua indissolubile simbiosi con la chitarra e della mano esperta dei suoi produttori: Tony de Gruttola e Daniel Bestonzo.

Il live degli Spell of Ducks fa parte del tour di presentazione del loro nuovo album “L’autostrada dei fiori” uscito ad aprile 2024. Band indie-folk di Torino oggi composta da 6 elementi: voce, chitarra, banjo/tastiere, basso, batteria, violino.

Nel 2017 diventano “Artisti Del Mese” di MTV Italia e partecipano ad Italia’s Got Talent con l’approvazione di tutti i giudici. L’anno successivo salgono sul palco di Zelig a Milano e del Teatro Ariston a Sanremo, in occasione delle finali di Openstage e di Fiat Music.

Il 2020 è l’anno di “Ci vediamo a casa”, il loro nuovo disco in italiano e nel frattempo “Sailor Man” diventa la colonna sonora di un cortometraggio che li porta alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.

Inoltre, altre 5 canzoni del loro repertorio entrano nella soundtrack di “Per tutta la vita”, film di Paolo Costella, uscito al cinema in tutta Italia.

Nel 2022: esce la trilogia “Facciamonotte” e a fine 2023 cominciano le registrazioni del nuovo disco “L’autostrada dei fiori”, in uscita ad Aprile 2024.


Giovedì 27venerdì 28 sabato 29 giugno è il momento del “Montaud Jazz Festival”: Nella prima serata si esibirà il Mario Poletti Trio, mentre il 28 tocca all’Orchestra Eleven’s Band. Chiude, sabato 29, Flavio Boltro con Fabio Giachino.

Mario Poletti Trio. Progetto del mandolinista Mario Poletti che, elaborando le esperienze maturate con alcune delle migliori formazioni della scena folk rock italiana, Lou Dalfin, Teres Aoutes String band, e contaminandole con i linguaggi della musica afroamericana, blues, funky, jazz, latin, propone un repertorio di brani originali e non che, con il contributo dello strumento nostrano per eccellenza, il mandolino, sono caratterizzati dalla ricerca di un suono popolare e italiano dove confluiscono passato e presente e tradizione e modernità. 

Formazione

Mario Poletti – mandolino

Marco Piovano – basso elettrico 

Daniele Bianciotto – batteria

Eleven’s Band. Un gruppo di amici, insegnanti e allievi di musica che grazie agli ambienti della Filarmonica Chierese, con esperienze musicali eterogenee hanno deciso di dar vita ad un nuovo progetto musicale. Una big band composta da 11 elementi che spazierà dallo swing al pop ed altri svariati generi, con un sound che “strizza l’occhio” alle migliori Big Band Americane.

Flavio Boltro con Fabio Giachino. Un incontro straordinario caratterizzato da una carica espressiva dialtissimo livello alternata a momenti di profonda intensità artistica in un repertorio che si muove liberamente tra composizioni originali e standard jazz.

Flavio Boltro tromba di riferimento del jazz italiano insieme a Fabio Giachino, tra i più virtuosi giovani pianisti italiani, danno vita a “Things to say”, il nuovo lavoro discografico prodotto da Cam Jazz che uscirà nel 2021.

I due artisti hanno condiviso insieme numerose esperienze musicali giungendo ad una intimità artistica che trova la sua massima espressività in questo lavoro in cui le cose da dire sono molte, ma sono soprattutto intense ed uniche.

Oltre alle illustri collaborazioni internazionali tra cui spiccano i nomi di Michel Petrucciani, Freddie Hubbard, Marcus Miller, Cedar Walton, Danilo Rea, Gino Paoli e molti altri, Flavio Boltro è stato citato da Winton Marsalis sul “Down Beat” tra i dieci trombettisti migliori al mondo.

Fabio Giachino è tra le figure più interessanti della nuova generazione di pianisti, si è aggiudicato numerosi premi internazionali (tra cui Premio M.Urbani 211, C.Bettinardi 2011) e ha collaborato con artisti del calibro di Randy Brecker, Dave Liebman, Gavino Murgia, Javier Girotto.

