Cosa succede in città- Pagina 54

Mauto: la McLaren di Senna esposta in Piazza San Carlo

Una  navetta gratuita dal centro città al Museo.

In occasione del Salone Auto Torino, in programma dal 13 al 15 settembre 2024, il Museo Nazionale dell’Automobile partecipa alla parata inaugurale di venerdì 13 settembre con la vettura FIAT 12hp del 1902 appena restaurata ed è presente in Piazza San Carlo, per l’intera durata della manifestazione, con un proprio stand nel quale è esposta la vettura McLaren MP4/6-Honda del 1991 che fa parte della mostra AYRTON SENNA FOREVER. 

Inoltre, il MAUTO consente l’accesso gratuito a tutti i visitatori muniti di Free Pass: grazie a un servizio di navetta con partenza da Piazza Castello, gli appassionati possono raggiungere gratuitamente il Museo che organizza speciali visite guidate alla mostra AYRTON SENNA FOREVER, attività per famiglie e, domenica 15 settembre, la proiezione del Gran Premio di Azerbaigian con il commento in diretta di Davide Valsecchi (la gara viene proiettata su un ledwall posizionato nella grande Piazza del Museo e i visitatori possono seguirla comodamente seduti su poltrone Sparco; l’evento è gratuito su prenotazione).

Il servizio di navetta, gratuito e fino a esaurimento posti, è disponibile da venerdì 13 a domenica 15 settembre nei seguenti orari: da Piazza Castello al MAUTO: 14:00, 15:00, 16:00, 17:45; dal MAUTO a Piazza Castello: 14:30, 15:30, 17:15, 19:00.

Per info e prenotazioni agli eventi in calendario: www.museoauto.com

La berlina carrozza di gala di Napoleone è tornata restaurata alla palazzina di Caccia di Stupinigi

È ritornato in loco, nel suo luogo originale, la Palazzina di Caccia di Stupinigi, la berlina di gala napoleonica recentemente restaurata.

Il manufatto, appartenuto anche a Gustavo Rol, rappresenta una testimonianza significativa della presenza napoleonica in Italia, che verrà narrata da due appuntamenti promossi dalla Fondazione Ordine Mauriziano.

Domenica 15 settembre, alle 15.45, è in programma un viaggio nel periodo napoleonico con “life istantanee di corte” , l’evento d Living History che rievoca la vita quotidiana di quel momento storico particolare in cui la Palazzina era luogo di svago della Corte Imperiale di Napoleone e della sorella Paolina Borghese Bonaparte. Sarà  possibile per il pubblico interagire con i figuranti.  Giovedì 17 ottobre, alle 16, si terrà una visita guidata a cura di Alessia Giorda, che indagherà il rapporto tra Napoleone e il Piemonte, seguita da una conferenza di Paolo Palumbo, che narrerà le vicende di Camillo Borghese, cognato di Napoleone, e il cerimoniale legato a Stupinigi.

La carrozza fu fatta costruire intorno al 1805/10 e realizzata dal carrozziere Jean Ernest Auguste Getting, uno dei massimi fornitori delle scuderie imperiali napoleoniche.

È probabile che la carrozza abbia fatto parte del corteo che condusse Napoleone a Milano per l’incoronazione a Re d’Italia, con tappa intermedia a Stupinigi. La carrozza passò poi alla seconda moglie di Napoleone, Maria Luigia d’Austria, dal 1816duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla. Fu nel 1845 che la  carrozza venne acquistata dal farmacista Antonio Delavo, che la inserì in un museo fatto allestire nella sua villa dedicato alla battaglia di Marengo. Alla vendita della villa, nel 1947, la carrozza fu lasciata senza particolari cure in un magazzino dell’antiquario di Novi Ligure Edilio Cavanna. Venne poi acquistata da Gustavo Rol e il 3 giugno 1955, per intervento della Sovrintendenza alle Gallerie del Piemonte nella persona di Noemi Gabrielli, passò di proprietà all’Ordine Mauriziano e fu destinata alla Palazzina di Caccia di Stupingi. Di recente è stata restauratanel 2021dal Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”.

