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Covid, test salivari: dal Comitato Etico il via libera

Test salivari per la ricerca del Covid, via libera alla sperimentazione da parte del Comitato Etico Interaziendale. Una notizia appresa con soddisfazione dall’assessore regionale alla Ricerca applicata Covid, Matteo Marnati.

“Ringrazio il Comitato etico e il suo presidente, dottor Marcello Maddalena, per la grande disponibilità. – commenta Marnati – Finalmente ora potremo partire con la sperimentazione dei nostri test autoprodotti, interamente made in Piemonte, sviluppati dall’Università di Torino”.

Si tratta di test molto meno invasivi rispetto al tampone naso faringeo che potrebbero essere utilizzati in modo particolare per i bambini e per tutte quelle persone che potrebbero avere problemi nel sottoporsi al classico tampone. Il prelievo salivare, che viene eseguito con una pipetta, verrà fatto all’hotspot dell’Allianz Stadium.

“La sperimentazione – afferma la professoressa Fiorella Altruda, direttore del Centro di Biotecnologie Molecolari dell’Università di Torino – dovrebbe iniziare a breve in stretta connessione fra i laboratori del Centro e quelli di Arpa”. “E’ la chiusura di un percorso – aggiunge – interamente fatto in house dopo la messa a punto del test su richiesta della Regione. Potrebbe essere una svolta nel rendere più veloce il tracciamento, unendo alta sensibilità e minor invasività”.

“Questa iniziativa è una ulteriore conferma della relazione virtuosa tra l’Università, la Regione e territorio – aggiunge il Rettore dell’Università di Torino, Stefano Geuna – e del forte spirito di collaborazione dei ricercatori universitari che con le proprie competenze, laboratori e strumenti partecipano attivamente alla lotta contro il Covid-19”.

Controlli antidroga dei carabinieri, 6 arresti

E oltre 1 kg di stupefacente sequestrato in 24 ore

I carabinieri, nell’ambito di specifici servizi di controllo del territorio finalizzati al contrasto del fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti disposti dal Comando Provinciale, hanno arrestato nelle ultime 24 ore altri due corrieri, dopo quelli fermati il 20 gennaio scorso a Susa con 6,6 kg. di cocaina, e 4 pusher.
In particolare a Rivarolo Canavese, nell’hinterland torinese, i militari della Stazione di San Giorgio (TO) hanno bloccato due autotrasportatori di 21 anni, di Volpiano (TO), trovati in possesso di 1 kg di droga. I due sono stati controllati mentre erano alla guida di un furgone su cui è stata rinvenuta una busta contenente 500 grammi di marijuana. Una successiva perquisizione nel magazzino in uso ai fermati ha permesso di trovare un’altra busta con all’interno ulteriori 500 grammi della medesima sostanza.
A Nichelino, sempre nell’hinterland torinese, è finito in manette un 37enne del luogo, che è stato sorpreso in strada mentre consegnava dello stupefacente a un ragazzo. Alla vista dei carabinieri della locale Tenenza, ha tentato di ingoiare due dosi di crack ma è stato bloccato in tempo e la droga è stata sequestrata. Il cliente ha ammesso di aver acquistato le dosi al prezzo di 50 euro l’una.
A Torino, in via Garessio, i carabinieri della Compagnia San Carlo hanno arrestato un cittadino senegalese, in Italia senza fissa dimora, subito dopo aver venduto una dose di cocaina a un uomo. Sono stati sequestrati anche 285 euro in contanti, che si ritiene siano provento dell’attività illecita.
Nel quartiere San Salvario, stessa sorte è toccata a un ventottenne del Ciad fermato subito dopo aver venduto due dosi di cocaina a un altro acquirente. Nelle tasche del pusher i carabinieri hanno trovato altre 12 dosi della stessa sostanza, per un totale di oltre 10 grammi, e circa 400 euro in contanti.
Sempre a Torino, in corso Regina Margherita, è stato arrestato un senegalese, senza fissa dimora, bloccato, anche in questo caso, subito dopo aver ceduto una dose di cocaina a un acquirente.
Tutti i clienti dei pusher sono stati segnalati alla Prefettura quali assuntori di droga.

