Cosa succede in città- Pagina 21

Rosanna Maggio Serra. Otto e Novecento tra ricerca, didattica e museologia

Mercoledì 29 gennaio ore 18:00
GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea – Sala incontri

Intervengono:

Virginia Bertone, Alessandro Botta e Maria Teresa Roberto – curatori del volume
Chiara Bertola – Direttrice GAM Torino
Vittorio Natale – Presidente dell’Associazione Amici della Biblioteca d’Arte dei Musei Civici di Torino / Fondazione Torino Musei
Roberto Pagliero – Architetto

Rosanna Maggio Serra con Luigi Mainolfi

Rosanna Maggio Serra. Otto e Novecento tra ricerca, didattica e museologia (L’Artistica Editrice, Savigliano 2024) è il terzo dei Quaderni dell’Associazione Amici della Biblioteca d’Arte dei Musei Civici di Torino / Fondazione Torino Musei.

Curato da Virginia Bertone, Alessandro Botta e Maria Teresa Roberto, il volume ricostruisce l’impegno di Rosanna Maggio Serra (Torino, 1932-2016) nel campo della storia dell’arte e della museologia.

Partendo dagli anni della formazione e della proposta di una didattica museale innovativa, il libro si concentra sui due decenni di attività di Maggio Serra alla Galleria d’Arte Moderna di Torino (1974-1995), di cui fu Dirigente delle Raccolte d’arte negli anni tumultuosi della temporanea chiusura del museo e del suo riallestimento, per concludersi con l’ordinamento delle collezioni di arte contemporanea del Castello Gamba di Châtillon.

Il dialogo con i protagonisti dell’arte e della cultura torinesi e l’attenzione alle vicende figurative tra Otto e Novecento hanno caratterizzato la sua costante attività di ricerca, di cui dà conto nel volume la bibliografia completa degli scritti.

 

Rosanna Maggio Serra. Otto e Novecento tra ricerca, didattica e museologia
a cura di Virginia Bertone, Alessandro Botta e Maria Teresa Roberto, con testi dei curatori e di Sandra Barberi e Aurora Scotti Tosini

L’Artistica Editrice, Savigliano 2024

Diamo un calcio alla notturna “Malamovida”

Ai “Murazzi del Po Gipo Farassino”, l’Associazione Culturale “Club Silencio” presenta dieci “Manifesti d’Artista” realizzati “per una notte più sicura”

Mercoledì 29 gennaio, ore 18,30

“Un invito a ripensare la notte come uno spazio di rispetto, incontro e creatività, dove ognuno possa sentirsi sicuro”. Questa la definizione di  “Storie della Buona Notte”, il progetto dell’Associazione Culturale torinese “Club Silencio” (da anni impegnata in progetti esperienziali volti a stimolare la partecipazione attiva dei giovani “under 35” alla vita socio-culturale del territorio), realizzato con il contributo del “Servizio Giovani e Pari Opportunità”, “Conciliazione dei Tempi e Famiglie” e “Città Universitaria” della Città di Torino, che verrà presentato mercoledì 29 gennaioalle 18,30, in Contrada Murazzi (Murazzi del Po Gipo Farassino 23) a Torino; luogo, questo, fra i più iconici della “Movida” subalpina, dove ancora sono nell’aria le gravissime conseguenze occorse ad un giovane studente palermitano, rimasto paralizzato, nella notte fra il 20 ed il 21 gennaio del 2023, dopo essere stato ferito da una bicicletta fatta cadere, per un tragico “gioco criminale”, proprio dall’alto dei “Murazzi” da quattro ragazzi (uno solo maggiorenne all’epoca dei fatti) e da una ragazza, tutti condannati a varie pene dai 6 anni e 8 mesi fino ai 16 anni di reclusione.

Anche alla luce di questo drammatico episodio, nasce “Storie della Buona Notte”, con cui si vuole sensibilizzare – sottolineano gli organizzatori – sul tema delle molestie e del consenso negli spazi pubblici serali e notturni attraverso l’arte”. Focus centrale dell’iniziativa sarà nello specifico, la “prevenzione della violenza di genere”.

