Cosa succede in città- Pagina 63

 Gallerie d’Italia, si apre la mostra “Non ha l’età. Il Festival di Sanremo in bianco e nero 1951-1976”

È aperta al pubblico dal primo febbraio al 12 maggio 2024, alle Gallerie d’Italia, a Torino, la mostra “Non ha l’età. Il Festival di Sanremo in bianco e nero 1951-1976”, a cura di Aldo Grasso e promossa da Intesa Sanpaolo
L’esposizione, che si avvale del patrocinio della Regione Piemonte e della Città di Torino, presenta 85
fotografie provenienti dall’Archivio Publifoto Intesa San Paolo sul Festival di Sanremo, la più celebre
manifestazione sulla canzone italiana, che rappresenta un capitolo decisivo non soltanto della storia della
della musica e della televisione, ma anche della storia sociale d’Italia. Le fotografie in mostra si soffermano
solo in pochi casi sulle esibizioni degli artisti sul palco, ma conferiscono un grande rilievo ai fuori scena, ai
cantanti durante le prove, alle passerelle degli artisti in giro per la città, agli autografi, al pubblico, agli artisti
ritratti in situazioni curiose, alla sala trucco, all’orchestra e alla sala stampa. Grazie alla media partnership
con la Rai, l’esposizione è arricchita da contributi video-sonori in collaborazione con Rai Teche.
La più celebre manifestazione della canzone italiana nasce nel 1951, organizzata dalla RAI di Torino, in tre
serate, e trasmessa radiofonicamente in presa diretta dal Salone delle Feste del Casinò di Sanremo.
Le prime edizioni furono trasmesse soltanto alla radio, ma dopo il successo crescente, la televisione decise
di appropriarsene. I fotoreporter dell’agenzia Publifoto intuirono l’importanza della manifestazione e, negli
anni in cui l’evento fu ospitato al Casinò di Sanremo, realizzarono circa 15 mila fotografie del Festival, ora
esposte alle Gallerie d’Italia. Nel 1955 la manifestazione comincia ad acquisire una certa popolarità e la
televisione decide di trasmetterla in diretta.
“Il Festival di Sanremo – spiega il critico e curatore della mostra Aldo Grasso – nasceva agli albori come
promozione turistica, sulla copia del Festival del Cinema di Venezia. Infatti le famiglie della buona borghesia
torinese erano solite andare a ‘svernare’ a Sanremo. Amilcare Rambaldi, partigiano e consulente del
Comune di Sanremo, voleva una manifestazione canora per sfruttare ancora di più le potenzialità turistiche
della città. Erano gli anni delle grandi trasformazioni radiofoniche in cui noti presentatori, come Nunzio
Filogamo, si cimentavano nei radiodrammi. La preparazione del Festival di Sanremo avvenne a Torino. Le
prime polemiche che scoppiarono furono relative allo scontro tra i melodici, gli amanti del belcanto, e i
cosiddetti ‘urlatori’. Polemica che negli anni proseguì su più fronti, compreso quello della direzione artistica
da impartire al Festival, chiedendosi se fosse meglio favorire la canzone pop o quella impegnata, in un’epoca
come quella del dopoguerra in cui tutti gli italiani cercavano di ritrovare la gioia del vivere anche attraverso
queste manifestazioni. Il titolo della mostra, “Non ha l’età”, si riferisce alla canzone di Gigliola Cinquetti, del
1964, con la quale vinse il Festival di Sanremo. L’immagine simbolica della mostra è iconica e rappresenta un
giovane Adriano Celentano, intento a cantare dando le spalle al pubblico, un modo di stare sul palcoscenico
oggi totalmente accettato ma che, a quel tempo, diede scandalo. Nel 1955, anno in cui vi fu la prima
trasmissione televisiva del Festival, la presentatrice fu Maria Teresa Ruta, zia dell’attuale, e forse più nota,
Maria Teresa Ruta. L’esposizione ripercorre anche gli anni successivi al 1968, quando fu organizzato un
controfestival da parte di Franca Rame e Dario Fo. Nei primi anni Settanta, durante il periodo dell’austerity,
la RAI si disamora del Festival di Sanremo e, nell’annata in cui i programmi RAI si concludevano alle 22:30,
non fu possibile conoscere neanche il vincitore del Festival. La televisione si appropriò della manifestazione
canora quando questa venne trasferita dal Casinò al teatro Ariston, a parte l’anno in cui si tenne, con scarso
successo, al Palafiori. Con lla presentazione da parte di Pippo Baudo, il Festival si trasformò in una
manifestazione dalle caratteristiche più televisive che non canore, pur tenendo al centro la canzone”.
“Ciò che apprezzo oggi maggiormente di Sanremo è il fatto che abbia riaperto le porte ai giovani musicisti –
precisa Aldo Grasso – invitando per esempio sul palco i vari vincitori dei ‘Talent’. I giovani, oggi, sono ancora
attenti al Festival, anche se la loro percezione dell’evento è diversa da quella degli adulti, proprio perché è
differente l’uso che fanno della televisione, mediata ormai attraverso i social”.
Ne nasce un album di fotografie spesso curiose, inconsuete, che ritraggono gli artisti lontano dai riflettori,
nei momenti di vita che accompagnano le frenetiche giornate del Festival, con una ingenuità e
immediatezza che ce li fanno sentire piuttosto familiari.
Sono fotografie che testimoniano di un’Italia che ha fretta di dimenticare la guerra e la povertà, che vuole
affidare alle canzoni una ritrovata serenità, come nel caso della canzone “Vola colomba”, che esprime un
desiderio di rivalsa circa la questione triestina o giuliana.
La colonna sonora dell’esercito di liberazione americano era stato il boogie-woogie, una musica piena di
energia, ma sconosciuta in Italia. Bisognava trovarne una italiana, legata alla tradizione melodica e al
belcanto.
La mostra si inserisce nell’ambito delle iniziative di valorizzazione dell’Archivio Publifoto, costituito da oltre 7
milioni di fotografie dell’agenzia fondata da Vincenzo Carrese nel 1937, che risulta la più importante agenzia
fotogiornalistica privata nata in Italia negli anni Trenta. L’Archivio è stato acquistato da Intesa Sanpaolo nel
2015 con un’operazione che ne ha evitato la dispersione, ed è curato e gestito dall’Archivio Storico Intesa
Sanpaolo presso le Gallerie d’Italia di Torino. In occasione della mostra, l’Archivio ha completamente
restaurato, digitalizzato e catalogato le oltre 15.000 fotografie dei servizi realizzati al Festival dall’agenzia
Publifoto, e ora consultabile online sul sito dell’Archivio Storico dell’Intesa Sanpaolo.
Lungo il percorso espositivo i visitatori potranno rivivere l’atmosfera di un’antica sala stampa grazie agli
elementi di design provenienti da ADI Design Museum Compasso d’Oro di Milano. L’allestimento è
ulteriormente arricchito dalle copertine originali di vinili che richiamano varie edizioni di Sanremo, grazie al
prestito dell’Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi e da un Cinebox della Mival, grazie a un prestito
concesso da Faro Games.
La mostra presenta inoltre una serie di contenuti audio scaricabili attraverso l’app Gallerie d’Italia, con
approfondimenti dedicati all’iniziativa e all’Archivio Publifoto.
Info: Gallerie d’Italia, piazza San Carlo 156, Torino
Orari: martedì, giovedì, sabato e domenica 9:30/19:30 – mercoledì 9:30/22:30 – lunedì chiuso
Mara Martellotta

