Rapinatore arrestato sul treno Torino-Savona
I Carabinieri della Compagnia di Mondovì hanno tratto in arresto l’autore di una rapina impropria commessa nella tarda serata di sabato scorso a bordo del treno Savona-Torino.
L’uomo, un cittadino marocchino di 37 anni residente nel cebano, dopo essere salito sul convoglio ferroviario a Savona, approfittando di un momento di distrazione di una ragazza presente nello stesso vagone, si è impossessato del portafoglio e del telefono cellulare di quest’ultima, entrambi custoditi in unozaino. Vistosi scoperto, l’uomo ha cominciato a correre lungo le carrozze del treno seguito dalla ragazza fino a quando, una volta raggiunto, la afferrava per il collo dicendole di lasciarlo stare.L’intervento di un altro passeggero e del capotreno ha permesso di soccorrere e mettere in salvo la ragazza sino all’arrivo alla Stazione ferroviaria di Mondovì, dove i Carabinieri della locale Aliquota Radiomobile, allertati nel frattempo dal capotreno, hanno individuato il rapinatore traendolo in arresto.
Nessuna traccia purtroppo del contenuto del portafoglio e del cellulare, gettati dall’uomo dal finestrino del treno in corsa per non farsi cogliere con la refurtiva addosso.
Dopo l’udienza di convalida dell’arresto, svoltasi lunedì 30 settembre 2019 presso il Tribunale di Cuneo, l’uomo, che si è reso disponibile a risarcire il danno, è stato sottoposto agli arresti domiciliari.
Per acquistare droga minaccia e maltratta la mamma
Le violenze nei confronti della madre andavano avanti da tempo e negli scorsi giorni la situazione, già difficile, è culminata nell’arresto del quarantaquattrenne. Il primo intervento dei poliziotti della Squadra Volante è avvenuto giovedì notte scorso, quando l’uomo ha più volte minacciato la madre di morte per ottenere denaro per acquistare della sostanza stupefacente, ricevendo una risposta negativa. In quella occasione, era stato arrestato per maltrattamenti in famiglia e per resistenza, violenza, minacce a P.U.
Gli agenti appuravano che nelle ultime settimane si erano fatti più frequenti gli episodi idi violenza presso quella abitazione , ma la mamma si era fatta sempre scrupoli nel denunciare il figlio alle forze dell’ordine. Appena tre giorni dopo, domenica, l’uomo, uscito dal carcere, è tornato a tormentare la mamma ed anche lo zio, cercando di estorcere loro con la forza e con le minacce la somma di 350 €. Pur essendo stato colpito dalla misura del divieto di avvicinamento alla madre ed ai luoghi da lei visitati, non ha esitato a presentarsi, dopo aver fatto diverse telefonate minatorie, alla porta di casa ed ha cercato di dar fuoco con un accendino al campanello ed allo spioncino. Ha tentato,inoltre, di forzare la porta d’ingresso ed in tale manovra ha ferito al volto la madre, dopodichè, temendo l’arrivo della Polizia, si è dato alla fuga rendendosi irreperibile. Laperlustrazione della zona effettuata dagli agenti delle Volanti consentiva il suo rintraccio ed il secondo arresto, questa volta per tentata estorsione e maltrattamenti contro familiari.
A Torino il comandante generale dell’Arma
Martedì 1 ottobre il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, il generale di corpo d’armata Giovanni Nistri, ha visitato la stazione di Torino Barriera Piacenza. Il comandante generale ha incontrato tutti i militari del reparto trattenendosi per circa un’ora per conoscere gli aspetti salienti del territorio e del lavoro svolto da personale. Nel corso della visita Nistri è stato accompagnato dal comandante interregionale carabinieri Pastrengo, generale di corpo d’Armata Gaetano Martuccia, dal comandante Legione Piemonte e Valle d’Aosta, generale di brigata Aldo Iacobelli, dal comandante provinciale di Torino, Francesco Rizzo.
Il comandante generale ha poi raggiunto Palazzo Madama, sede del primo Senato italiano dove, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha partecipato al congresso ‘La Corte dei conti a tutela del pubblico tra passato e futuro’, organizzato dalla presidenza della Corte dei Conti.
Arrestato pericoloso “rapinatore solitario”
“Mancino, sguardo spiritato, con una busta di plastica verde’. Questi sono alcuni dei ‘segni particolari’ con i quali i testimoni descrivevano il rapinatore solitario che da mesi terrorizzava Torino e città metropolitana. Fino a quanto i carabinieri hanno arrestato F.M., 43enne, violento, armato di pistola (scenica ma senza tappo rosso, il che equivale al possesso di un’arma), che ha messo a segno 8 rapine, una delle quali tentata.
Nei giorni scorsi l’uomo era stato arrestato in flagranza dai militari del Nucleo investigativo dopo aver rapinato una banca in corso Toscana a Torino.