Su questa tematica, oggi di particolare e delicata attualità, ha lavorato un gruppo di giovani “under 35” torinesi, assidui frequentatori della “nightlife” cittadina, all’interno di un “seminario” condotto dalla psicologa e consulente sessuale Daniela Piras che ha portato alla trasformazione dei singoli “immaginari” in  dieci “Manifesti d’Artista” firmati da altrettanti “illustratori” fortemente impegnati nel contrasto alle “violenze di genere”.

Ne citiamo due, in particolare, che molto bene sanno raccontare, in un esuberante espressione di colori, di parole – messaggi e di spesse e nitide grafie, quella “mission” di “Arte Sociale” su cui fa leva il progetto di “Club Silencio”: in primis Viola Gesmundo, illustratrice ed “urban artist” di origine foggiana (oggi operante fra Torino e Rotterdam) e la pisana (classe ’89) Ginevra Giovannoni, in arte “Rame 13”, profondamente maturata sul piano dell’impegno artistico, all’interno dell’“EDFCREW – Elektro Domestik Force”, progetto creativo nato a Pontedera nel 2003, oggi la principale “crew” di graffiti italiana specializzata in collaborazioni con Enti Pubblici e Istituzioni Amministrative e Locali, al fine di una positiva rigenerazione, attraverso la “street art”, di determinati ambiti ed ambienti, destinati al recupero di una “bellezza intesa non solo come valore estetico, ma in modo particolare come valore di forte impronta e promozione sociale”.

La serata del 29 gennaio sarà un viaggio tra immagini, parole e suoni: protagonisti l’esposizione delle opere e talk con artisti e rappresentanti della Rete “Safe and Sound”comunità composta da associazioni ed enti locali che comprende sia “organizzazioni” che sensibilizzano sui temi del consenso, diversità e inclusione, sia “enti locali” che organizzano eventi pubblici serali, in particolare rivolti ai giovani, e che durante l’appuntamento approfondiranno il processo creativo e il significato del progetto. Le stesse opere saranno poi messe a disposizione di “Safe and Sound”, che le esporrà nel suo circuito, diventando strumenti attivi per diffondere messaggi di prevenzione negli eventi serali.

“Con Storie della Buona Notte – spiega Beatrice Dema, vicepresidente e responsabile ‘Area Progettazione, Ricerca e Sviluppo’ di ‘Club Silencio’ – abbiamo voluto dare voce ai giovani e alle loro esperienze, creando un percorso di riflessione collettiva che parte dalla consapevolezza per arrivare al cambiamento. Attraverso l’arte e il dialogo, vogliamo trasformare la percezione della notte da spazio di vulnerabilità a luogo di incontro sicuro e inclusivo. Questo progetto è solo un punto di partenza, un invito a costruire insieme una cultura del rispetto e della consapevolezza che possa lasciare un segno tangibile nella nostra comunità”.

 

Per info: “Club Silencio”, corso Massimo d’Azeglio 60, Torino; www.clubsilencio.it

 g.m.

 

Nelle foto: Immagine guida “Storie della Buona Notte” e Manifesti di Viola Gesmundo e “Rame 13”

“Liberazioni”, tutte le iniziative a Torino per il Giorno della Memoria

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Il calendario civile da sempre rappresenta per il Polo del ‘900 e per i suoi Enti partner un momento importante per affermare il proprio ruolo di presidio civile; in questa ottica si inserisce Liberazioni, il programma di eventi ed iniziative coordinato dalla Fondazione Istituto Piemontese Antonio Gramsci, sviluppato in occasione dell’Ottantesimo anniversario della Liberazione: dal Giorno della Memoria, passando per il 25 Aprile e ampliando lo sguardo a scala europea, il progetto ripercorre le diverse tappe del calendario civile con le liberazioni dei campi di concentramento, le strade della Resistenza partigiana e costruzione dell’Italia democratica.

