Cosa succede in città- Pagina 358

Musei Reali, quasi 600 mila visitatori nel 2019

 +6,5%  di visitatori visitatori: percentuale che, se incluse le mostre, sale a +15%. E’ l’anno di Leonardo

Il 2019 dei Musei Reali di Torino si chiude con un incremento di pubblico del 6,5% rispetto al 2018, per un totale di 492.136 visitatori, a cui si aggiungono i 102.465 delle mostre del 2019, che fanno salire la percentuale a +15% rispetto all’anno precedente.

Un dato che si rispecchia anche nell’attività dei canali ufficiali social dei Musei Reali, anch’essi in crescita; tra tutti spicca Instagram che registra +10.000 follower rispetto al 2018 (26.130 fan complessivi), ma sono in costante aumento anche Facebook (36.431 like sulla pagina) e Twitter (12.115 follower).

L’anno appena trascorso ha visto il succedersi di mostre, insieme a numerose novità e riconoscimenti.

Primo fra tutti, l’European Heritage Award/Premio Europa Nostra 2019, ricevuto a Parigi per i lavori di recupero della Cappella di Guarino Guarini nella categoria Conservazione. Il premio è indetto dalla Commissione Europea e da Europa Nostra, importante rete per il patrimonio che ogni anno celebra e promuove le eccellenze culturali.

 

L’anno si è aperto con la mostra dedicata ad Antoon van Dyck. Pittore di corte (dal 16 novembre 2018 fino al 17 marzo 2019) pittore ufficiale delle più grandi corti d’Europa che ritrasse principi, regine, gentiluomini e nobildonne delle più prestigiose dinastie dell’epoca. Attraverso un percorso espositivo strutturato in quattro sezioni, la mostra (prodotta da Arthemisia) presentava 45 tele e 21 incisioni dell’artista che rivoluzionò l’arte del ritratto del XVII secolo.

 

Riunendo i due principali nuclei di opere conservate alla Galleria Sabauda di Torino e alla Banca d’Italia di Roma, nelle Sale Chiablese, nel 2019 si è svolta la mostra Riccardo Gualino collezionista e imprenditore, attraverso la quale il pubblico ha potuto conoscere meglio una delle figure torinesi più significative del ‘900 italiano e la sua straordinaria storia. La mostra è tutt’ora in corso al Musée des Beaux Arts di Chambéry, in Francia.

 

Soprattutto, il 2019 è stato l’anno di Leonardo, a cui i Musei Reali hanno dedicato la mostra Leonardo da Vinci. Disegnare il futuro. Il percorso espositivo, costruito sulla base del nucleo di disegni autografi conservati nella Biblioteca Reale. Una straordinaria raccolta di opere, databili all’incirca tra il 1480 e il 1515, diverse per soggetto e per ispirazione, in grado di documentare l’attività di Leonardo dalla giovinezza alla piena maturità. In mostra, tra gli altri, il Codice sul volo degli uccelli e il celeberrimo Autoritratto.

 

Due opere recentemente tornate visibili al pubblico, grazie alla mostra Il tempo di Leonardo 1452-1519 (fino all’8 marzo 2020 in Biblioteca Reale). L’esposizione ripercorre un periodo di grande fermento culturale in cui si incrociarono accadimenti, destini e storie di grandi protagonisti del Rinascimento.

Proseguono per i primi mesi del 2020 anche Pelagio Palagi a Torino. Memoria e invenzione nel Palazzo Reale, in Galleria Sabauda fino al 9 febbraio e la mostra internazionale Konrad Mägi. La luce del Nord (Sale Chiablese, fino all’8 marzo) realizzata in collaborazione con il Museo Nazionale d’Arte dell’Estonia.

 

Tre sono le mostre già annunciate per i mesi successivi e che saranno presentate nelle prossime settimane in una conferenza stampa dedicata alle iniziative del 2020. Si inizia il 2 aprile con il fascino millenario di Cipro, cuore del Mediterraneo e ponte tra Oriente e Occidente, protagonista della mostra internazionale Cipro. Crocevia delle civiltà (fino al 20 settembre 2020, realizzata in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino). La collezione del Museo di Antichità è arricchita da prestiti unici per la prima volta in Italia provenienti da illustri istituzioni straniere, tra cui il British Museum di Londra, il Metropolitan Museum of Art di New York, il Fitzwilliam Museum di Cambridge, Medelhavetmuseet di Stoccolma, il Kunsthistorisches Museum di Vienna e il Museo di Cipro a Nicosia.