 

Mara   Martellotta

Freedom Sonata apre Torinodanza Festival

Fonderie Limone di Moncalieri – 12, 13, 14 settembre 2024, ore 20.45

Prima nazionale

L’edizione 2024 di Torinodanza Festival, diretto da Anna Cremonini e realizzato dal Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, si terrà dal 12 settembre al 26 ottobre 2024. L’inaugurazione del Festival, in programma giovedì 12 settembre alle ore 20.45, alle Fonderie Limone di Moncalieri, sarà affidata a Emanuel Gat e alla sua Compagnia con lo spettacolo Freedom Sonata. Dopo il successo di Lovetrain2020, un vero e proprio musical dall’inconfondibile atmosfera anni ’80, questa nuova produzione ci guida in una miscellanea di note tra la musica di Beethoven e il rap di Kanye West. Lo spettacolo sarà in scena anche il 13 e il 14 settembre, uniche date italiane del tour, sempre alle 20.45 presso le Fonderie Limone.

Con Freedom Sonata Emanuel Gat dà vita a una composizione coreografica, musicale e drammatica in tre movimenti: un viaggio fantastico immerso nella luce, tra il bianco e il nero, che fa da contrappunto alla musica e alla danza. La coreografia, caratterizzata dalle inconfondibili composizioni di Gat, è un ritratto immaginario e delicato della luce del Mediterraneo, il cui fluire costante e la cui particolare bellezza raccontano un modo di vivere insieme: una speciale alchimia umana trascesa dalla danza e dalla musica. La relazione tra individuo e collettività e l’erosione della nozione di libertà sono il cuore di questa nuova pièce, con cui Gat celebra, insieme ai suoi danzatori, trent’anni di creazione coreografica ed esplorazione musicale.

«Freedom Sonata – dichiara il coreografo nelle sue note – è un’interpretazione libera e contemporanea della sonata classica, che si evolve in tre distinti movimenti coreografici.

La colonna sonora del lavoro è la giustapposizione di due fonti musicali: l’album del 2016 di Kanye West The life of Pablo, nella sua interezza, e il secondo movimento dalla sonata n. 32 di Beethoven, eseguita da Mitsuko Uchida e registrata nel 2006. La coreografia, così come la musica, è libera dal bisogno di basarsi su temi e concetti esterni. A mio giudizio, il lavoro coreografico non dovrebbe riguardare nessun tema in particolare, in quanto richiede un vuoto che non dovrebbe essere riempito con lo scopo di affrontare degli argomenti specifici o diventare portatore di significati.

Freedom Sonata è un ulteriore capitolo di uno studio che sto portando avanti sulle modalità in cui i gruppi, e gli individui che li costituiscono, funzionano, si comportano e si adoperano per raggiungere uno stato di equilibrio e realizzazione. In questo senso, è un modo di osservare la modalità in cui la società – per come la conosciamo – si organizza in vari contesti e, perciò, può essere vista come l’esplorazione di possibili modelli alternativi.

La Libertà, in quanto termine e concetto, è probabilmente la parola più abusata e incompresa che esista. La verità è che niente è più semplice di spogliare le persone da ogni tipo di libertà o diritto naturale. La creazione di una coreografia può servire come spazio per capire come risolvere la tensione interna fra l’individuale e il collettivo, quale tipo di autorità può servire come forza motrice e quale come forza distruttiva. E quindi, quando mi viene chiesto se il mio lavoro è politico, rispondo che il mio lavoro non è politico, ma lo è il modo in cui lavoro».

Rock Jazz e dintorni a Torino. L’omaggio della PFM a De Andrè

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Martedì. Allo Ziggy suonano i Twin Tribes.

Mercoledì. Al teatro Alfieri la PFM rende omaggio a De Andrè. All’Osteria Rabezzana si esibiscono Erene Mastrangelo e Becca Stabile.

