CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 101

Rock Jazz e dintorni a Torino. Umberto Tozzi e Les Negresses Vertes

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Martedì. Al Peocio di Trofarello suona il chitarrista Greg Howe.

Mercoledì. All’Osteria Rabezzana si esibiscono i Son Machito. Al Jazz Club “ The Chicago Blues Jam”.

Giovedì. Alla Divina Commedia suona il trio di Max Gallo con Andrea Scagliarini. Al Cafè Neruda è di scena Alberto Marsico &Organ Logistics. Al Circolo della Musica di Rivoli, reading di Eugenio Finardi. All’Hiroshima Mon Amour si esibisce il duo Zero Assoluto. Al Magazzino sul Po è di scena Filippo Dallinferno .

Venerdì. Allo Ziggy suonano i Rublood. Allo Spazio 211  si esibiscono i Joshua Idehen. Al Folk Club è di scena Eric Andersen e Steve Addabbo. Al Blah Blah si esibiscono i BRX!T.

Sabato. All’Inalpi Arena arriva Umberto Tozzi. Allo Ziggy si esibisce Elisa Over And The Leaves.  Al Blah Blah suonano gli Hard-Ons. Al Magazzino sul Po è di scena la rapper nigeriana Aunty Rayzor.  Alla Suoneria di Settimo sono di scena Les Negresses Vertes.

Domenica. Al Blah Blah suonano i Quiet Confusion.

Pier Luigi Fuggetta

“SuperFantaRobot”. La Fantascienza a fumetti in mostra al Forte di Bard

Fino a lunedì 6 gennaio 2025

Bard (Aosta)

Terrifici Dragoni, straordinari giganteschi Robot e “Agenti speciali”, in lotta perenne contro il crimine, hanno osato violare le possenti mura del sabaudo complesso fortificato di Bard, sulla rocca che sovrasta quello che é il più piccolo Borgo valdostano, per “raccontarsi” in una mostra, decisamente suggestiva e di alto richiamo per gli appassionati di “fumettistica” fantascientifica, capace di tenere insieme – perfettamente integrati – il passato della location con il presente, quello meno rassicurante, il futuro e il futuribile più improbabile e remoto. Curata dal novarese Bruno Testa, “fumettista per passione e art director per professione”, e promossa dall’ “Associazione Forte di Bard”“SuperFantaRobot, la Fantascienza a fumetti” è una “rassegna – viaggio” nell’universo fantascientico, nel linguaggio del fumetto e dell’illustrazione, ospitata, fino a lunedì 6 gennaio dell’anno prossimo, nelle Sale dell’“Opera Mortai” del Forte. Guida d’eccezione, Nathan Never, l’eroe del futuro (“L’avventura del futuro, il futuro dell’avventura”, lo slogan del fumetto) della serie ideata da Michele MeddaAntonio Serra e Bepi Vigna (“la banda dei sardi”) per la “Sergio Bonelli Editore”.

Never, nome in codice “Agente Speciale Alfa” – detective di una delle tante Agenzie private di Investigazioni che affiancano la polizia nella lotta al crimine, in una megalopoli indicata come “Città Est”, sulla costa orientale degli States – è presente in mostra con le tavole originali di Romeo Toffanetti (argentino di origini, ma oggi residente in Italia) che fanno conoscere il personaggio ai visitatori, accompagnandoli in un percorso teso a raccontare come “fantastico” e “scienza”, nella letteratura “fantascientifica”, siano sempre e in concreto elementi in cammino per strade convergenti. Fino ad incrociare quella poetica del futuro dei “Canti di Gadalas”, opera unica nel suo genere, scritta da Bepi Vigna ed illustrata da Romeo Toffanetti, una “raccolta di poesie che vengono … dal futuro”, i cui versi sono pervasi da riferimenti alla fantascienza cinematografica, fumettistica e letteraria, in particolare della corrente “cyberpunk”, in grado di trasportare il lettore “in una nuova, seducente realtà spazio-temporale”.

A confermarlo, un’intera Sala riservata agli incontri fumettistici tra Nathan Never e l’astronauta in forza “Esa – Agenzia Spaziale Europea”, Luca Parmitano (primo italiano ad avere effettuato un’attività extraveicolare, il 9 luglio del 2013, con 6 ore e 7 minuti di passeggiata spaziale), che, in occasione della mostra a Bard, ha appositamente realizzato un video in cui racconta della sua grande passione per la Fantascienza. Attraverso una fitta carrellata di oltre cento fra illustrazioni e disegni, l’iter espositivo ci guida dagli acquerelli originali in stile “Pop art” di personaggi entrati nella memoria collettiva, tra fumetto e cinema, dell’artista Rita Carlini, alle parodie disneyane di Fantascienza “paperizzata” nei disegni originali del fumettista Sergio Cabella per “Walt Disney”, fino alle costellazioni in “stile fantasy” (che si trasformano in Draghi spettacolari) delle rappresentazioni di “StarDragons” dell’illustratore Paolo Barbieri con commento dello stesso autore e di Marina Costa, astrofila dell’“Osservatorio Astronomico del Righi” di Genova. Esposte anche le riproduzioni dei fumetti e le illustrazioni de “Il Dottor Oss” di Jules Verne, realizzate da due grandi autori per ragazzi Grazia Nidasio e Mino Milani, accanto all’indimenticabile generazione di “Super Robot” e le incredibili tecno-illustrazioni di “Robot Madness” di Daniele Rudoni e Riccardo Pieruccini. E infine, il “sogno di volare” all’“Iron Man”, affiancato al tema della scoperta dei materiali di nuova generazione e robotica: a raccontarli Luca Fois e Andrea Bonarini (“Dipartimento del design” e di “Elettronica e Informazione” del Politecnico di Milano).

Nel percorso espositivo sarà presente anche uno spazio interattivo per disegnare astronavi e alieni, colorare, indossare la propria “maschera-robot” da portarsi a casa come ricordo.

Nell’ambito dell’esposizione, inoltre, venerdì 9 agostoalle 17, è in programma nell’Auditorium dell’“Opera Mortai”, un incontro dedicato al mondo di “Nathan Never” con il fumettista Romeo Toffanetti, seguito da una visita in mostra con l’autore.