 

Dal 24 ottobre fino al 7 marzo 2021, le Sale Chiablese ospitano Capa in color, la mostra curata dall’International Center of Photography (ICP) di New York che presenta per la prima volta al grande pubblico le fotografie a colori di Robert Capa.

 

Le celebrazioni in occasione dei cinquecento anni dalla morte di Raffaello vedranno una mostra dedicata al grande maestro del Rinascimento, in Galleria Sabauda dal 30 ottobre 2020 al 14 marzo 2021.

 

Uno speciale approfondimento infine sarà dedicato al Barocco, con mostre, concerti e percorsi di visita dedicati che si terranno da marzo a settembre 2020.

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MUSEI REALI TORINO

www.museireali.beniculturali.it

Note di Capodanno alla Tettoia dei contadini

Protagonista sarà il TOrùn Brass Quintet che si esibirà in un repertorio che spazia da Gabrieli, a Offenbach, a Morricone

 

Mercoledì 1 gennaio 2020, alle ore 11, la Tettoia dei Contadini ospiterà l’ormai consolidato Concerto di Capodanno.

 

TOrùn Brass Quintett

Mattia Gallo, tromba

Eugenio Valle, tromba

Elia Gaiottino, corno

Alessandro Lione, trombone

Giulio Reita, tuba

In programma: Giovanni Gabrieli ‘Canzona da sonar n. 4’, Jean-Joseph Mouret ‘Rondeau’, Georges Bizet ‘Carmen Suite’, Leonard Bernstein ‘Suite da West Side Story’, Philip Sousa ‘Washigton Post’,  Williams-Creamer ‘That’s a Plenty’, Ennio Morricone ‘Per un pugno di dollari’, oltre a gospel e musiche tradizionali natalizie come Gospel tradizionale Just a Closer walk with Thee e Christmas Crakers Medley.

TOrùn Brass Quintet è un gruppo che si è formato nel maggio 2018 al Conservatorio ‘Giuseppe Verdi’ di Torino – nella classe di Musica d’insieme per fiati di Odling – e si è esibito in città a Palazzo Civico per i ‘Concerti a Palazzo’, al Valentino per il Politecnico oltre che per gli ‘Amici di Renato Bruson’ e per la rassegna itinerante MITO per la Città nelle edizioni 2018 e 2019 di MITO SettembreMusica.

Il quintetto presenta la struttura per eccellenza della formazione cameristica degli ottoni, sia per varietà timbrica e dinamica, sia per l’estensione nei vari registri in analogia con le voci. L’organico consente grande duttilità nei repertori, spaziando tra i generi musicali più diversi, dalla musica barocca e classica al jazz, dalle colonne sonore cinematografiche agli standard intramontabili della musica leggera, così come abbiamo modo di ascoltare nel concerto del 1 gennaio.

La prevalente origine meridionale dei componenti avrebbe potuto confermare la scelta originaria della parola “Terùn” come nome del gruppo (4 su 5 hanno radici a sud di Bari) ma, in onore dell’unico componente settentrionale e della città che li ha ospitati come studenti fuori-sede hanno infine optato per giocare, e suonare sotto il nome TOrùn.

Il concerto è un progetto della Città di Torino realizzato dalla Fondazione per la Cultura Torino.

www.nataleatorino.it

2020, un clima di pace

E’ questo il titolo del documento/appello che verrà presentato il giorno 1° gennaio 2020 – Giornata mondiale della Pace – alle h 18.00 al Sermig, Arsenale della Pace Piazza Borgo Dora, 61 Torino