La Guardia di Finanza dona al Cottolengo 27 mila mascherine

La Guardia di Finanza di Torino ha devoluto alla “Piccola Casa della Divina Provvidenza” di Torino, più nota con il nome di Cottolengo, oltre 27.000 dispositivi di protezione individuali, requisiti a seguito del sequestro effettuato nei mesi scorsi dai Finanzieri della Compagnia di Caselle Torinese in relazione all’emergenza sanitaria da COVID-19.

L’iniziativa è stata resa possibile grazie alla sinergia messa in atto tra la Procura della Repubblica del capoluogo piemontese, la locale Prefettura e il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Torino, che ha consentito la favorevole conclusione dell’iter requisitorio dei dispositivi sequestrati. In particolare, sulla base dell’attuale quadro normativo, è stato richiesto ed ottenuto dall’Autorità giudiziaria il dissequestro delle mascherine al fine di poter attivare la procedura della requisizione, a cura del Reparto del Corpo operante, mediante specifica richiesta alla Prefettura la quale, condividendo l’iniziativa assunta e valutata la preminente esigenza di tutela della salute pubblica, ha emesso il relativo provvedimento.

L’ospedale Cottolengo, dal nome del suo fondatore, il sacerdote piemontese San Giuseppe Benedetto Cottolengo, fin dai tempi della sua istituzione si è costituito in diverse comunità di ospiti e di religiosi, realizzando nel corso degli anni una varietà di servizi di assistenza ai bisognosi, privilegiando sempre le persone in stato di abbandono ed in difficoltà.

Quella odierna rappresenta un’iniziativa di solidarietà che rientra tra le numerose attività già avviate dalle Fiamme Gialle torinesi quale tangibile testimonianza della vicinanza delle Istituzioni alla meritoria azione svolta, quotidianamente, dagli operatori sanitari impegnati in prima fila nel contrasto all’emergenza epidemiologica

Ricostruito il volto in 3D in urgenza ad un ragazzo

Dopo un trauma, presso la Città della Salute di Torino

Nei giorni scorsi un giovane ragazzo di 23 anni, ricoverato presso l’ospedale CTO della Città della Salute di Torino, per un gravissimo trauma facciale è stato sottoposto in urgenza ad un lungo intervento di ricostruzione con la stampa 3D.

Pianificare l’intervento di ricostruzione e la stampa additiva dei dispositivi da utilizzare in sala operatoria è stata una corsa contro il tempo.

Un laboratorio per sperimentare nuove metodiche chirurgiche con lausilio delle tecnologie 3D è attivo da due anni presso l’ospedale Molinette di Torino.

Il laboratorio si trova all’interno del reparto di Chirurgia maxillo facciale e consente di ricreare un modello del paziente e tramite software dedicati progettare l’intervento chirurgico, in modo da ottenere soluzioni personalizzate per ogni paziente. Il laboratorio è dotato di una postazione per l’elaborazione virtuale 3D dei modelli anatomici, che poi verranno realizzati attraverso l’utilizzo di stampanti 3D presenti in reparto, per coadiuvare la pianificazione degli interventi chirurgici. Una sinergia di tecnologie ed esperienza clinica che ha permesso di sviluppare nuovi protocolli di diagnosi e cura di pazienti, con la possibilità di trasferire la pianificazione degli interventi in sala operatoria.

Tuttavia, nonostante la presenza del laboratorio all’interno del reparto, la simulazione chirurgica e la stampa 3D in urgenza differita rimane una sfida soprattutto in termini di tempo.

Appena le immagini TC sono state disponibili gli ingegneri del Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione del Politecnico di Torino, su indicazione dei chirurghi, hanno simulato al computer l’intervento cercando di ridare forma all’anatomia del volto fortemente compromessa dal trauma. Successivamente è stato stampato un modello 3D del volto ricostruito su cui i chirurghi hanno modellato placche di titanio personalizzate sul paziente da utilizzare in sala operatoria come guide per la ricostruzione.

L’intervento chirurgico è stato effettuato dal dottor Pompeo Cassano dell’équipe di Chirurgia plastica e ricostruttiva del CTO (diretta dal dottor Fabrizio Malan) e dal dottor Emanuele Zavattero dell’équipe di Chirurgia maxillo facciale delle Molinette (diretta dal professor Guglielmo Ramieri), coadiuvati dall’anestesista dottor Sergio Levi del team di Anestesia e rianimazione (diretto dal dottor Maurizio Berardino).

