Cosa succede in città- Pagina 148

Arazzo / Esaudire la vita che vive Performance di Claudia Losi, GAM Torino – Arena Paolini


Conversazione con Alice Benessia e Mauro Sargiani

martedì 6 giugno 2023, ore 18:00

Ingresso libero fino a esaurimento posti

 

Intervengono:
Luisa Papotti, 
Presidente della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT
Elena Volpato, 
Conservatore e Curatore GAM

 

La GAM è felice di ospitare Arazzo. Esaudire la vita che viveincontro con Claudia Losi la cui opera Arazzo è stata acquisita dalla Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT per le collezioni della GAM di Torino.

Arazzo è un grande ricamo realizzato con fili di lana su un tessuto in cotone. Iniziato da Losi nel 1995da allora, secondo un ordine temporale non prestabilito, e in contesti privati e pubblici, continua a crescere: come i licheni su una superficie rocciosa, si espandono, si toccano, si sovrappongono, muoiono, così i punti di ricamo si aggiungono ai punti precedenti, modificandosi nel tempo.

La concezione dell’opera prevede quindi un lento evolversi negli anni come accade in natura.

La presenza di Arazzo nella collezione della GAM di Torino è dovuta alla sua recente acquisizione da parte della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT ed è una dichiarazione di intenti. Acquisire un’opera in fieri, che non risponda a un predeterminato progetto di sviluppo, significa non solo desiderare di prendersene cura, ma anche desiderare di accogliere, all’interno del tempo storico dell’arte e del tempo liminale del museo, il ritmo dei cicli stagionali. Significa contemplare la possibilità concettuale che le opere, anche tra pareti istituzionali, si modifichino e crescano come esseri viventi e come pensieri, accompagnando il percorso dell’artista e delle collezioni che le accolgono.

La GAM intende, ogni anno, creare l’occasione per Claudia Losi di “presentarsi a un appuntamento” dandole la possibilità di dare nuova forma e sviluppo alla superficie-paesaggio di Arazzo.

Ad ogni appuntamento alcune voci verranno invitate a dialogare intorno a temi che siano in rapporto di vicinanza e analogia con la natura dell’opera di Losi, secondo le loro personali pratiche di ricerca e sensibilità. L’andamento di queste conversazioni procederà parallelamente alla crescita dell’arazzo.

Il titolo della prima conversazione è Esaudire la vita che vive: accogliere, ascoltare porgendo la massima attenzione alla vita che si dispiega nella sua attività di vivere, con il desiderio di affidarsi a parole che si presentano per rispettare e restituire questo moto perpetuo.

Per questo primo appuntamento, le voci invitate sono quella di Alice Benessia (fisica teorica, filosofa della scienza e artista) e di Mauro Sargiani (scrittore e designer artista). Come i profili dei licheni, i confini della loro conversazione saranno nomadi, si sposteranno e tracceranno topografie che cercano di esaudire il loro destino.

*telai per il ricamo nello studio di Claudia Losi

Claudia Losi parte dall’osservazione delle relazioni che esistono tra l’individuo e la comunità a cui appartiene, con l’ecosistema minerale- animale-vegetale che condivide, con l’immaginario collettivo in cui si identifica. Realizza progetti pluridisciplinari che si sviluppano anche per lunghi periodi di tempo, attivando diverse forme di collaborazione (attraverso il cammino, il fare manuale e il canto corale) facendo rete e tessendo storie. Opera con diversi media come installazioni site-specific e performance, scultura, fotografia, opere tessili e su carta. Ha esposto le sue opere in numerose istituzioni in Italia e all’estero.

Nel 2021 pubblica con Johan&Levi, The Whale Theory. Un immaginario animale, e Voce a vento, con Kunstverein Milan. Nel 2022 pubblica Being There. Oltre il giardino, Viaindustriae, Foligno.

Alice Benessia. Con una formazione ibrida in arti visive, fisica teorica e poi filosofia della scienza – e un passato urbano di ricerca accademica e pratica artistica – nel 2017 ha fondato Pianpicollo Selvatico, un piccolo centro di ricerca rurale al confine tra arte, ecologia profonda e convivenza interspecifica, in una valle remota del Piemonte Meridionale. Pianpicollo Selvatico è oggi la sua casa, luogo di ricerca e pratica quotidiana.

Mauro Sargiani è uno scrittore che progetta e realizza mobili in legno con nome di Elefante Rosso Produzioni. La scrittura continua a governare il disegno e la forma dei suoi tavoli, una disciplina praticata in omaggio ai suoi maestri, Gianni Celati e Piergiorgio Bellocchio.

GAM – GALLERIA CIVICA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA – Via Magenta, 31 – 10128 Torino

Orari di apertura: da martedì a domenica 10:00 – 18:00.

Chiuso il lunedì.  La biglietteria chiude un’ora prima.

