Cosa succede in città- Pagina 41

Il grande Gioco dell’Oca del Risorgimento

Il gioco è uno dei protagonisti del programma estivo del Museo, “Sotto i portici del Risorgimento”.

Nel perseguimento di obiettivi di sostenibilità e di uso responsabile e circolare delle risorse si è deciso di riutilizzare il gioco dell’Oca realizzato da Xké? ZeroTredici nei Giardini Reali di Torino lo scorso anno, e attualmente non più utilizzato a causa di lavori di cantiere.

Il gioco, concesso in prestito d’uso, è stato spostato, rigenerato e riadattato per la nuova localizzazione presso il Museo.

Si gioca  fino al 1° settembre dal martedì alla domenica dalle 10.30 alle 17.30.
L’utilizzo dei giochi nel porticato del Museo è ad accesso libero.

A cura di Xké? Il laboratorio della curiosità
Camera di commercio di Torino
Turismo Torino e Provincia Abbonamento Musei Piemonte

Rock Jazz e dintorni a Torino. I Marlene Kunz e Tom Morello

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. Per “Flowers” a Collegno rap con Massimo Pericolo, Kid Yugi e Rrari dal Tacco.

Martedì.  A Collegno per “Flowers” arrivano i Marlene Kunz. A Pino Torinese suona il trio formato da Daniele Tione al pianoforte, Dino Contenti al contrabbasso e Donato Stolfi alla batteria. Nell’area esterna dello Spazio 211 si esibisce l’Officina Della Camomilla e il rapper Sethu. Al Pav (Parco Arte Vivente) suona il Trio Colibrì. In Piazza Dante a Chieri si esibiscono gli Holograf.

Mercoledì. Alle OGR suona il chitarrista Tom Morello.

Venerdì. Al Sonic Park di Stupinigi si esibisce Geolier.

Sabato. Alla Tesoriera  per “Evergreen Fest” suonano i Melannurca. Per Sonic Park a Stupinigi si esibisce Coez & Frah Quintale.

Domenica. Per “Monfortinjazz” suona la pianista Hiromi Uehara. Per Sonic Park si esibisce Gigi D’Agostino. Per “Evergreenfest” alla Tesoriera concerto mattutino alle 11 con Bertolio e Matacena Quartet. Alle 20.30 i Christopher e alle 21.30 i Mazaratee.

Pier Luigi Fuggetta

Drink Pink:  Eataly si colora di rosa per una sera

  

Eataly si colora di rosa per una serata speciale. Sarà l’occasione per festeggiare l’estate con una grande festa tra vini, cocktail, tapas e musica… tutto in rosa! 

L’appuntamento si terrà a Eataly Roma Ostiense martedì 9 luglio, arriverà poi a Eataly Torino nella sede di Lingotto giovedì 11 e infine approderà a Eataly Verona giovedì 25 luglio, portando con sè la filosofia di spensieratezza e leggerezza tipiche della “vie en rose”.  

 

Direttamente dalla selezione dell’Enoteca, ecco i migliori vini, dal Franciacorta al Prosecco, passando per il Lambrusco, tutti rigorosamente rosati. In lista anche i cocktail più iconici di sempre, gin tonic, paloma, margarita, solo per citarne alcuni, rivisitati dai barman in versione pink. 

In menu ci saranno tapas speciali, pensate per l’occasione dagli chef di Eataly. Ecco un grande classico, la focaccia farcita alla mortadella, ma anche i mini burger di ceci e barbabietola con cipolla marinata e senape, il taco di polpo, patate di Avezzano e pink spicy mayo, l’hummus di barbabietola, il crocchè di patate e salsa rosa e molto altro. 

Non è festa senza la musica: djset e musica dal vivo animeranno la serata.  

Immancabile il dresscode: per partecipare alla festa pink di Eataly, sarà necessario indossare o portare con sé qualcosa di rosa! 