Ciò avverrà nel contesto di un’ora e mezzo circa di incontro, articolato con una prima parte di pochi, brevi saluti, poi una seconda costituita da un concerto, che sarà eseguito da musiciste/i appartenenti alle diverse confessioni religiose.
Questa proposta si colloca nella tradizione del nostro coordinamento/movimento “Noi siamo con Voi”, di celebrare il più possibile degnamente la “Giornata mondiale della Pace”, la cui importanza è stata sottolineata negli ultimi mesi con particolare vigore dalle massime autorità religiose mondiali e – a livello piemontese – dal sempre sensibilissimo Arcivescovo di Torino e Susa Mons. Cesare Nosiglia. Tornando al titolo, evidentemente esprime un doppio significato:
da una parte la necessità che nel mondo si torni a respirare un’atmosfera di concordia o, quanto meno, di dialogo, tolleranza e rispetto reciproco; dall’altra che si faccia “pace con il clima”, cioè con il nostro pianeta, la terra, il creato. Per questo guardiamo con stima e simpatia a tutti quei movimenti come “i ragazzi di Greta” o “le Sardine” che si battono per questi obbiettivi. Anzi auspichiamo che si crei un fronte sempre più unito e vasto, tale da raggiungere una forza sufficiente a cambiare realmente le cose ed a respingere i tanti rischi di strumentalizzazione, di demagogia, di partigianeria (che, ad onor del vero – almeno in Piemonte – sembrano essere tenuti alla larga dalle realtà succitate, in particolare da quella delle “Sardine”).
Peraltro ci permettiamo ancora di ricordare che, proprio sui temi della pace, del dialogo, di una politica per il bene comune e rispetto dell’ambiente, il nostro Movimento lavora fin dalla sua nascita. A riprova basterebbe ricordare l’anno e più di lavoro dedicato allo studio e alla diffusione dell’ enciclica “Laudato Sii”, conclusosi con un convegno internazionale, in cui si sono potute ascoltare importantissime relazioni di leaders religiosi e culturali delle più diverse appartenenze. Oppure le due puntate del progetto intitolato “Lo Straniero”, che sono state precedute, e poi seguite, da decine e decine di incontri, iniziative, momenti di lavoro, che hanno coinvolto leaders, esperti, operatrici e operatori, semplici appartenenti alle più varie etnie, tradizioni, gruppi sociali ecc. Per tutte queste ragioni, nonché per altre facilmente intuibili, abbiamo ritenuto doveroso organizzare l’iniziativa del 1° gennaio, alla quale desideriamo di cuore invitare tutte le persone di buona volontà, che sognano un mondo migliore e che sono disposte a fare un cammino comune per realizzarlo.

 

Giampiero Leo a nome del Coordinamento interconfessionale “Noi siano con voi”

Le “street photos” di Vivian Maier

In Her Own Hands

In mostra alla Palazzina di Caccia di Stupinigi gli scatti dell’inconsapevolmente grande fotografa americana

Fino al 12 gennaio 2020

Bambinaia di mestiere per quasi tutta la vita. E, dentro, una bruciante salvifica   compulsiva passione e un innato talento per la fotografia. “Era eccentrica – si scrisse di lei – forte, determinata, colta ed incredibilmente riservata. Indossava un cappello largo, un vestito lungo, un cappotto di lana, scarpe da uomo e un passo deciso. Una macchina fotografica intorno al collo ogni volta che usciva di casa. Faceva ossessivamente delle foto, ma non le mostrava mai a nessuno…” . Come fossero il suo personale segreto, il suo mondo intimo e privato. Un modo per acchiappare la vita, per vincere la solitudine e la mancanza di affetti e di strette relazioni umane. Si calcola che dagli Anni ’50 agli ’80, Vivian Maier abbia scattato oltre 100mila fotografie, fra le strade di New York, Chicago e Los Angeles (ma non solo e nolo negli States) con la sua inseparabile “Rolleiflex” prima e la più leggera “Leica”, negli ultimi anni.

Molti gli autoritratti, oggi si direbbero selfie, scattati in continuazione, davanti a specchi o vetrine di negozi utilizzate come superfici riflettenti. Foto come reali finestre sulla vita americana negli anni successivi al secondo dopoguerra – vista con gli occhi di una grande fotografa che mai si è considerata tale – e che restarono “nelle sue stesse mani” (come recita il titolo), mai esibite, molte neppure sviluppate. Un centinaio le troviamo oggi esposte nelle sale della Palazzina di Caccia di Stupinigi, fino al 12 gennaio del 2020, in una suggestiva mostra organizzata dall’Associazione Culturale Dreams, con il coordinamento operativo di Next Exhibition e la curatela di Anne Morin. Quella di Vivian non fu affatto la “vita meravigliosa” raccontata al cinema in bianco e nero dal grande Frank Capra, massimo cantore dell’american way of life degli Ani ’30 – ’40. Tutt’altro. Nata nel Bronx di New York nel ’26 da madre francese e padre austriaco che ben presto abbandona la famiglia, trascorre gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza, con la madre Marie e l’amica Jeanne Bertrand, fotografa e scultrice affermata, in Francia. Ritorna definitivamente negli States nel ’51 e trova lavoro come bambinaia (mestiere che sarà il suo per circa quarant’anni) a Chicago presso la facoltosa famiglia di Nancy e Avron Gensburgs, di cui alleva i tre figli. Sarà una “tata” – si dice – più dal cipiglio asburgico che non dalle dolci maniere alla Mary Poppins. La fotografia continua intanto a marcare il senso vero della sua solitaria esistenza e quei self-portrait a rappresentare “la prova inconfutabile del suo passaggio in un mondo che sembra non essersi accorto di lei”.