L’intervento preparato in 3D a tavolino ha consentito di ridurre i tempi operatori velocizzando i passaggi chirurgici e la soluzione dei possibili imprevisti.

La pianificazione chirurgica virtuale, integrata con le tecnologie di stampa additiva, hanno consentito di svolgere, all’interno delle sale operatorie della Città della Salute di Torino già numerosi interventi di chirurgia ad alta complessità del volto in regime di elezione. Tuttavia questo caso rappresenta una delle prime applicazioni di utilizzo di questa tecnologia nella chirurgia traumatologica d’urgenza

Arpa Piemonte: le polveri sottili non veicolano il Covid

“L’ipotesi che le polveri sottili agiscano come vettore (carrier) del virus è poco plausibile: i campionamenti effettuati da Arpa Piemonte, infatti, non hanno rilevato Sars-CoV2 sui filtri della qualità dell’aria.

È invece allo studio la possibilità che alte concentrazioni di particolato facciano da amplificatore (booster) del processo di infiammazione prodotto dal virus”: lo ha detto il presidente di Arpa Piemonte, Angelo Robotto, in una congiunta delle commissioni regionali Quarta e Quinta, presieduta da Angelo Dago. 
Nel corso dell’audizione, sollecitata dal consigliere Giorgio Bertola (Movimento 4 ottobre) sono stati illustrati i risultati preliminari del campionamento Sars-Cov2 nell’aria e i dati raccolti da Arpa sulla qualità dell’aria durante l’emergenza Covid.
La lettura di questi ultimi indica che durante i mesi del lockdown, in cui il traffico veicolare è stato di molto inferiore rispetto al 2019, c’è stato un calo netto sia delle emissioni che delle concentrazioni di biossido di azoto (No2), mentre rispetto alle polveri sottili, in particolare il pm10, si sono registrate riduzioni significative sulle concentrazioni ma non sulle emissioni: “Ciò indica che il contributo del traffico veicolare non è sostanziale per le emissioni di pm10 – ha detto Robotto – mentre discorso diverso vale per gli ossidi di azoto”.
Dal monitoraggio è emerso che in ambiente esterno il virus Sars-Cov2 non è finora risultato rilevabile nell’aria; negli ambienti ospedalieri, in particolare nei reparti con presenza di malati anche caratterizzati da cariche virali elevate, le concentrazioni sono risultate generalmente contenute, anche per l’elevato tasso di ricambio dell’aria. Al contrario, in ambiente domestico le concentrazioni sono risultate più consistenti.
Sono stati anche riportati i risultati del recente studio condotto dal Consiglio nazionale delle ricerche e da Arpa Lombardia, che parla di probabilità di trasmissione del virus per via aerea molto bassa in condizioni esterne, ad eccezione delle situazioni di affollamento.
La seduta congiunta è proseguita con l’audizione delle associazioni ambientaliste Legambiente, Pro Natura e Italia Nostra, che hanno svolto le rispettive relazioni sui rischi da inquinamento dell’aria per la salute e avanzato proposte di interventi migliorativi.
I consiglieri Bertola, Alessandro Stecco(Lega) e Sara Disabato (M5s), oltre al presidente Dago, hanno chiesto una serie di chiarimenti sui luoghi in cui sono state effettuate da Arpa le campionature per individuare la presenza di materiale genetico del virus (Rna), sull’incidenza dell’inquinamento da biomasse e i sistemi per abbattere questo tipo di emissioni, e infine sugli interventi che la Regione può mettere in campo per contrastare l’inquinamento atmosferico.

