Cosa succede in città- Pagina 485

"Metro' Bestiame", una lunga estate sotterranea a bordo di vagoni caldi e affollati

metro3AVVISTAMENTI / di EffeVi

Peccato che la presunta “popolarità” dei prezzi italiani sia un’illusione: il passeggero paga circa un terzo dei costi, il resto lo pagano tutti i contribuenti – anche quelli che non usano la metro – attraverso le tasse (addizionali regionali)

 

Nel 2011 l’Unione Europea ha approvato un regolamento per il trasporto del bestiame,metro 1 tenendo conto – giustamente – delle esigenze di spazio e di comfort degli animali: si prevede, per esempio, che le condizioni ottimali per il trasporto dei conigli siano una temperatura tra i 13 e i 20 gradi e un’umidità relativa del 55-65% e che i maiali abbiano ciascuno uno spazio disponibile pari a circa 0,03 metri quadri per chilo di peso corporeo.Bene: non fosse che la destinazione delle bestiole è, prima o poi, il mattatoio, i passeggeri della metropolitana di Torino se la passano quasi peggio di conigli, vitelli e maiali, protetti dai regolamenti UE.

 

 

metro2In questi giorni di ondata di calore, infatti, i dirigenti di GTT, sempre attenti a fare economia salvo che si tratti dei loro bonus, sono più preoccupati del consumo energetico del loro sistema di filtrazione dell’aria che di far viaggiare pendolari e lavoratori (che non possono certo andare in ufficio in costume da bagno) a temperature accettabili.Cosicché il passeggero – pagante – si ritrova in condizioni di viaggio che l’Europa potrebbe forse giudicare dannose per il benessere di un maiale: vagoni affollati, caldissimi, dall’aria irrespirabile.metro gente

 

 

Si dirà che 1,5€ a biglietto, in fondo, è molto meno del costo effettivo del viaggio e comunque una tariffa inferiore a quella praticata in altre città (per esempio, a Londra, una tratta come Porta Susa-Fermi costa circa 4€). Peccato che la presunta “popolarità” dei prezzi italiani sia un’illusione: il passeggero paga circa un terzo dei costi, il resto lo pagano tutti i contribuenti – anche quelli che non usano la metro – attraverso le tasse (addizionali regionali), una parte delle quali viene destinata a Gtt come “contributo in conto esercizio”. Francamente mi pare che in cambio di 4/5€, dichiarati o nascosti, gli utenti della metropolitana torinese abbiano diritto a viaggiare in condizioni di comfort (spazio, ventilazione e temperatura) almeno pari di quelle garantite a un suino europeo. Con tutto il rispetto per i suini.

 

 

(Foto: il Torinese)

La gloriosa sezione Pci di Barriera vivacchia in epoca grillina

Wamar

STORIE DI CITTA’ / di Patrizio Tosetto

Capitava che odori spingessero forte in gola, da ragazzini. Era l’incontro tra puzza delle colate di gomma della Ceat  e profumo dei panettoni della Wamar. Un odore che quasi stordiva. Ed il ricordo ha l’olfatto. All’angolo con corso Vercelli c’era un basso fabbricato in legno, dedicato ad Antonio Banfo, operaio antifascista ucciso dai nazifascisti. Casa del Popolo, sede della 9a sezione del PCI

 

Miseria e nobiltà. Anche in questa nostra Barriera, con una vena di tristezza che accompagna queste riflessioni. Piazza Crispi è il fulcro di una storia che si sviluppa dalla fine degli anni ’50 ad oggi. Si mischiavano case ed industrie. Dalla mitica Grandi Motori alla Wamar dei dolciumi, alla Ceat cavi di via Leoncavallo. Capitava che odori acri spingessero forte in gola, da ragazzini. Era l’incontro tra puzza delle colate di gomma della Ceat  e profumo dei panettoni della Wamar. Un odore che quasi stordiva. Ed il ricordo ha l’olfatto. All’angolo con corso Vercelli c’era un basso fabbricato in legno, dedicato ad Antonio Banfo, operaio antifascista ucciso dai nazifascisti. Casa del Popolo, sede della 9a sezione del PCI.

