Cosa succede in città- Pagina 10

Rock Jazz e dintorni a Torino. Umberto Tozzi e Les Negresses Vertes

/

GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Martedì. Al Peocio di Trofarello suona il chitarrista Greg Howe.

Mercoledì. All’Osteria Rabezzana si esibiscono i Son Machito. Al Jazz Club “ The Chicago Blues Jam”.

Giovedì. Alla Divina Commedia suona il trio di Max Gallo con Andrea Scagliarini. Al Cafè Neruda è di scena Alberto Marsico &Organ Logistics. Al Circolo della Musica di Rivoli, reading di Eugenio Finardi. All’Hiroshima Mon Amour si esibisce il duo Zero Assoluto. Al Magazzino sul Po è di scena Filippo Dallinferno .

Venerdì. Allo Ziggy suonano i Rublood. Allo Spazio 211  si esibiscono i Joshua Idehen. Al Folk Club è di scena Eric Andersen e Steve Addabbo. Al Blah Blah si esibiscono i BRX!T.

Sabato. All’Inalpi Arena arriva Umberto Tozzi. Allo Ziggy si esibisce Elisa Over And The Leaves.  Al Blah Blah suonano gli Hard-Ons. Al Magazzino sul Po è di scena la rapper nigeriana Aunty Rayzor.  Alla Suoneria di Settimo sono di scena Les Negresses Vertes.

Domenica. Al Blah Blah suonano i Quiet Confusion.

Pier Luigi Fuggetta

Marco Tadić rilegge giocosamente il modernismo socialista jugoslavo

Le opere dell’artista croato esposte al “PAV” di Torino

Fino al 20 ottobre

“Heliopolis”. Utopica “Città del Sole”. Città su Città. Ricreata con gioiosa artistica fantasia come filosofico “stato ideale” – la seicentesca “civitas solis” di Tommaso Campanella – o ripensando all’“Eliopoli” egiziana distrutta, nell’antico Regno, per riutilizzarne i materiali e le pietre durante la costruzione della città del Cairo. Questo sono istintivamente portato ad immaginare di fronte alle opere dell’artista croato Marco Tadić (classe ’79), ospitate, fino a domenica 20 ottobre, al “PAV” – “Parco d’Arte Vivente”, concepito nel 2002 da Piero Gilardi e realizzato nel 2008 in via Giordano Bruno, a Torino, nell’area ex Framtek, in Borgo Filadelfia. Curata da Marco Scotini (dal 2014 direttore artistico del “PAV”) – e realizzata in collaborazione con il “Museum of Contemporary Art Zagreb” – l’esposizione é parte di “New Perspectives for Action” progetto europeo teso al riuso e alla circolarità “non solo come strategia ecologica e culturale, ma soprattutto come mezzo utopico di sopravvivenza”, in cui l’artista ha come chiaro obiettivo quello di rileggere la storia del “modernismo socialista jugoslavo” attraverso il confronto interattivo con i principi estetici di grandi autori operanti, alla fine degli anni ’50, in Croazia.

Due su tutti. Il designer, scultore ed architetto Vyaceslav Richter (1917 – 2002), fra i fondatori di “EXAT 51” gruppo d’avanguardia che intendeva promuovere e raggiungere una sintesi e un forte interscambio fra tutte le forme d’arte,  ed il filmaker Vladimir Kristi (1923 – 2004) della “Scuola di animazione” di Zagabria”, di massimo rilievo in ambito europeo. Su questa linea “Tadić individua – annota Scotini – nei residui inerti della memoria un potenziale attivo utile a rileggere e a generare nuove possibilità di narrazione”. Un’operazione di “riciclo”, attraverso cui ipotizzare “su carta” (mediante il riutilizzo e la “sovrascrizione” di oggetti d’antàn come cartoline, mappe, diapositive taccuini ed archivi fotografici personali) idee e ideali di città rispondenti ai richiami e alle “improbabili” visioni di nuovi luoghi su cui e attraverso i quali ipotizzare nuove futuribili idee di vissuto sociale. Del resto lo stesso Richter, del quale sono presenti in mostra una serie di opere originali, dedicò quasi due decenni della sua vita al perfezionamento di “progetti tecno-utopici” in ambito urbanistico che tentavano di rispondere, attraverso la pianificazione, ai bisogni specifici di una società socialista: ridurre i tempi della mobilità per garantire più tempo libero.

Così anche Tadić, guardando alle fantastiche visioni di Richter, immagina e progetta la sua “idea di città”, destreggiandosi fra immaginari fantascientifiche e complesse “riflessioni ecologiche”, giocate su disegni, collage e animazioni per riflettere – alla Benjamin – sul “come fare Storia partendo dai rifiuti della Storia”. Sottolinea ancora Scotini: “Attraverso la miniaturizzazione Tadić trasforma i detriti e gli scarti in giocattoli in senso benjaminiano … In ‘Heliopolis’ l’opera dell’artista rilegge Vyaceslav Richter per proporre un modello che miri a stabilire un ritmo armonioso nel metabolismo della società, alla continua ricerca di un delicato equilibrio tra costruzione e cancellazione, tra futuri possibili e trasmissione della memoria”.

Da segnalare. Nell’ambito della mostra le “AEF/PAV” (Attività Educative e Formative) propongono mercoledì e giovedì 4 luglio il “Workshop_81” condotto dallo stesso Tadić e rivolto a studenti dell’Accademia, Universitari e giovani artisti con un focus su uno dei medium dell’artista: l’“animazione in stop-motion.

Per le scuole e i gruppi estivi che visiteranno “Heliopolis” e le installazioni presenti nel parco di 23.500 mq, viene inoltre proposto il laboratorio “Natura Segreta” che esplora il vasto paesaggio del “PAV” come scenario per una nuova visione, tanto utopica quanto reale, di una possibile “Città Futura”.

