Cosa succede in città- Pagina 308

Modello Torino: eliminare le panchine per ridurre lo spaccio (e tenere anziani e bimbi in casa)

…E poi dicono che la Torino del Movimento 5(mila) poltrone non ha idee brillanti.

Aurora, uno dei tanti borghi cittadini in mano a spacciatori, violenti, bande di teppisti, ha finalmente risolto i suoi problemi grazie ad una geniale idea della giunta pentapoltronata. Si sono mandati in galera i delinquenti? Certo che no, non sarebbe politicamente corretto. Perché i poveri criminali esprimono il proprio disagio, dunque il Sottosistema Torino deve proteggerli.

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Modello Torino: eliminare le panchine per ridurre lo spaccio (e tenere anziani e bimbi in casa)

Il Torino Jazz Festival si presenta

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La nona edizione del Torino Jazz Festival, che coinvolgerà artisti nazionali e internazionali, si svolgerà come lo scorso anno con una doppia programmazione: la sezione Main Stage a giugno, da venerdì 19 a domenica 27, quellaJazz Cl(H)ub in autunno, da lunedì 27 settembre a domenica 3 ottobre.

Entrambe le sezioni saranno organizzate nel rispetto delle vigenti norme di sicurezza per pubblico, artisti e personale lavorativo.

Nella prospettiva di un graduale ritorno alla normalità, i direttori artistici Diego Borotti e Giorgio Li Calzi hanno lavorato a un cartellone di concerti con l’intento di portare sul palco i musicisti previsti nel 2020, edizione alla quale non hanno potuto partecipare a causa della pandemia.

 

Il Torino Jazz Festival è pronto per tornare sulla scena, dopo un lungo lavoro di preparazione per offrire al pubblico un programma di qualità da seguire nuovamente in presenzadichiara Francesca Leon, assessora alla Cultura della Città di Torino –. Recuperare il piacere di ascoltare insieme concerti che si preannunciano di grandissimo interesse è stato l’obiettivo del lavoro di questi lunghi mesi di incertezza. Una proposta costruita con grande creatività, determinazione e flessibilità da parte di Diego Borotti e Giorgio Li Calzi, come consuetudine di questi tempi. Proposta che, ne siamo certi, saprà sollecitare la curiosità di chi ama la musica. Dunque un augurio di buon TJF 2021 a tutte e tutti”.

 

A ospitare i concerti del TJF Main Stage saranno le OGR – Officine Grandi Riparazioni, il Conservatorio Giuseppe Verdi e il Teatro Vittoria.

Come tradizione il TJF Jazz Cl(H)ub si svolgerà nei club cittadini.

Il programma della sezione Main Stage sarà presentato alla stampa lunedì 24 maggio 2021.

 

 

Un Consiglio comunale aperto su problematiche e futuro dell’automotive

Mercoledì 28 aprile 2021, alle ore 10, si svolgerà, in adunanza aperta, in videoconferenza, la riunione del Consiglio Comunale di Torino, sulle problematiche del settore auto

 
“SOSTEGNO E SALVAGUARDIA DEL SETTORE DELL’AUTOMOTIVE,
PROSPETTIVE DI INNOVAZIONE E PREVISIONI PER L’OCCUPAZIONE”.
 
 
Interverranno: Guido Saracco (Politecnico). Guido Boella (Università degli studi), Maurizio Marrone (Regione Piemonte), Davide Mele (Stellantis), Nicola Scarlatelli (Camera di Commercio), Davide Barberis (Ordine Commercialisti), Davide Richetta (Ordine Avvocati), Andrea Roventini (Economista), Aldo Enrietti (Ismel), Gianmarco Giorda (Anfia), Corrado Alberto (Api Torino), Filippo Provenzano (CNA), Emanuela Barreri (Enviroment Park), Davide Provenzano (Fim-Cisl), Edi Lazzi (Fiom – Cgil), Luigi Paone (Uilm), Ciro Marino (Ugl Metalmeccanici), Fabrizio Amante (Ass. quadri capi Fiat), Chiara Appendino (Sindaca di Torino).
 
