di Pier Franco Quaglieni
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4 anni di Appendino e sarà la morte di Torino – Ius soli, digiuno e trasformismo – MITO, vince Milano – 80 milioni di tagli –Riflessioni sull’Ordine dei Giornalisti – Cavour, Bergamo, un medico gentiluomo
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4 anni di Appendino e sarà la morte di Torino
“La Stampa” con un editoriale di Luigi La Spina ha preso una durissima posizione nei confronti del sindaco Appendino e della sua maggioranza strabica e inconcludente. Il Sindaco riceve il G7 e il suo vice va in piazza a manifestare contro il G7,tanto per citare solo un esempio. La Spina ha dimostrato
di essere spinoso,come lui ama dire, anzi direi coraggioso. “La Stampa” anche di fronte al massacro umano e mediatico di piazza San Carlo si è barcamenata,come per il G7. Un giornale che voglia esprimere la Città deve avere il coraggio di schierarsi se la Città cade in mano ai Visigoti e agli incapaci. La Spina l’ha fatto. Ma l’aver chiuso subito il dibattito aperto pubblicando una replica del Sindaco è un errore. L’articolo di La Spina meritava approfondimenti da parte di forze politiche,sociali,culturali della città,se possibile, non sempre le stesse e soprattutto non sempre i soliti dispensatori di sentenze scontate. Il giornale ha strozzato il dibattito in culla,dando la parola al Sindaco che ha risposto con banalità. Altri quattro anni di Appendino e sarà la morte di questa città. Credo che tutte le persone pensanti ne siano ormai irrimediabilmente convinte.
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Ius soli, digiuno e trasformismo
Ho argomentato ampiamente il tema dello ius soli ( http://www.iltorinese.it/ius-soli-piu-dubbi-che-certezze/),esprimendo una qualche adesione in linea di principio e rifiutandolo per motivi politici che alterano la democrazia italiana,influendo sul corpo elettorale e quindi sul voto. Su temi delicati come lo ius soli bisogna andare con i piedi di piombo. Chi ama la democrazia non intende comprometterla con atti di buonismo che si rivelerebbero insensati. Adesso con il digiuno pro ius soli di Chiamparino , Del Rio,Bindi e altri (manca solo la presidenta della Camera ) dichiaro la mia contrarietà perché il ricatto del digiuno è ridicolo e antidemocratico.I Senatori devono decidere in libertà. Non scimmiottiamo Pannella che digiunava per ben altri motivi. Inoltre la trasformista caccia al voto dei senatori,andando a chiedere consenso ovunque è un fatto privo di dignità . Infine la fuga dall’aula dei senatori di Alfano per far passare il provvedimento abbassando il quorum è cosa indecente ,come lo fu Alfano ministro degli Interni che permise che ci lasciassimo invadere dagli immigrati.
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MITO, vince Milano
A Torino si è perso del tempo a discutere sul come dipingere i blocchi di cemento che dovrebbero proteggere dal terrorismo. Ovviamente c’è chi,Sindaco in testa, ha pensato di affidarsi agli imbrattatori professionali di muri che invece andrebbero severamente perseguiti perché lordano con i loro manufatti la città. L’arte è altra cosa.Anche quella di strada. Milano,come dimostra la foto,ha risolto con stile ed eleganza come dipingere i blocchi di cemento in piazza Duomo. Si confronta normalmente Appendino con Raggi dicendo che la prima è migliore della seconda. Ci vuole poco per superare Raggi che pure non ha al suo attivo il disastro di piazza San Carlo. Il vero confronto va fatto con il Sindaco di Milano Sala che non ha finora fatto nulla di particolare,ma si rivela sicuramente migliore della Nostra. Anche nelle piccole cose .