 

 

Per maggiori informazioni e prenotare il proprio posto: www.eataly.it 

 

·       Eataly Roma Ostiense | Martedì 9 luglio dalle ore 18.30 alle ore 23 

·       Eataly Torino Lingotto | Giovedì 11 luglio dalle ore 18.30 alle ore 23 

·       Eataly Verona | Giovedì 25 luglio dalle ore 18.30 alle ore 22.30 

La ventesima edizione di Torino Spiritualità è un elogio all’imperfezione di matrice kantiana

Da mercoledì  25 a domenica 29 settembre si svolgerà  a Torino la rassegna Torino Spiritualità, ideata e organizzata dal Circolo dei Lettori, e sarà intitolata “Come legni storti. L’imperfezione, l’errore, l’inciampo”. La XX edizione di Torino Spiritualità è  dedicata a una caratteristica molto umana, l’imperfezione. Il filosofo Immanuel Kant, di cui ricorre il trecentesimo anno dalla nascita, definiva l’essere umano un “legno storto” e ne traeva la conclusione che da un essere così tortuoso e complesso non potesse mai nascere qualcosa di diritto.

“Per celebrare degnamente il ventennale di Torino Spiritualità – ha affermato il curatore del festival Armando Buonaiuto – proviamo a incrinare la rotonda perfezione dell’anniversario volgendoci ai nostri errori e inciampi. Per proporre un elogio della fallibilità o comporre un’apologia del fallimento? No. Piuttosto per prendere confidenza con l’imperfezione che siamo e poi cercarne di fare il miglior uso possibile,  anche a rischio di sbagliare”.

Questa XX edizione di Torino Spiritualità si interroga e ragiona sulle imperfezioni, gli errori, gli inciampi, elementi costitutivi della fragilità che ci caratterizza, ma anche indizi della capacità umana di osare l’impenetrabile e giungere a delineare le diverse interpretazioni del mondo o rettificare le idee inadeguate a descriverlo. Ragionare sulla universalità dell’imperfezione e sul nostro essere esposti ad essa è condizione essenziale per aprirsi davvero al ventaglio della vita.

Straordinaria anteprima al teatro Carignano  il 12 settembre per l’apertura di Torino Spiritualità con la lettura de ‘La strada’ di Cormac Mc Carthy interpretata da Luigi Lo Cascio. Mercoledì 25 settembre inaugurazione con il monaco londinese Laurence Freeman, direttore della World Community for Christian meditation. Tra gli ospiti sono annunciati lo psicoanalista Massimo Recalcati, il critico e scrittore Daniel Schreiber, il teologo Vito Mancuso, la linguista Vera Gheno, gli scrittori Vanessa Roghi, Fabio Geda e David Foenkinos, la poetessa Chandra Candiani.

MARA MARTELLOTTA

Giancarlo Giannini a Torino per la nascita del nuovo Polo Culturale ‘Giubileo incontri’

Lo straordinario ospite d’onore dell’evento ha entusiasmato il pubblico con una classe magistrale.

E’ stata inaugurato con successo e ampia partecipazione di pubblico ‘Giubileo Incontri’, il nuovo spazio culturale polifunzionale di Torino, realizzato dalla famiglia Scarafia, titolare delle onoranze funebri ‘Giubileo’.

Un atto per celebrare la Vita in tutte le sue forme più belle e migliori, per noi il traguardo più importante di questi primi 26 anni di attività che si fa altresì nuova partenza”, spiega Serena Scarafia, Presidente del Cda dell’impresa.

L’evento privato ha visto la partecipazione di un nutrito parterre di personalità del mondo delle istituzioni, politica, arte, cultura, sport, imprenditoria e giornalismo.

A impreziosire la giornata, l’anteprima della mostra – curata dal collezionista torinese Gabriele Cresta che ha fornito con generosità il proprio contributo spontaneo occupandosi anche del raffinato allestimento – dedicata ai cimeli e ai reperti che celebrano il mito di Torino 2006, con particolare riferimento al momento della proclamazione dell’aggiudicazione del capoluogo piemontese a luogo deputato a ospitare quei memorabili Giochi Olimpici Invernali (la mostra è aperta a tutti e visitabile in giorni e orari prestabiliti).

Straordinario anche il saluto portato ai presenti da un Giancarlo Giannini in splendida forma, che ha intrattenuto e divertito il pubblico con la classe che da sempre gli appartiene e che fa di lui uno fra i più grandi attori italiani di sempre conosciuto e stimato in tutto il mondo.

Prende il via così il nuovo corso di ‘Giubileo Incontri’, luogo che “mira a dare una casa di tutto rispetto alla cultura ai piedi della Mole, proponendosi quale spazio idoneo e privilegiato nel dare accoglienza, supporto e sostegno al fertile tessuto associazionistico cittadino meritevole di attenzione, collaborazione e promozione” commentano a Giubileo. Tutte le informazioni sul sito www.giubileo.com.