Informazioni al numero: 333 621 08 14

Resume programma di giugno:

giugno – Notte dei cantautori (Miotello e co)
giugno – Liltone Brothers + Valentine base
giugno – Son Machito
13 giugno – Ultimo treno
14 giugno – Stefano Casetta (opening gratis) + Spell of Ducks


27-28-29 Jazz Festival:

27 giugno – Mario Poletti Trio
28 giugno – Orchestra Eleven’s Band 
29 giugno – Flavio Boltro e Fabio Giachino 

BIOGRAFIE

La Notte dei Cantautori è uno straordinario progetto musicale che mette sul palco alcuni successi dei cantautori italiani, le canzoni che tutti amiamo e conosciamo a memoria. Brani che ci hanno fatto innamorare, gioire, piangere, commuovere, che ci hanno unito ai nostri amici attorno ad una tavola o ad un falò in spiaggia.

La musica d’autore italiana moderna, che nasce con Domenico Modugno, e che trova nei cambiamenti sociali degli anni 70 il suo trampolino di lancio per arrivare fino ad oggi, ha introdotto temi e testi di indubbio valore simbolico, emotivo e letterario. Una rivoluzione che è passata dall’arte, dalla musica e dalle parole di autori che avevano l’esigenza di raccontare le loro storie, regalando all’Italia un patrimonio collettivo importantissimo.

Costruire uno spettacolo su questo tesoro è stato il vero scoglio della band, proprio perché il dilemma è “chi non mettere in scaletta, che brani non suonare”; la scelta quindi, assolutamente soggettiva, è stata quella di cercare di fare una “fotografia sonora” del nostro Paese. Un repertorio suonato con passione ed energia, con brani arrangiati in maniera originale senza tuttavia stravolgere le intenzioni degli autori. Uno spettacolo condito da racconti a aneddoti per imparare a conoscere meglio le personalità degli artisti, di alcune loro caratteristiche e peculiarità.

La grandissima esperienza dei componenti della band garantisce uno spettacolo di qualità, in grado di coinvolgere il pubblico fino a farlo diventare il vero protagonista della serata, con i suoi cori, le parole e le emozioni che si riversano sul palco.

La band è composta da: Marco D’Angeli (voce), Francesco Lannocca (tastiere e cori), Maurizio Miotello (chitarre e cori) Antonio Filigno (basso), Angelo Cannarozzo (batteria).

Son Machito

Il nostro viaggio parte dalle radici : danzón, son mambo, cha cha cha e naturalmente salsa, ricordando gli artisti che rappresentano oppure hanno rappresentato la musica latino americana nel mondo.

Un vero e proprio fenomeno culturale del Caribe, il cui popolo dal temperamento fiero e tenace è sempre pronto a contrapporre ad ogni avversità la musica, la danza e l’allegria.

Marzia Savoiardo – voce solista

Max Brizio – voce, synth e piano

Totò Giunta – voce e basso

Mario Bracco – congas

Maurizio Plancher – timbales

Spell of Ducks 

Band indie-folk di Torino oggi composta da 6 elementi: voce, chitarra, banjo/tastiere, basso, batteria, violino.

Nel 2017 diventano “Artisti Del Mese” di MTV Italia e partecipano ad Italia’s Got Talent con l’approvazione di tutti i giudici. L’anno successivo salgono sul palco di Zelig a Milano e del Teatro Ariston a Sanremo, in occasione delle finali di Openstage e di Fiat Music.

Il 2020 è l’anno di “Ci vediamo a casa”, il loro nuovo disco in italiano e nel frattempo “Sailor Man” diventa la colonna sonora di un cortometraggio che li porta alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.

Inoltre, altre 5 canzoni del loro repertorio entrano nella soundtrack di “Per tutta la vita”, film di Paolo Costella, uscito al cinema in tutta Italia.

Nel 2022: esce la trilogia “Facciamonotte” e a fine 2023 cominciano le registrazioni del nuovo disco “L’autostrada dei fiori”, in uscita ad Aprile 2024.

Flavio Boltro con Fabio Giachino. Un incontro straordinario caratterizzato da una carica espressiva di altissimo livello alternata a momenti di profonda intensità artistica in un repertorio che si muove liberamente tra composizioni originali e standard jazz.

