CRONACA- Pagina 968

Addio al dottor Castagneto, dedico’ la vita alla ricerca sul cancro

 

Se n’è andato a 70 anni, in punta di piedi, Bruno Castagneto.

 

Lo ha portato via il Covid-19, davvero un destino paradossale per un medico che ha combattuto per tutta la vita contro il cancro, in corsia e in studio. Era accaduto anche a Pier Giacomo Betta, già direttore della Struttura di Anatomia Patologica dell’Ospedale di Alessandria e presidente della sezione provinciale della Lega italiana per la lotta contro i tumori , portato via anch’egli da un un brutto male. Conoscevo il dottor Castagneto da vent’anni circa, quando una sera venne al Consiglio di circoscrizione del Valentino- Sant’Anna, presieduto da Vincenzo Lumello, dove avevamo costituito una Commissione Amianto, da cui sarebbe derivato il mio impegno negli anni successivi, sino al 2013-2014 in Lilt. Allora Bruno, orgogliosamente genovese di origine, ma a Casale dall’inizio degli anni Ottanta, era medico presso la Struttura operativa complessa di Oncologia del Santo Spirito diretta da Mario Botta. Con lui decidemmo di dare vita, sentito il dottor Betta, alla delegazione di Casale Monferrato della Lilt, Bruno referente medico-scientifico ed io coordinatore e consigliere provinciale dell’associazione. L’obiettivo era di sensibilizzare la ricerca, in particolare quella clinica, per contrastare il mesotelioma pleurico, per Casale vera e propria moderna peste. Il dottor Castagneto, infatti, è stato, come ha giustamente ricordato Mario Botta in queste ore che hanno seguito la sua prematura scomparsa, un punto di riferimento nel gruppo degli oncologi casalesi con numerosi protocolli di ricerca su farmaci diventati poi fondamento delle terapie. E tra Bruno e me è nata un’amicizia fatta di tantissimi colloqui, di lunghe telefonate soprattutto serali, per discutere le iniziative da mettere in atto per sensibilizzare all’interno ed all’esterno le persone sull’importanza dell’informazione, della prevenzione, della diagnosi precoce. L’opera meritoria di Afeva, delle Organizzazioni Sindacali, con i processi di Torino contro Schmidheiny ha messo in luce a tutti che l’amianto è un killer silenzioso, ma ancora nei primi anni Duemila non era così, c’era chi negava (brutto e schifoso vizio in negazionismo nel nostro Paese). Accanto a noi in Lilt  c’erano tante persone che si sono impegnate: mi piace ricordare in questo doloroso momento soprattutto Patrizia Guaschino, Valeria Luparia, Vincenzo Lumello, Giancarlo Gatti, Federico Capello, gli ultimi due, purtroppo, anch’essi prematuramente scomparsi. Di Bruno posso ricordare tante, tantissime cose, tanti, tantissimi meriti del lungo periodo che ci ha visti collaborare sino a quando nel 2007 passò dall’ospedale di Casale Monferrato a quello di Novi Ligure, dove diventò responsabile della Struttura di Oncologia, ma su due voglio fissare la memoria. Il primo è la creazione del Cermes, il Centro di ricerca medico-clinica sul mesotelioma pleurico all’ospedale Santo Spirito, il secondo la stesura del protocollo che diede vita all’attuale Banca biologica sul mesotelioma presso l’Ospedale di Alessandria (grazie alla collaborazione con il dottor Betta) oggi diventata una importante realtà scientifica. Con Bruno se ne va non solo un grande Uomo, un grande Medico, ma anche un caro Amico, una persona che pur amando la sua Genova, la sua Liguria, aveva apprezzato in tanti anni Casale ed il Monferrato, terra cui ha dato tanto ma, purtroppo, non ha ricevuto altrettanto.

