Cosa succede in città- Pagina 110

Con Carlo Pestelli e Federico Bagnasco, le canzoni di George Brassens tradotte da Fausto Amodei

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Osteria Rabezzana, via San Francesco d’Assisi 23/c, Torino

Mercoledì 17 gennaio, ore 21.30

Oiseaux de Passage

Il progetto del duo formato dal cantautore Carlo Pestelli e dal contrabbassista Federico Bagnasco è la messa in scena di un repertorio a quattro mani di uno dei principali punti di riferimento della chanson francese, George Brassens e del “Brassens sotto la Mole” Fausto Amodei, padre ispiratore di molti cantautori italiani. Il grano del primo è passato al setaccio dal secondo, che nei decenni ha tradotto non poche canzoni di Brassens, ora in italiano, ora in torinese.

Il concerto “Oiseaux de passage” prende il nome dal recente lavoro discografico che contiene le più recenti traduzioni di Amodei delle canzoni di Brassens e segna il sodalizio tra Carlo Pestelli e Federico Bagnasco, responsabile degli arrangiamenti. La parte preponderante della scaletta è quindi costituita da canzoni di Brassens, alcune in originale e la maggior parte nelle traduzioni di Amodei, oltre a canzoni autografe degli stessi Amodei e Pestelli.

FORMAZIONE

Carlo Pestelli, voce e chitarra

Federico Bagnasco, contrabbasso (e cori)

CARLO PESTELLI

Carlo Pestelli vive e lavora a Torino, città in cui ha inciso il suo primo disco, Zeus ti vede, nel 2001. Muove i primi passi in particolare nell’orbita del Folk Club, aprendo concerti a diversi artisti, tra i quali: John Reinbourn, Amancio Prada, Gian Maria Testa, Claudio Lolli, Gipo Farassino ecc. Dal 1996 suona per due anni assieme ai Cantovivo.

Del 2009 Un’ora d’aria, disco molto ben accolto dalla critica, a cui hanno collaborato il chitarrista Alex Gariazzo, la cantante Lalli (ex Franti) e alcuni jazzisti di fama come Gianni Coscia e Giorgio Li Calzi. Il disco gli permette di suonare in alcuni festival internazionali come MiTo (a Torino nel 2009 e nel 2010 a Milano), Un paese a sei corde, Madame Guitar, Dallo sciamano allo showman (7ma edizione) e Folk Est. Del 2013 il successivo Da quando conosco te, ep di quattro canzoni (premio Giacosa 2014). Nel 2012 l’Unione Musicale gli affida la cura di due cicli di concerti per il Teatro Vittoria di Torino. Da questi appuntamenti scaturiscono il sodalizio artistico con il chitarrista Paolo Bonfanti e la formazione degli Ashville, gruppo folk country di cui Carlo è cantante e chitarrista. L’interesse per il teatro lo porta a scrivere due spettacoli: Note di un centromediano metodista, liberamente tratto da Il fuorigioco mi sta antipatico di Luciano Bianciardi e Ma la va diretta al Piave, riflessione corale sulla grande guerra a metà tra prosa e canzoni arrangiate per coro. Ideatore della rassegna concertistica MusiCogne, di cui è direttore artistico dalla prima edizione del 2017, ha scritto un libro sulla storia della canzone Bella ciao(add editore, prefazione di Moni Ovadia), tradotto in francese nel 2020. Ancora per Block nota, come già nel 2009, esce nel maggio del 2020 la sua nuova raccolta di dieci canzoni: Aperto per ferie.

L’amicizia con Fausto Amodei risale a venticinque anni fa: Fausto e Carlo hanno suonato assieme in molte occasioni, in Italia e all’estero (Spagna 2005): dal festival di Radicondoli, per volontà del suo direttore artistico Luciano Berio, al Primo maggio in piazza San Carlo, a Torino (per volontà dei sindacati). Il loro ultimo concerto assieme, presso l’Accademia della musica di Pinerolo, ottobre 2012, s’intitolava Tutte le lingue di Brassens.

FEDERICO BAGNASCO

Contrabbassista, docente, compositore e arrangiatore, occasionale polistrumentista di strumenti ad arco e a pizzico, è da anni attivo come musicista che attraversa i generi musicali e i differenti contesti della cultura e dello spettacolo, dai più tradizionali ai più sperimentali.

Diplomatosi con lode in contrabbasso, presso il Conservatorio Paganini di Genova, ha approfondito anche la composizione, l’improvvisazione e la prassi esecutiva su strumenti antichi. Collabora occasionalmente con importanti orchestre e fondazioni lirico sinfoniche in Italia e all’estero anche in veste di prima parte. Collabora con molte formazioni italiane di musica barocca, suonando diversi “violoni”, partecipando a numerose e importanti rassegne in Italia e all’estero, di musica da camera e di musica corale, e suonando al fianco di alcuni fra i più importanti interpreti di musica antica. Dal 2013 fa parte dell’Eutopia Ensemble, dedito alla musica contemporanea e del ‘900. Spesso è stato coinvolto come musicista di scena per il teatro o come consulente e arrangiatore, per il teatro di prosa, per cabaret, per spettacoli per bambini, per reading poetici, o in performance teatral-musicali vere e proprie, come attore-musicista. Una parte consistente della sua attività è inoltre legata alla canzone d’autore.

