CRONACA- Pagina 143

A Monteu da Po l’opera di un detenuto del carcere di Bollate

“Come Amministrazione Comunale siamo profondamente lieti di accogliere la donazione dell’opera dal titolo Il Castello, realizzata da Francesco Cherubini, un detenuto del carcere di Bollate. Questa tela, dipinta in acrilico, misura circa 60×50 cm e si pone tra il tradizionale e il surrealista, evocando il fascino di un castello che può essere reale o immaginario”, esordisce il sindaco di Monteu da Po Elisa Ghion.

L’opera è il frutto del lavoro svolto presso il Laboratorio Artemisia del settimo reparto del carcere, gestito da Nadia Nespoli, artista milanese che da oltre 12 anni si dedica alle arti visive come strumento di crescita e trasformazione personale per i detenuti, in particolare quelli condannati per reati sessuali. Artemisia rappresenta uno spazio di speranza e creatività, dove l’arte diventa un mezzo per esplorare sé stessi e riscrivere la propria storia.

“La donazione di questo quadro è un gesto che va oltre il valore artistico – continua il primo cittadino -. È un atto di riscatto, un simbolo potente della possibilità di redenzione attraverso l’espressione creativa. In un momento storico così delicato, segnato dal dramma del femminicidio e di altre gravi violenze contro le donne, questa opera vuole essere anche un invito alla riflessione. Accogliere questo quadro significa abbracciare il messaggio che l’arte può dare voce a chi cerca di ricostruire sé stesso e che il cambiamento è possibile, anche nei contesti più difficili”.

“Quest’opera non è solo il frutto del talento di chi l’ha creata, ma il risultato di un percorso di riscatto, di riflessione e di crescita. Ogni pennellata, ogni dettaglio, porta con sé il valore dell’impegno, della resilienza e della speranza – spiega il sindaco Elisa Ghion -. Accogliendola accogliamo un pezzo di quell’umanità che troppo spesso tendiamo a dimenticare o a relegare ai margini. Questa donazione rappresenta un invito per tutti noi: a lasciarci contaminare, a essere aperti al dialogo e alla comprensione, a riconoscere che l’arte può trasformare non solo chi la crea, ma chi la riceve. Ecco che l’arte diventa un mezzo potente per fare incontrare il dentro e il fuori, per abbattere pregiudizi e per ricordarci che ogni individuo, anche chi sta scontando una pena, è portatore di bellezza, di storie e di significati che meritano di essere ascoltati”.

Il carcere, spesso visto come luogo di esclusione, grazie a iniziative come questa, diventa spazio di rigenerazione. Il Laboratorio Artemisia è un luogo di umanità, dove l’arte aiuta a rielaborare il passato e immaginare il futuro.

“Con gratitudine e rispetto, ringraziamo Francesco Cherubini per aver condiviso questa parte di sé, il papà Sergio per avercelo inviato e Nadia Nespoli per il lavoro instancabile che rende tutto questo possibile. Quest’opera ha trovato il suo posto nella sala consiliare del Comune di Monteu da Po, non solo come opera d’arte, ma come testimonianza di speranza e impegno verso un futuro migliore”, conclude Elisa Ghion.

 

Nella foto il sindaco Elisa Ghion e l’assessore Giuseppe Deluca 

 

Addio al professor Georges Virlogeux

Caro direttore,

il 24 dicembre si è spento nella sua casa di Lançon de Provence dove viveva, e dove è stato per molti anni Sindaco stimato e benvoluto, il nostro carissimo amico e collaboratore professor Georges Virlogeux, curatore per il Centro Stuti Piemontesi del monumentale Epistolario azegliano. Professore onorario di letteratura e civiltà italiane nell’ Università di Aix-en-Provence, membro del Comitato Scientifico della rivista «Studi Piemontesi», del Comitato Scientifico per l’Edizione Nazionale delle Opere di Alessandro Manzoni, Socio Corrispondente della Deputazione Subalpina di Storia Patria, Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, lasciando un grande vuoto.

