Cosa succede in città- Pagina 416

Treni puntuali all’89%. Migliorano anche pulizia e sicurezza

Nell’immaginario collettivo non sarà così, ma ben nove treni regionali su dieci sono puntuali sui binari delle stazioni torinesi e del Piemonte nel suo complesso. Solo lo 0.3% delle corse  è stato cancellato per cause dovute a Trenitalia e migliorano pure gli indici di gradimento del servizio: l’89,8% dei clienti, infatti,  si dichiara soddisfatto del viaggio nel suo complesso, registrando una crescita  di 6,6 punti percentuali negli ultimi due anni. Questi i dati di Trenitalia a proposito della corse ferroviarie regionali gestite nel 2017, più di 250 mila con 44 milioni di viaggiatori a bordo. La puntualità reale dei treni regionali piemontesi – entro i 5 minuti dall’orario previsto – è  pari all’89,3%: più 4,8% rispetto al 2014. A confronto con novembre 2016 i trend di maggiore crescita riguardano la pulizia a bordo (+5,8%), la pulizia del treno (+5,6%) e security (+5,3%).

 

(foto: il Torinese)

Smog, torna il blocco del traffico per i diesel Euro 4

Martedì riprende il blocco dei mezzi diesel Euro 4. Il divieto dalle 8 alle 19, è stato deciso  dopo che per oltre quattro giorni le polveri sottili hanno oltrepassato il limite consentito dei 50 mcg/mc. Fermi anche i mezzi commerciali diesel,  fino all’Euro 4, nelle fasce 8.30-14 e 17-19 dal lunedì al venerdì, 8.30-15 e 17-19 il sabato e nei giorni festivi. Il rientro del valore delle micropolveri  nell’aria  al di sotto della soglia di 50 microgrammi al metro cubo consentirà il ritorno alla normalità. Sul sito web della Città di Torino www.comune.torino.it  le categorie di persone e di veicoli che hanno diritto all’esonero dal  blocco, come i mezzi che trasportano almeno tre persone (car pooling) per i quali è prevista la possibilità di circolare.

LE IMPRESE A TORINO E NEL TERRITORIO: COME CONSOLIDARE E INNOVARE?

Quarto e ultimo appuntamento verso ATLAS. Mappe del territorio metropolitano

Martedì 16 gennaio, ore 17,30 – Centro Einaudi, via Michele Ponza 4


 

Un incontro pubblico dedicato a descrivere l’attuale geografia del sistema delle imprese torinesi, a partire da una serie di mappe di area metropolitana che intrecciano alcune tra le più significative dinamiche relative ai principali settori economici cittadini, passando per i temi delle multinazionali, del commercio, del turismo.

 

Un’occasione per riprendere la discussione attorno alle prospettive di sviluppo che Torino deciderà di intraprendere nel futuro prossimo, tra necessità di consolidare quei settori che storicamente hanno fatto da traino al sistema economico locale, patrimoni in disuso e voglia di aprirsi verso nuove vocazioni e nuove traiettorie.

 

Dopo CASE. Tra spazi vuoti e eccessi di proprietà (16 ottobre 2017), SUOLI. Trasformazioni urbane, vecchi problemi e nuovi usi (13 novembre 2017) e PERSONE. Capitale sociale a Torino: una città, tante vite (13 dicembre 2017), IMPRESE. Consolidare, innovare è il nuovo e ultimo appuntamento del ciclo di incontri pubblici dedicati a conoscere, approfondire e discutere le caratteristiche strutturali del nostro territorio. Gli incontri costituiscono il percorso di accompagnamento verso la redazione di Torino ATLAS. Mappe del territorio metropolitano, uno strumento che attraverso mappe, rappresentazioni cartografiche e infografiche propone una panoramica sulla Torino di oggi. Curato da Urban Center Metropolitano e Centro Einaudi, in collaborazione con IED – Istituto Europeo del Design, Torino ATLAS è un vero e proprio atlante e presenta una selezione dei dati statistici prodotti e raccolti nel tempo dal gruppo di ricerca del Rapporto Rota. 

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IMPRESE. Consolidare, innovare

Martedì 16 gennaio, ore 17,30

Centro Einaudi, via Michele Ponza 4

Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili. Registrazione consigliata.

 

Intervengono:

Luca Staricco (Centro Einaudi, Politecnico di Torino/DIST), Giuseppe Berta (Università Bocconi)

 

Partecipano alla tavola rotonda:

Roberta Ingaramo (Politecnico di Torino – DAD), Giovanni Rastrelli (Edit), Enrico Toledo (Carioca Italia), Mark Vanderbeeken (Experientia), Paola Virano (Città di Torino), Simona Bielli (NESTA Italia).

 

Modera:

Giuseppe Russo (Centro Einaudi)

 

IMPRESE è l’ultimo dei quattro appuntamenti che accompagnano la redazione di Torino ATLAS. Mappe del territorio metropolitano, uno strumento che attraverso mappe, rappresentazioni cartografiche e infografiche propone una panoramica sulla Torino di oggi. Curato da Urban Center Metropolitano e Centro Einaudi, in collaborazione con IED – Istituto Europeo del Design, Torino ATLAS presenta una selezione dei dati statistici prodotti e raccolti nel tempo dal gruppo di ricerca del Rapporto Rota.

 

Ingresso libero fino a esaurimento posti. Registrazione consigliata.

