CRONACA- Pagina 932

Slot irregolari: 28mila euro di multa

A seguito di numerose segnalazioni di cittadini residenti, a tutela del consumatore e al fine di contrastare il disturbo generato dagli avventori di esercizi pubblici e l’utilizzo di macchinette installate illecitamente all’interno di locali di somministrazione, sono stati organizzati alcuni interventi congiunti tra Agenti del V Comando Polizia Municipale di Torino Comando Borgo Vittoria/Madonna di Campagna/Vallette/Lucento e il Commissariato Madonna di Campagna della Polizia di Stato.

E’ stata controllata una sala raccolta scommesse di via Colautti. Sono state trovate 14 apparecchiature videogioco che, nella circostanza, non rispettavano i limiti imposti dalla normativa regionale che prevede il divieto di installazione di apparecchi per il gioco lecito a una distanza inferiore a 500 metri da luoghi sensibili quali scuole, luoghi di culto, istituti di credito e sportelli bancomat.

A seguito di quanto accertato, il gestore del locale, di nazionalità rumena, è stato sanzionato amministrativamente ai sensi art. 11 c.1 in rel. art. 5 c.1 Legge Regionale 9/16 per un totale di 28.000 euro (cioè 2000 euro per ognuna delle 14 macchinette installate) e gli apparecchi videogioco sono stati posti sotto sequestro amministrativo e sottratti alla materiale disponibilità di altri avventori.

Nella serata di mercoledì 6 novembre è stata controllata un’attività artigianale di vendita kebab in via Chiesa della Salute. Nel corso del controllo gli Agenti hanno trovato due sacchi neri contenenti all’interno 32 sacchetti di melanzane e peperoni, custoditi in involucri non conformi all’interno di un frigo-congelatore, in modalità non idonee a una corretta conservazione dei cibi e pericolosa per la salute pubblica. Per quanto accertato il titolare dell’esercizio, cittadino di nazionalità turca, è stato deferito all’Autorità Giudiziaria ai sensi dell’art. 5 lettera B) Legge n. 283/1962 per il reato di alimenti in cattivo stato di conservazione detenuti per la somministrazione.

Furto in aeroporto, donna raggiunta a bordo dell’aereo

Era già seduta al proprio posto a bordo di un aeromobile in partenza per Malta quando i finanzieri l’hanno raggiunta e, tra lo stupore degli altri passeggeri, riaccompagnata al terminal dello scalo torinese.

 

Il tutto nasce quando gli addetti alle vendite del duty free dell’Aeroporto “Sandro Pertini” di Torino, avvisano il personale della Guardia di Finanza di un furto di profumi e creme avvenuto pochi muniti prima all’interno del punto vendita; un rapido sguardo delle telecamere di sorveglianza e i Finanzieri, dopo un veloce incrocio dei dati sulle liste passeggeri imbarcati, risalgono al responsabile del furto.

 

Il gate è già chiuso, ma gli inquirenti arrivano sino sotto bordo, riconoscono la donna seduta nelle prime file dell’aeromobile e la conducono negli uffici del Comando. 

 

Lei nega, ma dopo uno “sguardo” all’interno del suo bagaglio, i Finanzieri della Compagnia di Caselle rinvengono alcune confezioni di profumi e creme di note marche che provenivano, chiaramente, dal Duty Free dello scalo torinese e per le quali non ha saputo dare giustificazioni.  

La donna, una cinquantenne italiana è stata denunciata per furto.

Sventato avvelenamento di cani da tartufo

Dal Piemonte

 

La segnalazione di un “trifolau” ha permesso di rinvenire un boccone avvelenato nelle campagne di Agliano Terme. Un cane da tartufi ha fiutato il boccone tra le foglie: il proprietario dell’acuto segugio ha avuto la prontezza di sottrarlo evitando che lo ingerisse e, preoccupato, ha segnalato l’accaduto ai Carabinieri.

 

Il sinergico sforzo dei Carabinieri di Canelli e della componente di alta specializzazione dell’Arma Forestale di quel comune ha consentito di setacciare la zona di Agliano Terme.

Qui infatti, in terreni adiacenti al cimitero, sono stati rinvenuti dai militari dell’Arma ulteriori due “bocconi” di carne contenenti all’interno frammenti di lama da barba. Si trattava evidentemente di esche approntate ad arte e diffuse nell’ambiente con lo scopo di colpire qualche cane o altro animale “bersaglio”, procurandone sofferenze e potenzialmente anche la morte.