Sono molte le iniziative in programma in occasione del Giorno della Memoria, sviluppate dal Polo del ‘900, insieme agli Enti partner della Fondazione, la Città di Torino e con il sostegno del Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Piemonte.
Dichiarano Davide Nicco, presidente del Consiglio regionale del Piemonte, e Domenico Ravetti, vicepresidente del Consiglio e presidente del Comitato Resistenza e Costituzione: “Su una lapide del cimitero monumentale di Torino sono incisi i nomi dei 495 ebrei che non fecero ritorno, inghiottiti dal buco nero della Shoah, la più imponente macchina di morte mai costruita. Il 27 gennaio è il Giorno in cui abbiamo il dovere di fare Memoria. Fare Memoria di quei luoghi di crimini efferati e di torbide aberrazioni che furono i campi di sterminio, dove vennero reclusi migliaia di italiani (ebrei, internati militari, partigiani ed antifascisti di diverso credo politico). Fare Memoria dei tredici milioni di esseri umani che vennero uccisi tra l’estate del 1939 e il maggio del 1945. Fare Memoria dell’infamia delle leggi razziali del 1938, che resero l’Italia complice dello sterminio. Fare Memoria, perché i testimoni diretti della Shoah e della Resistenza ci stanno lasciando e non possiamo permettere che prevalga l’oblio, dimenticando, o peggio cancellando, il passato. Un impegno che come Comitato Resistenza e Costituzione portiamo avanti anche quest’anno, sostenendo il ricco calendario di iniziative organizzate dal Polo del ‘900 e dai vari Enti, che siamo certi riusciranno a interessare anche le generazioni più giovani”.

