Cosa succede in città- Pagina 461

Linea di confine. Spigolature di vita e storie torinesi

di Pier Franco Quaglieni

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Il Corriere della Sera sbarca a Torino – Buscaglione e Farassino – Silvano Alessio e il diritto all’oblìo I fatti di Torino dell’agosto 1917  Lettere

 

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Il Corriere della Sera sbarca a Torino

A fine ottobre esce a Torino il dorso “Corriere di Torino” in vendita con il “Corriere della sera”. Il mitico giornale che fu di Luigi Albertini ,così legato alla storia piemontese, rappresenta oggi il quotidiano leader ,pur in un quadro generale desolante dell’informazione su carta. Le perdite di lettori appaiono inarrestabili. La fusione editoriale tra “Il Secolo XIX” “La Stampa” e “Repubblica” se trova una sua logica aziendale nell’abbattimento dei costi, non è certo un evento all’insegna del pluralismo. In Liguria “Il Secolo XIX” riporta gli stessi articoli e le stesse firme della “Stampa” che attinge a sua volta dal “Secolo XIX”, lo storico concorrente che Sandro Chiaramonti era riuscito a battere ,facendo del giornale di Torino il leader in tutto il Ponente ligure. Il risultato è stato un calo di vendite per ambedue i quotidiani. L’arrivo del “Corriere” a Torino e nelle provincie piemontesi che non gravitano su Milano (Vercelli , Novara, VCO) è un evento importante. Con la scomparsa della “Gazzetta del Popolo” Torino non ebbe più un vero pluralismo. “Repubblica” ,a prescindere dalla fusione editoriale recente, ha sempre avuto un’osmosi di direttori con “La Stampa”. Un limite vistoso del giornalismo torinese è che in larga misura per troppi anni traeva le sue origini nell’”Unità “. Oggi la situazione è cambiata, ma il taglio resta il medesimo. Il dorso del “Giornale” in Piemonte è fallito miseramente dopo che giornalisti come Granzotto e Coscia avevano prodotto un quotidiano degno di questo nome. Avere ogni giorno un’altra cronaca torinese da leggere e da confrontare non potrà che far bene all’informazione e al pluralismo. A capo della redazione torinese del “Corriere” è stato chiamato un giornalista di grande esperienza, Umberto La Rocca, già vicedirettore de “La stampa” e direttore del “Secolo XIX”. La nuova esperienza di Cairo editore è anche un segnale espansivo per l’occupazione dei giornalisti che forse mai come oggi appare a livelli disperanti. Una voce autorevole come quella del “Corriere della Sera” che si rivolge a Torino e al Piemonte può anche essere un temibile concorrente soprattutto per “La Stampa”.

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Buscaglione e Farassino

Possono piacere o meno i personaggi , ma l’intitolazione dei Murazzi di Po ai due cantanti torinesi più noti e cari a tanto pubblico, appare una scelta molto azzeccata. Fred ,nato nel 1921 e morto in un incidente nel 1960, era originario di Graglia, nel Biellese, apparteneva ad una modesta famiglia, frequentò per appena tra anni il Conservatorio. Fece l’apprendista e il fattorino e incominciò ad esibirsi nei locali notturni ,per poi passare al Gran Caffè Ligure, una delle glorie della Torino anteguerra. Richiamato durante la II Guerra mondiale, organizzò spettacoli per le truppe e venne fatto prigioniero dagli Americani. Il suo personaggio era caratterizzato da un paio di baffetti, dal doppiopetto gessato,dal cappello a larghe tese ispirato ai gangsters americani, dalla voce roca per le troppe sigarette fumate. Restano memorabili “Guarda che luna “,”Eri piccola cosi”, ”Che bambola”. Erano anche canzoni trasgressive rispetto al perbenismo borghese di un’Italia che stava uscendo dagli anni Cinquanta e incominciava a conoscere il primissimo miracolo economico. Fred andò molto oltre il perbenismo torinese caratterizzato da un certo bigottismo angusto. Il personaggio e il cantante sopravvissero alla sua morte e restano un simbolo di una Torino non banale e non conformista. Discorso molto diverso quello che riguarda Gipo Farassino, cantautore, ma anche politico. Era nato nel 1934 e morì nel 2013. Come cantautore rappresentò le periferie torinesi, la gente comune, i poveri diavoli. Ci fu un periodo in cui fu anche militante del PCI e una sua canzone fu molto impegnata contro la guerra del Vietnam. La sua attività di attore è legata al nome dell’amico regista Massimo Scaglione che Gipo trascinò anche nella sua scelta politica leghista. Aveva conseguito il diploma di ragioniere e il centro del suo mondo sono Porta Pila e via Cuneo. Una visione angusta che lo portò a mitizzare l’ angolo di Torino da cui proveniva. Al culmine del successo creò anche il locale “da Gipo” dove si esibiva. Il locale, che era al fondo di corso Francia, sopravvisse all’insuccesso di Gipo e divenne il ristorante “Il camin” ,uno dei ritrovi migliori di Torino della fine del secolo scorso. Tentò anche di andare al Festival di Sanremo, ma i limiti torinesi apparvero subito evidenti e gli impedirono un lancio nazionale. Pure la scelta leghista rivelò orizzonti localistici di profilo limitato. Sebbene eletto parlamentare europeo ,consigliere e assessore regionale, non rivelò doti politiche. Roberto Gremmo, che fu il suo competitor iniziale, aveva qualità politiche molto più significative.