Le sue esperienze musicali sono passate per il jazz, il tango, la musica medievale e rinascimentale, colonne sonore per il cinema, trasmissioni televisive, la musica popolare di tradizione e la libera improvvisazione, con importanti collaborazioni (tra queste il duo di contrabbassi con Ares Tavolazzi, il Buxus Consort di Ezio Bosso o i progetti discografici e concertistici con Vittorio De Scalzi). Ha al suo attivo circa una settantina di registrazioni discografiche (per importanti etichette quali Decca, Sony Classical, Amadeus, CPO, Glossa, Stradivarius, Avie, Brilliant classics, Ricercar, Nota, Felmay, Ala Bianca, Tactus, Bongiovanni, ecc.). Nel 2014 pubblica Le Trame del Legno (NBB Records), composizioni originali per contrabbasso e manipolazione elettronica, con ottimo successo di critica; mentre nel 2022 esce Consort Music (NBB Records), composizioni originali per consort di viole da gamba e manipolazione elettronica. È direttore artistico fin dalla sua fondazione del festival Combin en Musique. È docente di contrabbasso al liceo musicale Cavour di Torino.

Ora di inizio: 21.30

Ingresso:

15 euro (con calice di vino e dolce) – 10 euro (prezzo riservato a chi cena)

Possibilità di cenare prima del concerto con il menù alla carta

Info e prenotazioni

Web: www.osteriarabezzana.it

Tel: 011.543070 – E-mail: info@osteriarabezzana.i

La cultura himalayana fra antico e moderno

Incontro al “MAO” di Torino fra l’artista nepalese Tsherin Sherpa e il direttore del Museo, Davide Quadrio

Mercoledì 17 gennaio, ore 18

Nato a Kathmandu nel ’68 e maestro di pittura “thangka” tradizionale, materia che insegna in vari centri buddhisti in California (dov’è emigrato nel ’98, pur continuando a mantenere rapporti con il suo Nepal), il noto artista nepalese Tsherin Sherpa sarà ospite, il prossimo mercoledì 17 gennaio, alle ore 18, del “MAO- Museo d’Arte Orientale” di Torino, dove incontrerà il direttore del Museo di via San Domenico, Davide Quadrio, per una ragionata riflessione e rilettura del ricco patrimonio culturale della regione himalayana in chiave contemporanea.

L’evento, parte del programma #MAOtempopresente – che utilizza l’arte contemporanea come “medium” di interpretazione e valorizzazione del patrimonio museale – sarà anche l’occasione “per annunciare al pubblico – sottolinea Davide Quadrio – il programma di riallestimento della ‘Galleria della regione himalayana’ che sarà avviato dal prossimo 22 gennaio e che proseguirà per tutto l’anno, arricchendosi di una serie di incontri ed eventi di approfondimento”. Il riallestimento coinvolgerà inizialmente proprio la sezione dedicata alle prestigiose “thangka tibetane” (o “dipinti su rotolo”, stendardi buddhisti dipinti o ricamati e arrotolabili, portati in processione dal “Lama”, maestro spirituale, e dai fedeli) appartenenti alle collezioni permanenti del museo prevedendo, in particolare, un delicato lavoro di preparazione, consolidamento e restauro a cura del “Centro di Conservazione e Restauro di Venaria” in collaborazione con esperti restauratori e storici dell’arte himalayana e reso possibile grazie al generoso contributo di “UBI Unione Buddhista Italiana”.

La conversazione sarà in lingua inglese con traduzione simultanea del moderatore: ingresso libero.

Nello specifico, il progetto di riallestimento della Galleria (con due sale dedicate a venti “thangka”) prevede un “display” aggiornato delle opere che ne consenta una maggiore valorizzazione e conservazione attraverso l’inserimento di nuovi supporti: un progetto di illuminotecnica aggiornato, un rinnovamento della veste grafica degli apparati didascalici e l’aggiunta di ulteriori pannelli informativi. Com’è consuetudine del “MAO”, anche per la “Galleria himalayana” si è scelto, inoltre di far dialogare relazionandole le opere delle Collezioni permanenti con altre contemporanee, “per riannodare i fili di un dialogo che si svolge – sotterraneo e ininterrotto – fra i secoli”. E, proprio in quest’ottica, due lavori di Tsherin Sherpa, “Luxation 2” (2016) e “The Tak” (2022), sono stati accostati agli oggetti antichi delle collezioni permanenti, proponendo al visitatore un’inattesa versione in chiave contemporanea delle tradizioni e mitologie ancestrali nepalesi, reinterpretate da Sherpa attraverso un dinamico processo di decostruzione, astrazione, frammentazione e ricostruzione dell’immagine tradizionale.

Un altro focus particolare sarà poi dedicato al Monastero di Densatil (dal 1351 al 1481, la principale sede del potere temporale e spirituale in Tibet, di cui dopo la Rivoluzione Culturale non restano che rovine), con un intervento di rivisitazione dell’allestimento degli oggetti provenienti da uno dei luoghi più celebri e artisticamente rilevanti dell’intero arco himalayano. In particolare con la collaborazione di alcuni artisti e studi grafici attraverso supporti grafici e video “s’intende mappare – conclude Quadrio – all’interno del contesto originale del Monastero i reperti oggi conservati all’interno del ‘MAO’, fornendo anche approfondimenti sulla travagliata storia del Monastero”. Il lavoro di studio e mappatura si avvarrà, fra le diverse collaborazioni, anche del dialogo con l’“Asia Society Museum” di New York che recentemente ha prodotto il video “The Golden Vision of Densatil”.