Gianni Milani

 “Marko Tadić. Heliopolis”

“PAV – Parco Arte Vivente”, via Giordano Bruno 31, Torino; tel. 011/3182235 o www.parcoartevivente.it

Fino al 20 ottobre

Orari: ven. 15/18, sab. e dom. 12/19

Nelle foto:

–       Marko Tadić: “Funga Robo/The Fair”, Collage, 2024

–       Marko Tadić: “Sava next”, Collage, drawing, 2023

–       Marko Tadić: “Museum of the Revolution”, Collage, 2024

–       Vjenceslav Richter: “Synthurbanism”, 1963-1964

Scatti fotografici davvero mondiali! A Torino la “World Press Photo Exhibition”

A Palazzo Barolo per la sua 67^ edizione

Fino al 24 novembre

Dolore senza confini. Inimmaginabile sofferenza. Specchio delle più inaccettabili bruttezze umane. Già ribattezzata “La Pietà di Gaza” con richiamo attuale a “La Pietà” michelangiolesca è “Una donna palestinese stringe il corpo senza vita di sua nipote”, scattata da Mohammed Salem per l’agenzia “Reuters” il 17 ottobre 2023, all’interno dell’obitorio dell’ospedale “Nasser”, la foto vincitrice del “World Press Photo of the Year 2024”, la più prestigiosa mostra di fotogiornalismo al mondo, nata nel 1955 per iniziativa di un gruppo di fotografi olandesi e che, da allora, “offre uno spaccato unico della storia contemporanea, permettendoci di riflettere sugli eventi e sui temi cruciali del nostro tempo”. E anche quest’anno, Torino sarà fra le cento città principali di tutti i continenti (a livello globale si stima che l’esposizione sarà visitata da oltre 3milioni di persone) chiamate dalla “World Press Photo Foundation” – organizzazione indipendente con sede ad Amsterdam – ad ospitare la mostra. Non per la prima volta. Sotto la Mole, infatti, l’esposizione (che ha coinvolto sei giurie regionali ed una globale, presieduta da Fiona Shields, responsabile della fotografia al “The Guardian”) torna per l’ottavo anno consecutivo ed è organizzata da “Cime”, partner della “World Press Photo Foundation”. L’apertura al pubblico è prevista per venerdì 13 settembrealle 16, nelle sale di “Palazzo Barolo”, al numero 7 di via delle Orfane, dove si potrà ammirare la bellezza di 130 scatti, firmati per le maggiori testate internazionali, come “National Geographic”“BBC”“CNN”“Times”“Le Monde” e “El Pais”“immagini che offrono una panoramica sul presente – sottolineano gli organizzatori – e rappresentano un’opportunità per un viaggio critico nell’attualità, affrontando questioni come le guerre in Palestina ed in Ucraina, la vita dei migranti, l’emergenza climatica”. Immagini fra le quali troveremo, per l’appunto, quella vincitrice (di cui sopra) scattata dal fotografo palestinese Mohammed Salem, 39 anni, pochi giorni dopo (spietata coincidenza!) essere diventato padre e che parla della sua foto come un “momento potente e triste che riassume il senso più ampio di ciò che stava accadendo nella Striscia di Gaza”.

Suddiviso in sei aree geografiche (Africa, Asia, Europa, America del Nord e Centrale, America del Sud, Sudest Asiatico e Oceania), il “Premio” ha visto quest’anno la partecipazione di ben 61.062 fotografie, inviate da 3851 fotografi, provenienti da 130 Paesi, in un processo di selezione, da parte della Giuria, che ha richiesto due mesi di intenso lavoro, tra gennaio e febbraio 2024. Quattro le categorie in cui è suddiviso il concorso: SingoleStorieProgetti a lungo termine e, dal 2022, Open Format, dedicata all’interazione tra fotografia e altri linguaggi. Vincitrice di quest’ultima categoria, la fotografa ucraina Julia Kochetova per il progetto “La guerra è intima”, sito web che unisce il fotogiornalismo con lo stile intimo e personale di un diario, per “documentare e mostrare  al mondo cosa significa vivere sotto assedio in Ucraina e come si tenti di elaborare il trauma della guerra”.

Il premio “World Press Photo Story of the Year” è stato invece assegnato alla fotografa sudafricana Lee-Ann Olwage per il progetto “Valim-babena”, pubblicato dalla rivista “Geo”. Le sue immagini ci portano in Madagascar e documentano la vita di Dada Paul, uomo di 91 anni affetto da demenza senile, condizione ancora scarsamente accettata e compresa nell’isola africana. Foto tenera e amara, ad un tempo, che solleva interrogativi sull’accettazione e sull’assistenza del “diverso” offrendo uno sguardo intimo e toccante sulla realtà della malattia e della cura familiare.

Quarto fotografo sul podio, il venezuelano Alejandro Cegarra, vincitore per la categoria “Long-Term Project” con “I due muri”, pubblicato dal “New York Times” e da “Bloomberg”. Gli scatti di Cegarra (partendo da una sua esperienza personale)  ci portano in Messico, illuminando una questione poco trattata dai “media” europei: il cambiamento delle politiche migratorie messicane, diventate dal 2019 da “accoglienti” sempre più “restrittive”, sulla base di processi simili a quelli degli Stati Uniti. Fotografie che, ancora una volta “non sono solo immagini – come dice Vito Cramarossa, direttore di ‘Cime’ – ma veri e propri documenti, finestre aperte su un presente complesso ed in continua evoluzione”. Da osservare, ponendo non meno attenzione all’aspetto documentaristico, rispetto all’indubbia qualità dell’immagine.

Gianni Milani

“World Press Photo Exhibition 2024”

Palazzo Barolo, via delle Orfane 7/A, Torino; tel. 338/1691652 o www.palazzobarolo.it / www.worldpressphototorino.it

Fino al 24 novembre

Orari: lun. merc. giov. e dom. 10/20; ven. e sab. 10/21

Nelle foto: Mohammed Salem: “La Pietà di Gaza”; Julia Kochetova: “La guerra è intima”; Lee-Ann Olwage: “Valim – babena”

L’Universo svelato: Convegno Internazionale tra Scienza e Ufologia a Torino

È un fisico teorico, specializzato in astrofisica e cosmologia. Ha guidato per oltre nove anni – un record finora imbattuto – il dipartimento di Astronomia dell’Università di Harvard. È stato tra i consiglieri scientifici della Casa Bianca e ha ricoperto vari incarichi di prestigio a livello accademico. Ha lavorato su progetti all’avanguardia, come le vele solari per alimentare le future sonde spaziali. Ma il professor Avi Loeb è noto al grande pubblico soprattutto per le sue teorie in merito alla vita intelligente extraterrestre: secondo lui, potremmo essere già entrati in contatto con altre civiltà dello spazio senza essercene resi conto. Proprio per verificare o escludere la presenza di tecnologia aliena sulla Terra e nel sistema solare, nel 2021 ha lanciato il Progetto Galileo, allo scopo di monitorare con un network di telescopi l’atmosfera e lo spazio più vicino a noi.

