Martedì e giovedì al Sant’Anna


Presentata la 70ma stagione dello Stabile torinese
Buon Compleanno, Teatro Stabile! Perché sono settanta da quella sera del 3 novembre 1955 che Anna Maria Rimoaldi – non avrebbe poi fatto lunga strada nel mondo teatrale ma avrebbe affiancato dalla metà degli anni Sessanta Maria Bellonci alla conduzione dello Strega, che poi guiderà alla scomparsa nel 1986 dell’autrice di “Rinascimento privato” – mise in scena “Gli innamorati” goldoniani in coppia con un atto unico di De Musset, “Non si può pensare a tutto”. Con questo compleanno s’arriva alla stagione che ha per titolo “Essere umani”, un simbolo grafico che è un Pinocchio vestito di un abito e di un cappello a cono rossi. “Un bel traguardo per un teatro – ci tiene a sottolineare il direttore artistico Valerio Binasco presentando quasi in solitaria i circa novanta appuntamenti – mentre per ciascuno di noi sarebbe un fatto destabilizzante, un passaggio bellissimo al technicolor provenendo da un’epoca antica in bianco e nero. E poi l’immagine felice di quel burattino di legno che per divenire un essere umano è desideroso di trasformarsi in un bambino, portandosi inevitabilmente appresso quel che di fanciullesco è in quella età: vale a dire la fantasia e le bugie e i travestimenti, quanto anche i teatranti portano con sé, chi fa il teatro e chi lo guarda, allo stesso modo. Proprio in virtù di una grande magia che ci riporta indietro nel tempo.” Non nascondendoci che “essere umani” vuole anche essere, in questa nostra epoca di sconvolgimento non soltanto morale, un invito a crescere e a riscoprire quella umanità che stiamo sempre più perdendo: e a questo, con le parole di Natalia Ginzburg, Binasco dedicherà la suggestiva quanto “tempestosa” chiusura della conferenza stampa di presentazione, tra le poltrone blu del Gobetti.
L’identità sconcertata di “Amleto” – anche ospitalità di “attori” nel gioco di ragnatele del principe – è stata scelta ad aprire la stagione il prossimo 6 ottobre, Mario Pirrello protagonista e Leonardo Lidi (regista residente del TST e direttore della scuola di recitazione) pronto a metterlo in scena (“non esiste sfida più grande che quella di interpretare o dirigere la storia del principe di Elsinore”, parole che mettono le mani avanti), un testo fatto di domande e di immancabili risposte, testo profondo e difficile da far sì tremare le vene e i polsi, perché “Amleto è tutti noi, perché il suo dubitare rappresenta l’essenza stessa dell’umanità”. Titolo d’apertura di un cartellone che vede 14 produzioni esecutive – tra cui le riprese di “Pinocchio” diretto in due parti da Marta Cortellazzo Weil, di “Come nei giorni migliori” (per il terzo anno) della accoppiata Pleuteri/Lidi, di “Novecento” di Gabriele Vacis da Baricco, di “Festa grande d’aprile” che Giulio Graglia ha messo in scena sulle parole di Franco Antonicelli, della convincente “Gatta” di Tennessee Williams con una lunga tournée – e 10 coproduzioni.