Giovedì. Al Sound Garden dell’Hiroshima Mon Amour, Hip Hop con Rancore. Al Cafè Neruda si esibisce il quartetto della cantante Sonia Schiavone per un tributo a Wayne Shorter.

Venedì. Allo Ziggy suonano gli Space Paranoids preceduti dai Blue Lies. Al Blah Blah sono di scena i Kairoskiller e i The Black Armadillos.

Sabato. Al Sound Garden dell’Hiroshima si esibiscono i Mon-Key’s. Al Blah Blah suonano i Mr Sleazy.

Pier Luigi Fuggetta

“Le ossa della Terra. Primo Levi e la montagna”

 

Al “Museo Nazionale della Montagna Duca degli Abruzzi”, una mostra dedicata al grande cantore della Shoah e al suo profondo amore per la montagna

Dal 26 gennaio al 13 ottobre

La montagna come totale libertà. Come luogo miracoloso capace di darti forza, ancor più forza, dopo l’ennesima caduta. Di spingerti a ignorare e a sfidare le più terribili ingiustizie e nefandezze concepite dal genere umano. Libertà che in pianura te la sogni, manco a pagarla a peso d’oro. Eppure sarà proprio fra le tanto amate montagne della Vallée che il grande Primo Levi, dopo l’armistizio dell’8 settembredel ’43, perderà la sua libertà. Una trappola mortale che lo segnerà per tutta la vita. “In montagna – annotava il chimico-scrittore in “Piombo” da ‘Il sistema periodico’è diverso, le rocce, che sono le ossa della terra, si vedono scoperte, suonano sotto le scarpe ferrate ed è facile distinguere le diverse qualità: le pianure non fanno per noi”. Parole di totale abbandono e confessione d’amore per quelle “terre alte”, che Primo Levi (Torino, 1919 – 1987) continuerà a frequentare e a raccontare fino agli ultimi suoi giorni in terra.

 

Una passione narrata oggi, con saggia intelligenza, nelle sale del “Museomontagna” di Torino, in una rassegna (programmata fino a domenica 13 ottobreprossimo) con cui la struttura museale di Piazzale Monte dei Cappuccini inaugura insieme due importanti eventi: la celebrazione dei suoi primi 150 anni di vita e la “Giornata della Memoria”, in calendario, come ogni anno, il prossimo 27 gennaio. Il percorso espositivo (a cura di Guido Vaglio con Roberta Mori e sviluppato in collaborazione con il torinese “Centro Internazionale di Studi Primo Levi”) invita a scoprire il legame ancora poco conosciuto tra lo scrittore torinese e la montagna, nato negli anni dell’adolescenza e tragicamente legato al destino dello scrittore. Fu infatti in Valle d’Aosta, nel villaggio di Amay sul Col de Joux, che fu arrestato dalla milizia fascista, insieme ad altri due compagni della piccola banda di “Giustizia e Libertà”, nel dicembre del ’43, per essere  trasferito, come ebreo e partigiano, nel Campo di Fossoli prima e successivamente ad Auschwitz, in Polonia. All’indomani dell’8 settembre 1943, l’espressione “andare in montagna” era infatti diventata sinonimo di una precisa scelta di campo, quella di aderire alla “lotta partigiana”. Sopravvissuto al lager (in quella perfetta tempesta di improbabile “casualità” raccontata nell’iconico “Se questo è un uomo”) e tornato a Torino nell’ottobre del ’45, sarà ancora una volta la montagna a favorire e a consolidare l’amicizia di Levi con altri due protagonisti del nostro Novecento: Mario Rigoni Stern e Nuto Revelli, testimoniata in mostra dalla “pietra” con incisione della poesia“A Mario e a Nuto”, proveniente dalla “Fondazione Nuto Revelli” di Cuneo.