Torino, Paolo Ricca in “My Italian Piano Songbook”

Osteria Rabezzana, via San Francesco d’Assisi 23/c, Torino

Mercoledì 7 giugno, ore 21.30

Il pianista, compositore ed arrangiatore Paolo Ricca presenta brani tratti dal suo cd con musiche per pianoforte “My Italian Piano Songbook”, uscito nell’ottobre 2022, in distribuzione mondiale con Ma.ra.Cash Records.

Il cd propone suoi arrangiamenti originali per pianoforte di brani celebri della storia della musica italiana (dalle canzoni alle colonne sonore) e della musica napoletana.

Il concerto sarà arricchito da arrangiamenti originali per pianoforte di standard jazz e latin-jazz, di brani provenienti dal mondo classico e di sue composizioni tratte dall’ultimo cd “Mumble” del Paolo Ricca Group.

Ora di inizio: 21.30

Ingresso:

15 euro (con calice di vino e dolce) – 10 euro (prezzo riservato a chi cena)

Possibilità di cenare prima del concerto con il menù alla carta

Info e prenotazioni

Web: www.osteriarabezzana.it

Tel: 011.543070 – E-mail: info@osteriarabezzana.it

Debutta al teatro Carignano LAZARUS di David Bowie e Enda Walsh

Per la Stagione del Teatro Stabile di Torino, con Manuel Agnelli, Casadilego per la regia di Valter Malosti

Sarà il prossimo 6 giugno il debutto di Lazarus, l’opera rock di David Bowie, al teatro Carignano per la regia di Valter Malosti. Nel ruolo Manuel Agnelli, cantautore e storico frontman degli Afterhours.

Insieme a lui saranno in scena Casadilego, polistrumentista e cantautrice vincitrice della XIV edizione di X Factor Italia, e la coreografa e danzatrice Michela Lucenti.

A completare il cast Dario Battaglia, Attilio Caffarena, Maurizio Camilli, Noemi Grasso, Maria Lombardo, Giulia Mazzarino, Camilla Nigro, Isacco Venturini.

La band è composta da Laura Agnusdei, Jacopo Battaglia, Ramon Moro, Amedeo Perri, Giacomo Rost Rossetti, Stefano Pilia, Paolo Spaccamonti.

La cura del movimento è di Marco Angelilli, le coreografie di Michela Lucenti, cori e pratiche della voce di Bruno De Franceschi.

LAZARUS fu rappresentato per la prima volta il 7 dicembre del 2015 al New York Theatre Workshop di Manhattan e questa ha coinciso con l’ultima apparizione di David Bowie, che moriva il 10 gennaio 2016.

A più di cinquanta anni dal romanzo originale “The man who fell to Earth” di Walter Tevis, lo stesso autore del libro che ha poi dato origine alla fortunata serie televisiva de ‘La regina degli scacchi’, e a quaranta anni dall’omonimo film di Nicholas Roeg, che ha visto David Bowie nella sua migliore prova d’attore, l’artista britannico ha scelto di riprendere in Lazarus le fila dell’infelicità della storia del migrante interstellare Newton, costretto a rimanere sulla Terra, scrivendo insieme a Walsh un sequel labirintico de “L’uomo che cadde sulla terra”.

Nella versione di Bowie e Walsh l’alieno è prigioniero sulla Terra, sempre più isolato nel mondo, chiuso nel suo appartamento, in preda alla depressione e vittima dei suoi fantasmi e della dipendenza dal gin. Un moribondo che non riesce a morire.

“Bowie – spiega il regista Valter Malosti – era un’antenna sensitiva dello spirito del tempo e delle arti, percepiva umori e atmosfere e tutto digeriva in una sintesi geniale e alchemica, dato anche il suo interesse per questa materia, in cui l’androginia e l’energia dionisiaca fanno esplodere l’interiorità e l’identità in mille frammenti e altrettante maschere”.

“Alla luce della sua morte – prosegue il regista – tendiamo a leggere tutto ciò che ha creato David Bowie come allegoria autobiografica, soprattutto quando ci vengono dati degli indizi apparentemente ovvi come in Lazarus. Ma Bowie, come sempre nelle sue allegorie, sta utilizzando un alter ego nella persona di Newton, mobilitandola come veicolo per una serie di temi costanti che ritroviamo nella sua musica, quali l’invecchiamento, il dolore, l’isolamento, la perdita dell’amore, l’orrore del mondo e la psicosi indotta dai media. Newton è al tempo stesso Bowie e non è Bowie”.

Lo spettacolo include numerosi brani fra i più celebri di David Bowie e quattro inediti scritti appositamente, legati in modo da costruire una drammaturgia frammentata e affascinante al tempo stesso.

Mara Martellotta

 

Lazarus di David Bowie e Enda Walsh

Versione italiana di Valter Malosti

Biglietteria del teatro Stabile di Torino

Tel 0115169555

Numero verde 800235333

Teatro Carignano, piazza Carignano 6

Dal martedì al sabato dalle 13 alle 19.

