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Proseguono le indagini al Regio

Oggi gli ufficiali di polizia giudiziaria di Spresal – ASL Città di Torino, hanno consegnato al Teatro Regio un verbale di sequestro giudiziario emesso dal Pubblico Ministero dott. Vincenzo Pacileo in relazione all’incidente occorso lo scorso 18 gennaio allo scopo di consentire una ricostruzione tecnica di quanto accaduto. La Direzione del Teatro Regio, appena dopo l’accaduto e ancor prima di questo provvedimento, aveva già disposto di non utilizzare i tiri di scena tanto che le recite di Turandot sono proseguite senza alcuna movimentazione e Salome non verrà presentata nell’allestimento originale, bensì in forma semi-scenica. Nel vocabolario teatrale questo significa che l’orchestra suona in buca, i cantanti possono indossare costumi e muoversi su un palcoscenico adorno di pochissimi elementi e, nel nostro caso, non c’è alcuna movimentazione di tiri e ponti di scena.   Confidando nel lavoro della Magistratura, ci auguriamo che le indagini terminino il più presto possibile, in modo che possa regolarmente proseguire la Stagione d’Opera.

 

Donna accusata di stalking telefonava 500 volte al giorno alla ex fidanzata

La chiamava oltre 500 volte al giorno e aveva scaricato un’applicazione per poter telefonare continuamente. Una donna di 45 anni è ora sotto processo per stalking nei confronti dell’ex fidanzata, di  20 anni più giovane di lei. Le due avevano iniziato una relazione nel 2012 , quando la ragazza ha deciso di troncarla per lei è stato un inferno: la ex minacciava di  raccontare tutto alla mamma della giovane , si presentava sotto casa e ha anche minacciato di suicidarsi. poi la denuncia da parte della ragazza.

I VOLONTARI OSPEDALIERI INCONTRANO PAPA FRANCESCO

L’Avo (Associazione Volontari Ospedalieri) ha incontrato oggi Papa Francesco: l’udienza, molto attesa dai 25.000 volontari delle 242 sezioni Avo diffuse in Italia, è stata sostenuta dall’Associazione delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte, che ha contribuito alla sua realizzazione dopo 27 anni dall’ultimo incontro, il 17 novembre del 1990, quando i volontari dell’Avo furono ricevuti da Papa Giovanni Paolo II.

 

Circa settemila volontari ospedalieri provenienti da tutto il Paese hanno partecipato all’udienza di Papa Francesco in piazza San Pietro: una delegazione ha consegnato al Santo Padre la tessera n.1 di Volontario Avo. Era presente il Presidente dell’Associazione delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte e della Fondazione CRT Giovanni Quaglia.   

 

Nell’occasione, sono state riportate a Papa Francesco le preghiere, le preoccupazioni e le speranze dei tanti pazienti che i volontari Avo avvicinano ogni giorno, per ascoltarli, confortarli, sostenerli, aiutarli. Un servizio delicato e dedicato alle persone, malate, sole, sofferenti, che si trovano negli ospedali, negli hospice e nelle case di riposo.

 

Per esprimere concretamente la riconoscenza verso Papa Francesco, per il suo grande impegno a sostegno dei malati, degli emarginati e per la sua costante attenzione al mondo della salute, i volontari dell’Avo hanno offerto un contributo destinato alle opere del Pontefice.

 

A loro volta, i volontari dell’Avo hanno ricevuto dall’incontro con Papa Francesco nuove energie e incoraggiamenti a proseguire la loro missione e il loro servizio di solidarietà e sussidiarietà, praticato sempre con discrezione e grande umanità.

 

L’Avo è stata fondata nel 1975, a Milano, dal professor Erminio Longhini, eminente medico (mancato nel 2016), decorato nel 2004 con medaglia d’oro al merito della Sanità pubblica dall’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. I suoi volontari operano, in modo totalmente gratuito, in oltre 700 strutture, tra ospedali e altre strutture di ricovero.

 

L’Associazione delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte, nata nel 1995, riunisce le Fondazioni Cassa di Risparmio di Alessandria, Asti, Biella, Bra, Cuneo, Fossano, Saluzzo, Savigliano, Torino, Tortona, Vercelli e la Compagnia di San Paolo. Ha l’obiettivo di promuovere iniziative congiunte, studiare e armonizzare l’attività svolta dalle singole Fondazioni e favorirne il confronto su tematiche di interesse comune. Rappresenta un sistema essenziale per lo sviluppo sociale, culturale ed economico della Regione. Dal 2017 l’Associazione delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte è presieduta dal Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia.

Inchiesta sul crollo al Regio

Aperto un fascicolo d’inchiesta sull’incidente di giovedì sera al Teatro Regio durante la Turandot, quando una parte della scenografia è crollato sul palco ferendo due coristi. Il reato ipotizzato dalla procura è lesioni. Al momento non ci sono indagati. A causare l’incidente forse il disallineamento di alcuni tiranti.