Levi fece incidere la poesia su una pietra di fiume per suggellare una sorta di patto “di cui la montagna, da cui quella pietra veniva, costituiva in qualche modo il testimone – scrive Marco Revelli nel catalogo della mostra –come se la montagna rappresentasse l’occasione di un nuovo inizio”. Particolare curioso, troviamo anche in mostra, per la prima volta esposto al pubblico – fra fotografie storiche, oggetti, documenti, volumi,manoscritti ed estratti video provenienti da archivi pubblici e privati, oltre che dai familiari dello scrittore, dal “Centro Primo Levi” e dallo stesso “Museo” – un paio di sci di Primo Leviche testimonia la sua breve esperienza partigiana, lasciati dallo scrittore ad Amay e poi utilizzati dal partigiano Ives Francisco per fuggire in Svizzera.

I documenti “Le cronache di Milano” eI Libri segreti” provenienti dall’archivio di Massimo Gentili-Tedeschi forniscono invece uno spaccato inedito del 1942, periodo in cui Levi trovò un impiego alla fabbrica “Wander” di Crescenzago e si trasferì a Milano, ospite della cugina Ada Della Torre. Qui trascorse, con altri sei giovani torinesi, un breve ma intenso periodo di vita in comune, testimoniato da disegni, caricature, filastrocche e vignette che raccontano la vita di quel periodo con leggerezza e ironia, pur nella consapevolezza della situazione in cui si viveva, il cui esito tragico non avrebbe tardato a manifestarsi.

Esemplari anche le “Citazioni” di Levi che accompagnano in mostra il visitatore. Otto parole-chiave in cui si traduce perfettamente l’essenza dell’amore dello scrittore per la montagna che era e sarà sempre per lui: Natura, Materia, Letteratura, Trasgressione,Riscatto, Amicizia, Scelta e Liberazione. In un’unica espressione: la “carne dell’orso”, di cui parla nel bellissimo capitolo “Ferro” da “Il sistema periodico”, quale frase a lui rivolta dal grande amico di vita e di scalate, Sandro Delmastro, durante un rischioso bivacco in quota in pieno inverno. “Il peggio che ci possa capitare – così Sandro – è di assaggiare la carne dell’orso”. Quella carne, molti anni dopo, rimpianta da Levi “poiché, di tutto quanto la vita mi ha dato di buono, nulla ha avuto, neppure alla lontana, il sapore di quella carne, che è il sapore di essere forti e liberi, liberi anche di sbagliare, e padroni del proprio destino”.

Gianni Milani

“Le ossa della Terra. Primo levi e la montagna”

Museo Nazionale della Montagna, Piazzale Monte dei Cappuccini 7, Torino; tel. 011/6604104 o www.museomontagna,org

Fino al 13 ottobre

Orari: dal mart. al ven. 10,30/18; sab. e dom. 10/18

Nelle foto, da “Centro Studi Primo Levi”, “Fondazione Nuto Revelli” e “Famiglia Levi”: “Prmo Levi sul tetto del Rifugio Sella” (Cogne, aprile 1940), “Sci”, “Pietra di fiume Po” e “Primo Levi al Pian de la Tornetta” (31 luglio 1983)

 

In piazza San Carlo le note di Ludovico Einaudi risuonano per MiTo

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Le note di Ludovico Einaudi risuoneranno in piazza San Carlo domenica 8 settembre per Mito Settembre Musica