LE PRINCIPALI ATTIVITÀ IN PROGRAMMA
Il 23 gennaio sono state posate a Torino altre 6 Pietre di Inciampo dedicate a deportati politici e razziali. Stolpersteine (Pietre d’Inciampo) è un monumento diffuso e partecipato dell’artista tedesco Gunter Demnig. Per ricordare le singole vittime del nazionalsocialismo, l’artista produce piccole targhe di ottone poste su cubetti di pietra che sono poi incastonati nel selciato davanti
all’ultima abitazione scelta liberamente dalla vittima. Le Pietre di Inciampo restituiscono la storia personale e ridanno nome a chi ne fu privato per via dell’applicazione dell’ideologia nazifascista.
Il 25 gennaio, si è tenuta al Salone Concerti del Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino, “La Musica dei Giusti: altri ritratti musicali”: “Chi salva una vita salva il mondo intero” così recita un verso del Talmud. Parole che sono il simbolo delle azioni di donne e uomini non ebrei che, durante la Seconda guerra mondiale, salvando la vita anche a un solo ebreo, sono stati riconosciuti Righteous Among the Nations (Giusti tra le nazioni) dallo Yad Vashem di Gerusalemme. Il Concerto del 25 gennaio 2025 ricorderà nuovamente Raoul Wallenberg, già celebrato nel Concerto del 2018, e altri personaggi; in particolare, verranno realizzati ritratti musicali di due diplomatici che hanno agito nella Lituania dei terribili anni successivi all’invasione tedesca: Chiune Sugihara e Jan Zwartendijk.
Il 27 gennaio, al Polo del ‘900, si terrà l’inaugurazione di “Tornare; Mangiare; Raccontare. 1945: Primo Levi e la liberazione di Auschwitz”, suggestiva installazione multimediale visitabile fi no al 15 febbraio, che guida il visitatore a incrociare lo sguardo dei liberatori e dei liberati, a incontrare sul proprio cammino chi non ha fatto ritorno, a misurarsi con l’urgenza di testimoniare dei superstiti. Elementi testuali e visuali, insieme agli oggetti esposti – la casacca di un prigioniero, dono di Primo Levi all’ANED; il dattiloscritto autografo di Storia di dieci giorni, poi diventato l’ultimo capitolo di Se questo è un uomo – offrono un simbolico percorso di rifl essione per “Non dimenticare”.
Sempre il 27 gennaio, Rai Radio 3 realizza – in collaborazione con il Centro Internazionale di Studi Primo Levi e con il Polo del ‘900 – una lettura di “Storia di dieci giorni”, ultimo capitolo di “Se questo è un uomo: Fuori dello spazio e del tempo. Primo Levi, Storia di dieci giorni: Auschwitz 18-27 gennaio 1945”. Sono le pagine in cui Primo Levi fa la cronaca dei suoi “dieci giorni fuori del mondo e del tempo”, tra la fuga dei nazisti e l’arrivo dell’Armata Rossa ai cancelli del Lager. Le letture sono affi date a Gabriele Vacis, con la scenofonia di Roberto Tarasco, e il commento di Fabio Levi, Domenico Scarpa e Roberta Mori. La serata, aperta al pubblico, sarà trasmessa in diretta radiofonica per il programma Radio 3 Suite.
Infine, il 27 gennaio, al Polo del ‘900 un ricordo di Furio Colombo, promotore e primo fi rmatario della legge con la quale il Parlamento italiano nel 2000 fissò la data del Giorno della Memoria nel nostro calendario civile. Cinque anni dopo l’Assemblea delle Nazioni Unite ne fece una ricorrenza internazionale. Durante l’evento verrà proiettata l’intervista a Furio Colombo, curata da Alberto Saibene ed Enrico Morteo nell’ambito di un progetto realizzato dall’Archivio Nazionale Cinema Impresa nel 2009, che ha raccolto le testimonianze di 20 collaboratori di Adriano Olivetti. Prima della proiezione, rivedremo insieme sette minuti dell’intervista con la quale il Polo del ‘900 aprì il concerto del Giorno della Memoria nel 2023. Con Paolo Borgna, Valentino Castellani, Franco Debenedetti, Fabio Levi. L’evento è patrocinato dall’Ordine dei Giornalisti del Piemonte.
Il 29 gennaio, “Del coraggio silenzioso”: in anteprima a Torino, reading teatrale di e con Marco Baliani, padre del teatro di narrazione, con musiche dal vivo eseguite da Roberto Izzo. Sulle note di un violino, prende forma il rifi uto di Rosa Parks a cedere il posto a un bianco sul bus, l’arresto a Lampedusa del pescatore tunisino Zenzeri Abdelbasset, salvatore di immigrati, l’archeologo Khaled alAsaad massacrato a Palmira, la poetessa Ilse Weber assassinata a Auschwitz, la resistenza del monaco tibetano Palden Gyatso.
Il 6 febbraio “L’eredità della guerra. L’esodo giuliano dalmata e altri esodi”. Nel seminario si presenteranno il Portale Atlante dei campi di assistenza per profughi istriani-giuliani-dalmati, dell’Istituto Parri, dedicato al tema dell’accoglienza degli esuli, sullo sfondo del dopoguerra italiano; il volume di G. Spinelli, Dopo l’esodo: da profughi a cittadini (Brescia 2024) sul processo di integrazione di giuliani e dalmati a Brescia alla presenza dell’autore; le esperienze didattiche condotte con i materiali dell’applicazione Istoreto L’esodo istriano-fi umano-dalmata in Piemonte; la traduzione delle interviste degli Esuli della Prussia orientale, parte del progetto Voci di tedeschi in fuga del Dipartimento di Lingue dell’UniTO.
Infine il 7 febbraio, il seminario “Nodi storici del conflitto israelo-palestinese. Memorie, diritti e speranze per una pace giusta”. Vi sono libri che divengono rapidamente essenziali punti di riferimento per l’analisi e la ricerca di soluzioni a problemi all’apparenza irrisolvibili nella loro drammaticità. A tale descrizione corrisponde la questione israelo-palestinese a cui Anna Foa dedica pagine illuminanti ne Il suicidio di Israele (Bari-Roma 2024). È intorno ai quesiti e alle proposte che vi ritroviamo contenute che si terrà un seminario di studi con la partecipazione dell’autrice e di autorevoli esperti appartenenti a campi diversi: giuristi, magistrati, storici e giornalisti che analizzeranno i temi proposti alla luce delle loro specifi che competenze, a partire da questa domanda: come conciliare le memorie del passato e la giustizia alla ricerca di una pace giusta e durevole?

I primi custodi della memoria al Rettorato dell’Università

La sepoltura della Dama del Caviglione, rinvenuta ai Balzi Rossi a Ventimiglia, famosa per i suoi ornamenti funerari in ocra e conchiglie e quella del “Giovane Principe” della Grotta preistorica di fama mondiale a Finale Ligure che con il suo ricco corredo rappresenta uno dei più straordinari esempi di sepolture paleolitiche europee si possono visitare in questi giorni sino al 14 marzo presso la sala Principe d’Acaia al Rettorato dell’Università di Torino di via Po.