 

(foto mm – il Torinese)

Sparato un proiettile sul bus della linea 29

Paura, ma nessun danno, per i passeggeri del bus della linea 29 che ieri sera in via Val della Torre, zona Lucento, è stato colpito da un proiettile sparato da un’arma ad aria compressa. La pallottola, distruggendo un vetro del mezzo pubblico, ha sfiorato un passeggero. La polizia municipale sta indagando: tra le ipotesi quella di una baby gang.

 

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Centri sociali e scritte contro la polizia: esposto di FdI

“Questa mattina Borgo Aurora si è svegliata completamente deturpata dai graffiti dei soliti estremisti della galassia dei centri sociali. Le scritte invocano palesemente l’intenzione di impedire qualunque tipo di miglioramento del quartiere”. La denuncia è di Patrizia Alessi, consigliere di circoscrizione di Fratelli d’Italia. “Appendino prenda telefono e  secchiello: chieda lo sgombero delle occupazioni e mandi qualcuno a pulire lo scempio.”, aggiunge Augusta Montaruli, dell’esecutivo nazionale di FdI. “Il gesto e’ una minaccia inaccettabile per il quartiere che e’ dei residenti e dei torinesi e non può essere appannaggio di gruppi di violenti. Invieremo un esposto in Procura perché non si tratta solo di scritte: e’ il serio tentativo di controllare il territorio attraverso la minaccia e l’intimidazione affinché’ Borgo Aurora diventi un centro sociale all’aria aperta”, conclude Patrizia Alessi.

Moi: dopo l’aggressione a Maspoli riprogrammare le azioni

La conferenza dei capigruppo del Consiglio comunale ha audito nel pomeriggio Antonio Maspoli, direttore di progetto designato da Compagnia di San Paolo per dar corso al programma comunale di recupero delle palazzine ex Moi di via Giordano Bruno e di ricollocazione degli occupanti.

Maspoli ha ripercorso le giornate difficili che a partire dai primi 97 trasferimenti del 21 novembre scorso, hanno visto una forte crescita dell’affluenza di occupanti presso l’ufficio del progetto, e contemporaneamente i ripetuti tentativi di parte degli occupanti di bloccare l’attività dell’ufficio stesso, culminati con la violenta aggressione di cui è stato vittima il 21 dicembre. La rappresentante della Giunta ha detto che da allora le attività segnano una fase di stallo, anche per volontà della Compagnia di San Paolo che chiede al tavolo interistituzionale (Città di Torino, Città Metropolitana di Torino, Regione Piemonte, Diocesi di Torino, Prefettura di Torino e Compagnia di San Paolo) di stabilire condizioni di maggior sicurezza prima di riprendere le attività. A tale proposito entro fine mese sarà presa una decisione sulla collocazione dell’ufficio del progetto che attualmente si trova all’interno dell’area ex Moi. Alcuni capigruppo, e con loro il rappresentante della Circoscrizione 9, presente all’audizione, hanno sollecitato la presentazione di un nuovo programma di attività, con obbiettivi intermedi e tempistiche. Da parte della Giunta è stato assunto l’impegno a presentare tale cronoprogramma dopo il prossimo incontro con il tavolo interistituzionale, ovvero attorno alla metà di febbraio.

Testimone di Geova operato senza trasfusioni: è salvo

Ha 62 anni il paziente colpito da dissezione aortica, di Napoli, che è stato salvato al Maria Pia Hospital di Torino (nella foto). E’ stata utilizzata una innovativa tecnica chirurgica che non prevede trasfusioni di sangue, così come richiesto dal suo credo religioso di Testimone di Geova. Aveva rifiutato l’intervento con la tecnica tradizionale, che richiede diverse trasfusioni. Il trasferimento da Napoli è avvenuto su un volo-ambulanza. L’operazione è stata effettuata  all’inizio di gennaio ma è stata resa nota soltanto oggi. Il  Maria Pia Hospital è specializzato nella chirurgia bloodless. L’intervento è durato cinque ore ed è perfettamente riuscito.

 

Bloodless: la tecnica operatoria senza trasfusioni

 

L’equipe del Maria Pia Hospital ha di recente operato con successo un uomo gravemente affetto da dissezione aortica utilizzando la tecnica Bloodless che non prevede l’uso di sangue esterno, anche per casi molti complessi.  Risponde alle domande il Dottor Sebastiano Marra, Direttore del Dipartimento Cardiovascolare Maria Pia Hospital.

 

Dottor Marra, che cos’è la dissezione aortica?