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80 milioni di tagli
Non si è ancora capito se si tratta di tagli lineari o dove la Giunta di Torino andrà a tagliare per 80 milioni di euro la spesa comunale. Il deficit c’è, la responsabilità è di Chiamparino, Fassino ha fatto il possibile per rientrare nelle spese esagerate avviate dal Sindaco Ds che inspiegabilmente anche come presidente della Regione, ha ancora un consenso. Fassino non ha potuto dire che il deficit accumulato era quello di Chiamparino. Ma la verità è questa. Mettere le colpe sulla Giunta Fassino è intellettualmente disonesto e politicamente non veritiero. Poi anche Fassino ha certamente le sue responsabilità .
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Riflessioni sull’Ordine dei Giornalisti
Oggi si tengono i ballottaggi per la elezione degli organi dirigenti dell’Ordine dei Giornalisti.
Chi scrive compirà cinquant’anni di iscrizione all’Ordine nel 2018. Sull’esistenza dell’Ordine è sempre stato scettico. La rinascita del 1963 ricalcò troppo l’Ordine creato durante il Ventennio fascista. Per altri versi, la contiguità tra Ordine e sindacato mi ha sempre dato molto fastidio perché il sindacato è unitario solo a parole perché è sempre stato troppo sbilanciato politicamente in modo molto vistoso. E’ merito del presidente uscente dell’Ordine piemontese Sinigaglia aver scisso gli uffici dell’Ordine da quelli del sindacato. Era una coabitazione illegittima e scorretta ad un tempo. Ovviamente la democrazia comporta la possibilità che il sindacato finisca per condizionare pesantemente l’esito delle elezioni,come sempre è accaduto. Non potrebbe accadere diversamente anche perché i votanti sono pochi e il presidente uscente ha raccolto appena 150 voti, molti rispetto ai votanti, pochi rispetto agli iscritti. Per altri versi, non si vota più neppure alle elezioni politiche ,figurarsi a quelle per un ordine professionale. La disaffezione
ha un perché . Uno degli aspetti che più mi colpiscono sono l’impotenza dell’Ordine e l’incapacità del sindacato (che spesso si limita a far politica)rispetto alla disoccupazione e alla sottooccupazione giornalistica. L’abusivismo sanzionato con severità dall’Ordine in passato con sospensioni e cancellazioni, oggi è diventato un che di tollerato, anzi di normale. L’Ordine ha avuto grandi presidenti come Mario Berardi e presidenti come Giovanni Trovati che è difficile ricordare con simpatia. Una riflessione trascurata dai più mi sembra molto importante. In passato l’aggiornamento dei giornalisti avveniva attraverso la scrittura di articoli (per scrivere bisognava aggiornarsi e la prova migliore dell’aggiornamento erano proprio gli articoli pubblicati e apprezzati dai lettori )oggi esso avviene attraverso corsi che finiscono di giustificare l’esistenza dell’Ordine anche in mancanza di lavoro giornalistico.L’attestazione è una presenza obbligata e più o meno gradita ad un corso. Si parla tanto di deontologia, ma essa è assai poco praticata dalla categoria ,soprattutto dai cronisti. In passato ,tra i pubblicisti c’era il meglio dell’Università e delle professioni. Nei consigli regionali e
in quello nazionale c’erano pubblicisti come Emilio R. Papa e Bruno Segre, tanto per citare due nomi. I pubblicisti erano quasi l’anima colta dell’Ordine. Oggi ,mi sembra, da persona che segue da lontano, che tutto sia molto cambiato. Il fatto che una giornalista come Cristina Caccia rappresenti i professionisti piemontesi al Consiglio Nazionale dell’Ordine è un buon segno che fa sperare in un Ordine rinnovato. Altrimenti è meglio che esso venga sciolto e che si dia piena attuazione all’articolo 21 della Costituzione senza burocrazie intermedie, specie se si pensa a certe recenti sanzioni disciplinari dell’Ordine romano lesive della libertà di stampa e della stessa libertà di pensiero del giornalista. Sanzionare in merito alle idee considerate sbagliate o da rifiutare è profondamente illiberale. L’Ordine non può inoltre perdersi nelle sciocchezze di genere imposte da Appendino o Boldrini anche se non sarebbe male che alcuni vertici fossero femminili e ci fossero opportuni ricambi.
