CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 136

Un viaggio a Oriente

Venerdì 19 luglio

Palazzina di Caccia di Stupinigi (TO)

Una visita guidata per Abbonamento Musei

 

“Un viaggio a Oriente” è una visita alla scoperta di un mondo lontano. In occasione dei settecento anni dalla nascita di Marco Polo, alla Palazzina di Caccia di Stupinigi è in programma un’immersione nei racconti dei grandi viaggiatori per arrivare fino in Cina attraverso la via della seta. Dai paesaggi ad acquerello delle carte da parati alle splendide stoffe, dall’esotica Sala da gioco con le sue chinoiserie ai bizzarri animali del serraglio: l’amore dei reali del l’esotismo è evidente a Stupinigi.

 

INFO

Palazzina di Caccia di Stupinigi

Piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino (TO)

Venerdì 19 luglio 2024, ore 15.45

Un viaggio a Oriente

Visita narrata riservata agli abbonati di Abbonamenti Musei

Prezzo attività: 5 euro

Il biglietto di ingresso è gratuito per gli abbonati di Abbonamento Musei

Info: 800 329 329

www.ordinemauriziano.itwww.abbonamentomusei.it

Giorni e orari di apertura Palazzina di Caccia di Stupinigi: da martedì a venerdì 10-17,30 (ultimo ingresso ore 17); sabato, domenica e festivi 10-18,30 (ultimo ingresso ore 18).

“Mutazioni furtive”. L’arte astratta dello svizzero – langarolo René Mayer

Negli spazi suggestivi della “SAB-Spazio Arte Bubbio” della Langa astigiana

Fino al 18 agosto

Bubbio (Asti)

Mettete un artista di buona scuola. Un artista che è anche figlio d’arte. Mettete che quell’artista sia anche un saggio imprenditore. E mettete che nel cuore porti costante e profondo l’amore per le nostre terre di Langa, tanto da farne, soprattutto nei mesi estivi, luogo del suo “buen retiro”. Dove ormeggiare la “nave dei desideri”, in arrivo dalla non lontana, ma assai diversa sua terra elvetica, in cui nasce oltre settant’anni fa. Mettete tutto insieme e il gioco torna. Eccovi a tu per tu con l’arte e l’umanità – umanità vera e capace di regalare buoni insegnamenti a chi sa e vuole ascoltarla – di René Mayer. Imprenditore e artista svizzero capace, rigoroso e meticoloso che, un bel dì, decide di concretizzare il suo amore per la Langa nientemeno che acquistando a Bubbio, nel Sud del Piemonte, un ex impianto di imbottigliamento abbandonato da decenni, trasformandolo nel “suo” luogo prediletto di lavoro. Lavoro a metà artigiano e per intero artistico. Quella che per anni era stata l’ex Cantina sociale di Bubbio, Langa astigiana, sfugge così dal possibile triste destino di trasformarsi nell’ennesimo Centro Commerciale di zona, per diventare “SAB-Spazio Arte Bubbio”, studio immerso nel silenzio produttivo di un paesaggio da favola e luogo espositivo del lungimirante René. Che qui espone oggi, e fino a domenica 18 agosto, una trentina di sue opere, di grandi dimensioni e tra le sue realizzazioni più recenti, appartenenti alla serie dal titolo – lo stesso dato all’esposizione, curata da Luca Beatrice“Mutazioni furtive”. Cifra stilistica decisamente astratta e, sotto sotto, un po’ “Pop” per la reiterazione di oggetti che sono strumento costruttivo dei suoi lavori, i quadri di Mayer giocano sul gusto acceso, quasi parossistico, del colore steso in ampie campiture alla Kandinsky o in minuti effetti “optical” (Vasarely docet) alla cui base è sottesa un’inventiva e un’abilità artigiana non indifferente. Supportata, in gran quantità da un impensabile e unico oggetto reale ripetuto in modo seriale e dalla forma rotonda. Cosa? Le “fiches” in plastica (!) usate nei “casinò” al posto del denaro. Questo il processo esecutivo dei quadri di Mayer. L’artista affronta il legno del telaio, stende il tessuto e prepara la vernice con operazioni artigianali, poi pone il supporto in orizzontale e utilizza l’acrilico mescolato a pigmenti in polvere e realizza le sue opere strato dopo strato, passaggio dopo passaggio.

 

I “gettoni” da gioco vengono gradualmente coperti da un secondo colore, in modo quasi impercettibile e posizionati sulla tela con certosina precisione. Ma cosa simboleggiano quelle “fiches”? “L’irresponsabilità – spiega Mayer – della nostra civiltà. Noi giochiamo con la Terra come se fosse un casinò, ma in questo gioco saremo sempre perdenti”. Al centro della sua riflessione c’è dunque l’“ambiente” e, allora, le impercettibili “Mutazioni furtive” sono quei piccoli comportamenti quotidiani cui non si presta attenzione ma che invece, a metterli in fila ordinati come “fiches”, risultano la concausa di numerosi ed evitabili disastri. L’artista ci chiama dunque all’autoresponsabilità.  “Mayer– spiega Luca Beatriceci presenta un universo luminoso, colorato, piacevole, i suoi lavori appagano chi è alla ricerca di buona pittura. Potrebbe bastare e invece no, sotto sotto (neanche troppo sotto) ci invita a vigilare utilizzando condotte etiche”. E, attenzione! Per riuscirci, prosegue “non c’è bisogno di una tempesta o di un maremoto, bastano piccoli e colorati gettoni da gioco messi in fila per farci venire il dubbio che si può essere meglio di così”.


