Cosa succede in città- Pagina 466

L'avventura di Baricco nella "piccola Parigi" della Scuola Holden

HOLDEN

 

tosettoSTORIE DI CITTA’ /

di Patrizio Tosetto

 

Nel cuore di Porta Palazzo opera la Scuola Holden che “è” Baricco. Si fonde in tutt’uno: ideatore, gestore, affascinante “Capo”. Purtroppo sono lontani i tempi di quando, ancora residente a Roma, invitava i suoi stretti collaboratori a casa sua dopo averlo ascoltato all’Auditorium di Roma

 

Via Borgo Dora sembra una piccola Parigi. Sicuramente la Parigi letteraria, quasi di fine Ottocento. Sono affascinanti i suoi negozi di antiquariato come i bar per mangiare un boccone, come per un casalingo aperitivo. Quando si ha fortuna ci si può incontrare anche  Alessandro Baricco. Una mezza birretta con le immancabili Camel blu. Sigarette nobili. Affascinante persino quando ascolta, con il capo dà segni di assenso, per poi magari rispondere che non è d’accordo o comunque che non è stato convinto. Del resto non è una sorpresa: dal 2013 nel cuore di Porta Palazzo opera la Scuola Holden che “è” Baricco. Si fonde in tutt’uno: ideatore, gestore, affascinante “Capo”. Purtroppo sono lontani i tempi di quando, ancora residente a Roma, invitava i suoi stretti collaboratori a casa sua dopo averlo ascoltato all’Auditorium di Roma. Sono lontani quei tempi perchè Alessandro Baricco non abita piu  a Roma, la Scuola Holden è passata da Corso Dante a Porta Palazzo, e quei decennali collaboratori sono stati allontanati, in altre parole licenziati. Sia ben chiaro che il Professore fa le cose bene. Ha ottimi consulenti.  Poi è anche personale amico del Presidente del Consiglio che gli ha mandato in aiuto Andrea Guerra, diventato all’ultimo socio ed apprezzato manager. Ora e stata allontanata Lea Maria Indiorio, sua braccio destro da oltre 10 anni. Anzi sua ex braccio destro. Unica responsabile dei disavanzi economici?

 

In verità ci aveva tentato Carlo Feltrinelli a capirci qualcosa nei conti. Il noto rampollo dell’editore rivoluzionario, tra un drink e l’altro, mandava i suoi  milanesi commercialisti per capirci qualcosa, e contenere i costi già quando la sede era ancora in corso Dante. Ma Lea Maria Indiorio teneva botta, imponeva alle sue collaboratrici l’ordine e la consegna dell’obbedienza al Vate, il quale rassicurava che, fin tanto fosse rimasto socio della scuola, con il 51% delle quote nessuno sarebbe stato  licenziato. Poi, dovendo mettere mano al suo portafoglio, ha cambiato idea. Peccato che ha rifiutato l’incarico da Ministro della Cultura. I conti della società continuano a non funzionare. Alto l’indebitamento con le banche, parrebbe  senza adeguate garanzie patrimoniali della società che ha solo per altri 26 anni in uso l’edificio di proprietà del Comune. Ma stiamo ancora aspettando, come cittadini, la certificazione regionale sulla rendicontazione, dei vecchi finanziamenti pubblici ricevuti dalla Scuola Holden. Del resto quando ci si è scottati con l’acqua calda si ha paura anche dell’acqua fredda. Giuliano Soria, Rolando Picchioni – seppur con le debite differenze – ne sono un esempio, ed anche nella Fondazione fratelli Rosselli molte cose di carattere economico non tornano. Tanti soldi pubblici ( fondi europei ) stanno arrivando alla Scuola Holden. Alessandro Baricco è un ottimo insegnante. Francamente non sempre lo capiamo quando scrive ( sicuramente è un nostro limite ), ma abbiamo forti dubbi sulle sue qualità manageriali. E quando si “maneggiano” soldi pubblici è una legittima preoccupazione.