La seduta del Consiglio Comunale potrà essere seguita dal canale multimediale della Città, su www.comune.torino.it/multimedia  sui canali Youtube, e Facebook o su www.cittagora.it.

La giornalista Cuzzocrea alla Settimana culturale del Centro congressi Unione Industriale

Incontri di Primavera 2021

Il secondo appuntamento, mercoledì 28 aprile alle ore 15.00, vedrà protagonista la giornalista di Repubblica, Annalisa Cuzzocrea, che è anche una mamma e come molte altre, in un complicato periodo come quello attuale, si è fermata a riflettere sulla sorte toccata ai bambini di tutta Italia, talvolta dimenticati e scavalcati da una crisi sanitaria ed economica globale. Da queste riflessioni è nato il suo libro, “Che fine hanno fatto i bambini? Cronache di un Paese che non guarda al futuro”, edito da Piemme. Insieme a lei discuterà del tema profondamente delicato, il Professor Paolo Manzoni, Direttore del Dipartimento Materno Infantile ASL Biella. A moderare l’incontro un’altra voce femminile, la giornalista di Repubblica Ottavia Giustetti.

«Che fine hanno fatto i bambini?» chiedevano alcuni striscioni comparsi in diverse città italiane durante il primo lockdown, quando le scuole erano chiuse e i ragazzi erano spariti dal discorso pubblico. Quando il Presidente del Consiglio e il Comitato Scientifico avevano dimenticato di decidere se un bambino, accompagnato, potesse fare almeno un giro intorno al palazzo, capire che il mondo non era scomparso, avere un’idea di quel che stava accadendo davvero. Annalisa Cuzzocrea, inviata di Repubblica, mamma di Carlo e Chiara, ha deciso di indagare sul perché i bambini e i ragazzi non siano stati visti dal Governo alle prese con l’emergenza Covid-19. Perché siano serviti mesi prima di rendersi conto di quanto pesante sarebbe stata la conseguenza della chiusura delle scuole, dell’isolamento nelle case, soprattutto per i più fragili e per chi vive in contesti difficili. Attraverso il dialogo con psicologi, scrittori, economisti, demografi, sociologi, registi, insegnanti, genitori, nel viaggio che la porta fino ai Quartieri spagnoli di Napoli e dentro la sezione nido del carcere di Rebibbia, l’autrice scopre le ragioni di fondo dell’invisibilità di infanzia e adolescenza nel nostro Paese. Dove le esigenze e i diritti dei più piccoli, dei più giovani, vengono sempre dopo. Messe dallo Stato a piè di lista, mentre troppo, quasi tutto, si delega alle famiglie di appartenenza. I bambini sono considerati “bagagli appresso” dei genitori, appendici affidate alle loro cure, non cittadini degli spazi che abitano, quasi mai pensati per chi ha meno di 18 anni. E solo un problema politico o è anche e soprattutto un problema culturale? Perché l’Italia stenta a vedere i suoi figli per quello che sono, e si limita a studiarli attraverso quello che consumano? Se tutto è affidato alla famiglia, cosa si fa dove l’ambiente d’origine non funziona, non aiuta, non permette di “fiorire”? “Che fine hanno fatto i bambini” è un testo necessario per capire cosa ci stiamo perdendo, come stiamo mettendo in pericolo il nostro futuro. E da dove bisogna ripartire.

“Corso Principe Oddone dimenticato”

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Caro Direttore, una nuova tornata elettorale è alle porte e a breve inizierà il classico periodo delle promesse (spesso non mantenute!).