Al Mufant una mostra racconta Godzilla, il gigante giapponese

Si intitola ‘Godzilla minaccia atomica 1954-2024 genesi di un mostro’

 

È in corso al Mufant la mostra ‘Godzilla minaccia atomica 1954-2024 genesi di un mostro’, curata dai direttori del museo Silvia Casolari e Davide Monopoli e dal collezionista Andrea Attardo. Raccoglie oltre duecento oggetti tra giocattoli vintage, diorami, locandine, riviste e cartoline. Sarà visitabile fino al 7 luglio prossimo ed è stata realizzata dal Mufant in collaborazione e con il sostegno del Salone Internazionale del !ibro OFF, per celebrare il settantesimo anniversario di Godzilla, una delle icone più celebri del fantastico giapponese, tornato alla ribalta grazie all’attribuzione di un premio Oscar al film Godzilla Primus One. Nel 1954, esattamente settanta anni fa, esordiva nelle sale cinematografiche giapponesi il primo dei quasi quaranta film della saga del dinosauro più celebre di tutti i tempi.

Dal punto di vista cinematografico Godzilla Minus one ha vinto l’Oscar per gli effetti speciali, dimostrando quanto sia apprezzata dal pubblico e dalla critica la nuova linea visiva della serie che, per decenni, è stata legata ai pupazzi di gommapiuma indossati da attori.

Godzilla è tornato attuale per il suo legame con la minaccia atomica, che rappresentò in modo inequivocabile sia perché uscito in Giappone, segnato dalle tragedie di Hiroshima e Nagasaki, sia per il riferimento agli esperimenti nucleari americani nel Pacifico, che furono presi come spunto per il risveglio del mostro.

Quella di Godzilla fu la prima di una serie di cicliche invasioni di mostri e creature nipponiche, in Occidente, Italia compresa, invasione che anticipa di circa 25 anni quella dei super robot degli anni Settanta e di oltre sessant’anni la grande ondata dei manga e anime contemporanei.

Godzilla fu il primo di una serie di Kaiju (mostri) giapponesi che decretarono la fortuna e la fama della Toho, la casa di produzione cinematografica che lo creò.

Il primo film su ‘Godzilla re dei mostri’ ebbe una rilevanza che andò ben oltre la sua specificità di film di genere, fu uno tra i primi film realizzati da un Giappone post bellico, libero da poco tempo dal commissariamento statunitense ( il trattato di San Francisco che rendeva il Giappone nuovamente autonomo anche nelle produzioni culturali, entrò in vigore nella primavera del 1952).

Il film fu uno dei primi a raccontare gli orrori della guerra e del disastro atomico, atrocità che meglio non potevano essere rappresentate da un mostro preistorico, una specie di tirannosauro, risvegliato dalle esplosioni atomiche e da esse geneticamente modificato.

Oggi nel 2024 la grande ribalta che lo ha visto protagonista e vincitore dell’Oscar per gli effetti speciali, richiama alla memoria, rendendolo davvero attuale, il valore simbolico incarnato dal Godzilla degli esordi, un messaggio di ammonimento contro la potenza distruttrice della guerra e di armi sempre più micidiali.

L’immagine di Godzilla è stata delineata seguendo anche il pensiero di due studiosi novecentesci dell’arte e dell’immaginario, Aby Warburg e Gilbert Durand. Warburg coniuga il concetto di immagini archetipiche rappresentanti contenuti universali il cui ciclico ritorno attraverso i secoli è determinato dal riattualizzarsi di particolari circostanze storiche, analoghe a quelle originarie. In questo caso il ritorno di Godzilla si spiega nel suo riattualizzarsi come simbolo dei pericoli bellici. Tuttavia, seguendo l’intera saga mediatica di Godzilla tra Oriente e Occidente, una colossale produzione narrativa fra film, serie televisiva, racconti e romanzi, cartoni animati , videogiochi e giocattoli, se ne ottiene un’immagine talvolta opposta a quella originaria, o quantomeno molto meno definita.

L’immagine di Godzilla che si delinea nel contesto della lunga saga cinematografica di cui è protagonista, presenta una natura multiforme e confusa, che si sviluppa spesso in direzioni non coerenti tra loro. Godzilla è simbolo dei pericoli generati dalle tecnologie distruttive, ma anche simbolo della distruttivitá della natura, e questo attinge alla cultura millenaria del Giappone esposto a terremoti, maremoti e altri cataclismi naturali.

