Cosa succede in città- Pagina 407

Messe cantate, storia e libere intelligenze

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di Pier Franco Quaglieni
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Sarà l’ex senatore comunista ed ex- presidente nazionale dell’ANPI avv. Carlo Smuraglia a ricordare il 25 aprile a Torino. Ogni anno,salvo rarissime eccezioni, le commemorazioni si connotano sempre politicamente a senso unico. C’è da domandarsi se sia un bene o non sia un male proprio ai fini di un ricordo storico non di parte della Resistenza, capace di coinvolgere anche i giovani che sono i grandi assenti,se non vengono cammellati dalle scuole. Il senatore Smuraglia ha 95 anni e uno splendido curriculum . Sicuramente farà un magnifico discorso, ma il punto è un altro. Vogliamo che il 25 aprile sia un qualcosa di condiviso o vogliamo tingerlo di rosso com’era la “rossa primavera” della canzone partigiana ?  Se vogliamo che sia festa di tutti gli italiani e non di una parte soltanto, l’ANPI deve cambiare registro e guardare al presente e al futuro, più che al passato. E va fatto un discorso non reducistico che può interessare solo una sempre più ridotta parte di italiani. Per altri versi, persino la Compagnia di San Paolo – che non dovrebbe avere funzioni rievocative e celebrative – attraverso il suo braccio secolare del Polo del ‘900, pubblicizza in prima persona su Facebook tantissime manifestazioni per il 25 aprile che appaiono davvero esagerate in quanto la storia del ‘900 e’ ben più complessa ed articolata del discorso, sia pure molto importante, fondato sull’antinomia fascismo ed antifascismo . Appare evidente che il discorso non è assolutamente storico , ma profondamente ed irreparabilmente ideologico, del tutto incompatibile con i fini istituzionali di una fondazione bancaria . Nella cittadina ligure di Alassio invece hanno fatto ancora di peggio,hanno escluso la FIVL dalla manifestazione del 25 aprile,impossessandosi della manifestazione,malgrado essa sia organizzata dal Comune e sia anche prevista le celebrazione di una Messa. Un paio d’anni fa a Savona si sono comportati allo stesso modo, imponendo d’ufficio l’oratore. Tra il resto, e’ un comportamento assai poco democratico, se pensiamo che il CLN era composto da più partiti e che ci furono partigiani di diverso e persino opposto orientamento politico o di nessun indirizzo politico come lo furono i soldati che combatterono sotto il Tricolore durante la Guerra di Liberazione. Lo stesso Smuraglia fu allora un soldato che si inquadrò nelle truppe regolari che combatterono a fianco degli alleati come Carlo Azeglio Ciampi.
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Salvini ha detto, sbagliando grossolanamente, che la Resistenza fu una vicenda tra fascisti e comunisti. Ma certi manicheismi monopolizzatori non fanno che confondere le idee,facendo involontariamente il gioco di Salvini. A Mentone c’è un monumento alla” Resistenza tranquilla”. Sarebbe il caso che si guardasse Oltr’Alpe per trovare il senso complessivo di una storia che non coincide con quella dei comunisti. Aver sostenuto il contrario per decenni ha nocciuto moltissimo alla Resistenza ed ha allontanato da essa, a torto o a ragione, chi non è di orientamento di sinistra. Infatti la Resistenza etichettata a sinistra ha allontanato da essa i sinceri democratici che non si ritrovano sotto certe insegne ideologiche. Ci sono infatti e ci sono stati democratici autentici,non meno contrari per questo al regime fascista, che non ci stanno militare sotto le bandiere rosse dell’ANPI. Le aspre polemiche proprio di Smuraglia contro Renzi stanno a dimostrare come l’ANPI non abbia saputo affrancarsi dalle sue origini settarie. A farne le spese sono i valori della Resistenza che ne risultano offuscati e che non interessano più a tanti italiani. Poi ovviamente andrebbe anche analizzato il risorgere di focolai neofascisti che per fortuna dell’Italia, sono del tutto marginali ed insignificanti, al di là delle dichiarazioni di chi si serve dei nostalgici per rinverdire discorsi datati, non più proponibili. La democrazia si difende non con i cortei e le fiaccolate,ma attraverso il voto democratico, unica arma civile in mano ai cittadini. Questo e’ il vero nocciolo del problema e la scarsa partecipazione dei cittadini alla politica e persino al voto e’ la vera minaccia alle libere istituzioni. Ma su questi temi incredibilmente cala l’attenzione.
 
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Il vero tarlo che corrode la democrazia e’ invece quello che Piero Calamandrei chiamava l’indifferentismo per la politica, generato nei cittadini da una classe politica inadeguata e spesso disonesta. Quando capiranno che il passatismo ideologico va riposto in solaio e va invece aperto un discorso storico sulla Resistenza da cui emergano luci ed ombre,come riconobbe già molti anni fa il presidente Napolitano, sarà sempre troppo tardi. Le messe cantate ogni 25 aprile possono servire alle anime pie, ma non alle intelligenze libere che si nutrono di riflessioni storiche e al contrario non sopportano le solite,logore litanie,ormai ingiustificabili. Un esempio lo abbiamo molto vicino a noi e viene dal Comitato Resistenza – Costituzione della Regione Piemonte in cui si confrontano proficuamente uomini e donne di idee diverse che vedono nell’approdo storico la ragione del loro incontro. L’istituto storico per la Resistenza di Torino diretto da Luciano Boccalatte e’un altro esempio di come affrontare questi temi con il distacco necessario,coinvolgendo i giovani studiosi. L’ANPI avrebbe quindi dei modelli a cui guardare per cambiare,senza continuare ad avvitarsi nelle vulgate e nei rituali ormai superati che i giovani oggi irridono non senza qualche ragione. In ultima analisi, una riflessione storica vera deve estendersi ai totalitarismi e agli autoritarismi novecenteschi, comprendendo anche il comunismo. I mostri totalitari, diceva un intellettuale libero come Mario Soldati, sicuramente antifascista fin dalla giovinezza gobettiana, sono due e non uno soltanto.  Se Smuraglia avesse il coraggio di dirlo stasera apertis verbis non sarebbe più un vegliardo, ma un giovane capace di andare oltre gli ideologismi del secolo scorso di cui tanti sono ancora oggi,più o meno inconsciamente prigionieri .  E questo significa andare oltre le formule del passato senza tradirlo.Significa anche rispondere nel modo più opportuno e convincente alle banalità di Salvini che riduce tutto il 25 aprile ad un derby e dimostra di non aver nessuna cultura,sia pure minima,di carattere storico, un requisito ,quasi un prerequisito, che non può mancare ad un uomo di governo.