Gianni Milani

“SuperFantaRobot, la Fantascienza a fumetti”

“Forte di Bard”, via Vittorio Emanuele II, Bard (Aosta); tel. 0125/833811 o www.fortedibard.it

Fino al 6 gennaio 2025

Orari: mart. – ven. 10/18; sab. dom. e festivi 10/19. Ad agosto aperta tutti i giorni

Nelle foto:

–       Credit “Lo Scarabeo” – Paolo Barbieri “Andromeda”

–       Credit Frank Godwin – “Connie” di Rita Carlini

–       Credit Riccardo Pieruccini – Daniele Rudoni: “ Robot Madness”

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

SOMMARIO: 7 ottobre – La targa per Bobbio – Lettere

7 ottobre
Quanto è accaduto il 7 ottobre 2023  con il massacro efferato da parte di Hamas a danno di  Israele ci costringe a ricordare dopo un anno l’aggressione subita dagli israeliani uccisi o  diventati ostaggi.  I rapporti tra Palestinesi e Israele sono stati sempre difficili. Ma ad un anno di distanza io resto più che mai vicino ad  Israele in coerenza con la mia storia anche personale. L’antisemitismo internazionale e quello  nostrano e’ l’erede di Hitler e anche di Stalin. Questa e’ la verità che può dare fastidio ad alcuni, ma  resta storicamente l’unica lettura  possibile di una pagina drammatica della nostra storia.  Essere  oggi filo palestinesi appare, nella migliore delle ipotesi, il frutto di una  crassa ignoranza  e di una faziosità grossolana. Gli unici olocausti sono  stati quelli di cui furono vittime gli Ebrei e gli Armeni. Chi parla di un olocausto palestinese dice una menzogna priva di ogni fondamento. E’ indispensabile infine denunciare la totale assenza  dell’Unione Europea in questa vicenda che è molto più vicina a noi di quanto si possa pensare. E’ un’Europa impotente ed impaurita  che si barcamena e non sa decidere.
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La targa per Bobbio
Verrà inaugurata una lapide sulla casa di via Sacchi 66 abitata da Norberto Bobbio. Un’ottima e anche una doverosa idea per onorare un grande del ‘900.  A pochi torinesi è stato riconosciuto questo onore  e Bobbio lo merita sicuramente. Ma leggere sugli inviti, insieme al Comune di Torino, anche il Centro Gobetti con il nome del suo presidente Revelli  costituisce un precedente inedito e anomalo  perché mai nessuna associazione è stata inserita con questa ufficialità. E poi avrei dei dubbi sul fatto di identificare Bobbio col Centro Gobetti di cui  il filosofo solo negli ultimi tempi è stato presidente. Il Centro Gobetti è stato da sempre filo- comunista in modo esasperato. Ricordo l’estremismo di Carla Gobetti che fu molto intollerante. Bobbio per anni non fu un gobettiano. I suoi riferimenti culturali erano più complessi e raffinati rispetto all’acerbo pensiero in nuce del  pur geniale ed eroico giovane antifascista. Doveva semmai essere associata nell’iniziativa l’Università di Torino di cui Bobbio fu uno dei maestri più significativi. Ma vorrei anche aggiungere che anche Rita Levi Montalcini, Nobel e senatrice a vita come Bobbio meriterebbe una lapide sulla casa natale e non certo per motivi di quote rosa. Bisognerebbe anche parlare di un mega convegno di tre giorni  su Bobbio, ma mi astengo per evitare l’uso di parole troppo severe. Le messe cantate e i tridui con i soliti e   stantii officianti non si addicono a Bobbio, ma a quelli che immeritatamente si considerano allievi e addirittura continuatori di Bobbio. 
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Lettere  scrivere a quaglieni@gmail.com
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Moncalieri
Cosa pensa del sindaco di Moncalieri rag. Montagna il cui autoritarismo ha provocato l’assenza, per protesta, dell’intera opposizione dall’ultimo consiglio comunale?    Eugenio Clerici
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In più occasioni ho denunciato gli atteggiamenti un po’ “duceschi”  di quel sindaco che resterà in carica ancora per pochi mesi perché non potrà ricandidarsi dopo 10 anni  di un  mandato molto discusso. Saranno in pochi a rimpiangerlo. 
 
Stellantis  in ginocchio
Ben brutta fine quella di Stellantis che vive una crisi che puo’ anche provocarne la morte . Gli Elkann saranno fieri del disastro anche se , come di diceva a Torino un tempo, non hanno certo freddo ai piedi.      Tilde Gianna Empoli
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Sarà un ulteriore disastro soprattutto per Torino perché la crisi non toccherà certo gli Elkann. La Fiat sta finendo molto male. Anzi è un nome che non esiste più da anni.  La cosa comica in questa tragedia è la preghiera dei sindacati di andare avanti ancora fino a novembre con la produzione della 500 ibrida. Sono gli stessi sindacati che per anni  sabotarono la produzione Fiat, minacciando l’occupazione con l’appoggio di Berlinguer. Oggi anche i sindacati sono molto mal messi  e non sanno più cosa fare. E chi invoca un’ industria cinese a Torino per riempire il vuoto lasciato da Stellantis dice delle cose che solo chi è già finito nel burrone può pensare. Che tristezza. I tempi di Agnelli e di Lama erano molto diversi.
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Alan Friedman
Cosa pensa del suo amico Alan Friedman, il giornalista americano che vive da decine di anni in Italia e non ha ancora imparato a parlare l’Italiano, e che va a ballare con le stelle in Tv? A me sembra uno che ha trovato l’America in Italia. Negli USA non era affatto considerato. Umberto Finetti
Foto facebook
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Sono stato amico di Friedman per parecchi anni, non do’ giudizi sulla sua partecipazione a “Ballando con le stelle”, posso dirle che il noto giornalista umanamente non è un gran che e le aggiungo che le sue idee sono spesso abbastanza settarie per un forte pregiudizio – favorevole o contrario – nei confronti della sinistra e della destra. Per questi motivi i nostri rapporti si sono molto raffreddati. Per poter ballare in Tv si è messo persino a dieta, perdendo 15 chili. Un bel sacrificio che gli ha restituito una linea quasi invidiabile.