Solenghi e Lopez al teatro Colosseo

Da giovedì 1 a sabato 3 febbraio ore 21
domenica 4 febbraio ore 16
MASSIMO LOPEZ E TULLIO SOLENGHI
Dove eravamo rimasti
poltronissima 39,50 / poltrona 33,50 / galleria A 33,50 / galleria B 29,00 / ridotto under 16 31,00
Il nuovo spettacolo di Massimo Lopez e Tullio Solenghi, reduci dallo “Show” che li ha riportati sui palchi e nel cuore di tutta Italia, proporrà numeri, sketch, brani musicali, contributi picchi di comicità irresistibile come una lectio magistralis di Sgarbi/Lopez, un affettuoso omaggio all’avanspettacolo, l’inedito Renato Zero di Solenghi inseriti nella collaudata dimensione di uno grande spettacolo. Il filo conduttore sarà quello di una chiacchierata tra amici, la famiglia allargata di appassionati spettatori di cui i due si sentono ormai parte, che collegherà i vari momenti di spettacolo. La band del maestro Gabriele Comeglio sarà ancora una volta sul palco, irrinunciabile “spalla” della cornice musicale.

Palcoscenico danza 2023/2024 al teatro Astra

Una ricchezza di appuntamenti che prenderanno avvio il 10 febbraio prossimo

 

Il teatro Astra propone il suo palcoscenico Danza 2023/2024 ricco di appuntamenti che prenderanno avvio il 10 febbraio prossimo con Cultus, dove Zappalà ritorna prepotentemente alla sua danza ricca di contraddizioni creative, dai sapori carnali e delicati, musicali e attuali, poetici e al tempo stesso intimi. A ispirare questa nuova creazione sono brani di musica popolare e le atmosfere di ‘The Little match Girl’, passione di David Lang del 2007. Si tratta di voci che danno vita a un lavoro di grande impatto sonoro con atmosfere sacre che fanno riferimento alla fiaba della piccola fiammiferaia di Hans Christian Andersen e alla Passione secondo Matteo di Bach. Nella performance non si farà alcun cenno alla fiaba di Andersen, ma sarà  la danza la protagonista assoluta. ‘Cultus’ significa danza pura e propone al contempo un viaggio coreografico.