Domenica dalle 14 alle 19. Lunedì riposo

L’attualità di CinemAmbiente

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Si svolgerà dal 5 all’11 giugno l’edizione numero 26 del Festival “CinemAmbiente”. Il via non a caso il 5 giugno giornata mondiale dell’ambiente. Un Festival condotto dal direttore Gaetano Capizzi, che fin dalla sua nascita, ha con i suoi film focalizzato l’attenzione sulle tematiche ambientali. Mai come in questo periodo con i suoi lungometraggi e cortometraggi fa riflettere pensare ed agire sulla stretta attualità della crisi climatica. Novità di quest’anno oltre alle proiezioni gratuite del cinema Massimo, vi saranno eventi sparsi tra piazzetta Reale e il cortile del Rettorato dell’Università. Debutto lunedì 5 alle 20 con protagonista papa Francesco introdotto dall’arcivescovo Roberto Repole e preceduto da il Punto di Luca Mercalli. Intitolato “The Letter: a Message for Our Earth” di NicolasBrown, ispirato dall’enciclica di papa Francesco “Laudatosi”. Domenica 11 alle 19 chiusura con premiazione alla Mole. Vi saranno 82 pellicole provenienti da 38 paesi dei 5 continenti divise tra documentari cortometraggi e nelle 2 non competitive Panorama e Made in Italy. Tanti ospiti tra cui l’attore Andrea Pennacchi a cui verrà consegnato il ciak verde. Il regista russo Victor Kossakovsky insignito del Premio Stella della Mole 2023. Due masterclass. Una affidata al regista cileno Pablo Larrain e l’altra a Kossakovsky. Un Festival con 320 mila euro a disposizione. I biglietti per le proiezioni saranno distribuiti al cinema Massimo.

Pier Luigi Fuggetta

“Media-mente falso”

La galleria Spazio 44 ospita nei suoi spazi torinesi di via Maria Vittoria 44 l’arte di Akira Zakamoto e le sue notizie pop.

 

Si inaugura venerdì 9 giugno prossimo la mostra dedicata dalla galleria Spazio 44 all’artista Akira Zakamoto dal titolo “Media-mente falso”.

L’artista, all’anagrafe Luca Motolese, racconta episodi e fatti di cronaca degli ultimi ottant’anni,  tra grandi titoli  giornalistici e disegni di personaggi che sono entrati nella storia, da quelli fumettistici, come Doraemon  a Tiger Man, fino a quelli reali di Mussolini e Gagarin.

Akira Zakamoto reinterpreta le prime pagine dei giornali di tutto il mondo degli ultimi ottanta anni  rispolverando tempi di guerra e sogni di pace, obiettivi di informazione e parti di nebulizzazione.

Riscrive la grande Storia armato di colori e pennelli, attraverso le piccole storie, perpetuando massacri collettivi e colpe personali in stile pop.

La mostra, il cui vernissage è in programma  alle 18.30 di venerdì 9 giugno, sarà  visitabile fino a venerdì 23 giugno prossimo presso la galleria Spazio 44 di Torino, in via Maria Vittoria 44.

Sono circa trenta le opere in mostra,  attraverso le quali l’artista racconta episodi e fatti di Cronaca che isno entrati nella cultura mondiale, da quelli fumettistico come Wonder Woman e Tiger Man, a quelli storici, come Benito Mussolini e l’astronauta Jurij Gagarin.

Nei quadri di Zakamoto le pagine dei giornali fungono da tela inedita e riportano la Grande Storia.  Principale arma delle sue opere l’ironia, che talvolta si apre al cinismo. L’artista propone un caleidoscopio di immagini fantastiche e realistiche,  riflesse nello specchio deformato dell’informazione del Novecento. Qui i disegni rimandano al testo e il testo ai disegni. I colori sono pochi, ben studiati, i box pubblicitari si integrano perfettamente nella struttura dell’opera.

Tra i numerosi fatti di cronaca che l’artista ripropone figurano l’assalto ai convogli anglosassoni nel Canale di Sicilia, le rivelazioni su Gagarin, l’arrivo a Munich delle truppe americane,  il pranzo che Mussolini offrì  in onore dei rappresentanti della Germania e del Giappone, l’attacco aereo a Pearl Harbour, la resa senza condizioni dell’Armata greca dell’Epiro e della Macedonia.

“Nel giornale di ieri – spiega Akira Zakamoto – la menzogna è  il sistema di riferimento . Si parla di ciò che si spera sia successo in una continua manipolazione avanti e indietro nel tempo.  Se tutti mentono le menzogne non si trasformano in realtà, ma la pratica della mistificazione diventa di fatto accettata come sistema. Osservo le immagini del futuro immaginato attraverso specchi deformanti che mettono in luce gli oltre ottanta anni di cosiddetta “pace”.