Flavio Boltro tromba di riferimento del jazz italiano insieme a Fabio Giachino, tra i più virtuosi giovani pianisti italiani, danno vita a “Things to say”, il nuovo lavoro discografico prodotto da Cam Jazz che uscirà nel 2021.

I due artisti hanno condiviso insieme numerose esperienze musicali giungendo ad una intimità artistica che trova la sua massima espressività in questo lavoro in cui le cose da dire sono molte, ma sono soprattutto intense ed uniche.

Oltre alle illustri collaborazioni internazionali tra cui spiccano i nomi di Michel Petrucciani, Freddie Hubbard, Marcus Miller, Cedar Walton, Danilo Rea, Gino Paoli e molti altri, Flavio Boltro è stato citato da Winton Marsalis sul “Down Beat” tra i dieci trombettisti migliori al mondo.

Fabio Giachino è tra le figure più interessanti della nuova generazione di pianisti, si è aggiudicato numerosi premi internazionali (tra cui Premio M.Urbani 211, C.Bettinardi 2011) e ha collaborato con artisti del calibro di Randy Brecker, Dave Liebman, Gavino Murgia, Javier Girotto.

Eleven’s Band. Un gruppo di amici, insegnanti e allievi di musica che grazie agli ambienti della Filarmonica Chierese, con esperienze musicali eterogenee hanno deciso di dar vita ad un nuovo progetto musicale. Una big band composta da 11 elementi che spazierà dallo swing al pop ed altri svariati generi, con un sound che “strizza l’occhio” alle migliori Big Band Americane

Gli appuntamenti della Fondazione Torino Musei

VENERDI 7 GIUGNO

Venerdì 7 giugno ore 18

PERDIZIONE – prima nazionale

MAO – performance nell’ambito del festival Interplay

Una performance site specific di e con Stefania Tansini adattata appositamente per il MAO Museo d’Arte Orientale di Torino, realizzata per la prima volta in forma di studio per gli spazi della Fondazione 1563 nel Palazzo Einaudi.

Il corpo si pone come elemento di passaggio in ascolto verso quello che offre l’attimo, il luogo, il suono. Sfugge e lascia una traccia. Un abbandono alla contingenza e al piacere del movimento. Un cambiamento di forme e dinamiche a partire dalla sensibilità della presenza in una costante ricerca di autenticità. La coreografia si sviluppa in parallelo all’andamento sonoro e accoglie le caratteristiche del luogo. Apre possibilità di esistenza inaspettate a partire dall’attenzione minimale del gesto. Corpo e suono sono attivatori di accadimenti effimeri: stanno, agiscono, rimangono, abbandonano.

Ingresso €10.  I biglietti sono disponibili in prevendita su Ticketone e in biglietteria il giorno dell’evento.

STEFANIA TANSINI. Danzatrice e coreografa, è diplomata all’Accademia Paolo Grassi. Ha lavorato per Romeo Castellucci, Cindy Van Acker, Simona Bertozzi, Luca Veggetti, Enzo Cosimi, Ariella Vidach, Motus. Ha intrapreso un percorso di ricerca sul corpo che porta avanti attraverso progetti coreografici e performativi. È vincitrice del premio UBU 2022 nella categoria “miglior performer under 35” ed è artista associata alla Fondazione Teatro Grande di Brescia. I lavori di Stefania Tansini sono stati presentati in numerosi festival, tra cui Romaeuropa Festival, Festival FOG di Milano, Festival di Sant’Arcangelo, Festival Gender Bender di Bologna, Festival La democrazia del corpo di Firenze, Festival Interplay. Stefania è stata vincitrice nel 2023 del Bando Air per L’ombelico dei limbi, nel 2022 Premio UBU miglior attrice/performer under 35 e nel 2021 Premio rete e critica per La grazia del terribile, per citarne alcuni.

SABATO 8 GIUGNO

 

Sabato 8 e domenica 9 giugno ore 10 – 17

LE ROSE

Palazzo Madama – workshop di acquerello botanico con Angela Petrini

Osserveremo la grande varietà di rose presenti nel giardino di Palazzo Madama: la rosa gallica, la rosa alba, la rosa damascena (di Damasco) colpiscono il visitatore con i colori dei petali e le forme delle corolle, a cui si accompagna l’intensità del profumo che da loro sprigiona.