Dopo un prologo dove il verso shakespeariano è utilizzato come pura colonna sonora fonetica, si procede in un fluire coreografico incessante, in transiti in movimento dove i corpi dei danzatori si immergono nei vari stati d’abbandono, dalla tenerezza, all’estasi, dalla gioia alla poesia.

Un secondo spettacolo sempre di palcoscenico Danza sarà l’11 marzo 2024 alle Lavanderie a vapore dal titolo “We are nomads”, dove Anuang’s si interrogherà su chi sia alla ricerca di qualcosa, come i nomadi che vanno alla ricerca di nuovi pascoli. Anche noi uomini siamo nomadi delle nostre vite, nomadi in senso tradizionale e nomadi digitali.

Ci spostiamo da un punto all’altro, non ci fermiamo, ma vorremmo rimanere, riflettendo sulla nostra vita e usando ciò di cui abbiamo bisogno per il viaggio. Camminiamo come fecero i nostri antenati e ci fermiamo solo quando siamo stanchi e desideriamo placare la nostra sete e riposare i nostri piedi.

Danzatore e coreografo keniota, autodidatta e atipico, rappresenta il suo Paese in ogni evento ufficiale fin dall’inizio della sua carriera nel 1990. Recupera dalla tradizione la fede e la forza che gli sono state necessarie per creare. Vero e proprio gesto iniziatico, la sua gestualità è  amplificata da un movimento ondulatorio. L’energia è  canalizzata dai salti verticali, l’emozione è  potente e primitiva.

Al teatro Astra, il 23 e 24 marzo prossimi, saranno in scena ‘La sagra della primavera’ e ‘Intimate Wonder’, per la coreografia di Roberta Ferrara. Si tratta di una creazione che incarna energie primordiali e sublimazioni pagane attraverso una scrittura coreografica corale, ridisegnata sui corpi dei danzatori dell’Eko Dance project,  che si lascia guidare dal modus operandi del genio di Igor Stravinsky. Il respiro della Sagra della primavera di Roberta Ferrara si apre alla collaborazione  con Pompea Santoro, già danzatrice di Mats Ek e sua assistente. Di Intimate Wonder la coreografia è  di Paolo Mohovic, che ci conduce attraverso le emozioni che costituiscono la meraviglia che riusciamo a produrre e dalla quale costantemente ci alimentiamo.

Il 28 marzo sarà  la volta, al teatro Astra, di “The hidden face of the moon”, una nuova creazione di Giovanni Insaudo Staff, che si concentra sulla preparazione di uno spettacolo,  dove un gruppo di tecnici prepara freneticamente una nuova produzione.

La proposta di Paolo Mohovic Hondo narra il mare, che è molto di più  dell’altra parte del mondo, qualcosa che noi conosciamo ma che è  ancora particolarmente inesplorato.

Sempre al teatro Astra, dall’11 al 14 aprile prossimo, andrà in scena di Aurélien Bory la pièce “Invisibili”.

Il coreografo e regista francese Aurélien Bory, da sempre affascinato dalle contaminazioni linguistiche e culturali,  realizza uno spettacolo che nasce dalla sua infatuazione  per la città  di Palermo. “Invisibili” è  il risultato di diversi sopralluoghi del regista nella città e  di incontri con i cittadini e artisti, di riflessioni sull’arte, la storia e le contraddizioni di Palermo.

Il 23 e 24 aprile, sempre al teatro Astra, si terrà una serata specialedal titolo  “Echoes of life” con una coppia d’eccezione, formata da Silvia Azzoni, tra le più sensibili ballerine del panorama internazionale,  vincitrice del premio Benois e prima ballerina dell’Hamburg Ballet, insieme a un fuoriclasse di fama mondiale, Oleksandr Ryabko, impegnati in un percorso di chiari di luna e sonate eseguite dal vivo dal virtuoso Michael Bialk.

Il 10 e 12 maggio sarà  la volta dell’appuntamento “Made4you+Interplay link”, progetto diretto da Pompea Santoro, che apre una porta verso il mondo coreografico riunendo tre giovani coreografi, ex studenti dell’Eco dance alta Formazione. Coreografo Simone Repele, fondatore della compagnia Riva & Repele in tandem con Sasha Riva, Edoardo Cino danzatore professionista  nella compagnia Saarlaendisches Staatballet e Tiziano Piloni. Padrino della serata sarà Fernando Suels Mendoza.