 

LINK EVENTBRITE: https://www.eventbrite.it/e/biglietti-imprese-consolidare-innovare-41942023722

Linea di confine. Spigolature di vita e storie torinesi

di Pier Franco Quaglieni

Notizie Mimetizzate – Pinottini, l’anticonformista – IV Novembre – Dimissioni 

 

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Notizie Mimetizzate 
La FCA investe un miliardo di dollari negli Usa, in Italia la Fiat continua ad attuare la cassa integrazione . Carlo De Benedetti ha saputo delle Popolari e ha investito 5 milioni di euro, guadagnandoci 600mila euro.
sono due notizie occultate dal giornali che la dicono lunga di come i pescicani dell’industria 
si comportino. E’ il segno dei tempi, di tempi in cui l’interesse del Paese è ignorato, anzi calpestato. La delocalizzazione è imperante, la continuità tra potere politico e ed economico mai tanto sfacciato. I conflitti di interesse di Berlusconi  appaiono più formali che sostanziali, De Benedetti padrone di una fetta cospicua di informazione si conferma davvero la tessera numero del PD.

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Pinottini, l’anticonformista

Marzio Angelo Carlo Pinottini era nato a Torino il 3 novembre 1939.E’ morto tre  anni fa il 15 gennaio. Segue sin da ragazzo con curiosità la passione del padre Amedeo, che amava collezionare, sin da prima dell’ultima guerra opere d’arte, in particolare d’arte sacra, e che, per la sua attività di costruttore -in cui sperimentava e applicava brevetti di sua invenzione messi a punto nei suoi stabilimenti – aveva numerose conoscenze fra architetti di talento, in particolare Nicolay Diulgheroff, e diversi artisti, che divennero nel tempo amici di famiglia. Negli anni Cinquanta, il dopoguerra della grande Ricostruzione, conobbe accanto al padre gli artisti che animavano il mondo delle gallerie d’arte torinesi e i critici che ne valorizzavano la creatività. Questo portò il padre Amedeo ad una scelta che comporterà un grande cambiamento per la famiglia: decise infatti di fondare una galleria d’arte. Venne tenuta a battesimo da un artista come Felice Casorati e da un critico d’arte come Luigi Carluccio: era il 30 aprile 1960 e nacque la “Galleria d’Arte Narciso” al primo piano del n. 18 di Piazza Carlo Felice. Diventerà un sicuro punto di riferimento nel panorama culturale torinese, forte di un binomio unico: il piglio imprenditoriale del padre e la preparazione culturale del figlio Marzio che rivelerà una notevole acuta capacità intuitiva delle valenze artistiche di nomi emergenti o storici da riscoprire e riproporre all’attenzione di critica e pubblico.La grande insegna della galleria d’arte, al neon di colore verde che campeggiava sui balconi prospicienti la piazza, è stata citata e ricordata, come elemento di rilievo nel panorama urbano, dai protagonisti del romanzo di Giovanni Arpino Una nuvola d’ira, pubblicato da Mondadori nel 1962.La mostra d’esordio fu dedicata agli “Aspetti dell’arte torinese” con 56 opere di artisti quali Fontanesi, Calandra, Follini, Galvano, Delleani, Bistolfi, Guarlotti, Casorati, Fillìa, Spazzapan, Carol Rama, Pistoletto, Saroni, Mondino, Scroppo, Lattes, Menzio, Canonica, Grosso, Rubino, Pellizza da Volpedo, Reycend, Mino Rosso, Tabusso e altri. Si aprì così la nota e apprezzatissima serie di cataloghi, i “cataloghini” della “Narciso”, che accompagneranno ciascuna esposizione. Per questa prima mostra la presentazione critica fu di Luigi Carluccio, preceduta da una breve prefazione a firma ” Galleria Narciso”, vale a dire un “redazionale”, ma che era già sapientemente stilata da un giovanissimo Marzio. È Marzio che condivide e appoggia con entusiasmo la scelta del padre, perché la sente in linea con i suoi studi classici. Studi che proseguono nei corsi di filosofia all’Università degli studi di Torino, conclusi con il 110 e lode per la  tesi: “La civiltà e i suoi valori in Whitehead” con Augusto Guzzo, che conferirà a questa tesi il premio “Luisa Guzzo” quale miglior tesi dell’anno accademico. All’università segue gli insegnamenti di Carlo Mazzantini, Augusto Guzzo, Luigi Pareyson e Vittorio Mathieu di cui divenne assistente. Collaborò con Augusto Guzzo alla rivista “Filosofia”, da quest’ultimo pubblicata sin dal 1949 con spirito di grande mecenate, poi, alla scomparsa di Guzzo, ne diventò Direttore responsabile e la sostenne ottenendo finanziamenti ministeriali in quanto “rivista di alto livello culturale” e ne curò la pubblicazione per i tipi di Mursia e poi di Mimesis. Professore associato di Estetica e di Fenomenologia degli Stili, svolse corsi di grande approfondimento e guida e discusse numerose tesi di laurea. Fu tra i fondatori del DAMS all’Università di Torino. Instancabile promotore di alta cultura estetica e filosofica, fece pubblicare a Padova nel 1999 per le Edizioni di Ar, col contributo dell’Università di Torino, la prima traduzione in Italia di Modelli e capi di Max Scheler e dell’Estetica di Alfred Baeumler, pilastri ineludibili del pensiero, ma all’epoca leggibili solo in lingua originale. Le sue pubblicazioni sono numerose. Presentò la quasi totalità delle mostre allestite nella galleria di famiglia, redigendone i cataloghi, ricchi di biografia, bibliografia, analisi e commento critico sui vari artisti, cataloghi che diventeranno così un vero strumento di studio per allievi, collezionisti ed amatori e che ora sono molto ricercati presso le librerie antiquarie. Collaborò inoltre con articoli, saggi e recensioni a “Tuttolibri”, inserto culturale de “La Stampa”; alla “Pagina dell’arte” curata da Luigi Carluccio su “La Gazzetta del Popolo”; alla rivista “Il Platano” con Angelo Mistrangelo, a “Dimensione Democratica” di Silvano Alessio.Grande interesse suscitarono le molte conferenze in convegni, sedi culturali e istituzionali come l’Università di Macerata, il Centro Pannunzio, l’Università della Terza  Età, il Centro Rizzoli di Milano, il Circolo degli Artisti, altre gallerie italiane che lo chiamano a collaborare.Le sue pubblicazioni sono numerose e scientificamente  molto importanti.Marzio Pinottini riposa nella tomba di famiglia a San Mauro, che fu progettata dall’amico architetto futurista Nicolay Diulgheroff. Pinottini fu un maestro che fece della libertà e dell’anticonformismo la sua bandiera.Nell’’arcipelago conformista del DAMS torinese fu un’isola di indipendenza intellettuale. Non esitò a prendere posizioni scomode, denunciando il marcio che ruotava attorno al mondo dell’arte subalpina.I suoi articoli sapevano mordere, lasciando il segno.Lo invitai  una volta a parlare di Giuseppe Prezzolini ,l’intellettuale che seppe costantemente steccare nel coro. A sua volta Pinottini è stato il Prezzolini torinese per eccellenza .Nella città della feroce egemonia gramsciana seppe mantenere una posizione sua che non può essere dimenticata. E’ stato un chierico che non ha tradito. 

