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Cosa succede in città- Pagina 54

Al Teatro Juvarra una serata per ridere, riflettere e capire, in ricordo dello storico direttore Sergio Martin

Lunedì 11 novembre, alle 21, il Teatro Juvarra ospiterà una serata ideata per ricordare Sergio Martin, direttore artistico dello Juvarra e del Café Procope dal 1989 al 2003, scomparso cinque anni fa. La serata vuole far ragionare su un progetto autenticamente multidisciplinare “Juvarra Café Procope”, quando questa parola non la utilizzava nessuno. Una serata per ricordare il progetto del teatro e del café, attivi insieme per dieci anni, dal 1993 al 2003, con la direzione artistica di Sergio Martin. Le testimonianze saranno raccolte dal Centro Studi del Teatro Stabile di Torino, con l’intento di lasciare memoria del fermento culturale della città alle nuove generazioni di artisti, ricercatori e studenti di discipline artistiche. Lo slogan delle stagioni teatrali dirette da Martin era “Per ridere, riflettere e capire”, cosa che forse non si è fatto ancora abbastanza. Martin sognava di fare la rivoluzione, con i suoi trascorsi politici e professionali. Non l’ha saputo, ma l’ha fatta creando due spazi collegati che hanno proposto ogni forma di espressione artistica: teatro contemporaneo, teatro comico, messe in scena sperimentali, incontri letterari, serate danzanti di Tango argentino e Flamenco, concerti di musica etnica, Folk, jazz, blues, cantautori e mostre.

Anche i dj il sabato sera, tutti insieme a pochi metri. Una fucina di artisti da cui sono transitati grandi nomi come Franca Rame, Fernanda Pivano, Guccini, Lella Costa e tanti altri, ma da cui hanno mosso i primi passi diversi giovani artisti oggi molto affermati, come Valter Malosti, Michele Di Mauro, Luciana Littizzetto e il compianto Ezio Bosso. Qualcosa di unico sul territorio nazionale, almeno così credono sia stato Maura Sesia e Patrizia Veglione, promotrici della serata insieme a un gruppo di ex dipendenti dello Juvarra che si sono autoproclamati “Collettivo Teatri Futuri” (Anna Salza, Ivana Goglio, Francesca Pippia, Stefania Luverti, Alessandro Negro, Elena Varola e altri ancora), in collaborazione con il Circolo Amici della Magia di Torino, che oggi ha sede nell’ex Café Procope, e con Muvix Europa che dirige attualmente il Teatro Juvarra. L’11 novembre saranno presenti grandi ospiti tra cui musicisti, direttori e testimoni per un collage di testimonianze. Tra gli altri, Ricky Ferrero, Igor Sciavolino, Marco Aimone, Alfonso Cipolla, Giampiero Leo, Alessandro Marrazzo, Giorgio Li Calzi e Sergio Ariotti. Sono previsti interventi di protagonisti di quella florida epoca culturale, contaminati da collage di spettacoli, musica e magia.

La serata è a ingresso libero, gradita la prenotazione a info@teatrojuvarra.it

 

Mara Martellotta

MuPIn – Museo dell’Informatica presenta  la mostra “Virtual Tennis – 66 anni di videogames!”

 Sulla storia dei videogiochi dedicati al tennis in programma il 9 e 10 ed il 16 e 17 novembre 2024 presso Contrada Murazzi (Murazzi del Po Gipo Farassino 23)

Per rendere omaggio alle ATP Finals in programma a Torino dal 10 al 17 Novembre 2024, il Museo Piemontese dell’Informatica (MuPIn) propone per il secondo anno consecutivo un evento che lega la passione per il tennis, a quella per la tecnologia e per il retrogaming, che fa parte del ricco calendario di eventi collaterali degli appuntamenti sportivi.

Dopo il grande successo nel 2023 di “Un Ace Virtuale” MuPIn propone nel 2024 una nuova mostra dal titolo “Virtual Tennis – 66 anni di videogames!“, un viaggio attraverso l’evoluzione dei videogiochi legati a questa disciplina, una mostra – evento gratuita che permette ai visitatori di vivere lo sviluppo e la diffusione dei videogames. La mostra racconta come il tennis abbia giocato un ruolo fondamentale nel plasmare l’industria videoludica e la cultura pop in oltre 60 anni di percorso e fa seguito alla partecipazione del Museo alla storica mostra Play – Videogame arte e oltre alla Reggia di Venaria.

Attraverso postazioni di gioco funzionanti, pannelli informativi e video, i visitatori potranno comprendere la storia dei videogiochi e cimentarsi in prima persona in accese partite grazie alle postazioni di gioco funzionanti, dal pionieristico “Tennis for Two” del 1958, alla “Magnavox Odyssey” del 1972, dall’iconico “Pong” fino ai titoli dei primi anni 2000 e a “Wii Sports Tennis”.

I volontari MuPIn, grazie alla loro esperienza e competenza ed avvalendosi di pannelli informativi e video, illustreranno ai visitatori come il tennis abbia avuto un ruolo molto importante anche sull’industria videoludica.

La mostra – evento è ad accesso gratuito e si svolgerà nei weekend delle ATP Finals, il 9 e 10 ed il 16 e 17 novembre 2024 a Torino presso Contrada Murazzi (Murazzi del Po Gipo Farassino 23) con orario dalle ore 10:00 alle ore 21:00 con prolungamento orario nelle serate di sabato.

Per il presidente MuPIn Elia Bellussi: “la mostra è l’ennesimo esempio delle attività che il Museo sta svolgendo con successo sul territorio per raccontare la storia del computer, dell’informatica e in senso più allargato di tutta l’evoluzione verso il digitale che abbiamo vissuto e stiamo vivendo. Da anni il museo è una realtà molto apprezzata per preservare la memoria storica della tecnologia elettronica analogica e digitale grazie a una importante collezione di hardware, software, libri, manuali, riviste e documenti. Il museo ha l’obiettivo di diventare un importante hub nazionale dedicato alla cultura digitale e alla storia degli strumenti tecnologici che accompagnano la nostra vita quotidiana. Nonostante le difficoltà legate all’insediamento nella nuova sede, nella zona nord di Torino, proprio negli anni del Covid, gli associati lavorano instancabilmente per rendere possibile l’attesa apertura al pubblico, con il supporto di enti pubblici e sponsor privati”.

