CRONACA- Pagina 967

Vede riflesso sul computer l’uomo che lo vuole sgozzare e si salva

Si è salvato  perché, mentre stava scrivendo al computer  ha visto sullo schermo l’immagine riflessa dell’ aggressore, che con un coltello  voleva sgozzarlo. Vedendolo la vittima è riuscita a tirargli una gomitata e a salvarsi. L’aggredito era finito in ospedale  sanguinante, con un taglio all’altezza della giugulare, prognosi di sessanta giorni. Termina ora con la condanna a tre anni e un mese di reclusione per tentato omicidio, il processo con rito abbreviato nei confronti di un uomo italiano di 55 anni, detenuto al carcere Lorusso e Cutugno dall’epoca del delitto: il 7 maggio scorso. Il gup ha stabilito il pagamento di cinquemila euro di provvisionale. Resta un mistero l’origine del movente. La vittima è un sessantenne  sposato con una donna che aveva avuto una relazione  con l’imputato e che il giorno del delitto era in ospedale per un problema al cuore. Nella casa della coppia, che da alcuni mesi ospitava l’imputato, c’erano solo il marito della donna e l’amico della moglie. La pm che ha svolto l’indagine riuscendo a ricostruire la dinamica  del tentato omicidio, ha sottolineato il «rapporto particolare» esistente tra i tre adulti (marito, moglie e amico). Ha precisato che non è stato possibile conoscere la natura intensa  della relazione, forse legata al movente del tentato omicidio.

Vandalizzata la lapide dedicata a Mario Soldati

Mario Soldati,  scrittore, regista e sceneggiatore torinese si tuffò – giovanissimo – nel Po in piena cent’anni fa, ai Murazzi, per salvare un coetaneo. Gesto che gli valse la medaglia d’argento al valore civile, ricordato da una lapide posta tempo fa dal Centro Pannunzio e dalla Città. Nei giorni scorsi adesivi e scritte murali vergate da chi sicuramente  neppure sa chi fosse Soldati, hanno deturpato la targa marmorea. L’atto vandalico è stato ignorato dalle istituzioni locali. C’è almeno da augurarsi che il Comune intervenga per restituire dignità alla lapide e, con essa, alla memoria di un grande torinese.

Hashish e marijuana, ritiro a domicilio

Arrestato ventiquattrenne italiano dagli agenti delle Pegaso

L’indagine è partita dai riscontri emersi da alcune chat telefoniche: gli indizi raccolti dagli investigatori delle Pegaso dell’UPG hanno condotto ad un appartamento di corso Francia utilizzato da un ventiquattrenne. Il giovane è un soggetto noto nei quartieri San Donato e San Paolo per rifornire di quantitativi rilevanti di cannabinoidi i suoi coetanei; questi ultimi dovevano recarsi sotto casa sua, dopo averlo preliminarmente contattato utilizzando esclusivamente applicazioni di messaggistica istantanea, con cancellazione del testo in un tempo ben determinato. Una volta sotto casa, il pusher verificava visivamente dalla finestra che l’acquirente fosse da solo e soltanto allora apriva il portone dello stabile. Pertanto, anticipando le sue mosse, i poliziotti, lo scorso venerdì sera, hanno fatto ingresso nello stabile individuato, con l’intenzione di attendere l’inquilino sospetto, del quale, però, non era noto l’appartamento occupato. Attorno alle 21.45, un soggetto corrispondente al sospettato faceva ingresso nel palazzo e prendeva l’ascensore, fermandosi ad un piano alto. Qui veniva fermato dai poliziotti  e, nonostante avesse in mano un mazzo di chiavi per aprire la porta dell’alloggio di fronte, negava di abitare in quel palazzo. La perquisizione dell’alloggio portava al rinvenimento di diversi contenitori trasparenti contenenti marijuana ed hashish, complessivamente oltre 100 grammi, oltre a tutto il materiale necessario per il confezionamento delle dosi. I poliziotti appuravano che il giovane aveva a disposizione due smartphone.  Uno di essi veniva utilizzato per fornire connessione all’altro (hot spot) in modo tale da non essere intercettato quando utilizzava la rete internet per comunicare in merito alla compravendita dello stupefacente. Il giovane è stato arrestato per detenzione  ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