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Silvano Alessio e il diritto all’oblìo

Google ripropone articoli vecchi di decenni del quotidiano “Repubblica” firmati dai soliti killer armati di penna che ,falsificando la realtà, cercano di demolire le persone a loro antipatiche. C’è gente che usa la stampa per vendette personali di basso profilo. E c’è chi ,non so bene con quali mezzi leciti, riesce a far apparire in prima posizione vecchi articoli su Google con sistemi che sicuramente non sono legali. E’ il caso di Silvano Alessio, Prosindaco di Torino e assessore in più giunte torinesi. Alessio fu un enfant prodige della politica torinese. Era colto anche se non aveva finito gli studi universitari, aveva un eloquio persuasivo e brillante, aveva sicuramente delle qualità politiche ed alcune intuizioni. Fu nel 1970 il primo assessore alla cultura di Torino, il primo che capì come la cultura non potesse restare fuori dall’intervento dei Comuni. Come primo assessore all’arredo urbano volle piazza San Carlo senza macchine in sosta, una scelta che poi venne revocata dal suo successore, ma che finì di essere la scelta definitiva dopo il parcheggio sotterraneo che certa sinistra radical-chic, Vattimo in testa, cercò di bloccare. Fu lui – e non Novelli – nel 1980 a pensare a Via Garibaldi senza auto e tram, facendone una via di passeggio. Fece parecchi giornali, tra cui “Il dialogo” che ebbe un qualche significato politico-culturale, anche perché la classe politica di allora stava già distaccandosi dall’idea che una politica senza cultura fosse un discorso da faccendieri. Non ho mai avuto buoni rapporti con lui. Cambiò alcuni partiti, ma anche qui con una qualche giustificazione. Poteva un uomo con idee aperte come Silvano restare nel Pli di Malagodi che a Torino era prevalentemente fatto di vecchie cariatidi? Un errore di Renato Altissimo forse fu proprio quello di non vedere le qualità politiche di Alessio che, prima di Zanone, nel PLI era l’unica voce interessante. Io ricordo di essere andato a sentirlo nel 1967 quando uscì dal PLI. Con lui c’era anche Riccardo Formica che poi rientrò nel partito. Il suo discorso al cinema “Doria” fu un capolavoro. Pochi erano oratori del suo livello. Nel partito repubblicano fu costretto ad andarsene da Giorgio La Malfa, il Gesù Bambino, come diceva Donat – Cattin, calato su Torino nel 1972,che gli scippò il seggio da deputato che gli sarebbe spettato di diritto. Il Pri era stato ricostruito partendo dal nulla, proprio da Alessio . L’avvocato Bachi era andato via dal Pri nel 1963.Erano rimasti i tradizionali quattro gatti, da Terenzio Grandi a Vittorio Parmentola, mazziniani storici. Incorse anche in alcune vicende poco belle, diciamo così, ma ,se le confrontiamo con i comportamenti dei politici di oggi, non c’era nulla di scandaloso. Certo amava la bella vita, le donne, alcuni locali notturni. Ma era un politico che aveva capacità e cervello. Questo non può non essergli riconosciuto ed è da vili riproporre artificialmente vecchi articoli che lo riguardano, sapendo che Silvano è morto da tempo, non può difendersi ed ha diritto come minimo all’oblìo.

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I fatti di Torino dell’agosto 1917

Nell’agosto 1917 Torino fu protagonista di una vera e propria sommossa di cui abbiamo parlato nella rubrica del 16 luglio (http://www.iltorinese.it/linea-di-confine-spigolature-di-vita-e-storie-torinesi-20/), perché già allora il Circolo “De Amicis” iniziò a parlare della ricorrenza centenaria in modo non appropriato . Abbiamo scritto le motivazioni per cui in termini storici quell’iniziativa dell’estremismo socialista torinese fu un gravissimo errore, perché cercare di imitare la Rivoluzione russa era un discorso politicamente impraticabile. L’Associazione consiglieri comunali emeriti di Torino, presieduta da Giancarlo Quagliotti, si è cimentata a rievocare i fatti di Torino dell’agosto 1917 con un convegno che ,per il nome di molti relatori,appare non equilibrato storicamente. A parte la relazione dello storico dell’economia Giuseppe Bracco che centra perfettamente il tema ,in modo forse leggermente ironico con il titolo un po’ manzoniano “Il lavoratori torinesi tra Lenin e il forno delle grucce”, gli altri relatori, dalla faziosissima Maria Grazia Sestero ad altri giovani storici , rivelano il non distacco necessario per affrontare gli avvenimenti di cent’anni fa. Sicuramente Luca Cassiani, che ha parlato delle conseguenze giudiziarie della sommossa, avrà trattato, da avvocato capace, il tema delle condanne. Ma nel complesso la cosa non convince. Possibile che a nessuno sia venuto in mente che proprio nell’agosto del 1917 c’erano al fronte consiglieri comunali torinesi ? Possibile che a nessuno sia venuto in mente di invitare a parlare il presidente del “Nastro Azzurro” che raccoglie i decorati al Valor Militare o il presidente dell’UNUCI ,(Ufficiali in congedo ) e uno storico militare che non venga dalla scuola di Rochat ? Mentre a Torino si faceva casino,al fronte si combatteva e si moriva.Questo i consiglieri emeriti o i consiglieri in carica della Città di Torino non devono dimenticarlo.

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LETTERE scrivere a quaglieni@gmail.com

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Islam e informazione

Mi è capitato di ascoltare un convegno promosso a Palazzo Cisterna il 28 settembre su “Islam e giornalismo-Immagini, racconti e manipolazioni sui media italiani”. Il sottotitolo era “Aspettando voci scomode”. La tesi principale sostenuta si può sintetizzare così : “dall’attacco alle Torri gemelle alla comparsa dell’Organizzazione dello Stato Islamico , quanto i mass media hanno contribuito ad alimentare una propaganda islamofoba nel mondo occidentale?” Uso le parole virgolettate dell’invito. Sono andato un po’ prevenuto , ma ne sono uscito indignato. Gente faziosissima quella del “Caffè dei giornalisti”. Giornalisti di cui non ho mai avuto occasione di leggere un articolo. Lei cosa ne pensa ?                                                                                               Luigi Androni

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Mi pare assurdo dare ai giornali la colpa di aver alimentato una propaganda islamofoba (che non significa odio, ma paura dell’Islam). La fobia del terrorismo islamico è determinata dagli attentati che l’Isis ha fatto. Dovremmo non aver paura ?                                    pfq

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Piazza Carlina 
Io ricordo di aver letto sui giornali di agosto che i ministri del G7 sarebbero stati ospitati nel Canavese per i pernottamenti. Poi all’improvviso saltò fuori l’hotel di Piazza Carlina . Quale la ratio di far pernottare in centro gli ospiti del G7 ,attirandovi la contestazione, dopo aver spostato l’incontro a Venaria?                                           Anna Rinaldi      