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Cavour, Bergamo, un medico gentiluomo
Questa settimana ho conosciuto uno straordinario personaggio di Bergamo, il dottor Carlo Saffioti, medico, gentiluomo, cultore di storia patria, collezionista, consigliere regionale lombardo per 18 anni. Mi ha accompagnato a Bergamo Alta nella pasticceria “Cavour” che ha un arredamento in cui risalta la figura dello statista piemontese. Nel cuore della città storica la pasticceria e’ sulla via principale a pochi passi dalla storica piazza e a breve distanza dalla funicolare che collega con Bergamo bassa . Venne fondata da nobili piemontesi che la dedicarono a Cavour. E’ un locale storico d’ Italia, tra i pochi meritevoli del titolo oggi spesso elargito con troppa generosità a caffè privi dei requisiti della storicità come alcuni locali liguri. Nella sua collezione ho visto come Cavour, che poteva sembrare un uomo incapace di suscitare entusiasmi, veniva invece celebrato con statue, piatti, vasi, manufatti un po’ in tutta Italia. Gli italiani dell’Ottocento erano consapevoli che l’Italia l’aveva in larga misura realizzata lui. In una città clericale (ma l’”Eco di Bergamo”, di proprietà della Curia, mi ha intervistato)fa specie il culto di Cavour. Ma Bergamo è anche la Città dei Mille di Garibaldi. E’ una città che è stata leghista, ma nessuno, credo, abbia mai contestato la pasticceria “Cavour” che,tra l’altro, sforna giornalmente delle vere e proprie delizie.
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LETTERE scrivere a quaglieni@gmail.com
Storie parallele ?
Lei ha descritto molto lucidamente la situazione catalana e spagnola di fronte alla secessione di Barcellona. Premesso che il referendum catalano era illegittimo e sovversivo, perché la sinistra condanna l’intervento della guardia civile spagnola e invece contemporaneamente condanna Vittorio Emanuele III che non firmò lo stato di assedio nell’Ottobre del 1922 per impedire la Marcia su Roma? Si tratta di due eversioni .
Caterina Richetti
Il perché è semplice, al di là’ di certa faziosità congenita :la storia non si ripete mai, come diceva Guicciardini e confondere la Spagna con l’Italia è un errore. Posso solo dirle che Vittorio Emanuele III non fu solo a cedere al fascismo perché buona parte della classe dirigente italiana lo fece insieme a lui.
pfq
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Eco
La biblioteca della Regione Piemonte venne subito intitolata a Umberto Eco. Alessandria, la sua città, si è opposta con motivi pretestuosi. Cosa ne pensa?
Cosimo Bellini
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Intitolare una scuola, eliminando il nome precedente ,specie se non secondario, non è un modo di procedere giusto. Ha ragione Alessandria che però sbaglia se non provvede al più presto a ricordare degnamente il suo cittadino più illustre morto in tempi recenti. Io non ho mai avuto un buon rapporto con Eco, ma sicuramente egli fu un uomo di rara intelligenza. Uno dei pochi. Poi commise anche errori e fu un po’ troppo conformista per piacermi. Ma chi non commise errori?
pfq
Il perché è semplice, al di là’ di certa faziosità congenita :la storia non si ripete mai, come diceva Guicciardini e confondere la Spagna con l’Italia è un errore. Posso solo dirle che Vittorio Emanuele III non fu solo a cedere al fascismo perché buona parte della classe dirigente italiana lo fece insieme a lui.
Eco
Il presidente della Regione, Sergio Chiamparino, indossa i panni del sindacalista che fu in passato e dice che Fca, così come riportato dall’Ansa: “dovrebbe uscire dall’ambiguità sul futuro di Mirafiori”. 