Il MUPIn – Museo Piemontese dell’Informatica è il museo dedicato alla storia del computer, dell’informatica e del digitale che ha sede a Torino In Piazza Riccardo Valla 10148 a Torino, già Via Reiss Romoli 49 bis accanto al MUFANT – Museo del Fantastico e della Fantascienza nella sede conferita in convenzione dal Comune di Torino.

Il MuPIn – Museo Piemontese dell’Informatica è un’importante istituzione museale situata a Torino, in Piemonte, che si dedica alla raccolta, conservazione e valorizzazione della storia dell’informatica e delle tecnologie digitali. Il MuPIN è tra i primi musei del genere in Italia e rappresenta un punto di riferimento fondamentale per studiosi, appassionati e curiosi del settore informatico. Nato dalla passione e dall’impegno di un gruppo di collezionisti, imformatici e tecnologi, il MuPIn non è solo un luogo di esposizione di computer e dispositivi storici, ma anche uno spazio per approfondire le evoluzioni che hanno portato l’Italia e il mondo all’attuale era digitale.

Il MuPIN ha, infatti, una funzione importante nella conservazione del patrimonio tecnologico, una risorsa che altrimenti rischierebbe di essere dimenticata con il rapido avanzamento dell’innovazione. I computer, i software e le periferiche esposti non sono solo oggetti d’epoca, ma strumenti che raccontano storie di ingegnosità, di sfide e di progressi. Conservare e ricordare questi strumenti e le innovazioni che rappresentano significa anche ricordare le persone, le idee e le culture che hanno contribuito a creare il mondo

L’informatica è una scienza che ha impatto su ogni aspetto della nostra vita quotidiana, tuttavia non sempre il pubblico ne conosce la storia. Un museo dell’informatica aiuta a diffondere la cultura scientifica e del digitale sul territorio, preservando nel contempo un patrimonio di oggetti e conoscenze del passato che assumono sempre maggiore importanza.

La storia e la mission del MuPIn

Il MuPIn è nato per iniziativa dell’Associazione Museo Piemontese dell’Informatica, che ha voluto preservare la memoria storica del settore informatico in Italia e condividere la cultura della tecnologia con il pubblico. Fondata nel 2011, l’associazione si è posta l’obiettivo di raccogliere e restaurare macchine, periferiche, software e documentazione che testimoniassero le trasformazioni dell’informatica e del digitale, dando voce alla storia e all’evoluzione di questo settore in modo completo e accessibile. Nel 2021 seguendo le evoluzioni della legislazione del Terzo Settore l’associazione si è trasformata in MuPIn ODV divenendo legalmente una Organizzazione di Volontariato (ODV.

La missione del museo è duplice: da un lato, si concentra sulla conservazione del patrimonio tecnologico, dall’altro, si impegna in attività di divulgazione e educazione per favorire la conoscenza dell’informatica e del digitale e delle loro applicazioni nella vita quotidiana. Un’attenzione particolare è riservata anche alla storia italiana dell’informatica, spesso poco conosciuta ma ricca di contributi pionieristici.

Il MuPIn – Museo Piemontese dell’Informatica si configura come un’istituzione unica nel panorama italiano, che riesce a unire il valore della conservazione storica alla necessità di divulgare e sensibilizzare il pubblico sulle implicazioni e l’importanza dell’informatica nella vita quotidiana. Attraverso la sua collezione ricca e varia, le attività educative, i laboratori e le esposizioni tematiche, il MuPIN non è solo un museo, ma un centro di cultura e di conoscenza per appassionati e curiosi, giovani e meno giovani. Nel tempo il Museo è diventato una parte fondamentale della comunità tecnologica italiana e un faro per la conservazione della memoria informatica, un contributo importante alla comprensione di come il mondo della tecnologia si sia evoluto e un’occasione per riflettere su come potrebbe continuare a trasformare le nostre vite.

Grazie alla presenza congiunta di MuPIn e MUFANT a Torino è nato un nuovo polo museale che fa parte di un’iniziativa di riqualificazione urbana, promossa dalla Città di Torino insieme alla Circoscrizione 5 per creare spazi di coesione sociale e servizi culturali e didattici dedicati ai torinesi e ai turisti.

Le collezioni del MuPIn

Il Museo dispone di una collezione di 6 mila pezzi hardware e software dai mainframe, ai mini computer, ai personal e home computer, fino alle console per i video giochi, i telefonini e gli smartphone. Molto importante anche la collezione di software e relativi manuali.

Il patrimonio di libri, manuali e riviste, di cui si sta completando la catalogazione comprende 5 mila volumi, 10 mila riviste e periodici e 30 mila manuali.

La collezione del MuPIN comprende una vasta gamma di dispositivi, dai primi computer analogici e digitali fino agli oggetti tecnologici di uso comune negli anni più recenti. L’esposizione è organizzata in modo da mostrare l’evoluzione dell’informatica attraverso alcune tappe fondamentali, che permettono ai visitatori di fare un viaggio nel tempo attraverso le invenzioni e i dispositivi che hanno cambiato il nostro modo di lavorare, comunicare e vivere.

La collezione comprende computer storici e macchine pionieristiche, microcomputer e personal computer degli anni ’70 e ’80, molti modelli di home computer e microcomputer che sono stati protagonisti dell’informatizzazione di massa, dal Commodore 64, l’Apple II e i primi modelli di IBM PC, tutti elementi iconici per gli appassionati e testimonianze di un’epoca di grande innovazione.

Il museo dedica una parte della sua collezione ai primi modelli di console per videogiochi, come l’Atari 2600 e il Nintendo Entertainment System (NES), che hanno dato origine alla cultura dei videogiochi come la conosciamo oggi. Vi sono anche giochi, cartucce e accessori, che mostrano come il settore dell’intrattenimento digitale abbia affascinato generazioni di giovani e meno giovani.

Il MuPIN espone vari accessori storici, come stampanti, tastiere, dischi rigidi e altre periferiche, che danno l’idea delle trasformazioni che la tecnologia ha attraversato anche in termini di interfaccia e usabilità.

Accanto alla collezione permanente, il MuPIN ospita esposizioni temporanee che esplorano temi specifici della storia dell’informatica o che si concentrano su aspetti particolari, come i software storici, l’evoluzione dei videogiochi o l’informatica nell’arte. Queste mostre hanno l’obiettivo di mettere in luce come la tecnologia abbia influito e continui a influire su vari ambiti della nostra vita.

Il MuPIN non è solo un museo statico, ma un centro attivo di cultura informatica che propone regolarmente esposizioni temporanee, laboratori e attività educative per coinvolgere il pubblico di tutte le età. Gli eventi vengono ideati per suscitare l’interesse dei visitatori verso la storia e la tecnologia informatica, con particolare attenzione ai più giovani, che possono imparare divertendosi.