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Nessuna ratio, Gentile signora, mentre scrivo dovremo ancora vedere cosa accadrà oggi pomeriggio ,sabato. Ma già gli episodi di violenza accaduti nei giorni precedenti rivelano l’assurdità di utilizzare l’hotel piazza Carlina. E queste cose noi le abbiamo denunciate con fermezza in due articoli rimasti solitari nel panorama informativo torinese. Non va dimenticato però il dovere di esprimere il grazie di noi cittadini alle Forze dell’Ordine che anche questa volta ci hanno difesi dalla furia violentissima dei cosiddetti antagonisti, anarchici, centri sociali ecc. Io sono stato in piazza Carlina mercoledì scorso perché ho l’ufficio nelle vicinanze e mi sono sentito molto rassicurato vedendo tanti carabinieri e tanta polizia in giro. Per un giorno mi sono sentito sicuro in una città in cui la sicurezza dei cittadini è diventata un optional. Venerdì non ho avuto il coraggio di avventurarmi da quelle parti, la mia segretaria più coraggiosamente sì.         pfq

 

 

Nuovo intervento del robot chirurgo “Da Vinci” alle Molinette

Eseguito dall’équipe composta dai professori Alberto Oliaro ed Enrico Ruffini e dai dottori Paris Lyberis e Francesco Guerrera

E’ stato effettuato il primo intervento chirurgico in toracoscopia di timectomia robotica per miastenia gravis con l’utilizzo del sistema robotico DaVinci Xi, presso la Chirurgia toracica dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino (diretta dal professor Alberto Oliaro). E’ stato eseguito dall’équipe composta dai professori Alberto Oliaro ed Enrico Ruffini e dai dottori Paris Lyberis e Francesco Guerrera. “La paziente di 50 anni, affetta da Miastenia Gravis – spiega il professor Oliaro – è stata sottoposta all’asportazione del timo, ghiandola posta tra lo sterno ed il cuore. La miastenia gravis, malattia neurologica causata dal malfunzionamento della ghiandola timica, può essere associata talvolta ad un tumore del timo (timoma). La paziente presentava dispnea (respirazione alterata) anche a riposo, ptosi (abbassamento) palpebrale bilaterale e astenia (eccessiva debolezza) generalizzata”. Compensata dal punto di vista neurologico, è stata candidata ad intervento di timectomia e timomectomia. “Oggi, grazie al sistema robotico “DaVinci Xi” – precisa il dottor Lyberis – “possiamo accedere alla ghiandola timica ed asportarla mediante tre piccole incisioni all’emitorace di sinistra al quinto spazio della linea ascellare anteriore, sull’emiclaveare di sinistra ed al terzo spazio della linea ascellare anteriore”. Tale intervento mini-invasivo rispetto a quello tradizionale riduce sensibilmente i rischi di emorragie ed altre complicanze chirurgiche, tra cui in particolare il dolore postoperatorio, garantisce una rapida dimissione (paziente dimessa dopo soli due giorni) e, non ultimo, ha un impatto estetico minimo. Questi interventi in passato erano effettuati con accessi chirurgici tradizionali, e quindi gravati da maggior rischio di complicanze, come la sezione parziale o totale dello sterno, con degenze post-operatorie più lunghe e più dolorose. Questo innovativo intervento è stato presentato nei giorni scorsi durante l’8° International Meeting dell’ITMIG (International Thymic Malignancy Interest Group), tenutosi presso il Centro Congressi del Lingotto.

 

(foto: il Torinese)

La Notte europea dei Ricercatori fa tappa sotto la Mole

 

La Notte Europea dei Ricercatori torna in Piemonte e Valle d’Aosta. A Torino la Notte è in Piazza Castello e in moltissimi altri luoghi della città a partire dalle 17. Le attività previste nel Palazzo del Rettorato dell’Università sono state riprogrammate in altre sedi.

Il programmadettagliato: http://nottedeiricercatori.piemontevalledaosta.it/programmi/torino/

Il 29 settembre 2017 torna, contemporaneamente in tutta Europa, la Notte Europea dei Ricercatori, la grande manifestazione promossa dalla Commissione Europea per far conoscere il mestiere del ricercatore in un’atmosfera informale e divertente. Il Piemonte e la Valle d’Aostaospitano la dodicesima edizione dell’evento grazie al progetto biennale CLoSER – Cementing Links between Science&society toward Engagement and Responsibility, che nel 2016 ha superato la selezione della Commissione Europea all’interno del Programma Quadro per la Ricerca e l’Innovazione Horizon2020. La Notte Europea dei Ricercatori in Piemonte e Valle d’Aosta coinvolge le città di Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Torino, Verbania e Aosta ed è organizzata da Università degli Studi di Torino, Politecnico di Torino, Università del Piemonte Orientale, Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, Associazione CentroScienza Onlus e Creativa-impresa di Comunicazione. Il progetto è coordinato da Agorà Scienza e si svolge nell’ambito del Sistema Scienza Piemonte. L’iniziativa è realizzata con il sostegno di Compagnia di San Paolo e con il contributo di Fondazione CRT e Camera di Commercio di Cuneo.A Torino la Notte Europea dei Ricercatori si svolgerà in Piazza Castello e in moltissimi musei della città. La manifestazione si aprirà ufficialmente alle 17 in Piazza Castello con i saluti dei rappresentanti degli atenei e delle istituzioni coinvolte. A seguire giochi, esperimenti, mostre e spettacoli non stop fino alle 24. Sono 1500 le ricercatrici e i ricercatori pronti a condividere con il pubblico la passione per il loro lavoro e la curiosità verso il mondo che ci circonda attraverso le oltre 100 attività proposte.