Il 24 marzo , dalle 11.30 alle 13.30, si terranno delle masterclasscon Roberta Ferrara, dove la presenza, la consapevolezza e l’energia muovono la pratica pedagogica condotta da questa insegnante. Nella masterclass viene condiviso il training abituale  della compagnia Equilibrio Dinamico, in cui volontà e disponibilità  si mettono al servizio di corpo, mente e spirito. Si esplora il concetto di alternanza , di gioco perpetuo dello yin e yang, attraverso corpi sempre più consapevoli, flessibili e presenti.

Un’altra masterclass sarà  il 12 maggio dalle 11.30 alle 13.30 con Fernando Suels Mendoza.

 

Mara Martellotta

Il Museo Nazionale del Cinema e il Lovers film Festival ricordano Sandra Milo

 

 

Il Museo Nazionale del Cinema  e il Lovers film Festival hanno appreso con sgomento la scomparsa dell’attrice Sandra Milo, che nel 2023 aveva compiuto novanta anni.

L’attrice, nel 2021, era stata madrina del Lovers Film Festival diretto da Vladimir Luxuria.

“Una notizia drammatica che mi ha colto di sorpresa – ha affermato Vladimir Luxuria – Sandra Milo è  stata una delle persone più  buone che io abbia conosciuto nel mondo dello spettacolo.  Sempre  a disposizione e sempre energica. Non si tratta soltanto della perdita di una grande attrice,  ma anche di un punto di riferimento per il cinema mondiale. Non è per me soltanto la perdita della madrina 2021 del festival che dirigo, ma soprattutto la perdita di un’amica dolce come la sua voce”.

“Sandra Milo è stata per generazioni di italiani un’icona di talento e di bellezza, inesauribile nella sua ironia e nel suo entusiasmo per la vita “ ricordano Enzo Ghigo  e Domenico De Gaetano,rispettivamente presidente e direttore del Museo nazionale del cinema.  Averla avuta come madrina del Lovers Film Festival è stato un onore e un piacere. Il suo spirito frizzante e irrefrenabile è  riuscito a coinvolgere tutti. Ci mancherà quell’intelligente leggerezza che solo lei aveva”.

Sandra Milo è  stata una paladina dei diritti civili, combattendo la violenza contro le donne,  lottando contro l’omofobia, la discriminazione e i figli avuti al di fuori del matrimonio. Le battaglie più  ardenti le ha combattute per i suoi figli, per Debora, nata dal legame con il produttore greco Moris Ergas quando non aveva ancora ottenuto l’annullamento dal primo marito, che sul certificato di nascita risultò  di ‘madre ch3 non vuole essere nominata”. Dopo la fine del matrimonio con il produttore, non si è fermata davanti a nulla, neanche ai 44 processi per riavere la figlia Debora. Quindi i due altri figli, Ciro, 56 anni, e Azzurra, 54, nati dal terzo marito Ottavio de Lollis.

 

Mara Martellotta

Il Museo Nazionale della Montagna di Torino festeggia 150 anni

Dalla digitalizzazione dell’esperienza di visita alla nuova esposizione permanente sul K2, il Museo racconta le terre alte attraverso i linguaggi contemporanei

Tra le prime sedi del Club Alpino Italiano, il Museomontagna annuncia il nuovo calendario di attività 2024. Tra le linee guida: innovazione, inclusione, ecologia e trasformazione digitale

Sono trascorsi 150 anni da quando nel 1874 fu inaugurata al Monte dei Cappuccini di Torino la Vedetta Alpina, un’edicola dotata di cannocchiale attraverso cui osservare 450 chilometri dell’arco alpino. Nel 2024 il Museo Nazionale della Montagna di Torino festeggia il suo centocinquantenario con un ricco palinsesto multidisciplinare incentrato sul tema del cammino: una pratica di conoscenza, apertura e immersione nell’ambiente, ma anche metafora dei traguardi che ha raggiunto e raggiungerà l’istituzione, esplorando i grandi temi della contemporaneità.

 

Tra le linee guida che hanno ispirato il calendario 2024 del Museomontagna – nonché l’ultimo quinquennio sotto la guida della direttrice Daniela Berta – figura la trasformazione digitale, con la realizzazione dei nuovi contenuti multimediali per la visita della collezione permanente. Il progetto, realizzato grazie al contributo della Fondazione Compagnia di San Paolo, prevede la creazione di un racconto articolato in dieci temi di approfondimento rispetto alle collezioni esposte nei due piani del Museo, una nuova narrazione video-interattiva fruibile sia in presenza che da remoto. Parallelamente sarà condotta una nuova campagna di digitalizzazione e schedatura della Fototeca del Centro Documentazione del Museo, per una migliore conservazione dei materiali, agevolare le attività di ricerca necessarie ai progetti di valorizzazione e consentire la fruizione anche online.