L’ attività di divulgazione e educazione dell’informatica e del digitale

La seconda missione del MuPIn si concretizza nell’ attività di divulgazione e educazione per favorire la conoscenza dell’informatica e del digitale e delle loro applicazioni nella vita quotidiana.

I Laboratori interattivi sono indirizzati ai più giovani e per chi vuole sperimentare da vicino il funzionamento di alcuni dispositivi. In questi contesti, i partecipanti possono toccare con mano i dispositivi, comprendere come funzionano e magari avvicinarsi al mondo della programmazione. Un esempio sono i laboratori di coding, e di robotica pensati per introdurre i visitatori alla programmazione attraverso linguaggi come Scratch, Lego o Python, utilizzati per creare giochi e semplici applicazioni.

La missione educativa del MuPIN si realizza anche attraverso i progetti didattici per le scuole, rivolti a studenti di ogni ordine e grado. In collaborazione con istituti scolastici, il museo organizza visite guidate e attività didattiche mirate, pensate per fare avvicinare gli studenti alla storia dell’informatica e sensibilizzar li sull’importanza della tecnologia nella società moderna. Attraverso le attività educative, i giovani scoprono come i computer e le tecnologie abbiano trasformato il mondo e si immergono in una realtà che li porta a riflettere su come il digitale influenzerà il loro futuro.

Il MuPIN si è affermato come un importante centro di divulgazione della cultura informatica e digitale in Italia. In un contesto in cui la tecnologia continua a evolvere e a cambiare velocemente, il museo si propone come un punto di riferimento per comprendere le radici della rivoluzione digitale e per ricordare l’importanza dell’innovazione in Italia. Il museo promuove regolarmente conferenze, seminari e incontri con esperti del settore, studiosi e appassionati per dibattere e approfondire temi legati all’evoluzione tecnologica e all’impatto dell’informatica sulla società.

Partnership nazionali e internazionali

Oltre a concentrarsi sulla storia dell’informatica in Italia, il MuPIN collabora con altre istituzioni nazionali e internazionali, partecipando a bandi, iniziative e progetti che riguardano la conservazione della memoria informatica e il dialogo con altri musei e centri di ricerca all’estero. Attraverso queste collaborazioni, il museo mantiene viva la tradizione del passato tecnologico e sostiene la consapevolezza della sua importanza per le generazioni future.

Una raccolta delle maggiori iniziative del MuPIn – Museo Piemontese dell’Informatica negli ultimi anni

 

I contatti di MUPIN

  • E-mail: info@mupin.it

Il PressKit di MUPINhttps://bit.ly/mupinpresskit

Nella sezione testi del presskit si trova la presentazione aggiornata di MuPIn con la descrizione del percorso negli anni del Museo Piemontese dell’Informatica con la narrazione delle principali attività svolte negli anni. Nella sezione immagini del presskit trovate le immagini delle mostre 2024 e 2023 per le ATP Finals.

Le Nitto ATP Finals a Torino 2024

Per il quarto anno consecutivo, Torino e il Piemonte si preparano ad accogliere le Nitto ATP Finals, l’evento sportivo organizzato da FITP (Federazione Italiana Tennis e Padel) e ATP (Associazione Tennisti Professionisti). Dal 10 al 17 novembre 2024, i migliori otto giocatori al mondo e le otto migliori coppie di doppio si sfideranno all’Inalpi Arena in un torneo attesissimo ed emozionante, che chiuderà la stagione del circuito maschile mettendo in palio il trofeo più importante.

Anche quest’anno, per accogliere al meglio il pubblico e offrire un’esperienza indimenticabile a turisti e cittadini, Città di Torino, Regione Piemonte, Camera di commercio di Torino, in collaborazione con Turismo Torino e Provincia e Visit Piemonte, proporranno un ricco e variegato calendario di attività, talk, degustazioni, mostre, animazione diffusa, visite guidate e molto altro – che coinvolgeranno l’intera città in un clima di festa, dal 9 al 17 novembre.

Alla Galleria Pirra le foto denuncia di Gabriele Zago

La Galleria Pirra si tinge di nero con il progetto-denuncia di Gabriele Zago

Fino al 24 Novembre la galleria Pirra di Corso Vittorio Emanuele II n.82 presenta YANA Amazonas, lavoro fotografico di Gabriele Zago a cura di Laura Tota che con un percorso artistico racconta il conflitto tra le tribù che vivono lungo il Rio delle Amazzoni e le compagnie petrolifere.

Si viaggia per scoprire, per imparare, per conoscere. Gabriele Zago, designer biellese di nascita ma torinese da moltissimi anni, viaggia anche per denunciare. Lo ha fatto in passato, lo fa oggi, alla vigilia dell’inaugurazione della sua nuova mostra “YANA Amazonas”. Durante  questo viaggio, Zago ha visitato e vissuto insieme ad alcune tribù dell’Amazzonia tra Ecuador e Perù  per capire quali sono i problemi che affrontano a causa degli interessi legati all’estrazione del petrolio e ad un’economia capitalista che deturpa le loro terre. Il risultato è una selezione di foto che sono poi state rielaborate in studio per raccontare per immagini quello che le genti di quei luoghi subiscono.

Il lavoro di Zago si inserisce così tra il reportage antropologico-naturalistico e la rappresentazione artistica. Tuttavia, le foto patinate non si limitano a una mera funzione estetica. Al visitatore che posa uno sguardo più attento appare tutta la crudeltà che le tematiche analizzate da Zago fanno emergere.

Dopo aver visitato tribù tra America Latina, Oceania, Asia e Africa subsahariana, ha deciso di recarsi in Amazzonia. Come sceglie i luoghi da visitare? 

Il mio interesse si rivolge soprattutto a quei luoghi abitati da quelle minoranze etniche che sono minacciate dalla globalizzazione e da interessi economici; processi che mettono a serio rischio la loro identità e la loro sopravvivenza. Vorrei che i miei progetti diventassero documentazione e testimonianza di ciò che accade lontano dai nostri occhi ma che riguarda tutti noi in quanto queste popolazioni sono da considerare patrimonio dell’umanità.

Quest’ultimo progetto affronta i problemi che sorgono dalla costruzione di oleodotti in habitat finora incontaminati. Cosa succede alle popolazioni che abitano in queste zone? 