Massimo Iaretti

 

 

Le fiamme gialle scoprono commercio di capi griffati taroccati

Disarticolate dalla Guardia di Finanza Torino  2 organizzazioni dedite alla produzione e commercializzazione di articoli recanti marchi di lusso contraffatti. Scoperti due laboratori clandestini ed i loro fornitori: sequestrati macchinari, materiali e circa 4 milioni di articoli

Chanel, Gucci, Giorgio Armani, Louis Vuitton, Adidas, Burberry: questi sono solo alcuni dei prestigiosi brand del lusso falsamente riprodotti su mascherine ed altri accessori di abbigliamento scoperti dalla Guardia di Finanza di Torino.

I militari della Compagnia di Chivasso, unitamente ai Baschi Verdi del Gruppo Pronto Impiego di Torino, hanno individuato a Settimo Torinese (TO) e nel quartiere “Barriera di Milano” del capoluogo piemontese, due opifici “sartoriali” illegali ricavati all’interno di abitazioni private e un esercizio commerciale gestito da soggetti di etnia asiatica che vendevano mascherine di tessuto e articoli recanti marchi contraffatti.

L’indagine delle Fiamme Gialle è partita dall’individuazione su alcuni social network delle pagine a tema gestite da due donne ove venivano pubblicizzati e offerti i prodotti illeciti. Mascherine, foulard, pochette, borsette, copri agenda i gadget più richiesti.

I due “ateliers” erano gestiti da due cinquantenni italiane le quali, attraverso macchinari all’avanguardia, confezionavano vari accessori di abbigliamento e dispositivi di protezione individuale, apponendo sugli stessi loghi contraffatti di marchi internazionali, così da trasformarli in ricercati articoli alla moda.

Oltre 600.000 i marchi contraffatti a “stampa sublimatica diretta su tessuto” sequestrati, unitamente a migliaia di metri di filato ed a 3 macchinari necessari alla cucitura e al confezionamento dei prodotti falsi.

Una quarantina le case di moda del lusso oggetto dell’illecita riproduzione sulle mascherine in tessuto, che venivano vendute a 7 euro l’una oppure in kit comprendenti anche sciarpa e pochette al prezzo di 80. I beni recanti false indicazioni, all’occorrenza, in base alla richiesta, venivano confezionati in poche ore e spediti tramite corriere in tutta Italia.

Le successive investigazioni avviate dai Finanzieri hanno consentito di individuare, dapprima, un negozio gestito da cittadini dell’estremo oriente ove, oltre a numerose mascherine recanti marchi contraffatti, sono stati sequestrati 80 mila accessori di abbigliamento ornamentali posti in vendita con segni mendaci in relazione alla loro composizione in perla, zircone, ematite e grafite, nonché oltre 1.000.000 di articoli di bigiotteria e accessori di abbigliamento non sicuri, in violazione del Codice del Consumo e, poi, i fornitori dei tessuti utilizzati per la produzione dei beni contraffatti, dislocati in varie zone del territorio nazionale.

Nel prosieguo delle indagini le perquisizioni disposte dalla locale Procura della Repubblica ed eseguite in provincia di Prato, Vicenza, Viterbo, Napoli e Caserta, hanno consentito di accertare le responsabilità dei fornitori dei tessuti e dei semilavorati, permettendo di sequestrare oltre 1 milione di ulteriori marchi contraffatti a stampa sublimatica diretta su tessuto, circa 350 mila mascherine facciali con segni mendaci di conformità ovvero non conformi alle vigenti prescrizioni, 180 mila filtri in TNT, nonché numerose schede tecniche di conformità, in lingua francese, mendaci e 25 macchinari industriali (tra cui plotter,  macchine taglia-cuci e stiratrici).

Nove sono le persone denunciate all’A.G. torinese per i reati di frode nell’esercizio del commercio e vendita di prodotti industriali con marchi contraffatti o mendaci. L’avvenuta commercializzazione dei beni avrebbe consentito di realizzare un volume d’affari superiore a 3 milioni di euro.

L’operazione rientra nell’ambito della quotidiana azione di contrasto alla contraffazione e alla vendita di prodotti non sicuri realizzata dalla Guardia di Finanza attraverso il controllo economico-finanziario del territorio, al fine di tutelare non solo i consumatori e la loro salute, ma anche il diritto d’autore, gli imprenditori onesti ed i poli produttivi che rispettano le regole eliminando pericolose distorsioni delle corrette dinamiche dell’economia di mercato.