Tra le prime, il direttore Binasco, regista e interprete con Pamela Villoresi, propone nell’aprile ’26 ancora un esempio di teatro nel teatro, “Circle Mirror Trasformation” di Annie Baker – un testo suggeritogli dalla traduttrice e “scopritrice” Monica Capuani -, una delle voci più originali della nuova drammaturgia americana, già premiata con il Pulitzer, una commedia brillante dove cinque sconosciuti si ritrovano in un’anonima sala prove di provincia per un corso di teatro, sei settimane di esercizi teatrali in cui si scoprono legami inattesi, tra momenti di fragilità e la scoperta di desideri nascosti di ogni animo umano. Il New York Times ha definito la commedia “coinvolgente, implacabile e acutamente divertente”. Mentre il signor Shakespeare s’affiderà per il prossimo “Prato inglese” alle regie “al femminile” di Marta Cortellazzo Wiel e di Giulia Odetto per rispettivamente “Le allegre comari di Windsor” e “Come vi piace” e Jurij Ferrini guarda alla “Mandragola” di Machiavelli ieri come oggi intrisa di avidità, manipolazione e finzioni sociali, Liv Ferracchiati sarà alle prese con le “Tre sorelle” cecoviane (Giordana Faggiano tra le interpreti) e accentuerà “la modernità dell’opera, mettendo in luce la nostra precarietà emotiva e rivelando le fratture interiori dei personaggi e le loro aspirazioni irrisolte” (dal 17 marzo). Il nuovo drammaturgo residente, “Diego – interferisce Binasco – che ha anche un cognome, Pleuteri” considerando la familiarità con cui s’approcciano al nuovo enfant prodige alcuni altri seduti in palcoscenico, si carica di ben tre importanti appuntamenti della stagione: oltre la ripresa di “Come nei giorni migliori”, dà alle scene “Tutto in me è amore” (regia di Marco Lorenzi), con al centro la figura di Piero Gobetti, l’anno prossimo ne sarà l’anniversario della morte, diviso tra passione politica e amore per il teatro, nell’intento drammaturgico di riscoprirne tutta l’eredità umana e sociale (nel teatro che da lui prende il nome dal 27 gennaio) e “Resteremo sempre qui buone ad aspettarti” (regia di Leonardo Lidi), ovvero Briciola, Luna e Wanda, ovvero un cane, un gatto e un pesce rosso di sesso femminile, sole nella casa dove i padroni le hanno abbandonate, metafora della sopraffazione a cui si è quotidianamente sottoposti (ancora al Gobetti, dal 14 aprile).
Tra le coproduzioni, spicca un titolo che non ti aspetteresti mai nel cartellone di uno Stabile, quel “Chicago” di John Kander e Fred Webb, acclamato musical, frequentato dal cinema e dai palcoscenici di tutto il mondo, “raffinata rilettura” firmata da una degli artisti associati del TST, Kriszta Székely, e interpretata dagli attori del Katona di Budapest, ancora una volta esempio di realtà e rappresentazione, in un alto alternarsi di spettacolo, potere e sistema giudiziario. Curiosi di vedere quel che uscirà dalla realizzazione della regista ungherese. Poi ancora Cechov, con “Il gabbiano” nelle mani di Filippo Dini, anche in scena con Giuliana De Sio, uno dei successi di Eduardo, “Sabato, domenica e lunedì” con Teresa Saponangelo e la regia di Luca De Fusco, “Mirra” di Alfieri con cui si confronta il giovane Giovanni Ortoleva, dramma d’incesto costruito su una lingua antica di perfezione che dovrà essere avvicinata al pubblico di oggi per saggiarne tutta la modernità, “Guarda le luci amore mio”, un testo del Nobel per la Letteratura 2022 Annie Ernaux, dalla scrittura “asciutta e penetrante”, messo in scena da Michela Cescon, interpreti Valeria Solarino e Silvia Gallerano.
Innumerevoli e importanti le ospitalità, impossibile citarle tutte. Citeremo almeno Franco Branciaroli (“Sior Todero Brontolon”), Ascanio Celestini e Milena Vukotic, Giorgio Colangeli e Mariano Rigillo a riproporre le loro ormai collaudate figure papali e Lino Guanciale a Torino con un altro testo di Davide Sacco, “Napoleone. La morte di Dio”, nell’abbuffata shakespeariana il “Re Lear” di Lavia e il “Riccardo III” di un sempre stuzzicante Antonio Latella con Vinicio Marchioni interprete e “Otello” dove, con la drammaturgia di Dacia Maraini, Giorgio Pasotti sarà regista e perfido Iago mentre l’interprete del titolo lo ha catturato Giacomo Giorgio, giovane speranza – che speriamo non sdruccioli davanti a tanto peso – uscita da “Mare fuori”. Massimiliano Gallo ripropone a teatro l’avvocato Malinconico di radici televisive, Davide Livermore torna a Torino con “Il lutto si addice ad Elettra” di O’Neill, produzione dello Stabile genovese, Elisabetta Pozzi e Tommaso Ragno tra gli interpreti, Luca Marinelli, dopo il grande successo di “M”, visita “Le Cosmicomiche” di Italo Calvino e Silvio Orlando è il pirandelliano Ciampa del “Berretto a sonagli”, maschera grandiosa di un’intera filosofia, mentre Umberto Orsini vive con l’aiuto di Massimo Popolizio un vecchio attore che attende di entrare in scena, prima di recitare “Il temporale” di Strindberg.