I carabinieri arrestano due corrieri della droga

Torino. Controlli antidroga dei carabinieri, arrestati due corrieri e sequestrati 6,6 kg di cocaina nascosti nel cruscotto di un’autovettura

I carabinieri, nell’ambito di specifici servizi di controllo del territorio finalizzati al contrasto del fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti disposti dal Comando Provinciale, hanno arrestato due corrieri e sequestrato 6,5 kg di cocaina.
Il fatto è successo a Susa, nell’hinterland torinese, dove i militari della locale Compagnia hanno sottoposto a controllo due uomini che si stavano allontanando velocemente con le loro vetture dal parcheggio di corso Inghilterra, dopo che si erano scambiati un pacco sospetto.
Sono stati bloccati a bordo delle rispettive automobili e identificati in due cittadini albanesi, residenti rispettivamente nel milanese e a Susa. Nella vettura dell’uomo che vive a Susa è stato rinvenuto il pacco che si erano poco prima scambiati, all’interno del quale era contenuta cocaina del peso di 1,1 kg.
Nella vettura del corriere milanese i carabinieri sono stati invece attirati dal cruscotto, che sembrava non ben fissato. Infatti al suo interno, tra l’autoradio e il volante, era ricavato un vano in cui erano stati occultati 5,5 kg di cocaina suddivisa in 3 panetti da 1 kg e 5 panetti da 500 grammi.

Polizia: 264 pattuglie nei controlli in stazione

8 indagati, 3.899 persone controllate di cui 886 positive con precedenti di polizia. 264 pattuglie impegnate nelle stazioni e 22 in abiti civili per attività antiborseggio  per contrastare i furti in danno dei viaggiatori. 81 i servizi di vigilanza a bordo di 190 treni. 22 i servizi lungo linea e 39 quelli di ordine pubblico. Questi i risultati dell’attività settimanale del Compartimento Polizia Ferroviaria per il Piemonte e la Valle d’Aosta. 

 

In particolare, a Torino nella stazione di Porta Nuova i poliziotti hanno indagato un ventisettenne italiano per possesso di sostanza stupefacente, tipo hashish,, rintracciato anche grazie all’ausilio delle Unità Cinofile della Questura di Torino, durante i servizi di vigilanza congiunti nelle aree ferroviarie.

Sempre nello scalo di Porta Nuova una minore di nazionalità rumena, di 17 anni, fermata per un controllo, è stata denunciata per possesso di oggetti atti ad offendere. La minore è stata trovata in possesso di un martelletto frangivetro in dotazione ai treni, presumibilmente asportato da un convoglio ferroviario. La 17enne è stata successivamente riaffidata ad una Comunità di accoglienza della provincia dalla quale si era allontanata.  Un marocchino di 18 anni è stato denunciato per possesso di un coltello multiuso. Un ventiquattrenne italiano è stato denunciato per possesso di un coltello della lunghezza di 17 cm. Tutti gli oggetti sono stati sottoposti a sequestro.

 

La Squadra Informativa/Amministrativa compartimentale ha controllato 6 persone dedite abitualmente all’attività di parcheggiatori abusivi nella zona adiacente la stazione di Torino  Porta Nuova. Nei confronti dei soggetti, tutti gravati da diversi ordini di allontanamento dalla stazione, sono stati segnalati al Questore di Torino per l’emanazione della misura del daspo urbano.

 

Ad Asti gli operatori del Posto Polfer hanno rintracciato all’interno dello scalo ferroviario un’italiana di 16 anni, allontanatasi da una Comunità di accoglienza cittadina, cui è stata riaffidata nella stessa giornata.

 

Ad Alessandria un nigeriano di 34 anni è stato indagato per resistenza a Pubblico Ufficiale, danneggiamento e rifiuto di esibire un documento. L’uomo in evidente stato di alterazione psicofisica, è stato accompagnato presso gli uffici di polizia di stazione, dove ha iniziato a denudarsi e dare in escandescenza, danneggiando anche alcuni arredi presenti. Bloccato, è stato affidato alle cure dei sanitari e trasportato presso il locale nosocomio. Sempre ad Alessandria, un 23 enne ecuadoriano è stato denunciato per attentato alla sicurezza dei trasporti, interruzione di pubblico servizio e danneggiamento.  L’uomo era a bordo di un treno regionale sulla tratta Alessandria – Savona, all’atto della controlleria da parte del capotreno ha da subito iniziato ad assumere un atteggiamento nervoso, in quanto privo di regolare biglietto. Dopo essere sceso alla stazione di Acqui terme (AL) ha lanciato alcuni sassi in direzione del convoglio in partenza, rompendo due finestrini. Il treno, soppresso per la messa in sicurezza della carrozza, ha maturato complessivamente 40 minuti di ritardo.