L’artista ha tracciato anche una biografia poetica di sé: “Akira Zakamoto, nato amato. Ha un amico immaginario che compie grandi imprese,  detto Luca Motolese. Dipinge  e inventa cose futili.  Sulla spiaggia vino e mitili. Legge tanto e scrive poco. Morirà prima o dopo”.

MARA MARTELLOTTA

Très Court International Film Festival: a Torino, cinema ed emozioni in meno di 4 minuti

 

Domenica 4 giugno si torna al cinema per scoprire e votare i brevissimi ed emozionanti cortometraggi selezionati nell’ambito della 25esima edizione del Très Court International Film Festival: l’Alliance Française di Torino, in collaborazione con il Cinema Massimo, dedica una serata al meglio della produzione audiovisiva mondiale sotto i 4 minuti. Anche quest’anno, la rassegna internazionale di cortometraggi cortissimi Très Court viene portata in Italia dalle Alliance Française, grazie al sostegno dell’Institut Français Italia e dalla Coordinazione della rete delle Alliance Française d’Italia.

Da Torino a Trieste, da Bolzano a Genova, da Venezia a Cagliari e da Bari fino a Merano e Verona: 9 città italiane si uniscono alle 12 città francesi e 54 in tutto il mondo in cui viene proiettato il festival.

 

👉 Ecco il link con il trailer del festival : https://www.youtube.com/watch?v=f9Us6vY74LA

Da Montreal a Venezia, dalla Cina alla Romania, dalle Seychelles alla Nuova Caledonia, il pubblico può aspettarsi di vibrare al ritmo dei Très Court che, quest’anno più che mai, metteranno in luce il talento e il valore di un’intera generazione di cineasti. Raccontare una storia in meno di quattro minuti – titolo e titoli di coda inclusi – può sembrare improbabile. Eppure, in un’epoca in cui tutto va veloce, dove i cambiamenti climatici, sociali e tecnologici sono al centro di riflessioni e domande, i registi esercitano il loro virtuosismo attraverso questo formato che va all’essenziale. Il festival è soprattutto un’occasione per le giovani generazioni di valorizzarsi sul grande schermo con il pubblico e gli addetti ai lavori di tutto il mondo. È anche un’occasione per ridere, piangere, commuoversi, interrogarsi o anche lasciarsi destabilizzare da ogni tipo d’argomento, trattato con forza, malizia, audacia e naturalmente, con poesia.

 

Questo evento globale, che si tiene in contemporanea in tutto il mondo dal 2 all’11 giugno 2023, raggiunge più di 15.000 spettatori in 5 continenti. Al termine del festival vengono assegnati 9 premi, tra cui un Premio Internazionale del Pubblico a cui parteciperanno anche gli spettatori torinesi.

 

 

A Torino, il festival è proposto in collaborazione con il Cinema Massimo (via Verdi 18) che domenica 4 giugno alle 20.30 accoglierà la proiezione della Selezione Internazionaleun mosaico di 40 brevissimi film di generi diversi (sottotitolati in italiano grazie al supporto dell’Alliance Française Trieste), provenienti da tutto il mondo, scelti fra migliaia di corti presentati al comitato di selezione. Dalla commedia al dramma, dal film di animazione al documentario, questa selezione riflette i più recenti indirizzi della creazione cinematografica contemporanea.

Autori francesi, spagnoli, rumeni o ucraini, voci provenienti dagli Stati Uniti, dalla Germania e ancora dal Venezuela, dall’Iran e da tanti altri paesi vedranno le loro opere presentate l’una dopo l’altra in un’avvincente maratona della durata di circa due ore, in cui sarà presentato anche il cortometraggio italiano Manimondo di Michele Tozzi.

Gli spettatori sono coinvolti in modo attivo: al termine della proiezione sono invitati a votare il miglior corto; i risultati, suddivisi per città, verranno pubblicati online e saranno alla base del Premio del pubblico globale.

Alla serata al Cinema Massimo, si aggiunge una speciale proiezione mattutina al Liceo Berti di Torino, che coinvolgerà un centinaio di studenti che con il loro voto contribuiranno ad assegnare il Premio del pubblico globale.

Très Court International Film Festival

25esima edizione / Selezione Internazionale

Film in lingua originale / Sottotitoli in italiano

 

Domenica 4 giugno 2023 | ore 20.30

Cinema Massimo

Via Verdi 18, 10124 Torino

 

Ingresso 

6 euro – biglietto intero

4 euro – biglietto ridotto (anche per soci dell’Alliance Française di Torino)

Consorzio Torino Infanzia e Proges, servizi al territorio per una cultura dell’infanzia diffusa 

Dal 9 al 14 giugno

La ricerca pedagogica svolta sui servizi negli ultimi anni, ha dimostrate che la partecipazione delle famiglie alla vita del servizio e alla sua co-progettazione è in grado di costruire una cultura dell’infanzia condivisa e inclusiva e luoghi democratici di cittadinanza attiva.