 

Furti al bancomat con la tecnica della “forchetta”

I carabinieri arrestano due “cash trappers“

 I carabinieri hanno arrestato due romeni di 28 e 29 anni, domiciliati in provincia di Varese, per furto aggravato.

Il Direttore di un Istituto Bancario del centro di Torino ha informato i militari dell’Arma della presenza di una barra in alluminio con del nastro adesivo nei bordi, inserita nell’erogatore di denaro del bancomat della sua filiale. Tale congegno, chiamato anche “forchetta”, impedisce la fuoriuscita del denaro dall’erogatore e il cliente non riesce a prelevare.
I carabinieri della Stazione San Secondo hanno chiesto di disabilitare tutti gli sportelli e hanno predisposto un servizio di osservazione per individuare chi avesse manomesso gli sportelli bancomat. Poco prima della mezzanotte, i militari hanno notato due persone parcheggiare la loro auto ed entrare all’interno nella banca nell’area bancomat e riuscire dopo pochi minuti.
L’immediato intervento dei carabinieri ha permesso di bloccare la coppia. La perquisizione ha premesso di recuperare una barra in metallo appena rimossa dall’erogatore di banconote, una con 210 euro ancora incollati all’interno. Nelle loro tasche è stata trovata la somma di 1500 euro di banconote di diverso taglio, con evidenti tracce di colla. Nella loro macchina, i carabinieri hanno trovato un’altra barra metallica. La coppia, pertanto, è stata bloccata subito dopo aver recuperato il denaro che è rimasto bloccato nella c.d. “forchetta”.
Le indagini dovranno stabilire se la coppia sia responsabile di altri furti in quella zona.

La tecnica
Il cash trapping è una tecnica per frodare gli utenti e rubare loro il denaro e consiste nell’inserimento di un piccolo oggetto metallico nella fessura da cui fuoriescono le banconote.
Nel momento in cui l’ignaro cliente si avvicina allo sportello Bancomat e inserisce la propria carta per prelevare il contante, il piccolo oggetto metallico blocca la fuoriuscita delle banconote, nonostante che sul monitor sia visualizzata una scritta che indica che l’operazione di prelievo è correttamente riuscita. A questo punto il cliente, magari dopo aver provato a ripetere l’operazione, si allontana per segnalare il malfunzionamento alla banca e i malviventi ne approfittano per rimuovere l’oggetto metallico e appropriarsi dei soldi rimasti incastrati nella feritoia.

Maltratta il cane del fidanzato e si oppone alla polizia: arrestata

All’arrivo degli agenti oppone un strenue resistenza

Nei giorni scorsi personale della Squadra Volante è intervenuto presso un bar di Corso Toscana ove una cliente era stata sorpresa dalla  titolare mentre maltrattava un cane; l’animale, impaurito e  mortificato dagli atti commessi dalla donna, che è la fidanzata del suo padrone, aveva cercato rifugio proprio dietro il bancone del bar. All’arrivo della volante, gli agenti trovavano la persona segnalata intenta a inveire violentemente nei confronti di una volontaria dell’Enpa accorsa per verificare al situazione; inoltre, la donna, vedendo arrivare anche una pattuglia di polizia si scagliava contro di essa  e contro la Volante, danneggiandone alcune parti.

La donna, una trentaseienne di origini rumene qui residente, è stata arrestata per resistenza a P.U. e danneggiamento aggravato e denunciata per maltrattamenti di animali. Il cane è stato affidato al legittimo proprietario.