Le tribù native della Foresta Amazzonica vivono su alcuni dei giacimenti di petrolio più estesi e redditizi al mondo. Purtroppo gli interessi miliardari legati a questo business non prevedono la coesistenza con le Comunità ancestrali che abitano quei luoghi da sempre. Nel migliore dei casi, le tribù vengono “sfrattate” dai loro territori per poter disboscare per costruire i centri di estrazione del petrolio dai quali si diramano le condutture degli oleodotti che invadono la Foresta. Nel peggiore dei casi, e purtroppo non così di rado, gli effetti sono mortali. Le pipeline negli anni si degradano, hanno delle fuoriuscite di sostanze tossiche che penetrano nelle falde acquifere e avvelenano uomini e animali. Di recente nel fiume Pastaza, un affluente del Rio delle Amazzoni tra Ecuador e Peru, una conduttura si è danneggiata causando una fuoriuscita di Petrolio che riversandosi nelle acque ne ha provocato l’avvelenamento.

Come reagiscono le tribù che lei ha visitato?

Le tribù con cui sono entrato in contatto subiscono da anni questa preoccupante situazione. In particolare ho potuto vivere qualche giorno con la Comunità dei Bameno, un gruppo di indigeni che vive nella parte ecuadoriana della Foresta Amazzonica, i quali vivono un forte conflitto con i cosiddetti petroleros. I pozzi di estrazione del petrolio sono spaventosamente vicino ai loro villaggi e ai loro territori di caccia che, nonostante siano stati decretati Parco Nazionale, rischiano ogni giorno l’invasione a causa, tra le altre cose, dell’instabilità del Governo.

Le sue foto sembrano colate nere che ricoprono la tela di un quadro, come gettate di petrolio che soffocano la terra su cui si riversano. eppure degli sprazzi di natura emergono. Si può dire che la natura resiste o è destinata lentamente a soccombere? 

Il nero che pervade le immagini è una patina che ci impedisce di vedere chiaramente una natura spettacolare. E con lei, gli esseri viventi che la abitano. Lo scenario, che ho ricreato tramite decine di miei scatti ricomposti in un tableau vivant, viene attraversato da linee cromate che stridono con il contesto, proprio come le condutture degli oleodotti che invadono la Foresta. Anche se oscurata dal velo nero del petrolio ciò che prevale è comunque la Natura, mi piace pensare che sia così saggia e potente che sappia come sopravvivere a quello che l’uomo le sta provocando. Vorrei che ne emergesse un messaggio positivo di resilienza e di speranza.

A questo punto è obbligatorio chiedersi cosa possiamo fare noi. Quali sono le azione fatte da noi che possono avere un impatto su eventi che sembrano cosi remoti? 

Queste opere rappresentano luoghi esotici, remoti e lontani anni luce dal nostro quotidiano. Ma La Foresta Amazzonica è una risorsa di inestimabile valore per noi e per tutto il Pianeta, dobbiamo essere consapevoli di cosa sta succedendo e del processo distruttivo che è stato innescato. È fondamentale che se ne parli, che ci si sensibilizzi e che si diffonda una cultura di salvaguardia delle nostre risorse naturali.

Se dovesse scegliere una e una sola cosa che si è portato da questo viaggio, quale sarebbe? 

Una tra le cose che più mi affascinano quando ho l’opportunità di viaggiare in questi luoghi è assistere allo straordinario rapporto simbiotico che questi popoli hanno con la Natura. Un legame inscindibile e viscerale. Mi vorrei portare a casa la capacità di riuscire a vivere con quello stesso profondo rispetto per i luoghi in cui vivo, ricordandomi sempre di considerare la Natura come una risorsa, come un’alleata e non come un mezzo da sfruttare.

La mostra è visibile presso la Galleria Pirra, in Corso Vittorio Emanuele II n.82, sino al 24 Novembre 2024.

Lori Barozzino 

Rock Jazz e dintorni a Torino: Ligabue e Frankie Hi-nrg Mc

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA

Lunedì. Al teatro Regio si esibisce Ligabue.

Martedì. Al Jazz Club è di scena Matteo Salvadori.

Mercoledì. Al teatro Colosseo arriva Malika Ayane. Al Jazz Club suonano i Dicks Fall. Al teatro

Concordia si esibisce Anna Pepe. All’Osteria Rabezzana sono di scena i The Last Coat of Pink. Al

Peocio di Trofarello suonano gli Atomic Rooster. Al Blah Blah si esibiscono i Dicks’Fall. Allo Ziggy

sono di scena i San Leo +Makepop.

Giovedì. Per Moncalieri Jazz alle Fonderie Limone, concerto dal titolo “Cine & Jazz” per un omaggio

ai centenari :Marcello Mastroianni, Marlon Brando, Henry Mancini, con l’Orchestra Magister

Harmoniae e la House Band. Al Blah Blah si esibisce Tony Mezzacarica & I Carusi. All’Hiroshima

Mon Amour arriva il rapper Frankie Hi-nrg Mc. Al teatro Colosseo è di scena Diodato. Al Cafè

Neruda suonano i Mashkatarìa. Al Jazz Club si esibiscono i Dionysian. Alla Divina Commedia

sono di scena gli Acoustik Brothers.

Venerdì. Allo Ziggy suonano i Distruzione + Putridity. Al Blah Blah si esibiscono i Temple Of

Deimos+ Palm In A Forest. Al Magazzino sul Po suonano gli Stormo. Per 3 giorni consecutivi

i Pink Floyd Legend Week, ripropongono gli album di maggior successo dei “mitici” Pink Floyd

al teatro Colosseo. Al Capolinea 8 suona il Cantabile Trio. Per Moncalieri Jazz alle Fonderie Limone,

concerto dal titolo “Il Cielo è pieno di stelle”, tributo a Pino Daniele eseguito dal duo Mazzariello-

Bosso. Al Jazz Club suona la Terry Blues Band.

Sabato. Allo Ziggy suonano i Fuori Controllo + Redmoon Heroes. Al Blah Blah sono di scena i

La Crisi+Pigro. Al Folk Club si esibisce il quintetto di Stefano Dall’Armellina. Al Capolinea 8

concerto tributo a Chet Baker con il quartetto di Felice Reggio. Per Moncalieri Jazz alle Fonderie

Limone, suona Albert Hera & Friends con la partecipazione di The Singers Choir. Al Jazz Club

si esibisce la Project Band.

