CRONACA- Pagina 30

Capannone in fiamme nella notte a Torino Villaretto

Quattro squadre dei vigili del fuoco del comando provinciale sono intervenute questa notte per spegnere un incendio scoppiato in un capannone di un’azienda nell’area industriale di strada del Francese, nella zona di Torino Villaretto.
Nell’edificio erano in corso lavori di ricostruzione del tetto. Dai primi accertamenti è possibile che proprio queste operazioni abbiano innescato il rogo, escludendo al momento l’ipotesi di un’origine dolosa.
Non si registrano feriti.

VI.G

Come migliorare il traffico a Torino con l’intelligenza artificiale

L’Assessore Regionale all’Ambiente Matteo Marnati è intervenuto alla seduta della Commissione presieduta da Sergio Bartoli, per presentare ai Commissari la parte del Defr e del bilancio di previsione 2026-2028 relativa alle materie di sua competenza: ambiente, risorse idriche e rifiuti.

Il presidente Sergio Bartoli

“Il bilancio 2026 – ha dichiarato Marnati – prevederà l’utilizzo di 88 milioni e 600 mila euro per l’abbattimento degli inquinanti, realizzando alcune iniziative quali le velostazioni Back to Work, progetti di mobilità sostenibile e sicurezza stradale, la forestazione urbana e incentivi per la rottamazione di auto per le amministrazioni. Inoltre verrà sviluppato il telelavoro e ci saranno misure per creazioni di filiere per la produzione di biocarburante, biometano e bioidrogeno”.

L’Assessore ha segnalato anche l’inizio di un progetto per la fluidificazione del traffico a Torino  utilizzando l’intelligenza artificiale, e che verranno intensificate le azioni per recuperare le aree dismesse e bonificarle, per trasformarle in aree da valorizzare.

Mara Martellotta

Università di Torino e Regione raccontano il successo dei Bilanci POP

● Dopo gli USA, l’Italia è stata la prima in UE ad adottare 10 anni fa il Bilancio POP, modello di
rendicontazione che rende trasparenti ai cittadini dati economici e sociali di enti pubblici e
organizzazioni. Oggi questa pratica è consolidata nel panorama italiano della
rendicontazione pubblica e sta iniziando a diffondersi anche in Spagna.

● Ad aprire la strada sono state la Città di Torino e la Regione Piemonte, seguite da altri
comuni, istituzioni e aziende locali e poi nazionali.

● A 10 anni dal primo Bilancio POP, l’Università di Torino fa il punto insieme a chi ha adottato
questo modello, analizzando il percorso e i risultati ottenuti.

È stato presentato presso il Grattacielo della Regione Piemonte lo stato dell’arte dei Bilanci
POP, a dieci anni dal primo esperimento italiano di rendicontazione partecipata. L’incontro,
promosso dal Dipartimento di Management “Valter Cantino” dell’Università di Torino con il
patrocinio della Regione Piemonte, ha riunito rappresentanti del mondo istituzionale,
accademico e produttivo per riflettere su un decennio di pratiche di trasparenza e dialogo
con i cittadini e i portatori di interesse non addetti ai lavori.

Nato negli Stati Uniti e introdotto in Italia nel 2014 (pubblicato per la prima volta nel 2015)
dalla Città di Torino con il supporto dell’Università di Torino, il Bilancio POP (Popular
Financial Reporting) non è solo un documento, ma un vero percorso che ha coinvolto
didattica e ricerca, coltivando l’idea di una collaborazione virtuosa tra aziende, pubbliche e
private, territori e cittadini. L’idea di base è rendere il bilancio comprensibile a tut
attraverso un modello di rendicontazione che traduce dati economici e gestionali in
linguaggio chiaro, visuale e accessibile, favorendo la comprensione delle scelte pubbliche e
la partecipazione dei cittadini.