La rassegna dei libri più commentati del mese

I libri più amati dalla community de Il Passaparola dei Libri nel mese di settembre 2024: impossibile non discutere di Alma, il romanzo di Federica Manzon (Feltrinelli, 2024) recente vincitrice del Premio Campiello.

Altro testo discusso Non Si Uccide Il Primo Che Passa, di Christian Frascella, che conferma come l’interesse intorno al “giallo italiano” sia sempre alto.

Infine si dimostra sempre in grado di appassionare Paolo di Paolo con il suo Romanzo Senza Umani (Feltrinelli, 2024) un viaggio nel tempo della memoria personale e nel tempo storico di grande impatto emotivo.

 

Incontri con gli autori

 

Questo mese abbiamo incontrato Elena Magnani autrice di Mare Avvelenato (Giunti, 2024) una saga familiare ambientata a Messina all’inizio del secolo scorso.

Edorado Orlandi e Eugenio Nocciolini ripropongono in versione romanzata la triste epopea del Mostro di Firenze nel loro libro Nessuno (Giunti). Li abbiamo intervistati.

Abbiamo incontrato Valentina Santini, l’autrice di Mosche (Voland, 2024), la storia di un antieroe dei nostri giorni.

 

 

 

Per questo mese è tutto: vi ricordiamo che se volete partecipare ai nostri confronti, potete venire a trovarci su FB e se volete rimanere aggiornati sulle novità in libreria e gli eventi legati al mondo dei libri e della lettura, visitate il nostro sito ufficiale all’indirizzo www.unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it

 

In libreria “Gengis Khan – Un’apoteosi drammatica” di Marco Isidori

L’autore è capocomico della nota compagnia teatrale torinese Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa

 

Marco Isidori, capocomico della compagnia teatrale Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa, è uscito in libreria con il suo nuovo lavoro poetico-teatrale dal titolo “Gengis Khan – Un’apoteosi drammatica”, edito da Algra Editore. Si tratta di un testo che evidenzia intensamente la cifra stilistica dei Marcido, un mondo in cui il teatro viene messo al servizio della poesia, o viceversa. L’arte che i Marcido rappresentano, attraverso la primaria funzione della voce e della musicalità ritmata nel suo utilizzo, entra in armonia con l’estro delle drammaturgie di Marco Isidori, anche quando riprese e riadattate da testi classici. Il suono e le vocalità portate in scena dalla compagnia rimandano agli aspetti originari della poesia, sulla cui onda è possibile incontrare il mistero (sempre rivolto al lettore e allo spettatore attento) del concetto universale.

Il Gengis Khan di Isidori non dismette questa dinamica Marcido, semmai la rafforza. Leggendo il testo emerge proprio il mistero di un personaggio storico famosissimo, quel sovrano e condottiero Mongolo che con ferocia si definiva “la punizione di Dio. Il castigatore di ogni peccato”, ma considerato parimenti uno statista saggio e illuminato, che favorì la tolleranza religiosa, unificò tribù e decretò l’adozione della scrittura uigura come sistema di scrittura dell’Impero, tanto che i Mongoli attuali lo considerano il padre fondatore della Mongolia. Un’interpretazione che sento di poter conferire al testo è puramente sociale: GengisKhan è una figura che ben rappresenta, nei suoi aspetti deteriori, violenti, invasivi, culturali, giocosamente inquietanti e poetici, il mondo che stiamo vivendo. Da una parte il violento condottiero castigatore, dall’altra quella forza unificante che oggi è un’utopia, ma l’intensità artistica e l’evocazione poetica servono proprio a “creare mondo”, a generare ciò che ancora non trova spazio nella realtà. Attraverso il canto, come ci racconta Bruce Chatwin ne “Le Vie dei Canti”, gli aborigeni australiani diedero forma al loro mondo. Tutti i personaggi del Gengis Khan di Marco Isidori si muovono come all’interno di un gioco, in una sorta di apoteosi da saltimbanchi  in cui la poesia, la visione teatrale e il teatro stesso prendono forma. Marco Isidori, come riportato nella sua biografia, vive quello scontro, mai risolto, mai evitato, tra la parola poetica e la voce cantante.

 

Gian Giacomo Della Porta

Una mostra “da favola” al torinese “MIIT, ultimi giorni

Museo Internazionale Italia Arte”: nuovo appuntamento con la Collettiva “Fabbricatori di Favole”

Fino a domenica 6 ottobre

Ne sono pienamente convinto. Non c’è artista (più o meno esperto del mestiere, più o meno portato a trasgredire le “voci” del reale) che non sia anche, consciamente o inconsciamente, “fabbricatore di favole”. Dietro l’immagine, c’è sempre un “narrato”, un’“autoconfessione”, un “sogno”, un realmente “vissuto” o … una “favola”. E, come me, mi pare la pensi anche Elio Rabbione, curatore del secondo atto (dopo quello tenutosi fra  aprile e maggio scorsi) della Collettiva “Fabbricatori di Favole” ospitata negli spazi del “MIIT” di corso Cairoli, a Torino, e che raccoglie, fino a domenica 6 ottobre, una buona sessantina di opere a firma di ventisei artisti (24 pittori e due scultori) appartenenti alla carmagnolese “Associazione Palazzo Lomellini”, artisti oggi in temporaneo “esilio” a seguito dei doverosi lavori di restauro in corso sulla storica struttura (da tempo museale), di Carmagnola. Scrive infatti Rabbione in catalogo: “Ogni opera ha in sé un’idea che nasce in quanto favola che s’impone ai sensi, costruzione, colore e forma, ampia trasmissione a chi saprà guardare con attenzione”. Cosa non facile, perché la “favola” sfugge spesso di mano o, addirittura, passa inosservata per far posto all’interpretazione e al giudizio preminente su forme e colori.