Elio Rabbione
Nelle immagini: momenti di “Pinocchio” e di “Novecento” da Alessandro Baricco (ph di Luigi De Palma), Teresa Saponangelo futura interprete dell’eduardiano “Sabato, domenica e lunedì” (ph di Carol Levico) e “Festa grande d’aprile” messo in scena da Giulio Graglia (ph di Andrea Macchia)
Torna Open House Torino, nella sua ottava edizione, sabato 7 e domenica 8 giugno prossimi con un weekend dedicato all’architettura e alla scoperta urbana. Per due giorni si apriranno ai visitatori le porte di residenze private, spazi pubblici, edifici d’autore, interni di design normalmente inaccessibili, offrendo un’occasione e unica per esplorare Torino da una nuova prospettiva. Più di 100 edifici privati saranno aperti al pubblico gratuitamente. Le prime edizioni hanno superato le aspettative, entusiasmato i torinesi nonostante le code. Queste meraviglie nascoste valgono l’attesa. Dopo oltre 60 mila visite Open House Torino si prepara a riproporre il suo fine settimana di visite.
Tra i luoghi che meritano una visita sono in centro la Casa del Pingone, Suite 33, Residenza Universitaria Giovanna d’Arco, Galleria Persano e Palazzo Scaglia di Verrua, Palazzo Chiablese e il ristorante del Cambio. Alla Crocetta saranno aperte la Palazzina Federici e la Casa Crescente, a Borgo San Paolo merita una visita Palazzo Lancia, a Cit Turin il Ranch Urbano, a San Donato il villino Raby e il campanile di Santa Zita, a Madonna di Campagna il Dancing Le Roi e a Borgo Dora Aurora il Sermig, Arsenale della Pace, Combo, Film Commission Torino e Piemonte, Villa Rei a Madonna del Pilone, sede dell’AutoMoto Club Storico italiano, Casa Luzi, Villa d’Agliè, a Borgo Po e Cavoretto il parco Europa e la stazione Ovovia, la chiesetta della libreria Borgo Po, la biblioteca Geisser, al Lingotto la Casa Moi, a San Salvario la Sinagoga, il Consolato della Repubblica Socialista del Vietnam, l’Orto Botanico di Torino, la Casa tra gli alberi, Villa San Quirico e The Heat Garden.
Mara Martellotta
Dal 6 giugno al 26 agosto prossimo, presso la Cappella della Sindone dei Musei Reali di Torino, sarà esposta al pubblico Oculus Spei, installazione multimediale di Annalaura di Luggo.
La mostra, curata da Ivan D’Alberto, promossa dai Musei Reali e dal Museo Diocesano di Torino, ha ricevuto il patrocinio morale del Giubileo 2025, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e del Ministero della Giustizia.
La Cappella della Sindone, monumento che custodisce uno dei simboli della cristianità e della spiritualità universale, si apre all’arte contemporanea, accogliendo un progetto che intreccia tecnologia, arte e fede. In questo spazio sacro, dove la Sindone si offre come simbolo di redenzione, Oculus Spei propone un messaggio profondo: la speranza come forza positiva che permette di affrontare ogni sfida e difficoltà.