All’appuntamento torinese sono intervenuti, tra gli altri, Jacopo Suppo (Vicesindaco della
Città Metropolitana di Torino), Francesca Culasso (Università di Torino), Andrea Tronzano
(Regione Piemonte), Elena Piastra (Sindaca di Settimo Torinese), Marzio Olivero (Sindaco di
Biella), Claudio Raviola (Sindaco di Dogliani), Davide Canavesio (Presidente OGR Torino),
Eleonora Gerbotto (Direttore dell’Ordine degli Architetti di Torino) e Fabrizio Bontempo
(Presidente Ordine dei Consulenti del Lavoro di Torino).

“Il Bilancio POP rappresenta una delle iniziative più significative di rendicontazione orientata
al dialogo sviluppate nel nostro Paese: in dieci anni di lavoro abbiamo costruito un percorso
che non si limita a descrivere risultati, ma punta a generare fiducia e dialogo tra istituzioni,
portatori di interesse e imprese”, dichiara il Professor Paolo Biancone, Professore ordinario
Università di Torino e responsabile scientifico del progetto Bilancio POP e POP Accounting.
“Rendere conto in modo aperto e comprensibile significa restituire valore alla relazione tra
amministrazione e comunità, trasformando il bilancio da mero adempimento contabile a
strumento di partecipazione attiva. Il percorso dei Bilanci POP dimostra che la trasparenza
può diventare un motore di coesione e innovazione istituzionale”
Aggiunge la Professoressa Silvana Secinaro, Professoressa ordinaria Università di Torino e
responsabile scientifica del progetto Bilancio POP e POP Accounting: “L’esperienza dei
Bilanci POP ha anticipato molti dei principi oggi al centro della smart accounting e
della dialogic accounting: una rendicontazione che, non solo utilizza tecnologie intelligenti,
ma promuove il dialogo e il confronto tra aziende e portatori di interesse. In questi anni di
studi e sperimentazioni abbiamo dimostrato che la rendicontazione può diventare un
processo interattivo, in cui i dati si trasformano in narrazioni condivise e le informazioni in
occasioni di partecipazione. La logica POP unisce persone, conoscenza e valore sociale,
aprendo la strada a una cultura della rendicontazione capace di coniugare trasparenza,
innovazione e democrazia sostanziale”.

Un primato piemontese – La Città di Torino è stata la prima in Europa a introdurre il
Bilancio POP nel 2014, facendone uno strumento di rendicontazione accessibile e
partecipata verso i cittadini. In seguito la Regione Piemonte ha adottato il Bilancio POP nel
2018, consolidando un percorso che ha trasformato la rendicontazione pubblica in un vero e
proprio esercizio di democrazia economica. Negli anni il Bilancio POP è diventato un
modello consolidato di rendicontazione in Italia: sempre più enti locali, regioni, fondazioni e
aziende adottano questa pratica per comunicare in modo trasparente. Tra i casi più
significativi ci sono il Comune di Basiglio, premiato dal Consiglio d’Europa nel 2022 con
l’ELoGE (European Label of Governance Excellence, riconoscimento assegnato alla buona
governance), l’Università di Torino, prima Università italiana ad implementarlo all’interno
delle proprie politiche di Ateneo, e l’Istituto Sommeiller di Torino, che ha realizzato il
proprio Bilancio POP con il supporto scientifico dell’Università, candidato all’Oscar di
Bilancio 2025: quest’ultima esperienza, in particolare, mostra come il modello si stia
estendendo oltre la Pubblica Amministrazione, diventando un linguaggio condiviso di
responsabilità e dialogo civico. Poi via via si sono aggiunte sperimentazioni virtuose anche
da parte di aziende private, come DiaSorin Spa, Fondazioni, quali Ogr, Gruppi di interesse
economico, quali il Traforo del Monte Bianco, Ordini professionali, quali Ordine degli
architetti di Torino, Ordine dei Consulenti del lavoro di Torino.