Sabato 7 settembre al teatro Carignano alle ore 17 si è tenuto per Mito Settembre Musica “Drink Jazz Suite, una mitologia alcoolicaMartini & Rossi, di e con Stefano Massini, accompagnato da Emanuele Cisi al sassofono, Eleonora Strino  alla chitarra, Marco Micheli al contrabbasso e Enzo Zirilli alle percussioni. Stefano Massini, scrittore, drammaturgo e narratore,  è l’unico autore italiano ad aver vinto un Tony Award, premio Oscar del teatro americano. i suoi testi sono tradotti in più  di trenta lingue e sono messi in scena dalla Cina alla Corea, dal Sud Africa al Cile, l’Iran, l’Austria. Lo spettatore italiano lo ha scoperto in TV a Piazzapulita e in altri programmi televisivi come Ricomincio daRai tre, che ha condotto  per due stagioni sulla RAI. Emanuele Cisi, nato a Torino nel 1994, è stato al primo posto nella categoria “Nuovi talenti” nella top Jazz di Musica Jazz, Eleonora Strino è membro dei quartetti di Dado Moroni e Emanuele Cisi, del trio di Greg Cohen e del gruppo The Great Guitarist con Ulf Wakenius e Martin Taylor. Mentre Marco Micheli si è diplomato in contrabbasso al Conservatorio di Lucca, Enzo Zirilli, nato a Torino, studia pianoforte e percussioni nel conservatorio subalpino, ma il suo percorso inizia  con il jazzofonista Larry Nocella.

Importante appuntamento domenica sera, alle ore 21, in piazza San Carlo, con “ In a time reimagened” con Ludovico Einaudi al pianoforte.

“Ho pensato in a Time Lapse – spiega Ludovico Einaudi- un po’ per il decennale1994ena festeggiato e un po’ perché credo sia un progetto ancora molto attuale, con diversi brani diventati miei classici, come “Experience” che suono spesso. A seconda dell’organico con cui scelgo di suonare, lo ricucio e lo reinventoogni volta “ afferma il compositore.

Suonare in piazza San Carlo assumerà un  significato particolare per Ludovico Einaudi perché questa piazza fa parte della storia del suo rapporto con Torino. È una delle sue piazze preferite per quanto riguarda l’architettura pulita e lo stile. Ludovico Einaudi è  un artista fra i più pop di Mito Settembre Musica,  ma ha sempre mantenuto ottimi rapporti con la musica classica, in particolare barocca e non è  da escludere che un suo prossimo progetto sia quello di suonare lungo le rive del Po.

Mara Martellotta

Leila Bencharnia. Performance per il finissage di Tradui/zioni d’Eurasia Reloaded al Mao

A cura di Chiara Lee e freddie Murphy

Sabato 7 settembre 2024 ore 18.30

@ Fondazione Merz, via Limone 24, Torino

Chiude domenica 1 settembre la mostra Tradu/izioni d’Eurasia Reloaded e, in occasione del finissage e dell’apertura della mostra di Yto Barrada alla Fondazione Merz la prossima primavera, il MAO propone un ultimo appuntamento musicale dedicato alla decolonizzazione dell’ascolto.

La performance si svolgerà presso la Fondazione Merz, via Limone 24, a Torino.

Leila Bencharnia è sound artist, interprete acusmaticə e musicistə natə in Marocco e di base a Milano/Berlino. Figliə di un musicista tradizionale marocchino, il loro dialogo con il suono è iniziato nel villaggio vicino alle montagne dell’Atlante, terra dell’infanzia. Il loro lavoro sonoro è composto da materiale analogico, tra cui nastri, vinili e sintetizzatori.

Riconoscendo le forme di ascolto radicale come modalità di trasmissione della conoscenza, la pratica di Bencharnia cerca di avere un ruolo attivo nella decolonizzazione dell’ascolto come modo per affrontare la complessità sociale e politica.

Attualmente la loro ricerca è relativa al linguaggio dei tessuti indigeni Tamazight, alla matematica dei frattali africani e la loro relazione con il suono.

Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili.

 

La Fondazione Giorgio Amendola celebra 42 anni di attività culturale

La Fondazione Giorgio Amendola celebra 42 anni di attività culturale e di impegno sociale, essendo stata istituita nel 1982. Lo scorso anno hanno avuto luogo le celebrazioni per il quarantennale con un ricco programma di incontri e di conferenze sul pensiero di Amendola, intellettuale e dirigente del Partito comunista. Quest’anno è stato recentemente pubblicato il volume “L’eredità riformista di Giorgio Amendola”, libro che raccoglie alcuni degli interventi e contributi presentati durante le celebrazioni, scritti da studiosi autorevoli quali Giovanni Cerchia, ordinario di Storia Contemporanea presso l’Università del Molise, il sociologo e antropologo Augusto Ferraiuolo e Michele di Donato, ricercatore presso l’Università degli Studi di Roma 3.