Suscita il dibattito politico l’arresto del leader del centro sociale torinese Askatasuna, Andrea Bonadonna, per la protesta anti-G7 a Venaria Reale
auguro pronta guarigione agli agenti feriti. Ringrazio tutti coloro che hanno coordinato e partecipato alle operazioni, garantendo la sicurezza e l’ordine pubblico”
applicabile in Italia solo con riferimento a manifestazioni e disordini da stadio. Alcune ore dopo il fatto che gli sarebbe imputato (avere ostacolato il fermo di un manifestante nel corso degli incidenti avvenuti a margine del corteo di ieri contro i G7 a Venaria) Andrea è stato arrestato mentre era di ritorno a casa sua a Bussoleno. Ha il sapore amaro di una giustizia di classe il fatto che la flagranza differita non è prevista per il falso in bilancio, la bancarotta fraudolenta, la concussione o la corruzione. Reati che prevedono pene più gravi che non la resistenza a pubblico ufficiale ma normalmente commessi da colletti bianchi. È evidente che per questa giustizia poco costituzionale il vero nemico da combattere è il conflitto sociale. Oggi (domenica – ndr) alle 18 Rifondazione Comunista parteciperà alla manifestazione davanti al carcere di Torino”.
centri sociali e che da oggi la città delle Olimpiadi 2006 non è più nelle condizioni di ospitare grandi eventi per il ricatto di una minoranza di estremisti, che, grazie alle coperture politiche a 5 stelle, trasformano a loro piacimento il capoluogo piemontese nel parco giochi di tutti i facinorosi d’Italia. Alla faccia del fasullo smarcamento dell’ultimo minuto, segnaliamo che il primo tentativo di sfondamento del cordone delle Forze dell’Ordine i centri sociali l’hanno tentato carrelli pieni delle brioches evocate dal Vice Sindaco Montanari, così come non ci dimentichiamo della presenza di esponenti delle occupazioni antagoniste proprio nella maggioranza consiliare grillina in Comune di Torino. Com’era facilmente prevedibile il G7 è diventato la vetrina della Torino peggiore”.
arrestato nelle scorse ore. La solidarietà di questa Consigliera regionale, pagata nel suo ruolo istituzionale con i soldi dei cittadini, non va dunque all’agente vittima di violenza, ma al facinoroso, peraltro ben conosciuto, accusato di averla perpetrata. Una vera e propria apologia dell’eversione: parole e atteggiamenti da forza anticostituzionale. Se Francesca Frediani è stata chiara e netta nelle sue affermazioni, mi aspetto altrettanta chiarezza e puntualità da parte della forza politica della quale fa parte. La Consigliera ha parlato a titolo personale o ha espresso la posizione ufficiale del M5S?
per tutte il senso di giustizia e dello Stato del Movimento 5Stelle.
l’Amministrazione riconosce e riconoscerà.
attinge a sua volta dal “Secolo XIX”, lo storico concorrente che Sandro Chiaramonti era riuscito a battere ,facendo del giornale di Torino il leader in tutto il Ponente ligure. Il risultato è stato un calo di vendite per ambedue i quotidiani. L’arrivo del “Corriere” a Torino e nelle provincie piemontesi che non gravitano su Milano (Vercelli , Novara, VCO) è un evento importante. Con la scomparsa della “Gazzetta del Popolo” Torino non ebbe più un vero pluralismo. “Repubblica” ,a prescindere dalla fusione editoriale recente, ha sempre avuto un’osmosi di direttori con “La Stampa”. Un limite vistoso del giornalismo torinese è che in larga misura per troppi anni traeva le
sue origini nell’”Unità “. Oggi la situazione è cambiata, ma il taglio resta il medesimo. Il dorso del “Giornale” in Piemonte è fallito miseramente dopo che giornalisti come Granzotto e Coscia avevano prodotto un quotidiano degno di questo nome. Avere ogni giorno un’altra cronaca torinese da leggere e da confrontare non potrà che far bene all’informazione e al pluralismo. A capo della redazione torinese del “Corriere” è stato chiamato un giornalista di grande esperienza, Umberto La Rocca, già vicedirettore de “La stampa” e direttore del “Secolo XIX”. La nuova esperienza di Cairo editore è anche un segnale espansivo per l’occupazione dei giornalisti che forse mai come oggi appare a livelli disperanti. Una voce autorevole come quella del “Corriere della Sera” che si rivolge a Torino e al Piemonte può anche essere un temibile concorrente soprattutto per “La Stampa”.