Il Bilancio POP tra formazione e ricerca – In dieci anni il Bilancio POP è diventato anche uno
strumento formativo: 12 insegnamenti universitari hanno trattato il tema della
rendicontazione partecipata, coinvolgendo oltre 6mila student e realizzando più di 800
project work dedicati alla costruzione di bilanci accessibili. Il Bilancio POP ha, inoltre,
generato un filone di ricerca riconosciuto a livello internazionale che affronta temi quali
smart accounting, dialogic accounting, trasparenza digitale, intelligenza artificiale applicata
alla governance: attraverso l’analisi della produzione scientifica dedicata all’evoluzione della
rendicontazione pubblica nel mondo, è emerso come l’esperienza italiana sia una delle più
attuali linee di studio sulla comunicazione economico-gestionale.

Cos’è il Bilancio POP – Il Popular Financial Reporting si diffonde negli anni ’90 nel mondo
anglosassone – Stati Uniti, Canada, Australia e Nuova Zelanda – come strumento per rendere
i bilanci pubblici più comprensibili ai cittadini. In Europa questo modello si è diffuso prima in
Italia e poi in Spagna, dove la città di Almería ha avviato il suo primo Bilancio POP. Si fonda
su tre pilastri principali: trasparenza, ovvero l’apertura dei dati economici e gestionali in
forma chiara e sintetica; partecipazione, che stimola il dialogo tra amministrazioni, imprese
e cittadini; e accountability, la comunicazione degli impatti sociali e delle scelte pubbliche.
La differenza con i bilanci tradizionali è l’adozione di un approccio basato su chiarezza,
semplificazione e dialogo attraverso linguaggi visivi, infografiche e narrazioni accessibili allo
scopo di favorire la comprensione da parte di tutti i cittadini, anche non esperti. I primi
dieci anni del Bilancio POP hanno visto l’attivazione di 57 accordi con comuni, scuole,
fondazioni, ordini professionali e imprese, mobilitando complessivamente 818mila euro, di
cui 415mila nell’ambito dell’innovazione digitale della PA.

10 anni dopo il primo Bilancio POP in Piemonte – A dieci anni dalla sua introduzione, il
Bilancio POP è oggi una pratica consolidata nel panorama italiano della rendicontazione
pubblica che ha messo la trasparenza al centro del dialogo tra istituzioni, imprese e cittadini.
Il percorso, avviato in Piemonte, si è diffuso in tutto il Paese: a oggi sono stati realizzati o
sono in svolgimento 44 Bilanci POP da parte di enti pubblici, scuole e aziende. In Piemonte –
oltre alla Regione, alla Città di Torino e all’Università – hanno adottato il Bilancio Pop l’OGR
Torino, l’Ordine degli Architetti di Torino e i Comuni di Biella, Cuneo, Moncalieri, Acqui
Terme, Venaria, Bardonecchia, Buttigliera Alta, Borgaro, Collegno, Rivoli, San Mauro,
Orbassano, Chieri, Settimo Torinese, Chivasso, Grugliasco, Dogliani. Le evidenze raccolte
mostrano che i bilanci POP sono più letti e compresi rispetto ai documenti contabili
tradizionali, in quanto favoriscono fiducia e partecipazione: non solo gli enti che li adottano
registrano un sentiment positivo da parte dei cittadini e un miglioramento del dialogo
istituzionale ma, in diversi casi, la maggiore chiarezza informativa ha contribuito a rafforzare
la reputazione delle istituzioni e la percezione di trasparenza.

Trasporto Eccezionale!