 

Dal dopoguerra la Barriera ha sempre massicciamente votato a sinistra. Solo alle ultime politiche il movimento 5 Stelle è diventato di maggioranza relativa. Il basso fabbricato fu venduto a Banca San Paolo che costruì moderni e bruttini alloggi anni ’60 e i locali per una sua filiale. La sede della 9a sezione “vagò” per un po’, trovando definitiva ed ultima dimora in via Cervino, sede che segui le vicissitudinidel Pci. Ultimamente divisa in tre settori: Pd, Arci, e Sel e ospitante L’Anpi ( Associazione Nazionale Partigiani d’Italia). Ieri ho saputo della fine di questa storia. Il proprietario dei muri è il circolo Arci, intitolato ad Antonio Banfo.  Gli iscritti sono solo – e vogliono essere solo – 20. Il Motivo? Ognuno di loro ha personalmente contributo a comprare il tutto. Sel ha disdettato ed ora il Pd dovrebbe accollarsi tutti i costi affittuari relativi, che ammontano a circa 10 mila euro annuali.

 

Problema? Sono previsti 5000 euro d’incasso e ne mancano altrettanti. Come mai? Semplice: drastica riduzione degli iscritti e il presidente di Quartiere, diventata consigliere  regionale, decide non percepire il relativo stipendio, non versando le quote mensili relative. La maggioranza dei presenti ha poi paura che l’effetto di Venaria, tra un anno arrivi in Barriera. Penso, scusate la banalità: tanto va la gatta al largo che ci lascia lo zampino. Lascio ai lettori le valutazioni. Chi ha rinnovato azzerando tutto non ha saputo probabilmente creare realmente il nuovo. Chi ha vinto il congresso ora dice che tutto il partito deve risolvere. Ma il partito non c’è più. E difficilmente qualcosa che non c’è più può risolvere. Rimane la tristezza che diventa nostalgia. Ma con la nostalgia non si fa politica. Vedremo tra un anno. Personalmente con poche speranze.

Sulla rotta delle spezie al Museo di Arti Orientali

mao spezie

Un viaggio attraverso le foto degli artisti del National Geographic Italia che ritraggono il ricco universo delle spezie

 

Le spezie sono le protagoniste assolute della mostra che il Mao di Torino dedica a queste polveri esotiche e profumate, in collaborazione con il National Geographic, fino al 27 settembre prossimo. Avvalendosi della consulenza dello storico Alessandro Venoli,  l’esposizione, ndalntutolo “Sulla rotta delle spezie”, si compone di 73 fotografie dei grandi fotografi del National Geographic, ed è arricchita di numerosi mappe e di un’installazione che evoca un suk.  Queste polveri, con le loro mille sfumature colorate, dall’oro al carminio,   provenienti da isole remote e terre lontane, spinsero in passato uomini coraggiosi a cavalcare le onde degli oceani,  scatenando guerre e rincorrendo ricchezze favolose, dando così il via alle grandi scoperte geografiche.

 

Il percorso illustra le tappe principali delle rotte marittime seguite dai mercanti,  per poi approfondire alcuni aromi in sezioni specifiche. Si parte dalla tintura dei tappeti e si prosegue nelle sale dedicate a peperoncino, zenzero,  noce moscata, zafferano, vaniglia, chiodi di garofano, cannella e sesamo, ricche di oggetti, profumi e immagini suggestive di coltivazioni di ingredienti ancora oggi molto diffusi sulle nostre tavole.

 

Un tempo le spezie alimentavano un potente meccanismo economico  e una parte del loro potere di fascinazione dipendeva dall’uso che se ne faceva in cucina; il cibo dell’Europa medievale, almeno di quella più ricca, veniva in gran parte profumato da questi aromi. Un altro aspetto altrettanto importante era il loro uso come farmaci e rimedi fondamentali. Ai tempi dell’Impero Romano valevano più dell’oro e delle pietre preziose. Per secoli alimentarono gli scambi tra Occidente e Oriente. La via marittima dall’Europa all’India e oltre, fino alle Isole delle Spezie, o Molucche,  la cui apertura fu ottenuta con l’uso della forza militare tra 1400 e 1500 dai portoghesi,  rappresenta, infatti, il punto di partenza dell’espansionismo europeo nel mondo e del colonialismo.

