CRONACA- Pagina 154

Al via il  progetto della fondazione Umberto Veronesi ETS

 Dedicato agli adolescenti, in collaborazione con AIEOP.

 

Il quinto appuntamento della decima edizione del progetto della fondazione Umberto Veronesi ETS si terrà giovedì 14 marzo presso il cinema Reposi di Torino.

Dopo il grande successo riscosso durante le precedenti edizioni, tornano gli incontri del progetto #fattivedere, organizzati grazie al prezioso contributo della Fondazione Veronesi, in collaborazione con la commissione adolescenti dell’AIEOP ( associazione italiana ematologia oncologia pediatrica) a cui prenderanno parte più di tremila studenti durante i mesi di febbraio e marzo 2024.

Gli studenti che aderiscono al progetto sono invitati a vedere il film “Quel fantastico peggior anno della mia vita” di Alfonso Gomez Rejon del 2015 per poi incontrare in presenza oppure online, attraverso la piattaforma GoToWebinar, i divulgatori scientifici della Fondazione Veronesi e specialisti oncologi e psiconcologi pediatrici, con cui affrontare il tema della diagnosi di tumore nei pazienti adolescenti e il delicato tema per gli stessi di accedere ai centri di cura di eccellenza e ai protocolli di cura.

“Da anni con il progetto #fatti vedere miriamo a sensibilizzare sempre di più gli adolescenti circa l’importanza di prendersi cura di sé e del proprio corpo, senza paura né vergogna, invitandoli a rivolgersi ad un medico in presenza di sintomi senza causa apparente e prolungati nel tempo. Durante gli incontri viene affrontato il tema della diagnosi di tumore nei pazienti adolescenti e il delicato tema di affrontare la malattia in tutti i suoi aspetti” – spiega Monica Ramaioli, direttore generale della fondazione Umberto Veronesi ETS.

MARA MARTELLOTTA

Sindaci piemontesi uniti contro le multe Istat

La protesta dei Comuni contro le ingiuste sanzioni per dati statistici mancanti continua e arrivano i primi riscontri per i ricorsi avviati

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO  «Invece di infliggere sanzioni ai Comuni già sovraccarichi di compiti burocratici l’Istat aderisca alle normative vigenti e implementi la trasmissione automatica dei dati» è questo il pensiero dei Sindaci piemontesi, tra i primi firmatari della lettera aperta promossa da Asmel e già inoltrata al Presidente Istat per contestare l’erogazione delle sanzioni per le mancate trasmissioni da parte degli Enti di alcuni dati di rilevazione statistica.

Nella lettera, in particolare, si evidenzia la mancata attuazione dello scambio dati automatizzato tra Comuni e ISTAT in applicazione dell’articolo 12 del TUEL senza oneri a carico di nessuno e senza necessità di sanzionare alcuno, meno che mai i Sindaci. L’appello è stato condiviso dai Sindaci di tutta Italia. Tra questi hanno aderito alla campagna anche i Comuni piemontesi di Bergolo, Cavallermaggiore, Cumiana , Santhià, Biella, Peveragno, Santena e moltissimi altri.

Da tempo ASMEL denuncia l’inerzia degli enti centrali nell’affrontare le iniziative taglia-burocrazia da tanti anni annunciate che metterebbero i Sindaci al riparo da sanzioni ingiuste e ingiustificate. Se l’ISTAT avesse seguito la legge correttamente, non ci sarebbero sanzioni da imporre. Tra i circa 1.200 compiti annuali che ogni Comune deve svolgere, circa 70 sono di natura statistica.

Nel frattempo molti dei Sindaci a cui sono state comminate le sanzioni, con il supporto di Asmel, hanno già avviato il ricorso per la contestazione delle multe e hanno fatto sapere che i prefetti hanno accolto le domande di ricorso.