Buscaglione e Farassino
quello che riguarda Gipo Farassino, cantautore, ma anche politico. Era nato nel 1934 e morì nel 2013. Come cantautore rappresentò le periferie torinesi, la gente comune, i poveri diavoli. Ci fu un periodo in cui fu anche militante del PCI e una sua canzone fu molto impegnata contro la guerra del Vietnam. La sua attività di attore è legata al nome dell’amico regista Massimo Scaglione che Gipo trascinò anche nella sua scelta politica leghista. Aveva conseguito il diploma di ragioniere e il centro del suo mondo sono Porta Pila e via Cuneo. Una visione angusta che lo portò a mitizzare l’ angolo di Torino da cui proveniva. Al culmine del successo creò anche il locale “da Gipo” dove si esibiva. Il locale, che era al fondo di corso Francia, sopravvisse all’insuccesso di Gipo e divenne il ristorante “Il camin” ,uno dei ritrovi migliori di Torino della fine del secolo scorso. Tentò anche di andare al Festival di Sanremo, ma i limiti torinesi apparvero subito evidenti e gli impedirono un lancio nazionale. Pure la scelta leghista rivelò orizzonti localistici di profilo limitato. Sebbene eletto parlamentare europeo ,consigliere e assessore regionale, non rivelò doti politiche. Roberto Gremmo, che fu il suo competitor iniziale, aveva qualità politiche molto più significative.
Silvano Alessio e il diritto all’oblìo
capolavoro. Pochi erano oratori del suo livello. Nel partito repubblicano fu costretto ad andarsene da Giorgio La Malfa, il Gesù Bambino, come diceva Donat – Cattin, calato su Torino nel 1972,che gli scippò il seggio da deputato che gli sarebbe spettato di diritto. Il Pri era stato ricostruito partendo dal nulla, proprio da Alessio . L’avvocato Bachi era andato via dal Pri nel 1963.Erano rimasti i tradizionali quattro gatti, da Terenzio Grandi a Vittorio Parmentola, mazziniani storici. Incorse anche in alcune vicende poco belle, diciamo così, ma ,se le confrontiamo con i comportamenti dei politici di oggi, non c’era nulla di scandaloso. Certo amava la bella vita, le donne, alcuni locali notturni. Ma era un politico che aveva capacità e cervello. Questo non può non essergli riconosciuto ed è da vili riproporre artificialmente vecchi articoli che lo riguardano, sapendo che Silvano è morto da tempo, non può difendersi ed ha diritto come minimo all’oblìo.
modo non appropriato . Abbiamo scritto le motivazioni per cui in termini storici quell’iniziativa dell’estremismo socialista torinese fu un gravissimo errore, perché cercare di imitare la Rivoluzione russa era un discorso politicamente impraticabile. L’Associazione consiglieri comunali emeriti di Torino, presieduta da Giancarlo Quagliotti, si è cimentata a rievocare i fatti di Torino dell’agosto 1917 con un convegno che ,per il nome di molti relatori,appare non equilibrato storicamente. A parte la relazione dello storico dell’economia Giuseppe Bracco che centra perfettamente il tema ,in modo forse leggermente ironico con il titolo un po’ manzoniano “Il lavoratori torinesi tra Lenin e il forno delle grucce”, gli altri relatori, dalla faziosissima Maria Grazia Sestero ad altri giovani storici , rivelano il non distacco necessario per affrontare gli avvenimenti di cent’anni fa. Sicuramente Luca Cassiani, che ha parlato delle conseguenze
giudiziarie della sommossa, avrà trattato, da avvocato capace, il tema delle condanne. Ma nel complesso la cosa non convince. Possibile che a nessuno sia venuto in mente che proprio nell’agosto del 1917 c’erano al fronte consiglieri comunali torinesi ? Possibile che a nessuno sia venuto in mente di invitare a parlare il presidente del “Nastro Azzurro” che raccoglie i decorati al Valor Militare o il presidente dell’UNUCI ,(Ufficiali in congedo ) e uno storico militare che non venga dalla scuola di Rochat ? Mentre a Torino si faceva casino,al fronte si combatteva e si moriva.Questo i consiglieri emeriti o i consiglieri in carica della Città di Torino non devono dimenticarlo.