La vecchiaia si porterà dietro una triste povertà, al punto che, non potendo più pagare l’affitto di casa, si vedrà costretta a cedere i propri bagagli di ricordi: si parla di 200 scatole di cartone contenenti un mondo di cianfrusaglie, dai cappelli ai vestiti, a scontrini, ad assegni mai ritirati e quant’altro. Fra cui un patrimonio incredibile di fotografie, negativi e rullini mai sviluppati che, battuti all’asta nel 2007, finirono nelle mani, per soli 380 dollari, di John Maloof, giovane immobiliarista in cerca di immagini di Chicago per scrivere un libro. Capita la grandezza del tesoro che aveva fra le mani, il giovane avviò indagini per accertarne la provenienza e nel frattempo pubblicò un buon numero di foto e organizzò mostre itineranti in tutto il mondo. Così quando il 29 aprile del 2009, Vivian Maier morirà per una banale caduta sul ghiaccio nella downtown di Chicago, il mondo la scopre. Scopre il suo immenso lavoro, il suo talento (su cui lei stessa mai s’era interrogata), l’indiscutibile bravura di una fotografa che ha saputo catturare momenti diventati iconici e ritrarre la strada, le persone, gli oggetti e tutto quanto riusciva a sorprenderla, fissandone l’immagine nell’emozione di un momento. Cinque le sezioni in cui si articola la mostra organizzata a Stupinigi: “Città”, “Dettagli” (dalle scarpe tirate a lucido che sbucano da una vetrina alle mani intrecciate dei due anonimi amanti), “Ritratti” (particolarmente acuti e arguti quello dell’edicolante preda di una profonda inesorabile pennichella, così come quello delle due ragazzine che si scambiano uno sguardo di gustosa complicità), “Frames” (con i filmati super 8 ritrovati dal giovane Maloof negli scatoloni comperati all’asta) e “Self-Portarait / Colori” (sono 22 le foto a colori presenti in mostra e datate intorno agli Anni ’70).

In rassegna sono anche presenti due postazioni per autoritratto in cui potersi scattare un selfie “alla Maier”, scegliendo a piacere lo scenario preferito e a far bella mostra di sé troviamo anche lo stesso modello di macchina fotografica usata da Vivian e la riproduzione di una camera oscura forse simile a quella ricavata nel piccolo bagno di casa Gensburgs a lei riservato e da lei, purtroppo, così poco utilizzata.

Gianni Milani

“Vivian Maier. In Her Own Hands”

Palazzina di Caccia di Stupinigi, piazza Principe Amedeo 7; per info tel. 011/19214730 o www.mostramaier.it

Fino al 12 gennaio 2020

Orari: dal mart. al ven. 10/17, sab. e dom. 10/18

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Nelle foto

– “Self – Portrait”, Undated
– “New York”, 1954
– “New York”, 1954
– “Undated”
– “Autoritratto”, Undated

 

 

 

Le criticità nelle carceri piemontesi

Cogliere l’occasione dei classici bilanci di fine anno per segnalare le principali criticità dei tredici Istituti penitenziari piemontesi e dell’Istituto penale minorile e lanciare proposte per il nuovo anno, ormai alle porte

È quanto si propone la conferenza stampa di presentazione del Quarto dossier delle criticità strutturali e logistiche, elaborato dal garante regionale delle persone detenute Bruno Mellano in collaborazione con il Coordinamento piemontese dei garanti, che si tiene lunedì 30 dicembre alle 11 nella Sala delle bandiere di Palazzo Lascaris, in via Alfieri 15, a Torino.

In documento verrà poi indirizzato al capodipartimento dell’Amministrazione penitenziaria Francesco Basentini, al provveditore dell’Amministrazione penitenziaria del Piemonte Pietro Buffa e ai referenti politici del Ministero di Giustizia.