Vacanze di Pasqua al Planetario fino al 28 aprile

Infini.to – Planetario di Torino, Museo dell’Astronomia e dello Spazio – durante il periodo pasquale, sarà aperto con orario festivo tutti i giorni fatta eccezione per lunedì 22, martedì 23 e mercoledì 24 aprile.

Durante le aperture il pubblico potrà visitare il Museo dell’Astronomia e dello Spazio liberamente o utilizzando le guide interattive SpazioApp (richiedere il tablet in biglietteria). 

Diversi gli spettacoli del Planetario in calendario. Seduti sulle poltrone di Infini.to sarà possibile osservare il cielo notturno, anche dall’emisfero australe, riconoscere le costellazioni e imparare ad orientarsi, incontrare la misteriosa Materia Oscura, e viaggiare nello spazio e nel tempo dal Big Bang ad oggi. I più piccoli potranno incontrare il pinguino esploratore James, l’orso polare Vladimir e la loro amica Lucia. Insieme a loro potranno viaggiare intorno alla Terra e nel Sistema Solare, scoprendo quali sono le caratteristiche che accomunano i pianeti e in cosa si differenziano oppure andare a caccia di “stelle cadenti”.  Grandi e piccini potranno destreggiarsi, dal 25 al 28 aprile, nei laboratori, costruendo comete, costellazioni in scatola o giocando con i lego come veri esploratori dello Spazio. 
Venerdì 19 aprile sarà anche possibile partecipare alla serata osservativa “Un cielo di stelle al Parco Astronomico”, organizzata in collaborazione con l’Osservatorio Astrofisico di Torino (prevendita biglietti su TicketOne). 


GIORNI E ORARI DI APERTURA 

18-21/4: 14.30 – 19.30 
Chiusura biglietteria 1 ora prima 

22-24/4: CHIUSO 

25-28/4: 14.30 – 19.30 
Chiusura biglietteria 1 ora prima 

Il 25 aprile con il Polo del '900

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Il Polo del ‘900 e gli enti che ne fanno parte organizzano un fitto calendario di appuntamenti fino al 2 maggio, fra festa e memoria. Voci, volti, storie, fatti, testimonianze, luoghi diventano lo strumento per ricordare assieme alla cittadinanza la lotta alla Liberazione, condividerne i valori, tutelarli, per diffonderli fra le nuove generazioni, contro i pericoli che corrono le democrazie oggi

Il programma è ricco di attività e ha come baricentro il Polo del ’900 e i luoghi della Resistenza, riscoperti attraverso percorsi in città a piedi e sui tram storici

Non mancano presentazioni di libri, reading, incontri, proiezioni: momenti di riflessione collettiva, alla scoperta di personaggi che hanno segnato (e sognato) la libertà, con le loro storie come quella del giovane torinese Carlo Mainardi, liberato dalla caserma di via Asti con l’incarico di annunciare la fine della guerra, ricordato attraverso un percorso a piedi che dalla caserma condurrà al Polo del ‘900 (25 aprile ore 10.30 e 15 – tradotto in sei lingue); o ancora le vicende di Franco BalbisPaolo Braccini e Eusebio Giambone ricordati attraverso una visita guidata al Museo della Resistenza (25 aprile ore 15), aperto dalle 10 alle 22 in occasione della Festa di Liberazione. Anche il centenario dalla nascita di Primo Levi viene celebrato il 25 aprile al Polo del ‘900 che ospita alcune iniziative all’interno del progetto di Valter Malosti (TPE) dal titolo “Il sistema periodico. Letture, spettacoli incontri approfondimenti”: con un primo appuntamento, alle 16.30, con la partecipazione di Fabio Levi e Domenico Scarpa del Centro Internazionale di Studi Primo Levi.Molte le attività dedicate ai più piccoli come i laboratori di lettura per bambini in collaborazione con le Biblioteche civiche torinesi (25 aprile ore 11) e le attività ludico-didattiche presso l’Ospedale infantile Regina Margherita (24 aprile ore 15), grazie alla collaborazione con Fondazione Forma Onlus.

Sergio Soave, presidente della Fondazione Polo del ‘900 commenta: “La lotta e la liberazione dal nazifascismo costituiscono un presupposto essenziale per la nascita dei valori fondanti il nostro vivere quotidiano. Diritti, pace, integrazione, informazione, educazione, lavoro, democrazia, cultura sono il frutto di un percorso di grandi conquiste che ci hanno portato fino ad oggi. Sta dunque a istituzioni come il Polo del’900 e gli enti che ne fanno parte, tenere viva l’attenzione sull’importanza di quanto conquistato nella seconda metà del XX Secolo, e su quanto sia facile perderlo, giorno dopo giorno, a piccoli e a volte impercettibili passi indietro”

Il Polo del ‘900 e gli Enti partner contribuiscono alle iniziative per le celebrazioni del 25 Aprile 2019 realizzate dalla Città di Torino in accordo con il Comitato di coordinamento fra le associazioni della Resistenza del Piemonte, la Regione Piemonte e la Città Metropolitana di Torino, il Consiglio regionale del Piemonte – Comitato Resistenza e Costituzione.