 

4 PERCORSI TEMATICI TRA GLI STAND IN PIAZZA CASTELLO

La novità di questa edizione sono i quattro i percorsi tematici che si snodano tra gli stand in piazza Castello: Scienza e tecnologia condurrà il pubblico in un viaggio dalla fisica astroparticellare allo smartphone in sella alla bici più veloce del mondo. Sulla strada di Salute e medicina il grande protagonista è il cervello umano: osservato e studiato da diversi punti di vista riesce ancora ad essere un mistero. Per i fan di Ambiente e sostenibilità sarà possibile mettersi alla prova misurando la propria impronta ecologica e poi imparare i trucchi per ridurla. Percorrendo la viaSocietà e cultura sarà come tuffarsi nell’Antica Grecia, diventando archeologi per una notte, per riemergere nell’India di Bollywood.

 

MUSEI APERTI FINO A TARDI

Quest’anno, grazie alla collaborazione con l’Assessorato alla Cultura della Città di Torino, cresce ancora la partecipazione dei musei che per il pubblico della Notte Europea dei Ricercatori propongono percorsi inediti tra arte, storia, scienza e tecnologia. L’obiettivo è far scoprire ai cittadini quanta ricerca scientifica si cela dietro le collezioni e il patrimonio museale torinese.Resteranno aperti tutta la sera il Museo di Anatomia Umana, il Museo Lombroso e il Museo della Frutta (navetta gratuita da piazza Castello) e la mostra “L’infinita curiosità: un viaggio nell’Universo in compagnia di Tullio Regge” all’Accademia delle Scienze. Xkè? Il Laboratorio della Curiosità sarà aperto al pubblico per attività e laboratori (ore 18 – 22), su prenotazione allo 011 8129786.Il Museo Egizio conferma per la seconda volta la sua adesione all’evento: nelle sale museali saranno disponibili postazioni in cui egittologi, archeologi, restauratori, geologi, antropologi, radiologi, docenti di chimica, fisica e ricercatori universitari racconteranno, attraverso spiegazioni scientifiche e dimostrazioni pratiche, molteplici aspetti della ricerca, tutte attività di grande importanza per la conservazione e l’esposizione delle opere, un’occasione unica per sfatare i miti o i luoghi comuni sull’antico Egitto.Le novità sono: il Museo Nazionale del RisorgimentoPalazzo Madama, il Museo Diffuso della Resistenza e il Museo della Sindone che, alla soglia dei 120 anni dalla prima fotografia ufficiale della Sindone, realizzata dall’avvocato torinese Secondo Pia nel 1898, partecipa alla Notte Europea dei Ricercatori per mostrare le fondamentali tappe degli studi fotografici-informatici che si sono sviluppati nel tempo.

E fuori Torino il Palazzo delle Scuderie di Fondazione Cavour (Santena)la Palazzina di Caccia di Stupinigi Infini.to, il Planetario a Pino T.se.

 

EVENTI, GIOCHI E SPETTACOLI IN TUTTA LA CITTÀ

La Notte Europea dei Ricercatori è inoltre un fitto programma di eventi speciali che animeranno la città fino a mezzanotte. Dalle 16:30 ragazzi dai 9 ai 14 anni gareggeranno nel Rally della Scienza. Per gli appassionati di realtà aumentata due proposte da Torino Living Lab Campidoglio: l’esperienza immersiva di una Virtual Room (allestita in via Bonafous 4, sede del Virtual Lab di Utopia srl) e la visita guidata tra reale e virtuale a Borgo Campidoglio in collaborazione con il Museo Diffuso della Resistenza. Torna lo storico Tram della Scienza, il laboratorio mobile della Notte: la prima corsa parte alle 19:30 da Piazza Castello. Arte e neuroscienze si contamineranno nella mostra interattivaL’arte della Ricerca a cura della Fondazione AriSLA in collaborazione con l’artista Aqua Aura e i ricercatori dell’Università di Torino (dalle 17 a ingresso libero, Hotel Golden Palace), mentre l’INRiM propone l’incontro dal titolo Le Meraviglie di Einstein: onde Gravitazionali, spazio e orologi atomici (ore 19.00, Sala Biblioteca – Circolo dei Lettori, via Bogino 9). Ricercatori e studenti del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università sfideranno il pubblico nel primo esperimento di una maratona dantesca: a partire dalle 17, in piazza Castello, canto dopo canto chiunque potrà mettersi alla prova con l’Inferno della Divina CommediaAnnullati gli spettacoli serali previsti in Rettorato: Biblio-Musical Show, La Nascita Della Lettura Silenziosa e Cellule Scienziate.

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Per maggiori informazioni su programma, orari e prenotazioni si prega di consultare il sito http://nottedeiricercatori.piemontevalledaosta.it/

Contatti: Mariella Flores (Agorà Scienza – Università di Torino) – maria.flores@unito.it  | tel. 011 670 3945 |mob. 339 4870648

Chiampa secondo tra i più amati. Appendino perde un po’ ma tiene

Sergio Chiamparino è secondo tra i presidenti di regione italiani solo rispetto al veneto Luca Zaia. Tra i governatori più amati d’Italia il presidente piemontese si piazza con il 56,4%, medaglia d’argento nella classifica di Monitor Index Research sulla soddisfazione nei confronti di chi governa Regioni e Città. Scende di qualche  posizione, dalla 10a alla 21a, la sindaca Chiara Appendino, che mantiene un gradimento alto, 58% (era 58,8%), ed è la seconda donna in classifica dopo Silvia Marchionini, sindaca di Verbania col centrosinistra.Risultato positivo, quello di Appendino: dopo Firenze e Venezia, prima e seconda con i sindaci Nardella e Brugnaro, Torino è prima tra le metropoli. L’indice di gradimento supera il risultato del ballottaggio con l’uscente Piero Fassino con il 54,5% dei voti. Da sottolineare che  il monitoraggio è di fine giugno, dopo i fatti di piazza San Carlo.