Con Mellano interviene una rappresentanza dei dodici garanti comunali piemontesi: il Piemonte, infatti, è l’unica regione italiana ad averne designato uno per ciascuna città sede di carcere.

La fabbrica dei giocattoli

Spettacolo di animazione teatrale con burattini e attore 

Sabato 28 dicembre 2019 alle ore 17

a L’asola di Govi, Docks Dora via Valprato 68 pad. F, Torino

Pino Potenza e Ombretta Mantoan 

metteranno in scena La fabbrica dei Giocattoli 

spettacolo di animazione teatrale con burattini e attore

Per informazioni e prenotazioni contattare 346 6405263

Nel laboratorio dei giocattoli della Nonna Sabella fremono i preparativi per costruire e consegnare i giocattoli per le festività Natalizie ma Fetentoni hai in animo di venderli alla Super Fabbrica dei giocattoli, e addormenta Nonna Sabella con un potente sonnifero.I giocattoli che hanno compreso che finiranno nel magazzino della Super Fabbrica di giocattoli decidono di scappare per recarsi da soli dai bambini a cui sono destinati.

Inseguimenti, colpi di scena, geni senza cuore che ritroveranno un  cuore, cani di pezza imprigionati in un secchio, burattini che aiuteranno i giocattoli  così che  potranno raggiungere i bambini a cui erano destinati.

Natale al Museo del Cinema

Il Museo Nazionale del Cinema sarà regolarmente aperto durante le festività natalizie, con alcune variazioni di orario

MOLE ANTONELLIANA E CINEMA MASSIMO – MNC

DAL 24 DICEMBRE 2019 AL 6 GENNAIO 2020

Fino al 6 gennaio sarà possibile visitare la mostra#FacceEmozioni. 1500 – 2020 dalla fisiognomica agli Emoji e l’omaggio Gillo Pontecorvo: lo sguardo umano dedicato al grande regista in occasione del centenario dalla sua nascita.

Sono inoltre previsti per tutto il periodo visite guidate e laboratori.

I film che accompagneranno le festività del Cinema Massimo saranno: La Dea Fortuna di Ferzan Özpetek, Il terzo omicidio di Hirokazu Kore-eda, Dio è donna e si chiama Petrunya di Teona Strugar Mitevska e Frozen II – Il segreto di Arendelle di Jennifer Lee e Chris Buck.

Per il programma completo delle iniziative e per consultare gli orari di apertura clicca qui.

I neuroni immaturi, riserva preziosa

Cellule giovani utili a mantenere la plasticità cerebrale e prevenire le demenze senili. Ne parliamo con il referente scientifico del progetto, il professor Luca Bonfanti

 

È sul sito di crowdfunding Eppela, per circa un mese, il progetto denominato “Neuroni immaturi contro la demenza”, di cui è referente scientifico il professor Luca Bonfanti, docente di Anatomia Veterinaria nell’ateneo torinese e ricercatore al NICO (Neuroscience  Institute Cavalieri Ottolenghi). Lo scopo di questa condivisione è quello di poter creare una borsa di studio.

“Lo studio in corso nel progetto “Neuroni alternativi” – spiega il professor Luca Bonfanti – è quello di analizzare la corteccia cerebrale di ben quattordici specie di mammiferi, tra cui quella umana, per ricercare i neuroni immaturi ed eventuali variazioni nella loro quantità relativa alla filogenesi. Già a trent’anni fa risaliva la scoperta che in piccole zone del cervello adulto potessero essere generati nuovi neuroni a partire da cellule staminali. Questo ha portato molti scienziati, tra cui noi, a studiare il fenomeno affascinante della cosiddetta “neurogenesi adulta”. È stato, però, anche scoperto che risulta molto difficile far accettare al nostro cervello cellule staminali provenienti dall’esterno e che le stesse cellule esistenti all’interno sono indirizzate maggiormente ai processi di memoria ed apprendimento che a quello della riparazione di eventuali danni. È stato, inoltre, scoperto che questo tipo di plasticità risulta diverso negli animali da laboratorio rispetto all’uomo”.

“Nell’uomo infatti – prosegue il professor Luca Bonfanti  – la genesi dei neuroni scompare molto presto, tra i 2 e i 13 anni; uno studio parallelo, condotto sui delfini, ha inoltre dimostrato la totale scomparsa della neurogenesi adulta in questi animali, mentre nel topo, in cui l’olfatto, a differenza dei delfini, risulta fondamentale, i nuovi neuroni vanno a localizzarsi proprio nelle regioni del cervello preposte a percepire gli odori”.