Sulla base di questa idea forte dal 9 al 14 giugno 2023 Consorzio Torino Infanzia e la Cooperativa Sociale Proges – con il patrocinio della Città di Torino –  propongono alla città ALL’ALTEZZA DELL’INFANZIA, una serie di iniziative rivolte alle bambine e ai bambini, alle famiglie e alla cittadinanza con l’idea di vivere attivamente i temi della CURA e dell’APPRENDIMENTO. ALL’ALTEZZA DELL’INFANZIA è calendario di eventi con uno sguardo rivolto al presente e uno al futuro della città, con le radici profondamente radicate nel terreno della crescita, dell’educazione e dell’infanzia come patrimonio culturale.

“Attraverso azioni diffuse sul territorio” racconta Claudia Ciccardi, Responsabile Pedagogica Area Piemonte, “l’idea è quella di definire i servizi educativi come luoghi di prossimità, anche e soprattutto per coloro che non lo frequentano quotidianamente. La possibilità di rendersi aperti e porosi, anche grazie a proficue collaborazioni con altre agenzie del territorio, può dare vita ad un’idea di INFANZIA DIFFUSA, offrendo a bambine e bambini la possibilità di abitare luoghi e spazi cittadini. Un’infanzia che, attraverso i suoi molti linguaggi, possa rendersi visibile e protagonista, agendo il diritto alla soggettività e cittadinanza, entrando così nei pensieri di coloro che hanno il dovere di prendersene cura”.

Come si svolgerà ALL’ALTEZZA DELL’INFANZIA? Attraverso il coinvolgimento di alcuni prestigiosi quali CAMERA – Centro italiano per la fotografia, Fondazione Opera Munifica Istruzione, Circoscrizione 6.

Nel dettaglio, gli eventi in programma dal 9 al 14 giugno sono i seguenti:

La Città infinita

Dal 9 all’11 giugno

In questi giorni l’Opera Munifica organizza il festival Festival Corti.lì: un cortile comune per narrare pensieri bambini di cui Proges è partner. La città infinita è un’installazione di costruttività collettiva che sarà ospitata dal Centro per la fotografia Camera, via delle Rosine 14. L’opera, diffusa ormai su molti territori anche all’estero, è un’idea di Mao Fusina – www.lacittainfinita.com – ed è una proposta ludica a tutta la cittadinanza. Per tre giorni tutta le famiglie potranno partecipare gratuitamente. I costi dell’installazione, del materiale e dell’organizzazione (prenotazioni, supporto) sono a carico di Proges.

Mao Fusina è anche formatore del percorso formativo integrato tra Nido Dolto e la scuola di Via Giulio e Nido Loris Malaguzzi e scuola dell’infanzia di via Ancina.

Officina Koinè

12 e 14 giugno

A marzo il Mamiani ha avviato una sperimentazione di un CBF (progetto migliorativo di gara) progettato intorno all’idea di uno spazio di gioco e apprendimento per i bambini. Il CBF aprirà una volta a settimana e l’idea è che, una volta avviato, sia il perno per costruire, dal prossimo anno, una rete di attori che insistono sul territorio intorno al Nido per costruire azioni sinergiche di tutela dell’infanzia. Per questo motivo, in collaborazione con Città di Torino – Assessorato Istruzione, promuoviamo nella giornata del 12 giugno una chiamata collettiva di tutte le associazione del territorio, per confrontarci e discutere insieme sull’idea di infanzia che il territorio vuole e può riflettere. Inoltre, il 14 giugno, il centro organizzerà una festa inaugurale aperta a tutto il quartiere.

All’altezza dell’infanzia

LA MOSTRA

Dal 9 al 14 giugno

Nel mese di aprile, dentro una cornice di progettazione di esperienze di continuità 0/6 tra nido e scuola, è stato promosso un percorso partecipativo di Photovoice (attivazione della cittadinanza attraverso lo strumento della fotografia) che ha coinvolto personale e genitori dei tre servizi educativi. Obiettivo è di indagare l’idea che gli adulti (famiglie e educatrici/insegnanti) hanno rispetto a come il territorio si prende cura dell’apprendimento dei bambini, ovvero, metaforicamente, “se il territorio è all’altezza dell’infanzia”. Contemporaneamente, anche i bambini frequentanti i tre servizi hanno sperimentato l’uso della fotografia come strumento di apprendimento e ricerca. L’esito è una mostra fotografica, ragionata e discussa con gli attori che ne hanno generato i contenuti, con la costruzione di un documento con spunti e suggerimenti anche di azioni politiche (cittadinanza attiva).

Ambienti di cura, cura dell’ambiente

13 giugno

Una giornata di apertura del parco del servizio al territorio, in collaborazione con i genitori, laboratori scientifici per offrire ai bambini del quartiere potenzialità di apprendimento che la natura offre. A conclusione della giornata sarà proposta una serata di cinema all’aperto in collaborazione con il Cinema due Giardini.