Le prime verifiche investigative, supportate dal determinante intervento dell’unità cinofila antiveleno dei Carabinieri Forestali di Cuneo, unità costituita nell’ambito del progetto europeo Life “WolfAlps”, hanno permesso di mettere in sicurezza la zona (10 kmq), e di individuare, grazie al cane “esperto” Kira, un ulteriore boccone nascosto tra le foglie.

Univoci gli elementi che, allo stato, permettono di ricondurre l’atto criminoso ad un unico autore. Tutti i bocconi rinvenuti sono stati sottoposti a sequestro e sono in corso le indagini per risalire all’autore.

L’attività s’inserisce nel più ampio quadro delle iniziative di controllo del territorio dell’Arma astigiana, attenta a recepire qualunque segnalazione giunga dal cittadino così da poter prevenire conseguenze più deleterie per gli animali e per le persone che potrebbero entravi in contatto.

L’assessore alla Sanità: “Il bimbo abbandonato non sarà lasciato solo”

L’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, interviene sul caso del bambino affetto da una malattia rara e incurabile, abbandonato dai genitori all’ospedale Sant’Anna di Torino.«Giovannino sta ricevendo all’ospedale Sant’Anna di Torino le migliori attenzioni sanitarie e umane possibili. I medici e gli infermieri che in questa tristissima vicenda stanno sostituendosi con encomiabile generosità ai genitori del bambino, devono poter contare sulla vicinanza solidale e concreta delle istituzioni, avendo l’assicurazione che la situazione verrà costantemente monitorata per garantire l’assistenza del bimbo in ospedale, fino a quando non si troverà un affidamento definitivo. La Regione certamente farà la sua parte, affinchè in questa battaglia nessuno rimanga solo».

 

Domani i funerali dei tre vigili del fuoco morti nell’esplosione

Dal Piemonte

Domani, venerdì 8 novembre,  nel Duomo di Alessandria si terranno i funerali di Antonio Candido, Marco Triches e Matteo Gastaldo, i tre vigili del fuoco  morti a Quargnento nell’esplosione che ha distrutto una cascina. Il comune di Alessandria ha proclamato il lutto cittadino, insieme con  quelli di Quargnento, di Valenza, dove risiedeva  Triches, e di Gavi, paese di origine di Gastaldo. La camera ardente sarà allestita nella sede del Comando provinciale dei vigili del fuoco di Alessandria.

Arrestato ricercato per furto con scasso e guida in stato di ebbrezza

Dal Piemonte
I carabinieri della stazione di Trino Vercellese hanno tratto in arresto un rumeno ricercato per furto con scasso e guida in stato di ebbrezza.
Nelle ultime settimane, con il cambio dell’ora, sono state intensificate le pattuglie soprattutto in orario
serale per prevenire il fenomeno dei reati predatori, poiché le abitazioni spesso rimangono incustodite
anche con il buio che favorisce l’azione criminosa dei malfattori. Grazie a questi servizi nella serata di ieri a
Trino una pattuglia della locale stazione carabinieri ha controllato un soggetto che si aggirava con fare
sospetto. Si trattava di un 28 enne cittadino rumeno che dal controllo al terminale risultava ricercato poiché
era pendente un mandato di cattura europeo emesso dal Tribunale di Bucarest in quanto doveva scontare 4
anni di reclusione per furto con scasso e guida in stato di ebbrezza, reati commessi nel 2012 in quel centro.
T.H. veniva accompagnato in caserma e dichiarato in stato di arresto e successivamente veniva tradotto
presso la casa circondariale di Vercelli in attesa dell’estradizione.
L’invito che viene rivolto alla comunità vercellese è quello di segnalare attraverso la linea di emergenza 112
la presenza di persone o mezzi sospetti nei pressi delle abitazioni e/o attività produttive al fine di poter
intervenire efficacemente a difesa del bene comune

Regione Piemonte: bandiere abbrunate per la morte dei vigili del fuoco

Listato a lutto anche il sito, il Gonfalone sarà presente ai funerali

Sulle facciate del Palazzo della Giunta e del Consiglio regionale, in piazza Castello e in via Alfieri a Torino, le bandiere sventolano a mezz’asta.

La decisione è stata presa di comune accordo dai presidenti Alberto Cirio e Stefano Allasia in onore dei vigili del fuoco Matteo Gastaldo, Marco Triches e Antonino Candido, che hanno perso la vita ieri mentre cercavano di spegnere un incendio in una cascina di Quargnento (Alessandria).

Listato a lutto anche il sito della Regione, che sarà presente in forma ufficiale con il proprio gonfalone il giorno della celebrazione dei funerali delle vittime.