Segnali positivi ma l'autunno dell'economia è incerto

lavoro emigranti

LA GANGALA VERSIONE DI GIUSI / di Giusi La Ganga

Se si è perso il lavoro a cinquant’anni, difficilmente lo si ritrova e l’ipotetica uscita dalla crisi riguarda una generazione più giovane. Intendiamoci, meglio poco che niente. Meglio qualche posto di lavoro in più per i figli, anche con genitori che restano disoccupati. Ma questo spiega perché nelle famiglie la sensazione resti negativa e le aspettative pessimistiche

 

Ci accingiamo ad entrare nell’autunno in una condizione di incertezza economica. Qualche piccolo miglioramento si manifesta, con un leggero incremento del PIL, un aumento dei posti lavoro a tempo indeterminato, in gran parte frutto della stabilizzazione di lavoratori precari, una risalita dei consumi delle famiglie. Per il Piemonte c’è il buon segnale della crescita delle esportazioni, che testimonia una ritrovata competitività internazionale. Eppure serpeggia tuttora un malessere diffuso ed una propensione pessimistica di troppe persone. La componente psicologica ha una notevole importanza nel contribuire a far ripartire lo sviluppo. Aver fiducia, scommettere sul futuro, decidere di investire risorse su progetti nuovi sono ingredienti che si devono unire alle condizioni economiche generali per determinare la ripresa.

 

Perché siamo ancora in questa situazione? A mio parere la spiegazione è duplice.Da un lato vi è la consapevolezza che questi sintomi di ripresa sono drogati. La immissione di una colossale liquidità da parte della BCE produce effetti modesti rispetto allo sforzo. Le misure del governo, in particolare il Jobs Act, con gli incentivi che prevede (e che sono a termine), stimolano, ma non ancora a sufficienza. Le riforme, pur indispensabili, hanno inevitabilmente effetti a lungo termine.

 

Dall’altro si prende coscienza che la auspicata ripresa non necessariamente risolverà i problemi di chi si trova in un mare di guai. Se si sono persi 1000 posti di lavoro, difficilmente si ritrovano, se non in misura ridotta. Se si è perso il lavoro a cinquant’anni, difficilmente lo si ritrova e l’ipotetica uscita dalla crisi riguarda una generazione più giovane.Intendiamoci, meglio poco che niente. Meglio qualche posto di lavoro in più per i figli, anche con genitori che restano disoccupati. Ma questo spiega perché nelle famiglie la sensazione resti negativa e le aspettative pessimistiche. Sarà dunque indispensabile accelerare quelle misure che aiutino a gestire la transizione, accompagnando socialmente ed economicamente quanti rischiano di rimanere esclusi.

Sgominata la gang da due milioni di euro dei bancomat

17 colpi eseguiti  in città e in provincia

 

carabinieriNon usavano scasso ed esplosivi per svaligiare bancomat e casse continue  ma si servivano di chiavi clonate e codici segreti. I malviventi sono stati scoperti dai carabinieri di Torino, che hanno notificato sette arresti in carcere per 17 colpi eseguiti  in città e in provincia. La banda agiva con la complicità di una guardia giurata e del titolare di un negozio di chiavi. Avevano razziato un bottino di oltre 2 milioni di euro.

 

(Foto: il Torinese)

Vacanze addio: lunedì tutti a scuola

MATURITA STUDENTESSAMATURITA STUDENTESSA

Sono 539 mila 617 gli studenti piemontesi che lunedì mattina andranno di nuovo sui banchi

 

Manca una manciata di giorni alla fine delle vacanze scolastiche. Sono 539 mila 617 gli studenti piemontesi che lunedì mattina andranno di nuovo a scuola. Infatti parte anche in Piemonte il nuovo anno scolastico e,  nella nostra regione si registra un trend costante di crescita del numero di allievi: saranno 3 mila 159 in più rispetto al 2014-2015. L’ organico di diritto dei docenti è invece di 42 mila 140 posti, ma  quello di fatto sarà di 44 mila 590, e saranno oltre 8 mila gli insegnanti di sostegno destinati  13 mila 800 alunni.

Scossa di terremoto nel Pinerolese

L’epicentro si trova in prossimità di Villar Pellice

 

terremotoAlle 9,32 l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia  ha registrato in provincia di Torino una scossa di terremoto di magnitudo 3.1. L’epicentro si trova in prossimità di Villar Pellice, nella zona montana del Pinerolese. Fino ad ora non sono arrivate segnalazioni di danni ai vigili del fuoco e alla protezione civile.