Portici di Carta, l’11^ edizione si allarga a via Sacchi e via Nizza

Il comico-scrittore ricordato con una lectio di Stefano Bartezzaghi. Donatella Di Pietrantonio, Sergio Staino, Erri De Luca, i sessant’anni di Bollati Boringhieri, mille buoni-libro. E la campagna “Un libro in più” a sostegno delle biblioteche civiche

porticidicarta.it

Sabato 7 e domenica 8 ottobre 2017 torna Portici di Carta, la libreria più lunga del mondo sotto i portici del centro di Torino. Da quest’anno il percorso si espande. Oltre ai tradizionali due chilometri di bancarelle in via Roma, piazza San Carlo e piazza Carlo Felice, Portici di Carta conquista altre due prestigiose prospettive del centro: i portici fine-ottocento e Liberty di via Sacchi e quelli risorgimentali di via Nizza, per quasi 2,5 chilometri di estensione totale.

L’undicesima edizione di Portici di Carta è stata presentata all’Oratorio di San Filippo martedì 26 settembre 2017. Sono intervenuti il Vice-Presidente Delegato dalla Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura Mario Montalcini; le assessore alla Cultura della Città di Torino, Francesca Leon, e della Regione PiemonteAntonella Parigi; il coordinatore dei librai di Portici di Carta Rocco Pinto, il Vice-Direttore editoriale della Fondazione per il Libro Marco Pautasso e il Segretario Generale della Camera di commercio di Torino, Guido Bolatto.

Portici di Carta è un progetto del Salone Internazionale del Libro, promosso da Città di Torino e Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura, realizzato con il sostegno di Regione Piemonte, Fondazione Crt e Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura di Torino, e la partecipazione dei librai torinesi coordinati daRocco Pinto.

Quest’anno sono presenti 128 librai di Torino e provincia ed editori da tutto il Piemonte, di cui 21 per la prima volta. In piazza Carlo Felice tornano i bouquinistes del Libro Ritrovato. I portici di via Roma, piazza San Carlo e piazza Carlo Felice sono suddivisi in 20 tratti tematici che raggruppano in modo omogeneo le bancarelle a seconda delle proposte.

L’edizione 2017 di Portici di Carta è dedicata a Paolo Villaggio: l’autore-attore che ha venduto un milione e mezzo di copie con la Trilogia di Fantozzi e ha cambiato la lingua italiana con i suoi modi di dire entrati nell’uso collettivo. Villaggio viene ricordato sabato 8 7 all’Oratorio San Filippo con una lezione originale di Stefano Bartezzaghi, la testimonianza dei due figli, le letture fantozziane di Giuseppe Culicchia e l’intervista inedita realizzata dal regista Mario Sesti per il film presentato all’ultima mostra di Venezia.

Quattro gli spazi eventi: l’Oratorio di San Filippo (via Maria Vittoria, 5), lo Spazio Bambini di piazza San Carlo, il Gazebo Sambuy di piazza Carlo Felice (in collaborazione con l’associazione Il Giardino forbito), loSpazio Lux-Fiorfood di Galleria San Federico (in collaborazione con Fiorfood Coop).

Fra gli autori in programma: la vincitrice del Premio Campiello 2017 Donatella Di Pietrantonio, autrice deL’arminuta, in dialogo con Ernesto FerreroSergio Staino che si racconta a Bruno Gambarotta attraverso ll’autobiografia del suo alter-ego Io sono Bobo; i Diavoli custodi di Erri De Luca; i nuovi libri di Enrico Remmert e Luca RagagninDario VoltoliniMassimo NovelliEnrico Pandiani; i metalmeccanici del Terzo millennio raccontati da Federico Bellono e Filomena Greco; la coppia del food writing italiano Clara e Gigi Padovani; le autrici del Concorso Lingua Madre Sabina Darova e Malvina Sinani; il concerto di Giorgio Licalzi con le musiche scritte in vent’anni di collaborazione con gli scrittori per sonorizzare dal vivo i loro reading. Tutti gli appuntamenti sono a ingresso gratuito.

Editore Editori ospiti sono Bollati Boringhieri e minibomboBollati Boringhieri quest’anno festeggia i sessant’anni. A Portici gli sono dedicati un dialogo sulle migrazioni fra l’antropologo Marco Aime e il filosofoGiulio Giorello, l’anteprima del nuovo spettacolo della fisica-giornalista Gabriella Greison sulle donne scienziate della fisica del Novecento, una delle Passeggiate di Portici di Carta e una mostra dei suoi titoli più rappresentativi nelle vetrine degli esercizi commerciali di via Roma e piazza San Carlo.

Minibombo, casa editrice nata nel 2013 e specializzata in libri per i più piccoli, ha già all’attivo numerosi premi e 26 titoli tradotti in molte lingue fra cui il cinese: è presente allo Spazio Bambini con letture, animazioni, spettacoli.

In piazza San Carlo lo Spazio Bambini propone letture, animazioni, laboratori: protagonisti i libri, gli autori e i personaggi di minibombo, editore ospite. In collaborazione con minibombo, le Biblioteche Civiche Torinesi, Iter – Istituzione Torinese per una educazione responsabile, Dipartimento educazione del Castello di Rivoli – Museo di Arte Contemporanea e il Premio nazionale «Nati per leggere». I giovani reporter del Bookblog seguono gli appuntamenti di Portici di Carta e li raccontano su bookblog.salonelibro.it. La Regione Piemonte mette a disposizione degli studenti delle scuole superiori del Piemonte 1.000 buoni libro che possono essere ritirati allo Spazio Bambini e spesi a Portici di Carta.

Dopo Un libro per ricostruire nel 2016, a sostegno di Arquata del Tronto, quest’anno Portici lancia un’altra iniziativa sociale: Il libro in più. Condividi il tuo consiglio di lettura. Chiunque acquisti un libro a Portici di Carta può donarlo a una biblioteca civica di Torino per condividere le proprie passioni di lettura e arricchire il patrimonio a disposizione della collettività. Uno sticker su ogni libro recherà il nome del donatore e la biblioteca cui lo si vuole destinare. L’iniziativa è organizzata insieme alle Biblioteche civiche torinesi e alDipartimento Educazione del Castello di Rivoli, che realizza in piazza San Carlo assieme al pubblico l’installazione work in progress dal titolo Paint Your Book.