Possiamo affermare, facendo riferimento alle idee espresse da Gilbert Durand nella sua “Archetipologia generale” che Godzilla appartiene a quel particolare regime costituito dai simboli notturni, ossia simboli caratterizzati da una confusività la cui funzione è quella di generare rinascita e rinnovamento attraverso la fusione di valori e significati opposti, un magma originario delle rappresentazioni. Il dinosauro della Toho può essere pensato come simbolo stesso del fantastico, una funzione cognitiva e narrativa che genera nuove rappresentazioni attraverso un rimpasto delle forme immaginifiche universali.

Duecento sono gli oggetti in mostra tra i rari modellini vintage e contemporanei appartenenti alla collezione di Andrea Attardo, che si affiancano a trenta diorami originali a tema giurassico realizzati da Andrea Salimberti, alcuni manifesti cinematografici giapponesi e italiani, prime edizioni librarie, riviste e periodici italiani e stranieri dai primi anni del Novecento a oggi, rare cartoline postali giapponesi degli anni Settanta, i Pachimon, raffiguranti figure mostruose che attaccano i simboli delle principali città del mondo, figurine e riviste degli anni Ottanta e Novanta sul tema di Godzilla.

Il percorso espositivo racconta la storia di Godzilla a partire da alcuni approfondimenti dedicati al tema generale delle origini tardo ottocentesche dei dinosauri tra realtà e immaginario fantastico.

La mostra rimarrà aperta fino al 7 luglio e sarà accompagnata a partire dal 15 giugno da incontri sul fantastico giapponese e sulla paleoarcheologia.

 

Mara Martellotta

“Garesio Wine Prize for Documentary Photography” E’ Olga Cafiero la vincitrice

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Curato da “CAMERA” e promosso da “Exposed Torino Foto Festival” con il sostegno dell’Azienda Vinicola “Garesio”

Giovane, classe 1982, fotografa svizzera – italiana, oggi residente a Losanna, sul lago di Ginevra (nel Cantone di lingua francese del Vaud), è Olga Cafiero la vincitrice della prima edizione del “Garesio Wine Prize”, il nuovo Premio dedicato alla valorizzazione e alla promozione dei giovani talenti della fotografia contemporanea, promosso da “Exposed Torino Foto Festival”, il “Festival Internazionale di Fotografia” della Città di Torino. Dopo una laurea in “Fotografia”, un Master in direzione artistica all’“ECAL – Ecole cantonale d’art de Lausanne” e studi di Storia dell’Arte all’ “Università di Losanna”, Olga non è nuova ai successi e ai “momenti di gloria”. Fra i non pochi premi vinti figurano, infatti, l’“Hyères Festival de Mode et de Photographie”, il “BFF-Förderpreis”, lo “Swiss Design Award” e “L’enquête photographique Neuchâteloise”. Ragguardevole anche il numero delle mostre a lei dedicate in Svizzera, Italia, Francia, Olanda, Germania, Cina e Stati Uniti.

La giuria composta dal direttore artistico di “Exposed”, Menno Liauw, dal direttore artistico di “CAMERA”, Walter Guadagnini, e dalla titolare di “Garesio” (Azienda vinicola emergente di Serralunga d’Alba), Giovanna Garesio, ha incoronato, per questa prima edizione del Premio, Olga Cafiero , selezionandola tra i circa cento nuovi talenti della piattaforma europea “FUTURES Photography”, della quale “CAMERA” è l’unico rappresentante in Italia.

Al giudizio degli esperti, l’artista ha presentato alcune sue intense immagini appartenenti al Progetto “Flora Neocomensis” (2020) a lei assegnato dal Cantone di Neuchâtel, un vero e proprio censimento per immagini della flora locale, inseriti in un forte contesto storico, improntato sul rapporto “paesaggio e innovazione”, tema del Premio . “In poco più di un anno – sottolinea la Cafiero – ho dissotterrato più di 160 esemplari su più di 2.300 attualmente censiti, per un totale di sette serie fotografiche”. Il risultato è un singolare corpus di immagini, tanto rigoroso nell’approccio scientifico quanto poetico e affascinante nella sua resa visiva, “in cui l’incontro tra botanica, storia e fotografia dà vita a uno sguardo inedito e multidisciplinare sulla natura”. Il tutto attraverso cifre stilistiche capaci di ricondurre a giochi curiosi di sperimentazioni artistiche legate al contemporaneo, strizzando l’occhio al gusto parco e lineare della ricerca “minimal” o al groviglio di forme evanescenti di stesura e lettura informale, così come – in senso totalmente opposto – a certosine e vigorose perfezioni di tono seicentesco in cui “pittoricamente” paiono rispecchiarsi le “caraffe di vetro con i fiori” o i “canestri di frutta” di derivazione caravaggesca.