Per chi visiterà la mostra, è utile ricordare che, al “SAB” di Bubbio, i quadri di Mayer sono posti in dialogo armonioso con una serie di sculture astratte dai colori accesi, in alluminio laccato e in plexiglass, installate permanentemente nella parte superiore dello “Spazio”, a firma di Quirin Mayer (Zurigo, 1927 – 2020), padre di René. Padre e figlio.

 

Due prestigiose figure dell’arte contemporanea internazionale e “nomi di casa”, figli prediletti della langarola Bubbio, capace, per altro, di restituire loro tutto l’amore su di essa copiosamente riversato dai due grandi “svizzeri”.

Gianni Milani

“Mutazioni furtive”

“SAB-Spazio Arte Bubbio”, Regione Giarone, Bubbio (Asti); tel. 349/5760288 o www.spazioartebubbio.com

Fino al 18 agosto

Orari:  mart. – dom. 10/12 e 15/18

Nelle foto di Enrico Pestalozzi: Immagini dall’allestimento e Mayer al lavoro

Finalmente… un po’ di buono e sano teatro dialettale!

Per la seconda “Festa del Piemonte”, Chieri scende in piazza con uno spettacolo teatrale in lingua piemontese e una “promenade”danzante in costumi d’epoca

Venerdì 19 luglio

Chieri (Torino)

Dopo gli anni eroici segnati dalla “grandezza” dei vari Macario, dei Mollino o dei Farassino fino, in tempi meno lontani, dai Barbero e dalla mitica Fumero (per anni moglie gelosa e petulante – Enrrriiicooo – del povero meneghino Beruschi), non si può onestamente dire che Torino abbia prestato la doverosa attenzione al “Teatro dialettale”, quello in lingua piemontese portato invece in auge, in anni inesorabilmente trascorsi, dai “grandi”, forse “inarrivabili”, di cui sopra. Peccato! E’ un pezzo della nostra storia culturale che andrebbe rigorosamente ripreso per non perderne le tracce, quelle profonde radici che ancora oggi potrebbero e dovrebbero essere ben innaffiate e giustamente recuperate da chi di dovere. Così per respirare l’atmosfera del tempo che fu, per fare a teatro veraci (poco intellettuali, che bello!) risate alle “boutade” in piemontese, bisogna andare spesso fuori porta, nei paesi e nei Comuni più o meno limitrofi alla Città. Boia fauss! Del resto forse A cùsta tròp driseje le gambe ai sòp (“Costa troppo raddrizzare le gambe agli zoppi”) … e a buon intenditor …

Eccoci dunque a segnalare ai “nostalgici” del buon teatro dialettale, l’appuntamento promosso a Chieri, venerdì 19 luglio, alle 21,presso il cortile del Municipio, in via Palazzo di Città 10, per celebrare la seconda “Festa del Piemonte”. “Festa” omaggiata, per l’appunto (e con cosa di meglio?) con lo spettacolo teatrale in lingua piemontese “Chila… Chiel… e… ‘r servitor!!! “, una pièce originale, scritta appositamente per l’occasione da Franca Aiassa e Bruno Masera, amatissimi protagonisti a Chieri del teatro in lingua piemontese. Sul palco con i due ci sarà anche Mario Pavesio, mentre le musiche saranno curate dal gruppo “Ij Sinch Broch”.

L’evento, organizzato con il patrocinio del “Consiglio Regionale del Piemonte” e della “Città Metropolitana di Torino”, sarà preceduto, alle 18, dalla “Promenade danzante” in costumi ottocenteschi, organizzata, per le vie del centro storico, dalla “Società di Danza Torinese”.

 

Ricordiamo che la “Festa del Piemonte” è stata istituita con la legge regionale 15/2022, e si celebra il 19 luglio, quale anniversario della battaglia al Colle dell’Assietta (1747) tra i Francesi di Luigi XV e l’esercito sabaudo di Carlo Emanuele III.

“Il 25 marzo del 2021 il Consiglio comunale di Chieri approvava all’unanimità un ‘Ordine del Giorno’ proposto dal consigliere Luigi Furgiuele, con cui si chiedeva alla ‘Regione Piemonte’ di istituire una ‘Giornata della Lingua e della Letteratura Piemontese’ ricordano il Sindaco Alessandro Sicchiero e l’assessora alla Cultura Antonella Giordano – in quanto il patrimonio culturale, linguistico e letterario del nostro Piemonte deve essere tutelato, valorizzato e trasmesso alle nuove generazioni”. “In un certo senso – ribadiscono – siamo stati quindi anticipatori della decisione della ‘Regione Piemonte’, che un anno dopo con apposita legge ha reintrodotto la ‘Festa del Piemonte’ allo scopo di favorire la conoscenza della nostra storia, la conservazione, la salvaguardia e la valorizzazione dell’originale patrimonio culturale regionale e di diffondere la conoscenza dello ‘Statuto’ e dei simboli della Regione”. E del teatro … che non sarebbe male – ci permettiamo di aggiungere noi – in lingua piemontese. Arveddse … anlora a Cher! Venner19 luj, a neuv bòt … E cerea neh!