Non è cosa semplice produrre o intercettare “favole”, che sono, come sosteneva il grande Rodari (uno che dell’argomento ben se ne intendeva) “come dare la mano al cieco, cantare per il sordo/liberare gli schiavi/che si credono liberi”. Ora, al Museo di corso Cairoli, diretto da Guido Folco, ne troviamo esposta un’ampia e davvero interessante campionatura. Fitta la schiera degli artisti “affabulatori” coinvolti, è di certo impossibile fare di tutti doverosa menzione. Un posto di riguardo lo merita sicuramente quella lignea “Offerta di pace” di Pippo Leocata in cui un’appesantita (dalle “brutture” umane) figura femminile, allarga le braccia a un mondo in cui l’artista riflette forme di remota memoria, offrendo quanto oggi, sempre più, appare impossibile: la “Pace”. Un sogno, un’utopica speranza … una “favola”, appunto. Così come riflesso di “impossibili” congetture è quella sua riproduzione in “specchio” della “Nike di Samotracia” racchiusa nel ligneo “Tempio di Minerva”, affinché non possa spiccare il volo come “Vittoria sui mali del mondo”. Poiché “vittoria” presuppone “guerra”. L’ineluttabile, come oggi racconta la Storia. A fianco le robuste, in legno di faggio, “favole nere” di Similar (Ilario Simonetta) e gli oli inquietanti di Christian Sorrentino, accompagnati da quel sorreggersi di “antiche” mani dalla forza michelangiolesca di “Vita”, opera mirabile di Franco Fasano.

In geometrici essenziali giochi di astrazione si muovono “La leggenda del mare viola” di Gianna Dalla Pia Casa e le fiabesche “Metropoli” di Paolo Pirrone, così come le tecniche miste su juta di Valeria Tomasi ispirate ai versi sul “sentire” di Alda Merini o alle tavole “intrigo tra realtà e sogno” di Angelica Bottari, mentre il materano Giuseppe Manolio racconta di una curiosa “Penelope” racchiusa in una sorta di informal-futurista puzzle dai colori vividi e accesi sgomitanti l’un con l’altro, quasi a farsi consono spazio.

In visionarie atmosfere surreali che paiono ripercorrere, nel decorativo, suggestivi sentieri rinascimentali vivono invece i “Personaggi improbabili” del biellese Fabio Cappelli, attori così lontani dai “volti” che sono invece realtà perduta e ritrovata  in un “onirico” che magnificamente attrae Maria Teresa Spinnler, la quale confessa di sognare, per l’appunto, “la vita racchiusa in tante favole”. Folto il gruppo dei “figurativi”, nelle cui opere leggiamo voci di dolci o amare memorie: da Graziella Alessiato a Maria Rosa Gaude, a Teresio Pirra e ad Eleonora Tranfo, fino a “L’abbraccio” di Anna Maria Palumbo,  ai “Fiori rossi” di Danilo Baruffaldi e alla “favola pura” delle deliziose “Marionette” di Giorgio Cestari,  o ai lirici scorci paesistici di Dario Cornero e alle visionarie “Staticità notturne” di Cristina De Maria accompagnate ai “siparietti” grafici in cui la magia del fantastico travolge il reale, opere della pittrice-illustratrice Silvia Finetti, di Alessandro Fioraso e di Teresa Noto. Alquanto complessi, infine, i concettuali “Universi esistenziali” e le “Costellazioni di Orione”, così come la “Libertà di pensiero”, opere rispettivamente di Giorgia Madonno, di Marina Monzeglio e di Valentina Rossi. Una mostra … “da favola”. Lo confermo!

Gianni Milani

“Fabbricatori di Favole due

“MIIT-Museo Internazionale Italia Arte”, corso Cairoli 4, Torino; tel. 011/8129776 o www.museomiit.it

Fino al 6 ottobre

Orari: mart. – ven. 15,30/19,30; sab. 10/12,30 e 15,30/19,30; dom. 10/12,30

Nelle foto: Pippo Leocata “Offerta di pace” (legni pallet, argilla e acrilici, 2024) e “La vittoria sui mali del mondo” (legni pallet, acrilici e specchio, 2024); Franco Fasano “Vita”, olio su tela, 2021; Fabio Cappelli “Personaggio improbabile – 1”, tempera su carta; Maria Teresa Spinnler “Sogno la vita racchiusa in tante favole”, tecnica mista, 2024

TRIP – La mostra collettiva che unisce arte contemporanea, design e musica

È curata da Lucrezia Nardi, si svolgerà a Torino il 12 e il 13 di ottobre e ospiterà 23 artisti in 13 location della città

La mostra collettiva TRIP è concepita come un evento sincronico e multidisciplinare che fonde arte contemporanea, design, musica, esperienze didattiche e visite in location uniche, aperte eccezionalmente al pubblico di Barriera Design District (BDD), e che ospiteranno una serie di iniziative curate da Lucrezia Nardi, docente presso lo IAAD di Torino e curatrice indipendente molto stimata. L’idea è quella di un viaggio, sia in termini di location che costituiscono la mappatura del distretto, sia in termini di pratiche, storie, narrazioni e fenomeni che si contaminano e si attivano con la fruizione del pubblico. Talk, mostre, studi aperti, workshop, mostre personali di artisti cittadini ospiti presso le realtà di BDD, performance, videoproiezioni e una suggestiva sound experience finale costituiranno la cornice per inaugurare la prima stagione culturale di BDD. Realtà che, come una costellazione, si illuminano aprendo le loro porte per presentarci le loro attività e ospitando eventi curati per rappresentare l’idea che ci costituisce: un luogo di incontri, dialogo e cooperazione tra persone e discipline. Frammenti che compongono un’opera complessiva, così come le diverse realtà che costituiscono BDD.

Il percorso è quello di una vera e propria scoperta, uscendo ed entrando da location che accolgono, dialogano e si modulano con gli interventi artistici che ospitano. Tre macro aree di interesse costituiscono TRIP: via Cervino, con quattro location, gli spazi di Edit, suddivisi in tre piani esperienziali, e parte dei Docks Dora. L’Enoteca Prunotto, in corso Vercelli 70, ospiterà una mostra fotografica di Alberto Chimenti, oltre che essere un punto di ristoro convenzionato con l’evento.