La vasta collezione torinese di calchi di sepolture preistoriche che riproducono con precisione la situazione venuta alla luce durante vari scavi è la più importante a livello internazionale. Tutti questi tesori compresa la sepoltura doppia del Riparo del Romito, un esempio di cura ed inclusione con un individuo affetto da nanismo protetto dalla comunità del comune di Papasidero, in provincia di Cosenza, sono esposti nell’ambito della mostra “I primi custodi della memoria. Le sepolture nel Paleolitico”. Un percorso presentato dall’Università di Torino e curato da Giacomo Giacobini, Cristina Cilli e Giancarla Malerba che attraversa millenni analizzando i riti funerari, le evoluzioni sociali e le prime manifestazioni artistiche legate al culto dei morti.

Si tratta di un primo passo verso la realizzazione del futuro Museo dell’Evoluzione che avrà sede nel Palazzo degli Istituti Anatomici che oltre ad essere sede universitaria già ospita il Museo di Anatomia umana “Luigi Rolando”, il Museo di Antropologia criminale “Cesare Lombroso” ed il Museo della Frutta “Francesco Garnier Valletti”, nell’isolato compreso fra corso Massimo D’Azeglio e le vie Gaetano Donizetti, Pietro Giuria e Michelangelo. Grazie alle sepolture paleolitiche che hanno protetto i resti umani dalla distruzione da parte di agenti esterni sono arrivati sino a noi scheletri completi o quasi di cui i calchi restituiscono lo stato nel momento stesso della scoperta. Un calco realizzato durante uno scavo non è difatti una semplice copia ma riproduce un contesto di rinvenimento che non esiste oramai più e che diventa testimonianza di una straordinaria importanza. Da visitare. Ecco l’orario di apertura: dal lunedì al sabato, dalle ore 10 alle18, e l’ingresso è gratuito.

Igino Macagno

Rock Jazz e dintorni a Torino. Il trio Tavolazzi-Zirilli-Di Gennaro e Daddy G

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Martedì. Alle OGR il trio Tavolazzi-Zirilli-Di Gennaro. Al Blah Blah il progetto Rome+Guest TBA.

Mercoledì. All’Osteria Rabezzana suona il quartetto di Federico Ponzano. A Eataly Lingotto si esibisce Leo Pari.

Giovedì. Alla Divina Commedia sono di scena i Soul Time Band. Al Cafè Neruda suona Simona Palumbo Latin Quartet. Il trombonista Gianluca Petrella è di scena al Banco. All’Off Topic Didie Cara presenta: Canzoni al telefono.

Venerdì. Alla Divina Commedia si esibisce la Marconi Blues Band. Al Folk Club è di scena Dalen. Al Magazzino sul Po si esibisce Ella Nadì. Al Blah Blah suonano gli Extrema.

Sabato. Al Magazzino sul Po sono di scena i Dub Pigeon. Al Blah Blah suonano i Game Over+ Damnation. Allo Ziggy si esibiscono i Witchunter+Axeblade. Alle OGR è di scena Daddy G.

Pier Luigi Fuggetta

L‘Istituto Confucio accoglie l’anno del Serpente con iniziative alla Mole, a palazzo Madama e in via Po

Il 29 gennaio prossimo ricorre il Capodanno cinese che quest’anno è dedicato al Serpente, animale non esattamente simpatico ai nostri occhi, ma che, all’interno dell’oroscopo cinese, simboleggia arguzia, saggezza, spirito critico e intuizione.

L’Istituto Confucio dell’Università di Torino si appresta a celebrare questa festa, che riguarda di fatto tutti i Paesi dell’Asia Orientale e che è stata dichiarata dall’UNESCO come Patrimonio Culturale Immateriale dell’umanità, con una serie di eventi e iniziative anche insieme ad altri organismi ed istituzioni.