Tornano le Passeggiate di Portici di Carta: quest’anno sono dieci. Novità: quella in ricordo di Gigi Meroni, laciclopedalata letteraria, nuovi protagonisti delle Pietre d’Inciampo, quelle dedicate a Bollati Boringhieri e alla Torino del noir. Prenotazione obbligatoria a passeggiate@salonelibro.it.

Nel tratto di via Roma fra piazza Castello e piazza San Carlo tornano le proposte e animazioni del Centro interculturale della Città di Torino.

L’Associazione Il giardino forbito propone al Gazebo Sambuy presentazioni di autori piemontesi e, nei Giardini Sambuy, sotto i portici di piazza Carlo Felice e del primo tratto di Via Sacchi l’area dedicata ai Saperi e ai Sapori: un progetto green con i prodotti dei Maestri del Gusto della Camera di commercio di Torino, i Prodotti agroalimentari del Paniere della Città Metropolitana di Torino, un bookcrossing di libri destinati al macero e una scelta di libri dedicati al food.

Torna la «Caccia al racconto» del Concorso Nazionale Lingua Madre: chi ne colleziona tre differenti vince un aperitivo letterario per due al Barney’s Bar del Circolo dei lettori.

Sul sito porticidicarta.it la storia e le immagini dei primi dieci anni di Portici edizione per edizione, le mappe interattive delle Passeggiate e le schede di tutte le librerie.

Cartella stampa completa scaricabile in area Press sul sito porticidicarta.it.

Orari librerie: sabato 10-24; domenica 10-20.

(foto: il Torinese)

Ultrà, Agnelli inibito per un anno e ammenda di 300 mila euro

La Procura federale aveva chiesto 30 mesi di inibizione per il presidente e due turni a porte chiuse per la società

Il presidente della Juventus Andrea Agnelli sarà inibito per un anno e la Juventus dovrà pagare un’ ammenda di 300 mila euro. Con questa sentenza il Tribunale nazionale della Federcalcio è intervenuta  nel processo al massimo dirigente bianconero per i rapporti non consentiti con i tifosi ultrà. La Procura federale aveva chiesto 30 mesi di inibizione per il presidente e due turni a porte chiuse per la società. Ma le frequentazioni tra Andrea Agnelli e Rocco Dominello, scrive l’agenzia Ansa riportando le parole della sentenza  “avvennero in maniera decisamente sporadica, ma soprattutto inconsapevole con riferimento alla conoscenza del presunto ruolo malavitoso”: in questo modo il Tribunale nazionale della Figc nega la tesi che il presidente sapesse dell’appartenenza di alcuni capi degli ultrà alla ‘ndrangheta.

Come si muovono gli universitari? Soprattutto con i mezzi pubblici

Come si spostano gli studenti universitari di Torino? Soprattutto con i mezzi pubblici, che  sono i più utilizzati per spostarsi da casa all’università, secondo una indagine su oltre 17mila persone tra studenti, docenti e personale realizzata dal Green Office di UniTo. L’automobile è scelta solo dal 16% dei casi, il 12% dichiara di andare prevalentemente a piedi, e la bicicletta è il mezzo prevalente solo nel 4,2% dei casi, il doppio in estate. Si muovono di più in macchina, invece, i docenti, con punte che superano il 40% d’inverno. Significativa tra gli insegnanti, anche la quota di ciclisti, il 12-13%. “Promossi” quindi  gli studenti, con oltre l’80% di spostamenti pienamente sostenibili, mentre i docenti si fermano al 55% e il personale tecnico al 60%.

Linea di confine. Spigolature di vita e storie torinesi

di Pier Franco Quaglieni

Settembre, andiamo… – Aldo Garosci combattente per la libertà – La decadenza di Torino – Il 9 politico

 

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Settembre, andiamo… 
Chiara Boriosi ha scritto questo pensiero carico di sentimenti, per dirla con un’espressione di  Giovanni Gentile :

“Settembre ferisce con dolcezza e insegna la malinconia.
Gioca con la luce e intanto la toglie, un po’ per volta, con crudele precisione.
Non è l’Aprile bambino né il Luglio della giovinezza smemorata
È il tempo che sfuma e non torna. E puoi capirlo solo quando sei stato toccato dalla grazia delle rughe e del rimpianto”.
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Pensieri, parole , immagini, ricordi che evocano un settembre dei sentimenti ,non un settembre un  po’ scontato di uve, vendemmie, castagne, come accade nel nostro Piemonte. Chiara è toscana, ha in mente Carducci e D’Annunzio,forse anche Pascoli. Ricorda la sua vita di adolescente  in splendidi racconti  che meritano di essere pubblicati. Io ricordo  certi periodi del passato, quando, a settembre, passeggiavo in attesa della scuola sotto i portici di Torino  e sovente c’erano  le prime piogge d’autunno. Sentivo la malinconia dell’estate finita, in attesa della riapertura il 1° ottobre della scuola, solo in poche occasioni vissuta come desiderio di apprendere cose nuove: il mio liceo non mi attraeva aff atto e a volte mi angosciava . In altri periodi successivi  ho voluto godere  nel mese di settembre ,in modo avido e spensierato, la gioia  del sole, del mare, della luce di Alassio. Fino a metà ottobre, quando la spiaggia era già deserta .O andando a Capri dove oltre al Premio Malaparte, c’era un mare straordinario ,direi unico ,che mi intrigava  più del Premio. In spiaggia signore dell’alta borghesia napoletana e da Luigi ai Faraglioni gli spaghetti Umma Umma. Spesso settembre coincideva con  la fine degli amori estivi, tanto incendiari, quanto destinati a svanire. Alcuni lasciavano ricordi non destinati  dissiparsi con i primi freddi , ai quali, a volte, penso con una qualche  nostalgia anche oggi e mi domando che fine abbiano fatto le ragazze amate allora. Un po’ come faceva Gozzano.