Per info: “MAO-Museo d’Arte Orientale”, via San Domenico 11, Torino; tel. 011/4436932 o www.maotorino.it

Gianni Milani

Nelle foto:

–       “Himalaya”, thangka tibetano

–       Davide Quadrio, direttore “MAO”

Al via la scuola di Politica della Fondazione Amendola

Storia, educazione civica e diritto al centro delle lezioni,
in programma da sabato 20 gennaio nella sede di via Tollegno 52 a Torino.

Domenico Cerabona: “Questa iniziativa mira a formare cittadini consapevoli
che comprendano il ruolo della politica nella società
e siano in grado di prendere decisioni informate e responsabili”

Una scuola politica, gratuita e aperta a tutti, per approfondire la conoscenza della storia, l’educazione civica, il diritto delle istituzioni repubblicana ed europea: si chiama “Il futuro ha un cuore antico”, è il nuovo progetto della Fondazione Giorgio Amendola, da sempre protagonista nei percorsi di riqualificazione urbana e nell’organizzazione di manifestazioni artistiche e culturali nel quartiere Barriera di Milano, a Torino.

“La scuola di politica intende mettere a valore il pensiero e l’opera di Giorgio Amendola attualizzando il sentire novecentesco alle nuove e sempre più stringenti richieste della società” spiega il direttore Domenico Cerabona, che continua: “In una società democratica, è fondamentale che i cittadini siano informati, critici e partecipativi. Questa iniziativa mira a formare cittadini consapevoli che comprendano il ruolo della politica nella società e siano in grado di prendere decisioni informate e responsabili”.

La scuola di politica della Fondazione Amendola, che sarà ospitata nella sede di via Tollegno 52, sarà strutturata in due sezioni distinte: una riservata agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, per approfondire i loro percorsi curricolari; l’altra rivolta agli adulti, tra cui studenti dell’Unito, appassionati e semplici cittadini. Corsi, seminari, workshop e conferenze si susseguiranno per 4 mesi, secondo il piano didattico stilato dal comitato scientifico composto da 18 membri di particolare spessore culturale, costituito da docenti universitari, ricercatori, personalità del mondo scientifico, artistico e culturale. Agli studenti saranno forniti diversi tipi di materiale didattico, come libri di testo, articoli, documenti storici, video, documentari e risorse online.

I docenti:

prof. Giovanni Cerchia, professore ordinario di storia presso l’Università del Molise, cui è affidata la direzione didattica scuola di politica della Fondazione Amendola;
prof.ssa Simona Colarizi, docente di storia presso l’Università La Sapienza di Roma;
dott. Giovanni Matteoli, già capo gabinetto Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano;
Prospero Cerabona, presidente della Fondazione Amendola;
dott. Luca Motto, storico e ricercatore sulla storia di Torino
prof.ssa Francesca Varano, sociologa con dottorato di ricerca presso Unito;
prof. Paolo Borioni, professore ordinario di storia presso l’Università La Sapienza di Roma.

Le prime lezioni sono in programma sabato 20 gennaio. Al mattino, dalle 10 alle 12, lo spazio dedicato ai ragazzi sul “ventennio fascista”, accompagnato dal docufilm sulla vita di Giovanni Amendola. Al pomeriggio, dalle 14 alle 16, la lezione sulle “società di mutuo soccorso e le organizzazioni dei lavoratori”. Iscrizioni aperte fino al 18 gennaio.

Format per adulti – Ogni appuntamento affronterà un argomento specifico mediante una lezione frontale di tre3 ore condotta di volta in volta da un esperto dell’argomento scelto, con la parte finale di ogni incontro dedicata alla discussione.

Lezione 1 (20 gennaio 2024) – Le società di mutuo soccorso e le organizzazioni dei lavoratori.

Lezione 2 (17 febbraio 2024) – Il movimento sindacale in Italia con focus su Torino

Lezione 3 – I partiti politici della fine del ‘800

Lezione 4 – La Repubblica italiana dalla resistenza alla costituente

Lezione 5 – La nascita dell’Unione Europea

Format per ragazzi – Il percorso per studenti sarà strutturato in modo divulgativo con l’intento di approfondire i temi riguardanti la storia del Novecento italiano e internazionale. Ad accompagnare il percorso sarà la serie documentaristica che mescola illustrazione, motion design, voce, musica e suono per raccontare la vita di Giorgio Amendola, partigiano, scrittore epolitico italiano tra le personalità più influenti della storia italiana del XX secolo.

Lezione 1 – Il ventennio fascista. Visione episodio 1 – La scelta di vita durata 15 minuti.