 

g. m.

Nelle foto:

–        Manifesto “Festa del Piemonte”

–       Franca Aiassa e Bruno Masera

Dal Colorado al Monferrato. Lucinda Ferguson von Gozani

Dopo la visita avvenuta nel 2019 dello zio di Dusseldorf marchese Titus Gozani con la moglie Eva, è giunta in Monferrato lo scorso fine settimana dal Colorado la nipote Lucinda con la famiglia, affascinata dal grande passato degli antenati che possedevano il patrimonio più importante del Monferrato. Iolanda Gozani (1933-2020) con il fratello Titus (nato nel 1943) rappresentano la linea austriaca dei marchesi di San Giorgio trasferiti da Casale a Lubiana nel ‘700, emigrati in Usa e in Germania dopo i fatti drammatici del 1945 nella ex Jugoslavia.

Il diploma di nobiltà austriaca con relativi sigilli, ritrovato pochi anni fa nell’archivio provinciale di Marburg, fu concesso loro a Vienna dal Kaiser Franz 1° il 29-12-1817. Il titolo “von Gozani”, attribuito ad ambo i sessi della famiglia, è stato ratificato a Torino dall’alta segreteria di stato affari esteri dei Reali di Savoia il 28-10-1845. Il percorso della visita si è sviluppato sabato 13 nella biblioteca e nella chiesa di Treville con il sindaco Nadia Degiovanni e a Cereseto nel castello Gualino con il vice sindaco Mirella Mazzucco e il consigliere Angelo Borello. Il maniero sarà oggetto di una importante riqualificazione grazie all’intesa tra la proprietà e il sindaco rieletto Enzo Lavagno ed entro l’estate nascerà la biblioteca comunale nelle due sale messe a disposizione della giunta di Cereseto. Non è mancata la visita nel vicino tempio buddista Guhõzan Renkōji, guidata dall’aspirante monaco Giovanni Cipri. Domenica 14 gli ospiti hanno potuto ammirare la ricchezza del palazzo Gozzani San Giorgio, attuale municipio di Casale, accolti dal sindaco neo eletto Emanuele Capra, dalla signora Cristina Negri dell’ufficio comunale del commercio, dalla critica d’arte Giuliana Romano Bussola e da Orizzonte Casale che ha messo a disposizione la professoressa Elena Pertusati, ottima traduttrice in inglese.

In seguito hanno visitato lo splendido palazzo Gozzani Treville, gustando le prelibatezze del ristorante dell’Accademia Filarmonica. Al pomeriggio, nella magnifica dimora del castello Gozzani di San Giorgio messa a disposizione dal proprietario Francesco Rolla, si è potuta rivivere l’atmosfera feudale degli antenati.
Armano Luigi Gozzano

Guercino, mostra prorogata al 15 settembre

Proroga confermata fino al 15 settembre per la grande mostra Guercino. Il mestiere del pittore, in corso ai Musei Reali di Torino nelle Sale Chiablese.

Promossa dai Musei Reali in collaborazione con l’Università di Torino e prodotta da CoopCulture con Villaggio Globale International, la mostra che si sarebbe dovuta chiudere il prossimo 28 luglio resterà aperta un mese e mezzo in più e le oltre 100 opere esposte nel percorso curato da Annamaria Bava e Gelsomina Spione potranno dunque essere ammirate durante l’estate.

Guercino, al centro di una rinnovata attenzione e di nuovi studi, è il protagonista della mostra torinese che, grazie ai tanti capolavori riuniti nell’occasione e al taglio originale dell’esposizione, conduce il pubblico a scoprire tecniche, metodi e consuetudini del mestiere del pittore nel Seicento: un grande affresco del sistema dell’arte nel XVII secolo, sotto la guida del talento di quel “mostro di natura e miracolo da far stupir” che fu Guercino, secondo la definizione che ne diede Ludovico Carracci, impressionato dal suo talento.

A partire dal nucleo appartenente alle collezioni della Galleria Sabauda e della Biblioteca Reale di Torino, le opere riunite nell’occasione – con importati prestiti da musei nazionali e internazionali, fondazioni e collezioni private, inclusi due dipinti inediti e le tele che permettono lo straordinario ricongiungimento dopo 400 anni del ciclo Ludovisi  sono altamente significative per il racconto, sviluppato nelle 10 sezioni tematiche tra confronti, parallelismi, testimonianze intorno alla professione del pittore nel Seicento.