L’osservazione delle caratteristiche botaniche si tradurrà nel disegno, a cui darà vita il colore studiato nelle sue possibili miscele e modalità di applicazione. Ai più esperti si proporranno, tra l’altro, più elaborate costruzioni compositive come la rappresentazione del fiore bianco.

Il corso ha una durata di 12 ore ed è accreditato per l’aggiornamento degli insegnanti (legge 170 del 21/03/2016 art. 1.5).

Angela Petrini, affermata acquerellista botanica, ha ottenuto il Diploma con lode in disegno e acquerello botanico dalla Society of Botanical Artists nel Regno Unito nel 2010, tra i suoi riconoscimenti più significativi la Golden Medal ricevuta dalla eminente Royal Horticultural Society al RHS London Orchid & Botanical Art Show 2018.

Materiale occorrente: acquerelli; pennelli tondi a punta fine numeri 4, 2, 0; matita HB; gomma morbida; carta liscia satinata 300 gr. formato 30×40 circa. A chi non avesse il materiale l’insegnante può fornire carta, pennelli e colori necessari per lo svolgimento del seminario al costo di 5 €. È necessario segnalarlo al servizio prenotazioni.

Costo: € 140 / ogni incontro

Posti disponibili per ogni appuntamento: 8
Prenotazione obbligatoria: tel. 011 4429629; e-mail: madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

 

 

Sabato 8 giugno ore 14:30, 15:30 e 16:30

UNA VALIGIA DI SOGNI. STORIE DI VIAGGI E DI GRANDI AVVENTURE

MAO – attività per famiglie in collaborazione con Comune di Torino, Crescere Leggendo e Centro di documentazione e biblioteca pedagogica

Un appuntamento dedicato alle bambine, ai bambini e alle loro famiglie, alla scoperta dell’Asia, della sua storia, all’interno degli spazi espositivi del MAO Museo d’Arte Orientale, accompagnati da letture di storie di viaggi.

Ingresso libero. Prenotazione obbligatoria a: maodidattica@fondazionetorinomusei.it – 0114436928


Theatrum Sabaudiae
 propone visite guidate in museo
alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.
Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html

Come si sta in tre sotto il letto? Scopritelo domenica 9 giugno a Rivoli

Domenica 9 giugno, la compagnia e casa di produzione Di Tutto un Po Artists porta in scena il testo di Stefania De Ruvo al Teatro Borgonuovo di Rivoli in Via Roma 149C.

 

Cosa succederebbe se il tradimento avvenisse alla luce del sole? Se invece di nascondersi si vivesse apertamente una storia d’amore con moglie e amante, o fidanzata uno e fidanzata due? Non sto parlando di peccaminosi ménage à trois o di famiglie poliamorose dove tutti si amano e sono felici. Parlo di accettare che il nostro partner abbia un altro, o un’altra, senza nasconderlo.  Se il tradimento è sport assai praticato, che almeno sia noto a tutte le parti, cosicché queste possano accettarlo o applicare il teorema di Raffaella Carrà: se non ti sta bene, trova un altro più bello.

Ad indagare la tematica è Stefania De Ruvo, autrice teatrale le cui opere sono state portate in scena in teatri italiani e spagnoli, con la commedia brillante In Tre Sotto il Letto. A dar vita ai tre personaggi decisamente sopra le righe sono Angela Di Tria, Rosy Fiorillo e Marco Sapino, attori e produttori di quella che è una vera e propria società di produzione di spettacoli che loro hanno chiamato Di Tutto un Po Artists. E attenzione, si scrive Po e non Po’, come il nostro fiume, per sottolineare e omaggiare la terra da cui provengono.

Ho provato a intervistarli e non è stato semplice. Angela, Rosy e Marco sono un vulcano che esplode e ti travolge con l’entusiasmo di chi ama ciò che fa e lo racconta con passione. Uno finisce la frase dell’altra, gli argomenti si intrecciano e spesso devi chiedere loro di rallentare. Provo a dipanare una matassa assai ingarbugliata, ma divertente.