Per la sua vittoria, Olga Cafiero riceverà un premio in denaro e prenderà parte a una “residenza” presso la sede della “Garesio” a Serralunga d’Alba, nel cuore delle Langhe del Barolo, dove sarà impegnata nella realizzazione di un progetto fotografico che sarà presentato durante l’edizione 2025 di “Exposed”.

 

La premiazione si terrà a “CAMERA” (via delle Rosine 18, a Torino) martedì 9 luglio, alle 18,30, nel corso di un evento aperto al pubblico, cui seguirà un aperitivo a base dei prodotti dall’“Azienda Vinicola Garesio”.

L’incontro sarà anche un’occasione per presentare il “Premio”, approfondire il lavoro dell’artista e introdurre alcune anticipazioni sull’edizione 2025 di “Exposed”.

Per ulteriori info: “CAMERA”, via delle Rosine 18, Torino; tel. 011/0881150 o www.camera.to

Gianni Milani

Nelle foto dalla serie “Flora Neocomensis”:

–       Olga Cafiero

–       “Promenade”, 2020

–       “Lolium temulentum”, 2020

–       “Lilium martagon”, 2020

“The Goodness Factory” festeggia il decennale con “Open Machine”

“10 Years Party”

Giovedì 4 luglio, dalle 19

“Un insieme di professionalità” o un “unione fra un’Associazione no profit e un’azienda culturale”. O, meglio, entrambe le cose. Questo è “The Goodness Factory”, co-fondatrice di “OFF TOPIC” (hub culturale della Città di Torino), nonché produttrice, organizzatrice e comunicatrice di ormai noti Festival come “_resetfestival”“Mind The Gap” e “MEMISSIMA”. E, ancora, “macchina creativa” e collaborativa di tante altre realtà culturali, torinesi e non. Il tutto profuso in 10 anni di attività impegnativa, faticosa ma “divertentissima”, segnati dall’intelligente creatività delle due menti fondatrici Annarita Masullo e Daniele Citriniti. Dieci anni pieni da non lasciar passare inosservati. Ci mancherebbe! Da festeggiare, invece, alla grande. 4 luglio 2014 – 4 luglio 2024: dunque, giovedì 4 luglio prossimodalle 19, sarà grande festa per la prima decade della “Factory”, con un favoloso “10 Years Party – Mai Staty Tanto Freschy”, negli spazi di “OFF TOPIC”, in via Giorgio Pallavicino 35, a Torino, dove “Goodness” è da sempre di casa.

Ad aprire la grande festa sarà OPEN MACHINE”. Non una jam, ma molto di più: uno “studio di registrazione” live e un happening, una performance inedita, l’occasione “per vivere dal vivo i meccanismi della produzione musicale e veder nascere sinergie fra gli artisti e le artiste che si esibiscono”.

Il tutto non realizzato su un palco, ma direttamente in mezzo al pubblico che assiste alla performance, interagisce, contribuendo alla sperimentazione musicale, immerso in un autentico momento di creazione artistica. Il format ideato dal Maestro Vittorio Cosma e prodotto fin dai suoi esordi da “The Goodness Factory”, in questi anni è stato esportato un po’ ovunque: “Gallerie d’Italia” di Milano e Torino, “Triennale Milano”, “Lazzaretto” di Bergamo, “Teatro Romando” di Brescia e tanti altri luoghi coinvolgendo nomi come Motta, Venerus, Whitemary, Jeremiah Fraites of “The Lumineers”, Daniela Pas e altri protagonisti della scena musicale italiana.

Dopo “OPEN MACHINE”, il party proseguirà sempre a “OFF TOPIC” con il dj set “Black Music ed Electro” a cura di Indro Montanello e Pedro Faylla.

In occasione dell’evento Annarita Masullo e Daniele Citriniti racconteranno questi primi 10 anni e quelli che verranno ancora, nell’ambito della scena culturale torinese e nazionale.