Vigili del fuoco morti: tra le ipotesi anche dissidi tra proprietario e figlio

Gli inquirenti che indagano sull’esplosione nell’Alessandrino  in cui sono morti tre vigili del fuoco non escludono tra le ipotesi, secondo quanto appreso dall’agenzia ANSA, possibili dissidi tra il proprietario dell’edificio esploso e il figlio, oltre alla pista legata al risarcimento assicurativo. Al momento si tratta solo di ipotesi di lavoro e le indagini proseguono a 360 gradi.

Arrestati i violenti rapinatori della stazione di Chivasso

Sono stati arrestati i tre autori di una violenta rapina ad un ragazzo colpevole
solo di aver aspettato l’ultimo treno per tornare a casa nella stazione di
Chivasso, un italiano di 56 anni, un romeno di 29 senza fissa dimora, e
un marocchino di 21, tutti con precedenti per reati contro il patrimonio.
La sera del 18 ottobre scorso, un giovane trentaduenne italiano è in stazione
in attesa che arrivi il convoglio, che è in ritardo. Questa è l’occasione per i tre
soggetti pregiudicati e già noti alle Forze dell’Ordine, presenti lì in stazione, di
dare vita al loro progetto criminoso. Avvicinato il ragazzo e con una scusa lo
accerchiano impedendogli qualsiasi movimento, chiedendogli di consegnare
immediatamente il cellulare Iphone e tutto il denaro a disposizione. Non
soddisfatti del bottino iniziano a colpire ripetutamente il ragazzo con calci e
pugni e, trattenendolo per un braccio, lo costringono ad effettuare un prelievo
presso lo sportello bancomat presente in stazione, per una somma di 250
euro, mentre uno di loro faceva da palo all’ingresso dello scalo ferroviario.
Approfittando di un momento di distrazione dei tre criminali, il ragazzo tenta,
riuscendoci, la fuga correndo lungo la banchina in fondo allo scalo.
Successivamente la vittima ha presentato una denuncia alla Polizia
Ferroviaria ed il personale della Squadra di Polizia Giudiziaria
compartimentale in collaborazione con gli Agenti del Posto Polfer di
Chivasso, avviano delle capillari e scrupolose indagini. Visionano i filmati
estratti dalle telecamere di sorveglianza presenti in stazione, dai quali è
chiara tutta la sequenza delle violenza inferta, e stilano un identikit dei tre rei.
Durante appositi controlli nella stazione di Chivasso, per reperire informazioni
più dettagliate sull’occorso, gli Agenti in abiti civili riconoscono uno tre
soggetti identificati nei frames dei video. Dopo un pedinamento, che termina
in un esercizio commerciale poco distante, l’uomo si incontra con l’altro
complice; a quel punto vengono fermati ed identificati sul posto. La vittima,
recatasi presso gli Uffici della Polizia Ferroviaria di Chivasso, dopo aver
​visionato un album fotografico predisposto dal personale Polfer operante, ha
riconosciuto i tre soggetti quali autori della rapina da lui subita. Grazie agli
elementi raccolti, i tre uomini gravemente indiziati del delitti di sequestro di
persona, rapina, violenza privata e lesioni personali, sono stati portati in
carcere. Sono ancora in corso ulteriori accertamenti per reperire il cellulare
rubato.

Ai domiciliari due leader storici di Askatasuna

Nella mattinata odierna, personale della Digos della Questura di Torino ha eseguito due misure cautelari degli “arresti domiciliari” nei riguardi dei leader storici di “Askatasuna”,  G.R. e M.M. per i gravi episodi di intemperanza verificatisi in occasione del Vertice G7 di Venaria. Il provvedimento costituisce aggravamento della misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria a seguito della commissione da parte degli indagati di ulteriori fatti di reato.

***

IL COMUNICATO DELLA POLIZIA

Le articolate indagini svolte dalla locale Digos – coordinate dalla Procura della Repubblica di Torino avevano consentito di denunciare complessivamente n.52 persone resesi responsabili di condotte criminose, anche gravi, e di attribuire la regia di tutte le azioni violente perpetrate durante la mobilitazione contro il G7 ai leader storici di “Askatasuna, tra cui proprio i due leader agli arresti domiciliari..