Cominciamo dalle presentazioni. Chi siete e come siete nati artisticamente?

Marco: io sono un farmacista e provengo da una famiglia che lavora in ambito medico. Ma la voglia di fare l’attore non si è mai assopita. Così ho studiato e fatto teatro a livello amatoriale. Poi all’accademia Attori di Torino ho conosciuto Rosy e Angela e ho capito subito che condividevamo la stessa visione e lo stesso percorso.

Mi state dicendo che portate avanti due carriere parallele? Questo spesso non è ben visto dalla società. O sei farmacista o attore.

 

Rosy: e ti dirò di più. Io ho lavorato anche nelle risorse umane. Spesso i curricula con tante esperienze diverse venivano cestinati. Invece di assumere qualcuno che dimostra di essere versatile o intercambiabile, si scarta perché “quello non si sa bene cosa faccia”.

E dire che ci sono molti casi di persone che hanno abbracciato più mestieri. Il grande Enzo Jannacci era un ottimo medico e un musicista meraviglioso.

 

Marco: esatto, e noi, a un certo punto, ci siamo resi conto che avevamo bisogno di portare avanti i nostri progetti artistici. E invece di fondare una compagnia abbiamo dato vita a una vera e propria società di produzione.

Angela: Di tutto un Po Artists si occupa infatti di produrre e anche scrivere progetti teatrali e culturali. Stiamo lavorando a un progetto intitolato Omnia: tre personaggi che rappresentano vita amore e passione all’incontro col quarto, il destino. In omnia c’è l’arte a 360° con canto, chitarra, poesia ma anche tecnologia.

Fermi. Ritorniamo al vostro profilo. Anche tu Rosy provieni dall’Accademia Attori e…?

Rosy: Lavoro per un’azienda di moda e insegno yoga. Ma ho scelto di fare l’attrice per assecondare la mia natura. Sai, son sempre stata quella che passa per essere sopra le righe. Non fraintendermi. In azienda sto bene, ma ho anche bisogno di esprimermi e la recitazione mi fornisce la scusa giusta.

Angela: ed è un’ex atleta. Una pallavolista.

Rosy: si e sono sempre stata molto motivata. Quando mi metto a fare una cosa, mi ci impegno. Certo non ho figli e mi rendo conto di potermelo permettere.

Ho perso il conto dei mestieri e ho quasi paura a chiedere: e tu Angela?

 

Angela: lavoro in un’azienda di materiali edili e artisticamente arrivo dal mondo della danza, a partire da quella classica.

Marco: Angela è un’ottima regista. Sua è infatti la regia di In Tre Sotto il Letto. E pensa che non sapeva nemmeno di volerlo fare.

Angela: sono stati loro a spingermi e si, mi piace dirigere. Quando ci siamo conosciuti io ero molto stressata, tant’è che non mi presero subito in considerazione.

Marco: l’occasione arrivò con uno spettacolo all’imbarco Perosino. L’abbiamo coinvolta e spinta a cantare e recitare.

Rosy: angela canta da molti anni e ha una voce bellissima. Sua la voce che si sentirà in Omnia.

Possiamo dire che questa commedia vede Eva contro Eva litigarsi il bell’Adamo?

 

Rosy: non proprio.

Angela: le due sanno e accettano inizialmente la loro situazione. Le loro giornate sono ben suddivise sino a quando…

 

Ferma! Non voglio sapere troppo. Quindi non parliamo di rivalità. Ma almeno possiamo dire che, personalmente, se vengo tradita, io non voglio saperlo?

 

Rosy: e qui sta il punto o fammi dire l’ipocrisia. Tutti tradiscono e chi tradisce spesso lo scopre, ma fa finta di non sapere. Non credi che si vivrebbe meglio se lo facessimo con più leggerezza? Ecco, la commedia cerca di aprire un tavolo di discussione. Si vuole instillare il dubbio su quella che è spesso l’ipocrisia di cui un rapporto è intriso. Il testo vuole farci ragionare. Come quando una coppia non si separa per i figli, senza considerare che magari i figli starebbero meglio dopo. E se anche un solo spettatore esce e ne discute, noi abbiamo raggiunto il nostro obiettivo.