Domenica. Chiusura di Moncalieri Jazz all’auditorium Toscanini, di Torino con lo spettacolo dal titolo

100 anni della radio” con l’Orchestra Rai diretta da Steven Mercurio, con la partecipazione

straordinaria di Tosca. Al Blah Blah suonano gli Spiritual Deception+ Chasing People. Allo Ziggy

sono di scena gli Hibaku Jumoku. Al Jazz Club si esibiscono i Plastic Fingers.

Pier Luigi Fuggetta

Nitto Atp Finals, inaugurato il Fan Village dei record

Sono tantissimi i cittadini e i turisti che si sono messi in coda ieri per visitare in anteprima il Fan Village delle Nitto ATP Finals 2024, completamente rinnovato, per l’iniziativa speciale “Family Day”. Nel suo primo giorno di apertura, il Village è ad ingresso gratuito.

Alle ore 12 sono state presentate le otto coppie di tennisti che si sfileranno per il titolo. Applauditissimi i doppisti azzurri Simone Bolelli e Andrea Vavassori, qualificati alle Finals dopo un annata segnata da grandi successi, che esordiranno sul campo dell’Inalpi Arena lunedì 11 novembre alle ore 18.

“Ho sognato a lungo di partecipare e a questo torneo – ha raccontato al pubblico Andrea Vavassori – e l’anno scorso, dopo aver visto la finalissima tra Sinner e Djokovic con tantissimo tifo, ho pensato a quanto sarebbe stato bello venire a giocare qui. È un onore essere qui con Simone, un grande amico prima di un partner, e invito tutti i tifosi a continuare a supportarci con questo calore, perché ne avremo bisogno”. “Veniamo qua da protagonisti – ha aggiunto Simone Bolelli – abbiamo fatto una grande annata, e daremo di tutto sul campo per fare il nostro meglio. Vincere le Finals sarebbe un sogno, qui ci sono grandissime coppie e tutto è molto equilibrato, ma ce la metteremo tutta.”

All’inaugurazione erano presenti il Sindaco di Torino Stefano Lo Russo, l’assessore regionale al Bilancio Andrea Tronzano e l’assessore allo Sport della Città, Domenico Carretta. Chiamato sul palco per il saluto delle istituzioni, il Sindaco ha dato il benvenuto a tutti i presenti e, in particolare, ai non torinesi: “Tutta Torino è vestita da tennis e ATP Finals, abbiamo lavorato tutti questi mesi per rendere la città accogliente e funzionante. Quest’anno sarà un’edizione ancora più importante, grazie alla presenza degli azzurri Simone Bolelli e Andrea Vavassori nel doppio e di Jannik Sinner, che arriva qui da numero 1″.

Ha commentato l’assessore Tronzano: “un fan village sempre più ampio che ha consentito agli atleti un vero e proprio bagno di folla. Per regione l’investimento nelle Atp si sta rivelando proficuo visto che c’è un grande ritorno economico sul territorio e una sempre maggiore partecipazione di ragazzi alle scuole di tennis.”

Il Fan Village in questa edizione ha un ruolo sempre più centrale e offrirà nuove forme di intrattenimento e di coinvolgimento attivo del pubblico delle Nitto ATP Finals. Con un sensibile ampliamento degli spazi (+30% della superficie), sono 5200 le persone che potranno essere ospitate in contemporanea nei tre padiglioni. Quest’anno tutti gli appassionati – anche quelli che non avranno l’opportunità di assistere dal vivo ai match dei campioni, ma che desiderano comunque respirare l’atmosfera dell’evento – potranno vivere l’esperienza Finals grazie ai servizi e alle possibilità offerte dal Fan Village: per accedere al Fan Village sono infatti disponibili biglietti “ground” al costo di 10 euro (3 euro per le persone con disabilità e 8 euro per i tesserati FITP). L’accesso è invece sempre gratuito per chi possiede un biglietto per i match delle Finals.

Nel padiglione ristorativo sarà presente un maxischermo di 60 mq. che permetterà agli appassionati di “immergersi” nello spettacolo della Inalpi Arena e di non perdersi nessun istante delle partite.  Novità anche per gli spazi dedicati alle attività sportive, ridefiniti per migliorare i flussi del pubblico e per rendere più piacevole e completa la conoscenza delle discipline federali: saranno presenti tutti gli sport della racchetta, con campi di pickleball, beach tennis, padel e, inoltre, un corner dedicato agli eSports.

fonte: TORINO CLICK

“Guarda che storia!”. Dalla pagina scritta alla pellicola cinematografica

Sono sette i romanzi selezionati come possibili candidati a una loro trasposizione cinematografica o televisiva

Il progetto, ormai ben noto, si intitola “Guarda che storia! Racconti per lo schermo”. E’ alla sua IV edizione e porta la firma, come sempre, di “Film Commission Torino e Piemonte” e del “Salone Internazionale del Libro di Torino”. Obiettivo, quello di individuare romanzi adatti a diventare “lungometraggi” o “serie tv”, permettendo alle case editrici di presentare il proprio libro a registi, sceneggiatori, produttori e decision makers del settore.

Le cifre raccontano in concreto il successo ottenuto in questi quattro anni dal progetto, che ha visto la partecipazione di ben 153 editori e la proposta di 339 titoli, dimostrandosi un’interessante vetrina per i produttori cinematografici alla ricerca di narrazioni accattivanti ed originali. Dopo la buona partenza del progetto nel 2021 e i successi del 2022 e 2023, la quarta edizione prosegue sulla strada dei significativi riscontri, con 65 titoli proposti, giunti da 40 case editrici attraverso la “call for application” conclusasi il 15 settembre di quest’anno e rivolta a romanzi e graphic novel pubblicati tra il 2022 e il 2024. L’iniziativa conferma così la sua “mission”“quella di facilitare il dialogo tra il mondo editoriale e quello della produzione cinematografica e audiovisiva”.

E veniamo ai “magnifici sette”. Tra romanzi e raccolte di racconti, gialli e noir, fantasy e volumi di formazione e libri per bambine e bambini, sono sette, infatti, i titoli selezionati (in base a quanto richiesto nel bando, ovvero storie ambientate in Piemonte o in altri luoghi potenzialmente in grado di prevedere la realizzazione cinematografica e audiovisiva in Piemonte) che più hanno suscitato l’interesse per una trasposizione per il piccolo o il grande schermo. Eccoli, in ordine alfabetico per editore: “Crimini in Canavese. Le indagini del viceprefetto Veyrat” di Ilario Blanchietto, Atene del Canavese (Torino), 2023; “Io non uccido” di Manuel Negro, Fazi (Roma), 2024; “I Buonanima” di Ernesto Chiabotto, Neos (Torino), 2024; “Le storie di Selot” (4 volumi) di Perla Giannotti, Parallelo 45 (Piacenza), 2022-2023; “Fuga nella neve” di Sofia Gallo, Salani (Milano), 2024; “Rosso Super-Marta. 14 anni, in 14 mesi” di Marta Costamagna, Atene del Canavese (Torino), 2023; “L’ultimo pinguino delle Langhe” di Orso Tosco, Rizzoli (Milano), 2024.