Come sempre il Consolato della Repubblica Popolare Cinese di Milano saluterà il nuovo anno rivolgendo i propri auguri dall’alto della Mole Antonelliana, che anche quest’anno si illuminerà la sera della vigilia con il simbolo della felicità, la cui grafica riprenderà le caratteristiche dell’animale dell’anno. Alla realizzazione dell’iniziativa contribuiranno l’istituto Confucio, che ha curato la parte grafica, e l’ANGI, l’Associazione Nuova Generazione Italo Cinese.

L’Istituto Confucio realizzerà un’altra iniziativa, utilizzerà la facciata di un altro edificio aulico in centro città per portare gli auguri alla cittadinanza. Dal 26 gennaio, grazie alla collaborazione con la Fondazione Torino Musei, le colonne che incorniciano gli splendidi finestroni di palazzo Madama verranno utilizzate come fossero i battenti delle porte cinesi tradizionali e la sera su di esse si illuminerà un dittico augurale, proprio come accade in questo periodo su palazzi ed abitazioni in Cina. Il dittico giocherà con i caratteri utilizzati per trascrivere in cinese il nome di Torino, , il cui senso in traduzione suona come “anima da città capitale”. I versi recitano “Il serpente sacro porta con sé gli auguri per il nuovo anno e la città accoglie la nuova primavera con un paesaggio di rinnovato splendore”.

Nel nostro mondo globalizzato, fondere tra loro culture e tradizioni diverse, facendo convivere in armonia tutte le anime di una città, rappresenta probabilmente la sola strada per lo sviluppo e il progresso civili della nostra civiltà urbana – spiega Stefania Stafutti, direttrice di parte italiana dell’Istituto Confucio dell’Università di Torino e docente ordinaria di Lingua e Letteratura Cinese del Dipartimento di Studi Umanistici. “ Questo cammino richiede tempo e conoscenze ed è in questo spirito che l’Istituto Confucio ha pensato di offrire alla cittadinanza un’opportunità di conoscere qualche cosa di più su questa importante ricorrenza, semplicemente passeggiando per via Po, alternando lo shopping a qualche pillola di conoscenza. A partire dal 27 gennaio fino al 2 febbraio, sotto i portici della via verranno disposti dei totem con il codice QR e basterà scansionarlo con il cellulare per saperne di più sulla Festa e i suoi costumi. L’iniziativa è stata resa possibile anche grazie alla collaborazione dell’Associazione Commercianti di via Po.

L’Istituto Confucio sarà presente presso Torino Outlet Village nei giorni 2, 8 e 9 febbraio. Le insegnanti cinesi offriranno saggi di calligrafia e trascriveranno in cinese il nome di tutti coloro che vorranno avvicinarsi all’affascinante mondo dell’arte calligrafica cinese.

Mara Martellotta

 

 

 

 

 

L’Ensemble Dohnányi inaugura “Le domeniche dell’Auditorium” dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai

Si apre con l’Ensemble Dohnányi il ciclo di appuntamenti cameristici “Le domeniche dell’Auditorium” dell’OSN Rai, incluso nel cartellone della stagione 2024/2025. Il primo concerto è in programma domenica 26 gennaio, alle 10.30, presso l’Auditorium Rai Arturo Toscanini di Torino, registrato da Radio 3, che lo trasmetterà successivamente.