In quel 2014 – racconta Annarita Masullo – ci sono stati giorni in cui ‘biscottate per cena’ e neanche una lira nelle tasche. Ma quante risate e quante, quante idee pazzesche! La più bella di sempre si chiama ‘The Goodness Factory’. Volevamo uno spazio libero, indipendente davvero dagli schemi, volevamo un posto gentile, un’intelligenza collettiva. Volevamo progettare sogni. Ci siamo riusciti! Da lì a qui ‘Goodness’ l’hanno attraversato tantissime persone e una quantitá meravigliosa di idee e progetti. Quanta strada in dieci anni! Quanta fatica, ma quanta bellezza!

E Daniele Citriniti prosegue: “Se una quindicina d’anni fa da musicista avessi guardato dall’esterno ad una realtà come ‘The Goodness Factory’ credo che sarei rimasto colpito nel vedere una realtà capace di ibridare tanto, lavorare nell’industry a livello nazionale e internazionale e al contempo rimanere aperta e accessibile, con i piedi per terra e senza un mood ‘esclusivo’. Sarei sicuramente stato anche molto sorpreso di trovarla a Torino. Evidentemente non è un caso che questo sia ‘Goodness’ e che Torino sia stata la città dove germogliare. Era un bisogno al quale dover dare una risposta e per me ne è valsa la pena con il senno di poi, finisse anche tutto domani. Molta cura donata, non senza qualche passo falso e grandi fatiche, ma tante persone, idee scambiate ed esperienze, sperimentate, alcune fallite, altre volate. Questo è ‘Goodness’, ancora dopo 10 anni, una folle sperimentazione, non stop, complessità creativa, aperta e partecipata”.

 

Per info: “The Goodness Factory”, via Faà di Bruno 2, Torino; www.thegoodnessfactory.it

 g.m.

 

Nelle foto: Immagine guida, “The Goodness Factory”

Vittorio Emanuele di Savoia a Superga: perché le polemiche sono fuori posto

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

M a r i a    C o r b i   non smetterà mai di manifestare la sua acredine verso i Savoia con frasi che rivelano un livore senza limiti che ci si domanda quanto sia compatibile con l’etica professionale giornalistica. Così nel caso della tumulazione in via privata del principe Vittorio Emanuele di Savoia ancora una volta lo ha incolpato per le leggi razziali del nonno, ma non lo ha ricordato come discendente della dinastia che ha fatto l’Italia. È in questa veste che Vittorio Emanuele è sepolto a Superga e non a Vicoforte dove riposano i nonni  – per la stravagante iniziativa di un vecchio notabile cuneese che non aveva nessun titolo per decidere sul destino delle salme dei penultimi sovrani d’Italia – A Superga perché dal 1937 al 1946 è stato il principe ereditario figlio di Umberto II. È dovuto intervenire Gianni Oliva con la sua autorevolezza di storico a far comprendere che le polemiche che già ci furono al suo funerale in Duomo erano fuori posto. L’eco della faziosità si è sentita egualmente anche se riguarda vergognosamente un’urna di ceneri. A suo figlio Emanuele Filiberto domenica scorsa a Nevesa della Battaglia è stata contestata la presenza all’inaugurazione di un monumento al milite ignoto della Grande Guerra. Non c’è che dire: il nuovo fronte popolare repubblicano si sta muovendo anche in Italia, non comprendendo di cadere nel ridicolo e dimostrando di non conoscere la storia.

 

Nella foto d’archivio Emanuele Filiberto di fronte al feretro del padre il giorno del funerale

Con “Distretto Cinema” e “Pinacoteca Agnelli”, film sotto le stelle sulla “Pista 500” del Lingotto

Cinema in Pista a Torino

Dal 5 al 28 luglio

Ghiotta novità dell’estate subalpina è sicuramente la rassegna di cinema all’aperto sull’iconica “Pista 500” del Lingotto di Torino, firmata da “Distretto Cinema” e “Pinacoteca Agnelli”. Da venerdì 5 a domenica 28 luglio, l’appuntamento è il mercoledì, venerdì e la domenica alle 21,30: i film in cartellone sono strettamente connessi alle opere esposte sulla “Pista”, che trasformano il “giardino pensile” in un sorprendente percorso espositivo con firme di grande valore sul piano internazionale.