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IV Novembre 

C’è chi propone che il 4 novembre 2018 che cade già in giorno festivo, venga proclamato festività nazionale in occasione del centenario della fine della Grande Guerra 15-18. Ci sembra una questione ininfluente. Ci pare invece grave che l’Italia abbia soppresso la data del IV novembre come giorno della Vittoria ormai da molti anni. La Francia e l’Inghilterra celebrano, non solo quest’anno, bensì ogni anno la fine della Grande Guerra e suoi Caduti. La data del IV novembre è l’unica che non divida gli italiani e non è casuale che sia stato un governo di solidarietà nazionale con il Pci a cancellare quella data. Ripristinarla non per un solo anno è un dovere morale verso i Caduti, i feriti,i mutilati in quella guerra che toccò quasi ogni famiglia italiana.

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Dimissioni 
Quando si riceve un avviso di garanzia per un fatto collegato all’esercizio delle proprie funzioni è bene che l’interessato si dimetta dall’incarico per distinguere nettamente la sua difesa dall’istituzione in cui ricopre la funzione per evitare zone opache . Il principio dell’innocenza fino a sentenza definitiva e il garantismo non c’entrano. Questa delle dimissioni è una regola aurea oggi dimenticata. L’assessore alla cultura Antonella Parigi non può quindi rimanere assessore come se niente fosse, ripentendo che l’avviso di garanzia è a tutela dell’indagato.E’ una questione di opportunità e di stile dare le dimissioni o almeno autosospendersi. Il motivo del contendere è il Salone del libro dove Parigi ha avuto ruoli importanti. E’ riuscita persino a far inserire come organizzatore dell’evento 2018 la sua creatura, il Circolo dei lettori.  In questi casi occorre cautela, se proprio non vogliamo parlare di stile. E non bastano le difese d’ufficio del presidente della Regione ad esimerla da un passo indispensabile: le dimissioni. 

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LETTERE scrivere a quaglieni@gmail.com

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Catherine e il femminismo rampante

Caro Quaglieni, Catherine Deneuve ha dissentito dal femminismo rampante, dicendo che il corteggiamento è legittimo e a una donna può far piacere. Cosa ne pensa?   
                                 Vittorio E. Ubaldini

Penso la Deneuve non sia solo una grande attrice, ma un donna libera e intelligente. Il  femminismo politicamente corretto oggi in voga è davvero intollerabile e la Deneuve con coraggio  ne ha preso le distanze, subendo gli attacchi più stupidi e immotivati.

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La presenza radicale alle urne
Egregio professore,
Non condivido assolutamente il suo giudizio critico su Emma Bonino, un laico come lei è strano che non comprenda il senso di una presenza radicale e laica alle elezioni.
                                                                                                                             Alda Cignini

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Io non do valutazioni elettorali, ho scritto una riflessione su Emma Bonino rispettosa della sua storia. Mi sembra che tempo che Emma abbia smarrito per strada la storia radicale pannelliana. Infatti la Bonino non cita mai Pannella. I radicali sopravvissuti alla fine del loro leader sono cosa diversa dal Partito radicale che fu di Pannunzio e Pannella. Quello fu un partito di impianto liberale, la lista di Bonino è cosa molto lontana da quella cultura politica .Forse ha perso persino la sua identità nel momento in cui ha raccattato il simbolo di Tabacci, pur di presentarsi.