 

Tra gli artisti presenti in mostra Steve Winter, Joel Santore, Steve Raymer,  Pascal Maitre,   Mark Moffett,  Steve Mc Curry,   Bruce Dale, Paul Chesley,  George F. Mobile,  Winfield Parks.  In occasione della mostra “Sulla rotta delle spezie”, Il Mao e il Museo Nazionale dell’Automobile, che ospita fino al 27 settembre la mostra intitolata “Modus vivendi”,  applicheranno la reciproca riduzione sul biglietto d’ingresso nei rispettivi musei. A partire dal 28 giugno fino a settembre,  il Mao promuoverà un ricco ciclo di eventi dedicati al tema dell’esposizione.  Gli appuntamenti saranno incentrati sulle spezie, la loro storia, la scoperta delle terre di loro provenienza.  Incontri, workshop e visite tematiche racconteranno la mostra in un viaggio esperienziale che coinvolgerà tutti e cinque i sensi. Seguendo la suggestione delle spezie, si degusteranno anche cocktail e dolci dal sapore esotico; verranno inoltre proposti appuntamenti con botanici e storici in merito alle scoperte geografiche. A completamento le visite guidate e le attività per adulti e bambini.

 

Mara Martellotta

Si riqualifica l'ex Moi con la biomedicina

moi1

moi scontri1Polo tecnologico e scientifico

 

Sono 18 mila i metri quadri dell’ex Moi, l’area oggi degradata su cui  sorgerà un polo tecnologico-scientifico specializzato nella biomedicina. Il sindaco di Torino, Piero Fassino, e i rettori del Politecnico, Marco Gilli e dell’Università,Gianmaria Ajani, hanno siglato l’accordo per la concessione dell’edificio da parte del Comune. L’investimento per il progetto è di circa 20 milioni e fa parte delle linee di riqualificazione urbana, in vista della costruzione della Città della Salute nell’area adiacente l’ex Fiat- Avio.

 

(Foto: il Torinese)

Sicurezza, a San Mauro prosegue il controllo di vicinato

carabinieri

Adesso sono arrivati i cartelli che stanno ad indicare che, sul territorio comunale, viene attuata questa tecnica di dissuasione passiva e di osservazione. Nuove attività dell’associazione

 

Prosegue il programma di Controllo del Vicinato a San Mauro Torinese, primo centro della Città Metropolitana di Torino ad adottarlo. Dopo che nel mese di marzo il consiglio comunale, all’unanimità, aveva approvato la mozione presentata dal consigliere di maggioranza Ferdinando Raffero (che collabora con il sindaco Dallolio nell’ambito della sicurezza urbana ed è esponente dell’Associazione nazionale Controllo del Vicinato, che ha celebrato il suo primo congresso a Gabicce Mare il 16 e 17 maggio scorsi) è stato costituito il primo gruppo di volontari e sono state attivate iniziative per sensibilizzare la popolazione. Adesso sono arrivati i cartelli che stanno ad indicare che, sul territorio comunale, viene attuata questa tecnica di dissuasione passiva e di osservazione. E a rafforzare tutto questo c’è il fatto che nella parte superiore degli stessi è stata posta la scritta Comune di San Mauro Torinese con lo stemma comunale, a dimostrazione di quanto la municipalità sostenga tale progetto e abbia testato la bontà dell’iniziativa.

 

Massimo Iaretti

A Torino la Polizia sperimenta le body-cam

salvario polizia

polizia sommossapolizia sommossaSei mesi di sperimentazione che consentirà di utilizzare le videocamere, applicate sulle divise degli agenti

 

Anche Torino ha dato il via libera alla sperimentazione delle microcamere individuali per la ripresa video, le body-cam,  ad uso della polizia di Stato. Sei mesi di sperimentazione che consentirà di utilizzare le videocamere, applicate sulle divise degli agenti delle squadre volanti. Il collaudo avviene per ora a Torino, Milano, Roma e Napoli e nelle Sezioni di Polizia Stradale degli stesi capoluoghi regionali.

 

(Foto: il Torinese)
   

La "biografia" della Nutella sbarca negli States

nutella 4

Rispetto alla versione italiana, il libro per gli Stati Uniti aggiorna anche la cronologia con la notizia della morte del papà della delizia dolciaria piemontese, Michele Ferrero

 

Mondo Nutella, il libro del giornalista torinese della Stampa Gigi Padovani sbarca negli Usa. L’edizione in inglese del volume edito da Rizzoli si allunga di 74 pagine con interviste e un reportage dal Lussemburgo, sede di Ferrero International. Rispetto alla versione italiana, il libro per gli Stati Uniti aggiorna anche la cronologia con la notizia della morte del papà della delizia dolciaria piemontese, Michele Ferrero. In vendita anche sotto forma di e-book per Kindle e Amazon.