L’opera multimediale è interattiva dell’artista napoletana si articola attorno a 5 Porte Sante ideali, davanti alle quali il visitatore è invitato a bussare concretamente. Oltre alle prime 4 Porte Sante, il pubblico trova persone con disabilità provenienti dai 4 angoli del mondo. Sono uomini e donne che si fanno testimoni di forza e resilienza. Una luce che discende dall’alto, li attraversa aprendo un varco nel loro cuore e nel loro sguardo. Da sempre l’occhio, per Annalaura di Luggo, è la chiave d’accesso più profonda verso l’animo umano. La quinta Porta è ispirata a quella del carcere di Rebibbia, aperta da Papa Francesco come segno di accoglienza e misericordia, e rappresenta il momento più intimo e trasformativo del percorso. Il visitatore, ripreso in tempo reale, si trova in una gabbia simbolica che evoca ogni forma di prigionia, precarietà e vulnerabilità, ed è proprio in questa condizione di reclusione che la luce riappare, suggerendo una possibile liberazione interiore attraverso la speranza.
“L’esposizione dell’opera multimediale Oculus Spei di Annalaura di Luggo – afferma Mario Turetta, direttore dei Musei Reali di Torino – all’interno degli spazi fortemente caratterizzati della cappella, consente di far dialogare le opere del passato con le espressioni artistiche contemporanee. L’attraversamento simbolico delle opere di Oculus Spei, ideate con un sapiente uso della luce, protagonista della stessa architettura barocca della Sindone, implica una visione inclusiva pienamente in linea con la missione degli stessi Musei Reali, aperta a tutti i pubblici, e per i quali l’arte costituisce uno strumento cruciale di mediazione e condivisione”.
“L’opera avvicina – spiega Lorenza Santa, curatrice delle collezioni di Palazzo Reale – ha esperienze, emozioni, difficoltà e sogni – invitando lo spettatore a riflettere e a superare confini e barriere”.
“Dopo l’allestimento nel Pantheon romano – spiega Gianluca Popolla, direttore del Museo Diocesano – arriva a Torino questo evento che ci consente di informare e orientare gli occhi, fisici e simbolici, poiché crea un singolare e affascinante dialogo tra il percorso architettonico e artistico ideato secoli fa dal genio di Guarino Guarini nel luogo dove era ospitata la Sacra Sindone, e le moderne installazioni multimediali della grande artista”.
Ad ampliare il senso dell’opera, l’omonimo documentario di Annalaura di Luggo, che approfondisce i temi del progetto attraverso un racconto visivo che intreccia le immagini delle Porte Sante con riflessioni e testimonianze sul tema della speranza. Ne emerge una narrazione corale dove l’arte diventa spazio di ascolto e condivisione.
Annalaura di Luggo è nata nel 1970 a Napoli, dove vive e lavora, e il suo percorso si esprime attraverso la ricerca a multimediale, fotografia, video e regia. Le sue opere e installazioni sono realizzate attraverso la fusione di tecnologie e manualità, e dialogano con il fruitore che spesso è protagonista dell’azione, portato a riflettere su questioni sociali e ambientali, e su temi come i diritti umani, la cecità, il mondo animale, la natura e la biodiversità.
Presentando il biglietto d’ingresso al Museo Diocesano, è previsto uno sconto di 5 euro per visitare i Musei Reali (10 euro anziché 15).
Mara Martellotta
Foto Andrea Guermani Musei Reali
Vladimir Luxuria è stata confermata alla direzione del Lovers Film Festival, il Festival a tematiche LGBTQI +, promosso dal Museo Nazionale del Cinema di Torino. Luxuria resterà in carica fino al 2027, anno in cui Torino, dal 18 al 26 giugno, ospiterà l’Europride.
“Siamo lieti di affidare le prossime edizioni di Lovers a Vladimir Luxuria – sottolineano Enzo Ghigo e Carlo Chatrian, rispettivamente Presidente e Direttore del Museo del Cinema di Torino – siamo certi con la sua passione, verve e ironia saprà continuare a sorprendere e sorprenderci, esaltando il potere del cinema come strumento di condivisione e cambiamento. La sua riconferma è un passo per portare il Festival, il più antico in Europa e il terzo al mondo dedicato a tematiche LGBTQI+, verso un appuntamento d’eccezione come l’Europride 2027”.