Accompagnarsi alla crescita

12 e 14 giugno

In ascolto delle domande di crescita e di apprendimento che i genitori portando ai servizi e consapevoli che, per prendersi davvero cura della genitorialità c’è bisogno di un lavoro di rete, il Nido proporrà serate rivolte alla genitorialità di confronto su diverse tematiche: digitale, fragilità emotiva, relazione genitori-figli. Per una più alta partecipazione si propone l’apertura straordinaria del Nido con l’organizzazione di un punto gioco.

Per il programma dettagliato e le modalità di iscrizioni ai singoli eventi:

 https://proges.it/allaltezza-dellinfanzia-apertura-dei-servizi-educativi-al-territorio-per-la-costruzione-di-una-cultura-dellinfanzia-diffusa

Grandi mostre. La nuova stagione alla Reggia di Venaria “All’ombra di Leonardo”

“Arazzi e cerimonie alla corte dei papi”

Fino al 18 giugno

Venaria Reale (Torino)

Mostra davvero prestigiosa. E “non solo per la preziosa collaborazione con i ‘Musei Vaticani’ che l’ha permessa, ma anche e soprattutto in quanto occasione imperdibile per ammirare da vicino capolavori unici che consentono di conoscere rituali e cerimonie ricchi di simboli e significati lontani nel tempo”. Così descrivono Michele Briamonte e Guido Curto, presidente e direttore generale del “Consorzio delle Residenze Reali Sabaude”, la mostra “All’ombra di Leonardo. Arazzi e cerimonie alla corte dei papi”, visitabile, fino al prossimo 18 giugno, nelle Sale delle Arti alla “Reggia di Venaria”. Curata da Alessandra Rodolfo e Andrea Merlotti, storici dell’arte, la rassegna raccoglie opere provenienti, oltre che dai “Musei Vaticani”, dal “Palazzo del Quirinale”, dal “Museo di Roma”, dai “Musei Reali” di Torino, dal “Museo Diocesano Tridentino”, dalla Civica Raccolta delle Stampe “A. Bertarelli” di Milano e da diverse collezioni private. L’iter espositivo ci permette di “entrare”, attraverso la proposta di arazzi, quadri, incisioni ed oggetti che raccontano storie antiche di secoli, in un mondo “alto”, fatto di antichi riti, come la “Lavanda dei piedi” e la “Coena Domini” che si svolgevano il Giovedì Santo nel cuore del “Palazzo Vaticano”.

Opere da trattenere il fiato, come il prezioso “Arazzo” raffigurante l’“Ultima Cena”di Leonardo, donata nel 1533 dal re di Francia Francesco I a papa Clemente VII, in occasione del matrimonio di Caterina de’ Medici, nipote del pontefice, ed Enrico di Valois, secondogenito del re francese. L’opera fu realizzata dopo il 1516 su ordine dello stesso Francesco I e di sua madre Luisa di Savoia. Interamente lavorata in oro e seta, l’“Ultima Cena” milanese è lì trasposta con assoluta fedeltà, ma con un’importante variazione allo sfondo – quasi astratto nell’originale – simile nel prezioso “panno” ad un’architettura rinascimentale. Francesco I era un grande estimatore di Leonardo, tanto da averlo chiamato alla sua corte presso il “Castello di Amboise” (nella Valle della Loira) dove l’artista visse dal 1516 al 1519, ed è ormai opinione di molti che il cartone dell’arazzo, su cui fu poi effettuata la successiva tessitura, sia stato realizzato in Francia sotto la supervisione dello stesso Leonardo. Una volta entrato nelle collezioni vaticane, l’arazzo venne utilizzato per alcune delle più importanti e suggestive cerimonie religiose della corte papale. In particolare nella “Lavanda dei Piedi” che si svolgeva nella “Sala Ducale” del “Palazzo Vaticano” e in occasione della quale il pontefice, a imitazione di Cristo, lavava i piedi a tredici sacerdoti “poveri” posti a sedere su un palco sotto l’arazzo leonardesco. Lo stesso pontefice, poi, coadiuvato dal suo seguito, serviva la cena (“Coena Domini”) ai tredici con chiaro rimando all’“Ultima Cena”.