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Aldo Garosci combattente per la libertà 

E’ uscito dall’editore Angeli il saggio di Daniele Pipitone “Alla ricerca della libertà- Vita di Aldo Garosci”(38 euro).Esso si inserisce nella collana dell’Istoreto “Giorgio Agosti” diretto da Luciano Boccalatte che dà un costante ed apprezzabile  apporto di equilibrio storiografico al lavoro storico dell’Istituto davvero aperto a temi e argomenti non pensabili in passato. Una biografia di Garosci era quanto si auspicava da anni, essendo il centenario della nascita di Aldo nel 2007 passato senza il benché minimo ricordo a Torino o altrove. Si tratta di una biografia importante e completa in cui si rivelano le qualità storiche del giovane studioso  torinese già noto per i suoi studi sul socialismo democratico del 2013. Soprattutto si ha la possibilità di conoscere da vicino episodi della vita di questo straordinario  storico, politico e giornalista, unica nel ‘900, con la  sua caratura intellettuale, il suo anticonformismo ,il suo amore per la libertà: dal coraggioso antifascismo giovanile,all’esilio in Francia, alla guerra di Spagna, alla Resistenza a Roma. Ma la biografia affronta anche altri temi: il ’68,il terrorismo, l’illusione dell’unificazione socialista, l’impegno nel PSDI di Saragat, la battaglia per Israele, contro l’antisemitismo e la persecuzione degli Ebrei in Russia, il distacco dall’impegno politico dovuta al profonda delusione di fronte al fatto  che l’Italia della fine degli Anni 70 avesse imboccato strade che Aldo non poteva condividere, in primis il compromesso storico. Garosci fu un socialista liberale alla maniera di Rosselli, antitotalitario a 360 ° e quindi naturaliter antifascista e anticomunista.Quest’ultimo aspetto della sua battaglia non venne compreso da chi vedeva il pericolo per la democrazia solo a destra. Appaiono anche scorci di vita  della sua compagna Irene Numberg con cui Aldo condivise amore e impegno civile. Il libro appena uscito  è importante. Dovrei lamentarmi che non citi certi libri, tra cui alcuni dei miei, che sarebbero stati utili all’autore  per comprendere maggiormente  le scelte di Garosci,ma non lo faccio perché essersi lui dedicato ad Aldo è per me è di per sé  di troppa soddisfazione. Leggendo avidamente il libro, mi sono reso conto di essere il più garosciano della generazione dei suoi allievi. Ho condiviso sempre le sue analisi sul ’68,sugli anni di piombo, sulla viltà degli intellettuali italiani nella loro fuga verso il comunismo alla ricerca di posti nelle università,nei giornali,nelle case editrici. Aldo ci ha insegnato con l’esempio cosa significhi l’indipendenza morale e intellettuale.Per questo motivo,più di ogni altro,resta un Maestro.

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La decadenza di Torino 

Di ritorno dalla Biblioteca nazionale universitaria dove ho combinato per il 2 dicembre un concerto per Carlo Casalegno nel quarantennale del suo martirio, tenuto dal violinista Massimo Coco ,figlio del procuratore generale di Genova  Francesco Coco vittima delle BR come Casalegno, ho passeggiato un po’ per la città, cosa che non riesco a fare di frequente per i continui impegni fuori Torino che, per altro, mi consentono di sopravvivere in una città asfittica e morta com’è quella attuale. In piazza Carlo Alberto ho notato un furgone- bar della Punt e Mes-sicuramente prodotto tipico torinese-  con cartelloni e musica che stonavano totalmente in quella piazza aulica. Mi sono fermato, come mi piaceva un tempo, in piazza Carignano da Pepino per mangiare un gelato e contemplare Palazzo Carignano. Con mia somma sorpresa ho notato che le sue storiche specialità non ci sono più: né il pezzo duro né lo spumone. Si è salvato l’affogato che è  però ormai un gelato molto comune ovunque. L’industrializzazione alimentare ha mietuto un’altra vittima. Com’era diverso quando il laboratorio di Pepino era in via Verdi! In piazza san Carlo noto crocchi di arzilli vecchietti che occupano le panchine. E’ bello che tutti possano godere del salotto di Torino, ma se poi vedo gli accattoni  in piazza e in via Roma mi sorge qualche perplessità. Di notte i portici diventano dormitorio, ma di giorno, nel cuore di Torino, questo accattonaggio non è accettabile. Passino i suonatori ambulanti che pure danno un tono strapaesano ad una città nota in passato per la sua eleganza regale, ma una regolata è necessaria. P.A.I.S.S.A è chiuso da anni e le sue vetrine sono utilizzate per pubblicizzare un formaggio. Ricordo che un grande magazzino di prelibatezze alimentari a Vienna veniva chiamato dall’ambasciatore italiano il P.A.I.S.S.A. austriaco. Certamente ha dovuto chiudere anche per i prezzi insostenibili degli affitti . Olympic (dove si vestiva un tempo l’intera mia famiglia ) si è trasformato ,vendendo abiti sportivi, come anche il negozio che fu di Ruffatti. Ritrovi torinesi di eleganza che non ci sono più. In parte sopravvive solo Emmerson in via Cesare Battisti. Nostalgie del passato ? Forse sì ,anche perché non vedo novità che mi attraggano. Forse il gelato Niva (ex Rivareno)  in piazza Vittorio e in Via Lagrange resta la novità recente più  eccezionale. Il gusto ricotta e fichi merita davvero attenzione. In via Lagrange, divenuta la via del passeggio, ha lasciato un vuoto incolmabile il negozio di pelletterie eleganti Laurence che aveva un stile inimitabile. Per trovare qualcosa di simile devo andare in via Condotti a Roma, ma non è la stessa cosa.