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PAROLE ROSSE di Roberto Placido

Siamo abituati a vederli sfrecciare sulle strade, sui marciapiedi,  sotto i portici, in due ed a volte anche in tre, ma così non mi era ancora capitato. Qualche pacchetto, borse della spesa, insomma, dimensioni contenute. Un vero trasporto eccezionale, per il quale, quelli veri, ci sono una serie di disposizioni molto chiare. Bisogna segnalare il percorso, indicare l’ingombro, cartelli segnalatici, invece in questo caso nemmeno il tradizionale straccio rosso. Figuriamoci i mezzi con il lampeggiante .L’unica cosa a norma l’orario, notturno. Quando ho letto l’articolo sul giornale online Torino. Quello dei monopattini sta diventando un problema insopportabile. Pericoloso, fastidioso, con un numero di morti e feriti drammatico. L’azione della Polizia Locale é impalpabile. I numeri che forniscono, contravvenzioni, controlli, sono ridicoli. Il problema del parcheggio selvaggio é più che fastidioso. Ostruire il passaggio di carrozzine, passeggini o persone con difficoltà motorie é indegno. Il silenzio dell’amministrazione é oramai intollerabile. Bisogna fare qualcosa e devo confessare che ci sto pensando seriamente.

Riboldi condanna irruzione nei locali Asl

“Esprimo la più ferma condanna per un gesto inqualificabile. Introdursi all’interno dei locali della Direzione Generale dell’Asl Città di Torino per deturpare i muri con scritte e mettere a soqquadro la sala riunioni sono davvero fatti gravi. Mi auguro che le forze dell’Ordine e la Magistratura intervengano con rapidità per individuare i responsabili e che nei loro confronti siano adottati i provvvedimenti previsti dalla legge. E’ intollerabile che, in pieno giorno ed in orario di servizio, succedano episodi come questo. Solidarietà alla Direzione Generale dell’Asl e a tutti i dipendenti che hanno subito questa irruzione nel proprio luogo di lavoro. Non ci pieghiamo alla violenza di questi personaggi che pensano di essere impuniti e di poter fare ciò che vogliono.”

Federico Riboldi

Assessore alla Sanità della Regione Piemonte

Contro la violenza di genere si mobilita l’Istituto Buddhista Soka Gakkai

In occasione della Giornata Internazionale contro la Violenza sulle donne, il 25 novembre prossimo, l’Istituto Buddista Italaino Soka Gakkai narrerà due progetti attivi in Piemonte che costruiscono una rete territoriale  capillare contro la violenza di genere, “Ahimsa: dall’ombra alla luce” dell’Associazione Cante di Montevecchio e “Safety Net: insieme contro la violenza di genere” di Arci  Valle Susa-Pinerolo APS.

Le iniziative, sostenute con i fondi 8×1000 della Soka Gakkai Italiana, rispondono a un dato allarmante, meno del 5% delle vittime denuncia la violenza. A Torino Ahimsa forma “Figure antenna”, volontari e insegnanti per offrire ascolto competente e non giudicante in farmacie, parrucchieri e negozi di quartiere, scuole e luoghi di lavoro intercettando segnali di lavoro. In Valle di Susa e Pinerolo , il Centro Donna – centro antiviolenza del Piemonte riconosciuto nel 2001, sta per aprire un nuovo sportello in un’area priva di CAV (Centro AntiViolenza), e attivato cerchi di condivisione tra mamme, mediati da counselor, oltre a supporto legale esteso al sovraindebitamento, in collaborazione con un movimento consumatori. In Italia il 31,5% delle donne, tra i 16 e i 70 anni, ha subito violenza nel corso della vita. Nei primi due trimestri del 2024, oltre la metà delle vittime che hanno chiamato il 1522 aveva figli (57,3%), di cui il 31,5% erano minori. Oltre 5600 i bambini e ragazzi coinvolti direttamente e indirettamente in episodi di violenza. I dati parlano chiaro: la violenza di genere colpisce più volte con ricadute gravi sui figli vittime di violenza assistita.

Bollettino nero per il nostro Paese, che evidenzia un fenomeno di violenza dalle diverse sfaccettature, in occasione del 25 novembre, quando l’istituto buddhista italiano Soka Gakkai espone i progetti realizzati grazie ai fondi dell’8×1000 in difesa di donne e bambini per stimolare un dibattito che necessita coinvolgimento di tutta la comunità.

La Soka Gakkai Italiana ha investito oltre un milione di euro derivanti da iniziative che proteggono le donne e i loro figli, costruendo un ecosistema integrato che va dal primo ascolto alla protezione immediata, fino al reinserimento sociale e lavorativo.