“I ‘neuroni immaturi’ sono cellule generate prima della nascita – spiega il professor Bonfanti –  ma che esprimono le molecole “giovani” tipiche dei neuroni neoformati, rimanendo in uno stato prolungato di immaturità per il resto della vita. Vengono quindi considerati una riserva di cellule giovani che rimangono “congelate” ad un certo stadio della maturazione, in attesa di poter essere utilizzate in un cervello che risulti non più in grado di generarne di nuove. Un nostro  studio molto recente, risalente al 2018 (Piumatti et al., J Neurosci), ha suggerito che i neuroni immaturi potrebbero essere più abbondanti nel cervello delle specie animali più vicine all’uomo. Il nostro progetto “Neuroni alternativi ” sta verificando la validità dell’ipotesi su diverse specie di mammiferi (uomo compreso) e a questo scopo stiamo analizzando, a livello morfologico, cellulare e molecolare, più di cento cervelli provenienti da banche biologiche di vari Paesi. Scopo della ricerca è quello di poter poi rispondere a domande relative all’esistenza o meno di una relazione tra questo tipo di plasticità e la genesi di nuovi neuroni, alla possibilità o meno di attivare e risvegliare questi neuroni, di accelerarne o rallentarne la maturazione. Scopo finale dello studio è quello di poter utilizzare queste riserve di cellule giovani per prevenire le demenze senili”.

 

Mara Martellotta

Progetto Neuroni Alternativi. Professor Luca Bonfanti

www.nico.ottolenghi.unito.it/ita/content/view/full/1748

 

Fondazione Cavalieri Ottolenghi

A Caselle le nuove rotte invernali del target ski

Entra nel vivo la stagione invernale 2019/2020 dell’Aeroporto di Torino, grazie all’avvio di nuovi voli dedicati agli sciatori dal Nord ed Est Europa e al nuovo collegamento annuale per Kishinev di Wizz Air

Quest’anno la programmazione invernale di Torino Airport si arricchisce di nuovi collegamenti di linea dedicati al target degli sciatori provenienti da Gran Bretagna, Danimarca, Svezia e Romania.

Per quanto riguarda i Paesi scandinavi, prende il via oggi, 21 dicembre 2019, il collegamento di linea di SAS Scandinavian Airlines da Copenhagen, in Danimarca, che verrà operato ogni sabato sino al 21 marzo 2020. Oltre che con la Danimarca, dal prossimo 28 dicembre e fino al 14 marzo 2020, Torino sarà collegata alla Svezia con il nuovo volo di linea settimanale di Norwegian da Gothenburg. La compagnia norvegese è una new entry per le operazioni di linea di Torino Airport.

Due le novità per quanto riguarda l’Est Europa. Wizz Air inaugura oggi 21 dicembre il collegamento annuale verso Kishinev, in Moldova, che sarà operato con due frequenze settimanali, il martedì e il sabato. Dalla Romania, invece, torna a volare su Torino la compagnia aerea Tarom, con il servizio su Bucarest: il volo prende il via oggi 21 dicembre e per tre sabati porterà gli sciatori rumeni sulle Alpi piemontesi e non solo. Dallo scorso 12 dicembre è poi operativo il volo con doppia frequenza settimanale per Kyiv, in Ucraina, di SkyUp Airlines, nuova compagnia aerea sbarcata a Torino.

Dal Regno Unito, principale mercato di provenienza del traffico ski, la novità dell’inverno 2019/2020 è rappresentata dal volo Ryanair da Bristol, partito lo scorso 14 dicembre e operativo ogni sabato sino al 28 marzo 2020.

Per quanto riguarda gli altri vettori, EasyJet e Jet2com continuano i propri investimenti su Torino. EasyJet ha aumentato le frequenze per l’inverno su Londra Gatwick, oltre a riconfermare i voli neve da Londra Luton, Bristol e Manchester. Jet2.com, invece, proprio da oggi riprende le operazioni da Londra Stansted, Manchester e Birmingham, mentre dal prossimo 28 dicembre ripartirà anche il collegamento da Edimburgo.

Torino Airport rafforza così la sua vocazione di aeroporto della neve e accoglierà gli sciatori che da tutta Europa raggiungeranno le stazioni sciistiche di tutto l’arco alpino.