Palpabile la soddisfazione da parte di Paolo Manera, direttore di “Film Commission Torino Piemonte”, e di Marco Pautasso, segretario generale del “Salone Internazionale del Libro di Torino”. Dice il primo: “‘Guarda Che Storia!’ continua a rappresentare un punto di forza per la nostra ‘Fondazione’ ed è diventato uno dei momenti più attesi dei ‘Production Days’ all’interno di ‘Torino Film Industry’, con la presentazione di storie innovative e rappresentative che vengono selezionate da esperti ‘story editor’ e sono capaci di esprimere la vivacità dell’editoria moderna e, soprattutto, la sua naturale affinità con il mondo dell’audiovisivo”. E a lui fa eco Marco Pautasso“L’evento, che si collega al progetto ‘Book to Screen’, si conferma iniziativa straordinariamente efficace per promuovere l’incontro tra il mondo editoriale e l’industria audiovisiva, sempre più alla ricerca di storie originali da trasporre per il piccolo e grande schermo, e ribadisce il grande impegno del ‘Salone del libro’ in questo settore”.

sette titoli finalisti per l’edizione 2024 di “Guarda che storia!” sono stati selezionati da un Comitato di “super esperti” composto da: Gino Ventriglia (sceneggiatore e story editor), Graziella Bildesheim (produttrice) e Giacomo Durzi (sceneggiatore). Ora, i “Sette” saranno presentati a una platea di addetti ai lavori, ma anche al pubblico, in una “pitching session” organizzata nell’ambito di “TFI Torino Film Industry – Production Days”, in programma sabato 23 novembrealle 14, al “Circolo dei Lettori” di via Bogino 9, a Torino. A introdurre la loro presentazione saranno gli stessi Paolo Manera e Marco Pautasso.

L’evento è riservato agli accreditati a “TFI – Production Days”, ma il pubblico interessato potrà scrivere a segreteria@salonelibro.it per richiedere di partecipare, lasciando la propria mail e il proprio numero di cellulare. La prenotazione è obbligatoria con ingresso libero fino a esaurimento posti.

Anche quest’anno, infine, tutti i titoli partecipanti entreranno a far parte del “Book Database”, sezione visitabile sul sito di “Film Commission Torino Piemonte”, volta a presentare i progetti finalisti di ogni edizione unitamente a tutti i romanzi che hanno inviato la propria candidatura. Un archivio di storie, idee e personaggi da trasformare in “lungometraggi” o “serie TV” consultabile da chiunque, a disposizione del pubblico e degli addetti ai lavori, vetrina per editori e autori, aperta sul mondo della produzione cinematografica e televisiva.

Per ulteriori info: www.fctp.it o www.torinofilmindustry.it o www.salonelibro.it

g.m.

Nelle foto:

–       Paolo Manera

–       Marco Pautasso

A teatro le vicende degli operai di Stellantis: “Il turno di notte”

Al teatro Erba in scena la vicenda degli operai Stellantis tra attualità e commedia nello spettacolo scritto e diretto da Gianpiero Francese

Sabato 9 e domenica 10 novembre le vicende degli operai di Stellantis andranno in scena tra attualità e commedia nello spettacolo “Il turno di notte”, scritto e diretto da Gianpiero Francese, con in scena al teatro Erba la compagnia Operaprima con un cast affiatato formato da sette attori.

“Si ride, ci si arrabbia, ci si commuove”. Sono sette gli interpreti in scena con la tuta verde del lavoro. Alle loro spalle un’impalcatura di ferro, praticabile, che ricorda lo spazio di una fabbrica. Commedia dolce amara, “Il turno di notte” è scritto e diretto da un regista lucano che ha deciso di portare in scena una storia che, chi vive a Melfi, conosce molto bene. La trama si ispira alla vicenda degli operai della Stellantis, e per la drammaturgia, Francese, ha preso spunto dai racconti dei protagonisti. Un episodio fatale rinchiude alcune persone in uno spogliatoio dove inizia un duro confronto tra sei operai prima e un dirigente francese dopo. Uno spettacolo originale e appassionante in cui l’intenso coinvolgimento emotivo sconfina in momenti di intelligente ilarità. Al centro, il difficile momento che la classe operaia, quella metalmeccanica in particolare, vive in Italia. Un efficace equilibrio tra l’approccio realistico e la dimensione popolo, e la distorsione grottesca delle figure in campo, rende “Il turno di notte” uno spettacolo che fa ridere e pensare, una riflessione profonda e acuta sul futuro della classe operaia e la sua crisi identitaria, un lavoro inedito scritto dall’autore per la storica compagnia Operaprima. Una commedia molto divertente che entra e esce dalle tematiche più serie.

“Lo spettacolo è sinusoidale: si ride molto ma ci si emoziona anche, si pensa e ci si arrabbia. D’altronde, con attori come Beppe Centola e Dino Paradiso il divertimento è assicurato, ma senza mai sfociare nella superficialità. Ecco, parlerei di leggerezza, che non è mai superficialità”.

Informazioni e prevendite direttamente al sito www.torinospettacoli.it.

Info 6615447

 

Mara Martellotta

DOLCISSIMArte, l’arte dolciaria tra pasticceri nelle vetrine, pasticcini sui tram e gelatieri creativi

Tornano le Dolcissime Ape Car. Per la prima volta aderiscono gallerie d’arte e i grandi brand della moda

Torino, 6 novembre 2024 – Torino si conferma capitale dell’eleganza pasticcera, celebrando l’eccellenza dell’arte dolciaria con la terza edizione di DOLCISSIMArte, la rassegna della pasticcera piemontese, dall’8 al 10 novembre. Un evento che arricchisce l’offerta culturale cittadina tra la vivace settimana dell’arte contemporanea e le ATP Nitto Finals di tennis.

Il comparto della pasticceria presenta numeri interessanti. Nel 2024, su 17mila attività di pasticceria in Italia, circa 1.400 sono in Piemonte e di queste più di 1.000 sono artigianali.