Premiata finora da oltre 40.000 ingressi, con un notevole successo di critica e una grande eco su stampa e tv nazionali e internazionali, la mostra può contare sulla generosa disponibilità alla proroga da parte di oltre 30 musei e collezionisti coinvolti – compresi il Museo del Prado di Madrid e il Monastero di San Lorenzo a El Escorial – la Pinacoteca di Cento e, tra gli altri, la Galleria Estense di Modena, che ha acconsentito al prolungamento del prestito del capolavoro forse più iconico del Guercino, “Venere, Marte e Amore”.

Con la proroga sarà esposta anche un’ interessante tela che arricchirà la mostra e potrà attirare la curiosità di quanti l’hanno già visitata.

Entra infatti nel percorso una veduta settecentesca dell’interno della Basilica di San Pietro, opera di Pietro Francesco Garola, ora in Galleria Sabauda, in cui si riconosce una rara immagine del maestoso dipinto del Guercino raffigurante il Seppellimento di Santa Petronilla, sostituito nel Settecento da una copia in mosaico e attualmente conservato ai Musei Capitolini di Roma. 

Prosegue anche il ricco programma di appuntamenti, visite guidate speciali, approfondimenti tematici, aperture serali e laboratori per singoli, gruppi e famiglie.

La mostra ha il patrocinio della Regione Piemonte, della Città di Torino e della Sir Denis Mahon Foundation ed è sostenuta da BPER e NovaCoop.

Gino Cecchettin a “Forte di Bard Incontri”

Per la rassegna culturale Forte di Bard Incontri, domenica 18 agosto 2024 (ore 21.00) sarà ospite Gino Cecchettin che presenterà il libro dedicato alla figlia, vittima di femminicidio, dal titolo Cara Giulia. Quello che ho imparato da mia figlia. Cecchettin dialogherà con Davide Gamba, libraio e Cristina Mastrandrea, giornalista.

In collaborazione con Libreria Mondadori di Ivrea.

Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria:
prenotazioni@fortedibard.it

Torino, alla scoperta di palazzo San Giorgio Gozzani

 

Al numero 31 di via Bogino, storica contrada degli ambasciatori, il valore storico artistico del palazzo caratterizza il tessuto edilizio dell’epoca. Il comune di Torino affidò l’incarico di rinnovare l’antico edificio all’architetto Ignazio Agliaudi (1705-1769) figlio di Giovanni Battista e Francesca Baroni. Da egli stesso ricostruito su disegno dell’architetto Filippo Juvarra diventò sua residenza personale. Alla morte dello zio Giampietro Baroni ereditò il titolo di conte Giampietro Ignazio Baroni di Tavigliano. Completò la chiesa di S. Filippo Neri iniziata dal suo maestro Juvarra, le chiese del Carmine e S.S. Trinità e trasformò il vecchio municipio di Carignano. Il palazzo in seguito fu acquistato dal marchese di S. Giorgio Monferrato Giovanni Battista Gozzani (1727-1791).
Dopo aver edificato il palazzo Gozzani S. Giorgio di Casale Monferrato e abbellito il castello Gozzani di S. Giorgio, ampliò nel 1781 il palazzo di Torino dove ospitò l’imperatore Giuseppe II° d’Austria nel giugno del 1769. L’imperatore, sempre accompagnato dal duca di Chablais, durante la permanenza torinese visitò il castello di Stupinigi, il parco del Valentino e per l’occasione fu esposta esclusivamente la S.S. Sindone. In suo onore furono composti due sonetti e rappresentate opere liriche al nuovo teatro della Real Corte, progettato da Juvarra e completato da Benedetto Alfieri.
A Vienna il fratello di Giovanni Battista, marchese Felice Maria Pio Venanzio Ignazio Gozani al servizio di Giuseppe II°, fu insignito nel 1817 dal Kaiser Franz I° con diploma della nobiltà austriaca. Dopo la morte di Giovanni Battista, avvenuta nello stesso anno del figlio marchese Carlo Antonio, il palazzo torinese venne ereditato dal nipote marchese Carlo Giovanni (1788-1843)
guardia del corpo del re Carlo Felice e fondatore a Torino della Società Italiana del Gas nel 1837. Era socio in affari con il marchese Michele Benso di Cavour nelle grange vercellesi e nella prima società di navigazione del Lago Maggiore con una azienda di Locarno. Carlo Giovanni lasciò nel 1827 il suo enorme patrimonio al cugino austriaco Felice Carlo Gozani, il quale nel 1840 modificò in stile neoclassico la facciata del palazzo San Giorgio di Torino, edificò l’ala destra terrazzata del palazzo al n.13 di via Giolitti  e il cortile a ciottoli in bianco e nero su disegno circolare degli architetti Antonelli e Bollati, quest’ultimo già progettista di Felice Carlo nel castello monferrino di San Giorgio.
Agli inizi del 1800 la configurazione settecentesca del palazzo torinese conteneva ancora affreschi del Galliari dove nel 1814 si era stabilito il comandante delle truppe austriache Bubna che aveva cacciato i francesi di Napoleone e preceduto il ritorno di Vittorio Emanuele I°. Nel 1860 nel palazzo fu ospitato il barone di Lainate Ignazio Weill- Weiss, banchiere ebreo di Zagabria dichiarato cittadino italiano da Vittorio Emanuele II °, re di Sardegna. Il palazzo S.Giorgio fu proprietà dei marchesi Gozzani fino al 1861, anno del fallimento di Felice Carlo dichiarato dal tribunale di Casale.
La contrada degli ambasciatori fu intitolata in seguito a Giambattista Bogino (1701-1784) dove abitò al n.12 e morì al n.31 del palazzo Gozzani San Giorgio. Ministro di Stato del re Carlo Emanuele III° e governatore della Sardegna, fu riconosciuto con decreto conte di Migliandolo e Vinadio. Nato nell’area città di Po, accolse in casa e adottò come figlio Prospero Balbo, ambasciatore a Parigi e sindaco di Torino, il quale ereditò le due contee dal Bogino. Il palazzo Balbo al n.8 di via Bogino fu sede del consolato francese e diventò residenza del figlio Cesare Balbo, conte di Vinadio, politico, storico e primo ministro nel regno di Sardegna, capo della destra nel parlamento subalpino e definito splendore delle lettere italiane.
Il palazzo S. Giorgio fu restaurato nel 1951 (fonte De Bernardi-Ferrero), nel 1968 (fonte Ist. Architettura Tecnica), nel 1980-86 dalla sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura e in seguito dalla sede della Banca Monte Paschi di Siena, ora inutilizzato. Sulla forma urbana della Torino barocca del 1963 è accatastato come palazzo di Tavigliano sulle mappe n. 29-30/K isolato n. 36. Lo stemma in fine marmo con testa di giovane bianco avente le stesse inquartature degli stemmi di Casale e Luzzogno (poi sostituito dalla famiglia con quello feudale con teste di moro) esposto nel museo di arte antica di palazzo Madama è attribuibile al marchese Giovanni Battista Gozzani, probabilmente asportato dal loro palazzo di via Bogino durante le ristrutturazioni avvenute dopo il 1861. Dal trisavolo Cesare conte di Vinadio discende Chantal Balbo, mentre dal bisnonno Ferdinando I°, fratello di Felice Carlo, discende Titus Gozani marchese di San Giorgio, entrambi viventi a Torino e a Dusseldorf.
Armano Luigi Gozzano