Il maglioncino di Berlinguer e gli stipendi dei politici

berlinguerSTORIE DI CITTA’ / di Patrizio Tosetto 

Il segretario del Partito Comunista, da Genova stava arrivando in auto a Torino. Telefonano dal capoluogo ligure dicendo che il segretario aveva freddo  e desiderava gli fosse prestato un  maglioncino. Arrivato lo trovò, rigorosamente prestato, appunto

 

 

Assistiamo impotenti. Sicuramente basiti ed un po’ irritati e non ce ne facciamo una ragione. Ancora una volta i consiglieri regionali non si sono tagliati gli stipendi. Non ce ne facciamo una ragione anche perchè alcuni di questi li conosciamo personalmente e, stimandoli, possiamo affermare che non sono negletti né tanto meno stupidi. Probabilmente qualcosa nel meccanismo non funziona. Nonostante ciò ci rifiutiamo d’accettare. Semplicemente per una ragione di buon senso. Chi chiede sacrifici deve essere il primo a farli. 1982, Enrico Berlinguer segretario del Partito Comunista, da Genova stava arrivando in auto a Torino. Telefonano dal capoluogo ligure dicendo che il segretario aveva freddo  e desiderava gli fosse prestato un  maglioncino. Arrivato lo trovò, rigorosamente prestato, appunto. Comizio in Piazza S Carlo. Rientro mattutino a Roma. Giorni dopo, il capo d’abbigliamento venne restituito direttamente da una lavanderia di Roma. In federazione si sviluppò una piccola discussione: perché il Partito non gli ha comprato il maglioncino? Risposta:  Berlinguer non avrebbe gradito e sicuramente le spese della tintoria e spedizione erano state pagate personalmente dal segretario. Pauperistico? Sicuramente. Nel ’77 chiese ai lavoratori i sacrifici per il superamento della crisi. Perchè la classe operaia era, doveva essere classe dirigente. In fabbrica e nel Paese. Non faceva ideologia e applicava le regole del buon senso.Sono nostalgico? Assolutamente e totalmente sì! Intimamente convinto che il buon esempio è un ottimo punto di partenza.Verissimo che il tempo non ritorna. L’attuale situazione continua ad essere preoccupante. Urgente decidere. Anche sui sacriici che deve fare la politica, i politici. Speriamo. Anche questa è una questione di buon senso.

Boom turistico sotto la Mole, molto rumore per nulla?

turistipiaza

turistituristi 1risorgimento museoegizio llAVVISTAMENTI / di EffeVi

 

Sarebbe bene che i nostri amministratori ascoltassero meno le sirene – comunque piuttosto affaticate e decisamente poco incantatrici – dei media subalpini e guardassero un po’ altrove: scoprirebbero che, al lordo dei fattori frenanti di sistema, nei Paesi europei si investe sì in cultura – peraltro, in proporzione alla domanda espressa dai consumatori – ma ancora di più in formazione

 

Tra Ostensione, Expo e vari eventi collegati, Torino sta attraversando un boom turistico: lo dicono i primi numeri ufficiali e si può constatare anche empiricamente, godendosi lo spettacolo delle nostre strade popolate di visitatori. Tutto bene, dunque. Però la situazione reale, appena coperta dalla patina di tipico trionfalismo subalpino, dal sapore provinciale e autoconsolatorio, non è altrettanto rosea. Pochi giorni fa la Banca d’Italia ha pubblicato il rapporto annuale sull’economia regionale, confermando purtroppo una serie di dati negativi, in particolare i livelli alti di disoccupazione, di povertà ( almeno rispetto alla media del Nordovest), e di impoverimento delle famiglie.

 

La Banca d’Italia, insieme ad altri analisti (come Unioncamere e Comitato Rota), fa anche giustizia di un altro mito tutto torinese, perpetuato ormai da dieci anni da ingenui e da interessati: quello secondo cui il boom turistico possa compensare la perdita verticale di occupazione – in particolare nell’industria – e di indice relativo di produzione della ricchezza, che accompagna Torino dagli anni ’90. È vero che le presenze turistiche sono aumentate costantemente (mentre restano altalenanti, ad esempio, le fortune del nostro aeroporto), ma i numeri restano deludenti: l’Ostensione preventiva un numero inferiore al 50% di visitatori rispetto all’edizione 2010. L’effetto traino di Expo è trascurabile, avendo prevedibilmente privilegiato il distretto turistico dei laghi (a conferma che al famoso MiTo non crede più nessuno, con buona pace delle Frecce intercity).

