Sono state rese note le motivazioni della Corte d’Appello di Torino relative alla sentenza con cui ribaltò lo scorso luglio il giudizio di primo grado, pronunciando 25 condanne per la Rimborsopoli degli ex consiglieri del Piemonte. “L’elevata frequenza di scontrini non inerenti di cui si afferma la presentazione erronea in buona fede è con tutta evidenza logicamente non credibile”, sostengono i magistrati e aggiungono che non si può considerare di rilievo politico ogni pranzo o cena al ristorante o un incontro al bar dove sia presente un consigliere regionale. La sentenza riguarda 25 ex consiglieri del Piemonte della legislatura di Roberto Cota.
Sono state rese note le motivazioni della Corte d’Appello di Torino relative alla sentenza con cui ribaltò lo scorso luglio il giudizio di primo grado, pronunciando 25 condanne per la Rimborsopoli degli ex consiglieri del Piemonte. “L’elevata frequenza di scontrini non inerenti di cui si afferma la presentazione erronea in buona fede è con tutta evidenza logicamente non credibile”, sostengono i magistrati e aggiungono che non si può considerare di rilievo politico ogni pranzo o cena al ristorante o un incontro al bar dove sia presente un consigliere regionale. La sentenza riguarda 25 ex consiglieri del Piemonte della legislatura di Roberto Cota.
Ruba la borsetta a una donna: “Colpa del gioco”
La notizia è una tra le tante che la cronaca offre ogni giorno a chi la segue. Ma quella che deve fare riflettere è la motivazione che ha spinto un giovane incensurato a derubare una donna e, subito dopo, a finire agli arresti: la ludopatia. Il fatto è avvenuto a Vercelli domenica quando, nel pomeriggio, la sala operativa della Questura riceveva una telefonata che segnalava un furto con strappo ai danni di una signora a cui era stata sottratta la borsetta. Le persone che avevano assistito al fatto, però, riuscivano, a mantenere il controllo visivo del giovane ladro e ad inseguirlo nelle vie limitrofe allo stadio comunale. Qui veniva arrestato dal personale della Digos impegnato in un servizio di ordine pubblico e dalla pattuglia della squadra volante. Lo scippatore era un cittadino egiziano, regolarmente soggiornante in Italia e senza alcun precedente. Sottoposto a perquisizione personale consegnava spontaneamente il denaro e confessava di aver compiuto il reato perché affetto da ludopatia e ‘bisognoso’ di denaro per continuare a giocare alle slot machine. In attesa dell’udienza di convalida veniva sottoposto agli arresti domiciliari e, nel pomeriggio del 21 gennaio, il Gip, dopo aver convalidato l’arresto, disponeva per il giovane la misura dell’obbligo di firma. Intanto, in attesa che la giustizia faccia il suo corso, sarebbe opportuno che l’uomo venisse anche curato perché la ludopatia è, comunque, una malattia sociale.
Massimo Iaretti
Ruba la borsetta a una donna: "Colpa del gioco"
La notizia è una tra le tante che la cronaca offre ogni giorno a chi la segue. Ma quella che deve fare riflettere è la motivazione che ha spinto un giovane incensurato a derubare una donna e, subito dopo, a finire agli arresti: la ludopatia. Il fatto è avvenuto a Vercelli domenica quando, nel pomeriggio, la sala operativa della Questura riceveva una telefonata che segnalava un furto con strappo ai danni di una signora a cui era stata sottratta la borsetta. Le persone che avevano assistito al fatto, però, riuscivano, a mantenere il controllo visivo del giovane ladro e ad inseguirlo nelle vie limitrofe allo stadio comunale. Qui veniva arrestato dal personale della Digos impegnato in un servizio di ordine pubblico e dalla pattuglia della squadra volante. Lo scippatore era un cittadino egiziano, regolarmente soggiornante in Italia e senza alcun precedente. Sottoposto a perquisizione personale consegnava spontaneamente il denaro e confessava di aver compiuto il reato perché affetto da ludopatia e ‘bisognoso’ di denaro per continuare a giocare alle slot machine. In attesa dell’udienza di convalida veniva sottoposto agli arresti domiciliari e, nel pomeriggio del 21 gennaio, il Gip, dopo aver convalidato l’arresto, disponeva per il giovane la misura dell’obbligo di firma. Intanto, in attesa che la giustizia faccia il suo corso, sarebbe opportuno che l’uomo venisse anche curato perché la ludopatia è, comunque, una malattia sociale.