 

La volontà di rinnovamento del Museo porterà a marzo 2024 all’inaugurazione di una nuova sezione permanente dedicata al K2, in occasione del 70° anniversario della spedizione italiana che per prima ne raggiunse la vetta nel 1954, patrocinata dal Club Alpino Italiano e dal Ministero della Difesa, e i cui archivi sono conservati dal Centro Documentazione del Museo.

 

Il tema della sostenibilità ambientale rimane fondamentale, in coerenza con l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU e con il Programma Sostenibilità avviato nel 2018 dal Museomontagna, in particolare attraverso il progetto Stay with Me e la mostra A Walking Mountain, che inaugurerà durante la Torino Art Week 2024. Si tratta di un progetto espositivo che, mediante il dialogo tra le ricerche di artisti contemporanei italiani e internazionali e le collezioni storiche del Museomontagna, propone una panoramica sulla pratica del cammino in montagna e della Walking Art.

 

Il Museomontagna si afferma come punto di riferimento nello scenario globale legato alla cultura delle terre alte e ospiterà lunedì 6 maggio al Monte dei Cappuccini le assemblee annuali delle due associazioni di settore che qui hanno sede e coordinamento: l’IAMF – International Alliance for Mountain Film e l’IMMA – International Mountain Museums Alliance.

 

Iniziative per la didattica inserite in programmi ad hoc hanno infine come obiettivo avvicinare i giovani al Museo, il tutto sviluppando progetti interdisciplinari sinergie con altri interlocutori e aprendo il museo a differenti mondi e linguaggi.

 

 

«Sarà un anno speciale per il Museo Nazionale della Montagna di Torino» affermano il presidente Mario Montalcini e la direttrice Daniela Berta. «Siamo fieri di presentare un calendario ricco di novità e iniziative per rendere la nostra istituzione in grado di affrontare i grandi temi dell’attualità attraverso linguaggi contemporanei ed eredità storiche inestimabili».

 

 

Di seguito le principali mostre del Museomontagna nel 2024:

 

Le ossa della terra. Primo Levi e la montagna

Dal 26.01 al 13.10.2024

La mostra viene presentata in occasione del Giorno della Memoria 2024, in collaborazione con il Centro Studi Primo Levi, ed è dedicata alla figura di Primo Levi e al suo rapporto con le terre alte. Il percorso espositivo è articolato attorno alle parole del protagonista, a fotografie storicheoggetti, documenti ed estratti video provenienti da archivi pubblici e privati, oltre che dai familiari dello scrittore e dal Centro Documentazione del Museo.

 

Stay with Me. A Whole Growing Exhibition

Fino al 31.03.2024

Un programma in divenire attorno alla mostra Stay with Me, incentrata sul tema del cammino analizzato da una prospettiva ampia con una serie di appuntamenti come panel, workshop ed eventi artistici che coinvolgono figure creative attive a livello locale, italiano e internazionale e istituzioni storiche come l’Accademia Albertina di Belle Arti.

 

K2. Nuova esposizione permanente nel 70° anniversario della spedizione italiana

Da marzo 2024

Una nuova Esposizione Permanente dedicata al K2, la seconda montagna più alta del mondo, allestita con documenti, fotografie, video, attrezzature e abbigliamento originali, di storica o recente acquisizione, a celebrare la seconda montagna più alta al mondo, ma la più impegnativa per difficoltà tecniche e pericolosità, e una grande storia italiana del Dopoguerra.

 

Alberto di Fabio. Montagne primordiali

Da aprile a ottobre 2024

Alberto Di Fabio celebra la montagna come luogo fisico e mentale mediante una raffigurazione unica. La mostra − la prima che un’istituzione italiana dedica alla produzione degli anni Novanta − presenta una selezione di opere pittoriche e su carta, alcune delle quali mai esposte.

 

Mali Weil

Dopo la mostra The Mountain of Advanced Dreams del 2023, il collettivo Mali Weil torna al Museomontagna con un progetto artistico inedito. Gli artisti danno forma a un palinsesto di azioni diffuse nel tempo e nello spazio incentrate sulla creazione di un linguaggio speculativo per comunicare la sostenibilità ambientale.

 

A Walking Mountain

Dal 29.10.2024 al 30.04.2025

A Walking Mountain è la mostra di chiusura del percorso iniziato con Stay with Me nel 2023: un progetto di ricerca ed espositivo che, mediante il dialogo tra i lavori di artisti contemporanei e le collezioni storiche del Museomontagna, propone una panoramica sulla pratica del cammino in montagna e della Walking Art.