Le attività per celebrare il 25 aprile hanno avuto inizio martedì 9 aprile e si concluderanno il 2 maggio. Di seguito il programma con i prossimi appuntamenti:

  • Martedì 23 aprile, ore 17.30 | via del Carmine 14, Sala Didattica. A cura di Fiap, in collaborazione con Assoarma Torino, Associazione nazionale combattenti e reduci, Anei, Associazione nazionale combattenti delle Forze armate regolari Guerra di Liberazione, Istoreto e Centro studi Giorgio Catti. Convegno Dalle battaglie della Linea Gotica alla Liberazione del Piemonte.  a partire dal libro “Le grandi battaglie della Linea Gotica” di Franco e Tomaso Cravarezza, si approfondiranno eventi, ruoli e relazioni tra i protagonisti militari alleati, italiani e della Resistenza nel periodo agosto 1944-aprile 1945. Intervengono con gli autori e l’editore, Antonio Caputo Luciano Boccalatte. Saluti istituzionali del presidente del Consiglio regionale.
  • Mercoledì 24 aprile, dalle 15 alle 17 | Bibliomouse dell’Ospedale infantile Regina Margherita. A cura di Polo del ‘900, in collaborazione con Fondazione Forma Onlus. Un salto nella storia. Uno spazio ludico-didattico per avvicinare i bambini ad alcuni momenti del movimento di Resistenza e dalla Liberazione dell’Italia partendo da libri e testimonianze custoditi negli archivi del Polo e coinvolgendoli attivamente attraverso un’attività esperienziale di libera espressione della loro fantasia.
  • Giovedì 25 aprile | corso Valdocco 4/a. Apertura straordinaria del Museo Diffuso della Resistenza della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà con il sostegno del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte. Dalle 10 alle 22, il Museo sarà aperto con orario prolungato. Tra le 15 e le 17sarà possibile accedere all’allestimento permanente Torino 1938-1948. Dalle leggi razziali alla Costituzione soltanto previa prenotazione per una delle due visite guidate proposte.
  • Giovedì 25 aprile, ore 10.30 | via Asti 22, Caserma Alessandro La Marmora. A cura di Rete italiana di cultura popolare, con il sostegno del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte. Percorso a piedi Torino cambia pelle, partenza dalla Caserma Alessandro La Marmora sino al Polo del ‘900. Prenotazione obbligatoria all’indirizzo didattica@polodel900.it
  • Giovedì 25 aprile, ore 11 | via del Carmine 14, Area Kids. A cura di Polo del ‘900, in collaborazione con Biblioteche civiche Torinesi e con il sostegno del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte. Letture per bambini Un mondo di raccontastorie al Polo del ‘900. Storie per la Liberazione. Laboratorio di lettura per bambini (6-11 anni). Info e prenotazioni: didattica@polodel900.it.
  • Giovedì 25 aprile, ore 11.30 | partenza da via Baltea 3. A cura di: Atelier Héritage, in collaborazione con Istoreto. Itinerario urbano A spasso con il Moro. Un tour di Barriera tra Resistenza e Liberazione. Un tour, scritto dai ragazzi di Atelier Héritage insieme a Istoreto, nei luoghi e nelle storie che videro il quartiere di Barriera di Milano protagonista dei giorni della Liberazione.
  • Giovedì 25 aprile, ore 11.30 | corso Valdocco 4/a, Cortile di Palazzo San Celso. A cura di Museo diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti, in collaborazione con CoroMoro e MorusOnlus e con il sostegno del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte. Concerto del CoroMoro. Saranno eseguite canzoni tradizionali in dialetto piemontese e non, con un’attenzione particolare al tema della Resistenza.
  • Giovedì 25 aprile, ore 15 | corso Valdocco 4/a, Sala Conferenze. A cura di Ancr. Proiezione del film: Achtung! Banditi! di Carlo Lizzani (1951).
  • Giovedì 25 aprile, ore 15  e 16 | corso Valdocco 4/a. A cura di Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà, in collaborazione con Istoreto e con il sostegno del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte. Visita guidata La Liberazione tra documenti e narrazione. Le vicende di Franco Balbis, Paolo Braccini ed Eusebio Giambone saranno il filo rosso di un percorso che accompagnerà i partecipanti alla riscoperta di alcuni momenti della Liberazione di Torino.  Biglietto di ingresso ridotto 3 euro – gratuito per minori di 16 anni. Prenotazione obbligatoria, peri info e prenotazioni: didattica@museodiffusotorino.it; tel. +39 011.01120780 negli orari di apertura del Museo diffuso (da martedì a domenica dalle 10 alle 18, giovedì dalle 14 alle 22, lunedì chiuso).
  • Giovedì 25 aprile, ore 16.30 | via del Carmine 14, Sala ‘900. Andare in montagnaDialogo tra Valter MalostiFabio LeviDomenico Scarpa.
  • Giovedì 25 aprile, ore 17.30 | via del Carmine 14, Sala ‘900. Argon, ferro e oro. Reading con letture di Bruno Gambarotta e Elia Schilton. Una produzione TPE–Teatro Piemonte Europa – in collaborazione con Centro internazionale di studi Primo Levi e Giulio Einaudi Editore.
  • Venerdì 26 aprile, ore 17.30 | via del Carmine 14, Sala ‘900. A cura di Associazione Valsusa Filmfest, in collaborazione con Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà. Proiezione dell’opera vincitrice del concorso Fare Memoria del XXIII Valsusa Filmfest.
  • Venerdì 26 aprile, ore 17.30 | via del Carmine 14, Sala Didattica. A cura di Anppia. Presentazione dei libri Gli uomini di Mussolini (2a edizione) e Il Generale Mario Roatta dello storico Davide Conti. Con l’autore interviene Bruno Segre.
  • Sabato 27 aprile, ore 15.30 | Piazza Risorgimento, angolo fra Via Rosta e Via Nazzaro. A cura di Museo di Arte Urbana, in collaborazione con Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà. Borgo Campidoglio nel dopoguerra. Due visite guidate successive, una al rifugio antiaereo di Piazza Risorgimento e una al Museo di Arte Urbana, condurranno i cittadini in un percorso di approfondimento su due luoghi significativi per la storia del Borgo. Prenotazione obbligatoria al 800 329 329, Torino abbonamento musei. Biglietto per la visita al rifugio 4 euro, visita al Mau gratuita.
  • Sabato 27 aprile, ore 16.30 e 17.30 | Piazza Risorgimento, angolo fra Via Rosta e Via Nazzaro. A cura di Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà. Aperture straordinarie del Rifugio antiaereo. Visita del rifugio antiaereo di Piazza Risorgimento, per cui si scenderà 12 metri sottoterra in un rifugio utilizzato dalla cittadinanza durante il periodo dei bombardamenti. Alla narrazione delle vicende legate al sito, si aggiungono le letture di alcune testimonianze che aiuteranno i partecipanti a cogliere la valenza simbolica del luogo visitato. Biglietto per la visita al rifugio 4€. Prenotazione obbligatoria, per info e prenotazioni: didattica@museodiffusotorino.it; tel. +39 011.01120780 negli orari di apertura del Museo diffuso (da martedì a domenica dalle 10 alle 18, giovedì dalle 14 alle 22lunedì chiuso).
  • Sabato 27 aprile, ore 20.30 | via del Carmine 14, Sala ‘900. A cura di Aned, Associazione I RETROSCENA e 296 Model Venaria. Auschwitz dall’alto. Un’installazione multimediale per raccontare e spiegare alle nuove generazioni uno dei momenti più tristi della storia, partendo dal libro “Il Triangolo di Gliwice” del partigiano e deportato Pio Bigo.
  • Domenica 28 aprile, ore 10 e 11.15 | Piazza Statuto angolo corso San Martino (capolinea della linea 10). A cura di Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà e Istoreto, in collaborazione con l’Associazione Torinese Tram Storici e con il sostegno del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte. Luoghi e voci della Resistenza nelle vie di Torino. In un suggestivo percorso lungo le vie e piazze di Torino a bordo di un tram storico degli anni trenta proveremo a rivivere le intense atmosfere del tempo di guerra accompagnati dalla proiezione di testimonianze di alcuni partigiani che contribuirono alla lotta di liberazione nazionale. Prenotazione obbligatoria, peri info e prenotazioni: didattica@museodiffusotorino.it; tel. +39 011.01120780 negli orari di apertura del Museo diffuso (da martedì a domenica dalle 10 alle 18giovedì dalle 14 alle 22, lunedì chiuso).
  • Giovedì 2 maggio, ore 18 | corso Valdocco 4/a, Sala Conferenze. A cura di Istituto di studi storici Gaetano Salvemini – in collaborazione con Goethe-Institut Turin. Stärker als die Nacht (Più forti della notte). La storia della resistenza al nazismo, della presa del potere di Hitler nel 1933 fino al suo crollo nel 1945, raccontata attraverso la lotta di una coppia di operai comunisti di Amburgo e di alcuni loro vicini di casa.