“Con il programma culturale della Pinacoteca – spiega Sarah Cosulich, direttrice della ‘Pinacoteca Agnelli’ – continuiamo a ripensare il tetto del Lingotto come luogo identitario aperto a molteplici attivazioni. Il ‘Cinema sulla Pista 500’ offre agli spettatori un’esperienza coinvolgente e unica che si apre anche a narrazioni parallele della storia, delle simbologie e delle trasformazioni di cui questo luogo è emblema”. E a lei fa eco Fulvio Paganin, presidente di “Distretto Cinema”: “Sperimentare la visione di un film all’aperto sul tetto del Lingotto consente di interconnettersi emotivamente ad uno dei luoghi più significativi della Torino che cambia. Il ciclo di film prende ispirazione da alcune delle opere d’arte presenti sulla Pista, dense di significati simbolici, e al tempo stesso vuole essere un omaggio alla città, raccontata con lo sguardo di alcuni grandi autori del cinema, che proprio a Torino hanno realizzato film indimenticabili”.

I primi film sono strettamente connessi a “Pistarama”, l’opera site-specific dell’artista visiva francese Dominique Gonzalez-Foerster realizzata per la “Curva parabolica Nord”, collage monumentale che prende le mosse dalla storia politica e culturale di Torino per estendersi a episodi e figure legate a lotte di rivendicazione sociale attraverso tempi e geografie diverse.

Si inizia, così, con “Il deserto rosso”, il film del 1964 diretto da Michelangelo Antonioni (venerdì 5) e “La classe operaia va in paradiso” (domenica 7 luglio), nella versione restaurata del “Museo Nazionale del Cinema” che detiene l’archivio di Elio Petri. La proiezione sarà presentata da Stefano Boni, responsabile delle collezioni del “Museo Nazionale del Cinema”.

“In the mood for love” dell’hongkonghese Wong Kar-wai è invece il titolo scelto da Ginevra Elkann, presidente della “Pinacoteca Agnelli” per venerdì 12 luglio.

Domenica 14 luglio sarà la regista Anselma Dell’Olio insieme a Paolo Manera, direttore “Film Commission Torino Piemonte”, a presentare il documentario “Enigma Rol”. Attraverso testimonianze, materiale di repertorio, fotografie, video d’archivio e ricostruzioni sceniche, il lavoro è, allo stesso tempo, “ritratto, indagine e antologia” del carattere, della personalità e delle opere del controverso sensitivo torinese (1903-1994). Prima del lungometraggio, alle 19,30 al “FiatCafé500”, la scrittrice milanese Francesca Diotallevi presenta il libro “L’Ultimo Mago”, sempre dedicato a Rol.

Da annotare in agenda anche tre lungometraggi scelti perché legati a Torino e girati proprio sotto la Mole.

Mercoledì 17 luglio “La donna della domenica” di Luigi Comencini, venerdì 19 luglio “Profondo rosso” di Dario Argento e domenica 21 luglio “The Italian Job” dell’inglese Peter Collinson, noto per la scena ambientata proprio sulla “Pista” del Lingotto.

L’ultimo trittico è dedicato al “tempo” in omaggio all’opera “Against the Run” (2023), realizzata dall’artista visiva polacco-tedesca Alicja Kwade per la “Pista”. Un orologio apparentemente simile a quelli che si trovano nelle strade delle città svetta da una delle aiuole del giardino. A un primo sguardo, le sue lancette sembrano andare all’indietro, in verità è il quadrante dell’orologio a muoversi, mentre le lancette continuano a segnare l’ora esatta. Attraverso questo piccolo inganno della nostra percezione, Kwade apre a una riflessione sulla dipendenza delle nostre vite quotidiane da una convenzione arbitraria come quella del tempo.

Così, mercoledì 24 luglio chiude in cartellone “Tempi moderni” di Charles Chaplin, venerdì 26 luglio “Memento” di Christopher Nolan e domenica 28 luglio “Ritorno al futuro” dell’americano Robert Zemeckis.

Costo del biglietto d’ingresso:  6 Euro.

I film del 5, 19, 21, 26 e 28 luglio saranno preceduti da un’introduzione del critico cinematografico Giampiero Frasca.

Per info: www.pinacoteca-agnelli.it.

g.m.

Nelle foto:

–       “Pista 500”, Ph. Evergreen Design House

–       Monica Vitti in “Deserto Rosso”

–        “Frame da “Enigma Rol”