 

Ad arricchire il calendario, installazioni temporanee open air sulla Terrazza panoramica, una ricca offerta di attività educational, collaborazioni e scambi con altri enti del territorio e internazionali, rassegne letterarie con la Biblioteca Nazionale CAI e almeno due mostre ideate e prodotte dal Museo e presentate in altre sedi: Rock The Mountain! La montagna nell’iconografia della musica pop presso la Casa Alpina di Ceresole Reale e The Mountain Touch al MUSE – Museo delle Scienze di Trento.

Con la musica un volto nuovo al day hospital del Cottolengo

Sabato 3 febbraio alle 20.45 nella Chiesa della Piccola Casa di Torino
Sabato 3 febbraio 2024 alle ore 20.45 nella Chiesa della Piccola Casa di Torino (via Cottolengo 12) si terrà il concerto del Quartetto d’archi Viotti ensemble – Paolo Giolo (Violino), Marco Lamberti (Violino), Alberto Giolo (Viola) e Giacomo Berutti (Violoncello).

Ingresso ad offerta libera.

Il ricavato sarà devoluto a favore del progetto “Un volto nuovo al Day Hospital oncologico” dell’Ospedale Cottolengo che ha lo scopo di dare un’accoglienza calorosa alle pazienti e rendere più confortevoli gli ambienti dove si effettuano le terapie.”
cfr: https://www.cottolengo.org/2024/01/12/concerto-darchi-per-il-progetto-un-volto-nuovo-al-day-hospital-oncologico/?fbclid=IwAR0qqS_sSskXTJamS7rcGsWY1Cvb_iAINKH7wNJdT501i-ApJNbFU4k-1Us
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Lluis Pasqual dirige Lina Sastri in ‘Nozze di sangue’ di Federico García Lorca

Debutterà  martedì 30 gennaio al teatro Carignano di Torino, alle 19.30, ‘Nozze di sangue’ di Federico Garcia Lorca, per l’adattamento e la regia di Lluis Pasqual. In scena, accanto a una straordinaria Lina Sastri, Giacinto Palmarini, Giovanni Arezzo, Alessandra Costanzo, Ludovico Caldarera, Roberta Amato, Floriana Patti, Gaia lo vecchio, Alessandro Pizzuto, Sonny Rizzo, Elvio la Pira e insieme ai musicisti Riccardo Garcia Rubi (chitarra) Carmine  Nobile  (chitarra), Gabriele Gagliarini(percussioni). La coreografia è  di Nuria Castejon, le scene sono di Marta Crisolini Malatesta, i costumi di Franco Squarciapino, le luci di Pascal Merat.

Lo spettacolo è coprodotto dal teatro Stabile di Catania, teatro Stabile di Torino, Teatro Nazionale,  Teatro di Napoli, Teatro nazionale e Teatro Biondo di Palermo e resterà in scena per la stagione del teatro Stabile in abbonamento fino a domenica 11 febbraio prossimo.

Nel dramma di Garcìa Lorca solo uno dei personaggi ha un nome, gli altri sono ruoli, funzioni sociali, archetipi di una società chiusa e violenta, in cui le passioni sono soffocate nel sangue. Limitazioni alla libertà personale, sessismo, clima opprimente e repressivo non  erano estranei al poeta e drammaturgo spagnolo, destinato a una tragica fine tre anni dopo il debutto dell’opera. Essa risulta ispirata a un  vero fatto di cronaca, e questa storia datata 1943 è  diventata un urlo contro qualsiasi convenzion  nel campo dell’amore, un  grido di libertà nel seguire le proprie passioni che bruciano due cuori  e due corpi in una stessa fiamma.Lluis Pasqual, massimo esperto vivente di Lorca, realizza una contaminazione tra prosa, danza e canto, basandosi sulle eccentriche capacità di Lina Sastri.

“Nozze di sangue – spiega Lluis Pasqual – rappresenta uni dei titoli più folgoranti della storia del teatro del Novecento europeo e altro non è  che un fatto di cronaca di vita raccontato da un poeta. A pochi chilometri da Granada, in una campagna secca, la sposa fugge con un lontano parente. Lo sposo, tradito, li insegue con un gruppo dei suoi e il tutto finisce a coltellate e morti. La notizia appare sui giornali  e nella mente del poeta questa storia vera compie un viaggio profondo e scuro. Il ‘suo’ racconto dei fatti diventa un urlo contro qualsiasi convenzione nel campo dell’amore e un grido di libertà nel seguire la passione che brucia due corpi e due cuori nella stessa fiamma. Nel corso del racconto Garcia Lorca crea due personaggi enormi, due vittime, due donne, la fidanzata e la madre. Quelle  che restano e che dovranno trascinarsi a vita il dolore e le ferite causate da questo cainismospagnolo, fratello contro fratello divisi fino alla morte.