La pubblicazione del libro, che vede, tra gli altri contributi presenti nel volume, quelli di Giovanni Matteoli, già portavoce del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, di Enrico Morando, ex senatore e viceministro, di Magda Negri, fondatrice del Partito Democratico, e di Ilaria Zilli, ordinario di Storia Economica presso l’ateneo molisano, rappresenta un importante tassello nella missione che si è posta la Fondazione, la promozione della cultura e della riflessione politica in un quartiere in cui la popolazione ha dimostrato sensibilità al progetto, Barriera di Milano.

La Fondazione Giorgio Amendola da sempre si è distinta per l’organizzazione di studi, convegni, pubblicazioni e progetti culturali e ha promosso mostre d’arte e gruppi di incontro, coinvolgendo scuole e attori del territorio.

Tra i volumi recentemente pubblicati accanto a quello dedicato a Giorgio Amendola, anche un saggio realizzato da Elisa Oggero dal titolo “Il cinema di Carlo Levi”, testo che analizza il rapporto tra l’artista e scrittore e l’arte cinematografica. Il prossimo anno si celebreranno, infatti, i cinquant’anni dalla scomparsa di Carlo Levi, noto come il ‘torinese del Sud’.

Nei locali della Fondazione Giorgio Amendola, in via Tollegno 52, è allestita anche una ricca biblioteca specialistica incentrata sui temi della politica del Novecento, degli studi su Giorgio Amendola, della bibliografia su Carlo Levi e su una nutrita serie di temi collaterali, quali il disarmo durante la guerra fredda, la coesistenza pacifica, la cooperazione tra i popoli, il ruolo delle classi lavoratrici in rapporto al ceto medio, il rapporto tra la classe operaia e la democrazia industriale.

 

Mara Martellotta

Gli appuntamenti della Fondazione Torino Musei

SABATO 7 SETTEMBRE

 

Sabato 7 settembre ore 18.30

LEILA BENCHARNIA

MAO – performance nell’ambito del public program di Tradu/izioni d’Eurasia Reloaded

Leila Bencharnia è sound artist, interprete acusmaticə e musicistə natə in Marocco e di base a Milano/Berlino. Figliə di un musicista tradizionale marocchino, il loro dialogo con il suono è iniziato nel villaggio vicino alle montagne dell’Atlante, terra dell’infanzia. Il loro lavoro sonoro è composto da materiale analogico, tra cui nastri, vinili e sintetizzatori.

Riconoscendo le forme di ascolto radicale come modalità di trasmissione della conoscenza, la pratica di Bencharnia cerca di avere un ruolo attivo nella decolonizzazione dell’ascolto come modo per affrontare la complessità sociale e politica.

Attualmente la loro ricerca è relativa al linguaggio dei tessuti indigeni Tamazight, alla matematica dei frattali africani e la loro relazione con il suono.

L’evento si terrà alla Fondazione Merz, via Limone 24, Torino

Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili.

 

 

MERCOLEDI 11 SETTEMBRE

 

Mercoledì 11 settembre ore 16:30
STRATEGIE BOTANICHE E GIARDINI RESILIENTI
Palazzo Madama – Conferenza a cura di Edoardo Santoro, curatore botanico di Palazzo Madama

Osservare e favorire l’insediamento di piante selvatiche, ornamentali e officinali che consentono una rapida copertura vegetale in grado di migliorare le condizioni di crescita e di vita delle piante stesse e degli esseri viventi che li circondano.

Costo: 5€ ingresso in giardino (gratuito Abbonati Musei) + 5€ ogni incontro (gratuito Under 30).

Durata: 1 ora.