A Torino, quasi 600 pasticcerie artigianali mantengono viva la tradizione pasticcera, affiancate da numerose realtà anche nelle altre province. Alcune vantano oltre 200 anni di storia con gestioni famigliari di sei o sette generazioni, e sono numerose quelle alla terza o quarta generazione. Nei secoli, dietro le vetrine dei laboratori, i pasticceri hanno continuato a impastare e creare dolci sopravvivendo alle guerre, ai cambiamenti storici, alle difficoltà economiche e agli sviluppi sociali, portando sempre un pizzico di gioia anche nei periodi più difficili.

DOLCISSIMArte, ideata da ASCOM Confcommercio EPAT, è sostenuta da Regione Piemonte, Camera di commercio di Torino, DMO Visit Piemonte, Città di Torino, Turismo Torino, Unioncamere Piemonte, FIPE e le Amministrazioni locali.

La rassegna offre tre giorni di eventi aperti al pubblico, omaggiando l’arte pasticcera come simbolo di cultura e innovazione, in un intreccio di sinergie che pongono la pasticceria come un nuovo elemento attrattore per visitatori e turisti. Nei giorni di DOLCISSIMArte si incrociano gusto, arte e commercio in una felice collaborazione per un percorso culturale che non mancherà di affascinare e stupire.

Un ringraziamento speciale va ai partner Puratos Rossetto e Tenuta Roletto, per il loro prezioso sostegno.

Programma completo su dolcissimarte.it

 

 

 

Le iniziative di DOLCISSIMArte 2024

 

L’ELEGANZA PASTICCERA DEL PIEMONTE

L’evento inaugurale di mercoledì 6 novembre al Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, vede oltre 70 pasticceri piemontesi presentare 100 dolci creazioni su un incantevole Tavolo delle Torte, dalle più tradizionali e iconiche alle sperimentazioni più creative. Ogni dolce rappresenta una fetta di storia locale, tramandata da generazioni di pasticceri, e racconta una tradizione che unisce passione e competenza. Oltre a Torino e alla sua provincia, la partecipazione dei pasticceri delle province di Alessandria, Biella, Cuneo e Vercelli rappresenta un omaggio alla varietà e alla ricchezza della tradizione dolciaria piemontese.

PASTICCERI IN VETRINA

Venerdì 8 e sabato 9 novembre i Maestri Pasticceri piemontesi trasformeranno 13 vetrine dei negozi del centro in veri e propri laboratori dolciari con dimostrazioni dal vivo, show pastry e degustazioni per il pubblico. Un’esperienza unica per vivere la pasticceria da vicino e apprezzare la maestria di professionisti che, con passione e dedizione, danno vita ad un’arte dal linguaggio universale.

Il programma di Pasticceri in Vetrina prevede appuntamenti in diversi punti della città. Venerdì pomeriggio a partire dalle 16:00, il pasticcere de Il Dolcino sarà da Secret Garden, abbigliamento in Via Carlo Alberto 30, mentre Il Rugantino accoglierà i visitatori nelle eleganti vetrine di Sinatra Gallerie de Beautè in Piazza San Carlo, seguito da Bonfante nel negozio di articoli per la casa De Carlo in Via Cesare Battisti 5. A fine pomeriggio la storica pasticceria Ghigo è protagonista di uno spettacolare show pastry nella Galleria Marco Polo, in corso Vittorio Emanuele 86, interno cortile, mentre la giovanissima Pasticceria Futura si esibirà nel negozio di abbigliamento Vestil, in piazza Statuto 9.  Sabato mattina tutti in via Po, a partire dalle 11:30 per ammirare e gustare le creazioni della pasticceria Mazza nello store di elettrodomestici Gamer, in via Po 20, e subito dopo da Baronio, in via Po 48, per scoprire la proposta della pasticceria La Baita.

Si prosegue nel pomeriggio di sabato con la Pasticceria Chicchi Sani nelle vetrine della profumeria Cavour 11 DK in via Cavour 11G, mentre la storica Pasticceria Ugetti  di Bardonecchia è protagonista in un’altra prestigiosa profumeria, l’Olfattorio  di piazza Bodoni 4F, e Ghigo torna con una seconda esibizione da De Wan, in piazza San Carlo 132. Peter’s Tea House ospita nel suo affascinante store di Via Mazzini 7G la Pasticceria Raimondo e il negozio di articoli per la casa De Carlo apre le vetrine di via Carlo Alberto 36 alla maestria del pasticcere di Dolcissimo. Chiude la giornata il nuovissimo Fresh Store, abbigliamento urban in Via Barbaroux 5 bis, con la Pasticceria Raspino.

PASTICCINI IN CARROZZA

Sabato 9 e domenica 10 novembre, il tram gourmet accoglierà il pubblico per un dolce viaggio tra le vie di Torino, dove la colazione del mattino e il caffè di dopo pranzo saranno accompagnati dalle creazioni offerte dai pasticceri e dalle storie della città raccontate dalle guide turistiche dell’associazione GIA Ascom.

Si potranno gustare le specialità di famosi pasticceri dalle pasticcerie Sabauda, Molineris, Fabrizio Racca Dessert, Zuccarello, Chicchisani, Re, Dolcissimo e Mazza.

DOLCE GELATO

Anche quest’anno, la manifestazione accoglie anche i Maestri Gelatieri di Ascom Epat, che proporranno un nuovo gusto dedicato a DOLCISSIMArte, a base di marron glacé, per omaggiare i sapori autunnali e la tradizione dolciaria piemontese.

Il percorso Dolce Gelato include Gelato Dok Dell’Agnese in Corso Unione Sovietica 415 e Gelateria Miretti in Corso Matteotti 5, entrambi con una lunga storia di artigianato dolciario. Anche Gelati D’Antan in Via Fabrizi 37/C, La Tosca in Via Cibrario 50, e Moou Moou Gelateria in Via Porpora 55 aderiscono all’iniziativa, insieme a Più Di Un Gelato in Galleria Subalpina 32 e Silvano Gelato d’altri Tempi in Via Nizza 142.

DOLCISSIMA ON THE ROAD

Le simpatiche Ape Car di DOLCISSIMArte, ambasciatrici della manifestazione, faranno tappa nelle più belle piazze del centro città per coinvolgere il pubblico in questo tour di gusto e tradizione.

Per la prima volta le Gallerie d’Arte TAG e i più prestigiosi negozi di brand di moda italiani e internazionali partecipano a DOLCISSIMArte 2024 con eventi dedicati alla degustazione di pasticceria mignon in una bella contaminazione tra sapere e maestria in settori completamente diversi.