Lezione 2 – La seconda guerra mondiale. Visione episodio 2 – Un posto nella storia durata 16 minuti

Lezione 3 – La resistenza e la lotta partigiana. Visione episodio 3 – La resistenza durata 17 minuti

Lezione 4 – La Repubblica e la Costituzione Italiana. Visione episodio 4 – Il Rinnovamento durata 23 minuti

EVENTI, PRESENTAZIONI E MOSTRE ALLA FONDAZIONE AMENDOLA

La scuola di politica si inserisce in un fitto calendario di eventi organizzati dalla Fondazione Giorgio Amendola, tra cui ricordiamo:

Mercoledì 31 gennaio alle 18.30 – Proiezione dello spettacolo multimediale e interattivo “Odissea 2051” presso la sede della Fondazione.
Lunedì 5 febbraio alle 17.30 – Presentazione della docuserie su Giorgio Amendola presso la Sala Giulio Cesare del Campidoglio, a Roma.
Venerdì 9 febbraio alle 18 – Presentazione del volume “Il Sessantotto, il confronto tra PCI e movimento studentesco” con Gianni Cuperlo e Giovanni De Luna, presso la sede della Fondazione.
Giovedì 15 febbraio alle 17.30 – “Picasso a cinquant’anni dalla morte”. Proiezione di parti del film di Clouzot Le mystère Picasso (1956) e analisi del commento di Carlo Levi su La Stampa. Interventi di Pino Mantovani, Cesare Pianciola e Francesco Poli.

Inoltre, nelle sale espositive della sede di via Tollegno 52, sono aperte al pubblico due mostre d’arte:

l’installazione visiva e sonora Scenario”, realizzata da Matilde Ugolini, Matteo Billotto, Leonardo Moiso e Michele Grosso, una riflessione rivolta al futuro, sull’lo e sul Noi(fino al 31 gennaio);
la mostra “La pittura dell’invisibile. Pietro Rambaudi e l’astrattismo torinese tra gli anni ’50 e ‘70”, che mette in luce la figura dell’artista piemontese in dialogo con sei astrattisti: Albino Galvano, Paola Levi Montalcini, Filippo Scroppo, Carol Rama, Mario Davico e Gino Gorza (fino al 29 febbraio).

Le città con più lettori: Torino al quarto posto

Secondo Il Passaparola dei Libri (dati aggiornati al 01 gennaio 2024)

Roma è la capitale indiscussa dei lettori, Empoli mantiene il primato come prima città non capoluogo di provincia, mentre Trieste sorpassa…

Anche quest’anno come è consuetudine abbiamo aggiornato le statistiche degli iscritti al nostro gruppo Facebook Un libro tira l’altro ovvero il passaparola dei libri  per sapere quali sono le città che leggono di più. Nessuna variazione nei primi posti, Roma guida sempre indisturbata la classifica con oltre 20.000 iscritti, seguita da Milano che ne registra quasi 10.000. Tra le città principali  Firenze è in prima posizione se consideriamo il rapporto tra popolazione e iscritti con 6.600, mentre Empoli resta la prima città non capoluogo di provincia con più di 1.000 iscritti. Il primo sorpasso è quello di Trieste su Venezia in sedicesima posizione

Il nord mantiene il primato, ma anche il sud è ben posizionato, al centro domina la Toscana e la Capitale.

Tra gli iscritti residenti all’estero, la classifica è guidata dalla Svizzera, con 1.339 membri, seguono Regno Unito, Germania e Francia. Londra la città straniera con più iscritti (420), seguita da Lugano (339)

 

Il gruppo è composto da 290.000 iscritti

Qui l’elenco delle città con oltre 1.000 iscritti, eventuali variazioni rispetto alla rilevazione precedente del 31 marzo 2023 sono evidenziate tra parentesi.

1 -Roma – 20.374

2 – Milano – 9.870

3 – Firenze – 6.680

4 – Torino – 6.272

5 – Napoli – 5.854

6 – Genova – 4.260

7 – Palermo – 4.122

8 – Bologna – 3.298

9 – Bari – 2.748

10 – Cagliari – 1.853

11 – Brescia – 1.796

12 – Catania  – 1.736

13 – Padova – 1.702

14 – Verona – 1.618

15 – Prato – 1.451

16 – Trieste – 1.422  (17 + )

17 – Venezia – 1.411  (16 – )

18 – Livorno – 1.322  ( 19 + )

19 – Perugia – 1.275  (18 – )

20 – Parma – 1.185  (22 + )

21 – Modena – 1.160  (24 + )

22 – Siena – 1.125  ( 20 – )

23 – Empoli – 1.103  ( 21 – )

24 – Rimini – 1.093  ( 25 + )

25 – Messina – 1.091 ( 23 – )

26 – Bergamo – 1.041

27 – Pescara – 1.025

28 – Reggio nell’Emilia – 1.005  ( 29 + )

 

Chi pensa che i social network siano solo sinonimo di disimpegno potrebbe ricredersi scoprendo che il gruppo FB Un libro tira l’altro ovvero il passaparola dei libri ha superato quota  290.000 iscritti: persone che ogni giorno entrano su Facebook per scambiarsi opinioni sui libri appena letti, chiedere consigli sulle future letture, confrontare pareri e cimentarsi nella difficile arte della recensione letteraria, il tutto senza influenze da parte di scrittori o editori, che nel gruppo non hanno la possibilità di promuovere alcuna iniziativa, ma possono partecipare soltanto in qualità di lettori.

 

Se volete sapere come è posizionata la vostra città scrivete alla nostra redazione.

redazione@unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it

Una pietra d’inciampo in ricordo di Giovanni Battisti

Un sampietrino in ottone è stato incastrato questa mattina nel selciato del marciapiede di via Bertola, all’ingresso della Galleria San Federico, in ricordo di Giovanni Battisti.

Venne arrestato il 12 marzo 1944 mentre lavorava come spedizioniere al giornale “La Stampa” e deportato a Mauthausen con il “trasporto n. 34” e «assassinato il 5 maggio 1944», come si legge sul sampietrino.