“Ringrazio il Presidente e il Direttore del Museo Nazionale del Cinema di Torino, il comitato di gestione – dichiara Vladimir Luxuria – tutti coloro che hanno lavorato non per me, ma insieme a me, per la comunità LGBTQI+ torinese che incontrerò questo sabato al Pride, e alla Città di Torino, che considero una bellissima location per il Lovers. Continuer a lavorare con passione e condivisione per i prossimi due anni, con un occhio particolare al 2027, anno in cui Torino, città dei diritti, ospiterà l’Europride. Non prometto effetti speciali, ma mi adopererò per un Festival che faccia effetto sulle coscienze con l’arma pacifica delle emozioni”.
Gian Giacomo Della Porta
Ai nastri di partenza la 28esima edizione del Festival CinemAmbiente, diretto da Lia Furxhi, che si svolge dal 5 al 10 giugno a Torino, e online sulla piattaforma Open DDB, con una selezione dei titoli in cartellone visibili in replica fino al 21 giugno sul sito www.festivalcinemambiente.it. Si tratta della più importante rassegna italiana dedicata alla cinematografia ambientale, organizzata dal Museo Nazionale del Cinema, con sede al Cinema Massimo. L’edizione 2025 presenta 77 film in arrivo da 26 Paesi e in rappresentanza di 5 continenti. I film proposti sono suddivisi nella consueta spartizione del Concorso Documentari, Concorso Cortometraggi, Made in Italy e Panorama. Approfondiscono sia temi da tempo al centro del dibattito ambientale, quali cambiamenti climatici, l’antropizzazione del pianeta, la perdita di biodiversità, lo sfruttamento delle risorse naturali , il pericolo delle pandemie, sia temi emergenti o tornati alla ribalta, come l’energia nucleare, la conquista spaziale, data la prevista inabitabilità del nostro e l’ecocidio come strumento bellico. Novità di quest’anno la Sezione Panorama si divide in tre focus tematici: gli immaginari ecodistopici, il rapporto tra ambiente e guerra e la reintroduzione della fauna selvatica.
L’inaugurazione della 28esima edizione coincide con la Giornata Mondiale dell’Ambiente e, ad aprire il Festival, sarà la proiezione del film muto “Wonders of the Sea”, alle 20.30, sala 1, musicato dal vivo dai Perturbazione. La serata vuole porre attenzione all’importanza dei temi al centro della conferenza ONU sugli oceani, in svolgimento concomitante a Nizza. Diretto nel 1922 da J. WIilliamson, regista, fotografo e ingegnere britannico, il film è stato recentemente restaurato da Cinémathèque Française, ed è uno dei primi film della storia del cinema a contenere riprese subacquee dal vero. I Perturbazione sono una band piemontese che della sottrazione del testo ha fatto la propria cifra stilistica, in quanto mette il loro suggestivo mondo sonoro a disposizione della narrazione per immagini. La proiezione sarà introdotta da Thierry Lucas, Senior Programme Officer di UNEP, e Francesca Santoro, online, Senior Programm officer di UNESCO – IOC, Partner del progetto “Sea Beyiond” del Gruppo Prada.
Nello stesso giorno, alle 9.30, al cinema Massimo, si è tenuta la premiazione CinemAmbiente Junior, la selezione competitiva che si rivolge alle scuole di ogni ordine e grado, giunto alla sua sesta edizione. Nel corso della premiazione è stato assegnato il premio speciale Scuola Park di Achab Group a tre delle produzioni finaliste. Sono stati anche premiati i finalisti della seconda edizione del concorso fotografico Scatti Sostenibili 2025, dedicato al fondatore del Festival Gaetano Capizzi, dell’IIS Amedeo Avogadro di Torino. Nel pomeriggio, in sala 3, il Festival ospiterà la relazione annuale sull’ambiente, pubblicata da ARPA e Regione Piemonte. La 28esima edizione presenta con l’Università degli Studi di Torino due installazioni intitolate “Food Jam Session” e “Traspirazioni sonore”, prodotte da UniVerso, ideate da Vincenzo Guarnieri e presenti fino al 15 giugno all’Orto Botanico.