Ospiti di fama internazionale
Ecco chi è uno degli ospiti più illustri e attesi del convegno che si terrà il 5 e il 6 ottobre a Torino, intitolato “L’universo svelato – Confronto tra Scienza e Ufologia”, organizzato dal CUFOM (Centro Ufologico Mediterraneo) con la collaborazione di altre due associazioni, Spazio Tesla ed Extremamente. In questa due-giorni, che coincide con la prima edizione del Congresso Ufologico Città di Torino e con la dodicesima edizione del Meeting Internazionale “Figli delle Stelle”, la questione UFO e Alieni (o UAP ed entità non umane, come si preferisce dire ora) verrà affrontata dal punto di vista scientifico, storico, sociologico, archeologico e umano, con relatori di fama internazionale. Sarà anche l’occasione per allacciare un dialogo e intavolare una discussione tra esponenti del mondo accademico e ricercatori indipendenti, le cui posizioni – strano a dirsi – talvolta si avvicinano più di quanto sembri.

Contributi scientifici e culturali
A rappresentare la scienza non ci sarà solo il celebre professor Loeb. Interverrà infatti anche l’ingegnere aerospaziale Andrea Lani, torinese doc, coautore di oltre 100 articoli scientifici. Dopo aver lavorato per Von Karman Institute, Stanford e NASA, attualmente è manager di ricerca e team leader presso una delle più importanti università del Belgio. Ospiti confermati poi la geologa e speleologa Soraya Ayub, direttrice dei progetti scientifici dell’Akakor Geographical Exploring e prima donna al mondo ad aver compiuto un’esplorazione subacquea del lago Titicaca; il dottor Vincenzo D’Amato, “hypnomental coach”, laureato in Psicologia e specializzato in Ipnosi, presidente dell’Associazione Internazionale Processi Evolutivi; il dottor Ennio Piccaluga, ingegnere elettronico, grande appassionato di astronautica, autore di vari articoli e di due libri su Marte.

Relatori di alto profilo
La lista dei relatori che si alterneranno (sia in presenza che in collegamento web) è lunga e i nomi sono importanti. A partire dal giornalista messicano Jaime Maussan, da decenni impegnato nella divulgazione della questione aliena (non senza polemiche e contestazioni), che presenterà al pubblico italiano nuove informazioni e nuove prove sulla discussa ma affascinante vicenda delle Mummie tridattili del Perù. Dei cosiddetti “X-Files del Fascismo” parlerà invece il sociologo Roberto Pinotti, fondatore nel 1967 del Centro Ufologico Nazionale, di cui è attualmente presidente e prolifico scrittore, con all’attivo almeno 40 libri di successo. I più giovani apprezzeranno sicuramente gli interventi del misterioso youtuber Omega Click, che cela la sua identità dietro a una maschera, e di Marco Radius, volto noto della controinformazione in rete. Ma non finisce qui.

Collegamenti internazionali
Dagli Stati Uniti si collegheranno in diretta Randy Cramer, sedicente veterano della Flotta Spaziale americana, che il Pentagono finora non ha mai smentito, e Danny Sheehan, l’avvocato dalla parte delle minoranze e delle vittime di soprusi che ora rappresenta Luis Elizondo (tra i più importanti insider a rivelare scottanti informazioni sulla connessione UAP-governo americano). In sala parlerà invece Jerry Douglas, ex militare USAF coinvolto nello studio degli UFO ai tempi del Blue Book Project. E ancora: il presidente del CUFOM, l’avvocato Angelo Carannante; il presidente del GAUS, il Gruppo Accademico Ufologico Scandicci, Pietro Marchetti; lo studioso dei miti dell’Antico Egitto Massimo Barbetta; Massimo Tampieri, appassionato analista di immagini lunari; Umberto Morazzoni e Riccardo Tomasina, che indagano sulle Sfere di pietra della Bosnia.

Programma e attività del convegno
In questo convegno, organizzato per il primo week-end di ottobre, ci sarà spazio anche per dibattiti, interviste e sorprese. Sia sabato che domenica ci sarà infatti un talk show nel quale il pubblico potrà rivolgere domande ai relatori. Ospite speciale di sabato sarà Flavio Vanetti, giornalista de “Il Corriere della Sera” e ideatore del blog MisterobUFO, pubblicato sulla versione online dello storico quotidiano milanese. A presentare la manifestazione saranno il presidente dell’associazione “Spazio TeslaAlberto Negri e la giornalista Sabrina Pieragostini, creatrice del blog Extremamente. Ma con loro ci sarà anche uno dei personaggi più amati della TV italiana: Marco Columbro. L’attore e presentatore farà le sue incursioni sul palco e tra il pubblico per movimentare ancora di più queste due intense giornate torinesi del 5 e 6 ottobre.