Ed è stato grazie alla collaborazione dei testimoni ed alla visione delle immagini delle telecamere di sicurezza che i carabinieri sono arrivati a lui.
Nella maggior parte delle rapine il malvivente era indicato come un uomo tra i 35 ed i 40 anni, pochi capelli rasati, sguardo spiritato e mancino.
Le telecamere di sorveglianza hanno confermato i racconti consentendo l’identificazione. Ora le indagini proseguono per stabilire se ci siano collegamenti con altre rapine avvenute in zona.
Quando lo hanno arrestato, il giorno dopo la rapina di Torino, in casa sua i carabinieri hanno rinvenuto gli abiti e l’arma, risultata poi una pistola a tamburo scenica privata dal tappo rosso.
Gli accertamenti hanno poi permesso di appurare che il rapinatore seriale ‘mancino’ utilizzava l’auto della mamma per il sopralluogo prima di compiere i suoi gesti criminosi.
Una vera e propria “industria dei pezzi di ricambio “taroccati” quella scoperta nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza di Torino.
I Baschi Verdi del Gruppo Pronto Impiego Torino, dopo un’indagine coordinata dalla locale Procura della Repubblica, hanno smantellato una vera e propria organizzazione che faceva della contraffazione di parti di ricambio ed accessori per autoveicoli, la sua attività.
L’operazione ha permesso agli inquirenti di ricostruire l’intera filiera distributiva della merce falsa, interamente radicata nel nord-ovest del paese. Oltre 20.000 gli articoli sequestrati dai finanzieri nel corso di numerose perquisizioni effettuate in varie località del Nord Italia, nelle province di Pavia, Brescia e Vercelli. Oltre 1,5 milioni di euro l’ammontare della truffa.
Vari i loghi e gli articoli contraffatti, delle più note case automobilistiche nazionali ed internazionali, tutti destinati al settore dell’autotrasporto pesante (T.I.R.); tra questi, parti di carrozzeria in plastica, lamierati a taglio termico e rivestimenti esterni, profili in alluminio per sponde, barre paraurti posteriori, spoiler cabina, borchie copri-cerchi, kit copri sedili, tutti articoli che non corrispondevano ai criteri qualitativi delle case titolari dei diritti di privativa industriale.
Quello dei ricambi contraffatti continua a confermarsi un business fiorente e redditizio. I consumatori sono attratti da prezzi vantaggiosi, anche sul mercato e-commerce e spesso anche i ricambisti non si accorgono del “tarocco”.
Si tratta tuttavia di una realtà che andrebbe combattuta con tutti i mezzi, come rilevato dall’Osservatorio Autopromotec (la più specializzata rassegna espositiva internazionale delle attrezzature e dell’aftermarket automobilistico), poiché riverbera effetti negativi su vari fronti.
Oltre a costituire un danno per l’erario, che perderebbe annualmente decine di milioni di Euro per i mancati introiti connessi all’Iva, il fenomeno rileva sotto il profilo della sicurezza.
I pezzi falsificati, infatti, non garantiscono la rispondenza agli standard qualitativi di quelli originali con notevoli rischi in tema di sicurezza stradale, a causa delle verifiche scarse, o del tutto assenti, che sono effettuate in sede di produzione.
A tutto ciò si aggiungono anche i problemi dal punto di vista della sostenibilità, perché i materiali utilizzati per la contraffazione spesso non rispettano le normative per la sicurezza e la difesa dell’ambiente.
Al termine di questa prima fase delle indagini sono 4 le società coinvolte nella vicenda, 5 i soggetti denunciati all’Autorità Giudiziaria torinese per vendita di prodotti contraffatti, ricettazione e frode in commercio. Come ricordato oltre 1,5 milioni il valore della merce cautelata.
Droga, quattro nuovi arresti a Barriera di Milano

Un morto e due feriti nello schianto in autostrada
Un morto e due persone ferite: è il bilancio di un incidente stradale avvenuto questa mattina sull’autostrada del Frejus all’altezza di Bardonecchia. Sono rimasti coinvolti tre tir e un’auto, la vittima è il camionista. I mezzi hanno preso fuoco. Due feriti sono stati soccorsi dal 118, e trasportati all’ospedale. Un terzo è rimasto incastrato tra le lamiere. I vigili del fuoco e la polizia stradale sono impegnati nelle operazioni di soccorso. E’ stata chiusa l’autostrada con uscita obbligatoria a Oulx e Bardonecchia.
Si è perso rincorrendo il proprio cane nel bosco e ha dovuto chiamare i vigili del fuoco. E’ accaduto Gamalero, vicino ad Alessandria. I pompieri sono poi arrivati con due equipaggi e collegandosi tramite il gps hanno rintracciato l’uomo, un trentenne alessandrino.