Virlogeux ha pubblicato saggi di argomento ottocentesco e di ecdotica dei carteggi in riviste francesi e italiane come la “Revue des études italiennes” (Paris), la “Revue d’études romanes” (Aix-en-Provence), “Rassegna storica del Risorgimento” (Roma), “Studi Piemontesi” (Torino), “Annali  manzoniani” (Milano) o in Atti di convegni di studi internazionali (Aix-en-Provence 1981,1983,1984,1985,1987, 1989;  San Salvatore Monferrato 1983; Nantes 1984; Saluzzo 1990;  Lecco 1990; Cagliari 1992; Stresa 1993).

Il suo maggior contributo è la raccolta, la cura e la pubblicazione, in dodici volumi dell’Epistolario di Massimo d’Azeglio, per le edizioni del Centro Studi Piemontesi di Torino (1987-2021).  L’ultima sua importante fatica è la pubblicazione tanto attesa del Carteggio di Luisa Maumary Blondel d’Azeglio 1820-1871, venuto alla luce in due volumi a Milano nel mese di dicembre 2023 per le edizioni del Centro Nazionale Studi Manzoniani. Questa raccolta, strettamente collegata all’Epistolario azegliano, ha regalato a Georges Virlogeux la soddisfazione di un lavoro lungo, complesso, accudito con sapienza e affetto, finalmente concluso, come scrive Rosanna Roccia nella Nota pubblicata sul numero di dicembre 2024 di “Studi Piemontesi”, che egli ha potuto ancora vedere e apprezzare.

Al Centro Studi Piemontesi Georges Virlogeux ha donato il suo archivio di studi e ricerche su Massimo d’Azeglio, volendo così confermare il profondo rapporto di collaborazione che per oltre quarant’anni lo ha legato alla Ca dë Studi Piemontèis.  La documentazione donata dal prof. Virlogeux era conservata nello studio-biblioteca all’ultimo piano della sua abitazione di Lançon-de-Pronvece. Nel mese di luglio del 2024 è stato realizzato il trasferimento a Torino di tutto il materiale documentario, composto da appunti di studio, minute di opere edite e inedite, dispense universitarie, corrispondenza d’ambito accademico e una nutrita serie di saggi e documenti su Massimo d’Azeglio.

Nei mesi di agosto e settembre del 2024 il Centro Studi Piemontesi ha promosso la schedatura, il riordino e l’inventariazione dell’intero fondo documentario, tramite la descrizione di 705 unità archivistiche, datate dal 1847 al 2023.

Insieme al fondo documentario, il prof. Virlogeux ha lasciato al Centro Studi Piemontesi anche una selezione di volumi della sua biblioteca privata, con opere di Massimo d’Azeglio in prima edizione e numerosi saggi di storia e critica letteraria dedicati all’Ottocento italiano, alla storia del Risorgimento e all’attività di Massimo d’Azeglio quale politico, artista e letterato.

Il “Fondo archivistico Georges Virlogeux”, sarà al più presto reso disponibile alla consultazione, mentre i volumi sono già schedati on-line come “Fondo Georges Virlogeux”, e collocati nella Biblioteca del Centro Studi Piemontesi.