Marco Travaglini

“NOI… non erano solo canzonette”, le aperture festive

Pasquetta, 25 aprile e 1º maggio

In occasione delle festività di Pasquetta, 25 aprile e 1º maggio, la Promotrice delle Belle Arti di Torino spalanca le porte al pubblico per visitare la mostra “NOI…non erano solo canzonette”, una grande rappresentazione della storia italiana recente nella quale la “Musica d’Autore” diviene strumento di esplorazione e interpretazione delle grandi trasformazioni che caratterizzarono quegli anni. Racchiusa fra l’abbraccio di Domenico Modugno sul palco di Sanremo 1958 e quello di Paolo Rossi nella notte di Madrid che nel 1982 laureò l’Italia campione del mondo, la mostra racconta la nostra esistenza collettiva di quegli anni. A costante contrappunto 100 opere musicali italiane, selezionate nel repertorio di quel periodo, costituiscono una chiave di lettura e approfondimento. Un “passo a due” fra musica e società, dove gli stili di vita, le mode, le relazioni interpersonali e perfino le stesse istanze sociali sono influenzati l’uno dalle altre. Patrocinata da Regione Piemonte, Comune di Torino, Camera di Commercio di Torino, RAI, SIAE, FIMI e SCF, la mostra, prodotta da Bibibus Events con il supporto di Intesa Sanpaolo, è a cura di Gianpaolo Brusini, Giovanni De Luna, Lucio Salvini, e vede la partecipazione di Fabri Fibra, Giorgio Olmoti e Omar Pedrini. L’accesso in mostra vede una tariffa base di 12€, un ridotto di 10€ (comprensivo della tessera Abbonamento Musei Piemonte e Abbonamento Musei Lombardia) ed un biglietto di 4€ per tutti i giovani dai 6 ai 18 anni. Con 25€ entreranno mamma, papà e tutti i figli fino a 17 anni.

Tecnologia e società si incontreranno a Torino

Nel 160° anniversario della sua fondazione, dal 7 al 10 novembre 2019, il Politecnico di Torino organizza un Festival dedicato a tecnologia e società: sarà una grande occasione di incontro tra università, cittadini, imprese, pubblica amministrazione e terzo settore per informarsi e riflettere sulle grandi sfide di una società sempre più tecnologica

Dall’invenzione del fuoco al digitale, la tecnologia continua a rivoluzionare le società umane: in occasione del 160° anniversario della sua fondazione, il Politecnico di Torino organizza il Festival della Tecnologia con l’obiettivo di proporre una riflessione ampia sul rapporto tra tecnologia e società, avvicinare i cittadini al metodo scientifico e rafforzare il dialogo tra università e società civile.