Alla cerimonia, che ha visto l’installazione della pietra d’inciampo numero 153 nella città, era presente per la Città di Torino l’assessora alla Cultura Rosanna Purchia che ha sottolineato come “bisogna avere i piedi ben saldi nel passato per guardare al futuro soprattutto in questo momento dove ancora oggi donne e uomini innocenti muoiono e noi dobbiamo con questo ricordo fare in modo che questi eccidi e queste ingiustizie non ci siano più”.

Le Pietre d’Inciampo sono un progetto del  Museo Diffuso della Resistenza di Torino. Il polo museale da molti anni è impegnato a mantenere viva la memoria delle vittime dell’oppressione nazista e fascista. Le opere dellartista tedesco Gunter Demnig, sono blocchi di ottone incastonati nel marciapiede, che riportano nome e dettagli di una persona deportata o uccisa.

AffiDarsi, al via la sesta edizione

In un contesto regionale, quello del Piemonte, che attraversa un momento particolarmente complesso a livello sociale, l’Associazione Museo Nazionale del Cinema (AMNC) da anni promuove con la cultura il servizio dell’affido. Lo fa insieme a Città di Torino, Casa dell’Affidamento e Fondazione Crt grazie alla rassegna cinematografica AffiDarsi che quest’anno giunge alla sesta edizione.

Dal 14 gennaio all’11 febbraio 2024, attraverso cinque film, l’AMNC apre il dialogo con il pubblico sui temi dell’accoglienza e dell’inclusione. Sul grande schermo saranno proposte storie universali, in grado di parlare al cuore delle persone con un linguaggio semplice, pensate per i più piccoli ma anche per gli adulti, seguendo il concetto di famiglia nel senso più ampio del termine.

Si tratta di proiezioni a ingresso libero con un focus sul cinema d’animazione, a partire da Elemental di Peter Sohn (Stati Uniti, 2023, 93’), in programma il 14 gennaio alle ore 15.30 al Cinema Massimo del Museo Nazionale del Cinema. Gli altri film in calendario sono Il mio vicino Totoro di Hayao Miyazaki, Ruby Gillman di Kirk DeMicco e Faryn PearlIl gatto con gli stivali 2 di Joel Crawford e Yuku e il fiore dell’Himalaya di Rèmi Durin e Arnaud Demuynck.

Solidarietà umana e sociale

«L’affido è una delle più alte forme di solidarietà umana e sociale, da cui nascono storie che non sono mai banali; il cinema – afferma Jacopo RosatelliAssessore a Welfare, Diritti e Pari opportunità della Città di Torino – aiuta a capire che l’affido è un’avventura che non annoia perché fa vivere ai suoi protagonisti emozioni che cambiano le loro vite. Crescere in una famiglia è un diritto, dunque è importante che ogni adulto che sia nelle condizioni di farlo rifletta sulla possibilità di mettersi in gioco aprendo il proprio futuro alla presenza di bambini e bambine, ragazzi e ragazze che hanno diritto di ricevere affetto e cura».

Storie universali di accoglienza e inclusione

«Dopo le seguitissime ultime rassegne di AffiDarsi, siamo molto contenti di continuare il percorso cinematografico insieme alla Casa dell’Affidamento – dichiara Valentina NoyaVicepresidente dell’AMNC – e soprattutto in Piemonte, contesto complicato dalla legge “allontanamenti zero”. Riteniamo importante proporre alle famiglie dei momenti culturali pubblici, dedicati a bambini e ragazzi, per condividere sul grande schermo le emozioni che sa regalare il cinema d’animazione attraverso storie universali di accoglienza e inclusione. Un ringraziamento particolare va ai nostri importanti partner, il Museo Nazionale del Cinema, il CineTeatro Monterosa e il Centro Studi Sereno Regis che a diversi livelli lavorano insieme a noi con passione sul territorio».

Le famiglie affidatarie di Torino: linfa vitale delle politiche sociali

«L’affido familiare è al centro delle politiche sociali della Città di Torino da oltre quarant’anni: è un atto di genitorialità sociale, attenzione e solidarietà, un gesto che può cambiare la vita di un bambino in una temporanea situazione di vulnerabilità, quando la sua famiglia biologica non può prendersene cura. Le famiglie affidatarie – prosegue Barbara SolariDirigente del Servizio Minori e Famiglie della Città di Torino – rappresentano la linfa vitale di questo sistema e si collocano al centro di un percorso condiviso e di un supporto professionale che vede coinvolti, da un lato, le famiglie d’origine, e dall’altro i Servizi Sociali, in un costante dialogo e sostegno. Nonostante l’incessante impegno di tutti, in città rimane molto alto il bisogno di più famiglie affidatarie: la rinnovata collaborazione con l’Associazione Museo Nazionale del Cinema ha l’obiettivo di mantenere viva la cultura dell’affidamento e la sensibilizzazione sul tema affinché tutti i minori aventi diritto possano beneficiare di questa meravigliosa opportunità».