L’annuncio dello svolgimento presso la Reggia di Venaria Reale del Vertice G7 aveva suscitato l’immediata reazione della variegata galassia antagonista torinese e nazionale che, sotto la sigla “Assemblea RESETG7”, aveva sin da subito avviato una mobilitazione generale sfociata poi in una escalation di azioni violente. In particolare, nella mattinata del 29 settembre 2017, si svolgeva un estemporaneo corteo di circa 500 persone, provenienti anche da altri contesti territoriali, nel corso del quale si registravano diversi tentativi di sfondamento dei contingenti delle forze dell’ordine con il precipuo obiettivo di raggiungere l’N.H Hotel di piazza Carlina, dove erano ospitati i leader e le delegazioni dei Paesi partecipanti al Vertice.

Nel pomeriggio, i collettivi studenteschi, sotto l’egida dei leader del centro sociale Askatasuna, davano vita ad un altro corteo tentando più volte di raggiungere il predetto Albergo senza riuscirci grazie alla calibrata predisposizione dei servizi di ordine pubblico.

La mobilitazione riprendeva poi nella serata, allorquando circa 200 manifestanti, dopo essere giunti in via Po, nel rinnovato intento di avvicinarsi alla zona di sicurezza del NH Hotel, in maniera proditoria e perlopiù travisati, incominciavano a lanciare diverse bombe carta ed artifizi pirotecnici mediante lanciatori multipli contro i contingenti delle forze dell’ordine che, dopo alcuni minuti di assedio, riuscivano a disperdere i facinorosi.

Altri episodi di intemperanza si verificavano la mattina del 30 settembre, allorquando circa 200 antagonisti G7, giunti in corteo, unitamente ad altre 2000 persone, in piazza Vittorio Veneto di Venaria Reale, tentavano di forzare lo sbarramentoeffettuato dai contingenti delle forze dell’ordine utilizzando diversi carrelli della spesa lanciando altresì bombe carta e razzi verso la Polizia.

Poco dopo, il gruppo dei facinorosi, ricompattatosi, reiterava due analoghi tentativi di sfondamento sul lato destro di piazza Vittorio Veneto con l’utilizzo di grossi petardi e fuochi d’artificio esplosi ad altezza uomo mediante lanciatori multipli.

Per i summenzionati episodi venivano adottate dall’Autorità Giudiziaria di Torino n.17 misure cautelari (eseguite lo scorso 4 luglio), tra “Obblighi di Presentazione alla P.G.” ed “arresti domiciliari”, questi ultimi sostituiti, lo scorso 17 luglio, dal Tribunale del Riesame di Torino, in “Obblighi di Presentazione quotidiana alla P.G.” (in accoglimento di specifica istanza avanzata dai difensori degli interessati).

Tuttavia, tenuto conto che i due predetti leader di Askatasuna, a poco più di una settimana dalla decisione del Tribunale del Riesame, si erano resi responsabili, in occasione della IV Edizione del “Festival Alta Felicità”, di altri fatti di reato analoghi a quelli commessi durante il G7 di Venaria, il Giudice Per le Indagini Preliminari di Torino, su richiesta della Procura della Repubblica, ripristinava nuovamente la misura degli “arresti domiciliari”.

I nuovi fatti ascritti risalgono con precisione allo scorso 27 luglio, allorquando durante un corteo nazionale svoltosi nelle aree boschive di Giaglione e Chiomonte (tra l’altro interdette da un’apposita ordinanza prefettizia), si verificavano ripetute azioni violente da parte di gruppi di facinorosi travisati, provenienti da diversi contesti territoriali, sotto la guida e il coordinamento dei principali esponenti di Askatasuna.

In quella circostanza, gli stessi, utilizzando cesoie, flessibili ed estintori, abbattevano e danneggiavano una delle cancellate metalliche posizionate per impedire ai manifestanti di raggiungere il cantiere, tagliando altresì parte della recinzione perimetrale del sito di interesse strategico nazionale di Chiomonte. Successivamente, gli stessi si posizionavano sui sentieri alti della montagna in modo da sovrastare la vallata ove erano posizionati gli operatori di Polizia, che venivano fatti oggetto del lancio di ordigni esplosivi e pietre. In tale contesto i due indagati incitavano e coordinavano manifestamente tutte le condotte criminose dei partecipanti, concorrendo altresì nella materiale esecuzione degli illeciti penali

 

ia. Il provvedimento costituisce aggravamento della misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria a seguito della commissione da parte degli indagati di ulteriori fatti di reato.

Le articolate indagini svolte dalla locale Digos – coordinate dalla Procura della Repubblica di Torino avevano consentito di denunciare complessivamente n.52 persone resesi responsabili di condotte criminose, anche gravi, e di attribuire la regia di tutte le azioni violente perpetrate durante la mobilitazione contro il G7 ai leader storici di “Askatasuna, tra cui proprio i due leader agli arresti domiciliari..