E proprio qui il “panno leonardesco” intrecciò la sua storia con un altro arazzo, di grande rilievo e bellezza: quello per il “Dossale del baldacchino papale”, sopra al “trono” (da cui il pontefice si alzava per praticare la “Lavanda dei piedi”) realizzato sempre per Clemente VII e disegnato dagli allievi di Raffaello, gli stessi che avevano lavorato con il Maestro nelle celeberrime “Stanze Vaticane” e nelle “Logge” del Palazzo. A quarant’anni di distanza dalla sua ultima esposizione l’imponente baldacchino, realizzato nella stessa “manifattura brussellese” da cui uscirono i famosi “Arazzi” raffaelleschi della “Cappella Sistina”, viene ricostruito in mostra, con la sua copertura impreziosita da pendenti di straordinaria bellezza. La mostra alla “Venaria” ci ricorda anche che il rito della “Lavanda” non era però solo una prerogativa pontificia. Tutti i sovrani cattolici – e sino a fine Seicento anche il protestante re d’Inghilterra a imitazione della corte papale – la praticarono per molti secoli, in alcuni casi sino a meno d’un secolo fa. Una storia rammentata in rassegna da una splendida brocca (aiguiere) usata da Carlo Felice e Carlo Alberto di Savoia, ora nei depositi dei “Musei Reali” di Torino, associata ad altre due analoghe, provenienti dalla “Sagrestia Pontificia” e usate probabilmente per lo stesso scopo.

Gianni Milani

“All’ombra di Leonardo. Arazzi e cerimonie alla corte dei papi”

“Reggia di Venaria”, piazza della Repubblica 4, Venaria Reale (Torino); tel. 011/4992300 o www.lavenaria.it

Fino al 18 giugno

Orari: dal mart. al ven. 9,30/17; sab. dom. e festivi 9,30/18,30

Nelle foto:

–       Manifattura Brussellese(?): “Ultima Cena” (copia da Leonardo da Vinci), 1516- 1533, Arazzo, Musei Vaticani

–       Manifattura di Pieter Van Aelst, Bruxelles, su cartone della scuola di Raffaello, “Dossale del baldacchino di Clemente VII Medici”, 1525-1530, Arazzo, Musei Vaticani

–       Innocente Gaya: “Aiguière con bacile”, 1827-’28, Musei Reali di Torino

–       Wilhelm Gause: “Lavanda dei piedi dell’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe”, stampa, 1885, Torino, collezione privata.

L’Orchestra Sinfonica della RAI festeggia la Festa della Repubblica all’Auditorium RAI con il tutto esaurito

Sul podio il neodirettote dell’Orchestra Rai di Torino Andres Orozco Estrada

 

Sarà  un omaggio musicale all’Italiana, con una scelta di pagine celebri ispirate all’Italia e ai grandi compositori italiani,  con l’Orchestra Nazionale della RAI come protagonista per il concerto della Festa della Repubblica che la RAI e la Città di Torino propongono per venerdì 2 giugno all’Auditorium RAI Arturo Toscanini.

Sul podio una delle bacchette più apprezzate di oggi, AndresOrozco Estrada, che da ottobre ricoprirà il ruolo di Direttore Principale dell’Orchestra RAI.

Per il concerto della festa della Repubblica verrà proposta in apertura la Sinfonia  n. 4 in la maggiore di Felix Mendelssohn Bartholdy detta “Italiana”, scritta durante il viaggio di formazione che il compositore fece in Italia  tra il 1830 e il 1831.

Accanto alla Sinfonia,  definita dall’autore “il lavoro più gaio che io abbia mai finora composto”, una scelta di pagine dei più grandi compositori italiani, quali l’Ouverture dal Guglielmo Tell di Rossini, quella dai Vespri siciliani di Giuseppe Verdi. Intermezzo dalla Manon Lescaut di Giacomo Puccini.

Il ritmo della Sinfonia detta “Italiana” è  teso, nervoso, incalzante anche nel primo motivo eseguito dai flauti.  L’alternanza dell’andamento a termine con quello binario e la sovrapposizione di queste due figure ritmiche, crea un cambiamento continuo, capace di rendere la danza ancora più elettrizzante e briosa.

Le più  conosciute, organiche e personali Sinfonie di Mendelsshnsono la quarta e la terza, sebbene l’Italiana preceda di una decina d’anni la Scozzese. Le due composizioni furono abbozzate nello stesso periodo, durante il soggiorno del musicista in Italia. Una volta a contatto con la natura, le canzoni popolari e le caratteristiche dell’ambiente italiano, Mendelssohn si tuffò esclusivamente nel lavoro della quarta, che fu eseguita per la prima volta nel maggio 1833 dalla Filarmonica di Londra, diretta dallo stesso autore, accolta in modo molto lusinghiero, suscitando discussioni in sede critica circa la classificazione dell’opera nel genere romantico o classico. Una discussione peraltro artificiosa e completamente superata perché  la Sinfonia Italiana è  espressione di un equilibrio molto felice sullo sfondo della spiritualità e i termini di classico e romantico si integrano perfettamente in una sintesi di colori mediterranei vivaci e di sentimenti nordici autunnali.

MARA MARTELLOTTA

 

Auditorium RAI Arturo Toscanini

Piazza Rossaro

Tel 0118104996

“Late Spring Music Festival” Dal Barocco alla musica contemporanea

Voci e suoni ideati ad hoc per gli storici spazi della “Reggia di Venaria”

Dal 2 al 4 giugno

Per tre giorni – da venerdì 2 a domenica 4 giugno – gli imponenti spazi barocchi della “Reggia di Venaria” risuoneranno di alta musica, in una suggestiva cavalcata di note, di epoche e di stili che dal Barocco arrivano ai nostri giorni, passando per i grandi interpreti del Classicismo e del periodo Romantico.