Dettagli e informazioni per i partecipanti
L’evento di portata internazionale, “L’Universo svelato – Confronto tra Scienza e Ufologia” (orari: dalle 9 alle 19), si terrà presso il Teatro del Collegio San Giuseppe, in via Andrea Doria 18, in pieno centro storico. Per assicurarsi un posto in sala, basta entrare nel sito del CUFOM (www.centroufologicomediterraneo.it) e cliccare sulla locandina del convegno: si aprirà una finestra tramite la quale sarà semplicissimo acquistare i biglietti.
E-mail: congressocufomtorino2024@gmail.com
Cellulare: 3204659798

Rivisitazioni, guerre e migrazioni abitano il Festival delle Colline

Dal 12 ottobre, negli spazi dell’Astra, del Gobetti e della Fondazione Merz

Per il secondo anno consecutivo sarà il Libano il paese ospite al Festival delle Colline – Torino Creazione Contemporanea che sta per compiere trent’anni e che, sotto la direzione di Sergio Ariotti e Isabella Lagattolla, dal mondo raccoglie quanto di più stimolante vi possa essere nel teatro di ricerca. Oggi – ai primi d’ottobre, a guardare al panorama cruento che s’è impossessato di Gaza, di Tel Aviv, di Beirut e delle tante altre città del Medio Oriente, bombardate e distrutte, con vittime e carrette stracolme di donne bambini e uomini che s’allontanano verso luoghi insperabilmente più sicuri, mentre guardiamo al disegno bellico di una Siria che ha tutta l’aria per il futuro di incrociare maggiormente le armi – con le ansie e le preoccupazioni e i pericoli di una regista di Beirut, Chrystèle Khodr e la sua compagnia, che a fine mese, con una interessante prospettiva ibseniana derivata dalla giovanile “Pretendenti alla corona”, porterà “Ordalie” (30 e 31), un testo che guarda e mette in discussione il rapporto tra la generazione del dopoguerra e la apparente pace civile, dove quattro attori “si uniscono per porre fine al ciclo di distruzione e impunità in cui sono cresciuti, credendo per una sola notte nella loro salvezza.” Ricordando in questo modo che il Libano non è soltanto fatto di macerie, ma contenitore di una vita culturale e artistica di straordinaria vivacità e di sicuro interesse.

Il Festival, organizzato dal TPE negli spazi dell’Astra e della Fondazione Merz, sostenitrice questa in veste di partner progettuale, si svolgerà dal 12 ottobre al 10 novembre, allineando sette prime, sei produzioni, 15 spettacoli per un totale di 52 recite. Vedrà una doppia inaugurazione, con “La luz de un lago”, performance dovuta a El Conde de Torrefiel, una compagnia di Barcellona già conosciuta al pubblico torinese per precedenti appuntamenti, unita a “Senza titolo” di Romeo Castellucci, performance concepita per la Triennale milanese, “che parte dai corpi, da gesti primitivi reiterati, per trasformarsi in suono, in musica, preghiera, in suggestione visiva.”

Se nel precedente triennio si è guardato al tema confini/sconfinamenti, oggi con gli spettacoli in cartellone si vuole approfondire quello di guerre/migrazioni. Un tema che non ha coinvolto solo un passato e che crediamo non potrà non coinvolgere il futuro, ma che sconvolge un doloroso tempo presente: “Quando il teatro e le altre arti vogliono riflettere sul domani non possono dimenticarsi di questi conflitti. Già avvenuti, in essere e in potenza, tenendo conto, ad esempio, che il rapporto tra passato, presente e futuro va quotidianamente ripensato”, sottolineano i responsabili. Tra passato e presente si tende il filo rosso della rassegna che è il pensiero di Hannah Arendt, iconica nelle sue migrazioni, nella sala Pasolini del teatro Gobetti, dal 22 al 31 ottobre, grazie al testo “Hannah” concepito da Sergio Ariotti e Francesca Cutolo prendendo in esame la biografia dell’autrice, il suo esilio e i primi anni americani.

Sarà altresì interessante assistere a “Thebes: a Global Civil War”, rivisitazione firmata da Pantelis Flatsousis (19 e 20 ottobre, all’Astra), nata per il teatro di Epidauro e ora qui a narrare con quattro interpreti provenienti da Bosnia, Congo, Grecia e Libano la lotta fratricida tra Eteocle e Polinice e la sfida di Antigone contro il tiranno Creonte che le impedisce di seppellire il fratello. La storia della violenza del nostro tempo e non soltanto rappresentata altresì con “Il fuoco era la cura” (15 e 16 ottobre, Astra) di Sotterraneo, tratto da “Fahrenheir 451” di Bradbury, romanzo datato 1953 ma con gli occhi rivolti saldamente a vent’anni prima, al grande rogo dei libri, circa ventimila volumi, compiuto dagli uomini di Hitler, o la storia della violenza che coinvolge anche la già dura relazione familiare tra sorelle, “Elogio della vita a rovescio” della coreana Han Kang, titolo preso a prestito da un saggio di Karl Kraus, spettacolo interpretato da Giulia Scotti e diretto da Daria Deflorian; o ancora “Cenci. Rinascimento contemporaneo”, proposto (con il Teatro Stabile di Torino, teatro Gobetti, da martedì 15 a domenica 20 ottobre) dalla Piccola Compagnia della Magnolia, ancora un esempio di violenza domestica, una giovanissima donna vittima dei soprusi e della depravazione del padre prima e della giustizia poi, Caravaggio e Artemisia Gentileschi ad assistere insieme alla condanna, la rappresentazione dell’anarchia del male, della responsabilità personale dell’ingiustizia che è a serpeggiare attraverso l’intera società, la visione di una religione che ne è sì fondamento ma pure condanna di quella intera struttura.