Marco: sai che spesso il nostro pubblico ci scrive per dirci cosa ha provato durante un nostro spettacolo? È successo per La Verità di Freud, sempre della De Ruvo, un lavoro che abbiamo portato anche nelle scuole.

Un’altra produzione…

 

Rosy: e avevamo paura che i trecento o quattrocento ragazzi in auditorium non ci seguissero. E invece no, non è volata una mosca e alla fine ci hanno scritto per raccontarci cosa avevano provato.

Marco: a me scrivono tutt’ora. Abbiamo iniziato quest’avventura pensando di aprire un’associazione culturale. Invece poi abbiamo dato vita a una vera e propria società che si occupa di produrre ma anche di fare workshop. Il riscontro del pubblico è arrivato subito. Abbiamo anche scritto uno spettacolo per il compleanno di una onlus di farmacisti di cui sono volontario.

Anche il volontariato?

 

Marco: si, faccio parte di questa onlus, che in realtà oggi si chiama Odv, organizzazione di volontariato. L’A.p.p.a, questo il nome, comprende farmacisti che vanno in paesi africani o in altre parti del mondo a insegnare le preparazioni. Quest’anno, in occasione del ventennale della fondazione, A.p.p.a ci ha chiesto uno spettacolo da mettere in scena durante la cena a Villa Sassi. Abbiamo prima intervistato i farmacisti e poi scritto un copione trasponendo la loro visione della professione in spettacolo teatrale.

Questa è un’altra bellissima storia che meriterebbe un articolo a parte. Non sapevo di questa organizzazione.

 

Marco: Quando vuoi… Come vedi, la nostra società di produzione ci permette di muoverci a tutto tondo, non vogliamo solo recitare, vogliamo dare spazio a progetti artistici e culturali. Vogliamo maggiore libertà. E a settembre inizieremo anche i corsi di formazione.

 

Piano piano si delineano i ruoli in un terzetto che si completa e si compensa. Se Marco propone, Rosy asseconda e Angela pondera. Marco sembra una creatura a metà tra il pigmalione e il talent scout. Lui riesce a vedere attitudini che il diretto interessato sembra non sapere di avere. Rosy è la partner in crime perfetta per Marco, entusiasta e folle al punto giusto. L’eterea Angela osserva, rallenta i compagni d’avventura ma allo stesso tempo si lascia trascinare.

Dal loro incontro mi porto a casa due cose. Intanto che non tutti sono definibili con una sola etichetta: il medico, l’insegnante, il commesso, l’attore, la ballerina. C’è chi si divide tra più passioni e finisce per portare avanti più mestieri.

E poi che abbiamo bisogno di amare e di essere amati da chi è in grado di condividere quei mestieri e quelle passioni. Credo sia questo a cui dobbiamo ambire. Persone che ci permettono di essere noi stessi o la versione migliore di noi stessi. Che ci sostengono, ci nutrono e ci aiutano a evolvere. Non so se sia possibile vivere una relazione dove si condivide lo stesso partner. Ma so che si può vivere un’amicizia dove due o più anime costruiscono, aiutano e si lasciano aiutare per scoprirsi e piacersi. O meglio, sono quelle le amicizie a cui si può e si deve ambire. Dopotutto, l’amore, non quello erotico, ma quello con la A maiuscola, universale, non si divide, si moltiplica.

 

A proposito, come finisce la commedia teatrale? Non ne ho idea, lo scoprirò domenica 9 alle 21 al Teatro Borgonuovo di Rivoli. I biglietti potete richiederli al n. 339/2827542

Ci vediamo lì, tra il pubblico. Ma non in quel letto che pare un po’ troppo affollato.

In Tre Sotto il Letto

con la compagnia Di Tutto un Po Artists

Domenica 9 Giugno

Teatro Borgonuovo di Rivoli

Via Roma 149/c

Biglietti:

intero 15 euro, ridotto 12 euro (under 12/over 65)

disponibili contattando il n. 339/2827542

Lori Barozzino