 

 

 

Corsi d’acqua della collina: servono 350mila euro per pulirli

 

Per la manutenzione degli alvei e delle sponde dei rii collinari di Torino servono 350mila euro. Tali fondi, secondo i funzionari regionali presenti in quinta Commissione, sono in fase di reperimento. La notizia è emersa nel corso della riunione in cui, tra l’altro si è per l’appunto esaminata la petizione popolare proposta da cittadini, riguardante proprio la “mancata e carente manutenzione periodica degli alvei e delle sponde di tutti i rii collinari di Torino”. Gli uffici regionali, nella loro relazione, hanno evidenziato le difficoltà riscontrate in un territorio caratterizzato da pendenze significative per l’accesso agli alvei mentre il Comune di Torino ha rimarcato come sia di competenza regionale l’intervento proposto dai promotori della petizione popolare. Altra oggettiva difficoltà attuale, è come detto l’immediata mancanza di reperibilità delle risorse in quanto si ritengono necessari 350mila euro per l’intervento con l’ausilio dei corpi specializzati. Nella stessa seduta di quinta Commissione, l’assessore ai Trasporti ha illustrato la parte del Bilancio di previsione 2018-2020 relativamente alle materie di competenza della Commissione: per il capitolo infrastrutture e pronto intervento c’è un incremento di quasi 100mila euro per la prevenzione di eventi calamitosi. L’area sismica ha visto sostanzialmente la conferma delle risorse ad essa destinate per l’anno in corso, con poco meno di 370mila euro. Per la parte in conto capitale, relativa alla difesa del suolo, vengono stanziati in termini di competenza, per il 2018, circa 8milioni di euro ripartiti in contributi, fondi e accordi di programma. Al termine della riunione è stata fornita l’informativa sul riparto dei fondi Fsc (per lo sviluppo e la coesione) in materia di dissesto idrogeologico con un primo stanziamento del Cipe di 40 milioni di euro finalizzati alla manutenzione idraulica, mentre dovrebbero essere deliberate altrettante risorse per la messa in sicurezza di strade provinciali e comunali. Agli accordi di programma già sottoscritti a partire dal 2010 con risorse economiche pari a 65 milioni di euro, se ne sono aggiunti 19 nel 2016 e altri 6 nel 2017. La parte economica più consistente degli accordi di programma deriverà dal protocollo d’intesa già sottoscritto con il Ministero dell’Ambiente pari a 54 milioni di euro.

 

 

www.cr.piemonte.it

Al Poli con SKF per incontrare gli ingegneri di domani

Il 15 gennaio a ritorna l’evento itinerante

 

Per il terzo anno consecutivo SKF organizza l’SKF Studentour, un ciclo di appuntamenti nei principali atenei per incontrare gli ingegneri di domani e presentare l’offerta tecnologica dell’azienda. Un evento che nelle scorse edizioni ha visto la partecipazione di migliaia di studenti in tutta Italia.

 

La prima tappa dell’edizione 2018 dell’SKF Studentour si svolgerà il 15 gennaio presso la sede centrale del Politecnico di Torino. L’evento (10:00-16:00) avrà luogo nella Sala Consiglio di Facoltà e vedrà la partecipazione di numerosi referenti dell’azienda in rappresentanza dei diversi settori applicativi, oltre che dell’amministratore delegato, Ezio Miglietta.

 

I partecipanti potranno conoscere da vicino l’offerta SKF all’interno dell’area espositiva, che ospiterà numerosi prodotti, soluzioni e servizi in ambito industriale e automotive. Avrà inoltre luogo un seminario tecnico a cura degli Application Engineer SKF.

 

In occasione della tappa di Torino l’area espositiva ospiterà uno spazio dedicato alle Risorse Umane, dove i partecipanti che si sono prenotati potranno effettuare un pre-colloquio per le posizioni di stage e di lavoro aperte.

 

Saranno inoltre presenti alcuni dei veicoli sperimentali della Squadra Corse del Politecnico di Torino, per toccare con mano la collaborazione in ambito racing tra SKF e il mondo universitario.

 

Il Politecnico di Torino è la prima di una serie di tappe di un progetto che nel corso del 2018 toccherà alcuni tra i principali atenei italiani.

Linea di confine. Spigolature di vita e storie torinesi

di Pier Franco Quaglieni                         

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4 marzo, elezioni con molte incognite – Bonino e i radicali – Una riflessione per Braccialarghe

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4 marzo, elezioni con molte incognite

Dalle prime mosse della campagna elettorale si coglie che il sistema elettorale scelto contiene una vistosa contraddizione: mentre nei collegi uninominali è un invito a coalizzarsi, nei collegi proporzionali è un invito a frammentarsi, ponendosi in competizione con il soggetto politico più vicino e non con quello più lontano. Ciò può determinare spinte centrifughe che possono lacerare le coalizioni elettorali che difficilmente saranno coalizioni di governo. Chi scrive fu nei primi anni Novanta un sostenitore del proporzionale che fotografa la realtà politica nella sua complessità ,ma l’esperienza del Mattarellum ,corretto da una lieve quota proporzionale ,ha dimostrato che il maggioritario nella babele italiana ha consentito di governare, malgrado i Casini, i Fini, i Bertinotti. Abbiamo avuto coalizioni che hanno espresso governi relativamente stabili, soprattutto nel centro-destra. Il sistema elettorale adottato e il tripartitismo rappresentano delle incognite. Riuscirà l’elettore a fare una scelta meditata che semplifichi il quadro e renda governabile il Paese ? Molto dipenderà dai partiti e dai candidati che si presenteranno. L’incapacità dei 5 Stelle risulterà chiara se i partiti sapranno contrapporre candidati validi, competenti, specchiati. In ogni caso la vera minaccia, l’unico pericolo e’ il movimento 5 Stelle a cui sarebbe una vera sciagura affidare il destino del Paese. Essi incarnano una protesta esasperata che ha sicuramente anche qualche ragion di essere, ma non saranno mai in grado di governare da soli o in coalizione con altri l’Italia .