Ripescando dall’affollato cartellone, un lavoro che si interroga sull’atto dello scrivere, accompagnato dalla solitudine, dal dolore e immerso in una infinita meraviglia è “Pagina” (Fondazione Merz”, 1 e 2 novembre) di Giovanni Ortoleva e Valentina Picello, tratto dalle pagine di Italo Calvino; mentre ancora alla Fondazione Merz, il 5 novembre, Pippo Delbono – a cui saranno altresì dedicati un ciclo di quattro film in collaborazione con il Museo del Cinema, un concerto e un incontro, a coronare la presenza costante dell’artista in questi lunghi anni della rassegna – si confronterà con “La notte” derivata dalla “Notte poco prima della foresta” dello scrittore Bernard-Marie Koltès, scomparso prematuramente nel 1989: un (nuovo) testo incorniciato tra due lettere, la prima del fratello dell’autore francese, François, per cui Delbono ha ottenuto il consenso a tagliare e rimaneggiare, quasi “stracciare per intrecciare due vite e due voci”, ottenendo con l’accompagnamento della chitarra di Piero Corso un intenso e straziante e provocatorio monologo; dello stesso autore scritta alla madre l’altra, in cui viene analizzato il concetto di amore, con l’uso personalissimo di parole “aspre, dolci e malinconiche”, che da sempre sono il bagaglio teatrale di Pippo Delbono. Pronto a regalarci ancora, dal 6 al 10, in chiusura di rassegna, “Il risveglio”, derivazione – su un terreno ancor più doloroso – del precedente “Amore”, visione ancora più pessimista di una realtà che ci circonda sempre più da vicino, oltre la pandemia, oltre le guerre, oltre le ideologie, ogni cosa dentro un”sentimento di perdita che riguarda tanti”, un testo fatto delle parole, delle storie e delle poesie che l’autore va scrivendo con infelicità da qualche tempo. Calendario completo su www.fondazionetpe.it/festival.

Elio Rabbione

Nelle immagini: “Ordalie” di Chrystèle Khodr (foto di Marie Clauzade), “Cenci” (photo di Sydney Mexea) e “Thebes. A Global War” (photo di Konstantinos Zilos).

Il Circolo dei lettori compie 18 anni: la festa sabato 5 ottobre e non solo

Il Circolo dei lettori compie 18 anni e, per celebrare questo importante anniversario, e le sale di Palazzo Graneri della Roccia ospiterà eventi e autori per tutto il corso della giornata:
  • si parte alle ore 11 con “I giornali, spiegati bene” la rassegna stampa del Post con il direttore Luca Sofri e il giornalista Luca Misculin;
  • alle 17 arriva Abracabook, il progetto della Scuola Holden ideato sulla scia dei raduni nati a Brooklyn nel maggio 2023 dal gruppo Reading Rhythms;
  • a seguire il Book Party il cui tema  sará “come crisalidi“: ogni partecipante dovrà portare con sé il libro che ha cambiato la propria vita di lettore e lettrice. Dopo la scrittrice Greta Olivo e la tiktoker Emma Galeotti guidano una conversazione per confrontarsi sull’esperienza.

In serata, dalle 21, inizierà party con “Ciao Discoteca Italiana” che trasformerà la main room del Circolo dei lettori in un dancefloor. Il tema scelto è proprio quello delle crisalidi, per celebrare e sottolineare il passaggio da un’ età all’altra, e la continua trasformazione a cui questo processo ci sottopone. Per questo le crisalidi sono il simbolo di questa trasformazione: “ogni giorno che passa, ogni minuto trascorso ci cambia, ci fa diventare qualche cosa d’altro“. E per celebrare al meglio questa nuova era, il Circolo del Lettori arricchisce il suo fitto programma di eventi e incontri sul tema tra cui:
  • Giulia Caminito, con Il male che non c’è, Bompiani (8 ottobre h19 con Simonetta Sciandivasci);
  • Francesca Giannone con Domani, domani, Nord (9 ottobre h 21 con Elena Masuelli);
  • per Generazioni in dialogo autori e autrici si confrontano con ragazzi e ragazze tra i 18 e i 25 anni partecipanti al progetto Parole in tazza grande, progetto di avvicinamento alla lettura a cura della Biblioteca Archimede di Settimo Torinese e della Fondazione ECM. Tra questi Esperance Hakuzwimana che, a partire da Tra i bianchi di scuola, Einaudi (23 ottobre h 21);
  • Antonio Pascale e Giorgio Brizio discutono di ambiente con i ragazzi (17 ottobre h 18,30);
  • lo scrittore Maciej Bielawaski con Racconti di un pellegrino russo, prima lezione di Scriptura crescit cum legente. Lector adolescit cum libro, invito alla lettura meditativa in collaborazione con Torino Spiritualità (19 ottobre h 10 e 30).
Le crisalidi non sono state casuale ma, come sottolineata dalla Direttrice del Circolo Elena Loewenthal, è stata “scelta un’immagine che cambia ovvero un insieme di colori che si muove e si modifica, in cui ognuno vedrà qualcosa di diverso, a cui ognuno darà il proprio significato“.
Valeria Rombolá 

Bello fare lezione al cinema con Agis

Il cinema può essere un valido strumento didattico e le sale il luogo ideale per far crescere il senso critico e affrontare temi di attualità come le guerre, i diritti civili e sociali. Lo dimostrano i numeri dei progetti gratuiti per le scuole di ogni ordine e grado che Agis Piemonte Valle d’Aosta e Agiscuola, portano avanti da dieci anni sul territorio regionale e oltre.

Grazie alla collaborazione e al sostegno di importanti partner istituzionali dal 2015 a oggi sono già stati coinvolti più di 44 mila spettatori, tra corpo docente e studenti. Anche i numeri di quest’anno sono importanti, la programmazione 2024/2025 prevede 70 appuntamenti al cinema, 17 lezioni interattive, 10 corsi di formazione per i docenti degli istituti di ogni ordine e grado, 15 visite guidate al Museo Nazionale del Cinema di Torino, un catalogo di oltre 50 titoli, suddiviso per fasce d’età e tematiche, dossier didattici e materiali di approfondimento.
Agiscuola, che fa da anello di congiunzione tra le imprese dello spettacolo e il mondo della scuola, torna a solcare così i banchi di scuola con una proposta ancora più ricca diversificate a seconda dell’età grazie al sostegno dei ministeri dell’Istruzione e del Merito e della Cultura, attraverso il Piano Nazionale di Cinema per la scuola, e dell’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte nell’ambito di Cinema al Cinema.