La frase materna “Qui adesso ci sono due bande, tu con i tuoi, io con i miei” non faceva altro che annunciare la disumana guerra civile che di lì  a poco sarebbe scoppiata in Spagna. Poi il poeta è  morto, la guerra è passata, sono trascorsi tanti anni e, in una piccola parte del mondo occidentale,  la donna ha conquistato quella libertà  per la quale il poeta si era battuto.  La metafora sulla passione e sull’amore, che Garcìa Lorca ha fatto diventare immortale in questo testo bruciante, è  ancora molto viva e attuale in tante civiltà  che non appartengono alla nostra cultura europea.  Ed è,  senza dubbio, anche dentro le nostre frontiere piene di intolleranza e di odio. E queste parole le scrivo mentre in Europa viviamo la più irrazionale guerra della storia dell’uomo. Quanti volti si spose e di madri abbiamo visto in televisione? Come quelli che ha sognato Lorca. Non è  un caso che abbia scelto, come in tante sue opere, la donna, la vittima per mostrare la violenza degli uomini. Il poeta, ancora una volta, guarderà dalla parte dellevittime, la sposa, la madre.

Isabel Garcia Lorca, la sorella di Federico, mi ha raccontato che nel momento in cui Lorca scriveva ‘Nozze di Sangue’ erano a Granada, a la Huerta  de san Vicente, la bella casa dove trascorrevano l’estate. A Federico era arrivato un disco di una cantata di Bach che faceva suonare al grammofono e che ascoltava ossessivamente per ore tutti i giorni finché un giorno glielo hanno nascosto.

In ‘Nozze di sangue’ c’è tanta musica scritta anche da lui, che è  stato un grandissimo musicista. Una musica che non è  Bach, ma ha una sua geometria. Proviene piuttosto dal “cante jondo” che vuol dire canto scuro e profondo, che è  una variante del flamenco. Questa musica, presente nel testo, scorre come un fiume scuro e bisogna farla sentire perché  riempie il suo corpo, la sua anima, il suo orecchio in una terra secca circondata dal mare. Nel Meridione della cosiddetta civiltà.  In Andalusia come in Sicilia non vi è  grande differenza.

 

Nozze di sangue di Federico Garcia Lorca

Teatro Carignano piazza Carignano 6, Torino

30 gennaio-11 febbraio 2024

 

Mara Martellotta

Rock Jazz e dintorni a Torino: Uri Caine e i Lou Dalfin

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Lunedì. Al Cafè Des Arts suona il Latin Trio di Simona Palumbo.

Mercoledì. All’Osteria Rabezzana si esibiscono gli Aires del Sur. Al Magazzino sul Po sono di scena i Leatherette. Al Mad Dog suona il sassofonista Toti Canzoneri.

Giovedì. Al Blah Blah sono di scena Andy MacFarlane e Nicolò Fiori. All’Osteria Rabezzana suona il quartetto del trombettista Jim Rotondi. Allo Ziggy sono di scena i Piqued Jacks. Al Magazzino sul Po si esibiscono i Daykoda.

Venerdì. Al Folk Club suona il pianista Remo Anzovino. All’Hiroshima Mon Amour sono di scena i Lou Dalfin con Madaski. All’ Imbarchino suonano i Mont Baud. Al Magazzino di Gilgamesh blues con il trio di Alberto Marsico e Dany Franchi. Al Magazzino sul Po è di scena Kuzu. Allo Ziggy si esibiscono gli Uguaglianza con gli Short Fuse. Al Più Spazio 4 il trombettista Giorgio Li Calzi sonorizza il documentario “La neuropatologia”.

Sabato. Al Blah Blah suonano gli Ananda Mida. Al Conservatorio piano solo per Uri Caine. Al Magazzino sul Po si esibisce il duo Brucherò nei Pascoli. Al Folk Club suonano i Birkin Tree con Becky Nì E’allaithe.

Domenica. Allo Ziggy sono di scena Federico Sirianni , L’Orage e Davide Di Rosolini. Al Diavolo Rosso di Asti suona il quartetto We Are Waves.

Pier Luigi Fuggetta

Passione e cultura: StraGulp al cortile del Maglio di Torino

Passione e cultura, Domenica 4 Febbraio 2024, dalle ore 9.00 alle 19.00, s’incontrano per la seconda Edizione di StraGulp, presso il Cortile del Maglio, in una suggestiva cornice molto Steampunk, di Torino. L’evento, ad ingresso gratuito, spazierà nel panorama della cultura pop con la partecipazione di prestigiosi ospiti del settore, con Associazioni, artisti, scrittori, un occasione per condividerla ma anche per un arricchimento personale per appassionati o semplici curiosi.