Tumori ereditari mammella e ovaio, screening nella prevenzione regionale

“La Regione Piemonte è stata la prima in Italia a strutturare percorsi diagnostici nell’ambito dei tumori eredo-familiari. Già nel 1999, è stato approvato il Progetto sperimentale di rete di Unità funzionali multidisciplinari di riferimento per la diagnosi genetica dei tumori ereditari, al quale è stato dato pratico avvio tra la fine del 2000 e l’inizio del 2001. Furono approvate le disposizioni in merito alla diagnosi precoce del tumore della mammella e dell’ovaio, in soggetti sani con diagnosi di rischio eredo-familiare, individuando il codice di esenzione D99, per i portatori di mutazione genetica BRCA1 e BRCA2 e definendo i relativi percorsi di presa in carico, nell’ambito di un programma di screening dedicato, che si integra con il programma istituzionale di screening oncologici, attivo in Piemonte.”
E’ quanto ha detto oggi in Consiglio regionale  l’assessore alla Sanità del Piemonte Luigi Genesio Icardi sui tumori ereditari e sui percorsi diagnostici.
 “Nel 2019 sono state definite le modalità di presa in carico dei soggetti con mutazione BRCA1 e BRCA2, identificando i centri deputati all’esecuzione degli esami. Le prestazioni erogate in regime di esenzione D99, pertanto, vengono effettuate a favore di soggetti sani, portatori di mutazione, sia maschi, sia femmine e rientrano nei programmi di screening, per i quali il i tempi per le chiamate sono definiti per ogni paziente, essendo in presenza, appunto, di persone non malate, ma sottoposte a percorsi di prevenzione personalizzata. Tali esami vengono dunque eseguiti presso i centri afferenti alla rete regionale, nell’ambito della quale vengono effettuate le prestazioni del programma “Prevenzione Serena”. Nei medesimi percorsi di prevenzione, inoltre, a fronte di persone con mutazione del BRCA1/2, viene dagli specialistici comunemente posta anche l’eventuale opzione, oltre che di screening personalizzato, anche di mastectomia bilaterale e/o ovariectomia, a scopo profilattico, effettuate a carico del SSR.”

Porta il figlio di 8 anni da una prostituta: papà condannato per violenza sessuale

La  denuncia è stata fatta dalla nonna del bambino di 8 anni. Aveva visto che la figlia e il genero si drogavano e litigavano di continuo ma quel che è peggio  il papà del bimbo lo aveva accompagnato  da una prostituta per fargli conoscere il sesso. Così  il genitore, che ha sempre sostenuto che la donna fosse solo un’amica  è stato condannato a 3 anni e 4 mesi per violenza sessuale e maltrattamenti. Invece la donna presunta prostituta non è mai stata identificata.

A Torino in un anno quasi tremila multe a bici e monopattini

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Nel 2023 nel corso dei controlli della polizia municipale sulla mobilità sostenibile sono state accertate 2.847 sanzioni al codice della strada. Di queste 1.267 per soste irregolari, la quasi totalità reltiva ai mezzi in sharing. I dati sono stati illustrati dall’assessora alla Mobilità, Chiara Foglietta, in risposta a un’interpellanza del consigliere di Torino Bellissima Pietro Abbruzzese. Ecco le cifre: 1.153 sanzioni hanno riguardato mezzi in sharing, bici, monopattini e scooter elettrici, e quasi tutte, 1.140, per la sosta irregolare. Invece delle 1.649 sanzioni a mezzi privati, 127 erano per la sosta. Attualmente a Torino il servizio in sharing dei monopattini è prorogato fino al 15 aprile ed è in corso di definizione la graduatoria relativa al nuovo avviso promosso dalla Città. L’assessora ha spiegato che il Comune sta studiando la progettazione di nuovi stalli per bici e monopattini in concomitanza con gli interventi di realizzazione di piste ciclabili e di riqualificazione dello spazio pubblico. Oggi i posti bici mappati sono all’incirca 12mila, pari all’1,4% della popolazione, e dei servizi in sharing sono in media circolanti 4.500 monopattini, 1.200 biciclette e 250 scooter elettrici.

Incidente mortale, pedone investito da un’auto

Nella serata di ieri tra Buriasco e Macello, sulla strada provinciale 129 per Vigone un pedone è morto investito da un’auto. Si tratta di una donna. Sono intervenuti i carabinieri della stazione di Villafranca Piemonte e i soccorritori del  118 ma non è stato possibile salvare la persona investita.

Il Consiglio comunale chiede rinforzi per la Guardia di Finanza a Torino

Il Consiglio comunale chiede rinforzi per la Guardia di Finanza a Torino. Un ordine del giorno (prima firmataria, Anna Borasi) richiama l’attenzione del Ministro dell’Economia e delle Finanze sulla carenza di organici, sotto la Mole, del personale della Guardia di Finanza destinato, oltre che ai compiti di repressione dei reati finanziari, al mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica in collaborazione con Polizia e Carabinieri.

Il documento approvato oggi sottolinea come la motivazione specifica della costante riduzione numerica dei “Baschi Verdi”, con competenza sul territorio comunale di Torino, risieda anche, come segnalato nel corso di un incontro con i sindacati di categoria, nel loro costante impiego in servizi svolti in altre Regioni o comunque fuori città, come nel caso della sorveglianza del cantiere per la linea ad alta velocità Torino-Lione.

La richiesta è quindi quella di utilizzare, per i suddetti servizi, personale proveniente da altri territori.

Droga e mannaia in casa: arrestato

Giovedì pomeriggio, personale della Polizia di Stato ha tratto in arresto un cittadino italiano di 36 anni per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

Gli agenti del Commissariato di P.S. Barriera Nizza si sono recati a casa dell’uomo, sottoposto alla misura alternativa della detenzione domiciliare dal febbraio scorso, per effettuare un controllo di routine.