Venerdi 6 giugno, alle ore 10, presso il Circolo dei Lettori si svolgerà il panel “Distopie ambientali nell’audiovisivo contemporaneo”, della Sezione Panorama, che esplora le sfide ambientali attraverso immaginari distopici nel cinema ambientale contemporaneo. Al panel intervengono la regista Jessica Woodworth, Bruno Surace del Dipartimento degli Studi Umanistici dell’Università di Torino e Mattia Galli, Phd student all’Università Cattolica del Sacro Cuore. In serata, alle 22, al cinema Massimo, la regista Woodworth presenterà il suo film “La quinta stagione”, opera intensa e simbolica sulle conseguenze del cambiamento climatico in un villaggio delle Ardenne. A completare il programma, sabato 7 giugno, alle 21.30, il regista Marten Persiel condurrà gli spettatori nell’anno 2054 con “Everything will change”. Protagonista di CinemAmbiente anche il Museo Regionale di Scienze Naturali, dove alle 18 si terrà il panel “Reintroduzione delle specie selvatiche – successi e sfide della conservazione”, dedicato alla difficile coesistenza tra uomo e specie selvatiche in zone particolarmente antropizzate. Interverranno Luca Rossi, professore ordinario di Scienze Veterinarie, Samer Angelone, regista e biologo, fondatore della Swiss Science Film Academy e Elisa Ramassa, funzionario di vigilanza dell’ente di gestione dell’area protetta delle Alpi Cozie. Seguiranno la proiezione di “The Shepherd and Bear” di Max Keegan, che racconta di una comunità montana divisa e del rapporto tra esseri umani e predatori. Il giorno successivo verrà proiettata una storia a più voci sul ruolo del lupo sulle nostre montagne, dal titolo “Lupi nostri. In un paesaggio di paura e amore”, un film di Samer Angelone.
Un evento speciale avverrà in una locazione inedita e inaspettata – Il mondo di sotto, la Cabina primaria Arbarello di Iren – Die! Goldstein presenterà con una doppia esibizione alle ore 21 e alle 22.30 la live cinema performance “Drowned Paradise”; egli è un artista multimediale noto per i suoi lavori che uniscono musica elettronica e video manipolati in tempo reale. Ha creato un paesaggio sonoro ipnotico e totalizzante, offrendo un ‘esperienza sensoriale che unisce alla musica una riflessione critica sul presente che viviamo e sul futuro che stiamo costruendo.
Nella sala 1 si avvia la Sezione Made in Italy e , alle 19.30, il Concorso Documentari internazionali. Nella sala 3, a partire dalle 16.30, si inaugura il concorso Cortometraggi, alle ore 18 una proiezione per Made in Italy e, alle 22, per Panorama, verrà proiettata “La quinta stagione” di Jessica Woodworth e Peter Brosens, introdotta dalla regista, che concluderà le proiezioni di giornata in sala 3.
Mara Martellotta
Presentata la nuova stagione dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai. Il direttore artistico Ernesto Schiavi, ha tenuto a sottolineare l’importanza come servizio pubblico di dare spazio ai giovani. A tal proposito debutteranno sul podio dell’Orchestra Rai 3 direttori under 30 : Emmanuel Tjeknavorian, Diego Ceretta e Nicolò Umberto Foron. Il cartellone prevede 22 concerti in doppia serata da ottobre a giugno, 3 eventi a Natale, Carnevale e Pasqua, Rai Nuovamusica ne propone 4. Inoltre la musica da camera delle “Domeniche dell’Auditorium” e il ciclo “Silent Sound” dedicato al cinema muto con 3 appuntamenti da settembre a ottobre. Inaugurazione il 9 ottobre con il direttore principale Andrès Orozco-Estrada, con l’esecuzione della terza sinfonia di Mahler. Grandi bacchette sul podio dell’Orchestra Rai :Kirill Petrenko direttore dei Berliner, Alpesh Chauhan, Michele Mariotti, Juraj Valcuha oltre a Fabio Luisi , e Robert Trevino. I solisti saranno ben 27 tra i quali : Fazil Say, Sergey Khachatryan, Beatrice Rana, Emanuel Ax, Pablo Ferràndez, Kirill Gerstein. Vi saranno 3 cori: voci bianche del Regio, Maghini, Filarmonico Ceco di Brno. Da segnalare l’esecuzione delle 4 sinfonie di Brahms. Tutti i concerti verranno trasmessi da radio3, in live streaming gratuito sul portale di Rai Cultura e tanti su Rai 5. Per i festeggiamenti di San Giovanni martedì 24 giugno, l’Orchestra Rai diretta da Robert Trevino con il mezzosoprano Justina Gringyte, sarà protagonista all’auditorium Toscanini di un concerto con brani tratti da opere di Verdi e pagine favolistiche descrittive.