“dall’attacco alle Torri gemelle alla comparsa dell’Organizzazione dello Stato Islamico , quanto i mass media hanno contribuito ad alimentare una propaganda islamofoba nel mondo occidentale?” Uso le parole virgolettate dell’invito. Sono andato un po’ prevenuto , ma ne sono uscito indignato. Gente faziosissima quella del “Caffè dei giornalisti”. Giornalisti di cui non ho mai avuto occasione di leggere un articolo. Lei cosa ne pensa ? Luigi Androni
Piazza Carlina
Eseguito dall’équipe composta dai professori Alberto Oliaro ed Enrico Ruffini e dai dottori Paris Lyberis e Francesco Guerrera
ad intervento di timectomia e timomectomia. “Oggi, grazie al sistema robotico “DaVinci Xi” – precisa il dottor Lyberis – “possiamo accedere alla ghiandola timica ed asportarla mediante tre piccole incisioni all’emitorace di sinistra al quinto spazio della linea ascellare anteriore, sull’emiclaveare di sinistra ed al terzo spazio della linea ascellare anteriore”. Tale intervento mini-invasivo rispetto a quello tradizionale riduce sensibilmente i rischi di emorragie ed altre complicanze chirurgiche, tra cui in particolare il dolore postoperatorio, garantisce una rapida dimissione (paziente dimessa dopo soli due giorni) e, non ultimo, ha un impatto estetico minimo. Questi interventi in passato erano effettuati con accessi chirurgici tradizionali, e quindi gravati da maggior rischio di complicanze, come la sezione parziale o totale dello sterno, con degenze post-operatorie più lunghe e più dolorose. Questo innovativo intervento è stato presentato nei giorni scorsi durante l’8° International Meeting dell’ITMIG (International Thymic Malignancy Interest Group), tenutosi presso il Centro Congressi del Lingotto.
4 PERCORSI TEMATICI TRA GLI STAND IN PIAZZA CASTELLO
Laboratorio della Curiosità sarà aperto al pubblico per attività e laboratori (ore 18 – 22), su prenotazione allo 011 8129786.Il Museo Egizio conferma per la seconda volta la sua adesione all’evento: nelle sale museali saranno disponibili postazioni in cui egittologi, archeologi, restauratori, geologi, antropologi, radiologi, docenti di chimica, fisica e ricercatori universitari racconteranno, attraverso spiegazioni scientifiche e dimostrazioni pratiche, molteplici aspetti della ricerca, tutte attività di grande importanza per la conservazione e l’esposizione delle opere, un’occasione unica per sfatare i miti o i luoghi comuni sull’antico Egitto.Le novità sono: il Museo Nazionale del Risorgimento, Palazzo Madama, il Museo Diffuso della Resistenza e il Museo della Sindone che, alla soglia dei 120 anni dalla prima fotografia ufficiale della Sindone, realizzata dall’avvocato torinese Secondo Pia nel 1898, partecipa alla Notte Europea dei Ricercatori per mostrare le fondamentali tappe degli studi fotografici-informatici che si sono sviluppati nel tempo.
ergio Chiamparino è secondo tra i presidenti di regione italiani solo rispetto al veneto Luca Zaia. Tra i governatori più amati d’Italia il presidente piemontese si piazza con il 56,4%
In piazza Carlo Felice tornano i bouquinistes del Libro Ritrovato. I portici di via Roma, piazza San Carlo e piazza Carlo Felice sono suddivisi in 20 tratti tematici che raggruppano in modo omogeneo le bancarelle a seconda delle proposte.
Minibombo, casa editrice nata nel 2013 e specializzata in libri per i più piccoli, ha già all’attivo numerosi premi e 26 titoli tradotti in molte lingue fra cui il cinese: è presente allo Spazio Bambini con letture, animazioni, spettacoli.