Monferrato: con il progetto Panorama di ITALICS l’arte esce da gallerie e musei

Dal 5 all’8 settembre con un progetto di ITALICS a cura di Carlo Falciani, 62 gallerie esporranno in numerosi punti disseminati tra Camagna, Vignale, Montemagno e Castagnole Monferrato.

Si è tenuta ieri, presso il grattacielo della Regione Piemonte, la conferenza stampa di Panorama Monferrato, un evento che, giunto alla sua 4 edizione, arriva ora in Piemonte.  Le scorse edizioni si sono infatti tenute a Procida (2021), Monopoli (2022) e L’Aquila (2023).

Panorama è un format voluto e condiviso dalle gallerie consorziate in un’ottica di collaborazione con i territori coinvolti, simbolo di un impegno che intende espandersi progressivamente in un programma e in alleanze tese a ribadire la centralità e il ruolo delle gallerie d’arte in un sistema culturale, locale e globale in continua evoluzione.

Italics è una rete associativa che partiva da 11 galleristi, e che ora vanta 74 associati ed è l’unico consorzio di gallerie di arte contemporanea, moderna e antica. Ogni anno si riuniscono in un forum dove si interrogano su come essere più aperti e inclusivi. Ecco dunque un evento dove è la galleria che esce sul territorio.

Anche per questa edizione, i nomi delle gallerie d’arte sono di altissimo livello, dall’internazionale Gagosian ai torinesi Mazzoleni e Franco Noero, così come di grande richiamo sono gli artisti scelti, tra cui Jodice, Pomodoro, Vezzoli, solo per citarne alcuni.

Panorama Monferrato è dunque una mostra diffusa a cura di Carlo Falciani che si snoderà tra Camagna, Vignale, Montemagno e Castagnole dal 4 all’8 settembre 2024.

Ispirata ai principi de La Civil conversazione, opera scritta da Stefano Guazzo e pubblicata nel 1574, la mostra si articola come un percorso a tappe nei quattro paesi del Monferrato da percorrere con lentezza come metafora del cammino di meditazione del visitatore contemporaneo. L’idea è quella di guidare il visitatore in un itinerario alla scoperta di un angolo straordinario d’Italia.

“Il Piemonte ha lunga tradizione di arte fuori dai musei, per esempio nelle vigne, nei paesi” ha dichiarato il Presidente dell’ente turistico Alexala Roberto Cava, “le atl di Alessandria e di Langhe e Roero hanno lavorato insieme per trovare punti di contatto per continuare un’azione che aumenti il numero di turisti dalle nostre parti. Sono turisti a cui interessano vino, cibo ma anche arte. Il turismo si nutre di cultura. E il fatto che la cultura si avvicini al turista, è il modo migliore per far si che il territorio aggiunga un asset fondamentale alla propria offerta”.