Recuperato dai Carabinieri lo storico orologio della torre del Quirinale

Era stato trafugato dopo la sua dismissione

DAL PIEMONTE – I Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC), coordinati dal Procuratore della Repubblica di Vercelli Pier Luigi Pianta, hanno recuperato il quadrante e tutti gli altri pezzi dell’orologio a pendolo realizzato a metà dell’Ottocento dall’artista Mariano Trevellini su commissione del Papato di Pio IX per il Palazzo del Quirinale, collocato sulla torre del Palazzo dal 1854 al 1961 e in seguito – dopo che era stato ceduto all’Istituto statale “Armellini” di Roma per un istituendo Museo dell’Orologio non più sorto – trafugato. Le perquisizioni hanno avuto luogo a Milano, Bologna e nella provincia di Firenze. Tre persone sono state denunciate per appropriazione indebita, ricettazione e illecita alienazione di bene culturale. All’intervento, conseguito a indagini del Nucleo TPC di Torino, hanno collaborato quelli di Monza, Firenze e Bologna, nonché un militare del Comando TPC di Roma sotto copertura che, con un esperto di orologi antichi, ha verificato la presenza e l’autenticità degli oggetti prima che scattassero le perquisizioni. È stata data esecuzione al decreto di sequestro emesso dalla Procura di Vercelli. Ora l’orologio tornerà nella disponibilità dello Stato.

Maratona Telethon, bilancio positivo anche a Torino

LA MARATONA TELETHON CHIUDE LA RACCOLTA FONDI DEL 2020: NELL’ANNO DEL COVID-19 RACCOLTI 46.218.821 EURO PER SOSTENERE LA RICERCA SULLE MALATTIE GENETICHE RARE. OTTIMO RISULTATO ANCHE A TORINO E IN PIEMONTE

 

  • Si conclude la Maratona di Fondazione Telethon sulle reti Rai con una raccolta che conferma ancora una volta quanto gli italiani credano nella ricerca scientifica di eccellenza

 

  • Fino al 31 dicembre sarà possibile continuare a donare chiamando da rete fissa o inviando un sms al numero solidale 45510.

 

 

 È terminata  la trentunesima edizione della Maratona di Fondazione Telethon sulle reti Rai.  Ancora una volta gli italiani hanno dimostrato non solo la grande fiducia nei confronti di Fondazione Telethon, ma anche nella ricerca scientifica di eccellenza, in un anno segnato dall’emergenza coronavirus. Con l’edizione della Maratona conclusa ieri, si sono chiuse le celebrazioni dei trent’anni dalla nascita della Fondazione, che nell’ultimo anno ha raccolto la significativa cifra di 46.218.821€ che sarà destinata a sostenere e finanziare la ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare.

“Siamo orgogliosi della fiducia che gli italiani hanno riposto nei nostri confronti anche quest’anno, in un momento particolare in cui il Covid-19 ha insegnato a tutti noi cosa significhi soffrire per una malattia che conosciamo poco e per la quale non ci sono cure disponibili. Anche per il Covid-19, così come per le malattie genetiche rare, la risposta verrà dalla ricerca scientifica – ha dichiarato Francesca Pasinelli, Direttore Generale di Fondazione Telethon – Quest’anno più che mai, quindi, vogliamo ringraziare di cuore tutti i donatori, sia quelli che si sono stretti intorno a noi durante la settimana di sensibilizzazione sia chi ci supporta durante l’anno, per la loro generosità che ci permette di sostenere il nostro impegno nella ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare. La Maratona di quest’anno ci ha avvicinato ancora di più a entrare nelle case degli italiani permettendoci di raccontare con chiarezza che la ricerca scientifica è una grande impresa al servizio del benessere delle persone.”

Il dato complessivo relativo alla raccolta fondi racchiude il numero finale delle donazioni derivanti dal numero solidale 45510, le generose donazioni delle tante aziende partner, l’impegno dei numerosi volontari della Fondazione sul territorio, le campagne, quest’anno online, per distribuire il Cuore di cioccolato, i fondi derivanti dalle firme a favore di Telethon del 5×1000 di un anno, la raccolta derivante dai lasciti testamentari, le donazioni continuative che oltre 100.000 donatori scelgono di dedicare al programma IO ADOTTO IL FUTURO, quelle di tutte le persone che donano attraverso il bollettino postale, il sito internet e lo shop solidale durante tutto l’anno.