Pier Luigi Fuggetta
Eleganza, vivibilità e solidità del mercato immobiliare: la Crocetta continua a confermarsi tra le zone più prestigiose e richieste di Torino. Ma qual è oggi lo stato di salute del mercato in questo quartiere storico? Quali sono i trend, chi compra, chi vende e con quali aspettative?
Per fare il punto, ci siamo adati a una voce autorevole: Massimiliano Valdini, titolare dell’agenzia Gabetti Crocetta e profondo conoscitore del tessuto urbano torinese. Con oltre trent’anni di esperienza nel settore, Valdini ore un’analisi chiara e dettagliata della situazione, arricchita da dati concreti, osservazioni sul campo e consigli utili per chi vuole investire o vendere casa in Crocetta.
Le opinioni espresse nell’intervista riflettono la visione professionale e personale dell’intervistato e non necessariamente la posizione uciale del marchio Gabetti a livello nazionale.
Perché Crocetta è considerata una delle zone più ambite di Torino?
Massimiliano Valdini – “La Crocetta è da sempre un quartiere d’élite. A renderla così attrattiva sono diversi fattori: l’architettura elegante, i viali alberati, la presenza di una vivace zona pedonale e del rinomato mercato rionale. Inoltre, la vicinanza al centro, la sicurezza percepita, la qualità dei servizi scolastici e la prossimità al Politecnico la rendono una scelta privilegiata sia per famiglie che per investitori.”
Qual è l’attuale andamento del mercato immobiliare in zona?
Valdini – “È un mercato dinamico e reattivo. Gli immobili ben posizionati e correttamente valutati si vendono in tempi molto brevi. La domanda resta alta, soprattutto per le soluzioni di pregio.”
Chi sono oggi gli acquirenti in Crocetta?
Valdini – “La clientela è composta principalmente da famiglie, liberi professionisti e investitori. Negli ultimi tempi, abbiamo registrato un ritorno deciso di quest’ultimi, interessati all’acquisto per poi attare, soprattutto a studenti universitari, vista la vicinanza con il Politecnico.”
E sul fronte dei venditori?
Valdini – “Spesso si tratta di eredi o persone che cambiano abitazione, magari per motivi familiari o professionali. Si tratta generalmente di un pubblico maturo, molto attento al reale valore di mercato dell’immobile.”
Che prospettive intravede per i prossimi mesi?
Valdini – “Positive. La Crocetta manterrà la sua attrattività grazie alla qualità della vita che ore e alla stabilità del suo mercato. È una zona che continua a essere percepita come un investimento sicuro.”
Quali consigli darebbe a chi vuole acquistare casa nel quartiere?
Valdini – “Il consiglio principale è muoversi con tempestività. Gli immobili più interessanti non rimangono a lungo sul mercato. Per questo è fondamentale adarsi a un professionista esperto del territorio, in grado di guidare l’acquirente con competenza e rapidità nelle scelte migliori.”