La Carovana Antimafia fa tappa in Piemonte

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Ad Alba è prevista  una tavola rotonda con Giancarlo Caselli

 

Si ferma anche in Piemonte la Carovana Antimafia, giunta alla sua 21/a edizione. Dall’11 al 13 settembre sarà  di scena in città come Moncalieri e Nichelino. Tema: ‘Le periferie al centro’. La Carovana dallo scorso giugno ha già visitato numerose regioni italiane, con una tappa anche a Bruxelles. La parte piemontese è stata presentata da Libera, Arci, Avviso Pubblico, Cgil, Cisl e Uil. Previsto, tra i temi trattati, un focus sul caporalato. Ad Alba è prevista  una tavola rotonda con Giancarlo Caselli.

Salvini sul Monviso guida la Lega alle sorgenti del Po

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Questa volta, però, niente rito dell’ampolla, pratica molto  amata dal senatur Umberto Bossi. Si terrà invece un convegno

 

“La difesa del territorio deve passare attraverso la rivisitazione della globalizzazione selvaggia”, parola del segretario della Lega piemontese ed ex governatore regionale Roberto Cota, che ha presentato la tradizionale festa padana alle sorgenti del Po. La Lega Nord, guidata dal segretario Matteo salvini in persona, va in pellegrinaggio nel fine settimana sul Monviso. Questa volta, però, niente rito dell’ampolla, pratica molto  amata dal senatur Umberto Bossi. Si terrà invece un convegno su alimentazione ed economia: ‘Mangia come parli: difendi e consuma i prodotti locali’.

Domenico, l'uomo che per amore fermò un treno a Porta Nuova

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pili simonaCOSA SUCCESSE IN CITTA’ / di Simona Pili Stella

 

Secondo una ricerca condotta presso l’ University College di Londra dalla neuroscienziata Eleanor Maguire, il passato è strettamente connesso al futuro, tanto che chi soffre di amnesia e quindi dimentica il passato, non riesce più nemmeno ad immaginare e a prospettarsi un futuro.Ebbene, forse per attenerci un po’ alle recenti scoperte, o forse perché in fondo il mondo e nello specifico la città in cui viviamo è fatta di storia e di aneddoti passati, dedichiamo una rubrica a Torino e agli avvenimenti più curiosi e che più l’hanno segnata nel corso degli anni, se non addirittura dei secoli precedenti.

 

Erano circa le ore 10.00 di mattina del 10 Agosto del 1950 quando gli abitanti di uno stabile di via Giuseppe Verdi, vennero attirati in cortile dalle urla di un signore che si agitava vistosamente vaneggiando a gran voce. Quest’uomo, proveniente dall’interno dell’abitazione, si era fermato di fronte al portone d’ingresso e tenendo nella mano destra un grosso coltello da cucina intriso di sangue, asseriva nella più totale disperazione di aver ucciso nella stanza da letto la propria fidanzata perché lei voleva lasciarlo. Spaventati dalla presunta pericolosità dell’uomo, gli inquilini accorsi in cortile si diedero alla fuga e terrorizzati andarono a chiamare i soccorsi al vicino commissariato di Piazza Castello. Una signora, riconoscendo subito nel presunto assassino il suo vicino di casa, decise insieme ad altri inquilini, di dirigersi nell’appartamento dell’uomo per valutare le condizioni della presunta donna aggredita. Quando però entrarono nell’angusta camera da letto lo spettacolo che si presentò loro fu molto diverso da quello prospettato dall’uomo: riversa sul letto in una pozza di sangue non vi era il corpo senza vita di una donna, ma bensì il corpicino sgozzato di una povera gatta grigia. Poco dopo, quando i coraggiosi volontari decisero di tornare giù in cortile per dare la scioccante e bizzarra notiziaagli altri, scoprirono che l’ipotetico assassino si era già costituito agli agenti di polizia accorsi in seguito all’allarme dato dagli altri condomini. L’uomo venne identificato con il nome di Emilio De Ambrosi, un disoccupato di 51 anni che era già stato ricoverato in passato per disturbi mentali. Il signor De Ambrosi venne nuovamente visitato e ricoverato nel reparto psichiatrico.