I risultati raggiunti non sarebbero stati possibili senza il grande sostegno di RAI, sui canali televisivi, radiofonici e web, e di partner come BNL Gruppo BNP Paribas, presente ogni giorno da 29 anni insieme alle Società del Gruppo.

Anche quest’anno DHL è stato vettore ufficiale della campagna di piazza con il Cuore di cioccolato. Fino a febbraio 2021 sarà ancora possibile scegliere il Cuore di cioccolato di Fondazione Telethon su Amazon attraverso la pagina amazon.it/cuoritelethon. I Cuori di cioccolato arriveranno a casa grazie al contributo dei partner CNH industrial e BNL Gruppo BNP Paribas.

AZ e Oral-B, BNP Paribas Cardif, Bofrost, CARGEAS Assicurazioni S.p.A, CNH Industrial, Esselunga, Farmacie UniClub, Ferrarelle, Findomestic, FPT Industrial, Italo, Marionnaud, Satispay, Sofidel, Telesia, Think About Srl e VIVIgas Energia, inoltre, sono scesi in campo con diverse iniziative di raccolta fondi a favore della Fondazione, per dare il proprio contributo alla ricerca.

Il numero solidale: 45510

Dal 1° al 31 dicembre 2020 è attivo il numero solidale 45510.                                                                                                 

Il valore della donazione è di 2 euro per ciascun SMS inviato da cellulari WINDTRE, TIM, Vodafone, iliad, PosteMobile, Coop Voce, Tiscali. È possibile donare anche chiamando da telefono fisso: TIM, Vodafone, WINDTRE, Fastweb e Tiscali (5 e 10 euro); TWT, Convergenze e PosteMobile (5 euro)

Donazione con carta di credito

I possessori di carte Visa, MasterCard e American Express possono fare la loro donazione sia online sia chiamando Telethon al numero 06 44015727 oppure telefonando al numero verde 800 11 33 77 da telefono fisso dal 1° al 31 dicembre (02 34980666 dai cellulari e dall’estero).

Come continuare a sostenere Fondazione Telethon

È possibile sostenere Fondazione Telethon tutto l’anno attraverso il sito web con una donazione (www.telethon.it/sostienici/dona-ora/) o scegliendo un prodotto solidale (shop.telethon.it/), oppure sottoscrivendo il programma di donazione regolare Io adotto il Futuro (www.ioadottoilfuturo.it/).

 

 

Fondazione Telethon

Fondazione Telethon è una delle principali charity biomediche italiane, nata nel 1990 per iniziativa di un gruppo di pazienti affetti da distrofia muscolare. La sua missione è di arrivare alla cura delle malattie genetiche rare grazie a una ricerca scientifica di eccellenza, selezionata secondo le migliori prassi condivise a livello internazionale. Attraverso un metodo unico nel panorama italiano, segue l’intera “filiera della ricerca” occupandosi della raccolta fondi, della selezione e del finanziamento dei progetti e dell’attività stessa di ricerca portata avanti nei centri e nei laboratori della Fondazione. Telethon inoltre sviluppa collaborazioni con istituzioni sanitarie pubbliche e industrie farmaceutiche per tradurre i risultati della ricerca in terapie accessibili ai pazienti. Dalla sua fondazione ha investito in ricerca oltre 556 milioni di euro, ha finanziato oltre 2.700 progetti con 1.630 ricercatori coinvolti e più di 580 malattie studiate. Ad oggi grazie a Fondazione Telethon è stata resa disponibile la prima terapia genica con cellule staminali al mondo, nata grazie alla collaborazione con l’industria farmaceutica. Strimvelis, questo il nome commerciale della terapia, è destinata al trattamento dell’ADA-SCID, una grave immunodeficienza che compromette le difese dell’organismo fin dalla nascita. La terapia genica è prossima alla registrazione anche per una grave malattia neurodegenerativa, la leucodistrofia metacromatica, ed è in fase avanzata di sperimentazione clinica per un’altra immunodeficienza, la sindrome di Wiskott-Aldrich. Altre malattie su cui la terapia genica messa a punto dai ricercatori Telethon è stata valutata nei pazienti sono la beta talassemia e due malattie metaboliche dell’infanzia, la mucopolisaccaridosi di tipo 6 e di tipo 1. Inoltre, all’interno degli istituti Telethon è in fase avanzata di studio o di sviluppo una strategia terapeutica mirata anche per altre malattie genetiche, come per esempio l’emofilia o diversi difetti ereditari della vista. Parallelamente, continua in tutti i laboratori finanziati da Telethon lo studio dei meccanismi di base e di potenziali approcci terapeutici per patologie ancora senza risposta.