Alle scuole primarie saranno offerti percorsi di edutainment, insegnare grazie all’intrattenimento, in linea con il programma didattico, mentre per scuole secondarie la formazione sarà di tipo tematico e quest’anno avrà come focus i diritti civili e sociali. Le scolaresche potranno assistere a proiezioni cinematografiche accompagnate da interventi di esperti e operatori del settore selezionati da Agis, partecipare a laboratori di produzione audiovisiva per comprendere i linguaggi e i meccanismi propri del mondo del cinema e partecipare a visite guidate presso il Museo Nazionale del Cinema di Torino.
I docenti, invece, potranno partecipare a corsi di formazione online differenziati per ordine e grado scolastico. «Gli obiettivi di Agis e Agiscuola dedicati alle comunità educanti sono al centro del nostro lavoro e riconoscono al cinema il ruolo di potente mezzo didattico utile all’approfondimento di tematiche specifiche – spiega Marta Valsania, segretaria generale di Agis Piemonte Valle d’Aosta –. Continuando a promuovere la riscoperta della sala cinematografica quale luogo di fruizione per eccellenza del prodotto audiovisivo e spazio di sedimentazione del messaggio grazie alla fruizione collettiva dell’esperienza, con Agiscuola contribuiamo a diffondere una conoscenza più approfondita di come è composta la filiera cinematografica e a promuovere il cinema quale forma d’arte con i suoi specifici codici e linguaggi. Per noi oggi è di vitale importanza fornire strumenti ai giovani e giovanissimi, per decodificare e analizzare criticamente i contenuti audiovisivi di cui sono fruitori e produttori soprattutto attraverso le piattaforme social – e conclude Valsania – al cinema i film si guardano a testa alta».
LORI BAROZZINO

“La Regione si colora di rosa’”, Bartoli: “Passi importanti nella prevenzione del tumore al seno”

Regione Piemonte e Andos, l’associazione nazionale delle donne operate al seno, hanno lanciato la campagna  “La Regione si colora di rosa’” per sensibilizzare sull’importanza della  prevenzione del tumore al seno. L’intento è  raggiungere una  maggiore  partecipazione agli screening mammografici per   contenere e ridurre la comparsa della patologia in fase evolutiva. L’iniziativa prevede l’addobbo e l’illuminazione di monumenti e luoghi pubblici per sensibilizzare l’opinione pubblica.
Oggi nella sala Trasparenza del grattacielo della Regione, in presenza del Presidente Alberto Cirio, la Consulta Femminile, Andos e Anci hanno presentato i risultati ottenuti  e gli obiettivi per il futuro.
All’evento  ha partecipato anche il presidente della Commissione Ambiente, il consigliere regionale Sergio Bartoli.
“Questo evento – ha commentato Bartoli a margine della presentazione – si inserisce nel quadro delle iniziative che la Regione Piemonte, insieme ad enti e associazioni, porta avanti nel campo della prevenzione. Anche attraverso la sensibilizzazione dell’opinione pubblica si ottengono positivi riscontri. Ed è confortante rilevare che da quando è stato è stato introdotto lo screening, le curve della mortalità nella nostra regione  mostrano un calo costante”.

Oggi al cinema. Le trame dei film nelle sale di Torino

/

A cura di Elio Rabbione

Beetlejuice Beetlejuice – Commedia. Regia di Tim Burton, con Michael Keatom, Winona Ryder, Willem Defoe, Jenna Ortega Catherine O’Hara e Monica Bellucci. Alla morte improvvisa del padre, Lydia Deetz torna a Winter River per un ultimo saluto in compagnia della figlia Astrid., giovane e ribelle, e della matrigna Delia, proprio quando a distanza di ben trentacinque anni hanno nuovamente luogo le apparizioni di Beetlejuice, presenza di cui in verità sperava di essersi liberata per sempre. Ma i guai non colpiscono soltanto Lydia, anche lo “spiritello porcello” dovrà fare i conti con la sua ex consorte, ben felice di essere riuscita a rimettere in sesto il proprio cadavere, ricomponendolo grazie a una sparapunti, e aspirando a una vendetta che possa far sbalordire il mondo intero. Astrid nel frattempo incontra un ragazzo del luogo: e forse quell’incontro può essere l’inizio di altri guai. Film d’apertura – e di grande successo – alla 81a mostra di Venezia. Durata 104 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi sala 2, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Campo di battaglia – Storico, drammatico. Regia di Gianni Amelio, con Alessandro Borghi, Gabriel Montesi e Federica Rosellini. Verso la fine della Prima Grande guerra, due ufficiali medici, amici da sempre, vivono e operano nello stesso ospedale, là dove arrivano ogni giorno uomini gravemente feriti. Molti quelle ferite se le sono procurati da soli, per non dover tornare al fronte. Da un lato, Stefano, rampollo dell’alta borghesia per il quale il padre sogna un futuro in politica, vede con occhio feroce questi autolesionisti e non vede altro che rimandarli a combattere in montagna. Giulio, più comprensivo, cerca di comprenderne le ragioni, è contrario a quei plotoni d’esecuzione che sempre più spesso sono lì a condannare in maniera definitiva. Tra di loro Anna, amica sin dai tempi universitari, forte davanti al duro lavoro che l’aspetta e pronta ad affrontare quella sua attività che la vede posta in secondo piano in quanto donna. Qualcosa capita tra i soldati, molti s’aggravano in maniera misteriosa, forse andrebbe ricercato l’intervento di qualcuno che espressamente provoca delle complicazioni alle loro ferite. Altresì una malattia, la cosiddetta spagnola, viene a decimare i feriti e la popolazione delle valli vicine. Durata 104 minuti. (Nazionale sala 4)