Raccontare la tecnologia attraverso le persone e raccontare le persone attraverso la tecnologia: sarà questo l’obiettivo del Festival della Tecnologia, che proporrà dal 7 al 10 novembre 2019 un programma che utilizzerà strumenti diversi per offrire al grande pubblico di ogni età laboratori didattici e workshop, allestimenti interattivi e incontri con scienziati, artisti, sociologi, scrittori di fama internazionale. Il Festival si inserisce nel panorama nazionale e internazionale come uno dei primissimi momenti di questa portata specificamente dedicati a una riflessione sulla tecnologia, sul ruolo che ha avuto nella nostra storia e che avrà nell’affrontare le sfide future (dalle modifiche del clima alla rivoluzione digitale, dalla genetica alle energie rinnovabili, ecc.), promuovendo un dibattito partecipato e accessibile a tutti che si occupa di temi vicini alla vita delle persone e che utilizza anche linguaggi inediti per il mondo della tecnologia, come l’arte, il teatro, la letteratura e la musica.  Inoltre, il Politecnico propone un Festival che è espressione non solo dell’Ateneo ma anche di una rete ampia e diffusa di partner che coinvolge centri di ricerca nazionali e internazionali, istituzioni pubbliche e imprese private, esperti, personalità e testimoni. I contributi di questa rete costruiranno un programma molto ricco di iniziative che a partire dalle sedi del Politecnico si estenderanno alla città quasi a realizzare un “Festival diffuso” su un territorio, come quello torinese e piemontese, che da secoli è fortemente connotato dalla tecnologia e dall’innovazione. Un territorio, però, che dall’altra parte ha fatto della cultura e dell’integrazione tra linguaggi differenti la sua seconda vocazione, e nel quale il Politecnico si fa promotore di un dialogo con la città e l’intera società, anche uscendo fisicamente dagli spazi dedicati all’accademia. Nasce così la stretta collaborazione tra il Politecnico e le realtà culturali del territorio per il Festival della Tecnologia, prima tra tutte il Circolo dei Lettori, che nei quattro giorni dell’evento ospiterà incontri e dibattiti e che nei giorni scorsi è stato la sede della presentazione della manifestazione, con l’accoglienza della Direttrice Maurizia Rebola.

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“Il Politecnico intende massimizzare il suo impatto sulla società ancor più di quanto non abbia fatto in passato e uno dei modi per farlo – a fianco di didattica, ricerca e trasferimento tecnologico – è proprio promuovere occasioni di confronto e di approfondimento su temi di grandi rilevanza, aperti a tutti i cittadini. Il Festival della Tecnologia è il contributo che il Politecnico vuole dare alla sua Torino, al Piemonte e al Paese in occasione del nostro 160° compleanno, un tassello della strategia complessiva di condivisione della conoscenza e di ruolo civile dell’Ateneo”, spiega il Rettore del Politecnico di Torino Guido SaraccoAggiunge il Delegato del Rettore per la Cultura e la Comunicazione Juan Carlos De Martin“Le radici tecnologiche di Torino e del Piemonte, che risalgono indietro nei secoli, rappresentano non solo la leva fondamentale per assicurare la prosperità economica presente e futura del nostro territorio, ma anche una risorsa importante per articolare una riflessione approfondita e fortemente interdisciplinare su quella che è l’aspetto decisivo del nostro periodo storico, appunto, la tecnologia. Ci sembra importante affiancare alle fabbriche, delle macchine e degli algoritmi – che è cruciale continuare a padroneggiare e promuovere – anche approfondimenti che ci diano gli strumenti per mettere lo sviluppo tecnologico al servizio della società nel suo complesso, anche in vista delle sfide che dovremo affrontare nei prossimi anni e decenni”. Un momento di riflessione importante per tutto il territorio, che ha una forte vocazione tecnologica e che può candidarsi, grazie anche a questo festival, a diventare un punto di riferimento nella discussione tra nuove tecnologie e cultura, come ha ricordato l’Assessora per la Cultura della Regione Piemonte Antonella Parigi, intervenuta alla conferenza stampa presso il Circolo dei Lettori, così come l’Assessora alla Cultura della Città di Torino Francesca Leon, che ha sottolineato il valore di un’iniziativa come il Festival della Tecnologia per l’amministrazione cittadina, anche alla luce della particolare attenzione che questa ha, fin dai suoi esordi, manifestato verso il tema delle tecnologie.

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Il programma delle iniziative sarà aggiornato nei prossimi mesi all’indirizzo www.festivaltecnologia.it e sui social network (hashtag: #FesTech19).

Pasqua in anticipo al Regina Margherita

La Pasqua è arrivata in anticipo all’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino dove i bambini e i ragazzi ricoverati hanno ricevuto da Pam Panorama 150 sorprese contenenti quaderni e materiale per la cancelleria, oltre ad un uovo di cioccolato gigante da 10 kg. La storica insegna da anni è impegnata nel promuovere iniziative di solidarietà per portare spensieratezza e allegria negli ospedali pediatrici d’Italia. Una moltitudine di regali che i piccoli pazienti hanno ricevuto direttamente dalle mani dei rappresentanti di Pam Panorama e di Antonino Aidala, Presidente di FORMA Onlus – Fondazione Ospedale Infantile Regina Margherita: un momento di serenità e di “normalità” per chi purtroppo dovrà passare lontano da casa le festività pasquali. «Regalare un momento di felicità ai piccoli pazienti del Regina Margherita ci emoziona ogni anno sempre di più». – ha commentato Fulvio Faletra, Direttore Customer Engagement di Pam Panorama«Vedere la gioia nei loro occhi ci fa capire quanto sia importante che il progetto continui. Un ringraziamento speciale va a tutto il personale dell’ospedale che, giorno dopo giorno, si prende cura di questi bambini». «Obiettivo prioritario della Fondazione è l’umanizzazione dell’Ospedale, ovvero la promozione di tutte quelle attività che rendono il Regina Margherita più a misura di bambino e questa iniziativa ben si inserisce nel quotidiano di FORMA. » ha commentato Aidala, Presidente della Fondazione FORMA Onlus. L’appuntamento  fa parte di un progetto solidale più esteso a livello nazionale, che prevede la consegna di circa 1.250 doni da parte di Pam Panorama. Oltre al Regina Margherita, l’iniziativa coinvolge altre strutture sanitarie italiane tra cui: l’Ospedale dei Bambini Pietro Barilla di Parma, l’Ospedale Pediatrico Giannina Gaslini di Genova, la Clinica di Oncoematologia Pediatrica di Padova – in collaborazione con Fondazione Città della Speranza – il Dipartimento Salute della Donna e del Bambino di Padova – in collaborazione con Fondazione Salus Pueri -, l’Ospedale Ca’ Foncello di Treviso, l’Ospedale dell’Angelo di Mestre e l’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese Le Scotte di Siena.