“La tutela dei diritti umani è uno dei pilastri umani dell’istituto Soka Gakkai – ha dichiarato la sua vicepresidente Anna Conti – crediamo profondamente che ogni persona abbia diritto a una vita libera, dignitosa e protetta. Per questo i progetti sostenuti non si limitano alla protezione immediata, ma costruiscono percorsi di autonomia reale. Dopo aver sostenuto il progetto REAMA di Fondazione Pangea Onlus, che ha fornito protezione a donne e minori, abbiamo deciso di ampliare la rete di protezione attraverso il bando ‘Tutela, assistenza e accompagnamento alle donne vittime di violenza e ai loro bambini’. Nel 2025 abbiamo attivato 4 nuovi progetti che supporteranno circa 700 persone, dalla casa rifugio al supporto psicologico specializzato per i minori, dall’intercettazione dei casi di violenza nei luoghi di prossimità all’accompagnamento verso l’indipendenza economica, contribuendo alla fioritura di una società in cui la vita umana sia tutelata e rispettata”.

“Grazie ad Ahimsa stiamo svolgendo un grande lavoro di comunità – sostiene il coordinatore del progetto Pier Paolo Inserra – a Torino formiamo ‘figure antenna’, tra operatori e insegnanti, per un ascolto competente e non giudicante. A Pesaro e Urbino rafforziamo la rete antiviolenza tra case rifugio, CAV e Servizi Sanitari, con laboratori per donne e bambini. In provincia di Torino, attraverso il Centro Donna, è stato avviato il Safety Net – insieme contro la violenza di genere, progetto che sostiene il percorso delle donne dopo la violenza”.

Mara Martellotta

Cpr Torino, il commento della Prefettura

In relazione ad alcuni articoli apparsi oggi sulla stampa a proposito del Centro per il rimpatrio (Cpr) di Torino, si precisa che le persone trattenute nei Cpr, oltre ad essere irregolari sul territorio nazionale, sono soggetti “socialmente pericolosi”, che spesso hanno una lunga serie di precedenti penali di particolare allarme sociale, ad esempio per droga e rapine. In particolare, a Torino sono transitati o sono tuttora trattenuti soggetti pregiudicati e pluripregiudicati per numerosi gravi reati, fra i quali associazione per delinquere per terrorismo, omicidio e tentato omicidio (complessivamente 7), reati attinenti agli stupefacenti (si contano oltre 40 denunciati per spaccio), ricettazione, sequestro di persona, tortura, violenza sessuale, lesioni personali (29 denunce), violenza privata, rapina (14 denunciati) e furto (31).
Riguardo agli altri aspetti evidenziati, il Prefetto di Torino Donato Cafagna evidenzia ancora che non si sono verificate situazioni di sovraffollamento, in quanto la struttura ospita attualmente 68 persone, nell’ambito di spazi ampiamente idonei per capienza e capacità di gestione dei servizi. Tra questi sono comprese le sale dedicate alle udienze della Commissione territoriale e dell’A.G., quelle per le visite dei familiari e dei difensori di fiducia, che avvengono in modo riservato nel rispetto della privacy.
Per prevenire forme di isolamento relazionale, il gestore organizza attività ricreative, sociali e religiose.
Inoltre, ad integrazione delle attività previste nel capitolato a carico dell’ente gestore, è stato sottoscritto, tra la Prefettura e l’Azienda Sanitaria della Città di Torino, un apposito Protocollo di intesa, in forza del quale il sistema sanitario pubblico si impegna a:
  • eseguire visite per la valutazione dell’idoneità alla vita in comunità;
  • garantire alle persone trattenute l’accesso al Servizio Sanitario Nazionale (SSN);
  •  garantire l’accessibilità a tutte le prestazioni sanitarie di base, comprese – a richiesta del medico del gestore del centro – le visite psichiatriche in loco due volte a settimana e l’accesso a visite specialistiche e ai Pronto Soccorso;
  •  assicurare un tempestivo accesso alle prestazioni diagnostiche e terapeutiche previste dal SSN, al fine di garantire la salvaguardia della salute individuale e collettiva;
  • provvedere alla raccolta di dati per la sorveglianza epidemiologica per il controllo delle malattie che richiedono misure di sanità pubblica.
Ove sussistano barriere linguistiche l’Ente gestore garantisce servizi di mediazione e interpretariato.
Per meglio affrontare i temi gestionali e socio-sanitari, e’ stato istituito un gruppo ispettivo che segue attentamente – ciascuno per la propria parte di competenza – le attività ed effettua frequenti accessi e di cui fanno parte rappresentanti della Prefettura, della Regione Piemonte, della Città di Torino, della Questura, del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, dell’ASL Città di Torino e del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Torino.
Infine, per quanto riguarda la presa in carico di soggetti vulnerabili una volta usciti dalla struttura, si tratta di un aspetto che rientra interamente nella competenza delle strutture socio-sanitarie del territorio che verranno nuovamente sensibilizzate sul tema.
Ufficio stampa Prefettura di Torino

