Due ufficiali dell’Arma delle Trasmissioni della Scuola di Applicazione dell’Esercito hanno presentato a Dahlonega (USA) gli esiti di uno studio sulla sicurezza informatica denominato “At War with Tor”. La ricerca elaborata dal Sottotenente Federico Lagrasta del 196° corso “Certezza” con la supervisione del Capitano Marco Balbo esamina le difficoltà che si incontrano nell’attribuire la paternità di attacchi cibernetici sferrati da piattaforme informatiche ubicate anche in luoghi remoti del globo e come tali difficilmente tracciabili. Il tema analizzato dai nostri ufficiali ha suscitato l’interesse dei partecipanti al “Simposio civile e militare sulle Operazioni Cyber” organizzato dalla North Georgia University, sede di uno dei sei college dell’Esercito USA. A fianco della delegazione della Scuola di Applicazione di Torino cadetti e ufficiali delle Forze Armate di Brasile, Georgia, Giappone, Lettonia, Nuova Zelanda, Polonia, Sudafrica e Ungheria. Fra i civili coinvolti nell’iniziativa docenti universitari e dirigenti d’azienda dei cinque continenti interessati a elaborare nuove strategie di cyber defence. L’attualità del tema trova riscontro nell’affermazione del Maggior Generale Stephen Fogarty, Capo di Stato Maggiore dell’US Cyber Command il quale aprendo il simposio ha sottolineato l’attualità della minaccia informatica. Scongiurare la compromissione di servizi e funzionalità pubbliche o aziendali, la fuoriuscita di dati sensibili e l’interruzione anche temporanea di comunicazioni è il target della cyber defence civile e militare che si oppone a una minaccia concreta e trasversale. La partecipazione della Scuola di Applicazione al simposio conferma l’efficacia di un modello formativo nel quale l’internazionalizzazione degli studi gioca un ruolo decisivo per la preparazione dei futuri dirigenti militari.
Erano state tante le polemiche dei commercianti che, tra grattacielo regionale e lavori per la prosecuzione della metropolitana, hanno dovuto sopportare anni di cantieri nel tratto di via Nizza compreso tra la torre di Fuksas e piazza Bengasi. Pare che sia finita. Musica, animazione per bambini e l’accensione delle “Luci di Natale” accompagneranno la festa organizzata dall’Associazione dei Commercianti per la riapertura di via Nizza, nel tratto tra il Lingotto Fiere e via Sommariva, in programma sabato 18 novembre, dalle 10 alle 18.
“È un giorno importante per chi vive e lavora nella zona e per i titolari degli esercizi commerciali e per i loro clienti che dopo quattro lunghi anni vedono ormai prossima la fine dei disagi derivati dal cantiere della metropolitana” affermano Maria Lapietra e Alberto Sacco, rispettivamente assessori alla viabilità e al commercio della Città .
“Il completamento del tracciato della linea 1 verso piazza Bengasi e l’entrata in esercizio delle due ultime stazioni – sottolinea Lapietra – modificherà le abitudini di trasporto con ricadute positive sulla qualità della vita dei residenti e sull’intera mobilità cittadina”.
“Ringrazio l’Associazione Commercianti Nuova Nizza Bengasi, Eataly e 8Gallery –conclude Sacco – per aver permesso, con il loro contributo, la realizzazione e l’allestimento delle luminarie di Natale; trenta bacchette magiche che con la loro luce creeranno un’atmosfera natalizia in via Nizza nel tratto compreso tra corso Maroncelli e via Caramagna.” Maria Lapietra e Alberto Sacco interverranno alla festa di sabato.
Alle 15.30 nella Parrocchia Assunzione di Maria Vergine, in via Nizza 355, l’assessora alla viabilità farà il punto sui progressi della Città nel campo della mobilità sostenibile e sui piani per il futuro mentre, alle 17.30, l’assessore al commercio e il Presidente della Circoscrizione 8, Davide Ricca, assisteranno all’accensione delle luminarie.
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Morto l’escursionista disperso sul Moncenisio
Trovato senza vita l’escursionista disperso domenica sera sul Moncenisio. Il corpo era in territorio francese, le cause della morte forse un malore, oppure un infortunio, che hanno portato la vittima all’ ipotermia . Il 38enne della Valle di Susa si era recato in montagna per un’escursione, poi in serata aveva chiesto l’intervento dei soccorsi ma non era riuscito a dare indicazioni precise sulla sua posizione. Impiegati nei soccorsi anche due elicotteri e le unità cinofile.