Alla domanda perché d’Azeglio?, Georges Virlogeux rispondeva così:  “Il 20 novembre 1987, presentando a Torino il primo volume dell’epistolario azegliano, io precorsi la curiosità del pubblico convenuto a Palazzo Carignano, riformulando la domanda ch’egli si poneva: come mai l’epistolario di Massimo d’Azeglio, la cui edizione si aspettava dal generale in capo dei risorgimentisti italiani, gli veniva ammannito da un ignoto gregario dell’italianismo francese. Gregario del resto sono rimasto, nel senso che non sono mai diventato uno storico del Risorgimento e sono tutt’ora un italianisant. Alberto Maria Ghisalberti, che lavorò per anni intorno all’ Azeglio, fu il miglior conoscitore del nostro. Ma fu come se l’epistolario fosse stato per lui insieme troppo e troppo poco. Troppo poco, perché la cura di un epistolario è una fatica da benedettino che sminuzza la materia e impedisce allo storico di spaziare in sintesi brillanti e intellettualmente eccitanti. Troppo, perché le molteplici responsabilità non gli lasciarono il tempo di occuparsene. E non lo fece. Io invece mi lasciai allettare da questa prospettiva di tempi lunghi, che permettono allo studioso di ripercorrere amorosamente, talvolta a misura di giornata, l’itinerario testuale e biografico del suo autore. Un acquerello giovanile di Massimo lo rappresenta in abito da pittore mentre antenati suoi lo guardano cipigliosi. Quando decisi di iniziare il lavoro, mi raffiguravo così, timoroso dello sguardo indagatore dei miei futuri colleghi italiani, e mi accontentavo di appropriarmi, con timore reverenziale, dei luoghi e dei personaggi che venivano prendendo corpo durante i miei brevi soggiorni torinesi. I portici di via Po, il palazzo di via d’Angennes, l’Accademia albertina furono le mete delle mie prime passeggiate. Le lettere, nella produzione azegliana, mi apparvero come un filo, non ancora ben tessuto, per scoprire personaggio, uomini e luoghi tutt’ insieme. Con la loro quantità e diversità, costituivano un piano di studio coerente e duraturo. Data la loro dispersione, dovetti poi spiemontizzarmi anch’io per andarne in cerca in altre provincie. Cercare e trovare in archivi pubblici e in biblioteche è certo una gioia, ma in archivi privati è occasione di contatti umani vari e preziosi. Esplorare questa fetta di storia e di geografia italiana, studiata a tavolino nell’ Università francese, creare collaborazioni fraterne e fiduciose, cercare e convincere un editore, stabilire con un imprevedibile pubblico legami di simpatia, di affetto, mi parve un’ambizione lodevole. Ecco perché mi sobbarcai. Mi resta un ultimo voto: veder morire Massimo d’Azeglio una seconda volta prima di me…  Georges Virlogeux”.

E almeno in questo è stato pienamente esaudito.

Albina Malerba

Centro Stuti Piemontesi

Donna investita mentre attraversa la strada: gamba fratturata

Ennesimo incidente con persone investite mentre attraversano le strade nelle città piemontesi. Questa volta è successo  a Biella. In via Torino una donna è stata urtata da un’auto guidata da un ragazzo. La malcapitata, soccorsa dal 118 e dai vigili urbani ha riportato la frattura di una gamba.
(foto archivio) NOTIZIE DAL PIEMONTE

 

Aperte le iscrizioni alle scuole dell’infanzia per l’anno scolastico 2025/26

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La Città di Torino ha deciso di confermare la data di avvio delle domande di iscrizione alle scuole dell’infanzia per l’anno scolastico 2025/26, fissata per le ore 8.00 di mercoledì 8 gennaio 2025, e di prorogare il termine ultimo per la presentazione delle stesse alle ore 20.00 del 10 febbraio 2025. Tale scelta mira a offrire alle famiglie una finestra temporale più ampia per valutare con attenzione le opzioni disponibili, in linea con le indicazioni contenute nella nota del Ministero dell’Istruzione e del Merito n. 208 del 3 gennaio 2025.

La decisione di ampliare l’arco temporale è stata resa possibile grazie al sistema unico di iscrizioni adottato dalla Città e gestito attraverso una piattaforma interna che permette una gestione flessibile ed efficace delle procedure. Tale sistema rappresenta un elemento chiave per garantire un processo agevole e accessibile a tutte le famiglie torinesi.

“La Città di Torino adegua da sempre le date di iscrizione per le scuole d’infanzia a quelle stabilite dal Ministero, a maggior ragione dopo l’introduzione della graduatoria unica – afferma l’assessora alle Politiche Educative, Carlotta Salerno -. Alla luce della decisione del MIM di procrastinare la finestra e considerando però che la Città era già pronta dal punto di vista organizzativo e logistico con la piattaforma, abbiamo deciso di mantenere la data di apertura delle iscrizioni fissata per domani e prolungare il periodo fino al 10 febbraio, allungando dunque la finestra e dando alle famiglie oltre un mese di tempo a disposizione. È importante sottolineare, inoltre, che la data di pubblicazione delle graduatoria unica rimarrà invariata”.