La dissezione aortica – qui di tipo A, la più grave – è una delle urgenze più drammatiche affrontabili in cardiochirurgia. L’intervento – a profilo di rischio elevato – va condotto da specialisti esperti. Le nostre arterie, aorta compresa, sono composte da 3 strati a diversa consistenza: lo strato interno, chiamato intima, lo strato intermedio, muscolare, importante per l’elasticità e la contrattilità del vaso, e lo strato esterno, detto avventizia, con caratteristiche nutritive. In alcune circostanze – per patologie quali la Sindrome di Marfan o quando vi è una precedente condizione di delicatezza strutturale da ipertensione arteriosa di lungo tempo e non ben curata – la pressione sanguigna esercitata sulla parete provoca una rottura, in gergo detta slaminamento, di questi 3 strati (in particolare dello strato muscolare o dell’intima) e il conseguente ingresso del flusso ematico in piccole fessure patologiche. L’aorta si lacera quindi a livello del suo strato più interno, la cosiddetta tonaca intima, e ad ogni battito cardiaco questa rottura si fa strada lungo la parete del vaso, generando un “falso lume”, ovvero una strada alternativa, più precaria e pericolosa, che coinvolge anche tutte le diramazioni arteriose che vascolarizzano i principali distretti corporei, dall’encefalo agli organi addominali, complicando progressivamente e irreparabilmente il quadro. Dal momento dell’insorgenza dei sintomi, maggiore è il tempo che passa, maggiore è la probabilità di rottura a tutto spessore dell’aorta, evento che porta ad un’emorragia massiva e a morte nell’arco di pochissimi minuti.

 

Come si manifesta? Qual è sintomo che porta a correre in Pronto Soccorso?

La dissezione aortica di tipo A insorge solitamente con un dolore toracico improvviso e trafittivo, che può essere associato o meno a perdita di coscienza. Una delle caratteristiche che fa più facilmente sospettare la patologia è il dolore definito “migrante”, ovvero descritto dal paziente come un dolore “che si sposta” col passare dei minuti in zone diverse del torace e della schiena: questo è dovuto alla dissezione che progredisce avanzando lungo la parete aortica, peggiorando il quadro clinico.

I sintomi possono assomigliare a quelli dell’infarto: dolore al petto, oppressione al torace, senso di disagio di tipo anginoso. Vi sono poi alcune forme più subdole, in quanto la dissezione sale verso i vasi sanguigni che portano ossigeno e nutrienti al cervello e il paziente va incontro a sincope da ischemia cerebrale.

 

Come si è sviluppata in questo caso? Patologia congenita o causa acquisita?

Le cause sono prevalentemente acquisite: correlate alla malattia ipertensiva, alle cosiddette cardiopatie e hanno una tendenza all’ipertrofia del muscolo cardiaco e sviluppano una pressione superiore al normale sull’aorta che tende a dilatarsi e andare incontro a rottura.

Nel caso del sig. C.M. sembra che l’aorta ascendente del paziente presentasse già una dilatazione aneurismatica di almeno 7 cm, lesione che normalmente si sviluppa negli anni, in concomitanza con una ipertensione arteriosa importante o con alterazioni congenite del collagene, una molecola proteica che costituisce “l’impalcatura” dei tessuti dell’organismo (e.g. sindromi di Marfan). In questo caso l’aneurisma che poi si è disseccato sembra ascrivibile alla prima ipotesi, cioè a una ipertensione arteriosa severa da lungo tempo.

 

A quali valutazioni è stato sottoposto il paziente prima dell’operazione?

Innanzitutto ad esami diagnostico-strumentali quali TC, Coronarografia, Ecocardiografia – quest’ultima necessaria a valutare eventuali problematiche a carico degli apparati valvolari – in associazione ai test di laboratorio.

 

Quando è necessario intervenire?

Nei casi di dissezione aortica di tipo A – quelle che ‘colpiscono’ il tratto ascendente – è sempre necessario intervenire. Occorre, infatti, chiudere la porta d’ingresso, il buco, da cui il sangue entra. In altre situazioni, cioè se lo ‘slaminamento’ interessa altre porzioni dell’arteria vedi l’aorta toracica, può essere, a volte e inizialmente, sufficiente sorvegliarne il decorso attraverso terapia farmacologica utile a controllare la pressione arteriosa.

 

Vi sono maggiori benefici utilizzando la tecnica “bloodless”?