[ La Stampa]

 

Il 24 Agosto sempre del 1950 una terribile sciagura accadde al campo volo della nostra città. Erano da poco passate le ore 19.00 quando il piccolo velivolo da turismo guidato da un esperto e abile pilota, si adagiava con perfetta manovra riportando a terra il passeggero Antonio Gerardi, 39 anni, impiegato dell’anagrafe di Torino. Eccitato e ancora entusiasta per questa esperienza, Antonio prese l’iniziativa di scendere repentinamente dal velivolo prima che il comandante potesse trattenerlo e fargli le giuste raccomandazioni su come muoversi vicino all’aereo. Egli passò sotto l’ala e si avvicinò al muso dell’apparecchio per poterlo osservare meglio ma purtroppo non si accorse che l’elica del piccolo aereo stava ancora dando gli ultimi giri. Fu questione di un attimo: prima che qualcuno riuscisse ad avvisarlo, l’elica colpì di striscio Antonio sulla testa asportandogli di netto una parte della calotta cranica. Senza neanche emettere un grido l’uomo cadde inerme a terra di fronte allo sguardo incredulo e scioccato dei presenti. Venne immediatamente trasportato all’ospedale Maria Vittoria dove però morì durante la notte.

[ La Stampa]

 

Alle ore 12e30 del 7 Agosto 1962 Domenico Panetto, ragazzo di 26 anni abitante a Torino in via Provana 5, compì un gesto drammatico e per certi versi bislacco, all’interno della stazione di Porta Nuova. Quel giorno, circa mezz’ora prima, il giovane aveva ricevuto dalla fidanzata Anita un biglietto di addio che lo avvisava dell’intenzione della ragazza di lasciarlo e di trasferirsi in Francia assieme ad un’amica. Domenico, dopo essere giunto in stazione e dopo aver scorto la sua fidanzata affacciata ad un finestrino del treno diretto in Riviera di Ponente, cominciò a gridare e a implorare la ragazza di scendere e di tornare con lui. All’ennesimo rifiuto della fidanzata, proprio mentre il treno stava per partire, l’innamorato ragazzo, preso dallo sconforto, decise di tentare un ultimo e disperato gesto. Domenico superò correndo il locomotore ed una volta buttatosi sulle rotaie si parò davanti al convoglio intimando al macchinista di fermarsi. Il macchinista stupefatto ed incredulo bloccò immediatamente il treno e scese per cercare di convincere il ragazzo a risalire sulla banchina. Il caos si propagò per tutto il treno: molti passeggeri spaventati scesero dal treno mentre altri irritati dall’accaduto cominciarono ad agitarsi e ad urlare dai finestrini del proprio vagone. Nel giro di qualche minuto tutta la stazione giunse per assistere alla scena. Domenico venne raggiunto dalla Polizia Ferroviaria che lo portò all’interno della propria sede per interrogarlo e per prendere provvedimenti. Il treno ritardò la sua partenza di quasi un’ora e della tanto amata Anita non si ebbero più notizie.

[La Stampa]

 

Il 26 Agosto sempre del 1962 una terribile vicenda divenne protagonista indiscussa della cronaca torinese. Verso le ore 20.00 di quel giorno, Michele Carena, allarmato dai vicini di casa di sua sorella che non vedevano la famiglia della donna da più di due giorni, fece irruzione nell’abitazione di Maria Carena e di suo marito Giuseppe Cuminatto, situato nel centro di Carignano. Lo scenario che si prospettò al giovane fu pressoché agghiacciante: Michele trovò sua sorella Maria che giaceva immobile, con in braccio la bambina di 20 mesi, accanto al corpo agonizzante del marito. L’uomo era sdraiato sul letto in un bagno di sangue, con il capo completamente sfondato. Michele diede subito l’allarme e dopo aver chiamato i soccorsi e messo al sicura la nipotina, cercò di parlare con sua sorella per capire cosa fosse successo. La donna si limitò semplicemente a dire che il marito era caduto e che si era ferito alla testa. Solo dopo che la polizia arrivò sul luogo della tragedia fu possibile ricostruire i fatti: durante la notte di due giorni prima Maria Carena (28 anni), aveva colpito furiosamente (con sette colpi di accetta alla testa) suo marito Giuseppe Cuminatto di 35 anni, poi si era recata nella stanza della figlioletta di 20 mesi, l’aveva presa in braccio e dopo aver ripulito e deposto l’arma si era accomodata accanto al corpo esanime del marito per vegliarlo. Maria soffriva ormai da tempo di depressione e disturbi mentali, tanto che qualche anno prima le erano stati tolti gli altri 3 figli minorenni perché lei non riusciva a prendersene cura. Sia i vicini che i parenti erano a conoscenza dei problemi di salute della donna, ma nessuno avrebbe mai potuto immaginare un finale tanto raccapricciante. Giuseppe venne immediatamente ricoverato presso l’ospedale Molinette dove cercarono in tutti i modi di salvargli la vita. Maria venne caricata su un’ambulanza e trasportata al manicomio di Torino in via Giulio.