Un insieme di iniziative che la curatrice della kermesse, Manuela Macrì, ha voluto dar vita, creando un importante spazio d’incontro in cui, tutti, potranno ascoltare dalla viva voce, dei vari interpreti, molte curiosità, news e i dietro le quinte.

La manifestazione che sarà arricchita dalla mostra mercato, in cui si potrà trovare fumetti da collezione e nuove uscite, gadget e Action Figure, carte dei Pokemon e games retrò, vedrà la presenza del Direttore di doppiaggio Luca Ghignone (Uruseiyatsura nuova serie), il Museo dell’Informatica MUPIN, la Direttrice del blog “Il salotto Letterario” Caterina Francioso, L’Associazione Wonderland, lo sceneggiatore Marco Ventura, il collezionista ed esperto di Anime robotici Enzo Tripodina, Lewis Carroll Society d’Italia dedicata ad Alice nel paese delle Meraviglie , la dimostrazione di spade Giapponesi ”Hyoho Taisha-ryu” della Polisportiva Jolly Vinovo, il disegnatore Lorenzo Balocco la cui sua creazione Sortisia è la madrina dell’evento, l’illustratrice Samantha Scuri e tanti altri ospiti…. Una giornata che sarà seguita in diretta dalla Radio GRP, da Mercury Comics web radio e condotta nello spazio conferenze dalla Rivista Mondo Japan che affronterà l’argomento delle censure negli Anime; si avrà anche la possibilità, durante la giornata, di partecipare a work shop, sessioni di giochi, eventi a tema,  meet and greet, firma copie con gli autori, sarà un esperienza divertente accompagnata dalla possibilità di ampliare le conoscenze di questo meraviglioso universo “nerd”, in cui arte, cultura e socializzazione si mixano.

Dal 1 febbraio Gallerie d’Italia a Torino presenta “Non ha l’età. Il festival di Sanremo in bianco e nero 1951-1976”

Intesa Sanpaolo apre al pubblico dal 1 febbraio al 12 maggio 2024alle Gallerie d’Italia a Torino la mostra “Non ha l’età. Il Festival di Sanremo in bianco e nero 1951-1976”, a cura di Aldo Grasso.

L’esposizione,  che si avvale del patrocinio della Regione Piemonte e della Città  di Torino, presenta 85 fotografie provenienti dall’Archivio Publifoto Intesa San Paolo sul Festival di Sanremo, la più celebre manifestazione della canzone italiana, che rappresenta un capitolo decisivo non soltanto della storia della s della musica e della televisione, ma anche della storia sociale d’italia. Le fotografie in mostra si soffermano solo in pochi casi sulle esibizioni degli artisti sul palco, ma conferiscono un grande rilievo ai fuori scena, ai cantanti durante le prove, le passerelle degli artisti in giro per la città,  gli autografi, il pubblico, gli artisti ritratti in situazioni curiose, la sala trucco, l’orchestra e la sala stampa. Grazie alla media partnership con la Rai, l’esposizione è  arricchita da contributi video-sonori in collaborazione con Rai teche.

La più celebre manifestazione della canzone italiana nasce nel 1951, organizzata dalla RAI di Torino, in tre serate e trasmessa radiofonicamente in presa diretta dal salone delle feste del Casinò di Sanremo.

Le prime edizioni furono trasmesse soltanto alla radio, ma dopo il successo crescente, la televisione decise di appropriarsene. I fotoreporter dell’agenzia Publifoto intuirono l’importanza della manifestazione e, negli anni in cui l’evento fu ospitato al Casinò di Sanremo, realizzarono circa 15 mila fotografie del festival, ora esposte alle Gallerie d’italia.

La mostra ripercorre anche gli anni in cui il festival di Sanremo fu ospitato nel Casinò prima di trasferirsi definitivamente al teatro Ariston.

Ne nasce un album di fotografie spesso curiose, inconsuete,  che ritraggono gli artisti lontano dai riflettori, nei momenti di vita che accompagnano le frenetiche giornate del festival, con una ingenuità e immediatezza che ce li fanno sentire piuttosto familiari.

Sono fotografie che testimoniano di un’Italia che ha fretta di dimenticare la guerra e la povertà,  che vuole affidare alle canzoni una ritrovata serenità,  come nel caso della canzone “Vola colomba”, che esprime un desiderio di rivalsa circa la questione triestina o giuliana.

La colonna sonora dell’esercito di liberazione americano era stato il boogie-woogie, una musica piena di eccitazione, ma sconosciuta in Italia. Bisognava trovarne una italiana, legata alla tradizione melodica e al belcanto.

Il titolo della mostra richiama la giovane età di un festival ai suoi esordi.

MARA MARTELLOTTA