Se “del doman non v’è certezza”, del presente sì! Per questo, insieme a molti vicini, anche per prepararci ad un voto consapevole e a un giudizio sull’operato dell’attuale giunta, percorriamo il nostro amato corso Principe Oddone domandandoci:
– Perché quando muore una delle poche piante del corso la tagliano e non la rimpiazzano, sottraendoci un albero? Un esempio: da 2 anni chiediamo di ripiantare l’albero quasi all’angolo con via Sassari, ma nessuno si attiva, né in Circoscrizione 7 – che sostiene non gli competa – né al Verde Pubblico. E dire che gli alberi sono anche preziosi alleati nella lotta all’inquinamento che attanaglia il capoluogo.
– Restando al verde, l’attuale amministrazione si è spesa per incentivare FS a riqualificare le aree dismesse che costeggiano il corso? Nel tratto tra corso Regina Margherita e Piazza Baldissera un po’ di verde servirebbe a mitigare l’effetto autostrada. In questi anni nulla è stato fatto e la sensazione di degrado ha intriso la zona, a due passi da piazza Statuto.
– Sempre nel tratto tra corso Regina Margherita e Piazza Baldissera mancano dei limitatori di velocità e i veicoli sono liberi di sfrecciare rappresentando un pericolo. Mentre le scrivo si stanno soccorrendo i protagonisti dell’ennesimo incidente.
– E infine lo spaccio. All’angolo con via Ravenna e via Sassari ogni notte (spesso anche di giorno), in violazione a tutte le regole inerenti il distanziamento e il coprifuoco, ci sono i venditori di morte, tranne quando veniamo onorati del passaggio di una volante. E quindi, perché non arrivano le telecamere su questo problema storico?
Lei ha le risposte? Noi no, solo amarezza, tanta.
Lettera firmata

Cento milioni per riqualificare il parco del Valentino

Da Palazzo Civico  Quattro commissioni riunite in seduta congiunta hanno ospitato gli assessori Pironti, Lapietra, Iaria, Leon, Unia, intervenuti per presentare il progetto di riqualificazione del Parco del Valentino. Torino esposizioni e il Teatro Nuovo, le aree verdi, l’area fluviale e il Borgo medievale sono i quattro principali filoni d’intervento del progetto elaborato su sollecitazione del Mibact, il Ministero per i beni e le attività culturali e il turismo.

Circa 100 milioni di euro la spesa prevista, finanziata con i fondi europei in arrivo al nostro Paese nell’ambito del programma Next Genereation EU e che orientano il progetto verso una logica di trasformazione urbana rispondente ai concetti di transizione verde, sostenibilità, inclusività. La maggior parte dei fondi saranno destinati alla ristrutturazione di Torino Esposizioni (circa 70 milioni di euro) futura sede della Biblioteca civica centrale, una decina di milioni alle aree verdi, altrettanti per l’area fluviale, 6 milioni di euro verranno invece destinati per completare il restauro del Borgo medievale.

Per Pironti Una grande opportunità per Torino”, una sfida per uscire dalla pandemia investendo sulla resilienza e sulla capacità di ripresa, anche economica, del territorio, lacerato dalle difficoltà vissute in questo periodo.

Gli altri assessori hanno invece presentato a grandi linee le rispettive aree d’intervento: il futuro navigabile del tratto del Po che attraversa la città con battelli elettrici; nuovi e sostenibili percorsi del verde; la collaborazione con il Politecnico per il recupero funzionale di Torino Esposizioni e la realizzazione della nuova Biblioteca centrale. Che dovrà essere digitale, tecnologica e connessa, per favorirne la maggiore fruizione possibile, realizzata rispettando il criterio di sostenibilità ambientale, con uno sguardo rivolto al futuro attraverso una progettazione che dia vita ad un luogo di attrazione anche turistica senza snaturare l’architettura originale.

Argomenti comunque solo anticipati. Per questo motivo Massimo Giovara, nel chiudere la seduta di commissione, ha annunciato la disponibilità ad ospitare futuri momenti d’incontro per approfondire il dettaglio degli interventi previsti.

Torino, 23 aprile 2021

Il Museo del Risorgimento riparte nel 200° anniversario della morte di Napoleone

Da martedì 27 aprile sarà possibile tornare a visitare anche il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, secondo le indicazioni del Ministero della Cultura. Tra le prime iniziative in programma, la celebrazione del 200° anniversario della morte di Napoleone.

 

Con il passaggio in zona gialla e la possibilità prevista di riaprire i musei, il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano tornerà ad accogliere i visitatori a partire da martedì 27 aprile, tutti i giorni (escluso il lunedì) dalle ore 10 alle ore 18. L’ingresso sarà secondo le consuete tariffe e riduzioni.