Il programma

 

Domenica 14 gennaio, ore 15,30, Cinema Massimo (via Verdi 18, Torino)

Elemental di Peter Sohn (USA 2023, 93′)

La nuova animazione targata Pixar dà forma e colore ai quattro elementi. Ember, ragazza di fuoco determinata a continuare l’attività di famiglia, incontra Wade, ragazzo d’acqua che la mette alla prova sfidando le leggi di Element City, città multiculturale dove gli elementi non si mischiano. Un racconto d’amore e formazione per cui il regista si è ispirato alla migrazione dei suoi genitori dalla Corea agli Stati Uniti, riflettendo sulle dinamiche dell’integrazione e del confronto tra differenti provenienze. Ingresso libero con prenotazione scrivendo a info@amnc.it oppure attraverso Eventbrite https://bit.ly/48iwoom

Domenica 21 gennaio, ore 15,30, CineTeatro Monterosa (via Brandizzo 65, Torino)

Il mio vicino Totoro di Hayao Miyazaki (Giappone 1988, 86′), ingresso libero

Nei giorni in cui è uscito nelle sale con grande successo Il ragazzo e l’airone, AffiDarsi propone uno dei capolavori animati di Hayao Miyazaki, distribuito in Occidente con due decenni di ritardo dopo il successo degli altri titoli del maestro giapponese. L’amicizia di due sorelline con un Totoro, buffa creatura dai magici poteri che vive nella foresta è lo spunto per uno sguardo surreale e magico sul rapporto tra natura e umanità.

Domenica 28 gennaio, ore 15,30, Centro Studi Sereno Regis (via Garibaldi 13, Torino)

Ruby Gillman, la ragazza con i tentacoli di Kirk DeMicco e Faryn Pearl (USA 2023, 91’), ingresso libero

Ruby Gillman è allegra, colorata, simpatica e una figlia obbediente, specie quando si tratta di rispettare il diktat di casa Gillman: stare lontani dall’oceano. Quando però il ragazzino che le fa battere il cuore finisce in acqua con lo skate e stenta a riemergere, Ruby non ci pensa due volte e si tuffa, scoprendo un paio di cose su di sé che le erano state taciute dalla nascita.

Domenica 4 febbraio, ore 15,30, Centro Studi Sereno Regis

Il gatto con gli stivali 2, l’ultimo desiderio di Joel Crawford (USA 2022, 102′), ingresso libero

Il Gatto con gli Stivali ha appena scoperto di aver esaurito otto delle sue nove vite e ha incontrato un Lupo Cattivo che gli ricorda come, stavolta, anche lui dovrà morire. Dunque Gatto va alla caccia di una stella caduta nella Foresta Oscura che possa esaudire il suo più grande desiderio: ripristinare le numerose vite perdute, ma non è il solo ad avere una grande aspirazione esistenziale, ci sono anche Kitty, Riccioli d’Oro e i tre Orsi e Jack Horner, un megalomane squilibrato uscito da una filastrocca di Mamma Oca.

Domenica 11 febbraio, ore 15,30, Centro Studi Sereno Regis

Yuku e il fiore dell’Himalaya di Rémi Durin e Arnaud Demuynck (BE/FR 2022, 65′), ingresso libero

In cima alle montagne più alte della terra vive una pianta che si nutre della luce più pura: si chiama fiore dell’Himalaya. La topolina Yuku lascia la sua famiglia per cercare questo fiore magico e regalarlo alla nonna che ha annunciato che presto dovrà seguire la piccola talpa cieca nelle profondità della terra, ma per trovarlo c’è un lungo viaggio da fare, pieno di ostacoli. Sulla sua strada, grazie alla musica e alle canzoni, Yuku si farà molti amici: sono loro il bene più prezioso per riuscire nell’avventura della vita.

Quaglieni propone per Falzoni la Medaglia d’oro di Benemerito della Cultura

VENERDÌ 12 GENNAIO ALLE ORE 17 nella sede del Centro Pannunzio in via Maria Vittoria a Torino  il presidente fondatore Pier Franco QUAGLIENI inaugurerà una foto del dott. Gianfranco FALZONI, salvatore della Reggia di Venaria, nella galleria dei soci illustri del Centro Pannunzio. Il dott. FALZONI ebbe il Premio “Francesco De Sanctis”. Nell’occasione Quaglieni proporrà il conferimento a Falzoni della Medaglia d’oro di Benemerito della Cultura.

Idaflora, inclusione sociale e non solo al Caffè dell’Orto di Torino

RITRATTI TORINESI 

Idaflora è una donna energica e dinamica, oltre che solare. Gestisce a Torino il Caffè dell’Orto, un circolo AICS ospitato in un edificio che dall’esterno sembra una vera e propria casa delle bambole.

“Il Caffè dell’Orto – spiega Idaflora – offre i prodotti del Consorzio Sale della Terra, nato a Benevento nel 2017, e che ha come tematica quella dell’inclusione sociale. Quattro anni fa, in via Mazzini, avevamo aperto un piccolo negozio chiamato ‘Il Sale della Terra’, capace di ospitare piccoli eventi, e il nostro desiderio era quello di avere uno spazio più ampio come quello che ci è stato concesso per realizzare il Caffè dell’Orto, che coincide con una Portineria di Comunità presente nel quartiere San Paolo. Da anni collaboriamo con la Rete Italiana di cultura popolare che ha coinvolto abitanti del quartiere e volontari nella riqualificazione dei territori cittadini. Noi stesse abbiamo partecipato alla riqualificazione di Lungo Dora Savona, dove all’interno dell’istituto Lagrange è presente una Portineria di Comunità. La terza Portineria di Comunità è rappresentata dall’edicola di Porta Palazzo, in via Milano”.