 

Iniziando il tour visitando le installazioni presso Concreto, location unica che ospita uno spazio di coworking, la suggestiva Casa Armonia e Velvet Studio, si potrà non solo visitare gli spazi modulari, chiari, onesti e brutali disegnati dal fondatore Gianluca Bocchetta, ma anche accreditarsi e ritirare la tessera necessaria per visitare tutte le altre location. Velvet Studio è luogo di approcci esperienziali, ergonomici, di raffinato design – e le installazioni che racchiude seguono un filo logico simile, di contatto e allo stesso tempo di contrasto. Entrando nelle scale del building un’opera sonora di Francesca Bruna crea un primo impatto emotivo e sintetico, metallico, che fa eco al brutalismodell’architettura che la contiene. Entrando nello spazio di Velvet si potrà visitare lo studio di architettura, interior e product design, per poi salire nella cucina ed accedere al terrazzo, in cui le sculture di Alina Kleytman si fondono con le piante e le strutture del rooftop. Sabato sera, dalle 18.00 alle 21.00 una performance firmata Bruna & Sabina Kaufman (vestita con abiti disegnati da Davide Racca, che espone ai Docks) creerà un ulteriore layer: sonorizzazioni techno, industriali e ambientali di manipolazioni acustiche e vocali inserite tra i tetti del distretto e tra le sculture della Kleytman.

Nella medesima via, poco più in là, nella giornata di sabato il BansOne Tattoo Studio (via Cervino 13) si convertirà in spazio per la fruizione di una collettiva composta da EricaGariboldi, artista milanese che ci porterà nel mondo oscuro della techno culture e dei rituali collettivi con una video installazione, accanto a Corn79, storico graffiti artist torinese con materiali corrosi e consumati dalle sue manipolazioni pittoriche, e Fabio Zanino, con una delle sue “Decostruzioni” che giocano con il senso di ipotesi dato dallo smembramento e dalla ricollocazione di materiali e simboli.
Nella giornata di domenica, invece, Magazzini Tessili, lì accanto, sarà protagonista di un live tra rito e meditazione sonora a cura di Carlotta Scotti e Michele Poli, in arte Slow Times. Magazzini Tessili è un laboratorio creativo di rifodero, tappezzeria, cuscini che propone corsi di cucito, uncinetto, tappezzeria e tendaggi: perfetto il match con le sonorizzazioni morbide e potenti del duo che, tra vocalizzi e sintetizzatori, porta in scena un rituale collettivo di viaggio emotivo e ricollocazione cosmologica del sé.
Poco più in là, la storica vineria Prunotto, in cui le fotografie graffianti e raffinate, di perfezione stilistica e ironia plastica di Alberto Chimenti fanno capolino tra le scaffalature dello spazio, in pieno stile di un business locale che non passerà mai di moda per la sua anima che è quella dei quartieri rionali italiani. Un inno alle bevute condivise e alle auto sportive che si incontrano in corso Vercelli 70.

Sempre in via Cervino, questa volta verso i Docks Dora, Laboratorio Ventre (via Cervino 60) apre le sue porte per uno studio visit dei due proprietari: Fabio Zanino e Diego Pomarico, che oltre a mostrarci il loro lavoro nell’intimità del luogo in cui nasce e si capillarizza, propongono un workshop (che non ha prezzo maggiorato rispetto alla tessera associativa, ma consente un massimo di sei partecipanti) che fonde le loro visioni artistiche. La pittura colorata e onirica, surreale e sognante di sovrapposizioni di Pomarico, che si fa interprete del processo di Decostruzione di Zanino: un’immagine viene disegnata per essere poi divisa in frammenti e ricomposta. Un talismano-amuleto che ci invita a pensare a come i messaggi in codice siano aperti a una infinità di letture. Così come i desideri, i ricordi e le modalità di comprensione del mondo.

Diego Pomarico sarà anche ospite nella prima location che incontreremo entrando nei Docks Dora, sulla sinistra, Due Linee Architettura. Uno spazio al primo piano, luminoso e caratteristico, che diventa incubatrice delle opere di Mauro Baio, in collaborazione con Noire Gallery. Il pittore torinese propone delle bucoliche e grafiche vedute di spazi sportivi a cui è stata sottratta la figurazione umana: candide, pastellate e seducenti.
Di fronte a Due Linee Architettura, lo studio dell’artista di Las Palmas Octavio Floreal ospiterà, alle ore 11.00 di sabato e domenica, una colazione d’artista con un talk in collaborazione con Lucrezia Nardi: una conversazione sulla sua pratica trentennale, oltre che sul senso della fenomenologia artistica nel contemporaneo. Un’occasione per vedere, nel suo atelier, una selezione di opere curate come mostra personale.
Sempre ai Docks Dora, lo studio del fotografo Diego Dominici e del pittore Angelo Barile apriranno le loro porte per condurci nel luogo della creazione artistica e nella magia del processo: dove le opere nascono, prendono forma e si affacciano sul mondo. Un’occasione unica per poter, come voyeur ed osservatori, percepire lo studio dell’artista e farne esperienza diretta.
Il Cerchio e le Gocce, spazio espositivo legato all’associazione culturale che promuove forme radicali underground, street art e graffiti-writing, è palcoscenico di una mostra personale di Edoardo Bansone, artista che fonde le pratiche del tatuaggio, della street art e della pittura in chiave astratta. La sua pratica artistica combina linee pulite e geometriche tipiche della grafica e del design avanguardistico con un’espressione post-graffiti di astrazione, in cui colori vivaci collaborano con linee nere audaci. Le immagini celano scritte, trasformandosi in forme di pattern astratti taglienti e sinuose allo stesso tempo, ricontestualizzando, in questa occasione, la sua pratica da una superficie bidimensionale a una tridimensionale.

Cingomma Factory, laboratorio di artigiani che utilizzano pneumatici e camere d’aria di biciclette per creare accessori di design e moda, ospita la bipersonale di Davide Racca e Lux Aeterna. I due artisti si muovono tra i bancali da lavoro e le scaffalature, tra le gomme e i processi di suturazione, proprio come le poetiche dei due artisti. Davide Racca, giovane designer, esplora il dialogo tra arte e design, concentrandosi sulla formazione identitaria e sull’impatto delle sovrastrutture sociali odierne. Lux Aeterna ci propone una pratica di ricollocazione, deformazione e sedimentazione: materiali corrosi, alchemicamentetrasformati e trasformativi.