Info e prenotazioni: tel. 011 4429629; e-mail: madamadidattica@fondazionetorinomusei.it. Prenotazione consigliata

 

Mercoledì 11 settembre ore 17
INCLUSIONE E COMPARTECIPAZIONE CULTURALI
MAO – Conferenza presentazione del saggio della dottoressa Gabriella Bisci.

Con Roxana Olariu, vice-Presidente dell’Associazione GenerAzione Ponte, e Elena Mazzi, artista visiva. Introduce Davide Quadrio.

Il tema dell’inclusione è all’ordine del giorno nel dibattito collettivo. In ambito culturale, cosa significa “includere”? Perché talvolta ci capita di avere l’impressione di non capire il significato di quanto visitiamo? Cosa occorre per far sì che una persona che non abbia mai vissuto un’esperienza culturale inizi a percepire di essere parte della comunità a cui il patrimonio appartiene? E cosa occorre per rendere “compartecipato” il mondo della cultura?

Al di là di soluzioni e scelte specifiche, alcuni processi cognitivi e percettivi sono alla base di ogni interazione tra la persona e l’ambiente: il modo in cui si realizza l’offerta culturale, si allestiscono esposizioni, sia fisiche che digitali, si comunica con una popolazione sempre più eterogenea e in rapido mutamento è il presupposto per un’interazione soddisfacente, emozionante, formativa con i luoghi della cultura e della memoria.

Co-progettare adottando il criterio della centralità della persona e dei relativi bisogni è un modo per ridurre le disparità e per rendere la popolazione attivamente responsabile della cosa comune, da restituire alle generazioni future in condizioni migliori di quanto abbiamo ereditato.

Ingresso libero fino a esaurimento posti.

 

Mercoledì 11 settembre ore 18:30
LUCA BERTOLO. L’HÉSITATION
GAM – Arena Paolini – Conversazione e book launch

Il progetto Luca Bertolo. L’hésitation, sostenuto dall’Italian Council, 12a edizione 2023, organizzato dalla GAM in collaborazione con Il CEAAC di Strasburgo, ha portato, alla realizzazione di una mostra personale dell’artista suddivisa in due sedi – presso il CEAAC e l’Atelier Meisenthal – e alla pubblicazione di un libro, Viaindustriae Publishing, a cura di Elena Volpato, dedicato al lavoro di Luca Bertolo e alla tematica dell’esitazione. In occasione del progetto espositivo, la Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT ha acquisito per la GAM una delle opere più significative del lavoro più recente dell’artista: Grande corteo, 2023, olio e acrilico su tela, 250 x 400 cm.

Luca Bertolo, Antonio Grulli ed Elena Volpato, prendendo le mosse dal libro e dalle opere dell’artista, converseranno sul tema dell’esitazione. Tema centrale nel percorso di Bertolo, ma anche in molta parte della pittura e dell’arte contemporanea, dove emerge come attitudine aperta all’opera, secondo le dimensioni del non finito, della dissonanza, della precarietà formale: tutte espressioni della irriducibile complessità del presente e dell’arte come spazio del possibile.

Introducono: MASSIMO BROCCIO, Presidente Fondazione Torino Musei, LUIGI CERUTTI, Segretario Generale Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, CHIARA BERTOLA, Direttrice GAM.

Intervengono: LUCA BERTOLO, artista, ANTONIO GRULLI, curatore e critico d’arte, ELENA VOLPATO, conservatore.

Ingresso libero.