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Bonino e i radicali

Emma Bonino dimostra del grande coraggio ad imbarcarsi nell’impresa di formare una sua lista elettorale. Appare evidente l’anomalia in base alla quale lei sola sarebbe stata costretta a raccogliere le firme necessarie .I pasticci fatti dai partitini nell’ultimo mese di legislatura con la formazioni di gruppi parlamentari fittizi consentirà a molti signor nessuno di candidarsi senza le prescritte firme. Ma emerge anche che la Bonino voglia cimentarsi in un’impresa disperata in quanto lei stessa ha dichiarato di non avere neppure i candidati necessari. E’ arrivato l’ex democristiano Tabacci a salvare la Bonino ,regalandole il simbolo che le eviterà di raccogliere le firme. Un viatico non bello per una anticlericale come la Bonino. La lista Pannella -Bonino e, ancor prima, la lista radicale avevano una precisa ragion d’essere. Anche la “Rosa nel pugno” ebbe una sua motivazione politica, ma oggi la listarella di Bonino che imbarca un vero voltagabbana come Dalla Vedova, non ha una identità motivata. Essa esprime solo una scheggia di partito radicale in nome di un europeismo indefinito che non si ancora neppure a quello di Ernesto Rossi e di Altiero Spinelli. La stessa Bonino eventuale candidata a Bra, sua città natale, rischierebbe di non farcela perché la componente cattolica braidense non voterebbe chi si distinse nelle battaglie abortiste .La scelta a favore dell’accoglienza indiscriminata degli immigrati penalizzerà ulteriormente la Bonino che rischierà una triste fine politica che non merita. Come Ministro degli Esteri e’ stata infatti un ottimo Ministro con il senso delle istituzioni. E certe sue battaglie a fianco e con la guida di Pannella sono state utili alla crescita civile del Paese. Ma si tratta di un passato lontano e di un quadro politico distante da quello attuale.

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Una riflessione per Braccialarghe
La cultura torinese ruota ormai da anni sulle grandi istituzioni pubbliche lautamente finanziate da fondazioni ,ministeri,assessorati. Eppure Torino ha una sua storia di associazioni culturali importanti che ne hanno segnato la vita nei decenni. L’assorbimento di tutte le risorse verso

ph. Ivan Vittone

alcune realtà ha drenato la quasi assoluta totalità di risorse. Il Circolo dei lettori che adesso organizzerà anche il Salone del libro ,e il Polo del ‘900 ,sostenuti da Fondazione San Paolo,Regione e Comune , rivelano una situazione di monopolio incompatibile con il pluralismo culturale . Pensavo a queste cose,quando ho appreso della morte crudele a 60 anni dell’ assessore Fabrizio Braccialarghe ,persona capace e onesta che ha dedicato cinque anni alla cultura torinese. Ci siamo incontrati di sfuggita qualche volta,ma non sono mai riuscito ad avviare con lui una riflessione su questi temi che gli parevano inesistenti. In cinque anni non venne mai una volta al Centro “Pannunzio ,neppure in manifestazioni organizzate con il Comune a cui intervenne il sindaco Fassino. Il disastro grillino nel campo della cultura rivela che chi diceva di opporsi al “sistema Torino “incarnato da Braccialarghe ,ha poi ignorato chi di quel sistema non fa parte o e ‘ stato discriminato. Continuano più o meno tutti a pensare che l’ombelico di tutto sia in via Bogino dove hanno inventato un circolo-spodestando quello storico che ha 170 anni di vita- con dei contributi così cospicui da renderne la gestione la cosa più facile ed appagante.Le difficoltà insite nel far quadrare i conti per fare delle cose utili per la città in via Bogino non l’hanno mai conosciuta. Per il volontariato culturale una buona affluenza di pubblico è il premio agognato specie se i giornali ignorano determinate manifestazioni,avvantaggiando quelle del circolo dei lettori.Anche questo avrei voluto dirlo a Braccialarghe che,ne sono convinto, avrebbe capito perché,al contrario di altri, era una persona intelligente e in buona fede.

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Lettere  scrivere a quaglieni@gmail.com

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Partorire alla Conad

Cosa pensa della pubblicità del parto in diretta della Conad?
    Gina Lampredi 

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Mi sembra una trovata pubblicitaria priva di gusto, anzi decisamente inopportuna, specie se collegata al Natale. Partorire , prontamente assistiti, in un supermercato mi sembra un’idea peregrina, povera di fantasia. Il creatore della pubblicità è Pupi Avati. Ma la scelta mi sembra sbagliata. La maternità è cosa troppo importante per poter essere usata come pretesto pubblicitario di un supermercato.

