“Una buona notizia c’è”, dice il governatore Alberto Cirio annunciando in diretta Facebook, che il paziente “1” piemontese è guarito
Il 40enne torinese, manager in una multinazionale di Cesano Boscone da tempo ricoverato nella terapia intensiva dell’ospedale Amedeo di Savoia, infatti,”è risultato negativo: ha vinto la sua malattia”, aggiunge Cirio. Il presidente è ancora in auto isolamento dopo essere risultato positivo. “I dati ci dico che, senza restrizioni, il Piemonte oggi avrebbe trecento ospedalizzati in più. Ciò non significa che i contagi diminuiscono, per ora, ma che le misure adottate stanno funzionando”.
Le persone complessivamente identificate durante il controllo sono state 24, 15 delle quali straniere.
Donare il sangue è sicuro, non c’è nessun rischio di contagio, i centri di raccolta sono protetti. L’emergenza Covid-19 sta mettendo in ginocchio i servizi trasfusionali, per questo faccio appello ai piemontesi affinché si rechino presso uno dei centri presenti sul territorio”, ha dichiarato Stefano Allasia, presidente del Consiglio regionale
Un appello accorato dai sindacati di polizia di Torino rivolto a tutte le altre forze dell’ordine affinché seguano coraggiosamente il loro esempio, unendosi a tutti i cittadini responsabili, nella lotta contro il contagio del coronavirus che sta sconvolgendo la vita degli italiani e non solo. I poliziotti sono abituati a combattere ma in questo caso la lotta è contro un nemico subdolo e invisibile verso il quale i tutori dell’ordine oppongono, oltre ai servizi di prevenzione, repressione e di assistenza ai cittadini, comportamenti virtuosi e preventivi, modificando i loro orari di lavoro.
Questo orario estremo, continuano le OOSS, consente ai tutori dell’ordine di adempiere al loro dovere e di garantire comunque la sicurezza dei cittadini, limitandoli ad uscire di casa 3 giorni su 7 (garantendo comunque la continuità lavorativa 6 giorni su 7 con il 50% del personale ogni giorno negli uffici e permanendo i turni h.24 del controllo del territorio e delle pattuglie infoinvestigative e i servizi esterni) evitando di diventare vittime o mezzo di un eventuale contagio. Un immane sforzo e sacrificio richiesto agli uomini ed alle donne in divisa per rispondere con determinazione e orgoglio agli appelli provenienti dalle Autorità competenti, appelli tristemente avvallati dai dati piemontesi e della provincia di Torino sul numero dei deceduti, dei positivi sottoposti a quarantena, e dei ricoverati in terapia intensiva. Una scelta forte, per dimostrare la solidarietà verso i più deboli e coloro che sono più a rischio di ospedalizzazione, limitando il più possibile il contagio attraverso l’adozione di orari di lavoro gravosi (12 ore consecutive), con il giorno successivo di riposo. Un grande ed esemplare sacrificio che si auspica, nell’interesse della salute pubblica, venga seguito anche dalle altre forze dell’ordine e dalle polizie locali. Se è vero, come purtroppo è vero, che ci troviamo in una lotta senza tregua contro un nemico pericoloso e invisibile, dall’ultimo agente al Questore di Torino, i poliziotti, pur salvaguardando la loro mission, in questa battaglia, per il bene di tutti, stanno rinunciando temporaneamente, a una parte dei propri diritti.