Come da indicazioni del Ministero della Cultura, nel fine settimana sarà obbligatorio prenotare almeno un giorno prima telefonando al n. 011.5621147, dalle ore 10 alle ore 18.

 

Tra le prime iniziative in programma, segnaliamo la celebrazione del 200° anniversario della morte di Napoleone Bonaparte alle cui vicende storiche il Museo dedica le prime sale del percorso espositivo. Mercoledì 5 maggio 2021 saranno organizzate visite guidate a tema e una lettura scenica dell’ode Il cinque maggio scritta da Alessandro Manzoni nel 1821, in occasione della morte dell’imperatore. L’intervento teatrale sarà a cura dell’attrice Elena Ruzza, dell’Associazione Terra Terra.

L’attuale situazione di emergenza sanitaria impone il rispetto di precise norme che possano garantire la visita in totale sicurezza. Per accedere al Museo sarà obbligatorio indossare una mascherina a copertura di naso e bocca. All’ingresso saranno disposti dispenser con i disinfettanti per le mani. Ciascun visitatore sarà sottoposto al controllo della temperatura corporea che non dovrà essere superiore ai 37,5° C.  All’interno delle sale occorrerà mantenere la distanza interpersonale di oltre un metro ed evitare assembramenti.

I Musei Reali riaprono in zona gialla con nuovi allestimenti

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Con il passaggio in zona gialla, che sancisce finalmente la riapertura dei luoghi d’arte, anche i Musei Reali tornano ad accogliere il pubblico dal 27 aprile:

il complesso museale nel cuore di Torino aprirà le sue porte dal martedì alla domenica, dalle 9 alle 19. Per garantire modalità di fruizione contingentata, chi vorrà accedere alle collezioni e alle attività in programma nel weekend dovrà obbligatoriamente prenotare l’ingresso entro la mezzanotte del giorno precedente la visita. I biglietti sono acquistabili online tramite sul sito www.coopculture.it oppure chiamando il numero 011.19560449. Per informazioni è possibile scrivere a info.torino@coopculture.it.

 

Nella prima settimana di apertura, dal 27 aprile al 2 maggio, il percorso di visita comprenderà il Palazzo Reale con l’Armeria, la Cappella della Sindone, il primo piano della Galleria Sabauda e i Giardini Reali, in cui concedersi un momento speciale di relax o una passeggiata tra giochi prospettici e sculture immerse nel verde. Da martedì 4 maggio, il percorso tornerà a comprendere anche il secondo piano della Galleria Sabauda e la sezione Torino del Museo di Antichità.

 

I nuovi allestimenti

Numerose sono le novità che attendono i visitatori. Il pubblico potrà finalmente ammirare l’altare della Cappella della Sindone, progettato dall’ingegnere e matematico Antonio Bertola tra il 1688 e il 1694 per accogliere la sacra reliquia, conservata nell’urna centrale dal 1694 al 1993, e restituito alla comunità dopo una complessa opera di restauro.

Durante la chiusura, il percorso di visita dei Musei Reali è stato arricchito con la carrozza Mylord di Vittorio Emanuele II appartenente alle Collezioni Presidenziali del Quirinale, collocata nella Rotonda dell’Armeria Reale a pochi passi dalla loggia dalla quale Carlo Alberto annunciò, il 4 marzo 1848, la promulgazione dello Statuto. L’Armeria Reale presenta inoltre il nuovo allestimento Le armi del Re, una selezione di 21 oggetti di notevole pregio e importanza storica, recentemente restaurati, che facevano parte delle ricche raccolte personali di Vittorio Emanuele II. Bandiere, uniformi, onorificenze e altri oggetti strettamente personali, doni diplomatici, fucili e coltelli, oltre a due armature giapponesi, donate al sovrano dall’imperatore Meiji nel 1869 e nel 1871, in seguito alla firma del trattato di amicizia e commercio che apriva le relazioni diplomatiche tra il Regno d’Italia e l’Impero giapponese.