L’area è quella che si estende tra le province di Alessandria e Asti fino ai piedi dell’Appennino ligure, tra le Langhe e il Roero e la storica regione lombarda della Lomellina, un paesaggio di colline, dove la terra e la tradizione contadina compongono un patrimonio unico di cultura, storia e tradizioni riconosciuto anche dall’UNESCO. Un contesto da scoprire con lentezza con itinerari artistici che vanno dal Romanico ai percorsi contemporanei con installazioni site-specific e d’arte pubblica, che lo rendono un museo diffuso a cielo aperto.

 

Mariano Rabino, Presidente di Visit Langhe Monferrato Roero ha sottolineato come la regione Piemonte ha messo insieme due aree al di là dei confini amministrativi. Ed ha anche esortato la regione di fare un ulteriore passo avanti, dal momento che sulla base di questa esperienza si può favorire ulteriore aggregazione di differenti enti e territori, per esempio quello alessandrino, per promuovere insieme il territorio.

È possibile consultare qui il programma completo e darci appuntamento nel Monferrato.

Lori Barozzino

Oltre 40 mila a Collisioni

Oltre 40 mila persone a Collisioni Festival per la sua 16ª edizione che ha reso protagonisti decine di migliaia di giovani da tutto il Piemonte e da tutta Italia, nei due weekend di venerdì 5 luglio fino a domenica 7 e nella data di sabato 13 luglio. Migliaia le spettatrici e gli spettatori, in particolare giovani e giovanissimi, che hanno preso parte a un grande happening generazionale in piazza Medford, ad Alba, con un’edizione che ha dimostrato ancora una volta di essere in ascolto dei nuovi linguaggi, come è da sempre nello spirito di Collisioni.

 

A calcare il palco di Collisioni 2024, 12 grandi artisti con oltre 10 ore di musica, con alcuni dei nomi di punta del giovane pubblico, portavoci della generazione Z e non solo, a partire dal re dell’indie italiana Calcutta per la sua unica data estiva in Piemonte e Liguria di venerdì 5 luglio. Sabato 6 luglio a scaldare piazza Medford è stata la musica dei Club Dogo per la loro unica data in Piemonte fra vecchi e nuovi successi. A completare la line-up di domenica 7 luglio, per la prima Giornata Giovani, un fitto calendario di ospiti, da Nayt, raffinato rapper molisano cresciuto a Roma e apprezzato grazie al suo ultimo album anche dal pubblico americano, Silent Bob, il rapper di Pavia, e Mida, l’artista emerso nella nuova edizione di Amici. Fino all’attesissimo head-liner della giornata, Tedua, l’artista rivelazione di quest’anno. La seconda Giornata Giovani di sabato 13 luglio ha coinvolto il pubblico in una maratona di oltre 5 ore di concerti non stop con il rapper campione di ascolti Capo Plaza, la regina della Trap italiana Anna Artie 5ive, rapper milanese classe 2000 di origini sierraleonesi. Infine Tony Boy, il rapper di Padova classe 1999 segnalato da Rockit come uno dei giovani artisti più interessanti d’Italia e Paky, rapper di Secondigliano trasferitosi a Rozzano all’età di dieci anni.

 

Tantissimi i ragazzi e le ragazze della fascia 15-23 anni che hanno partecipato alle due Giornate Giovani del festival, diventate ormai un appuntamento da non perdere per le decine di migliaia di ragazzi e ragazze provenienti da ogni angolo d’Italia che, anche quest’anno, hanno generato lunghe code e riempito le strade, per raggiungere i concerti in piazza Medford. Ancora una volta Collisioni ha dato quindi voce alle nuove generazioni, grazie anche alle attività nate nell’ambito del Progetto Giovani, l’iniziativa realizzata grazie alla collaborazione di Collisioni Banca D’Alba con i suoi giovani soci.

 

Non solo una rassegna di concerti, quindi, ma un vero e proprio laboratorio permanente che a partire dal mese di novembre – grazie al nuovo spazio del Circo di Collisioni nell’area riqualificata del Parco Tanaro di Alba – ha visto protagonisti nell’ambito di riunioni e laboratori a cadenza settimanale, centinaia di ragazzi delle scuole superiori del territorio. Un momento formativo e creativo a cui ‘la vecchia guardia’ di Collisioni si è limitata a fornire supporto, nelle community social e nelle chat di WhatsApp, come nelle riunioni in presenza al Circo, per permettere ai giovani di costruire in piena libertà una line-up di artisti per la maggior parte sconosciuti a chi ha più di 25 anni.

 

I ragazzi e le ragazze del Progetto Giovani si sono anche resi protagonisti di un intenso reportage dietro le quinte sui social di Collisioni, intervistando le diverse professionalità che rendono possibile un festival: dai direttori di produzione, agli Stage Manager, ai Rigger, le Camerine e i responsabili della sicurezza, per raccontare al pubblico di Instagram un festival dentro al festival, per dare voce all’impegno di quei lavoratori, essenziali alla riuscita di un evento, che normalmente restano nell’ombra.