Tre inaugurazioni per Librolandia 2019

Il Salone Internazionale del Libro di Torino torna dal 9 al 13 maggio 2019 nei Padiglioni 1, 2, 3 e Oval di Lingotto Fiere. Cinque giorni per raccontare Il gioco del mondo, ovvero ibridazioni e identità, felicità e crisi, logiche e irrazionalità, evoluzioni e battute d’arresto: il contemporaneo con le sue tensioni, controversie e speranze attraverso la pluralità delle voci e visioni di scrittori, scienziati, giornalisti, artisti, registi. Un appuntamento in cui ascoltare e condividere storie diventa non solo strumento di decodifica del reale ma anche volontà del superamento delle barriere e responsabilità del fare, in una logica di ripensamento delle relazioni umane.

Il programma della XXXII edizione del Salone del Libro è stato presentato al Teatro Espace martedì 16 aprile 2019 da Silvio Viale, Presidente dell’Associazione Torino, la Città del Libro; Giulio Biino, Presidente della Fondazione Circolo dei lettori;Maurizia Rebola, Direttore della Fondazione Circolo dei lettori e Nicola Lagioia, Direttore del Salone Internazionale del Libro di Torino. Alla presenza, tra gli altri, di Sergio Chiamparino, Presidente della Regione Piemonte, e Chiara Appendino, Sindaca della Città di Torino.

 Il Salone Internazionale del Libro di Torino 2019 è un progetto di Associazione Torino, la Città del Libro e Fondazione Circolo dei lettori, con il sostegno di Regione PiemonteCittà di TorinoCompagnia di San Paolo e Fondazione CRT, e diMiBAC Centro per il libro e la letturaAssociazione delle Fondazioni di origine bancaria del PiemonteItalian Trade Agency ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, Fondazione Sicilia eFondazione con il Sud. Con il riconoscimento della Direzione Generale Cinema del Ministero dei beni e delle attività culturali.

Novità sugli spazi e biglietteria

A partire da mercoledì 17 aprile  saranno aperte le biglietterie sul sito salonelibro.it. Invariati i prezzi: € 10 il biglietto intero, € 8 il ridotto. Il biglietto per i bambini dai 3 ai 6 anni è di € 2,50, per i giovani dai 7 ai 26 € 8. Il Salone è aperto giovedì, domenica e lunedì dalle 10 alle 20, venerdì e sabato dalle 10 alle 21.Tra le novità, i 2 ingressi alla fiera. Si potrà entrare da via Nizza 294 e da via Mattè Trucco 70. A quello storico dal Padiglione 1, quindi, si aggiungerà il secondo accesso dall’Oval. Infatti,13.000 mq dell’Oval ampliano il Salone, che passerà da 51.000 a 63.000 mq di spazi espositivi, per una manifestazione più grande, immaginata come una mappa composita in grado di restituire la molteplicità delle case editrici e della produzione letteraria italiana, alternando piccoli e grandi editori.   40 le sale per gli incontri, tra queste la Sala Oro dedicata ai grandi eventi. Altra novità del 2019 è il trasferimento del  Bookstock Village nel Padiglione 2, cuore del Salone, che avrà anche corridoi più ampi, spazi liberi e di sosta. Aumenteranno infatti le aree di ristorazione per il pubblico e i servizi. E ancora, il 2019, è l’anno in cui nasce, in seno alla manifestazione, il primo Board di Sostenibilità multi-stakeholder legato a un evento, per avviare il percorso che porterà verso un Salone del Libro sostenibile. L’iniziativa Il Prossimo Passo, voluta da Maurizia Rebola e da Silvio Viale, e incoraggiata da Stefania Farina, si inserisce nel quadro dell’Agenda Globale per lo sviluppo sostenibile approvata dalle Nazioni Unite nel 2015.

Le tre inaugurazioni

La sera di mercoledì 8 maggio, ore 20.30, ad aprire la riflessione del Salone del Libro sarà l’Intervista impossibile a Leonardo Sciascia, a 30 anni dalla morte del più scettico scrittore del Novecento italiano. Ha contraddetto e si è contraddetto, così recita il sottotitolo dell’evento. La curatela del testo è affidata a Christian Raimo, scrittore e critico culturale, mentre la regia è nelle mani di Veronica Cruciani. Sul palco, il talentuoso Fausto Russo Alesi, giovanissimo Premio Ubu, interpreterà lo scrittore, mentre la giovane attrice Linda Caridi sarà una giornalista che va a trovarlo nella sua casa senza tempo di Racalmuto.  Fernando Savater prenderà parola giovedì 9 maggio, ore 11, presso la Sala Oro del Lingotto, con la grande lezione inaugurale Dov’è l’identità culturale europea, per trovare risposte a una serie di domande di stringente attualità. Che cosa accomuna i cittadini del Vecchio continente? Forse un certo modo di intendere la democrazia? Oppure un particolare riguardo verso valori umani non negoziabili? La letteratura, l’arte, la filosofia? O il modo in cui si guarda all’idea di comunità? Risponderà uno dei pensatori più importanti degli ultimi decenni per tracciare un identikit dell’Europa in un anno che vede appuntamenti importanti, dal trentennale della caduta del Muro di Berlino alle elezioni europee. Ma per la prima volta anche il Bookstock Village avrà una sua inaugurazione. Giovedì 9 maggio alle ore 10.30 saranno Paola e Claudio Regeni, a raccontare, con il direttore di Radio3 Marino Sinibaldi, loro figlio Giulio, il suo lavoro in Egitto e i desideri che aveva per il proprio futuro e per quello del mondo. Interviene Alessandra Ballerini, l’avvocato che dopo la sua morte sta lavorando per ottenere verità e giustizia.