Il percorso delle gallerie d’arte include: A Pick Gallery in Via Bernardino Galliari, 15c; Crag – Chiono Reisova Art Gallery in via Parma 66D e via Maria Vittoria 45; Febo e Dafne in Via Vanchiglia 16; Gagliardi e Domke in Via Cervino 16; In Arco in Piazza Vittorio Veneto 3;  Metroquadro in Corso San Maurizio 73F; Roccatre via della Rocca 3b; Simóndi in via della Rocca 29; Weber&Weber via san Tommaso 7.

Cappuccetto Rosso, spettacolo dei “burattini giocattolo” a Casa Gianduja

La celebre fiaba raccontata e interpretata da Marco Grilli e dai suoi “burattini giocattolo” sabato 9 e domenica 10 novembre a CASA GIANDUJA

Cappuccetto Rosso, vieni, vieni qua se ti vede il lupo ti mangerà! “Io non ho paura perché devo andare dalla mia nonnina che mi aspetta già”
Giunta alla casetta, la nonna non c’era, c’era un grosso lupo nero… Arriva un cacciatore, con un gran fucile spara su nel cielo e fa bum, bum, bum! Evviva Cappuccetto, evviva Cappuccetto che dal lupo nero non si fa mangiar!
Spettacolo COMICO per TUTTO IL PUBBLICO.

BIGLIETTI: INTERO € 12.00 / RIDOTTO € 8.00 ( BAMBINI 3-13 ANNI – PENSIONATI – MILITARI )
FORMULA FAMILY: 2 ADULTI + 1 BAMBINO = € 28.00 / 4 PERSONE = € 32.00
PREZZI RIDOTTI PER CRAL E ENTI CONVENZIONATI

Prenotazione consigliata   
prenotazioni@casagianduja.it
www.marionettegrilli.it 

TELEFONO: 011.2453145 / 3387561498

Storia della pubblicità per la terapia del dolore, una mostra a Torino

L’esposizione promossa da SIR al Palazzo del Rettorato sarà visitabile dall’8 al 17 novembre
MALATTIE REUMATOLOGICHE, SCOPERTE OLTRE 200 IN DUE SECOLI DI RICERCA
TORINO INAUGURA LA MOSTRA DEDICATA ALLA PUBBLICITÀ FARMACEUTICA

 

Torino, 5 novembre 2024 – La conoscenza che abbiamo delle malattie reumatologiche è frutto degli ultimi duecento anni di ricerca: se oggi, infatti, possiamo individuare più di 200 diverse patologie che colpiscono oltre 5 milioni e mezzo di italiani, agli inizi dell’800 erano perlopiù sconosciute. A contribuire agli studi per la loro individuazione e allo sviluppo di terapie è stata la pubblicità, nata in quegli anni e diventata subito il mezzo di diffusione prediletto per le aziende farmaceutiche. Per ricordarne e celebrarne il lavoro, dall’8 al 17 novembre, a Torino presso il Palazzo del Rettorato di via Po 17, prenderà il via la mostra Storia della pubblicità farmaceutica per la terapia del dolore e delle malattie reumatologiche. L’esposizione sarà inaugurata l’8 novembre, dalle 14 alle 16, nella Sala Principe D’Acaja del Palazzo del Rettorato, alla presenza delle autorità locali.

“I pazienti reumatologici soffrono spesso di ritardi diagnostici – spiega Gian Domenico Sebastiani, Presidente SIR e Direttore della UOC Reumatologia dell’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma –. Spesso sono necessari anche 7 anni per scoprire di soffrire di artrite psoriasica, 5 per la spondilite anchilosante, 3 per la sclerosi sistemica e 2 per l’artrite reumatoide. Anche per questo è importante studiare la storia di queste patologie: per comprenderne i meccanismi e garantire così individuazione precoce e terapie innovative. È con questo obiettivo che nel 2020, a Venezia, è nato l’Istituto di Storia della Reumatologia, per volere della Società Italiana di Reumatologia, e con lo stesso scopo oggi portiamo queste conoscenze in giro per l’Italia, quest’anno a Torino. Oggi, infatti, mostrare l’impatto che la propaganda ha avuto sull’individuazione di nuove patologie e sulla ricerca permette di comprenderne l’enorme potenzialità, anche in termini di prevenzione e di corretta interpretazione dei sintomi. Una situazione sulla quale SIR è impegnata in prima linea, perché diagnosi precoce significa migliore qualità di vita.”

“Le malattie reumatologiche causano numerose disabilità, addirittura il 57% dei pazienti dichiara di avere bisogno di aiuto nello svolgimento delle attività quotidiane – sottolinea Roberto Gerli, Past President SIR –. Le probabilità di svilupparne aumentano se la patologia non viene diagnosticata rapidamente e le terapie non vengono intraprese subito. Questo dimostra l’importanza dell’informazione e della comunicazione, perché maggiore è la conoscenza di sintomi e disturbi, maggiori saranno le diagnosi precoci. La pubblicità in questo contesto ha avuto un ruolo davvero importante.”

“Inaugureremo con grande entusiasmo la prima Mostra sulla Storia della Pubblicità a Torino – commenta il professor Leonardo Punzi, Direttore dell’ISR, Istituto di Storia della Reumatologia –, per dimostrare come le tecniche di comunicazione, per essere efficaci, anche in campo medico devono saper interpretare i bisogni della popolazione e usare espressioni artistiche di qualità. Le pubblicità che verranno mostrate al pubblico, testimonianze del periodo storico che va dal 1850 alla prima metà del ‘900, erano realizzate per prodotti a libero acquisto in farmacia, senza ricetta medica. Il valore storico sta nel mostrare ‘come eravamo’ e l’importanza dei farmaci per il dolore anche in un’epoca in cui non si conoscevano ancora bene le sue cause.”

“Alcune malattie reumatologiche, come la gotta, sono famose per aver interessato in passato personaggi di prestigio, come Galileo, Michelangelo, Garibaldi e Cristoforo Colombo – conclude il dott. Enrico Fusaro, co-organizzatore della Mostra –. La maggior parte, però, si sono sviluppate dal 1800 in poi. Se oggi possiamo controllare i sintomi di oltre 200 patologie con farmaci come il cortisone, entrato nella pratica clinica solo dal 1950, e medicinali innovativi come i biologici, è proprio grazie agli investimenti nella ricerca e alla diffusione di informazioni riguardo le patologie, anche attraverso la pubblicità. Oggi è un messaggio importante che vogliamo trasmettere ai cittadini.”