Assembramento irresponsabile e pericoloso in via delle Rosine

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

Il prof. Quaglieni

Per entrare alla discoteca di via delle Rosine ieri sera alle 22,30 c’era una coda incredibile di gente in attesa di entrare in un locale con una capienza quasi sicuramente molto inferiore. C’è da domandarsi se la Questura di Torino non abbia visto questo colossale, pericolosissimo assembramento. C’erano per strada perfino dei giovani sdraiati per terra con evidenti malesseri, forse dovuti all’alcool ingurgitato per non ipotizzare l’uso di droghe.  Uno spettacolo ripugnante e inquietante che può ricacciare indietro Torino dopo quasi due anni di pandemia. Sono rigorosi sui luoghi della cultura, ma sui luoghi del divertimento fatuo e inutile si consentono trasgressioni incredibili ai piacioni delle notti subalpine.

Occorre severità e decisione senza cedimenti e concessioni. Questi spettacoli offendono il sacrificio di chi è stato in casa per mesi. E‘ un affronto agli anziani rimessi in pericolo da episodi che andavano prevenuti e perseguiti. Non è possibile che in piazza Vittorio mi chiedano giustamente il Green pass per cenare, ma poi, per recuperare l’auto, mi debba immischiare in una situazione di pericolo di questo tipo. Se esiste un giudice a Torino e non solo a Berlino, è indispensabile un intervento durissimo. Per salvare la salute e la vita delle persone. Mi auguro che non si tratti di una festa di chiusura della campagna elettorale perché mi rifiuto di credere a tanta irresponsabilità.

I bagni del parcheggio sotterraneo: un pessimo biglietto da visita per la città

Un lettore ci segnala il degrado dei bagni del parcheggio sotterraneo dell’ACI, sotto piazza San Carlo, il salotto della città.

Quei servizi igienici rappresentano per molti turisti e visitatori il primo approccio con Torino. Se consideriamo l’elevato numero di persone che posteggia l’auto proprio lì’ sotto, l’immagine che la città ne ricava non è delle migliori. Ci auguriamo che “chi di competenza” intervenga.

Presidio di lavoratori no green pass davanti ad Avio Aero

Sono diverse decine i  lavoratori privi di certificazione, gli esponenti del movimento ‘La Variante Torinese’ e di Si Cobas trovatisi questa mattina all’alba davanti ai cancelli della Avio Aero  a Rivalta, all’entrata del primo turno, per organizzare un presidio contro il green pass in azienda.

Altri presidi si terranno alla Pirelli di Settimo Torinese, all’Iveco di Torino e alla Gallina di La Loggia.

Affissi striscioni con le scritte:  “No al ricatto Green Pass nei luoghi di lavoro”  “Il lavoro è un diritto: tamponi gratis”.