“Abbiamo scelto la dicitura ‘Caffè dell’Orto’ – continua Idaflora – per il suo riferimento evangelico al Caffè dell’Orto di casa Betania. È presente una pluralità di attività che il Caffè offre, oltre a serate che possono essere organizzate per compleanni e eventi di vario genere. Il Caffè dell’Orto organizza laboratori gratuiti di pittura, psicologia, incontri di presentazioni librarie, incontri dedicati al gioco degli scacchi e momenti pomeridiani di ripetizioni scolastiche. Anche a Benevento sono presenti il Consorzio Sale della Terra e il Caffè dell’Orto.

Il Consorzio ha sedi anche a Milano, nel quartiere City Life, in un negozio gestito da persone in difficoltà e che offre tutti i prodotti del Consorzio; a Lecce e a Napoli. Il Consorzio Sale della Terra, che si è esteso anche a città come Torino, è nato l’11 luglio 2016 a seguito di un percorso di oltre vent’anni di cooperazione sociale, affondando le radici nell’azione della Caritas Diocesana di Benevento.

Sale della Terra è una rete di economia civile che ha raggiunto una vocazione nazionale, con 300 dipendenti, diversi storie in Italia, una rete di nodi di economia civile formata da strutture ricettive e ristorative (pasticcerie, alberghi diffusi e bistrot) e un’ulteriore rete di fattorie e orti sociali. I nodi di economia civile Sale della Terra accolgono persone che hanno attuato percorsi di riabilitazione sociale e lavorativa, impegnati in progetti terapeutici e riabilitativi individualizzati con budget di salute, misure alternative alla detenzione, con fragilità sociale ed economica.

La rete Sale della Terra è impegnata nell’incrementare percorsi di accoglienza connessi a politiche di sviluppo locale, attraverso diversi progetti SAI (Sistemi di Accoglienza e Integrazione), in particolar modo realizzati nei comuni che hanno aderito alla rete dei ‘Piccoli Comuni del Welcome’. Il Consorzio Sale della Terra, oltre a promuovere un’agricoltura coesiva, sostiene un artigianato inclusivo che rappresenta il valore di una produzione capace di unire il ‘To care” delle relazioni con l’arte di creare, riprodurre e riutilizzare. La produzione dell’artigianato inclusivo comprende borse, arredi da giardino, bomboniere, accessori per le produzioni vinicole e agricole, oggettistica in feltro e una linea tessile. Il principale attrezzo di questo artigianato inclusivo è il telaio, un annodo di fili che creano tessuti di relazioni tra le persone. Un altro aspetto del Consorzio Sale della Terra è quello del turismo esperienziale; nei borghi del Welcome è possibile fare esperienze di vita partecipando in prima persona alle attività di Sale della Terra.

“Abbiamo partecipato – conclude Idaflora – a un bando per l’implementazione della parte esterna del Caffè dell’Orto e siamo in attesa dell’arrivo di alcuni fondi da parte del PNRR e di un altro bando per organizzare laboratori di cucina internazionale e, all’esterno, creare aree studio. I prodotti del Consorzio si distinguono in quelli agricoli e in quelli di artigianato. I primi sono rappresentati da vini, paste, olio e prodotti di pasticceria.

 

Mara Martellotta

 

 

 

 

 

 

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Gli appuntamenti della Fondazione Torino Musei

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12 – 18 gennaio 2024

VENERDI 12 GENNAIO

 

Venerdì 12 gennaio ore 20:30

Trekking urbano tra le LUCI D’ARTISTA. LA DORA, IL PO E LE LUCI D’ARTISTA – 6,7 km: durata 2,5 ore c.ca

Fondazione Torino Musei – Luci d’Artista

Grazie alla collaborazione tra MetroTrail e Fondazione Torino Musei, per la prima volta quest’anno sono stati proposti 4 itinerari di trekking urbano che abbinano Natura e Luci d’Artista 2023, per un Public Program sempre più ecologico e sostenibile. Una guida escursionistica ambientale accompagna i visitatori a scoprire ambienti ecologicamente rilevanti a Torino – come fiumi, parchi, giardini e semplici aiuole – percorrendo impensabili sentieri urbani verdi, punteggiati dalle installazioni di Luci d’Artista. La silente fauna notturna dei fiumi fa da contrasto con le Luci stesse e la vita della città. Alberi monumentali e giardini segreti segnano la riscossa della Natura sulla metropoli.  Le camminate sono lunghe indicativamente dai 6 ai 7 chilometri e durano circa 2 ore e mezza.

Partenza e arrivo da Largo Regio Parco- Lungo Dora Firenze – Lungo Po (Parco Michelotti) – Via Po – Piazza Castello – Piazza della Repubblica – Borgo Dora

Questo trekking urbano ha il pregio di unire le bellezze fluviali dei due maggiori corsi d’acqua di Torino, il Po e la Dora, con le bellezze urbane del Centro e di Vanchiglia. Quante storie portano le acque dei fiumi di Torino, quanti segreti ormai dimenticati e quanta bellezza nel loro scorrere, che nel tempo ha significato anche alimentare l’operosa crescita della città. Tra parchi, ponti, corsi e piazzette nascoste, ci attendono, per lasciarci a bocca aperta, le installazioni di Luci d’Artista.