Familia – Drammatico. Regia di Francesco Costabile, con Francesco Gheghi, Barbara Ronchi e Francesco Di Leva. Luigi Celeste ha vent’anni e vive con sua madre Licia e suo fratello Alessandro, i tre sono uniti da un legame profondo. Sono quasi dieci anni che nessuno di loro vede Franco, compagno e padre, che ha reso l’infanzia dei due ragazzi e la giovinella di Licia un ricordo fatto di paura e prevaricazione. Luigi vive la strada e, alla ricerca di un senso di appartenenza e di identità, si unisce a un gruppo di estrema destra dove trespira ancora rabbia e sopraffazione. Un giorno Franco torna, rivuole i suoi figli, rivuole la sua famiglia, ma è un uomo che avvelena tutto ciò che tocca e rende chi ama prigioniero della sua ombra. Quella di Luigi e della sua famiglia è una storia che arriva al fondo dell’abisso per compiere un percorso di rinascita, costi quel che costi. Durata 120 minuti. (Massaua, Reposi sala 5, Romano sala 3, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Finalement – Commedia. Regia di Claude Lelouch, con Kad Merad, Sandrine Bonnaire e Françoise Fabian. Ancora un film sui sentimenti da parte del regista di “Un uomo una donna”, classe. La storia di Lino, che ha preso a girare per tutta la Francia, da Nord a Sud, raccontando a chi lo accoglie in auto un po’ di sé. Avvocato di successo, una lunga carriera alle spalle, una bella famiglia che ama e da cui è amato, un uomo che una malattia improvvisa spinge ad un comportamento che lo mette di fronte alle proprie responsabilità. Non riesce più a mentire agli altri come a se stesso. Incontrerà nuove persone tra cui una donna di cui si innamorerà e una nuova passione: suonare la tromba. Il sottotitolo originale suona “La folie des sentiments”, quello italiano “Storia di una tromba che si innamora di un pianoforte”. Durata127 minuti. (Eliseo, Romano sala 1)

L’innocenza – Drammatico. Regia di Hirokazu Kore Eda. Minato, che ha 11 anni e vive con la madre vedova, inizia a comportarsi in modo strano e torna da scuola sempre più avvilito. Tutto lascia pensare che il responsabile sia un insegnante, così la madre si precipita a scuola per scoprire cosa sta succedendo. Ma la verità si rivelerà essere tutt’altra e i fatti sveleranno una toccante e profonda storia di amicizia. Durata 126 minuti. (Nazionale sala 3)

Joker: Folie à deux – Drammatico. Regia di Todd Phillips, con Joaquin Phoenix, Lady Gaga e Brendan Gleeson. Ancora sulle orme di Arthur Fleck, noto come Jocker, il serial killer che ha terrorizzato Gotham City, recluso nell’ospedale psichiatrico di Arkham in seguito al suo arresto. Lì conosce Harley Quinn, un incontro che cambia la sua vita. I due si riconoscono e si comprendono perfettamente, Arthur trova in Harley la sperato che ha sempre sperato di incontrare. Tra i due nasce una sintonia straordinaria e quando vengono rilasciata al termine della detenzione, ormai inseparabili, sono pronti a intraprendere una nuova tragica e folle avventure. Durata 138 minuti. (Centrale anche in V.O., Massaua, Due Giardini sala Nirvana, Eliseo Grande, Fratelli Marx sala Groucho anche V.O., Greenwich Village sala 1 anche V.O., Ideal anche V.O., Lux sala 1, Reposi sala 1 e sala 2 V.O., The Space Torino, Uci Lingotto anche V.O., The Space Beinasco, Uci Moncalieri anche V.O.)

Juniper – Un bicchiere di gion – Regia di Matthew Saville, con Charlotte Rampling, Marton Csokas e George Ferrier. Nella Nuova Zelanda degli anni Novanta, il diciassettenne Sam torna a casa dal collegio per fare la conoscenza della nonna Ruth, ammalata e con una gamba rotta, in passato reporter di guerra, estremamente arrogante e dedita ora all’alcool. Quando il padre sarà costretto a partire per l’Europa per seguire i suoi affari, toccherà al ragazzo occuparsi di Ruth, in un rapporto decisamente non sempre facile: ma forse ci sarà tempo per trovare qualche punto di contatto tra la rabbia giovanile e la scontrosità che accompagna agli ultimi giorni di una vita. Opera prima, il film è del 2021. Durata 95 minuti. (Fratelli Marx sala Chico)

Madame Clicquot – Drammatico. Regia di Thomas Napper, con Haley Bennet e Sam Riley. Dopo la prematura morte del marito, Barbe-Nicole Ponsardin Clicquot sfida le convenzioni assumendo le redini dell’azienda vinicola che i due coniugi avevano da poco avviato insieme. Guidando l’azienda attraverso vertiginosi rovesci politici e finanziari, la protagonista resiste alle critiche, rivoluziona l’industria dello champagne e diventa una delle prime grandi donne d’affari nel mondo. Durata 89 minuti. (Classico)

Il maestro che promise il mare – Drammatico. regia di Patricia Font, con Enric Auquer. Nel 1935, il maestro Antoni Benaiges accetta l’incarico come insegnante in un piccolo villaggio nella provincia di Burgos, in Spagna. Qui il giovane maestro instaura un intenso legame con i suoi studenti, bambini tra i sei e i dodici anni, ai quali fa una promessa: portarli a vedere il mare per la prima volta nella loro vita. Ma i metodi di insegnamento innovativi del maestro non incontrano il consenso del governo dell’epoca, che inizia una dura opposizione nei confronti dell’insegnante e dei suoi ideali. Settantacinque anni dopo, la nipote di uno di quegli alunni ricostruisce la meravigliosa storia vera nascosta dietro la promessa del maestro. Una storia di coraggio, dedizione e resistenza che rischiava di rimanere sepolta dalle ombre del regime franchista. Durata 105 minuti. (Greenwich Village sala 2)

Maria Montessori – La nouvelle femme – Regia di Léa Todorov, con Jasmine Trinca. Lily d’Alengy, una cortigiana di successo nella Parigi dei primi anni del Novecento, reincontra una figlia inaccettabile per la società del suo tempo. La donna fugge a Roma, dove ha sentito ci sia un valido istituto capace di prendersi cura di bambine come la sua: qui incontra Maria Montessori, educatrice e madre di un ragazzino nato fuori del matrimonio. Sarà compito di Maria (unita agli sforzi del padre del ragazzo, un suo collega) spingere le autorità ad accettare la bontà e la validità di quel suo metodo educativo sinora rifiutato nei confronti di quell’infanzia sinora rifiutata. Durata 100 minuti. (Centrale, Due Giardini sala Ombrerosse, Fratelli Marx sala Harpo)