Pirata della strada investe donna sulle strisce e scappa

È in prognosi riservata al Cto di Torino la trentenne  investita sulle strisce pedonali da un Suv scuro il cui conducente  è poi fuggito

L’incidente è avvenuto a Torino in corso Sebastopoli all’angolo con via Gorizia, nel quartiere Santa Rita.
La Polizia Municipale cerca testimoni per individuare il pirata della strada.

Chi è in grado di fornire elementi utili può contattare la Polizia Municipale Ufficio Sinistri RadioMobile – tel.011.01126510 – 011.01126284

A San Salvario arrivano le Ecoisole Smart

Parte in questi giorni la campagna informativa di Amiat Gruppo Iren per l’attivazione del nuovo sistema di raccolta differenziata ad accesso controllato tramite “Ecoisole Smart” nel quartiere San Salvario.

 

L’avvio del nuovo servizio interesserà un totale di oltre 7 mila torinesi residenti nell’area compresa tra corso Marconi, via Nizza, corso Vittorio Emanuele II e corso Massimo D’Azeglio.

La nuova raccolta prevede, nello specifico, la sostituzione delle attuali attrezzature stradali con nuovi cassonetti “smart” utilizzabili solo dai residenti tramite una personale tessera elettronica. Si tratta di un altro tassello per incrementare sul territorio cittadino l’estensione della raccolta domiciliare con lo scopo di accrescere ulteriormente la percentuale di raccolta differenziata della Città.

Nella sola zona di Lingotto/Filadelfia, avviata inizialmente in via sperimentale a maggio 2019, il nuovo sistema ha portato ottimi risultati permettendo un aumento netto della raccolta differenziata della zona, che è passata da un iniziale 32,3% al 66% in pochi mesi.

I nuovi contenitori collocati su suolo pubblico costituiscono le cosiddette ecoisole, ognuna composta da 4 nuovi cassonetti con accesso controllato per la raccolta del vetro e degli imballaggi in metallo, degli imballaggi in plastica, del rifiuto organico e del residuo non recuperabile. La raccolta di carta e il cartone verrà invece gestita tramite raccolta “porta a porta” con apposite attrezzature collocate nei cortili condominiali. In tutta l’area interessata verranno installate circa 72 nuove ecoisole.

Inoltre, in considerazione della frequentazione del quartiere in cui sono presenti molti bar e locali adibiti alla ristorazione, tutti i cassonetti di vetro e plastica prevedono un foro aggiuntivo di forma circolare per agevolare coloro che non posseggono la tessera elettronica, a differenziare nel modo corretto eventuali rifiuti generati da un consumo in strada di bevande o prodotti alimentari.

Come da consuetudine l’attivazione del servizio viaggerà parallelamente e in stretta correlazione con le attività di comunicazione collegate. Nei prossimi giorni, quindi, tutte le utenze interessate – domestiche, commerciali o produttive – riceveranno nella cassetta postale, a cura degli incaricati Amiat Gruppo Iren, materiale informativo dedicato.

Visto l’elevato numero di cittadini di origine straniera residente nel quartiere, tutti i materiali che verranno distribuiti, oltre che in italiano, conterranno informazioni tradotte anche in due lingue straniere: cinese e arabo.

A seguire, gli addetti consegneranno porta a portagratuitamente a ogni famiglia lo starter kit per la raccolta domiciliare composto da una biopattumiera, sacchi per la raccolta del rifiuto organico, 2 rotoli di sacchi per il non recuperabile, un dépliant informativo e 2 tessere elettroniche.

Per consentire ai residenti di familiarizzare gradualmente con il nuovo sistema, inoltre, nella fase di avvio del servizio, i cassonetti elettronici saranno mantenuti ad accesso libero, per poter conferire i rifiuti senza l’uso della tessera.

Dal 24 marzo, si procederà con la chiusura dei contenitori e si potrà accedere ai cassonetti solo tramite la propria Ecocard. Per limitare i possibili disagi e rendere più semplice possibile il passaggio da accesso libero ad accesso tramite tessera, nel periodo di transizione operatori incaricati Amiat Gruppo Iren saranno a disposizione presso le diverse isole ecologiche per aiutare i cittadini a utilizzare le nuove attrezzature.

