

Non sempre gli autori di furti nelle abitazioni la fanno franca. I Carabinieri della Stazione di Crescentino (Vercelli) hanno arrestato un 25enne residente a Fontanetto Po, con precedenti per reati contro il patrimonio e la persona, a seguito di un un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Savona.Nel mese di giugno del 2018, il giovane si era reso responsabile di due furti in appartamento e di un tentato furto in provincia di Savona. Il 25enne aveva utilizzato le medesime modalità per attuare tutti e tre gli episodi, accedendo alle abitazioni che aveva valutato di suo interesse mediante la forzatura di una finestra e rovistando le stanze alla ricerca di oggetti di valore, quali orologi, monili d’oro e denaro contante. In due casi, inoltre, era anche riuscito a scoprire la presenza di una cassetta di sicurezza, che aveva poi forzato con cacciaviti ed altri arnesi da scasso, riuscendo ad impadronirsi di un bottino del valore complessivo di circa 5.000 euro, recuperato in parte. In uno dei casi, inoltre, era riuscito a darsela a gambe appena in tempo accorgendosi che il proprietario dell’appartamento stava rincasando. Gli elementi raccolti dai Carabinieri del luogo nel corso delle indagini hanno consentito di attribuire al 25enne, identificato con certezza, la paternità degli episodi, e di assicurare alla Magistratura procedente gli elementi necessari per l’emissione del provvedimento eseguito dai Carabinieri di Crescentino.L’arrestato, espletate le rituali formalità, è stato associato alla Casa Circondariale di Vercelli dove dovrà espiare la pena di 2 anni e 4 mesi di reclusione.
M.Iar.
Con le braccia piene di flaconi di shampoo, nello specifico sei confezioni da sei bottiglie ciascuna, non poteva passare inosservato qualora avesse abbandonato il locale senza pagare, eppure ci ha provato, ma quando ha notato che un dipendente lo stava inseguendo ha buttato a terra tutte le confezioni e si è dato alla fuga raggiungendo l’esterno del centro commerciale dove spintonava a minacciava l’uomo che lo stava tallonando. Gli agenti della Squadra Volante di Torino, giunti immediatamente in largo Giachino, hanno arrestato il 43enne per tentata rapina e denunciato all’Autorità Giudiziaria per resistenza a Pubblico Ufficiale. Lo straniero, con diversi precedenti di Polizia, ha minacciato anche gli operatori ed ha tentato più volte di fronteggiarli.
Si è svolta stamattina a Torino una manifestazione davanti all’Alfiere sardo in piazza Castello per celebrare, con un giorno di ritardo, la Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’ Inno e della Bandiera stabilita per legge il 17 marzo. In effetti la festa, inventata dopo il 2011, e’ un pasticcio ideato dal sottosegretario montiano Paolo Peluffo che mescola insieme dei riferimenti storici diversi senza alcun criterio. Infatti esisteva già una festa della Bandiera tricolore il 7 gennaio, così come il IV novembre, invece di ricordare la Vittoria come sarebbe logico , si ricorda da tempo l’Unita ‘ nazionale. Il 17 marzo in effetti sarebbe l’anniversario della proclamazione del Regno d’Italia ,avvenuta a Torino a Palazzo Carignano , ma si preferisce parlare di Unità ,anche se nel 1861 mancavano all’Unità il Veneto, Roma, Trento, Trieste, l’Istria e Fiume . La giornata di quest’anno a Torino e’ stata miserevole, malgrado l’impegno delle associazioni d’arma e in particolare del gen. Cravarezza, benemerito animatore di tante iniziative storiche e patriottiche. Il vice sindaco Molinari- assente Appendino – ha fatto un svogliato ed acido intervento di cinque minuti in cui è riuscito a non fare neppure un cenno al monumento sotto il quale parlava, ma a delineare invece spunti smaccatamente politici su immigrazione e autonomie regionali che nulla c’entravano con la ricorrenza storica del 17 marzo. Altre autorità non si sono viste. In dieci minuti la cerimonia e’ tristemente finita. Il prossimo anno non parteciperò’ più ad una festa che andrebbe rivista perché la formulazione voluta da Peluffo- personaggio ormai felicemente “pensionato” al CNEL – e’ un assurdo perché mescola insieme richiami storici non omogenei che non ha senso richiamare insieme in quella data. Se poi a parlarne e’ il solo vice sindaco – profeta della “decrescita felice”, l’esito finale non può non essere che assolutamente negativo , come e’ accaduto stamattina. Mi rifarò stasera andando a protestare in piazza Palazzo di Città contro la Ztl a pagamento fino alle 19,30 .
Pier Franco Quaglieni
Un’infermiera di 42 anni ha avuto per oltre un anno una relazione sessuale con un ragazzino 14enne, amico della figlia. Insieme hanno anche consumato droga. La donna, residente nella provincia di Torino è stata arrestata dai carabinieri di Leini. E’ accusata di atti sessuali con un minore e cessione di stupefacente. I carabinieri e la Procura di Ivrea hanno scoperto che la relazione è durata dal mese di dicembre 2017 a gennaio di quest’anno.