Anche Elisabetta Riccio, fotografa torinese, apre il suo studio al fondo dello spazio Docks Dora con una mostra personale curata, aperta nelle due giornate. Una narrazione di storie personali, di luoghi, di resilienza, di memoria in un viaggio tra visioni e narrazioni, esperimenti di ferrotipia, manipolazioni polaroid e doppia esposizione. Immagini che sublimano l’essenza, come archeologie visive, messaggi nascosti e senso di familiarità con luoghi lontani.

L’ultima location è Edit, aperto sabato e domenica dalle 17.00. Qui, distribuite su tre piani, saranno ospitate tre installazioni di videoarte, alcune fotografie e sculture. Chiara Vivalda e John Bringwolves al piano terreno, Tommaso Montaldo al primo piano e Matteo Melotto al loft.
Il progetto audio-video a tre canali ospitato nella Brewery di Edit è una suggestiva sinergia tra Vivalda e Bringwolves: immagini che scorrono, si sovrappongono e si intrecciano, immerse in un tessuto sonoro e testuale. Il bianco e nero asciutto e malinconico di Chiara Vivalda trova espressione nei suoni poetici di John Bringwolves. Un frame dopo l’altro, un’immagine statica seguita da una in movimento: tutto in S0M3WH3R3 B3TW33N TH3 P4551NG 0F T1M3pulsa con la vitalità del fluire dell’esistenza, riflettendosi perfettamente nel video a tre canali.
Al piano superiore, Tommaso Montaldo proietta Dance Confession. Uno spazio buio, in cui le immagini appaiono, calde e vibranti, una alla volta. Così come le persone che le popolano. Voyeuristico, il nostro sguardo vaga tra una stanza e l’altra, comprendendo che è sempre la stessa – così come la musica: sia quella che percepiamo noi spettatori che quella che Tommaso Montaldo ha fatto ascoltare a tutti i partecipanti all’esperimento. Chiedere alle persone di comportarsi liberamente in relazione allo spazio e alla musica, ipoteticamente soli se non per l’occhio della telecamera che li stava immortalando. La scelta è quella di vivere, simultaneamente, un’esperienza simile: dentro un ristorante, entrare in una sala privata e fruire dei sette minuti della proiezione video in loop, psichedelici, sognanti, ritualistici e sciamanici.
Infine, lo spettacolare Edit Loft 12 ospiterà una digressione sul sogno firmata Matteo Melotto: gli schermi delle stanze da letto e quello del salotto open-space saranno colonizzati e infettati dalle immagini del suo nuovo progetto TANTALUS, una performance-for-camera girata presso Associazione Barriera a Torino. L’installazione, ossessiva e nevralgica, è sincronica ma differenziata per una lieve scadenza temporale diversa su ogni schermo: a metà tra grottesco e onirico, è una riflessione che nasce dal confronto tra due pratiche lontane nel tempo ma legate dal concetto di rilassamento e benessere fisico – la coppettazione egiziana e l’asmr.

Le due serate si concluderanno con un DJ set a cura di ToRadio, sabato ore 21.00-23.00, e con il live del duo milanese The Robinson, domenica ore 19.00-22.00, presso il Rooftop di Concreto. Durante le serate sarà possibile degustare le birre di Edit, in collaborazione con BDD.

BARRIERA DESIGN DISTRICT
Barriera è una periferia mentale”. Partendo da questa considerazione l’associazione Barriera Design District APS nasce per dare nuova luce al quartiere torinese, puntando su Design, Arte e Cultura, lavorando sul territorio al fianco di imprese, pubbliche amministrazioni e comunità, per ridefinire il posizionamento dei luoghi a partire dalle idee di chi li abita e di chi li abiterà.

 

Per partecipare a TRIP e a tutti gli eventi del 2024, è necessario associarsi a Barriera Design District APS. Con un contributo di 10 euro ricevi la tessera “member of BDD”.

Registrazione e ritiro della tessera associativa dal 12 al 13 ottobre, dalle ore 10.30 alle 19.00. C/O CONCRETO, Via Cervino 24.

Gian Giacomo Della Porta

La Maschera di Ferro tra storia e leggenda

Torna, a Pinerolo, la rievocazione di un mistero storico (o leggendario?) ancora oggi irrisolto e, anche quest’anno, non mancherà il classico gioco del “Chi è?”

Sabato 5 e domenica 6 ottobre

Sarà ancora un weekend di storica “suspense”a Pinerolo per la XXI edizione de “La Maschera di Ferro”, rievocazione in programma sabato 5 e domenica 6 ottobre, sotto l’organizzazione dell’Associazione Storico-Culturale “La Maschera di Ferro Aps” e con il patrocinio e il contributo degli “Enti Locali”. La rievocazione di uno dei più celebri enigmi storici, ancora oggi avvolti nel più fitto mistero, ha cadenza biennale e ruota attorno al famoso “prigioniero senza volto”che, durante il regno di Luigi XIV di Francia, “Le Roi Soleil”, fu portato in catene in Italia (dall’isola di Santa Margherita, di fronte a Cannes, sotto la custodia di un ex moschettiere, Benigne de Saint-Mars) per essere incarcerato al Forte di Exilles, in Valle Susa, e poi nella cittadella di Pinerolo (24 agosto 1669) dove rimase fino all’ottobre del 1681. Nel 1698, quando Saint-Mars fu nominato Governatore della “Bastiglia”, si racconta del suo ritorno in Francia attraverso le memorie di un ufficiale della celebre prigione parigina che affermava di aver visto arrivare il suo nuovo superiore accompagnato da un detenuto “che il governatore tiene sempre mascherato e il cui nome non pronuncia”. Chi era dunque questo misterioso prigioniero, passato alla storia come “La maschera di ferro?”. Leggenda narra che fosse così importante che Luigi XIV non ebbe il coraggio di farlo decapitare, ma reo di una colpa così grave da costringerlo a nascondere il suo volto, per l’appunto, in una “maschera di ferro”. Dopo varie peripezie, solo la sua morte, avvenuta alla “Bastiglia” il 19 novembre del 1703, mise a tacere per allora voci e congetture. Se non che, alcuni anni dopo il decesso, si scatenò nuovamente una vera caccia all’identità dell’uomo. Che coinvolse anche importanti studiosi e letterati. “Sarà il gemello del re”, avanzò Alexandre Dumas ne “Il visconte di Bragelonne”, opera cui si sono ispirati in seguito anche numerosi film. “Un mistero vivente, ombra, enigma” affermò Victor Hugo. Per Voltaire invece fu “un prigioniero sconosciuto, dalla taglia al di sopra dell’ordinario, giovane e dalla figura la più bella e la più nobile. Portava una maschera con delle strisce d’acciaio. I carcerieri avevano l’ordine di ucciderlo se l’avesse tolta”.