Oliviero RINALDI – Flammarion – Largo Regio Parco, Italgas (luce ospite)

Luca PANNOLI – L’amore non fa rumore – Biblioteca Geisser, Parco Michelotti

Joseph KOSUTH – Doppio passaggio – Ponte Vittorio Emanuele I

Luigi STOISA – Noi – Via Po

Mario MERZ – Il volo dei numeri – Mole Antonelliana

Luigi NERVO – Vento Solare – Piazzetta Mollino

Marco GASTINI – L’energia che unisce si espande nel blu, Galleria Umberto I

Grazia TODERI – …?… – Piazza della Repubblica

Michelangelo PISTOLETTO – Amare le differenze – Antica tettoia dell’Orologio

Vanessa SAFAVI – Ice Cream Light – Via Borgo Dora

Durata e tariffe: max 2,5 ore Tariffa intero: € 16,00 / Tariffa ridotto (5-15 anni): € 8,00 / Bambini under 5: Free. Minimo 4 persone

Info e prenotazioni:

www.metrotrail.it/luci-dartista

info@metrotrail.it

Tel: +39 342 7530853 (anche WhatsApp)

 

 

SABATO 13 GENNAIO

 

Sabato 13 gennaio ore 11

IL CONCERTO DEL SABATO

Palazzo Madama – con l’orchestra del Liceo Classico Musicale C. Cavour

Nell’ambito della mostra Liberty. Torino Capitale i Servizi Educativi di Palazzo Madama presentano tre concerti a cura delle classi della sezione musicale del Liceo C. Cavour di Torino: i concerti sono a ingresso gratuito e immergeranno il pubblico nelle musiche prodotte a cavallo di Otto e Novecento, con una riscoperta della musica da camera.

Il programma (in allegato) presenterà ascolti tratti dalla musica europea, in un excursus che va dal Barocco all’Ottocento.

Prossimi appuntamenti

Sabato 13 aprile ore 11

Sabato 11 maggio ore 11

Ingresso gratuito fino a esaurimento posti disponibili

 

 

DOMENICA 14 GENNAIO

 

Domenica 14 gennaio ore 16

IL SOLE, IL SESAMO E GLI AQUILONI. La festa indiana di Makar Sankranti

MAO – attività per famiglie

Passeggiando tra le statue provenienti dall’India e dal Sud-est asiatico, tra rappresentazioni di figure e miti dell’Induismo, scopriremo come si festeggia in diverse parti dell’India – e non solo – la prima festa dell’anno, quando il sole entra nel segno zodiacale del Capricorno e la primavera si avvicina. Nell’attività di laboratorio si potrà sperimentare come costruire un aquilone.

Da 6 anni in su

Prenotazione obbligatorio al 0114436927-8 oppure maodidattica@fondazionetorinomusei.it

Costo: bambini € 7 per l’attività, adulti ingresso ridotto in museo

 

 

MERCOLEDI 17 GENNAIO

 

Mercoledì 17 gennaio ore 18

Il patrimonio culturale himalayano fra antico e contemporaneo

TSHERIN SHERPA in dialogo con Davide Quadrio

MAO – talk in museo

Il MAO è felice di ospitare la talk dell’artista nepalese Tsherin Sherpa (Kathmandu, Nepal, 1968) in dialogo con Davide Quadrio, direttore del museo, per una riflessione sulla relazione fra il ricco patrimonio culturale della regione himalayana e una sua rilettura e reinterpretazione in chiave contemporanea.

L’evento, parte del programma #MAOtempopresente, che utilizza l’arte contemporanea come medium e motore di interpretazione e valorizzazione del patrimonio museale, sarà anche l’occasione per presentare al pubblico il riallestimento della sezione dedicata alle prestigiose thang-ka tibetane appartenenti alle collezioni permanenti del museo, esposte dopo un delicato lavoro di restauro e consolidamento a cura del Centro di Conservazione e Restauro di Venaria.

Il restauro delle opere è stato reso possibile grazie al generoso contributo di UBI Unione Buddhista Italiana, con cui il museo collabora da alcuni mesi.

Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili

Il tour dell’elefante Fritz annuncia la riapertura del Museo di Scienze Naturali

L’Assessore regionale alla Cultura Vittoria Poggio: “un orgoglio poter restituire ai piemontesi, dai piccini ai piu’ grandi un simbolo del patrimonio collettivo culturale e didattico nonche’ importante meta turistica”.

Da questa mattina l’elefante Fritz è in giro per le vie di Torino per annunciare l’inaugurazione del Museo Regionale di Scienze Naturali prevista per venerdi’ 12 gennaio a più di 10 anni dalla chiusura dopo l’incendio provocato dallo scoppio di una bombola nel 2013.

Fritz ha percorso le strade della città partendo dalla Palazzina di Caccia di Stupinigi e facendo tappa in piazza Piemonte al Grattacielo della Regione, accolto dall’Assessore regionale alla Cultura Vittoria Poggio che ci racconta come sia stato “un piacere accompagnare l’elefante per le strade della citta’ e vedere la gente meravigliata e felice. Dagli studenti del Politecnico a quelli di Economia, fino ai bimbi delle scuole elementari del centro che con le loro maestre hanno aspettato l’arrivo di Fritz in Piazza Castello. Un orgoglio poter restituire ai piemontesi, dai piccini ai piu’ grandi un simbolo del patrimonio collettivo culturale e didattico nonche’ importante meta turistica”.

Fritz rimarra’ in Piazza Castello fino al 12 febbraio.

CLELIA VENTIMIGLIA