Fino al 4 luglio, le vetrine del Medagliere Reale ospitano il percorso speciale Il Volto delle Donne. L’altra faccia della Storia: nato da un progetto di ricerca avviato nel 2019, con il sostegno di Soroptimist Torino, questa prima tappa della ricerca mira a studiare il ruolo dei personaggi femminili attraverso la lente delle collezioni numismatiche dei Musei Reali. Da sabato 1° maggio sul sito dei Musei Reali sarà fruibile anche online un percorso virtuale in cui conoscere alcune importanti donne che hanno contribuito a fare la Storia.

 

Le mostre in corso

Fino al 30 maggio, nelle sale dedicate ai pittori caravaggeschi della Galleria Sabauda, i visitatori avranno modo di contemplare l’emozionante dipinto di Caravaggio che raffigura il San Giovanni Battista, uno dei santi più venerati dalle chiese cristiane, asceta spesso considerato come l’ultimo dei Profeti. Esposto al pubblico per soli due giorni prima della chiusura forzata, l’opera realizzata tra il 1604 e il 1606 proviene da Roma dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica grazie a uno scambio promosso dalle direzioni dei due musei.

Sempre in Galleria Sabauda, dal 4 al 30 maggio sarà prorogata anche la mostra Sulle tracce di Raffaello nelle collezioni sabaude, dedicata al protagonista assoluto, insieme a Leonardo e Michelangelo, del Rinascimento italiano. A 500 anni dalla sua morte, i Musei Reali hanno reso omaggio al grande maestro di Urbino con un’esposizione che attraverso dipinti, incisioni e oggetti di arte decorativa illustra la diffusione dei modelli derivati dalla sua opera, dalla prima metà del Cinquecento alla fine dell’Ottocento, in Piemonte e nelle raccolte dei Savoia.

Nelle Sale Chiablese, dal 26 aprile al 30 maggio si potrà nuovamente visitare la mostra monografica Capa in color, dedicata al fotografo di fama mondiale Robert Capa e nata da un progetto di Cynthia Young, curatrice della collezione al Centro Internazionale di Fotografia di New York. L’esposizione presenta per la prima volta in Italia oltre 150 immagini a colori, lettere personali e appunti dalle riviste su cui furono pubblicate per illustrare il particolare approccio dell’autore verso i nuovi mezzi fotografici e la sua straordinaria capacità di integrare il colore nei lavori da fotoreporter, realizzati tra gli Anni ‘40 e ‘50 del Novecento. È possibile acquistare i biglietti sul sito www.capaincolor.it (per informazioni e prenotazioni: info@capaincolor.it).

 

Le visite guidate

Con la riapertura dei Musei Reali riprendono anche i tour guidati condotti dai volontari dell’Associazione “Amici di Palazzo Reale”. Da venerdì 30 a domenica 2 maggio, alle ore 10, 11, 12, 15, 16 e 17, è in programma la visita all’Appartamento dei Principi di Piemonte al secondo piano di Palazzo Reale, con il suggestivo affaccio sul terrazzo dal quale ammirare i Giardini Reali e piazza Castello. Nei mesi di maggio e giugno sarà eccezionalmente compresa nel prezzo del biglietto anche la visita guidata all’Area Sacra, che include la Sacrestia, la Cappella della Sindone, la Tribuna Reale e la Cappella Regia. I tour si terranno dal martedì al giovedì con orario 15,16 e 17 e dal venerdì alla domenica con orario 10, 11, 12, 15, 16 e 17.

 

Riapre anche il Caffè Reale

Nella suggestiva Corte d’Onore di Palazzo Reale, dal 27 aprile è possibile rigenerarsi con una pausa al Caffè Reale Torino, ospitato in una cornice unica ed elegante, impreziosita da suppellettili in porcellana e argento provenienti dalle collezioni sabaude. Informazioni e prenotazioni al numero 335 8140537 o via e-mail all’indirizzo segreteria@ilcatering.net.

 

Webinar

Lunedì 3 maggio alle 17 prosegue il ciclo di webinar Da Torino tutto intorno con l’appuntamento La stagione più felice: Il Piemonte tra archeologia e sociale, in cui si dialogherà intorno alla figura di Ariodante Fabretti e all’archeologia nella società di metà Ottocento. Info e prenotazioni: mr-to.edu@beniculturali.it.