Orbene, nel prossimo weekend, in quel di Pinerolo, torneremo a rivivere, anche con curiosità e un pizzico di fantasia, questo super misterioso “cold case” lasciatoci in eredità dalla Storia di oltre tre secoli fa. E lo si farà affiancando alla “rievocazione” anche un “gioco” che è ormai peculiarità di ogni edizione, laddove si è ben pensato di far indossare a un “personaggio celebre” i panni del prigioniero. A voi scoprirlo, attraverso tre indizi dati dagli organizzatori. Primo: “Si tratta di un personaggio conosciuto a livello europeo”. Secondo: “La città di Pinerolo lo trova sovente ‘appassionato promotore’”. Terzo: “La sua passione è la bicicletta”. Attraverso queste tracce chiunque può partecipare al gioco online “Indovina chi?”. Basta iscriversi e indicare il nome di chi si pensa possa essere il personaggio misterioso.

Nel 2022 la “Maschera di Ferro” fu interpretata da Arturo Brachetti, che così aggiunse un nuovo personaggio alla sua collezione, nel 2018 dal campione di ciclismo del passato Francesco Moser, nel 2016 dall’attore Ettore Bassi e nel 2014 da Fabio Troiano. L’albo è disponibile online su https://mascheradiferro.net/albo-doro/ . La personalità celata dietro alla maschera anche quest’anno verrà svelata solo dopo la conclusione della rappresentazione.

Non sarà però questo l’unico gioco legato alla rievocazione. Infatti anche quest’anno si proporrà “Scatta La maschera – Secondo Trofeo Iose Busa” (nona edizione) che darà la possibilità a fotografi dilettanti di cimentarsi nel ritrarre personaggi e simboli durante le giornate della manifestazione. Regolamento e modulo iscrizione sul sito www.mascheradiferro.net.

Il programma in breve: il via sabato 5 ottobre,alle 16, con il “Bando” e i “Tamburini di Pignerol” per le strade e le spianate del centro storico.  Alle 16,30, esibizioni sportive, con Musici e “Sbandieratori Borgo Tanaro” del “Palio d’Asti”. Dalle 21 alle 23,30: “La misteriosa notte del ‘600”. Fra i momenti clou, i moschettieri che scortano il misterioso prigioniero e lo rinchiudono in carcere (previsto anche il cambio della guardia), in una serata davvero vivace con tutto il centro storico animato tra esibizioni, danze, gruppi storici, figuranti e la rievocazione del “Bordello” del ‘600.

Domenica 6 ottobre, la messa in cattedrale e poi, dalle 15, partenza dei cortei che coinvolgono centinaia di figuranti. L’arrivo di tutti i gruppi sarà in piazza Vittorio: qui arriva anche la “Maschera di Ferro” e alle 18,30verrà svelata l’identità.
A corredo non mancheranno taverne e punti ristoro in via Trento (per l’occasione rinominata “Rue Crème Chantilly”).

Per info e il programma dettagliato: www.mascheradiferro.net

g.m.

Nelle foto: immagini di repertorio e Arturo Brachetti per un anno “Maschera di Ferro”

“L’Artista come saltimbanco”. Nespolo alla galleria Malinpensa by La Telaccia

La  mostra personale  dal 3 ottobre 

Inaugura giovedi 3 ottobre, alle 18.30, presso la galleria d’arte Malinpensa by La Telaccia, alla presenza dell’artista, la personale dal titolo “L’artista come saltimbanco”, che la direttrice artistica Monia Malinpensa dedica al celebre Ugo Nespolo, artista di fama internazionale, dall’originale elaborazione e dall’intenso studio compositivo cromatico. Si esprime in una ricerca altamente ricca di simbolismo e profondità d’animo dove il desiderio di comunicare è per lui di primaria importanza. Egli realizza con rigoroso equilibrio opere che rappresentano il nostro tempo, il nostro immaginario e il nostro sentimento, facendolo sempre con una compiuta maturità artistica e una chiara sintesi figurale. “L’arte – per Ugo Nespolo – è vita e la vita per lui è arte”. È questo quello che si respira e si vive osservando le sue creazioni ed è anche la prerogativa essenziale e fondamentale del suo iter artistico.

La personale tecnica degli acrilici su legno, in cui lo stile è evidente, trasmette un linguaggio unico ed un’inventiva inarrestabile che porta l’artista a dei risultati immediati sia di lettura che di emozioni. La sua personalità forte e dirompente, e soprattutto inimitabile, da cui ne scaturisce ogni opera, ci regala effetti scenici, icone e metafore sorprendenti per una visione altamente espressiva ricca di sensibilità ed autonomia interpretativa. Nespolo conferisce al suo percorso i veri valori dal fare Arte: capacità di osservazione, studio impegnato nella ricerca e nella creazione, ricchezza di sintesi ed intensità emotiva. Attraverso un suggestivo istinto coloristico, una maestria esecutiva ed una spiccata originalità, i suoi “Puzzle ”, opere simboliche di intensa liricità, si inseriscono brillantemente in una molteplicità di sensazioni piacevoli; ed ecco allora che l’opera diventa un’allegoria vitale per lo spirito. Varie forme di legno sagomate, dipinte e poi incastrate una nell’altra si relazionano in un gioco cromatico divertente e sapientemente dosato.