Per favorire ulteriormente la partecipazione, sono state organizzate una serie di iniziative volte a supportare le famiglie nella compilazione delle domande. A partire da domani, sarà attivata l’apertura straordinaria degli Sportelli Iscrizioni, dedicati a coloro che non dispongono delle credenziali necessarie o incontrano difficoltà nell’inserimento delle informazioni. Inoltre, sul territorio cittadino, sette Biblioteche Civiche, il Centro Interculturale e le otto Case del Quartiere collaboreranno per offrire assistenza e informazioni utili, garantendo una rete di supporto capillare.

Inoltre, in conseguenza dell’ampliamento del periodo di iscrizione, sono state ridefinite alcune scadenze relative alla pubblicazione delle graduatorie. La graduatoria provvisoria sarà resa disponibile il 6 marzo 2025, mentre il termine per la richiesta di revisione del punteggio è fissato al 16 marzo 2025.

Rimane invece confermata al 27 marzo 2025 la pubblicazione della graduatoria definitiva. L’Amministrazione ricorda inoltre che l’ordine di presentazione delle domande non influisce in alcun modo sulla determinazione della graduatoria, assicurando così equità e trasparenza nell’intero processo.

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Semaforo antismog: fino a mercoledì 8 gennaio  livello 1 (arancio)

 

Resterà in vigore fino a mercoledì 8 gennaio 2025 compreso (prossimo giorno di controllo) il livello 1 (arancio) delle limitazioni emergenziali.

I dati previsionali forniti  da Arpa Piemonte evidenziano infatti il superamento del valore di 50 mcg/mc di concentrazione media giornaliera di PM10 nell’aria per tre giorni consecutivi.

Eventuali variazioni del semaforo antismog in vigore, con le relative misure di limitazione del traffico, vengono comunicate nei giorni di controllo sui dati previsionali di PM10, ed entrano in vigore il giorno successivo.

L’elenco completo delle misure antismog a tutela della salute, delle deroghe e del percorsi stradali esclusi sono disponibili alla pagina www.comune.torino.it/emergenzaambientale.

TORINO CLICK

Una proposta: aprire una distribuzione di pane per i poveri nei giorni di festa

LETTERA AL SINDACO LO RUSSO

Caro Sindaco,
Come sai le Mense per i poveri, gestite da diverse Associazioni di carità e dai loro volontari, sono chiuse nei giorni di festa.
Il primo dell’anno e oggi mentre  camminavo sotto i portici  un Signore sfortunato mi ha avvicinato per chiedermi un aiuto e ho preferito entrare in un bar offrendogli un trancio di pizza e una mezza bottiglia d’acqua. Capisco che i Volontari abbiano diritto almeno a un giorno di riposo alla settimana ma il Comune non potrebbe organizzare un luogo dove distribuire un sacchetto con un trancio di pizza e una mezza bottiglia d’acqua  chiamando cittadini o  i consiglieri di circoscrizione  a svolgere questo servizio. Personalmente mi offro come volontario almeno due domeniche al mese. Si potrebbe organizzare con un gazebo ad esempio in piazza Arbarello o in piazza d’Armi.

Mino GIACHINO

I dieci punti di Uncem per la ripartenza della montagna

Buon inizio d’anno! Si riparte – o meglio, si prosegue – da dieci punti che vedono Uncem lavorare e pensare. Strategia e concretezza vanno insieme. Da oggi e da domani. Dieci punti per tutte le Istituzioni della Repubblica. Eccoli.