Entrati nell’alloggio, i poliziotti hanno immediatamente percepito un forte odore di cannabinoidi e notato dei residui di sostanza stupefacente sul tavolo della cucina, ove era anche poggiata una mannaia con la lama visibilmente sporca di derivati della cannabis.

Ne è seguito un accurato controllo dell’appartamento, che ha portato al rinvenimento di diversi pezzi di hashish, per un peso complessivo di 411 grammi, di due buste contenenti 60 grammi di marijuana; sono stati, inoltre, sequestrati un rotolo di carta trasparente  per imballare le dosi, una forbice anch’essa sporca di hashish e 2 schede sim; gli agenti appuravano che l’uomo utilizzava il cellulare per prendere accordi con gli acquirenti, che si recavano successivamente al suo domicilio per perfezionare l’acquisto della sostanza.

In considerazione dei gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, il trentaseienne, peraltro colpito da una condanna già passata in giudicato per il medesimo reato, è stato tratto in arresto per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

Nuove tensioni nelle carceri piemontesi

ALESSANDRIA, CAOS ANCHE NEL CARCERE DI S. MICHELE: AGGREDITI AGENTI

Dal Sappe riceviamo e pubblichiamo

Dopo l’incubo di violenza e terrore vissuto nella Casa circondariale di Alessandria per le folli intemperanze di un gruppo di detenuti stranieri, anche nell’altro carcere cittadino, il S. Michele, si è registrato un evento delinquenziale tra le sbarre. Come spiega Vicente Santilli, segretario nazionale per il Piemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, “dobbiamo segnalare l’ennesima aggressione ai danni degli uomini della Polizia Penitenziaria di Alessandria. Questa mattina, poco dopo le otto, durante una perquisizione ordinaria nella Casa di Reclusione di San Michele, un detenuto di origine nigeriana è stato invitato a uscire dalla cella per dar corso alle attività previste. Nonostante l’ordinarietà del tipo di perquisizione che quotidianamente vengono fatte a campione, il detenuto ha da subito messo in atto un comportamento agitato ed aggressivo, affermando di non volersi sottoporre al controllo. Repentinamente, si è poi avventato contro l’Assistente Capo di Polizia incaricato trascinandolo con forza all’interno della cella e cercando di chiudere il cancello in un maldestro tentativo di sequestro di personale. L’aggressione è proseguita all’interno della cella con pugni e calci rivolti verso l’operatore che è stato immediatamente soccorso da un collega il quale, prima che il soggetto venisse bloccato anche da altro personale, veniva anch’egli attinto con un pugno al viso. Ristabilita la calma il detenuto è stato visitato dal medico che non ha riscontrato traumi, mentre i due poliziotti sono stati trasportati al pronto soccorso per le cure del caso”. Donato Capece, segretario generale del SAPPE, commenta con preoccupazione questo ennesimo fatto violento accaduto tra le sbarre: “Dopo la gravissima situazione vissuta sabato nella Casa circondariale “Cantiello e Gaeta”, continuano nelle carceri regionali piemontesi, senza tregua, le aggressioni a danno della Polizia Penitenziaria. Adesso il SAPPE dice basta veramente ed è pronto a manifestare in tutta la regione, attuando tutte le legittime forme di protesta”. Capece torna “a chiedere pubblicamente che chi di dovere tenga in considerazione le criticità del personale di Polizia Penitenziaria che lavora nelle carceri del Piemonte, carceri che evidentemente non sono più in condizione di gestire le troppe tipologie di detenuti, spesso soggetti dalla personalità particolarmente violenta, senza alcuna possibilità di diversa collocazione all’interno della Regione”, conclude il segretario generale del SAPPE

Mozione in sala Rossa: 7 ottobre femminicidio di massa

Il Consiglio Comunale di Torino ha approvato, con 26 voti a favore e 2 astensioni, una mozione con la quale la Sala Rossa sottoscrive l’appello sui femminicidi del 7 ottobre scorso perpetrati da Hamas, promosso dall’associazione Parole de Femmes, per il “Riconoscimento come femminicidio di massa”. Viene inoltre dichiarato l’appoggio all’appello “Non si può restare in silenzio” promosso da Andrée Shammah, Silvia Grilli, Alessandra Kustermann, Manuela Ulivi e Anita Friedman.

È importante – si legge nel testo del provvedimento approvato (primo firmatario, Silvio Viale) –  che il termine ‘femminicidio’, “spesso usato per descrivere gli omicidi di donne da parte del coniuge o dell’ex coniuge, di un partner o dell’ex partner, sia riconosciuto per la strage del 7 ottobre, che equivale ad un femminicidio di massa, essendo stati crimini diretti contro le donne in quanto donne”.

L’assemblea elettiva di Palazzo Civico, inoltre, impegna l’amministrazione comunale a invitare Università e Politecnico ad organizzare, insieme alla Città di Torino, delle iniziative sul tema delle violenze di genere nelle guerre.