In questo si sintetizza la prima edizione del “Late Spring Music Festival”, la nuova rassegna musicale internazionale che andrà a coinvolgere in una “pacifica invasione musicale” i luoghi più iconici della Reggia: dalle suggestive “Sala Diana” e “Cappella di Sant’Uberto” ai grandiosi “Giardini” con la “Cascina Medici del Vascello”, fino alla maestosa “Galleria Grande” e agli esterni del “Castello della Mandria”. Estremamente ricco e accattivante il programma ideato da Claudio Pasceri (“artista in residence”, fra i più apprezzati violoncellisti italiani e già direttore artistico di Festival quanto mai prestigiosi) interprete creativo, per l’occasione, del “genius loci” della settecentesca “Residenza Sabauda”. I protagonisti saranno tutti musicisti di grande valore che alla “Venaria” arriveranno per esibirsi in repertori solistici e per unirsi in interpretazioni di suggestive pagine cameristiche: dal violinista lettone Ilya Grubert (fra i massimi virtuosi contemporanei) al compositore britannico Irvine Arditti (che proporrà, fra l’altro, pagine di Luciano Berio, a vent’anni dalla scomparsa), fino ai francesi  Michaël Levinas, pianista e compositore, e al soprano Marion Grange (che insieme affronteranno pagine di Debussy e Schumann), per proseguire con Enrico Maria Baroni (clarinetto solista dell’“Orchestra Sinfonica Nazionale” della Rai) e con il viennese “Chaos String Quartet”, fra i più apprezzati ensemble della giovane generazione, al pari della violoncellista americana Annie Jacobs-Perkins.

A chiudere questo straordinario gruppo di interpreti e musicisti, sarà Vittorio Montalti, compositore romano (“Leone d’argento” alla “Biennale di Venezia 2010”) che, la sera del 2 giugno, si esibirà in prima esecuzione mondiale nel suo nuovo brano (per soprano, violoncello e live electronics), pensato e dedicato, su commissione, proprio alla “Reggia di Venaria”.

A dare inizio ad ognuna delle tre giornate del Festival saranno i “matinée-concerto”, mentre gli appuntamenti del pomeriggio offriranno ulteriori percorsi creativi al pubblico, chiusi con gli appuntamenti denominati “I Suoni della Sera”, concerti dalla durata più significativa e dal programma più articolato. L’episodio conclusivo della prima edizione della manifestazione, “Le Forme della Bellezza”, include infine uno dei capolavori cameristici di Wolfgang Amadeus Mozart, il quintetto per clarinetto ed archi. Da sottolineare: i momenti musicali del giorno sono a libero accesso per i visitatori della Reggia e del festival fino ad esaurimento posti, mentre i concerti serali prevedono un biglietto di ingresso.

“Late Spring Music Festival” prevede anche, nel suo programma giornaliero “Le Conversazioni con Enzo Restagno, fra le voci più autorevoli della musicologia europea e straordinario divulgatore, insieme a “La Voce degli Strumenti”, riservati ogni pomeriggio ai visitatori più giovani e ai bambini. Altre presenze importanti: la fotografa (operante fra Roma e Milano) Valentina Vannicola, che parlerà della sua concezione di “fotografia” e della sua esperienza al Festival venariese e Bernard Neumann, uno dei massimi liutai viventi che svelerà ai visitatori i segreti di Stradivari e i suoi rapporti con le grandi corti europee.


Il pubblico potrà ritagliare su misura la propria permanenza alla “Reggia”, dalla mattina alla sera, con il supporto di una “Mappa dei Suoni” che indicherà i vari episodi che si svolgeranno nell’arco della manifestazione, specificandone la “collocazione geografica” e la durata. Le varie esibizioni musicali verranno inoltre registrate nei differenti luoghi della “Residenza” con lo scopo di lasciare delle “tracce sonore”, affinché anche in futuro i visitatori possano scegliere di riascoltare le musiche negli spazi in cui si sono effettivamente riverberate attraverso l’utilizzo di un semplice “QR code”. In occasione del Festival, nei giorni 2, 3 e 4 giugno il “Piano Nobile” della Reggia, la mostra “All’ombra di Leonardo” e i “Giardini” saranno aperti fino alle ore 21.

Gianni Milani

“Late Spring Music Festival”

Reggia di Venaria, piazza della Repubblica 4, Venaria Reale (To); tel. 011/4992300 o www.lavenaria.it

Dal 2 al 4 giugno

Nelle Foto:

–       Claudio Pasceri, credit Jorroc

–       Ilya Grubert, violinista

–       “Chaos String Quartet”, credit Andrej Grile

–       Enzo Restagno, musicologo