 

Le visite online

È possibile visitare i Musei Reali anche a distanza, estendendo l’esperienza di visita nel tempo e nello spazio grazie a LiveCulture. Non si tratta di un tour registrato, ma di una vera visita immersiva e interattiva, con immagini fotosferiche a 360° ad altissima risoluzione, guidati da operatori didattici dal vivo, a cui è possibile accedere in pochi semplici passi. Ideata e realizzata da CoopCulture in collaborazione con la start up ad alto contenuto innovativo Twiceout, la piattaforma è dedicata agli studenti di ogni ordine e grado, che da oltre un anno hanno dovuto rinunciare alle uscite didattiche e ai viaggi di istruzione, e ai turisti per i quali l’esperienza digitale, in questo momento di restrizioni a viaggi e spostamenti, è un modo per mantenere viva la percezione della bellezza del nostro patrimonio.

I due primi percorsi, entrambi della durata di 45 minuti, sono disponibili in italiano e in inglese:

Musei delle meraviglie: un viaggio nell’arte e nell’archeologia lungo tre chilometri, tra reperti, splendidi dipinti, antichi disegni e i Giardini.

Invito a Palazzo: il Palazzo Reale e la Cappella della Sindone sono tra i protagonisti di una visita a volo d’uccello che attraversa nobili gallerie, sale solenni e appartamenti fastosi, fino alle cucine del Re.

Per maggiori informazioni e dettagli, visitare il sito www.liveculture.it; per le scuole il costo è di 90 euro a classe (per prenotazioni: edu@coopculture.it); 130 euro per i gruppi con massimo 15 partecipanti (per prenotazioni: tour@coopculture.it).

 

La Biblioteca Reale

Dalla prossima settimana anche la Biblioteca Reale estenderà l’orario di visita e sarà aperta al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18 e il sabato dalle 9 alle 13. Le consultazioni dovranno essere prenotate con almeno 24 ore di anticipo scrivendo all’indirizzo mr-to.bibliotecareale@beniculturali.it, indicando tutte le informazioni disponibili per la richiesta. Per conoscere le modalità di accesso e registrazione consultare la pagina www.museireali.beniculturali.it/events/biblioteca-reale-riapertura/.

 

 

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MUSEI REALI TORINO

www.museireali.beniculturali.it   

 

Per acquistare i biglietti www.museireali.beniculturali.it/organizza-la-tua-visita

oppure www.coopculture.it/ticket.cfm?office=Musei Reali&id=284

 

Orari:

Da martedì 27 aprile a domenica 2 maggio, biglietteria 9-18 (costo € 13, gratuito fino a 18 anni, € 2 da 18 a 25 anni).

Dal martedì 4 maggio aprirà il percorso completo dalle 9 alle 19 (ultimo ingresso ore 18, costo € 15, gratuito fino a 18 anni, € 2 da 18 a 25 anni).

 

Da lunedì 26 aprile la mostra Capa in color nelle Sale Chiablese sarà visitabile dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 19, sabato e domenica dalle 10 alle 21 con tariffe consuete (www.capaincolor.it).

 

L’ingresso ai percorsi di visita il sabato, la domenica e i festivi, sarà possibile esclusivamente con prenotazione e/o acquisto on line effettuato entro le 24 del giorno precedente.

 

Biglietti:

Da martedì 27 aprile a domenica 2 maggio: ridotto € 13

Da martedì 4 maggio: intero € 15

Ridotto: € 2 (ragazzi dai 18 ai 25 anni)

Gratuito per i minori 18 anni, insegnanti con scolaresche, guide turistiche, personale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, membri ICOM, disabili e accompagnatori, possessori dell’Abbonamento Musei, della Torino + Piemonte Card e della Royal Card. L’ingresso per i visitatori over 65 è previsto secondo le tariffe ordinarie.

 

100 anni di Nuto, Fondazione Revelli e Portineria inaugurano la mostra fotografica sotto i portici di Porta Palazzo

25 aprile  “Ricordati di non dimenticare”  Portineria di comunità Piazza della Repubblica 1/F

La Fondazione Nuto Revelli e la “Portineria di Comunità” della Rete Italiana di Cultura Popolare propongono per il 25 aprile la mostra fotografica Ricordati di non dimenticare: Nuto Revelli, una vita per immagini curata da Paola Agosti e Alessandra Demichelis sotto i portici di Porta Palazzo.