In programma il Trio numero 2 in mi minore per violino, violoncello e pianoforte op.67 di Dmitrij Šostakovič. Scritto nel 1944 in un momento drammatico per la storia sovietica e dello stesso autore, che fu bandito dal regime staliniano, è dedicato all’amico e compagno di conservatorio Ivan Sollertinskij, uno dei pochi ad essergli rimasto vicino in quel momento complicato. Il Trio op.67 è indicativo della natura schiettamente umana dell’artista, aperto ai problemi del nostro tempo e preoccupato di fornire un messaggio comprensibile a tutti. Sotto questo aspetto va notato come Šostakovič̣, dopo il disgelo culturale e politico poststaliniano, abbia sollecitato i giovani compositori del suo Paese a conoscere le correnti di moda nella musica contemporanea europea per poter combattere con maggior successo contro ogni illusoria tentazione di novità a ogni costo. Il Trio inizia con un Andante di impianto melodico piacevolmente musicale, mentre il secondo tempo ha un andamento più ritmico e inventivo. Il largo rappresenta il momento più felice della composizione, contrassegnato da un lirismo introspettivo e meditativo, che spesso affiora nella poetica di Šostakovič̣. Nella seconda parte della “domenica dell’Auditorium” viene proposto il Sestetto in do maggiore per clarinetto, corno, violino, viola, pianoforte e violoncello op.37 di Ernö Dohnányi, compositore Ungherese morto a New York nel 1960 che fornisce il nome all’Ensemble, e il cui stile è particolarmente influenzato dal tardo Romanticismo. Nel suo Sestetto vi sono elementi derivanti anche dalla musica jazz. Fu composto nel 1935 durante un periodo di malattia dell’autore, affetto da una trombosi che lo costrinse a mesi complicati. Il Sestetto contiene quattro movimenti: il primo, in forma di Sonata, è un Allegro ispirato alle sinfonie di Mahler; il secondo, un intermezzo Adagio, è una marcia; il terzo, un Allegro con sentimento è uno “scherzo” in pieno stile mendelssohniano; il quarto, un finale in Allegro vivace e giocoso, è di ispirazione jazz.

L’Ensemble Dohnányi è composto da Salvatore Passalacqua (clarinetto), Gabriele Amarù (corno), Constantin Beschieru (violino), Margherita Sarchini (viola), Amedeo Fenoglio (violoncello) a cui si aggiunge Andrea Rebaudengo al pianoforte.

I biglietti per il concerto sono in vendita online sul sito dell’OSN Rai e presso la biglietteria dell’Auditorium Rai Arturo Toscanini, in piazza Rossaro, a Torino.

 

Mara Martellotta

Evviva l’anno del Serpente: alla scoperta delle “cineserie” della Palazzina di Caccia di Stupinigi

Domenica 26 gennaio, ore 15.45

Per il Capodanno Cinese 

 

 

In occasione del Capodanno Cinese, la Fondazione Ordine Mauriziano organizza una visita speciale alla scoperta di un mondo lontano e delle influenze orientali presenti all’interno del percorso di visita della Palazzina di Caccia di Stupinigi.

L’appuntamento “Evviva l’anno del Serpente” di domenica 26 gennaio è un viaggio verso Oriente, un’immersione nei racconti dei grandi viaggiatori, attraverso la Via della Seta e fino in Cina. Dai paesaggi ad acquerello delle carte da parati alle stoffe, dall’esotica Sala da Gioco ai bizzarri animali del serraglio: nella Palazzina di Caccia di Stupinigi si possono ripercorrere le influenze ed il gusto per le “cineserie” e l’esotismo diffuso nelle residenze sabaude.

Il fascino dell’Oriente conquista l’Europa a partire dal 1600 con l’arrivo nel Vecchio Continente di merci preziose quali lacche, sete, carte da parati e porcellane che vanno ad abbellire le dimore di re e principi. In Italia, i Savoia, influenzati anche loro dall’esotismo, creano ambienti che riecheggiano questi luoghi lontani. I Gabinetti Cinesi, ad esempio, hanno una tappezzeria di carta dipinta a tempera, importata dalla Cina meridionale, con scene che si sviluppano dal basso verso l’alto, tratte dalla vita e dai costumi popolari dell’antica Cina.

 

INFO

Palazzina di Caccia di Stupinigi

Piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino (TO)

Domenica 26 gennaio, ore 15.45

Evviva l’anno del Serpente

Durata dell’evento: 1 ora e 15 minuti circa

Prezzo visita guidata: 5 euro + biglietto di ingresso

Biglietto di ingresso: intero 12 euro; ridotto 8 euro

Gratuito: minori di 6 anni e possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e Royal Card

Prenotazione obbligatoria entro il venerdì precedente

Info e prenotazioni: 011 6200601 stupinigi@biglietteria.ordinemauriziano.it

www.ordinemauriziano.it

Giorni e orari di apertura Palazzina di Caccia di Stupinigi: da martedì a venerdì 10-17,30 (ultimo ingresso ore 17); sabato, domenica e festivi 10-18,30 (ultimo ingresso ore 18).