 

Grande ricaduta anche per il territorio di Alba e di tutto il Piemonte, grazie a un’edizione sostenuta da una base ormai consolidata di partner che condividono il progetto. Non soltanto quelli istituzionali, quali Ministero dei Beni Culturali, Regione Piemonte e Città di Alba, e come Fondazione CRC, Fondazione CRT e Banca d’Alba, ma anche le tante aziende del territorio che negli anni hanno sempre sostenuto il Festival. In quest’orizzonte, Collisioni si riconferma sempre più una leva strategica per l’attrazione turistica estiva, e non solo, del suo territorio.
Collisioni ha collaborato inoltre con il Comune di Alba, anche attraverso alcuni biglietti messi a disposizione del Consorzio Socio-Assistenziale.

 

Oltre ai partner e agli sponsor del festival, Collisioni vuole ringraziare lo staff che ha collaborato all’evento, i volontari e i professionisti che hanno permesso la realizzazione di questa edizione 2024, dando appuntamento al prossimo anno per una nuova grande edizione.

 

«A partire dallo spartiacque generazionale che è stato il biennio pandemico per i linguaggi della musica e della socialitá, Collisioni ha concentrato i suoi sforzi per creare, con le Giornate Giovani, un momento di chiamata in piazza con ‘la prima volta sotto a un palco’ di una fascia di pubblico che resta spesso invisibile e che sui media più tradizionali non trova voce. – racconta Filippo Taricco, Direttore artistico di Collisioni – Portare migliaia di ragazzi di 12/16 anni in piazza serve a ricordarsi della loro esistenza da un punto di vista culturale, e ad ascoltare i loro sogni, e i loro bisogni. Sabato è stato per molti di loro il primo evento di musica a cui hanno assistito, per ascoltare artisti che parlano un linguaggio completamente alieno al nostro, ma che dobbiamo ascoltare, se non vogliamo che la macchina culturale invecchi e cominci a girare a vuoto. Con i suoi sedici anni Collisioni dimostra di non invecchiare, ma di essere piuttosto “un teenager”, che cresce con il suo pubblico. Questa edizione è stata un’esperienza umana di grande ricchezza, che ci ha permesso di riflettere su due mondi in profonda Collisione. Il prossimo anno manterremo quindi l’impegno di trasformarci ed evolvere insieme al nostro pubblico, con grande coraggio. Non sveliamo nulla, ma seguiremo le nuove generazioni, e soprattutto la ricerca della nuova musica».

 

Il Sindaco Alberto Gatto: «Collisioni è stata una bella occasione di intrattenimento in città. I numeri di presenze nella fascia under 25 testimoniano l’interesse dei giovani verso le iniziative di Alba e del territorio. Dal momento dell’insediamento ci siamo messi subito al lavoro, trovando un’ottima collaborazione, per gestire al meglio il Festival. Con un bel lavoro di squadra, insieme a Collisioni, Forze dell’ordine e l’assessore Davide Tibaldi, siamo riusciti a migliorare la gestione della viabilità rispetto agli anni passati, un risultato evidente soprattutto nel concerto di venerdì 5 luglio, giorno lavorativo, in cui piazza Medford ha accolto circa 15000 persone, ma i disagi a cittadini e lavoratori sono stati ridotti al minimo chiudendo al traffico Corso Torino soltanto dopo le 18».

 

«40 volontari per l’80% di differenziata, così la Città di Alba in collaborazione con Collisioni Festival ha voluto dare un segnale concreto di attenzione all’ambiente attraverso le nuove generazioni. Carta, plastica, vetro, metalli, umido alla fine dell’ultimo concerto del festival erano pronti ad essere raccolti da Egea Ambiente che la mattina aveva predisposto le isole ecologiche. Possiamo migliorare, soprattutto nell’area concerto, ma il giusto equilibrio tra organizzazione, comune, gestore e volontari ha dimostrato, ancora una volta, che si possono ottenere ottimi risultati e creare una grande occasione di educazione ambientale», sottolinea Roberto Cavallo, assessore alla Transizione ecologica, Agricoltura, Commercio e Attività produttive del Comune di Alba.

 

Museo Accorsi – Ometto… “Un’estate speciale”

Visite guidate, approfondimenti e attività per famiglie nel “Museo di Arti Decorative” di via Po, a Torino

Appuntamenti nei mesi di luglio e di agosto

“Visite guidate speciali” condotte dal direttore Luca Mana, visite “ a tema”, tour artistici in centro città fino a particolari meditate “visite con letture” e a “laboratori” ad hoc per bimbi e famiglie: la stagione estiva non fermerà le attività, rivolte ai torinesi e ai turisti, del Museo di Arti Decorative “Accorsi – Ometto” di via Po, a Torino. Per “Visite guidate speciali” si intendono, sottolineano dal Museo, “da una parte quelle alla collezione permanente, per far riscoprire le collezioni museali, attraverso racconti inediti e storie d’altri tempi; dall’altra, quelle alla mostra ‘Torino anni ’50. La grande stagione dell’Informale’ in corso fino al prossimo 1° settembre per spiegare, in modo coinvolgente, la stagione dell’‘Informale’ che ha interessato lo sviluppo della scena artistica torinese dal secondo dopoguerra agli inizi degli anni’60”. Ma non solo.