In una struttura alberghiera di via Sacchi a Torino alcuni clienti avevano costatato nei giorni precedenti alcuni ammanchi in occasione di momenti di maggiore affluenza. Gli agenti del Commissariato “San Secondo” predisponevano pertanto, in occasione di un incontro di calcio, un servizio di controllo. I poliziotti indirizzavano le loro attenzioni su di un cittadino straniero che sostava all’interno dell’hall da circa 30 minuti senza aver fatto alcuna richiesta al personale della struttura. Il 51enne peruviano non essendo in grado di motivare la sua presenza veniva controllato dai poliziotti che lo trovavano in possesso di un grattaschiena estendibile con mano in metallo telescopico modificato, utilizzato tipicamente per commettere furti con destrezza. Lo straniero veniva denunciato per porto ingiustificato di chiavi o grimaldelli.
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M.Iar.
Durante un mirato servizio di prevenzione e repressione dei reati connessi allo spaccio di stupefacenti, gli agenti della Squadra Volante hanno arrestato tre cittadini stranieri per detenzione di marijuana e cocaina. Un senegalese di 24 anni e un gabonese di 19, con precedenti di Polizia e irregolari sul Territorio nazionale, sono stati notati mentre prelevavano ovuli di stupefacente dalla bocca per cederli ad un acquirente in cambio di denaro. Gli agenti provvedevano a fermare tutti e tre i soggetti. L’acquirente è stato sanzionato amministrativamente per la detenzione di cocaina mentre gli altri due sono stati arrestati per il medesimo titolo di reato in quanto oltre ad aver deglutito ovuli di stupefacente all’atto del controllo, come confermato dagli esami radiologici, sono stati trovati in possesso di oltre 200 euro in contanti, probabile provento dell’attività di spaccio. Mentre, sempre in corso Principe Oddone, è stato arrestato un nigeriano di 23 anni poiché deteneva 18 dosi di marijuana e 3 di cocaina.
Sono passati oltre sessant’anni dal film ‘Ladri di biciclette’ di Vittorio De Sica, uno dei maestri del neo-realismo italiano. Eppure i furti delle due ruote proseguono e c’è anche chi finisce in carcere come è accaduto venerdì sera a Torino dove una donna era stata notata da un passante armeggiare vicino ad una bici da passeggio che risultava assicurata agli stalli per biciclette presenti in via Carlo Alberto. Non sono bastate le due catene che la tenevano fissata agli alloggiamenti, sia nella parte anteriore che posteriore a far desistere la ladra nel compiere il furto. Con una grossa tronchese ha spezzato le catene e a bordo di un’altra bici si è diretta contromano lungo via Maria Vittoria in direzione piazza San Carlo trascinando con la mano destra la refurtiva. Gli agenti della Squadra Volante avevano visto la scena e contestualmente era giunta anche la segnalazione della Centrale Operativa. La donna, una 50enne italiana con diversi precedenti, ha provato a garantirsi la fuga scappando tra le vie Santa Teresa-Milano, piazza della Repubblica e corso Regina Margherita dove veniva fermata all’angolo con via Lungo Dora Savona.
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Massimo Iaretti
I reati a danno degli anziani sono, se possibile, ancora più odiosi. Non sempre, però le cose vanno bene a truffatori e ladri. Così è accaduto che siano finite in manette due persone cadute nella rete dei controlli previsti dal “Progetto Medusa”, concepito dal Questore, Francesco Messina, con la finalità di contrastare i fenomeni predatori ai danni delle persone anziane ad opera di malviventi specializzati. Personale della Squadra Mobile ha tratto in arresto, per il reato di tentata truffa aggravata , V.C., classe 1970, e F.O., classe 1985, entrambi con precedenti di Polizia. I due, a seguito dell’udienza di convalida, sono stati collocati agli arresti domiciliari. Erano stati notati, lo scorso mercoledì, a bordo della propria auto mentre percorrevano i controviali del centro città a bassa velocità come se stessero cercando qualcuno. Poco dopo si fermavano nei pressi di un palazzo in zona Barriera Milano dove la donna V.C. scendeva dal veicolo, suonava ad un citofono ed entrava all’interno di uno stabile mentre l’uomo aspettava a bordo strada. Successivamente, una volta lasciato lo stabile, la coppia veniva costantemente monitorata dai poliziotti che li fermavano dopo aver accertato che avevano tentato una truffa ai danni di una donna di 85 anni. La donna si era presentata in casa della vittima come addetta della sua banca ed aveva tentato di sottrarle denaro, monili e bancomat dicendole che doveva procedere ad un controllo. Tuttavia, l’inaspettata visita di una vicina dell’anziana signora aveva indetto la truffatrice a desistere impedendo la consumazione della truffa.
M.iar.