L’annuncio dello svolgimento presso la Reggia di Venaria Reale del Vertice G7 aveva suscitato l’immediata reazione della variegata galassia antagonista torinese e nazionale che, sotto la sigla “Assemblea RESETG7”, aveva sin da subito avviato una mobilitazione generale sfociata poi in una escalation di azioni violente. In particolare, nella mattinata del 29 settembre 2017, si svolgeva un estemporaneo corteo di circa 500 persone, provenienti anche da altri contesti territoriali, nel corso del quale si registravano diversi tentativi di sfondamento dei contingenti delle forze dell’ordine con il precipuo obiettivo di raggiungere l’N.H Hotel di piazza Carlina, dove erano ospitati i leader e le delegazioni dei Paesi partecipanti al Vertice.

Nel pomeriggio, i collettivi studenteschi, sotto l’egida dei leader del centro sociale Askatasuna, davano vita ad un altro corteo tentando più volte di raggiungere il predetto Albergo senza riuscirci grazie alla calibrata predisposizione dei servizi di ordine pubblico.

La mobilitazione riprendeva poi nella serata, allorquando circa 200 manifestanti, dopo essere giunti in via Po, nel rinnovato intento di avvicinarsi alla zona di sicurezza del NH Hotel, in maniera proditoria e perlopiù travisati, incominciavano a lanciare diverse bombe carta ed artifizi pirotecnici mediante lanciatori multipli contro i contingenti delle forze dell’ordine che, dopo alcuni minuti di assedio, riuscivano a disperdere i facinorosi.

Altri episodi di intemperanza si verificavano la mattina del 30 settembre, allorquando circa 200 antagonisti G7, giunti in corteo, unitamente ad altre 2000 persone, in piazza Vittorio Veneto di Venaria Reale, tentavano di forzare lo sbarramentoeffettuato dai contingenti delle forze dell’ordine utilizzando diversi carrelli della spesa lanciando altresì bombe carta e razzi verso la Polizia.

Poco dopo, il gruppo dei facinorosi, ricompattatosi, reiterava due analoghi tentativi di sfondamento sul lato destro di piazza Vittorio Veneto con l’utilizzo di grossi petardi e fuochi d’artificio esplosi ad altezza uomo mediante lanciatori multipli.

Per i summenzionati episodi venivano adottate dall’Autorità Giudiziaria di Torino n.17 misure cautelari (eseguite lo scorso 4 luglio), tra “Obblighi di Presentazione alla P.G.” ed “arresti domiciliari”, questi ultimi sostituiti, lo scorso 17 luglio, dal Tribunale del Riesame di Torino, in “Obblighi di Presentazione quotidiana alla P.G.” (in accoglimento di specifica istanza avanzata dai difensori degli interessati).

Tuttavia, tenuto conto che i due predetti leader di Askatasuna, a poco più di una settimana dalla decisione del Tribunale del Riesame, si erano resi responsabili, in occasione della IV Edizione del “Festival Alta Felicità”, di altri fatti di reato analoghi a quelli commessi durante il G7 di Venaria, il Giudice Per le Indagini Preliminari di Torino, su richiesta della Procura della Repubblica, ripristinava nuovamente la misura degli “arresti domiciliari”.

I nuovi fatti ascritti risalgono con precisione allo scorso 27 luglio, allorquando durante un corteo nazionale svoltosi nelle aree boschive di Giaglione e Chiomonte (tra l’altro interdette da un’apposita ordinanza prefettizia), si verificavano ripetute azioni violente da parte di gruppi di facinorosi travisati, provenienti da diversi contesti territoriali, sotto la guida e il coordinamento dei principali esponenti di Askatasuna.

In quella circostanza, gli stessi, utilizzando cesoie, flessibili ed estintori, abbattevano e danneggiavano una delle cancellate metalliche posizionate per impedire ai manifestanti di raggiungere il cantiere, tagliando altresì parte della recinzione perimetrale del sito di interesse strategico nazionale di Chiomonte. Successivamente, gli stessi si posizionavano sui sentieri alti della montagna in modo da sovrastare la vallata ove erano posizionati gli operatori di Polizia, che venivano fatti oggetto del lancio di ordigni esplosivi e pietre. In tale contesto i due indagati incitavano e coordinavano manifestamente tutte le condotte criminose dei partecipanti, concorrendo altresì nella materiale esecuzione degli illeciti penali