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Vittorio Emanuele III
Caro professore, cosa pensa del fatto che la Comunità ebraica voglia che il nome del terzo re d’Italia sia cancellato dalle vie e dalle istituzioni a lui dedicate ?
  Umberto Barocca

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Forse stanno venendo fuori i limiti dell’operazione di portare in Italia le salme dei sovrani d’Italia a Vicoforte. All’improvviso,alla chetichella, in periodo quasi elettorale. Il ritorno andava preparato e non imposto con un bliz ,oltretutto da personaggini di spessore quasi nullo.  E’ evidente che esso sia diventato motivo di facile polemica.  In ogni caso io sono contrario da sempre a cancellare la storia dalla toponomastica .La storia è storia e quindi va rispettata. In un paese in cui ci sono corsi dedicati a Stalingrado,all’Unione Sovietica e a Togliatti, può starci benissimo una biblioteca nazionale di Napoli intitolata a Vittorio Emanuele III.

LA FINALE DELLA ZERO ROBOTICS COMPETITION IN DIRETTA DALLO SPAZIO

La competizione tra Scuole superiori di tutto il mondo porterà in città 150 studenti di tutta Europa

 

Un torneo tra studenti delle scuole superiori di tutto il mondo che si sfidano nella programmazione degli Spheres, piccoli satelliti sferici ospitati all’interno della Stazione Spaziale Internazionale (ISS). La Zero Robotics Competition (http://zerorobotics.mit.edu/), organizzata per l’Europa da Politecnico di Torino, ASI, Università degli studi di Padova, Ufficio scolastico regionale del Piemonte e Rete Robotica a scuola, si concluderà quest’anno proprio al Politecnico, che ospiterà 150 dei ragazzi arrivati in finale, tra i quali anche gli alunni di tre scuole piemontesi. Gli studenti assisteranno in diretta all’ultimo torneo della competizione, che si svolgerà a bordo della Stazione Spaziale Internazionale e in collegamento con il MIT di Boston e con l’Università di Sidney, dove si troveranno per assistere alla finale gli studenti provenienti da Stati Uniti e Australia. La finale torinese è organizzata da Politecnico di Torino insieme ad AMMA, Camera di commercio di Torino, ITS Mobilità sostenibile Aerospazio Meccatronica, Unione Industriale di Torino, Turismo Torino e provincia.

Aula Magna “G.Agnelli”, Politecnico di Torino, Corso Duca degli Abruzzi 24 – 11 gennaio 2018, ore 13.00

Botti e dintorni: “Torino medaglia d’ argento dei disastri di Capodanno?”

Fratelli d’Italia attacca la sindaca di Torino per i botti di Capodanno. “Appendino vuol battere Napoli. Torino è medaglia d’ argento dei disastri di Capodanno. Chiediamo le dimissioni dell’assessore Finardi. Dal centro ai quartieri, la notte di Capodanno e’ stato l’ennesimo disastro della Giunta Appendino. E’ stata l’anarchia, nessun controllo in una città lasciata in balia di botti abusivi e cocci di vetro. “Non solo il Sindaco ha rinunciato alla piazza negando ai torinesi la tradizionale festa ma l’ha letteralmente abbandonata ai festeggiamenti fai da te. Appendino vuol battere Napoli. Se l’inizio del 2018 inizia così speriamo anche finisca senza di lei” dichiara Augusta Montaruli, dell’ esecutivo nazionale FDI

Patrizia Alessi, capogruppo FDI Circoscrizione 7: “Ero in centro con amici ieri sera. Piazza San Carlo presidiata da due macchine di vigili era abbastanza accettabile a parte qualche abusivo, ma da via Roma fino a piazza Castello e Piazzetta Reale un vero disastro: abusivi con carretti pieni di bottiglie di vetro, postazioni di vendita botti e altre merci varie, botti fortissimi x almeno un’ora, un cestino di quelli grandi scoppiato, e per finire un ragazzo ferito con una bottigliata in testa portato via in ambulanza. E i botti anche in circoscrizione 7 sono stati fortissimi, i miei gatti hanno passato un brutto momento! Ieri mattina a Porta Palazzo e in altri mercati vendevano un sacco di botti più o meno grandi. E i controlli?” Alessi e Valerio Lomanto Capogruppo FDI in Circoscrizione 6 annunciano : “ Presenteremo un ordine del giorno per chiedere le dimissioni dell’assessore alla Polizia Municipale: nessun controllo….situazione inaccettabile. Ancora l’ incompetenza a cinque stelle ha fatto fare a Torino una pessima figura mortificando i cittadini che vedono giorno dopo giorno la propria città cadere verso un inesorabile declino”.

