CRONACA- Pagina 932

Neonata muore in culla per polmonite fulminante

Era nata solo il 5 aprile la piccola morta nei giorni scorsi a Torino

E’ stata con ogni probabilità vittima di una polmonite fulminante.

La neonata, di origine nigeriana, viveva con i suoi genitori in un appartamento di corso Palermo. Sono stati loro a chiamare i soccorsi quando hanno visto che la bambina stava male, ma non è stato possibile salvarla. Poiché in casa sono state trovate tracce di sangue è stata disposta un’autopsia che ha consentito di verificare le cause della morte. E’ stato escluso che la bimba fosse affetta da coronavirus.

La polizia municipale in campo con 400 agenti per la Fase 2

Sono stati oltre 400 gli agenti della polizia municipale impegnati ieri a Torino nei controlli durante il primo giorno della Fase 2

In particolare sono state impegnate 119 pattuglie con 238 agenti, 47 delle quali nei mercati, anche a Porta Palazzo appena riaperto. Nei  nei parchi della città, di nuovo aperti al pubblico,  10 pattuglie, 52 quelle per i controlli in strada e negli esercizi commerciali per il rispetto delle disposizioni di contenimento del contagio da coronavirus. Altre 10 hanno  effettuato servizi di presidio fisso alle fermate delle linee di bus e tram Gtt. In orario notturno sono state impegnate 18 pattuglie.

Maxi rissa in Barriera, chiesti posti fissi di polizia

Dopo la Maxirissa di pomeriggio, in corso Giulio Cesare all’ angolo con corso Novara, il presidente della Circoscrizione Luca Deri chiede posti fissi di polizia nella zona

Dopo i disordini delle settimane scorse ieri una cinquantina di persone, soprattutto cittadini di origini africane hanno dato vita a una lite per una bicicletta contesa.

In  strada un centinaio di persone e una decina di volanti della polizia.

Norme covid, pusher “in regola”: consegnavano droga entro i 200 metri di distanza

Delivery della droga:  per evitare le multe ai clienti consegnavano entro 200 metri dalle loro case: arrestati due pusher Fermati dai carabinieri durante i controlli per il rispetto delle prescrizioni connesse all’emergenza sanitaria

Per evitare le multe ai loro clienti e soprattutto per non perderli spacciavano nell’arco di 200 metri dalle loro case. Sono stati fermati dai carabinieri della Stazione di Caselle  durante i controlli per il rispetto delle prescrizioni connesse all’emergenza sanitaria.
Due italiani, di 19 e 22 anni,  di Caselle e Cafasse, con precedenti penali, nascondevano in macchina 90 g di marijuana e 1600 € in contanti.
Le successive indagini hanno permesso di individuare la base logistica della coppia di spacciatori, un garage a Cafasse dove i carabinieri hanno trovato 800 grammi, tra marijuana e hashish.
(foto archivio)

Lavoro nero, contraffazione, reati ambientali nella fabbrica dell’illegalità

Oltre 1.500 metri quadri di illegalità: dalla contraffazione ai reati ambientali, dal lavoro nero ad un’intera area adibita a officina abusiva.

È il bilancio di un’operazione della Guardia di Finanza di Torino a San Gillio, comune del torinese, che ha portato alla denuncia di due persone e al sequestro di 15.000 pezzi di ricambio per auto contraffatti riportanti il marchio di una prestigiosa casa automobilistica.   

I Finanzieri della Compagnia di Susa, che hanno condotto l’intervento coordinati dalla Procura della Repubblica Torinese, hanno individuato il capannone nelle campagne di San Gillio, su un’area estesa circa 1.500 metri quadri. Nello stabile, apparentemente abbandonato, si poteva accedere solamente da un ingresso defilato situato nel retro del capannone e difficilmente visibile.

All’interno una vera e propria industria del falso ma non solo. L’imprenditore, un cinquantenne di La Cassa (TO), si era creato la sua attività illegale dove produceva migliaia di pezzi di ricambio per auto e accessori tutti riportanti il marchio della nota casa automobilistica, ovviamente ignara e parte lesa nella vicenda. Macchinari, attrezzature, tutto era allestito e organizzato per soddisfare le centinaia di ordini che quotidianamente l’imprenditore riceveva dai clienti.