[La Stampa]

 

Il 16 Agosto del 1977 Francesco Ferrara di 29 anni, Amedeo Zamparelli di 36 anni e le loro rispettive compagne Giuseppa Oddo e Carmela Bontelli, si presentarono intorno alle ore 16.00 all’ingresso della piscina comunale del Parco della Pellerina. Non avendo con loro le cuffie ed essendo esaurite quelle che la piscina metteva a disposizione per i bagnanti, i quattro ragazzi vennero esortati ad andarsene, poiché da circa un mese era diventato obbligatorio per motivi di igiene, l’uso della cuffia nelle piscine pubbliche. Ne nacque un’accesissima discussione che sfociò, appena giunsero anche i vigili di servizio all’interno della piscina, in una vera e propria rissa. I quattro giovani si avventarono sia sui vigili che sul personale della piscina ferendo alcuni di loro con graffi e pugni. Venne immediatamente chiamata la polizia che trasportò i quattro aspiranti nuotatori in questura.

[La Stampa]

 

La mattina del 3 Agosto 1989 la polizia entrò di corsa all’interno della banca San Paolo situata accanto all’ospedale Molinette. Era stata chiamata perché, pochi istanti prima, si erano uditi distintamente alcuni colpi di pistola che avevano mandato nel panico le persone all’interno della banca, costringendo tutti ad un fuggi fuggi generale. Quando però gli agenti giunsero sul posto non trovarono rapinatori o qualsiasi altro tipo di malvivente, ma bensì la guardia giurata Francesco Bernardino che, essendo rimasto bloccato all’interno del bagno a causa della chiusura a scatto, aveva pensato bene di liberarsi sparando qualche colpo contro la serratura della porta.

[La Stampa]

 

Il 6 Agosto 1999 la signora Annita Roncaglione Minella di 73 anni, venne trovata morta nella sua abitazione di Courgnè. La disgrazia avvenne intorno a mezzogiorno quando la donna, salita nel sottotetto per prendere delle cassette dove riporre le patate appena raccolte, urtò senza accorgersene un nido di calabroni. Fu un attimo: gli insetti disturbati dall’anziana signora assalirono la povera Annita pungendola ripetutamente ed in più punti del corpo. La pensionata fece in tempo a chiamare aiuto ma quando giunsero i primi soccorsi per lei non c’era più niente da fare. Poco dopo sul luogo della tragedia giunsero anche i vigili del fuoco che distrussero il grosso e pericoloso favo che aveva causato la morte dell’anziana signora.

[La Stampa]

  

 

Ragazzina fa selfie mentre passa il Frecciarossa

treno frecciarossa

Il fatto è successo nei pressi della stazione di Torino-Stura

 

La ragazza voleva scattare un selfie sui binari del treno e ha rischiato di essere travolta da un Frecciarossa in corsa. Il fatto è successo nei pressi della stazione di Torino-Stura durante il passaggio di un Tav  proveniente da Roma. La prontezza di riflessi del macchinista, che ha frenato appena  in tempo, ha permesso di salvare la vita alla giovane, che era con un’amica. Le due sono scappate e la linea è rimasta chiusa per mezz’ora. Sono in corso accertamenti da parte della polizia ferroviaria.

 

(Foto: il Torinese)

Cristina Chiabotto madrina per la lotta al cancro

Cristina-Chiabotto

La Confederazione Italiana Agricoltori è al fianco dell’Istituto di Candiolo

 

All’insegna dello slogan “Un frutto fa (del) bene”, ancora per oggi, domenica, in piazza San Carlo, è possibile acquistare una confezione di frutta di stagione, con una offerta a partire da 10 euro, per sostenere la ricerca sul cancro. La Confederazione Italiana Agricoltori  è al fianco dell’Istituto di Candiolo nell’iniziativa che ha per madrina l’ex Miss Italia Cristina Chiabotto, ambasciatrice dell’Istituto. “Dobbiamo contribuire alla ricerca – afferma – perché ne abbiamo tutti bisogno”.