Linea di confine. Spigolature di vita e storie torinesi

di Pier Franco Quaglieni

Una visione miope anche a Capodanno – L’eleganza tipografica  a Torino – Gualtiero Marchesi senza miti – La massoneria e il Risorgimento – Luraghi, un maestro
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Una visione miope anche a Capodanno
La rinuncia da parte del Comune di Torino e anche di quello di Moncalieri a realizzare il sottopasso di Corso Maroncelli a Torino rivela una visione miope dei problemi, è una triste testimonianza del declino di Torino,della sua decrescita infelice,l’ultimo atto del 2017 di amministratori inadeguati. I due Comuni non vanno oltre quella che fu la propria cinta daziaria.Un cattivo segno anche per il nuovo anno 2018 che dovrà ancora probabilmente vedere amministratori di tal fatta.  Solo i ciechi non vedono le code immani che in corso Unità d’Italia e in corso Trieste a Moncalieri si creano quotidianamente . In corso Unità d’Italia hanno introdotto qualche anno fa il limite dei 70,ma risulta materialmente impossibile andare oltre i 30. La sindaca Appendino potrebbe cogliere la palla al balzo e trasformare quella che un tempo si chiamava la radiale ed era di rapido scorrimento,in una via privilegiata per le biciclette,come è diventata l’ormai impercorribile, in auto, via Ormea.Nessuno potrebbe lamentarsi perché il tappo di corso Maroncelli costringe ad attese estenuanti con buona pace per l’inquinamento in una zona in cui molti vanno correre, incuranti dei gas di scarico a pochissima distanza. Appare quasi incredibile che in un simile contesto le sole che non possono più passeggiare sono le passeggiatrici che un tempo erano padrone di una parte di quel corso. Le code si determinano ormai ad ogni ora del giorno,ogni giorno.Solo gli amministratori non si rendono conto della realtà . Al confronto è diventata più scorrevole persino via Nizza . L’intoppo rappresentato dalla rotonda di corso Maroncelli è un nodo fondamentale della viabilità urbana ed extra- urbana anche perché collega due autostrade,quella Torino-Piacenza e quella Torino -Savona con il centro della città. Non dare priorità al sottopasso rivela mancanza di capacità a governare e a risolvere i problemi. Il fatto che dicano che mancano i soldi fa ridere perché per tante altre cose meno utili,i soldi si trovano e si sprecano.

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L’eleganza tipografica  a Torino

Se a Torino si vuole far stampare un biglietto da visita adeguato ,è rimasta solo l’esosissima “Rilievo”che fu d Mario Petronio,un maestro incisore di altri tempi. I biglietti da visita in rilievo sono una sua creazione.Poche persone hanno i mezzi di farli stampare in quella storica,piccola tipografia di via Baretti. C’era la storica tipografia Marchisio in via Maria Vittoria, nel palazzo dell’Accademia delle Scienze dove,usato un carattere ,per stampare un biglietto, non veniva più usato una seconda volta. Una specie di Tallone per i biglietti da visita. Arte pura,precisione meticolosa,un’aria vecchio Piemonte che faceva bene respirare ,andando nella sua sede austera e prestigiosa. C’era anche Giani in via Carlo Alberto , che era anche una cartoleria di altissimo livello. Venne distrutta da un incendio. Il celebre Pineider aveva due negozi a Torino che ha chiuso. Oggi per Pineider bisogna andare a Milano,a Firenze , a Roma. Torino non ha saputo meritare un negozio con carta,biglietti,oggettistica di alta qualità. La stampa a computer ha distrutto questo vecchio mondo fatto di stile e di eleganza. Oggi le stesse tipografie,anche quelle senza storia,sono in crisi. Persino i volantini vengono stampati in casa con il PC.La stampa ben fatta è diventata rarissima,anche i libri non hanno più l’eleganza di un tempo.

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Gualtiero Marchesi senza miti

E’ stato un maestro,un innovatore rivoluzionario della cucina italiana:così scrivono o dicono più o meno tutti, soprattutto i suoi allievi. Ho conosciuto Marchesi ad Alassio anche in occasione di una cena. Amava la Riviera e ci veniva spesso. Ho assaggiato alcuni dei suoi piatti e mi sono piaciuti. Ma non riesco a capire il risalto spropositato che è stato al cuoco,attribuendogli il conseguimento di riconoscimenti che di per sé non sono gran cosa. Il titolare del “Vascello d’oro “ di Carrù venne nominato commendatore da Ciampi,come venne nominato cavaliere Marchesi da Cossiga. E’ stato un uomo fortunato che ha trovato le strade giuste e soprattutto ha avuto il fiuto di proporre una “nuova cucina” in assenza di altri concorrenti possibili.L’idea di un piatto visivamente attraente ,una sorta di opera d’arte che si ispira alla stessa arte figurativa,è sicuramente un’idea geniale che molti giustamente stanno copiando,avendo capito che ,detto volgarmente, l’occhio vuole la sua parte. Ha avuto anche il merito di rifiutare le stelle Michelin,anche se il suo fu un atto di superbia più che di umiltà,evitando di sottoporsi a dei giudizi. Per motivi che non voglio esplicitare in morte di Marchesi,ho qualche motivo per non unirmi al coro. Nessun motivo particolarmente grave,ma un atteggiamento di superbia e anche di arroganza ,il suo,che mi colpì e che umiliò ingiustamente lo chef presso il quale lo invitai a cena ad Alassio.Poi ,in contemporanea e in piena contraddizione con sè stesso, voleva fare anche il popolare, accettando la compagnia ,a volte, di piccole persone che oggi si vantano di averlo frequentato e conosciuto.Bastino per tutti i “monelli”di Albenga,come vengono chiamati,quelli che, a 70 anni suonati, giocano ancora con le fionde. Vanno ,in ogni caso, distinti Gualtiero Marchesi e i marchesiani,gli allievi o i sedicenti allievi che dopo la morte del maestro si contenderanno il primato nel proseguire il suo lavoro. Marchesi era comunque un uomo pieno di creatività , i marchesiani sono spesso solo presuntuosi,banali,scontati. Loro cercano le stelle Michelin e la visibilità televisiva. Basta leggere un’intervista di Bosonetto,ad esempio,per rendersene conto, senza necessariamente andare a cena nei loro locali. Anzi, molti di loro mettono la loro immagine a servizio della pubblicità delle cucine e persino delle patatine fritte. Troppi sono gli imitatori di Marchesi. Ricordo nel 1986 che un buon ristorante sul lago di Avigliana improvvisò un menu di “nouvelle cousine” dopo aver raggiunto il successo con una cucina tradizionale .Fu un disastro e locale dovette chiudere. Un vero fuoriclasse sarebbe inimitabile. E’ un’osservazione sulla quale riflettere. Parlando d’altro, un po’ la differenza tra Norberto Bobbio e i bobbiani. Il filosofo torinese ebbe il merito di non voler creare una scuola dopo di lui e chi si richiama a lui si rivela inadeguato a seguirne la strada,vuole solo inseguirne la notorietà.