Di grande interesse sarà anche la Visita – Incontro (mart. 16 luglio e mart. 27 agosto, ore 18) “Storie di Famiglie/Accorsi e la nobiltà italiana” che vedrà protagonisti Pietro Accorsi, “re degli antiquari” o “mercante di meraviglie”, e le prestigiose famiglie che hanno acquistato oggetti o hanno fatto arredare le proprie abitazioni dal famoso antiquario torinese (Torino, 1891 – 1982) che, nell’arco della sua lunga e incredibile vita, ha sempre avuto un rapporto privilegiato con la nobiltà non solo piemontese, ma anche italiana, a partire da Umberto II di Savoia, collezionista raffinato, costantemente alla ricerca del pezzo raro che raccontasse la storia di famiglia.

Martedì 23 e martedì 30 luglio (ore 17) si parlerà de “La Chiesa di Sant’Antonio Abate/La sua storia nei secoli”, a partire dal Seicento quando la Chiesa si trovava proprio al posto del “Museo”, in via Po 55: dalle origini, intorno al 1616, del Convento retto dagli “Antoniani”, ai lavori di abbellimento e di riqualificazione della Chiesa a opera di Bernardo Vittone, fino al suo trasferimento all’“Ordine Mauriziano” e al successivo acquisto, nel 1956, da parte dell’antiquario Pietro Accorsi.

Vera chicca, per quanto riguarda, le “Visita a tema”, quella di sabato 13 e 27 luglio, 10 e 24 agosto (ore 16) dedicata a “L’arte della Ceramica a Torino” durante il “Regno Sabaudo”: in occasione del nuovo allestimento della tavola nella “Sala da pranzo” del Museo, si andrà alla scoperta delle maioliche dei Fratelli Rossetti, delle porcellane di Vinovo e delle terraglie di “manifattura Dortu”, attraverso la loro storia, i loro artisti e i loro segreti.

Sarà invece tempo di “Estate a colori” giov. 11, 18 e 25 luglio e ancora giov. 1, 8, 22 e 29 agosto (ore 18,30): in programma visite a tema sul significato pittorico-emozionale del “NERO”, del “ROSSO”, del “GIALLO” e del “VERDE”, analizzando come questi colori siano stati interpretati e trasformati dagli artisti “informali”, da Alberto Burri a Pierre Soulages (il “nero”), da Antoni Tàpies a Emilio Vedova (il “rosso”), dal “giallo” simbolo di luce, energia e spiritualità di Lucio Fontana, Piero Ruggeri e Mattia Moreni fino al “verde”, senso di rinascita e vitalità, di Hans Hartung e Jean Fautrier.

Da non perdere, domenica 7 luglio e 11 agosto(ore 10) il Tour in centro-città “Torino Informale. Artisti e suggestioni”, volto alla scoperta degli artisti che hanno lavorato sotto la Mole tra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento e dei luoghi simbolo della grande stagione dell’“Informale”: la “Bottega d’Erasmo” in via Gaudenzio Ferrari, la libreria “La Bussola” di via Po, le cancellate del “Teatro Regio” (“Odissea Musicale”, di Umberto Mastroianni,) e della “RAI”(“Sinfonia” di Franco Garelli), la “Galleria Notizie” di Luciano Pistoi (alle Porte Palatine), saranno solo alcune delle suggestioni della Torino degli anni ’50 che permetteranno di immergersi nell’atmosfera vitale di quel periodo.

“Niente di nuovo sotto il sole” (giovedì 18 luglio e 22 agosto, ore 18) sarà invece una “visita con letture”, dove artisti come Pinot Gallizio, Carol Rama, Piero Ruggeri, Francesco Casorati, Alberto Burri e Lucio Fontana “racconteranno”, attraverso una moltitudine di voci e di testimonianze, il ruolo fondamentale di Torino nel glorioso momento di innovazione e di apertura all’arte internazionale dei favolosi anni ‘50.

Domenica 14 luglio e 25 agosto (ore 15,30), il “Museo” si apre, con il laboratorio “Arte fuori forma”, ai bambini, invitandoli, sulla base delle sensazioni loro suscitate dalle opere esposte, a scoprire  un diverso modo di fare arte, in maniera “non convenzionale”: quadri senza soggetto, realizzati senza colori né pennelli, ma con sacchi, plastica e stoffe. Anche così, in fondo, i piccoli artisti crescono. O hanno modo di iniziare a crescere.

Per info: “Fondazione Accorsi – Ometto”, via Po 55, Torino; tel. 011/837688 owww.fondazioneaccorsiometto.it

g.m.

Nelle foto: “Museo Accorsi – Ometto, Salone Piffetti”, Pietro Accorsi, Luca Mana