Cirio, Poste Italiane presidio sul territorio

Piemonte:  1.400 uffici postali, 423 ATM Postamat e oltre 8.000 dipendenti

Il Presidente intervistato dal TGPoste: 6 milioni di vaccini consegnati nella Regione esempio virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato
La presenza di Poste Italiane sul territorio è di fondamentale importanza per lo sviluppo economico e sociale delle piccole comunità, una collaborazione tra pubblico e privato che si è rivelata ancora più determinante durante la campagna vaccinale. Lo ha detto Alberto Cirio, Presidente della Regione Piemonte, intervistato dal TGPoste (visibile su www.postenews.it). “Ci chiamiamo Piemonte perché siamo ai piedi delle montagne – ha precisato Cirio commentando la presenza di Poste italiane nella Regione con 1.400 uffici postali, 423 ATM Postamat e oltre 8.000 dipendenti. “La maggior parte dei comuni nella mia Regione ha meno di 1.000 abitanti ed è sparsa in vallate, montagne e colline. In tutte queste aree c’è una certezza, ovvero la presenza degli uffici postali. L’ufficio postale è il luogo in cui si concentra l’attività di un piccolo comune, ed è sempre nella piazza, o vicino alla chiesa o al municipio o alla scuola. Una comunità esiste anche dove c’è l’ufficio postale”. Il Presidente Cirio ha continuato sottolineando il ruolo di Poste Italiane durante la campagna vaccinale con la distribuzione di 6 milioni di dosi di vaccino. “Possiamo parlare di un rapporto ormai consolidato tra Poste Italiane e la nostra Regione – ha ricordato Cirio. “Credo che la consegna dei vaccini sia stata l’ennesima dimostrazione di un rapporto che non è solo storico ma che guarda al presente e soprattutto al futuro, cioè alla possibilità che le istituzioni locali possano insieme a Poste Italiane offrire un servizio sempre migliore ai nostri cittadini”.

Il master in osteopatia torna in presenza

Green pass obbligatorio

Lo organizza EOM Italia a Torino e in altre quattro sedi italiane in collaborazione
con l’Università. Le tecnologie utilizzate per la didattica a distanza
durante il lockdown  saranno utilizzate come servizio di assistenza allo studio

 

 Dopo un anno di difficoltà legate ai lockdown imposti dall’emergenza sanitaria, torna finalmente in presenza il master universitario in osteopatia nelle Disfunzioni neuromuscolo-scheletriche, organizzato dalla scuola EOM Italia di Torino in collaborazione con l’Università di Verona. Un ritorno al contatto e al confronto fondamentale per un corso che vede nella parte pratica, oltre a quella teorica, il punto di forza per apprendere le tecniche di intervento manipolativo e le manovre specifiche indirizzate a ricercare e identificare la disfunzione dei distretti corporei associate alle varie patologie. Sarà obbligatorio il green pass, ma ad oggi non sono stati riscontrati problemi: gli studenti che si iscrivono al master sono laureati in fisioterapia o medicina-chirurgia e ne sono già muniti per motivi di studio o pratica ospedaliera.

“L’anno scorso abbiamo raddoppiato gli sforzi per organizzare la didattica a distanza, riuscendo a organizzare quattro classi nelle diverse città – spiega Andrea Turrina, amministratore unico e docente di EOM -, predisponendo per ogni seminario due moduli teorici con didattica a distanza e uno di pratica che fatto in presenza nelle finestre escluse dai periodi di lockdown. Abbiamo affiancato un tutor agli studenti e utilizzato lavagne interattive nei collegamenti Zoom o in call conference, registrando tutte le lezioni. Ora si torna a fare lezione in presenza, mantenendo però le tecnologie introdotte, che sono di grande supporto nell’efficientare le modalità di insegnamento. Resteranno le registrazioni delle lezioni per le nozioni di base, che consentono un ripasso di ogni modulo, e resterà il servizio di tutoraggio per gli studenti. Ci sarà, in sostanza, un servizio di aula virtuale potenziato, con dotazione di software e hardware che viene mantenuta, e di assistenza allo studio, alla luce del riscontro positivo da parte degli studenti lo scorso anno”.

L’iscrizione al master universitario di primo livello va fatta entro il 15 novembre prossimo. Il corso, che ha durata biennale e prevede la frequenza obbligatoria per almeno l’80% delle lezioni nella sede di Torino, è rivolto ai laureati in fisioterapia o medicina-chirurgia ed è diretto dal professor Nicola Smania. Al termine del biennio gli studenti avranno acquisito le abilità pratiche per il trattamento osteopatico di diverse disfunzioni e saranno in grado di collaborare efficientemente con le altre figure sanitarie in tutte le fasi del processo terapeutico. A seguito della partecipazione alle lezioni, del superamento delle prove finali e delle necessarie ore di attività pratica, l’Università rilascia agli allievi 142 crediti Cfu.