Siulp, Bravo replica a Lo Russo: “Cpr, ricostruzioni fuorvianti”

Il Siulp Torino per voce del suo segretario, interviene sulle dichiarazioni del sindaco Stefano Lo Russo a proposito del  Centro  torinese di permanenza per i rimpatri.  Eugenio Bravo, contesta la le parole del primo cittadino e parla di ricostruzioni “parziali e fuorvianti”.

“Le dichiarazioni del sindaco Lo Russo diffuse sul Centro di Permanenza per i Rimpatri di Torino sono l’ennesimo esempio di giudizi affrettati, privi di un reale approfondimento e spesso influenzati da posizioni ideologiche che nulla hanno a che vedere con la realtà operativa”. E aggiunge:

“La capienza autorizzata attuale è di 70 posti, ma per garantire condizioni più ampie e dignitose i 67 trattenuti sono suddivisi su tre aree abitative da 30 posti ciascuna, con mense e cortili dedicati. Parlare di ‘ammassamento’ non rispecchia in alcun modo la situazione reale del Centro. La perdita del permesso di soggiorno deriva spesso proprio dalla commissione di reati o dalla pericolosità sociale accertata dalle autorità competenti. Pretendere una separazione interna significherebbe una gestione a ‘categorie morali’ che non ha fondamento normativo”.

In relazione all’elevato numero di dimissioni dal centro, Bravo sostieneche “sono state disposte dall’autorità giudiziaria”.

Le motivazioni  del sindaco, conclude Bravo “non sono rappresentative del lavoro quotidiano svolto dal personale del Cpr di Torino, che opera nel rispetto delle norme e con impegno costante per garantire condizioni dignitose e sicurezza. Contestare il Cpr significa non conoscere, o far finta di non conoscere, come stanno effettivamente le cose”.

Viva il presidente, la scritta in piazza San Carlo

Non nuovo a simili iniziative il proprietario dell’appartamento in piazza San Carlo angolo via Maria Vittoria ha esposto sul terrazzo lo striscione “Viva Mattarella”. In passato la scritta era “Viva Papa Francesco”.

(foto Igino Macagno)

Cacciavite in mano, rapina la farmacia: colpo da 600euro

È entrato di colpo in farmacia con un cacciavite in mano e da lì è partita la rapina. L’uomo, con il volto coperto, ha minacciato il personale costringendolo a consegnargli un bottino di 600 euro. È successo a Rocca Canavese nella giornata di ieri, alla farmacia Santa Caterina di piazza Osella, e il malvivente è riuscito a fuggire senza lasciare indizi.

Sul posto sono accorsi i carabinieri della compagnia di Venaria Reale, al lavoro per analizzare i filmati di videosorveglianza e risalire all’identità dell’autore del colpo.

VI.G