Massimo Iaretti
Nella giornata di mercoledì scorso la Polizia di Stato ha fermato un uomo che poco prima aveva tentato alcune rapine nella stazione ferroviaria di Torino Porta Susa. Il capotreno del treno Torino – Milano contattava la Sala Operativa della Questura di Vercelli segnalando che a bordo del convoglio era presente un giovane, senza biglietto, che era stato visto da una signora minacciare alcune persone, chiedendo dei soldi, alla stazione torinese. Le pattuglie della Squadra Volante, giunte immediatamente alla stazione ferroviaria di Vercelli, intercettavano l’uomo che veniva condotto in Questura per gli accertamenti del caso. Dopo una rapida ed accorta attività di indagine, gli Agenti di Polizia scoprivano che, prima di prendere il treno, il ragazzo, un giovane senza fissa dimora e con numerosi precedenti penali, aveva minacciato con una lametta diverse persone che aspettavano il treno affermando di procurare loro uno sfregio sul viso se non gli avessero dato i soldi. Inoltre, gli Agenti della Squadra Volante accertavano che il giovane era stato scarcerato soltanto due mesi fa per violenza sessuale dal carcere di Torino, dove si trovava detenuto. Alla luce degli elementi raccolti l’uomo veniva sottoposto a fermo di indiziato di delitto e condotto, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, presso il carcere di Vercelli, in attesa dell’udienza di convalida. Il giorno successivo il Giudice delle Indagini Preliminari convalidava il fermo e disponeva la misura della custodia cautelare in carcere. L’auspicio è che vi rimanga a lungo, visto che era appena uscito dopo esserci stato per un reato odioso come la violenza sessuale e, nonostante questo ha dimostrato una forte tendenza a commettere reati di allarme sociale. Naturalmente i fatti dovranno venire accertati e questo è un compito della magistratura non di chi scrive, ma icto oculi se son rose ….
Massimo Iaretti


Accoltella il fratello per un'eredità
Ha colpito il fratello con cinque coltellate, una profonda lo ha ferito al polmone, e ha tentato di lasciare l’Italia a bordo di un pullman FlixBus partito da Torino verso Bruxelles, ma è stato rintracciato e bloccato al confine con la Svizzera. L’episodio è avvenuto a Cossato, nel Biellese. L’aggressore è un 42enne di origini marocchine, che ha accoltellato il fratello nel corso di una lite probabilmente legata questioni economiche per un’eredità. La vittima, che ha avvisato i carabinieri, è ricoverata in condizioni gravi all’ospedale.
Accoltella il fratello per un’eredità
Ha colpito il fratello con cinque coltellate, una profonda lo ha ferito al polmone, e ha tentato di lasciare l’Italia a bordo di un pullman FlixBus partito da Torino verso Bruxelles, ma è stato rintracciato e bloccato al confine con la Svizzera. L’episodio è avvenuto a Cossato, nel Biellese. L’aggressore è un 42enne di origini marocchine, che ha accoltellato il fratello nel corso di una lite probabilmente legata questioni economiche per un’eredità. La vittima, che ha avvisato i carabinieri, è ricoverata in condizioni gravi all’ospedale.
Lunedì 21 gennaio, alle 9.45, nella Chiesa Parrocchiale San Giovanni Bosco di via Sarpi 117 (la Chiesa dell’Istituto Agnelli), sarà celebrato San Sebastiano patrono della Polizia Municipale.
Nella Messa l’Arcivescovo di Torino Mons. Cesare Nosiglia ricorderà anche, nel trentennale dalla sua scomparsa, l’Agente Roberto Bussi proprio nella parrocchia che lo ha visto crescere e ancora oggi frequentata dai suoi genitori.
Da quest’anno la celebrazione di San Sebastiano non si svolgerà più soltanto in Duomo, da sempre punto vitale e centrale della religiosità cittadina, ma, per incontrare le tante realtà circoscrizionali, anche presso le diverse Parrocchie di Torino.