Infine, per chiarire qualsiasi dubbio del cittadino e permettere agli utenti non trovati durante il passaggio porta a porta di ritirare tessere e starter kit, dal 10 febbraio al 10 aprile verrà attivato anche un punto info distributivo presso la sede Amiat di via Zini 139 a Torino.

Per ulteriori dettagli e aggiornamenti si invita a visitare il sito www.amiat.it e a seguire la relativa pagina Facebook dedicata “Porta a Porta Torino: nuove attivazioni”.

Traffico di sostanze dopanti, tre arresti nell’operazione “Davide e Golia”

Nella giornata di ieri, all’esito di articolate indagini sotto la direzione della Procura della Repubblica di Torino, i militari del N.A.S. di Torino hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di 3 misure cautelari personali (provvedimenti restrittivi agli arresti domiciliari) emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Torino e a 38 decreti di perquisizione locale e personale.
L’operazione – convenzionalmente denominata “Davide & Golia” e scattata all’alba di ieri – si è sviluppata nell’ambito delle province di Alessandria, Arezzo, Avellino, Brescia, Catania, Cuneo, Frosinone, Imperia, Reggio Calabria, Rimini, Roma, Salerno, Torino, Vercelli e Verona, con epicentro principale nel pinerolese, e ha interessato, per la collaborazione in fase esecutiva, tutti i N.A.S. competenti per i rispettivi territori e i locali Comandi Provinciali dell’Arma territoriale, ha consentito di disarticolare un consolidato sistema finalizzato al traffico di sostanze dopanti e anabolizzanti, anche a effetto stupefacente, operativo in tutto il territorio nazionale e con legami commerciali anche all’estero.
Le indagini sono state avviate nel 2019 a seguito di un sequestro di farmaci anabolizzanti (steroidi a base di oxandrolone, stanozololo e metenolone) rinvenuti in possesso di un soggetto gravitante nel mondo del culturismo, impiegati dallo stesso in funzione di alcuni concorsi agonistici del settore.
Il GIP, condividendo l’impianto investigativo delineato dalla Procura di Torino che ha diretto i militari del NAS, ha ritenuto sussistenti nei confronti dei 3 principali indagati – figure cardine del traffico illecito – i reati ipotizzati di “utilizzo o somministrazione di farmaci o di altre sostanze al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti” ed “esercizio abusivo della professione medica”.
A seguito delle perquisizioni eseguite dai militari, sono state denunciate, in stato di libertà, altre 12 persone per possesso di sostanze non commercializzabili sul territorio nazionale, per detenzione di stupefacenti (nandrolone) e per averne fatto uso in funzione di gare agonistiche.
Dall’inizio dell’attività d’indagine sono complessivamente 26 le persone indagate a vario titolo per i medesimi reati ma anche per aver commercializzato tali sostanze e per aver esercitato senza averne titolo la professione medica prescrivendo programmi alimentari e terapie mediche a numerosi atleti.
Nel dettaglio, le complesse investigazioni, condotte mediante tradizionali servizi di pedinamento, intercettazioni telefoniche ed ambientali, analisi delle movimentazioni finanziarie, hanno consentito di ricostruire il modus operandi degli indagati rilevando che le sostanze dopanti, una volta illecitamente importate dall’estero in Italia, venivano commercializzate su tutto il territorio nazionale attraverso ignari corrieri all’interno di plichi anonimi o recanti intestatari fittizi, per essere poi destinate a sportivi e atleti che le assumevano per migliorare le proprie prestazioni in occasione delle gare agonistiche di livello sia nazionale che internazionale, cui partecipavano dopo aver seguito il “metodo” di preparazione fisica prescritto dai principali indagati, leader dei rispettivi “team”.
Ingenti le sostanze sottoposte a sequestro nel corso delle indagini e nell’ambito dell’operazione odierna:
– 58 confezioni;
– 210 fiale;
– 1722 compresse;
– 13 blister;
– 51 dispositivi per l’inoculamento,
tutte particolarmente dannose per la salute – sia sotto il profilo medico per la capacità di alterare i regolari processi biologici dell’organismo, sia sotto il profilo psicologico – e dal cui commercio è stato quantificato un ricavo netto di circa 15.000 euro annui per ciascuno dei tre soggetti sottoposti agli arresti domiciliari.