 

L’intersecarsi di scene che si muovono all’interno dell’opera stessa, in tutte le loro meravigliose sfaccettature, ci raccontano una pittura che vive tra realtà ed irrealtà con un energia non comune e con un modulo interpretativo inconfondibile. Sono opere che, in un preciso impianto formale, si dedicano ad immagini intrise di ironia, di informazione, di protesta, di sogni e di vissuto, conducendo lo spettatore in una dimensione di assoluta estasi che è impossibile fermare, una dimensione in cui tutti possiamo riconoscerci. L’opera di Nespolo è dialogo continuo, è comunicazione, ma ancor prima rappresenta uno stato d’animo. La mostra rimarrà aperta fino al 26 ottobre prossimo.

Ugo Nespolo nasce a Mosso (BI), si diploma all’Accademia Albertina di Belle Arti a Torino e si Laurea in Lettere Moderne. Nei tardi Anni Sessanta fa parte della Galleria Schwarz di Milano che conta tra i suoi artisti Duchamp, Picabia, Schwitters, Arman. La sua prima mostra milanese, presentata da Pierre Restany, dal titolo “Macchine e Oggetti Condizionali” – in qualche modo – rappresenta il clima e le innovazioni del gruppo che Germano Celant chiamerà “Arte Povera”. Negli Anni Sessanta si trasferisce a New York dove si lascia travolgere dalla vita cosmopolita della metropoli e subisce il fascino della nascente Pop Art, mentre negli Anni Settanta milita negli ambienti concettuali e poveristi.

Nel 1967 è pioniere del Cinema Sperimentale Italiano a seguito dell’incontro con Jonas Mekas, P. Adams Sitney, Andy Warhol, Yōko Ono, sulla scia del New American Cinema. Assieme a Mario Schifano, Nespolo si dedica al Cinema d’Avanguardia e, tra il 1967 e 1968, realizza numerosi film che hanno come protagonisti gli amici e colleghi Enrico Baj, Michelangelo Pistoletto e Lucio Fontana. A Parigi Man Ray gli dona un testo per un film che Nespolo realizzerà col titolo “Revolving Doors”. I suoi film sono stati proiettati e discussi in importanti musei tra i quali il Centre Pompidou a Parigi, la Tate Modern a Londra e la Biennale di Venezia.

Assieme a Enrico Baj Nespolo fonda L’Istituto Patafisico Ticinese ed è, ad oggi, riconosciuto come una delle più alte autorità nel campo. Nei tardi Anni Sessanta con Ben Vautier dà il via ad una serie di Concerti Fluxus, tra questi il primo concerto italiano dal titolo “Les Mots et les Choses”. Nonostante le contaminazioni americane non dimentica gli insegnamenti delle Avanguardie europee; è infatti molto marcata l’influenza di Fortunato Depero dal quale Nespolo trae il concetto di un’arte ludica che pervade ogni aspetto della vita quotidiana. Il concetto di “arte e vita” (che è anche il titolo di un libro pubblicato dall’artista nel 1998) sta alla base dell’espressività di Nespolo ed è eredità del Movimento Futurista: “Manifesto per la Ricostruzione Futurista dell’Universo” (1915).

Mara Martellotta

Galleria Malinpensa by La Telaccia, corso Inghilterra 51, Torino

Contatti: 011 5628220

Il duo Fischer-Lisiecki, Yefim Bronfman e Nikolaj Szeps-Znaider, le “stelle” di ottobre

Note di Classica

Debutto al teatro Regio della stagione d’Opera con “Manon Lescaut” di Giacomo Puccini. Dramma lirico in 4 atti. Dal primo al 26 ottobre. L’Orchestra del Teatro Regio sarà diretta da Renato Palumbo. Primo concerto della nuova stagione dell’Unione Musicale il 16 alle 20.30 al Conservatorio con il Quartetto Belcea e Tabea Zimmermann alla viola, con un programma tutto dedicato a Mozart. Riparte anche la nuova stagione dell’Orchestra Rai. Giovedì 17 alle 20.30 e venerdì alle 20 all’auditorium Toscanini, l’Orchestra diretta da Andrès Orozco- Estrada e con Nikolaj Szeps-Znaider al violino, eseguirà un programma tutto dedicato a Beethoven. Venerdì 18 alle 20.30 all’Auditorium Agnelli debutta la nuova stagione di Lingottomusica con la NDR Elbphilharmonie Orchester diretta da Alan Gilbert e con al pianoforte Yefim Bronfman , con musiche di Rachmaninov e Cajkovskij. Sabato 19 alle 18 al teatro Vittoria, David Irimescu al pianoforte eseguirà musiche di Schumann, Nagai, Okumura e Chopin. Lunedì 21 alle 20 al teatro Vittoria,  Arianna Savall soprano e arpe e Petter Udland Johansen tenore, cetra e violini, eseguiranno musiche di Santiago de Murcia, Monteverdi, Ruiz de Ribayaz e Kapsberger. Mercoledì 23 alle 20.30 al Conservatorio per l’Unione Musicale, Rudolf Buchbinder al pianoforte eseguirà musiche di Mozart , Beethoven, Schubert. Giovedì 24 alle 20.30 e venerdì 25 alle 20 all’auditorium Toscanini, l’Orchestra Rai diretta da Daniele Rustioni e con Francesco Piemontesi al pianoforte, eseguirà musiche di Mario Castelnuovo-Tedesco, Liszt, Bèla Bartòk. Sabato 26 alle 18 al teatro Vittoria, Ruben Galloro e Janine Bratu violini, Luca Infante viola,  Jacopo Sommariva violoncello, Alessandro Vaccarino pianoforte con Antonio Valentino, eseguiranno musiche di Dvorak.

Domenica 27 alle 16.30 al conservatorio per l’Unione Musicale, i Solisti , Coro e Orchestra dell’Accademia Maghini diretti da Luca Guglielmi con Elena Camoletto maestro del coro e con Raphael Hohn tenore e Mauro Borgioni basso, eseguiranno la “Johannes-Passion” di Bach. Mercoledì 30 alle 20 e giovedì 31 alle 20.30 all’auditorium Toscanini, l’Orchestra Rai diretta da Ottavio Dantone e con Luca Milani al clarinetto, eseguirà musiche di Prokofev, Mozart e Haydn. Mercoledì 30 alle 20.30 al conservatorio per l’Unione Musicale, Julia Fischer violino e Jan Lisiecki pianoforte, eseguiranno musiche di Mozart, Beethoven e Schumann.

Pier Luigi Fuggetta