Per conoscere gli ospiti e i grandi eventi della XXXII edizione del Salone:  www.salonelibro.it 

La Gazzetta del Popolo, 135 anni nella società piemontese

Una grande mostra in tre sedi dal 18 aprile al 6/19 maggio
Si apre giovedì 18 aprile  una importante mostra storica sulla Gazzetta del Popolo, il quotidiano torinese che per 135 anni, dal 1848 al 1983, ha raccontato l’attualità italiana. Alle ore 10,30 è prevista la conferenza stampa di inaugurazione al Polo del ‘900 e la contemporanea apertura delle altre due sedi della mostra: a Palazzo Lascaris e al Museo Nazionale del Risorgimento di Palazzo Carignano. La mostra chiude il 6 maggio a Palazzo Lascaris, il 19 maggio nelle altre due sedi. Partecipano alla conferenza stampa giovedì 18 aprile ore 10,30 al Polo del ‘900 (Palazzo San Celso, via del Carmine 13, Sala Conferenze):
il presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Sergio Soave presidente Polo del ‘900, Daniela Orta responsabile ricerche Museo Nazionale del Risorgimento, Alberto Sinigaglia presidente Ordine dei giornalisti del Piemonte, Stefano Tallia Associazione Stampa Subalpina, Gianfranco Morgando Fondazione Donat-Cattin, Iole Scamuzzi e Mauro Forno Università di Torino, Luca Rolandi giornalista curatore della mostra.  
La realizzazione del progetto culturale è stata possibile grazie alla collaborazione di diversi soggetti: Consiglio regionale del Piemonte, Museo Nazionale del Risorgimento, Polo del ‘900, Fondazione Donat-Cattin, Ordine dei Giornalisti, Centro Pestelli, Museo della stampa di Mondovì, Archivio storico della Città di Torino, Università di Torino e la raccolta del collezionista Giorgio Coraglia. Illustrando i passaggi salienti della storia della testata giornalistica torinese, la mostra vuole far scoprire alle giovani generazioni cosa è stata la Gazzetta del Popolo, da giornale protagonista dell’epoca risorgimentale alla posizione negli anni del fascismo, con una importante pagina culturale, il “Diorama letterario”, su cui scrissero i più importanti intellettuali italiani ed europei del momento, al dopoguerra e agli anni difficili dell’autogestione, fino alla chiusura definitiva nel 1983.
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La mostra – tutta ad ingresso gratuito – è articolata in tre sezioni storiche e tematiche:

  • Al Museo Nazionale del Risorgimento dall’anno della fondazione nel 1848 fino all’intervento dell’Italia nella Grande Guerra nel 1915. In esposizione litografie, prime pagine, bozzetti, inserti, caricature, oggetti che documentano i primi 67 anni di vita del giornale.

Orario: sempre aperto dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso ore 17). Chiuso lunedì 6 e 13 maggio.
Chiusura della mostra: 19 maggio 2019.

  • Palazzo Lascaris gli anni dal 1916 al 1945, il periodo in cui il giornale era allineato con il governo fascista, fino alla Gazzetta d’Italia. In esposizione le pagine del Diorama letterario, i supplementi tematici, le vignette satiriche. Una parte è dedicata alla crisi del giornale del 1974 che portò alla prima sospensione della tiratura, crisi in cui il Consiglio regionale del Piemonte ebbe un importante ruolo di mediazione svolto dal presidente Aldo Viglione.

Orario: dal lunedì al venerdì 9 – 17. Chiuso nei giorni festivi.
Chiusura della mostra: 6 maggio 2019.

  • Al Polo del ‘900 il periodo tra il 1946 e il 1983. Sono presentate le interviste a chi lavorò alla Gazzetta tra gli anni ‘60 e ‘80, le prime pagine relative ai grandi eventi dal 1945 al 1983, i documenti delle crisi aziendali del 1974, 1981 e del 1983 e il periodo dell’autogestione.