1- LA MONTAGNA NEI PROGRAMMI EUROPEI E NAZIONALI
È il principale impegno. Montagna, aree interne e zone rurali sono un perno della nuova strategia di crescita dell’Italia, secondo le direttrici richieste dall’Uncem: Green economy con le Green Community, innovazione, sostenibilità, Smart economy. Devono stare nei programmi europei e nazionali di investimento. Correggiamo gli errori del PNRR. Lavoriamo per un PON Montagna [come vi è il PON Metro, perché non dovremmo avere un Programma Operativo nazionale specifico?] dal 2028. Togliendo di mezzo ogni assistenzialismo con fondi UE o nazionali, cambiando la PAC e ripensando le “indennità compensative”. Serve Managerialità, unita a programmazione e visione.
2- NUOVO WELFARE PUBBLICO
Dietro lo slogan “una ambulanza e un medico [e un pediatra] di base in ogni comune” c’è la volontà di ricostruire un nuovo welfare pubblico – a partire dalla sanità territoriale, come imparato dal covid19 – che colmi i divari strutturali storici del vivere in montagna, agendo su scuola, sanità, trasporti, socio-assistenziale, servizi. Asili nido per tutti, scuole di valle e didattica moderna, in strutture innovative, sicure. Comunità al centro con le “cooperative di comunità”, con le “comunità energetiche”, con le “Associazioni fondiarie”. Affinchè le tante “buone pratiche” possano tradursi in Politiche, da fiori a bouquet. Facciamolo NOI!
3- CAMBIAMENTI CLIMATICI E SPOPOLAMENTO, ASSI CENTRALI
I due terreni di azione sono il cuore della nuova politica montana che dobbiamo mettere in campo. C’è ancora troppa sottovalutazone del rischio, dei disastri climatici che arrivano prima in montagna. I territori sono e devono diventare resilienti, per tornare a ripopolarsi, neopopolarsi. Agricoltura e Turismo non sono scindibili per questo obiettivo. La crisi climatica e la crisi demografica plasmino politiche, le pervadano. Sottovalutarle o ignorarle è peccato politico grave. Le Città sono in dialogo e in sinergia con i territori rurali, montani e interni. Interveniamo per eliminare ogni sperequazione, ogni distanza: creiamo “patti”, “città delle alpi insieme con le valli”, Appennino Parco d’Europa in stretto legame con le zone urbanizzate. Protezione è sviluppo, conservazione è rigenerazione. Futuro.
4- LEGGI CORNICI GIURIDICHE
Legge forestale, Legge sulla Green Economy, Legge sui piccoli Comuni agiscono efficacemente, completando il quadro normativo con una legge sulla montagna che non rimanga inattuata come la precedente 97/94. Dalle Regioni serve più impegno: troppe non hanno investimenti e un articolato per le montagne [e per i Comuni che lavorano insieme]. Si attuino strategie integrate [aree interne, green community, foreste, sviluppo sostenibile] per le montagne con chiare leggi-cornici che delineino strumenti e opportunità per superare sperequazioni.
5- DEFINIZIONE DEI LEP CON SPECIFICITA’ MONTANA
In Italia di discute da 20 anni di come attuare il Titolo V della Costituzione, che prevede i “livelli essenziali delle prestazioni”. Troppo tempo si è perso. Nel definire una Autonomia per le Regioni – insieme – e dicendo come in questa stanno le Autonomie locali, deve essere scritto nero su bianco che questi livelli essenziali devono tener conto della peculiarità montagna come area di sovracosti strutturali permanenti che devono essere garantiti per il diritto di cittadinanza di tutti.
6- LE AZIENDE PUBBLICHE DEVONO INVESTIRE
Le aziende pubbliche (Enel, Eni, Anas, Ferrovie dello Stato, Rfi, Terna, ecc.) non devono più considerare il territorio come logica coloniale, ma devono cominciare a investire in montagna creando valore sociale e non solo finanziario, impegnando risorse e competenze per la transizione energetica ed ecologica. Questo vale guardando alla positiva esperienza fatta negli ultimi due anni con Poste Italiane, chiudendo storici conflitti e aprendo una nuova stagione. Quello è il modello. Che deve essere concreto e carico di investimenti, con una strategia chiara e stabile.
7- CONCESSIONI IDROELETTRICHE CON COMUNITA’ LOCALI AL CENTRO
Sulle concessioni idroelettriche parte una fase nuova, sono da rivisitare attraverso il ristoro ai territori e gli investimenti da realizzare, come Uncem ha sempre chiesto a partire dal “diga day” del 2010. Non solo le Regioni ai tavoli di concertazione, ma anche gli Enti locali: che esprimono le esigenze delle comunità. Non si creino nuove polarizzazioni. Acqua e forza dei gravità hanno un valore da riconoscere pienamente. Così le foreste con i “crediti di sostenibilità” da portare sul mercato.
8- RUOLO DEI COMUNI
Nella logica della legge vigente sui piccoli Comuni, va programmato insieme lo sviluppo locale, attribuendo ai Comuni [grandi e piccoli] associati la funzione operativa per crescita e investimenti, evitando colli di imbuto statali o regionali. Comunità montane ovvero Unioni montane di Comuni siano per tutti: 500 aggregazioni di Comuni che rigenerano la PA, i servizi, la crescita, lo sviluppo locale, l’economia dei luoghi.
9- I GIGANTI DEL WEB
Occorre prevedere un pagamento dell’uso delle reti immateriali da parte dei giganti del web, trovando in questo modo risorse per investimenti nelle aree montane. Qui si innesta il lavoro su fiscalità differenziata, centri multiservizio, difesa del commercio di vicinato, contrasto alla desertificazione. L’Europa sia attenta alla montagna partendo da questa logica europea di remunerazione.
10- DIGITALIZZAZIONE
L’innervamento digitale della montagna è obiettivo prioritario. I Comuni ne sono il perno fondamentale. Vale già, in questa direzione, il prezioso lavoro che Uncem sta facendo sulle reti e sul contrasto al divario digitale, con Operatori Telco e Ministeri e Regioni. Serve uno scatto, con investimenti e sincronizzando Piano banda ultralarga, Piano Italia 5G, Piano Italia 1Giga, che da soli sono perduti.