L’uomo si era anche creato una sua nicchia di clienti tra gli appassionati di auto d’epoca; tra i pezzi di ricambio sequestrati dai Finanzieri, infatti, numerosi erano gli articoli dedicati alle autovetture oramai vintage ma con un importante platea di intenditori visto anche il considerevole numero di commesse che l’azienda riceveva, non solo dal Piemonte, ma da tutta Italia; dalla Lombardia alla Sicilia, dalla Liguria al Friuli Venezia Giulia.

Nel corso dell’intervento sono state anche riscontrate gravi anomalie per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti e dei residui della lavorazione: una porzione dello stabile, infatti, era stata destinata allo stoccaggio dei rifiuti pericolosi rinvenuti ammassati all’interno del capannone che, tra l’altro, aveva la sua copertura in amianto. All’interno dello stabile anche un’area destinata ad officina per le riparazioni delle autovetture, ovviamente abusiva così cosi come “in nero” era impiegato il personale trovato al lavoro. Oltre 1.000 pezzi di motori e 24 tra macchinari attrezzature per la riparazione delle auto sono stati sequestrati. Insomma, un’attività illegale sotto tutti i profili.

Ora tutta l’area è stata sequestrata mentre sono circa 15.000 i ricambi falsi cautelati dai Finanzieri, unitamente ai macchinari e alle attrezzature utilizzate per l’attività illecita.

Particolare che va ad aggravare la posizione dell’indagato, è rappresentato dal fatto che mentre la maggior parte delle aziende oneste sono chiuse nel pieno rispetto dei provvedimenti a contrasto del COOVID 19, l’uomo continuava a svolgere, la sua “attività” in maniera incessante non curante delle restrizioni in vigore. Ed è per questo che a suo carico, oltre alle varie denunce accumulate, si sono aggiunte le sanzioni per la “mobilità non giustificata”, che hanno coinvolto anche il personale trovato all’interno dell’azienda.

L’imprenditore, già noto alle forze dell’ordine per altre passate vicende, è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Torino per una lunga serie di reati che vanno dalla contraffazione alla frode in commercio dai reati ambientali sino alla ricettazione.

Spacciava ai tornelli della metropolitana, arrestato

Fermato dalla Squadra Volante pusher senegalese

Martedì pomeriggio, personale della Squadra Volante ha notato in Piazza Bernini, vicino all’angolo
con via Medici, ove è l’imbocco della metropolitana, un cittadino italiano sospetto che, alla vista
della pattuglia, si incamminava per le scale sotterranee, salvo poi risalire in superficie dopo pochi
secondi. L’uomo guardava nervosamente il cellulare come se stesse attendendo un messaggio.
Ritenendo potesse trattarsi di un tossicodipendente in attesa del pusher, i poliziotti lo tenevano
d’occhio a distanza, fin quando l’uomo non scendeva nuovamente le scale della fermata. Gli agenti
lo seguivano ed in corrispondenza dei tornelli notavano un soggetto di colore che veniva avvicinato
dal probabile acquirente. Quest’ultimo, alla vista della polizia, fuggiva in direzione dell’uscita di via
Medici, senza completare lo scambio pattuito (una dose di cocaina per la somma di 35 euro) ma qui
trovava altro personale della Squadra Volante a trattenerlo. Il pusher, un ventitreenne di origine
senegalese, opponeva una forte resistenza al controllo e con una manovra fulminea, durante la
fase del fermo, inghiottiva visibilmente qualcosa. Infatti, non veniva rinvenuto stupefacente
addosso alla sua persona ma soltanto la somma di 135 euro in banconote di piccolo taglio. Il giovane è
stato tratto in arresto per detenzione di sostanza stupefacente e resistenza a P.U; lui e l’acquirente
sono stati altresì sanzionati per la violazione delle disposizioni in merito alle misure di contenimento per il CoVid19.

Derubato del cellulare, la polizia lo recupera in poche ore

Poche ore dopo i poliziotti del Comm.to Barriera Milano glielo ritrovano

Era sceso sotto casa per buttare la spazzatura, attorno a mezzanotte e mezza di ieri, quando un
uomo lo aveva aggredito alle spalle, facendolo cadere e portandogli via cellulare e portafogli.
Il cittadino italiano protagonista della vicenda segnalava la rapina al 112, fornendo agli agenti del
Commissariato Barriera Milano, subito intervenuti, le descrizioni dell’autore. Alle 5 e 40 del mattino,
all’interno del Parco Sempione, l’equipaggio notava un soggetto sospetto e lo sottoponeva a
controllo: si tratta di trentaquattrenne ghanese irregolare sul territorio nazionale. All’interno di
una borsa in suo possesso i poliziotti hanno rinvenuto proprio il telefonino precedentemente
rapinato al cittadino italiano in via Porpora. Il cittadino ghanese è stato denunciato per ricettazione
e per violazione delle disposizioni in merito alle misure di contenimento per il CoVid19.