 

Già a gennaio, in un’intervista a Il Sole-24Ore, Josep Ejarque, numero uno della società creata da Expo per la promozione del turismo, con un chiaro riferimento alla sua conflittuale esperienza con i salotti torinesi ai tempi delle Olimpiadi 2006, avvertiva velenosamente che questa volta non ci sarebbe stato il Comitato Olimpico – cioè il contribuente italiano – a pagare per viaggi e soggiorni, e che se Torino voleva agganciare l’Expo avrebbe dovuto darsi da fare per essere competitiva sul mercato privato dei consumatori privati. I numeri definitivi ci diranno se ha ragione lui o hanno ragione certi nostri cantastorie da piola o da salotto. Intanto, sappiamo per certo, sempre da Bankitalia, che l’INTERO comparto ristorazione e accommodation vale, a seconda degli anni, tra un decimo e un ottavo del settore manifatturiero: e questo, paradossalmente immaginando che non un solo Torinese si avventuri, neanche una volta l’anno, in una pizzeria.

 

Dieci anni fa, in piena overdose di contributi pubblici per le Olimpiadi, qualche pubblico amministratore si era avventurato in audaci profezie sul turismo come vocazione produttiva alternativa della città: sono disordinatamente proliferate iniziative, rassegne, festival vari, ognuno dei quali aggiungeva i gravami di stipendi per dipendenti e amministratori. Dal 2011 in poi l’insostenibilità di questo sistema è dimostrata dalle riduzioni dei contributi pubblici, dagli accorpamenti o dalle definitive chiusure di molti carrozzoni.

 

Sarebbe bene che i nostri amministratori ascoltassero meno le sirene – comunque piuttosto affaticate e decisamente poco incantatrici – dei media subalpini e guardassero un po’ altrove: scoprirebbero che, al lordo dei fattori frenanti di sistema, nei Paesi europei si investe sì in cultura – peraltro, in proporzione alla domanda espressa dai consumatori – ma ancora di più in formazione e che nessuno oserebbe dire in pubblico che, se non si riescono più a vendere motori e macchinari, invece di inventare un nuovo modello produttivo, si può rimediare con la cioccolata e le rassegne teatrali. Ci sono, è vero, alcuni Paesi che, non avendo molto altro, vivono di turismo, proteggendo con una certa cura il paesaggio e le antichità: Grecia, Kenya, Egitto. Ah, tra l’altro, Natura volle che questi Paesi abbiano il mare: non vedo la spiaggia artificiale ai Murazzi, piaciuta così tanto ai Torinesi che ne hanno decretato un risultato economico in passivo per 120mila Euro, fare seria concorrenza alla barriera corallina.

 

(Foto: il Torinese)

Sciopero dei mezzi pubblici domenica 12 luglio

Sarà assicurato il completamento delle corse in partenza entro il termine delle fasce di servizio garantito

 

 

tram ztlNella giornata di domenica 12 luglio 2015 è previsto uno sciopero aziendale di 24 ore indetto dall’organizzazione sindacale USB Lavoro Privato.

SARÀ GARANTITA L’EFFETTUAZIONE DEL SERVIZIO NELLE SEGUENTI FASCE ORARIE:
• Servizio urbano e suburbano della Città di Torino: dalle ore 6.00 alle ore 9.00 e dalle ore 12.00 alle ore 15.00
• Metropolitana: dalle ore 6.00 alle ore 9.00 e dalle ore 12.00 alle ore 15.00
• Autolinee extraurbane: da inizio servizio alle ore 8.00 e dalle ore 14.30 alle ore 17.30
• sfm1 Pont-Rivarolo-Chieri (ferrovia Canavesana) e sfmA Torino-Aeroporto-Ceres: da inizio servizio alle ore 8.00 e dalle ore 14.30 alle ore 17.30tram colori

Sarà assicurato il completamento delle corse in partenza entro il termine delle fasce di servizio garantito. Lo sciopero potrà avere ripercussioni anche sull’operatività dei Centri di Servizi al Cliente e sui diversi servizi gestiti da GTT, con conseguenti possibili disagi per la clientela.

 

(Foto: il Torinese)