La misura del dubbio – Drammatico. Regia di e con Daniel Auteuil. Da quando ha fatto assolvere un assassino recidivo, l’avvocato Jean Monier non accetta più casi di giustizia penale. L’incontro con Nicolas Milik, padre di famiglia accusato dell’omicidio della moglie, lo tocca profondamente e fa vacillare le sue certezze. Convinto dell’innocenza del suo cliente, è disposto a tutto pur di fargli vincere il processo in corte d’assise, ritrovando in questo modo il senso della sua vocazione. Durata 115 minuti. (Eliseo)

La storia del Frank e della Nina – Commedia. Regia di Paola Randi, con Gabriele Monti, Samuele Teneggi e Ludovica Nasti. Questa è una storia di gente comune e straordinaria, con un narratore muto, una realista rivoluzionaria e un irriducubile sognatore all’inseguimento del futuro. Una storia d’amore e d’amicizia tre tre ragazzi alla ricerca del loro posto nel mondo, della libertà, dell’affermazione della propria unicità, del loro modo di vivere la realtà e di un amore anarchico, in una Milano romantica, città di sogni e d’avventura per chi, come loro, vive fuori dalle cerchie esterne, nei paesi dei pendolari, ma anche di realtà dure e complesse con cui si devono per forza confrontare. Durata 105 minuti. (Nazionale sala 3, Uci Lingotto, Uci Moncalieri)

Thelma – Commedia. Regia di Josh Margolin, con June Squibb. Thelma Post è una esuberante nonna di 93 anni che viene aggirata da un truffatore telefonico che si finge suo nipote. Parte così per una ricerca insidiosa per le strade di Los Angeles, accompagnata da un amico e dal suo scooter, per reclamare quello che le è stato sottratto. Durata 98 minuti. (Due Giardini sala Ombrerosse, Fratelli Marx sala Harpo, Romano sala 2)

Il tempo che ci vuole – Drammatico. Regia di Francesca Comencini, con Fabrizio Gifuni e Romana Maggiora Vergano. Luigi e Francesca condividono la passione per il cinema, nonostante le diverse scelte di vita e i modi di stare al mondo.  La storia è ambientata durante gli anni di piombo, sul set di “Pinocchio”, il film a cui Luigi Comencini sta lavorando in quei giorni. Lei è una bambina ma lui le parla con serietà, compostezza e rispetto come si fa con un’adulta. Francesca cresce e diventa ragazza in un periodo storico di cambiamento, ricco di lotte politiche e di rivoluzioni sociali, ma purtroppo anche di stragi. La passione di Francesca per il cinema l’accompagna sempre ma la magia fa spazio all’insicurezza. È proprio in questo frammento della storia italiana che compare e si diffonde nel Paese l’eroina, che segnò e stravolse la vita di Francesca e della sua generazione. Luigi è disarmato, non sa come reagire, ma decide di starle accanto portandola con sé a Parigi. Durata 110 minuti. (Uci Lingotto, Uci Moncalieri)

Vermiglio – Drammatico. Regia di Maura Delpero, con Tommaso Ragno, Sara Serraiocco, Roberta Rovelli, Martina Scrinzi e Orietta Notari. In quattro stagioni la natura compie il suo giro. Una ragazza può farsi donna. Un ventre gonfiarsi e divenire creatura. Si può smarrire il cammino che portava sicuri a casa, si possono solcare mari verso terre sconosciute. In quattro stagioni si può morire e rinascere. “Vermiglio”, ambientato tra le montagne della Val di Sole, in Trentino, racconta dell’ultimo anno della Seconda Guerra Mondiale in una grande famiglia e di come, con l’arrivo di un soldato rifugiato, per un paradosso del destino, essa perde la pace, nel momento stesso in cui il mondo ritrova la propria. Leone d’Argento alla Mostra di Venezia, scelto a rappresentare l’Italia ai prossimi Oscar quale migliore film straniero. Durata 119 minuti. (Nazionale sala 1, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

A Torino torna il Prix Italia per i festeggiamenti dei 70 anni della TV e dei 100 della Radio

Dopo nove anni il 1° ottobre è tornato a Torino il Prix Italia nell’anno dei festeggiamenti dei 70 anni della TV e i 100 della Radio e si è aperto nel segno della grande divulgazione con l’omaggio a Piero Angela. Nel pomeriggio alla presenza di un emozionato Alberto Angela è stata scoperta la targa con la quale il Centro di produzione TV ha intitolato al papà Piero gli studi RAI di Via Verdi e sulla palazzina è stato inaugurato il murale che ritrae Piero Angela nel suo gesto unico di salutare il pubblico.

Sul palco dell’Auditorium RAI “Arturo Toscanini” più tardi nella serata inaugurale, condotta da Giorgia Cardinaletti, Alberto Angela ha ricordato come proprio da questi studi RAI torinesi sia cominciata la sua avventura. Una serata ricca di ospiti che ha visto tra gli altri la partecipazione di Piero Chiambretti, la Senatrice Lucia Borgonzoni, Padre Paolo Benanti, Susanna Egri e Kabir Bedi e costellata da godibili momenti di spettacolo accompagnati dall’Orchestra Sinfonica Nazionale Rai.

È stata anche la giornata di due grandi artiste donne. Nel pomeriggio il Museo del Cinema ha accolto la regista Jane Campion, due volte vincitrice del Premio Oscar per Lezioni di piano (1993) e Il potere del cane (2021), per consegnarle il Premio Stella della Mole e una masterclass in cui ha incontrato il pubblico in compagnia di Grazia Paganelli per ripercorrere le tappe più importanti della sua carriera, esplorare le sue fonti di ispirazione e raccontare della scuola di cinema che ha fondato. La sera è stata la volta di un’altra grande donna, giornalista e fotografa Letizia Battaglia, a cui è stato dedicato il doc realizzato da Rai Documentari proiettato al cinema Massimo e che sarà trasmesso su Rai 3 il 6 gennaio.

C’è tempo fino a domani per prenotare gratuitamente diversi eventi, proiezioni e programmi a cui assistere dal vivo nello studio allestito per l’occasione nel Centro Produzione Rai di Torino.

GIULIANA PRESTIPINO

Per maggiori informazioni: https://www.rai.it/prixitalia/