“Casa Silencio”, in corso Cirié a Torino, verrà inaugurata ufficialmente nel cuore del non facile quartiere
Venerdì 6 giugno, ore 18,30/21,30
Tra i suoi progetti più noti, vi è “Una notte al Museo”, che dal 2017 ad oggi, ha portato più di 280mila giovani in oltre 50 Musei tra Piemonte, Liguria e Lombardia. Parliamo di “Club Silencio”, Fondazione culturale torinese da anni impegnata “in progetti esperienziali che stimolino la partecipazione attiva dei giovani under 35 alla vita culturale, sociale e democratica del proprio territorio”. Ebbene, la bella notizia è che, venerdì 6 giugno (dalle 18,30 alle 21,30) la Fondazione (e con essa tutta la folta schiera dei giovani che ne fanno parte, aderendo alle sue innumerevoli proposte di “saggia” creatività) inaugura ufficialmente “Casa Silencio”, il suo“primo spazio permanente a Torino”, in corso Ciriè 25D, nel cuore del “quartiere Aurora”, a pochi passi dal mercato di Porta Palazzo, un luogo-laboratorio urbano “in cui coltivare idee, sviluppare progetti, sperimentare nuovi linguaggi, pensato per accogliere incontri, mostre, laboratori e pratiche artistiche condivise”.
Momento clou dell’inaugurazione, l’evento speciale di chiusura di “BEYOND 2025”, Conferenza europea sulla cultura e il futuro delle politiche culturali promosse da “Culture Action Europe”, evento multidisciplinare a ingresso gratuito , che intreccia arte, musica, esperienze immersive e momenti partecipativi.
Sottolinea Alberto Ferrari, presidente “Fondazione Club Silencio”: “Con ‘Casa Silencio’ abbiamo voluto dare forma a un’idea semplice ma radicale: che la cultura possa maturare ovunque, purché ci siano ascolto, fiducia e libertà di espressione. Non è un caso che questo spazio nasca in Aurora, il quartiere più giovane di Torino, dove da anni lavoriamo per costruire connessioni, possibilità e immaginari. È un gesto di restituzione, ma anche di fiducia nel futuro”.
Ricco e quanto mai vario il programma pensato per la serata inaugurale che, dopo il momento istituzionale (alla presenza dei rappresentanti della conferenza “Beyond” e di “Club Silencio”) dedicato al racconto della genesi e del significato del nuovo “spazio” in “Aurora”, vedrà l’arte protagonista di primo piano con varie, significative proposte.
La mostra “Baracca (n.4) / Narrazioni al margine” presenterà una restituzione della “residenza” che “Fondazione Club Silencio” (insieme a Innesto APS) ha sviluppato con l’artista Roberto Alfano e un gruppo di giovani del quartiere “Aurora” a dicembre 2024. La mostra, realizzata nell’ambito del progetto “Aurora Sogna”, offre “uno sguardo profondo e corale sulla periferia, sulle sue fragilità e sulla sua potenza generativa”. Verranno presentati al pubblico anche una selezione di frammenti dell’“installazione originaria”, accompagnati dalla mostra fotografica di Filtenso che ne racconta il processo creativo e dal video documentario di Giulia Ronzani. Non mancherà uno spazio dedicato all’attivismo visivo con la presentazione del progetto “Storie della Buona Notte” , una serie di manifesti d’autore nati da un percorso con giovani torinesi e sviluppato da “Club Silencio” con l’obiettivo di “ripensare la notte come luogo di rispetto e possibilità”.
A seguire: “A Room for the Future”,performance interattiva a cura di Enchiridion , che inviterà i visitatori a riflettere su quali tracce del nostro presente meritano di essere tramandate, per poi rendere l’atmosfera ancora più vibrante con i Changemakers , gruppo giovane che ha accompagnato il percorso di “Beyond 2025”, con una serie di attività laboratoriali e creative (come “Anatomia di un Changemaker”) , dove ciascun partecipante potrà contribuire alla costruzione di una figura simbolica di cambiamento.
A scandire la serata, sarà la selezione musicale di Sunny Levi , artista turco di base a Torino, capace di attraversare i generi e “creare paesaggi sonori eclettici e coinvolgenti”.
Presto saranno disponibili sui canali ufficiali tutte le informazioni per accedere a “Casa Silencio” e proporre i propri progetti e attività, oltreché conoscere i prossimi appuntamenti programmati e le modalità di partecipazione.
Per partecipare alla serata inaugurale è possibile accreditarsi sul sito della “Fondazione Club Silencio” nella sezione Prossimo Evento : www.clubsilencio.it
g.m.
Nelle foto: Grand Opening “Casa Silencio”; Immagine guida “BEYOND 2025”; Alberto Ferrari