Il Corecom al servizio dei cittadini
Creare sinergie con le Istituzioni presenti sul territorio per garantire maggior fruibilità dei servizi ai cittadini: è questo l’obiettivo che il Comitato regionale per le comunicazioni del Piemonte (Corecom) ha illustrato nel corso della conferenza stampa che si è tenuta nel Palazzo della Provincia di Alessandria. “Il Corecom al servizio dei cittadini – ha sottolineato il presidente Alessandro De Cillis – è un progetto che coinvolge tutte le province piemontesi dando maggiore visibilità alle attività e alle opportunità offerte agli utenti. Uno dei principali impegni del Comitato è rappresentato dal servizio gratuito di conciliazione nelle controversie tra operatori di comunicazione elettroniche e utenti. Il Comitato risponde principalmente a due necessità: la prima di fornire un servizio utile al cittadino, rimettendo nel portafogli degli aventi diritto piemontesi cifre importanti e, in secondo luogo, assorbe e annulla un costo che diversamente peserebbe sulle spalle dei tribunali”. Quanto produce il Corecom Piemonte? “Nel 2016 – ha proseguito De Cillis – abbiamo ricevuto 5.140 domande e sono stati chiusi 5.500 contenziosi, di cui l’86 per cento in udienza e il 14 per cento in conciliazione. La tipologia di contenzioso più diffusa riguarda le fatturazioni non giustificate e in sede di udienza alla presenza di gestore e utente, la percentuale di accordi è stata del 79 per cento”.
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La percentuale di contenziosi risolti ha consentito, poi, agli utenti, di ottenere, in termini di erogazioni/corresponsioni attraverso assegni, bonifici, accrediti su fatture o su sim card e storno fatture, una somma complessiva di 1.555.000 di euro. “Le istanze provenienti dalla provincia di Alessandria – ha evidenziato il presidente – sono state 319 e hanno aperto 133 posizioni di contenzioso. Il rapporto tra istanze presentate e popolazione residente indica che, per ogni alessandrino che si rivolge al Corecom, lo stesso servizio viene utilizzato da 6 residenti della città metropolitana. Alessandria si colloca, quindi, al quarto posto tra le province che più di tutte utilizzano il Corecom”. “I risultati ottenuti dal Corecom negli ultimi anni in merito alla risoluzione delle controversie – ha proseguito poi Vittorio Del Monte, commissario del Comitato – dimostrano come questa procedura ‘alternativa’ gratuita funzioni, ma a condizione che l’accesso dell’utente sia facile e agevole. Si garantisce, così, uno strumento efficace, qualificato e utile al cittadino”. Per offrire poi le medesime opportunità agli abitanti di tutte le province piemontesi, il Corecom
ha informatizzato e decentrato, con un notevole riscontro positivo, il servizio di conciliazione, rendendolo fruibile in tutto il territorio regionale e attivando postazioni per le udienze a distanza (webconference) nelle sedi Urp (Ufficio relazioni con il pubblico) di ogni capoluogo di provincia.
Nel corso della conferenza stampa il vicepresidente Gianluca Nargiso ha focalizzato l’attenzione su uno dei temi di cui si occupa il Comitato, la tutela dei minori.
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“In particolare – ha spiegato Nargiso – mi riferisco al cyberbullismo. Si tratta di un fenomeno che, negli ultimi tempi, sta coinvolgendo moltissimi giovani, colpendo soprattutto le fasce più fragili. Il Corecom vuole essere sempre più presente anche tra i ragazzi. Siamo infatti intervenuti in numerosi eventi formativi nelle scuole e nelle passate edizioni del Salone internazionale del Libro abbiamo presentato iniziative volte a migliorare e approfondire la conoscenza di un uso consapevole della rete e dei social network. È emersa, quindi, una forte necessità di rivolgersi non solo ai minori ma anche ai loro genitori”. Sono state poi illustrate le altre funzioni svolte dal Corecom, tra cui la vigilanza sulla ricezione del segnale televisivo Rai regionale, la tutela della salute attraverso le rilevazioni di inquinamento elettromagnetico, il monitoraggio delle televisioni locali, l’avvio dei Programmi dell’Accesso televisivo locale e il rispetto della tutela dei minori nel settore radiotelevisivo. Il Comitato ha infine evidenziato la responsabilità nel garantire il pluralismo, la vigilanza sulla comunicazione istituzionale delle Pubbliche Amministrazioni in campagna elettorale e il controllo dei messaggi autogestiti gratuiti (Mag). All’incontro hanno partecipato Gianfranco Lorenzo Baldi e Gianfranco Cuttica di Revigliasco, rispettivamente presidente della Provincia e sindaco di Alessandria.