Orario: dal martedì alla domenica 10-18, giovedì 14-22. Lunedì chiuso 
Chiusura della mostra: 19 maggio 2019
In tutte le tre sedi sono presentati video con le interviste a 15 tra giornalisti e tipografi, le immagini storiche concesse dalla Teche Rai e dall’Archivio cinematografico della Resistenza sull’inaugurazione della sede in corso Valdocco del 1930, le gite sociali e la crociera con i lettori, il lavoro alla Gazzetta negli anni ’60.
Il catalogo della mostra, coordinato da Alicubi, raccoglie i contributi di: Sergio Soave, Claudio Donat-Cattin, Alberto Sinigaglia, Luca Rolandi, Umberto Levra, Mauro Forno, Bartolo Gariglio, Iole Scamuzzi, Dino Aloi, Ezio Mauro, Giampaolo Boetti, Piero Bianucci, Salvatore Tropea, Gian Mario Ricciardi, Beppe Fossati, Cesare Martinetti, Cenzino Mussa, Giampiero Gramaglia, Lorenzo Gigli, Franco Piccinelli.
Lunedì 6 maggio 2019, in occasione della Giornata per la libertà di stampa, si svolgerà a Palazzo Lascaris un convegno dal titolo: “LIBERI DI INFORMARE? Dalla Gazzetta del Popolo al City Journalism”, rivolto al pubblico ed ai giornalisti iscritti alla piattaforma Sigef.
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Breve storia della Gazzetta del Popolo
La «Gazzetta del Popolo» è stato uno dei più importanti e prestigiosi quotidiani italiani. La sua nascita risale al 16 giugno 1848, a partire da un’iniziativa di Felice Govean e Giovan Battista Bottero, che ne saranno i condirettori fino al 1861, quando le redini passeranno nelle mani del solo Bottero. Di taglio spiccatamente popolare, il giornale è, in periodo risorgimentale, il più venduto tra i quotidiani nazionali, con un bacino di lettori che comprende soprattutto i ceti agrari della provincia piemontese e la piccola borghesia cittadina di sentimenti tradizionalisti. Di costo più accessibile rispetto alla maggior parte degli altri quotidiani dell’epoca, esso si dimostra sin dall’inizio molto attivo nell’ambito delle iniziative di stampo patriottico.Alla vigilia della Prima guerra mondiale la «Gazzetta del Popolo» diviene portavoce dei gruppi nazionalisti del capoluogo piemontese. Spiccatamente interventista, dopo lo scoppio del conflitto si fa assidua sostenitrice dello sforzo bellico del paese.Dopo la nascita del movimento dei fasci di combattimento, la «Gazzetta del Popolo» dà largo spazio alle posizioni filo-nazionaliste e filo-monarchiche del futuro quadrumviro della marcia su Roma Cesare Maria De Vecchi. Ma le sue aspirazioni ad una decisa stabilizzazione autoritaria nel paese si esprimeranno con chiarezza solo dopo il congresso dell’Augusteo (novembre 1921), quando essa diventerà una delle principali casse di risonanza del movimento fascista del capoluogo piemontese. Nel giugno 1924 la testata viene rilevata dalla Società idroelettrica piemontese (SIP), che la mette a disposizione del fascismo in cambio di precise garanzie sullo sviluppo dell’industria elettrica in Piemonte. La «Gazzetta» è stata protagonista di notevoli innovazioni tecnologiche. Il 18 gennaio 1934 viene inaugurata una nuova stazione radio-telefonica, con una eccezionale dimostrazione: la ricezione di una corrispondenza proveniente da Bandung in Indonesia (circa 15mila chilometri dal capoluogo subalpino), immediatamente stenografata dal segretario di redazione Giovanni Vincenzo Cima con un metodo da lui appositamente brevettato che diventerà famoso. Il 1° gennaio 1935 viene attivata una stazione tele-fotografica per la trasmissione e la ricezione delle immagini attraverso le linee telefoniche; il 15 febbraio viene creata una stazione radioricevente in grado di trasformare simultaneamente il linguaggio morse in caratteri alfabetici. Nel marzo del 1974, ormai in grave crisi, la «Gazzetta» viene rilevata da Alberto Caprotti, grazie a un notevole contributo pubblicitario garantito dalla Montedison, tramite la Spi. Alla Democrazia Cristiana, che aveva acquisito la proprietà, rimarrà solo il 5% delle azioni della Set e della Itet, rispettivamente proprietaria e gestore degli impianti del giornale. Dopo un duro scontro sindacale con i redattori e i tipografi, il 31 luglio dello stesso anno Caprotti decide la chiusura del quotidiano, che peraltro non scompare immediatamente dalla scena: viene infatti temporaneamente tenuta in vita da una cooperativa autogestita di giornalisti e lavoratori poligrafici. La crisi si ripresenterà nel 1981 ed infine nel 1983, quando la chiusura della «Gazzetta del Popolo» diventerà definitiva.

Tricolore francese sulla cupola del Guarini per Notre-Dame

Anche questa sera la cupola della Cappella della Sindone sarà illuminata con il tricolore della bandiera francese, un modo per manifestare la vicinanza dei Musei Reali di Torino alla Francia per l’incendio che la scorsa notte ha colpito la cattedrale di Notre-Dame. Un’azione dalla valenza doppiamente simbolica, se si pensa che la cappella progettata da Guarino Guarini è rinata quasi letteralmente dalle sue stesse ceneri, dopo essere stata gravemente danneggiata dal rogo nella notte tra l’11 e il 12 aprile del 1997. Dallo scorso settembre è stata restituita al mondo intero, dopo che i delicati lavori di restauro ne hanno permesso nuovamente l’agibilità, dimostrando così che vincere la sfida contro il fuoco è possibile.

I martedì dell'Armeria reale

 Nuovo incontro martedì 16 aprile alle 17 presso il Salone delle Guardie Svizzere di Palazzo Reale con I martedì dell’Armeria Reale, il ciclo di incontri dedicato agli appassionati di arte militare e storia. Tema della conferenza sarà Tessuti d’acciaio. L’armatura come l’abito con il curatore dell’Armeria Reale Giorgio Careddu e Alessandra Guerrini (direttore del Castello di Agliè e già direttore dell’Armeria Reale).
L’armatura di alta qualità era un oggetto che andava confezionato su misura, come un abito. Spesso erano gli stessi abiti ad essere inviati come primo esempio per prendere le misure quando dovevano essere realizzate le armature le cui superfici non di rado presentavano decorazioni derivate dai tessuti. Un itinerario attraverso le opere dell’Armeria che mostrano affascinanti scambi tra tecniche realizzative diverse.

I martedì dell’Armeria Reale sono realizzati in collaborazione con la Prefettura di Torino e l’Accademia di San Marciano, associazione che raccoglie studiosi e appassionati d’armi italiani e stranieri.

PROSSIMI INCONTRI:

– martedì 21 maggio 2019 
Problematiche di restauro delle armature e delle armi orientali
con Marco Demelbauer (Coordinatore laboratorio ceramiche, metalli e vetri C.C.R. La Venaria Reale)
L’Armeria Reale conserva un cospicuo nucleo di armi orientali provenienti da diverse regioni del continente asiatico che vanno dalla penisola balcanica all’Estremo Oriente. L’intervento che Il Centro di Conservazione e Restauro La Venaria Reale ha recentemente effettuato su un’antica armatura giapponese sarà l’occasione per effettuare un percorso attraverso oggetti di qualità e importanza eccezionali e per conoscere le diverse problematiche legate al restauro di corredi realizzati con tecniche non usuali per il mondo occidentale.

– martedì 18 giugno 2019
Lo sviluppo delle armi da fuoco dalla fine dell’Ottocento all’inizio del Novecento
con Enrico Galletti (Conservatore del Museo di Artiglieria di Torino) 
Attraverso gli splendidi esemplari conservati in Armeria Reale, molti dei quali realizzati per la casa regnante, sarà ripercorso lo sviluppo della tecnologia armiera in un periodo di profonde innovazioni che hanno portato alla nascita delle moderne armi da fuoco. Saranno presentati i fucili Lorenzoni (primi esempi di un’arma a ripetizione), revolver con pregevoli finiture, fucili di grosso calibro per le battute di caccia in terra africana, miniature di armi e modelli di artiglieria di eccezionale qualità.