Una retrospettiva composta da 15 stendardi bifacciali di 3 metri per 2, allestiti sotto i portici di Piazza della Repubblica, in un percorso visivo bidirezionale che si snoda lungo entrambe le maniche della piazza. Un momento per celebrare il centenario della nascita dello scrittore che fu alpino in Russia, partigiano e ricercatore della memoria contadina. All’inaugurazione, ci saranno Marco Revelli presidente della Fondazione Nuto Revelli, la sociologa Chiara Saraceno, il direttore di Rete Italiana di Cultura popolare Antonio Damasco e Marco Giusta, assessore ai Diritti della Città di Torino. La mostra, che ha il patrocinio della Città di Torino, si svolge nell’ambito delle iniziative del Polo del ’900 per la Festa della Liberazione e vede la collaborazione di Spazio Zero Sei di Compagnia di Sanpaolo, della Fondazione La Contrada, e rimarrà esposta fino al 31 dicembre.
Nuto Revelli è stato, con la sua opera, una figura di rilievo nella storia nazionale: un “testimone del suo tempo”, il Novecento, protagonista delle battaglie per la giustizia e per la libertà, un ricercatore di memoria tra le pieghe di una società in trasformazione spesso drammatica. Fa parte di quella generazione di scrittori (come Primo Levi e Mario Rigoni Stern, di cui era amico) che giunsero alla scrittura non per sola vocazione interiore ma trascinati, per così dire, dalla Storia, per una sorta di dovere civile e morale: per “far sapere” affinché gli orrori di cui erano stati vittime e testimoni non si dovessero mai più ripetere. Il suo impegno permanente è stato quello di restituire voce a coloro che voce non hanno: ai soldati vittime delle guerre, ai montanari e contadini che quelle guerre per primi le avevano pagate e che erano poi stati lasciati ai margini, a quanti senza nulla pretendere si sono sacrificati per il bene di tutti. Queste tracce di memoria, che giungono a noi dal secolo scorso si intrecciano invece oggi con le vicende umane di un nuovo paesaggio, quello di Porta Palazzo, che accoglie popoli e persone a loro volta in fuga da guerre, carestie, oppressione e che qui giungono percorrendo con mezzi di fortuna i mille cammini della speranza.
La pratica dell’ascolto come atto politico per dare voce ai più fragili è la principale eredità di Nuto Revelli. È significativo, quindi, rappresentare la sua storia in un paesaggio urbano e umano così tipico come quello di Porta Palazzo, dove la Portineria di Comunità, attraverso il Portale dei Saperi (www.portaldeisaperi.org), svolge un’importante funzione di presidio proprio attraverso la raccolta di testimonianze, racconti che sono espressione dei percorsi di vita delle tante persone che partendo da un nuovo “mondo dei vinti” costruiscono, giorno dopo giorno, il loro futuro di speranza e di riscatto.
La mostra è stata realizzata in collaborazione con l’Istituto storico della Resistenza e della Società contemporanea in Provincia di Cuneo “Dante Livio Bianco”, ha ricevuto il sostegno del Mibac, del Consiglio Regionale del Piemonte, della Città di Cuneo, delle Fondazioni Compagnia di Sanpaolo, CRC e CRT e gode del patrocinio della Regione Piemonte e della Città di Torino.

Il 25 aprile visto e raccontato dai suoi protagonisti

COSA SUCCEDEVA IN CITTA’ /Argante Bocchio classe 1924 , vive a Novara capo partigiano in Val Sessera e nel Biellese. Partì per la Montagna a fine 1943 con altri 25  suoi compagni. Ritornarono in 5 e libero’ Vercelli dai nazifascisti con 1200 partigiani il 25 Aprile 1945. Ma per lui la Resistenza duro’ molti anni.