Ricercato arrestato dalla Polizia Era colpito da mandato europeo

Ha tentato di passare la notte presso un albergo nel quartiere Aurora, un trentaduenne rumeno colpito da mandato di arresto europeo:

ma il sistema di prevenzione collaudato ormai da anni che consente la verifica dei nominativi delle persone alloggiate in strutture ricettive, ai sensi della normativa antiterrorismo, ha fatto sì che gli agenti della Squadra Volante potessero intercettarlo prima che si dileguasse. L’uomo era ricercato dal febbraio 2019 a seguito di provvedimento emesso dalle Autorità Tedesche: dopo l’arresto, verrà estradato.

Sorpreso durante il coprifuoco a bordo di ciclomotore rubato

Fermato per ricettazione e denunciato

Lo scorso martedì notte un cittadino marocchino è stato visto in corso Giulio Cesare da una pattuglia della Squadra Volante andare a forte velocità su uno scooter, in direzione di Piazza della Repubblica. Gli agenti, anche in considerazione dell’orario, l’una e mezza di notte, hanno deciso di controllarlo, ma il giovane, alla vista della pattuglia, anzichè arrestare la marcia del mezzo, ha dato inizio ad una fuga con inseguimento, conclusasi in via San Francesco d’Assisi.

Accertamenti condotti dagli operatori hanno fatto emergere come lo scooter fosse di provenienza furtiva, con denuncia sporta dal proprietario 48 ore prima. Il ventiduenne, irregolare sul territorio nazionale, con numerosissimi precedenti di polizia per reati contro il patrimonio, è stato fermato per ricettazione e sanzionato per guida senza patente e per mancata osservanza delle disposizioni volte al contenimento della pandemia da Covid-19.

Donna morta sbranata dai cani lupo: forse la figlia voleva creare allevamento

Una donna di 74 anni è morta sbranata dai cinque cani lupo cecoslovacchi della figlia.

Il dramma è avvenuto a Grugliasco,  dove i cani l’hanno attaccata nel suo appartamento. A scoprire il cadavere della donna  la figlia della vittima che non si trovava in casa ed è giunta troppo tardi . Sulla vicenda indagano i carabinieri che hanno informato la magistratura e la polizia municipale, che ha messo in sicurezza i cani. Forse la figlia intendeva realizzare un allevamento amatoriale di questa razza canina che incontra molti estimatori.
(foto archivio)

I civich sequestrano pesce e carne avariati in ristorante

Gli  agenti della Polizia Commerciale della Polizia Municipale, durante un controllo negli esercizi commerciali sul rispetto delle normative anti contagio e contenimento Covid-19, hanno effettuato un sopralluogo all’interno di un ristorante sito in via Barge, dove era in corso la somministrazione a una decina di avventori nel pieno rispetto delle regole.

Tuttavia, durante l’ispezione, gli agenti hanno rinvenuto, all’interno della cella congelatore, 26 chilogrammi di carne e pesce acquistati freschi e portati allo stato di congelazione senza l’utilizzo dell’abbattitore.

Il dispositivo per il raffreddamento rapido non era infatti presente all’interno del locale.

Il gestore del ristorante è stato denunciato per la violazione dell’art. 5 lettera b) della Legge 283/62, ‘somministrazione di alimenti in cattivo stato di conservazione’, e la merce è stata posto sotto sequestro giudiziario.