Al posto della libreria Luxemburg arriva la cioccolateria Venchi

 

La libreria Luxemburg ha chiuso i battenti il giorno dell’Epifania, ultimo giorno di apertura, nella sede ormai storica di piazza Carignano dove era stata fondata nel 1872. Ma non si tratta di una chiusura completa, ma di un trasferimento entro fine gennaio nei locali altrettanto aulici della galleria Subalpina. All’interno della libreria troverà posto anche il punto Einaudi per gli amanti di questa casa editrice e un angolo caffè. I locali storici della vecchia libreria, all’angolo tra via Cesare Battisti e via Accademia delle Scienze, saranno trasformati in un negozio di un altro marchio, questa volta, di cioccolato, il prestigioso Cioccolato Venchi.

 

Mara Martellotta

Riprendono le visite didattiche a Palazzo Lascaris

 

 

Dal 30 gennaio al 30 maggio 2025 le scolaresche (dalla classe quinta della scuola primaria)

potranno prenotarsi alla pagina https://www.cr.piemonte.it/prenotazionevisite/scuole/scegli-data

per visitare le sale del piano nobile di Palazzo Lascaris.

Le visite didattiche gratuite a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale del Piemonte,

si svolgono il giovedì e il venerdì mattina alle 9.30 e alle 11.

Gli studenti saranno accompagnati alla scoperta del palazzo barocco di via Alfieri 15 a Torino

da personale interno qualificato, compatibilmente con i lavori di restauro in corso all’interno dell’edificio.

Costruito a metà del ‘600 il palazzo è stato fino alla fine dell’800 residenza aristocratica legata alla corte sabauda,

durante il ‘900 è diventato sede di banche e istituzioni private e pubbliche, nel 1979 è stato ristrutturato per diventare

sede dell’Assemblea legislativa della Regione Piemonte.

I lavori di restauro che stanno interessando il palazzo (che si concluderanno presumibilmente alla fine del 2025)

riporteranno l’edificio al suo antico splendore per renderlo sempre più aperto ai piemontesi e a turisti che vorranno visitarlo.

A questo link è visibile il Virtual Tour del palazzo: https://virtualtour-lascaris.csi.it/virtualtour/lascaris-2023/index.html

Per informazioni scrivere alla mail: porteaperte@cr.piemonte.it