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La massoneria e il Risorgimento

Paolo Mieli vorrebbe essere uno storico,ma è semplicemente un bravo giornalista che si occupa di storia,divulgandola con un linguaggio semplice,senza scadere nell’aneddotica come faceva Montanelli. Ma certo non ha neppure lontanamente le doti di scrittura scintillante di Indro,anzi il suo modo di scrivere è grigio,opaco,a volte noioso. Si vede che è stato allievo di De Felice,anche se ha scelto una carriera non accademica, per lui incomparabilmente più remunerativa. Sul “Corriere”,prendendo spunto dall’uscita di un libro sui rapporti tra Chiesa cattolica e massoneria,ha scritto un po’ di storia dei Liberi Muratori . E’ interessante l’affermazione relativa alla estraneità dei massoni rispetto al Risorgimento italiano. C’è chi ha sostenuto,i massoni in primis e, per altri versi. alcuni ambienti cattolici, che il Risorgimento è stato opera della massoneria e che Cavour era massone. Si tratta di fantasie perdo-storiche,come avrebbe detto Croce che disprezzava il malcostume massonico che dominava nell’Italia prefascista. Senza attendere Mieli, c’è un libro di Alessandro Luzio,uscito nel 1925, “La massoneria e il Risorgimento italiano”, di fatto non più ripubblicato, che dimostra come la Massoneria compaia in Italia non prima del 1870,se si eccettua Garibaldie i suoi rapporti con il mondo massonico internazionale soprattutto inglese. Il fatto che poi Luzio fosse stato fascista,non inficia la sua opera storiografica. Poi, con la Sinistra storica al potere, la massoneria ebbe cinque Presidenti del Consiglio tra cui Depretis e Crispi. Ma negli anni cruciali la massoneria non ebbe dei ruoli significativi.

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Luraghi, un maestro

Il 28 dicembre di cinque anni fa moriva lo storico Raimondo Luraghi , il massimo storico militare italiano, autore di un capolavoro, Storia della Guerra Civile americana, la più apprezzata negli Usa. Luraghi ha avuto più riconoscimenti all’estero che in Italia. Al “Giornale”, al quale collaborò negli anni di Montanelli, dovetti spiegare chi era stato Luraghi. Partigiano combattente, decorato di medaglia d’argento al valor militare, ufficiale dell’esercito, Luraghi dopo il 1945 collaborò all’edizione torinese dell’”Unità” ,allontanandosi poi da quell’ambiente perché capì che il comunismo negava la libertà appena riconquistata . Fu amico di Martini Mauri, il mitico comandante delle divisioni alpine autonome .scrisse di Cavour e di Risorgimento. La “colpa” di aver lasciato l’”Unità” gliela fecero pagare per tutto il resto della sua vita con il silenzio, l’oblio, la discriminazione. Lui visse con dignità assoluta la sua vita ignorando i piccoli uomini che da destra non lo apprezzarono perché partigiano,da sinistra perché considerato un anticomunista. In effetti fu un uomo libero che seppe pensare,scrivere, parlare liberamente. Un vero Maestro

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LETTERE scrivere a quaglieni@gmail.com

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11 milioni 11 alla Finpiemonte

E’ mai possibile che tutto taccia sullo scandalo dell’ammanco di undici milioni alla Finpiemonte ? E’ uno scandalo nello scandalo.                                                                                                E.R.

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Chiamparino non può limitarsi a denunciare alla magistratura, deve attivarsi per individuare il motivo per cui c’è stato l’ammanco. Basterebbe un buon ragioniere per capire dove sono finiti quei soldi. Lo stesso Chiamparino è diplomato ragioniere.

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Cibrario e la Fondazione Musei

Non è forse anche responsabilità del presidente Cibrario del tutto digiugno di Musei , se il caos alla Fondazione Musei regna sovrano?                                                        Luisella Ranzo

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Il problema non va esclusivamente personalizzato, ma certo tra Patrizia Asproni (nella foto), grande esperta di Musei e Maurizio Cibrario, scelto dai grillini, c’è un’abissale differenza. Il nuovo presidente ha passato una vita alla Martini & Rossi tra vini e liquori. Asproni e’ nota a livello internazionale per il suo lavoro nel campo della cultura. Ma anche l’assessore Leon che sarebbe una tecnica non scherza in quanto a incapacità politica. La cultura pubblica torinese sta crollando.