Il master coinvolge circa 140 studenti ogni anno. Secondo le statistiche l’80% dei partecipanti, al termine del master, prosegue la formazione per completare il percorso utile all’ottenimento della certificazione in osteopatia. Eom ha formato ad oggi oltre 1.000 professionisti, che vanno ad occupare posizioni sia in strutture pubbliche che private come centri riabilitativi, centri medico-sportivi, case di riposo. Oltre a Torino, il master può essere seguito nelle sedi di Vado Ligure, Verona, Udine e Roma.

 

 

Imbocca contromano l’autostrada Panico tra gli automobilisti

Con la sua auto ha imboccato per errore lo svincolo di Aosta Est della Torino-Aosta

Si è poi reso conto che la direzione non era quella desiderata  quando era già  arrivato al casello di ingresso dell’A5. Così ha fatto inversione percorrendo contromano tutto lo svincolo, per qualche centinaio di metri con il traffico che gli veniva incontro. L’uomo, di 77 anni, è stato bloccato da una pattuglia della polizia stradale di Aosta che lo ha raggiunto in pochi minuti. E’ stato multato e segnalato per la revoca della patente. Il mezzo è ora in fermo amministrativo.

Gli Alpini della “Taurinense” in esercitazione

SINERGIA TRA FANTERIA, ARTIGLIERIA, GENIO E CAVALLERIA DELLE TRUPPE ALPINE DELL’ESERCITO ITALIANO

Monteromano (Viterbo)  Si è conclusa presso il poligono di Monteromano, l’esercitazione “Laran 2021”, che ha visto la partecipazione di numerose Unità della Brigata Alpina “Taurinense” dell’Esercito Italiano, impegnate in una serie di complesse operazioni tattiche a fuoco.

L’esercitazione è stata pianificata e condotta dal 2° Reggimento Alpini, insieme ad elementi del 32° Reggimento Genio Guastatori, del Reggimento Nizza Cavalleria (1°), del 1° Reggimento Artiglieria Terrestre (da montagna) e del 9° Reggimento Alpini, i quali hanno svolto con successo un’intensa serie di esercizi a fuoco diurni e notturni, con armi individuali e di reparto, supportati da mortai da 120, 81 e 60 mm, obici da 105/14, blindo Centauro e da elicotteri e aerei dell’Esercito Italiano.

La ‘Laran 21’ ha avuto inizio nella seconda metà di settembre con lo schieramento a Monteromano delle unità della ‘Taurinense’, alcune delle quali rientrate di recente dal Libano e dal Kosovo dove sono state impiegate rispettivamente in seno alle missioni ONU e NATO. L’intenso sforzo logistico richiesto per lo svolgimento dell’esercitazione, che ha visto il trasporto multi-modale di mezzi e materiali per via ferroviaria e di vettori aerei per l’immissione del personale, ha costituito esso stesso un momento addestrativo essenziale per le capacità di proiezione e rischieramento delle Unità lontano dalle sedi stanziali.

L’attività ha visto impiegati oltre 700 soldati della “Taurinense”, è stata sviluppata in più fasi, attraverso obiettivi intermedi che hanno permesso di testare gradualmente scenari e procedure di complessità sempre più elevata. La prima fase, denominata “Scorpione 4/21”, è stata caratterizzata da un’attività continuativa a partiti contrapposti, condotta tramite l’ausilio di sistemi di simulazione sotto la supervisione del Centro Addestramento Tattico dell’Esercito di Monteromano. La seconda fase ha visto lo svolgimento delle attività continuative a fuoco a livello di complesso minore rinforzato.

Il Comandante delle Truppe Alpine, Generale di Corpo d’Armata Claudio Berto, a termine attività ha sottolineato come: “Nell’esercitazione Laran le Truppe Alpine si addestrano al warfighting dimostrando un efficace livello di integrazione fra le diverse componenti operative. L’imminente esercitazione di protezione civile Vardirex 2021 conferma la centralità degli Alpini in ogni situazione d’emergenza che possa riguardare il Paese”