(foto: il Torinese)
Gli artificieri del 32° reggimento genio guastatori della Brigata Alpina “Taurinense”, unità altamente specializzata dell’Esercito Italiano, hanno disinnescato domenica 20 gennaio la bomba d’aereo americana da 1000 libbre, risalente al secondo conflitto mondiale, rinvenuta nei giorni scorsi nell’alessandrino sotto il ponte tra Valenza e Lomellina.
La bomba, di tipo AN-M65 e contenente circa 270 kg di esplosivo, al termine di delicate operazioni di “despolettamento” e di messa in sicurezza, è stata trasportata in un’area sicura a nord del ponte ferroviario, dove è stata fatta brillare senza danni per le infrastrutture circostanti. Particolare attenzione è stata posta – tramite l’adozione di particolari accorgimenti tecnici – alla salvaguardia dell’ambiente naturale, essendo l’area interessata insistente nel Parco fluviale del Po.
Gli artificieri del 32° hanno dapprima rimosso, tramite la cosiddetta “chiave a razzo”, la spoletta posteriore dell’ordigno, per poi procedere con il taglio meccanico della porzione anteriore della bomba contenente la spoletta inestraibile e trasportandone poi il troncone disinnescato nel sito individuato per il brillamento.
Iniziate alle ore 7.30 della mattina, le operazioni si sono protratte fino alle ore 18.00 circa, e grazie allo stretto coordinamento tra la Prefettura di Alessandria e il Comune di Valenza, è stato possibile intervenire limitando al massimo i disagi per la popolazione civile ed incidendo il meno possibile sul traffico ferroviario e aereo prospiciente l’area interessata. Già nella giornata di sabato 19, gli operatori del team EOD (Explosive Ordnance Disposal) unitamente al personale della compagnia di supporto allo schieramento del 32° reggimento guastatori, erano intervenuti implementando e finalizzando le opere di barricamento e di predisposizione del sito di brillamento.
Gli specialisti del 32° reggimento genio guastatori – che vantano una preziosa esperienza maturata anche nelle missioni all’estero – nel solo 2018 hanno effettuato 110 interventi, bonificando, tra le altre, le bombe d’aereo dello stesso tipo di quella di Valenza ritrovate a Casale Monferrato e presso il Lingotto di Torino, rendendo inoffensivi oltre 300 residuati bellici inesplosi in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. A fianco della propria attività prettamente militare, il reggimento interviene, su richiesta delle Prefetture competenti, in attività a supporto della popolazione in caso di calamità, come in Liguria lo scorso novembre o in Abruzzo a seguito dei noti eventi sismici e climatici.
Massimo Iaretti
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ORE 13 – E’ in corso di svolgimento, da parte degli uomini del 32° Guastatori alpini della Taurinense, l’operazione per rendere inoffensivo l’ordigno da 1000 libre, frutto dei bombardamenti americani nella seconda guerra mondiale miranti a distruggere il ‘Ponte di ferro’ sul Po a Valenza, che collega il Piemonte con la Provincia di Pavia. Le operazioni, dopo che, come da decisione presa nel vertice della prefettura di Alessandria, la zona era stata ‘blindata’ nelle due aree di evacuazione e di rispetto, sono iniziate alle 9.50 e già alle 10,05 la spoletta posteriore è stata disinnescata. Poi si è iniziato l’intervento su quella anteriore, che si sta provvedendo a tagliare con un getto di acqua e sabbia. Una volta terminata questa fase l’ordigno verrà rimosso con una gru, spostato di

600 – 700 metri sempre in territorio valenzano, ma al confine con il Comune di Bozzole, e qui di provvederà a rendere inoffensivo del tutto il tritolo o a farlo brillare. Intanto da stamattina presto è aperto il Com 4 – Centro operativo misto di Valenza, presso la sede del comando della polizia municipale in viale Santuario, con la presenza del vice prefetto Paolo Ponta, del sindaco di Valenza, Gianluca Barbero, degli assessori Marina Baiardi e Luca Ballerini, del sindaco di Frassineto Po, Gian Mario Argentero, del maggiore Elvio Pascale del 32° Guastatori Taurinense (che coordina le operazioni), di esponenti delle forze dell’ordine, della protezione civile, della questura di Alessandria.
Massimo Iaretti