Al MAO Museo d’Arte Orientale: The Line We Follow

Intervento in mostra e workshop per famiglie dell’artista Giorgia Fincato, attività nell’ambito del public program di Rabbit Inhabits the Moon

Da venerdì 24 a domenica 26 gennaio 2025 l’artista Giorgia Fincato (Bassano del Grappa, 1982) propone al MAO un intervento aperto al pubblico all’interno della mostra Rabbit Inhabits the Moon. L’arte di Nam June Paik allo specchio del tempo, una performance meditativa e rituale che, alternata a momenti di pausa e di sospensione, si svolgerà nell’arco delle tre giornate negli orari di apertura del museo.

L’azione, incentrata sul disegno e sulla pratica gestuale che ne scaturisce, offrirà un’opportunità di riflessione sul linguaggio visivo e performativo dell’artista. L’intervento si colloca nella sezione della mostra dedicata alla poetica del movimento Fluxus, di cui Paik fu tra i membri più attivi, trasformando radicalmente la concezione di performance, opera d’arte e autorialità ed enfatizzando il gesto creativo e processuale. In particolare, nell’azione di Fincato riecheggia la performance Zen for Head, ideata da Paik nel 1961, di cui in mostra è esposto sia il filmato documentativo sia un frammento originale del rotolo inchiostrato, risultato del processo performativo. Il corpo dell’artista si trasforma in un pennello vivente, uno strumento per dipingere, tracciando una linea che in Fincato evolve in un movimento primario che diventa esso stesso oggetto e soggetto della creazione. Il gesto, al contempo liberatorio e coercitivo, sottopone l’artista a una tensione interna, una sorta di condizione obbligata che domina e struttura l’intero processo creativo.

La produzione artistica di Fincato è caratterizzata da una grande attenzione e un profondo studio del movimento sia in senso spaziale sia temporale. Per l’artista, il disegno è un atto primordiale che esiste da sempre: rappresenta, soprattutto, il gesto dell’anima quale espressione dell’energia e dei sentimenti. Il disegno e l’atto in sé diventano mezzi per sentire la propria presenza e partecipazione in un mondo non ancora del tutto compreso. Attraverso la pratica gestuale ripetitiva (quasi sempre) dello stesso soggetto e segno, l’artista crea un linguaggio comunicativo proprio, che si apre, o si chiude, sul mondo a seconda delle sue necessità.

Non è necessaria la prenotazione. Partecipazione inclusa nel biglietto di mostra.

Nella giornata di domenica 26 gennaio alle ore 16, Giorgia Fincato condurrà anche Segui il segno!, un laboratorio di disegno dedicato alle famiglie con bambini dai 6 anni in su.

Costo: €7 bambini, adulti ingresso ridotto

Prenotazione obbligatoria maodidattica@fondazionetorinomusei.it

Biografia

Giorgia Fincato ha studiato all’Accademia di Belle Arti a Venezia. Tra il 2007 e il 2009 ha vissuto a New York e si è dedicata al disegno. Nel 2009 si è trasferita a Roma e dal 2013 vive a Bassano del Grappa, sua città natale. L’artista ha collaborato con la Galleria Michela Rizzo in occasione delle mostre “Assembramenti” (2020), “Soglie e limiti” (2019) e un progetto dedicatole nella Project Room. A gennaio 2023 è stata inaugurata presso la GMR.2 di Mestre la personale dell’artista dal titolo “Diario”. Ha esposto in numerosi musei e gallerie in Italia e all’estero: Fondazione Antonio Ratti, Como; Palazzo Ducale, Genova; Galerie Margareth Otti e Universal Museum Joanneum/Neue Galerie, Graz; ApartArt Advisory, Lugano; Casa Cava, Matera; Dumbo Arts Center, New York; Explora Children Museum, MACRO, Studio Claudio Abate, Studio d’arte Pino Casagrande, Ugo Ferranti Gallery, Roma; Villa Gregoriana, Tivoli; Kunst & Handel Gallery, Vienna; Eventi collaterali 51a e 52a Biennale d’Arte, Venezia.

Ph: frame del video realizzato da www.evocastudio.it