Daniela Roselli – www.cr.piemonte.it
L’azienda al centro di un’inchiesta condotta dalla Procura di Firenze e chiamata “malacarne”, per la fornitura di carne “non conforme” destinata a mense scolastiche e ospedaliere, nel marzo 2017 si è aggiudicata l’appalto per la fornitura di carni bianche e uova alla mensa dell’ospedale di Ciriè. L’appalto scadrà nel marzo 2018 ma dal 9 novembre, in via precauzionale, l’Asl To4 ha immediatamente sospeso gli ordini. Così l’assessore Alberto Valmaggia, per conto dell’assessore alla Sanità Antonio Saitta, ha replicato all’interrogazione a risposta immediata presentata dal consigliere Davide Bono (M5s), che chiedeva di conoscere le misure previste per evitare che in futuro gli appalti delle Aziende sanitarie regionali siano aggiudicati, in base al criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, a ditte che incidono sulla salute pubblica senza rispettare le regole in materia di alimentazione. Come affermato dal direttore generale dell’Asl To4, tutte le derrate sono soggette a costanti controlli che hanno sempre avuto esiti positivi nell’ambito della procedura Haccp, di controllo dei rischi legati all’igiene dell’alimento, il cui responsabile è il direttore sanitario del presidio. Anche l’azienda ospedaliera-universitaria San Luigi, rifornita dalla medesima ditta, ha adottato lo stesso tipo di precauzione dell’Asl To4. L’assessore ha infine ricordato che le aziende sanitarie regionali seguono le disposizioni previste dalle normative comunitarie e nazionali in tema di appalti. Durante la sessione del question time è stata inoltre data risposta alle interrogazioni di Maria Carla Chiapello(Moderati) sui lavori dell’A6 nel tratto Fossano-Marene, di Gian Luca Vignale (Mns) sul bando a procedura pubblica dell’Asl di Vercelli, di Silvana Accossato (Mdp) sulle risultanze del tavolo di monitoraggio per il riordino della residenzialità psichiatrica, di Stefania Batzella (Mli) sul ripristino delle linee telefoniche delle frazioni del Comune di Caprie, bruciate nell’incendio in Val Susa, di Marco Grimaldi (Sel) sul nuovo Parco della salute di Torino, di Elvio Rostagno (Pd) sull’iniziativa di protesta promossa da una formazione politica all’ospedale oftalmico di Torino, di Valentina Caputo (Pd) sull’inquadramento del personale dei Centri per l’impiego, di Federico Valetti (M5s) sulla connessione della linea To-Ceres nel passante ferroviario, di Gianpaolo Andrissi (M5s) sul rispetto degli indirizzi regionali riguardo ai rifiuti indifferenziati nelle more dell’approvazione e attuazione del disegno di legge 217.
Sesso in cambio di voti alti? 11 mesi al prof
Meno di un anno: a 11 mesi di reclusione, questa la condanna, per tentata concussione e detenzione di materiale pedopornografico, nei confronti Luca Sgarbi, il docente universitario associato di Diritto del Lavoro presso l’ateneo torinese. A difendere il professore gli avvocati Grabbi e Ronco, il pm è Gianfranco Colace. L’uomo era stato denunciato da una studentessa alla quale aveva promesso una laurea con voti eccellenti in cambio di favori sessuali e fotografie hard.
di Enzo Biffi Gentili
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Agli storpi, grucciate. È un proverbio toscano che rimarca, in modi aggressivi e un po’ volgari, il frequente accanirsi contro chi ha già qualche problema. A me pare espressione molto efficace per descrivere quanto è avvenuto alle Vallette con il posizionamento dell’installazione luminosa Ice Cream Light dell’artista Vanessa Safavi, poi vandalizzata. Cerco di spiegarmi meglio, iniziando a segnalare alcuni pubblici commenti relativi al primo posizionamento di quell’opera in piazza Bodoni, nel 2013. A quel tempo Gabriele Ferraris, in un intervento sul suo blog, intitolato Luci d’artista: Vanessa e la Premiata Gelateria Bodoni, tra l’altro scrisse: “l’opera di Vanessa Safavi non mi piace: mi piacerebbe se avessi una gelateria, magari sul lungomare di Rimini, e in tal caso sì, credo proprio che potrei anche comprarla, un’insegna un po’ costosa però i clienti li attira per forza, mica passa inosservata” (ma Ferraris giustamente si pone alcune altre domande sulle ragioni della scelta di quell’artista, e sui costi, non modesti, di quella realizzazione). Recentemente invece, in modi più bruschi, l’architetto Maurizio Cilli ha ricordato su Facebook che all’origine “i coni gelato luminosi erano già poca cosa”, poi precisando ulteriormente: “a me facevano cagare”.