Dovette scappare dall’Italia perché ingiustamente accusato di omicidio durante la guerra. Condannato in primo grado con Moranino senatore della repubblica e assolto in cassazione perché fu un atto di guerra. Lo conobbi alla fine anni ’70 a Novara come Presidente delle cooperative agricole. Nel 2016 un suo video dove racconta la sua storia. Si alternano , ben comprensibili sul suo volto,  dolore per la morte dei suoi compagni,  e la gioia per la libertà conquistata. Grande dignità. Storia con la esse maiuscola. Palmiro Gonzato classe ’26 . Fino ad un anno fa guidava l’auto.  A soli 16 anni gappista. Una mattina mi hanno svegliato. Intervistato da Stefano Tallia. Titolo che è meravigliosa sintesi. È da una vita che conosco Palmiro. Ho sempre invidiato la sua pacatezza e sicurezza. Non a caso la sicurezza di Enrico Berlinguer , quando veniva a Torino,  era da lui garantita. Vi racconto. Marzo 1977.  A Palazzo Nuovo si votava per i decreti delegati. Il servizio d’ordine del PCI,  il mitico servizio d’ ordine del pci torinese era venuto nel darci una mano proteggendoci da chi , come gli Autonomi e Lotta continua non volevano farci votare. La settimana prima a Roma era stato cacciato Luciano Lama. Stava facendo un comizio davanti all’università  La Sapienza. Anni di terroristi rossi e neri. A Palazzo Nuovo era un momento di stanca.  Pomeriggio.  A un certo punto fuggi fuggi generale. Una decina di fascisti con casco integrale e armi assalirono i presenti a sprangate. Poi fuggirono  tutti tranne un certo Maggiora , il loro capo. Circondato da militanti estremisti e preso a sua volta a sprangate. Il primo che lo difese fu Giorgio Ardito,  allora se ricordo bene vicepresidente della Provincia di Torino. Rischiava di essere travolto e solo l’ intervento di Palmiro Gonzato salvo’ tutti e due. Dopo quasi mi lamentai con Palmiro.  Perché hai salvato un fascista? Parlava poco . Mi guardò fisso negli occhi. Ho salvato una vita umana. Se mai vi fossero dubbi Palmiro era un grande e io un cretino. Palmiro da ottant’anni un antifascista,  una persona che non ha mai perso l’ umanità. Molti i romanzi sulla Resistenza  sono scritti da chi ha fatto la resistenza. Dal Partigiano Johnny  di Beppe Fenoglio ai Sentieri dei nidi di ragno di Italo Calvino. Ma il mio preferito continua ad essere Uomini e no di Elio Vittorini. Partigiano a Milano senza mai sparare un colpo. Nel capitolo finale un giovane gappista entra in osteria per uccidere un soldato tedesco. Non lo fa ed uscendo spiega il perché: aveva la faccia di un operaio. Umanità nonostante i fascisti , la stragrande maggioranza dei fascisti non abbiano avuto umanità. Nonostante il nazifascismo abbia solo trovato un posto nella cloaca della storia. Una mostruosità. Ricordarcelo,  dopo che sono passati tanti anni,  soprattutto il 25 Aprile,  non guasta mai. Indro Montanelli ha sempre e ripetutamente sostenuto che il fascismo è morto in piazzale Loreto con la morte di Benito Mussolini. Si sbagliava, purtroppo. L’attuale condizione per dichiararsi fascista è una radicale e totale ignoranza. Antifascisti erano Alcide De Gaspari che volle o dovette rompere con i comunisti. Giuseppe Saragat che ruppe con Nenni che voleva essere amico con i comunisti. Ed Enrico Mattei , partigiano,  che quando, da Presidente Eni, sentendosi in pericolo,  chiamò i suoi ex compagni partigiani comunisti per proteggerlo. Di altri non si fidava. Diventa inutile,  dunque , la strumentalizzazione di una sorta di equiparazione tra comunismo e fascismo. Qui stiamo parlando di altro. Di contrapposizione tra fascismo ed antifascismo. Banale ripeterlo ma è sempre meglio ripetere… un antifascista è – o dovrebbe sempre essere – un democratico,  un fascista è un totalitario.
Un antifascista deve essere e vuole essere un tollerante. Un fascista ti deve negare se lo contraddici.  Buon 25 Aprile a Tutti.

Patrizio Tosetto