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Il 9 politico

Il caso della professoressa del liceo scientifico di Varese che dava nove a tutti gli allievi perché non aveva finito il programma, suscita clamore mediatico. Forse verrà anche sanzionata penalmente da una condanna . Ma quanti casi simili ci sono stati a Torino in passato ? Non si trattava del 9 politico, ma di voti più modesti, ma altrettanto regalati. Io ricordo cosa avveniva in un liceo artistico torinese in cui volevano promuovere oves et boves,i capaci e i meritevoli,ma anche gli stupidi e i fannulloni. Persino gli assenteisti dei corsi serali che “avevano bisogno del pezzo di carta “. In un noto e  prestigioso liceo classico torinese un insegnante di matematica  che lavorava pochissimo, aveva la tendenza a regalare i voti, con piena soddisfazione di studenti e famiglie. Io ricordo anche i casi  di professori seri, preparati, ma non disposti a promuovere tutti, che furono oggetto di persecuzioni nel blasonato e oggi defunto  liceo “Segre”.I presidi facevano finta di non vedere e ,in un caso, il dirigente scolastico era effettivamente non vedente e lascio’ andare la scuola allo sbando. L’eterno’ 68 italiano giustifico ‘ mille illegalità e diecimila lassismi. Oggi la prof. di Varese e’ stata denunciata e rischia grosso, ma se avesse dato a tutti non 9 ,ma 7,nessuno avrebbe mosso un dito contro di lei.Anzi ,sarebbe stata considerata  una docente umana e comprensiva .Magari anche una docente democratica e aperta al nuovo che avanza.

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LETTERE  scrivere a quaglieni@gmail.com

Piume al vento
Ho letto che domenica parla alla caserma Piave di Albenga  al raduno dei Bersaglieri “Sernaglia”.Io sono un suo lettore di Albenga. Ho apprezzato che lei si sia fatto iniziatore del ripristino del monumento al bersagliere (che Le invio in una rara fotografia scattata da mio zio) ad Albenga dopo che fu tanti anni nella Caserma. Davvero dopo la rotonda con la maxi  fionda  che non c’entra nulla con la storia della mia città ,sarebbe bello avere un po’ di  piume al vento che ci ricordi i giovani che prestavano servizio militare in città. Con loro era una città giovane e sicura. Oggi è solo piena di immigrati.
                                                                                                                    Calogero Aicardi
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Grazie per la fotografia. Io vorrei che il monumento venisse rintracciato e riposizionato magari proprio in una rotonda. Saranno in tanti a preferire le fiamme cremisi alla fionda .La storia d’Italia  contro la preistoria? Ovviamente è una provocazione.                                                     pfq

 

La verità storica che disturba
Ho letto della discriminazione che ha subito per il suo articolo sul “Torinese” sulla bambina tredicenne seviziata e ammazzata dai partigiani comunisti. Come scritto il prof. Bertolo di Savona su FB ,forse non la meritano.
Umberta Delfino

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Mi avevano invitato insistentemente a tenere una conferenza, poi all’improvviso con argomenti speciosi mi hanno chiesto “di fare un passo indietro” . Mi è sembrato incomprensibile. Per darmi un contentino mi hanno proposto di presentare in tempi successivi il mio ultimo libro. Ho ringraziato e ho rifiutato.                                                                                                                                  pfq

Domenica in piazza Vittorio il truck di “Nonno ascoltami”

A Torino e Cuneo, il 23 e 24 settembre, si tiene l’ottava  edizione di “Nonno ascoltami’, la campagna nazionale di prevenzione dei disturbi dell’udito promossa dall’omonima associazione con il patrocinio del Ministero della Salute e dell’OMS. Coinvolte  36 piazze di 15 regioni, con una utenza di 10 milioni di persone per l’iniziativa che è stata presentata negli uffici del presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino. Il governatore ha sottolineato l’importanza di “creare una rete di salute che affianchi la sanità pubblica e consideri la salute come bene pubblico”. In Italia ci sono 8 milioni di persone di tutte le età con problemi di udito ma solo un milione cerca  rimedi. La prevenzione è fondamentale. La campagna riguarda  50 ospedali, 150 medici, 18 partner, 200 specialisti e uno speciale e  truck che sarà collocato in piazza Vittorio Veneto.

G7, la sindaca ci ripensa. Ma la sintesi tra capitalisti e anarchici è impossibile

AGGIORNAMENTO Mi dicono che la Sindachessa ha cambiato idea rimanendo a Torino per il vertice. Benissimo, solo gli stupidi non cambiano mai idea. Vorremmo dire un passo avanti per l’ immagine della nostra città.  Non è la prima che quest’ anno avviene qualcosa di simile. Se interverrà al G7 sentiremo cosa dirà Rimaniamo scettici su chi oscilla tra i no Tav ed il mondo industriale. Felicissimo di essere smentito dai fatti e abbastanza infastidito da chi é solo capace di dire dei no. La nostra città ha bisogno come il pane di molti sì.
PT
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STORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto
Non c è limite al peggio. Per fare il proprio dovere la Sindachessa Chiara Appendino scappa da Torino. Viceversa il suo dovere sarebbe quello di fare gli onori di casa al G7.
Semplice no? Uno dei più grossi nostri problemi è attrarre investimenti esteri. Investimenti per occupazione, dunque lavoro.Lei cosa fa? Scappa (ndr – alcuni sostengono che in serata sarà di ritorno a salutare i ministri) Evita l’ assunzione di responsabilità. Del resto nulla di nuovo.  Anche in campagna elettorale c’erano i segnali di queste contraddizioni. In Confindustria prometteva sviluppo e nei centri sociali che avrebbe bloccato la Tav. Ora la tragica sintesi tra capitalisti ed anarchici: la fuga.Persino il nostro Chiampa ha ammesso: desolante il completamento di Chiara. Si capisce che non vuole fare il sindaco.  Altra mazzata d immagine per la nostra Torino.  Eppure continuo nel non darmi per vinto nell’ accettare il tutto, timoroso che la mia sia solo testimonianza. Sono in Piazza Carlina, sopralluoghi della polizia per garantire sicurezza ai cittadini e partecipanti al G 7, rappresentanti dello Stato che fanno il loro dovere. La Sindachessa ha mancato ed non ha avuto rispetto per il loro lavoro. Oggi sostiene che la scelta su Venaria e ‘ ricaduta per motivi di sicurezza.  Ieri come oggi siamo convinti che questa scelta di ripiego è stata presa per l ignavia politica di questa giunta.  Ieri come oggi siamo convinti che Torino non si merita altri quattro anni di non governo. Dunque? Opposizione, fatti sentire. Un po’dipende anche da voi. Appendino a passi da gigante sta raggiungendo la Raggi. Grillo e Di Maio gioiscono. Ma non la nostra amata Torino.
Patrizio Tosetto