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Diciamo allora che sul valore di quell’installazione non c’era una positiva unanimità di giudizi da parte di esperti. Eppure l’amministrazione comunale ha deciso di infilare nelle Vallette, senza discuterne preventivamente in loco, proprio quei coni, che anche a qualche abitante non sono piaciuti, come ha dimostrato il robusto dissenso manifestato. Qui nascono un paio di questioni, di metodo e di merito, cruciali proprio per una forza politica come il MoVimento Cinque Stelle che sulle periferie urbane si era tanto, in campagna elettorale, dato da fare e che sulla necessità dell’innovazione ha sempre predicato. La prima: stupisce che l’Assessora alla Cultura non rammenti chi nella nostra città sulla questione del difficile rapporto tra interventi artistici, aree marginali e residenti si è da anni esercitato, con buoni risultati: oltre al citato Cilli, soprattutto il gruppo -notazione incidentale, tutto femminile- denominato a.titolo. Seconda questione: sconcerta, con l’assenza di serie e trasparenti motivazioni per la scelta di un’opera, quella di una riflessione operativa sulle nuove tecnologie oggi a disposizione, molto più performanti sia in termini di risparmio energetico che di resa illuminotecnica.
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E sempre per la serie “agli storpi, grucciate”, nel dibattito che si è innescato Luca Beatrice ha affermato che “ci sono luoghi dove la bellezza e la cultura non arrivano; vanno lasciati al loro triste destino” (successivamente, peraltro su espressa richiesta, si è scusato…). Per concludere, l’apparizione dei coni nel 2013 in piazza Bodoni fu festeggiata con la distribuzione agli astanti di delizie di quattro gelatieri torinesi, offerta che alle Vallette quest’anno non mi risulta si sia riprodotta. Termino quindi come ho iniziato, ricorrendo di nuovo alla proverbiale saggezza popolare. Un tempo si diceva, per celiare: “ti porto a vedere i signori che mangiano il gelato”…
Una gran bella storia di buona sanità e di generosità a lieto fine per l’ospedale Mauriziano di Torino. La protagonista è la signora Stefania Vergnano, una giovane donna che due anni fa scopre di avere un tumore della mammella e viene operata al Mauriziano proprio l’ultimo giorno dell’anno. Pur nel momento difficile, si instaura un ottimo rapporto con il chirurgo ginecologo senologo, anche perché entrambi hanno in comune la passione per la musica: Stefania canta ed il chirurgo suona da anni le tastiere in una band. Chiacchierando sulle necessità della Breast Unit del Mauriziano (diretta dalla professoressa Nicoletta Biglia) e sulla difficoltà ad ottenere in tempi brevi alcune attrezzature, nasce l’idea di iniziare una raccolta fondi da proporre durante eventi musicali in giro per il Piemonte ed anche mediante la pubblicizzazione dell’iniziativa sui social. Un progetto di ricerca dedicato alle donne ad alto rischio eredo-familiare di tumori della mammella e ginecologici, settore in cui la Breast Unit del Mauriziano è da anni molto attiva ed esperta, consente di ottenere fondi da una casa farmaceutica e, attraverso il passaparola tra i colleghi, che conoscono Stefania, sono stati raccolti fondi dall’Associazione dei Dipendenti UniCredit NOI – Nord Ovest Insieme Onlus -, fondi che UniCredit Foundation ha duplicato. Infine, arrivano alcune donazioni private effettuate da famiglie e dagli amici in memoria dei loro cari. Dopo un anno e mezzo è stata raggiunta la cifra di euro 24.877,50 e grazie all’integrazione della cifra mancante da parte dell’Amministrazione del Mauriziano, si è riuscito a raggiungere il primo obiettivo con l’acquisto di un ecografo a sonda lineare ad alta frequenza. E’ da sottolineare, al di là della soddisfazione di disporre della nuova strumentazione, la generosa e spontanea partecipazione di tante persone che in un modo o nell’altro hanno attraversato momenti di dolore personale o familiare ed hanno deciso di dedicare una parte del loro tempo e dei loro beni al miglioramento delle possibilità di cura di chi si sarebbe trovato in futuro ad incontrare la malattia e tutte le difficoltà che questo evento comporta. La raccolta di fondi continua perché molti progetti sono ancora da realizzare, nell’ambito della formazione di personale dedicato che possa seguire con continuità e competenza le donne nel faticoso percorso dalla diagnosi a tutte le fasi di trattamento del carcinoma mammario per il miglioramento della qualità di vita dopo il tumore.