Tir dalla Francia trasportava 30 chili di marijuana

Intercettato, i carabinieri arrestano due persone

 Scaricavano 30 kg di marijuana, in sacchetti di alluminio, da un Tir proveniente dalla Francia, per nasconderli in una macchina parcheggiata a bordo strada.

L’autista del Tir, un romeno di 47 anni, abitante a Torino, e il destinatario dei preziosi sacchetti, un italiano di 51 anni, abitante a Torino, sono stati arresati. È accaduto questa notte vicino all’interporto S.I.TO. di Orbassano. Lo scambio di droga è stato scoperto dai carabinieri della Stazione di Orbassano durante i controlli per il rispetto delle prescrizioni connesse all’emergenza sanitaria.Il trafficante italiano quando ha visto ile pattuglie dei carabinieri avvicinarsi ha tentato di disfarsi dei 14 sacchetti, ma è stato bloccato assieme all’autista. I militari dell’Arma hanno sequestrato circa 30 kg di marijuana mentre l’autista aveva in tasca circa 5000 euro. Entrambi gli arrestati hanno riferito di essere estranei ai fatti e di aver ricevuto il “lavoro”, l’autista in Francia e il destinatario in Italia, da due sconosciuti che li hanno ingaggiati, rispettivamente per il trasporto e per il ritiro. L’autista ha aggiunto che la persona che gli ha commissionato il viaggio gli ha anche dato i soldi per un’eventuale multa per l’emergenza sanitaria. La droga era nascosta tra i cuscinetti in ferro che l’autista trasportava per conto di un’azienda torinese.

Forno e kebab chiusi e sanzionati: erano aperti il primo maggio

Erano regolarmente aperti, con clientela all’interno, nonostante il divieto di esercizio dell’attività commerciale per l’intera giornata del primo Maggio.
Si tratta di un forno gastronomia di via Genova e di un pizza Kebab di via Galliari.
All’interno dei due esercizi, durante il controllo avvenuto ieri mattina, gli agenti del Commissariato Barriera Nizza
hanno sorpreso alcuni clienti intenti ad acquistare del pane e degli alcolici, mentre altri clienti erano in
attesa di entrare, sul marciapiede. Ai rispettivi titolari, una cittadina rumena di 40 anni ed un cittadino
pakistano di 39, sono state comminate le sanzioni amministrative previste; inoltre, considerato che la libera
disponibilità dei locali avrebbe potuto dar luogo alla prosecuzione o reiterazione della violazione, gli
agenti hanno disposto la chiusura di entrambi gli esercizi per 5 giorni.

Azzannato dal pastore tedesco durante la rissa. Tre arresti

Rissa nei giorni scorsi, provvidenzialmente sedata da personale della Squadra Volante:

erano le 18 e 40 circa quando una pattuglia in transito su via Cernaia, quasi altezza della stazione Porta Susa,
nota correre, sotto il porticato dell’ex palazzo Rai, due persone e dietro a loro un terzo uomo,
armato di una sbarra di ferro, che libera un pastore tedesco al loro inseguimento. Il cane raggiunge
uno dei due, un trentasettenne di origine croata, e lo azzanna; questi, nonostante l’aggressione,
colpisce a calci e pugni la persona a lui vicina, un rumeno di 37 anni; il pronto intervento degli
agenti fa sì che il cittadino croato non riporto lesioni gravi, ma guaribili in 5 giorni s.c.
Il proprietario dell’animale, un cittadino italiano di 53 anni, con numerosi pregiudizi di polizia, è
stato disarmato della spranga ed invitato immediatamente a calmare il pastore tedesco ed a
trattenerlo. Sembra che il litigio fra i tre fosse nato pochi istanti prima, per futili motivi. La spranga
è stata recuperata dagli operatori e sottoposta a sequestro, il cane affidato alla moglie del
proprietario. I tre corissanti sono stati tratti in arresto per rissa in concorso e contestualmente
sanzionati per
aver violato le misure previste per la prevenzione della diffusione del Covid19.