Theatrum Sabaudiae
 propone visite guidate in museo
alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.
Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html

Carlo Maria Tresso: lavoro e attività sociali per giovani speciali

RITRATTI TORINESI

Amministratore Unico di ATT srl impresa sociale

 

“L’Associazione Attivitabile – dichiara Carlo Maria Tresso, Amministratore Unico di ATT – il 5 settembre  cambia nome e rinnoverà le cariche elettive, oltre a rilanciare i laboratori di  teatro, orti urbani, ceramica, disegno manga, scacchi e scrittura fantasy, proponendo nuove attività al servizio delle necessità dei giovani con autismo e disabilità cognitive che emergono oltre al lavoro. L’impresa sociale ATT è una realtà creata nel 2021 per dare prospettive di lavoro e occupazione a giovani con disabilità cognitive e sindromi dello spettro autistico. A questo scopo conduce un progetto formativo finalizzato all’inserimento lavorativo dedicato alle persone iscritte alle liste delle categorie protette con fragilità, in particolare del settore ristorativo. Nel corso dell’anno scolastico 2023/2024 ha fornito occupazione a più di cinquanta giovani tra i 20 e i 35 anni, impegnandoli nella preparazione e nella vendita degli alimenti nelle scuole superiori della città metropolitana di Torino. Divisi in “team”, al momento dell’intervallo, i giovani provvedono alla distribuzione di brioche vuote o al cioccolato, ciambelle, tranci di focaccia bianca e pizza rossa, panini normali, panini speciali con la cotoletta e, con la loro presenza al servizio di studenti e professori, hanno trasformato l’ambiente scolastico in un luogo sempre più inclusivo. I panini vengono preparati alla cascina Fossata e, per rendere un servizio dai parametri “green”, è stato utilizzato come mezzo di trasporto un servizio di city riding. Le scuole che beneficiano del servizio di distribuzione di alimenti freschi di giornata e “plastic free” sono il Maria Mazzarello, il Santorre di Santarosa, l’Einstein, l’IIS Galileo Ferraris di Settimo Torinese, l’8 marzo di Settimo Torinese, la Casa di Carità di Arti e Mestieri, Maria Ausiliatrice, Gioberti, il Monti di Chieri, il Filos e il liceo Majorana. La distribuzione di panini avviene tramite un servizio di cargo bike anziché di mezzi a motore, in modo da ridurre al minimo l’impatto ambientale”.

“L’impresa sociale offre inoltre ai propri giovani – spiega Carlo Maria Tresso – altri tipi di esperienze occupazionali, organizzando servizi di catering e gestendo la Buvette del Consiglio Comunale di Torino presso Palazzo Civico. Il laboratorio dove il cibo viene preparato per essere poi distribuito nelle scuole si trova a cascina Fossata, casa ideale per questa attività, uno spazio polifunzionale, innovativo in un territorio che sta subendo una trasformazione sia urbana sia sociale. L’impresa sociale ATT è riconosciuta come protagonista nel piano di inclusione della città di Torino. Per partecipare a questa sfida sono molto gradite le donazioni che permettono ai giovani di sostenere questo percorso di autonomia e indipendenza”.

Carlo Maria Tresso ha fondato ATT nel 2021, lavorando prima nel settore delle assicurazioni a Milano e facendo qualche esperienza nel settore dell’inserimento lavorativo. Tornato a Torino, ha avviato questo progetto anche alla luce di una situazione personale, quella di avere una figlia ipovedente e di avere constatato quanti passi in avanti abbia compiuto in autonomia e indipendenza da quando ha iniziato a lavorare. Spesso, però, le persone con disabilità, nel campo lavorativo, si scontrano contro un muro di pregiudizi.

“Non bisogna guardare alla disabilità ma alle potenzialità”, sostenere Carlo Maria Tresso. È così che nasce la sua impresa sociale che coinvolge questi giovani. Partecipano al progetto psicologi e educatori che aiutano i ragazzi nell’intermediazione con il mondo esterno. Ciascuna persona dimostra le sue abilità e passioni. Una di queste è una ragazza che disegna dei manga fantastici. Un altro ragazzo è appassionato di videogiochi e viaggi, ha visitato New York e Parigi e vorrebbe andare a Tokyo. I giovani lavoratori iniziano con uno stage e poi avviano percorsi di tirocinio e apprendistato, e al termine del percorso può avvenire l’assunzione. Lavorano per ATT più di cinquanta persone, di cui sei assunte.

 

Mara Martellotta