La perdita del patrimonio ematico durante un intervento – su questo aspetto si è concentrata l’attenzione dei chirurghi e dei medici negli ultimi 15 anni – è un elemento tutt’altro che trascurabile in termini di mortalità dei soggetti sottoposti a trattamento. In altre parole, si è visto come il rischio operatorio aumenti in proporzione al sanguinamento. Il sanguinamento predispone a infezioni. In più, l’impoverimento del ‘patrimonio di sangue’ dell’individuo lo indebolisce: ad esempio ha meno capacità d’ossigenazione e ha meno capacità nutritive verso tutti gli organi: cervello, polmoni, reni. La tecnica “bloodless”, che a Maria Pia Hospital ha trovato terreno fertile per svilupparsi, è la sommatoria di tante piccole attenzioni: dalla valutazione pre-intervento (per un semplice test di laboratorio è sufficiente la microprovetta) alla gestione vera e propria della procedura chirurgica. Facendo sì, all’esito finale, che il paziente non vada incontro a maggiori rischi rispetto ad altri. Ogni singola goccia va salvata. Le garze imbevute non gettate. Bensì conservate, ripulite allo scopo di recuperare tutto il sangue disponibile: possono contenerne fino a 200 ml ognuna.

 

Con questa tecnica i protocolli di cura e riabilitazione nel post-operatorio cambiano rispetto agli interventi tradizionali?

Un paziente che risulta meno anemico all’uscita dalla sala operatoria è più pronto ad un recupero rapido dal punto di vista funzionale.

 

Quali sono i tempi di degenza; quando il paziente potrà tornare alla vita di tutti i giorni?

Sono nella media della tecnica convenzionale: 7 giorni di ricovero post-operatorio e due settimane di riabilitazione psico-fisica.

 

Quanti Centri in Italia utilizzano la tecnica del “risparmio di sangue”?

Credo si possano contare sulle dita di una mano. A Maria Pia Hospital disponiamo della casistica più ampia in Italia: 220 casi. È doveroso ricordare che la tecnica “bloodless” non è solo una metodica indirizzata ai Testimoni di Geova. Fatta di tantissimi punti d’attenzione all’interno della sala operatoria (coinvolti i chirurghi, i perfusionisti, gli infermieri, laboratoristi) si basa sull’applicazione del concetto culturale che punta a ridurre al minimo le perdite di sangue e al suo recupero nelle singole fasi procedurali.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Confiscati i vasi romani (illeciti) dell’antiquario defunto

Sono stati confiscati gli oltre duecento reperti archeologici, di origine etrusca e romana, scoperti per una diatriba tra parenti per l’eredità, nell’abitazione di un noto antiquario torinese, morto di recente. Sono vasi e di ceramiche, di epoca tra il VI e il III secolo a.C., del valore di oltre 300 mila euro. Gli oggetti erano custoditi nella credenza del salotto dell’antiquario. Nel 2012 i carabinieri erano intervenuti per placare la  lite tra gli eredi. Il Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma e la Soprintendenza del capoluogo piemontese hanno individuato  altri reperti illecitamente detenuti.

Frainteso o escluso? Diversità, fraintendimenti e inclusione nell’era digitale

Federico Alfonsetti, amministratore delegato di EasyReading Multimedia srl e Marco Sodano, Digital editor de La Stampa, insieme in occasione del primo appuntamento dell’anno dedicato ai “Passaggi”, il format di incontri aperti al pubblico che ogni mese, ai MagazziniOz, propone storie di vita e di persone che raccontano sfide, possibilità e nuove prospettive, per vedere e capire che un nuovo modo d’intendere e vivere il sociale è possibile.

 

La lettura è accessibile a tutti? E come cambia con l’avvento delle tecnologie digitali? Come funziona oggi la comprensione delle news? A rispondere a queste e altre domande, Federico Alfonsetti, amministratore delegato di EasyReading Multimedia srl e Marco Sodano, Digital editor de La Stampa. A metterli insieme “Passaggi”, il format creato e ospitato dai MagazziniOz, cooperativa creata da CasaOz, che propone storie di vita e di persone che raccontano sfide, possibilità e nuove prospettive, per vedere e capire che un nuovo modo d’intendere e vivere il sociale è possibile.

 

Mercoledì 24 gennaio, alle ore 18.30, durante una coinvolgente e informale tavola rotonda moderata dalla scrittrice Elena Varvello, si affronteranno i temi dell’accessibilità alla lettura, della comprensione della moltitudine di informazioni a disposizione di tutti noi e dell’inclusione nell’era digitale, partendo da competenze diverse.

 

Quelle di un designer, Federico Alfonsetti, una passione per i caratteri tipografici, che nel 2009 ha dato alla luce Easyreading©, un valido strumento compensativo per i lettori con dislessia e nel contempo un font facilitante per tutte le tipologie di lettori, realizzato con un approccio alla metodologia progettuale del Design for All per la quale la diversità è concepita non come un problema ma come un “valore” inclusivo. Un font adottato anche da CasaOz per il proprio sito web, rinnovato in occasione del decennale, spinti dalla volontà della Onlus di essere sempre accessibile a tutti e del lavoro di inclusione che porta avanti da sempre.

E quelle di un giornalista, Marco Sodano, una passione per l’economia, responsabile delle edizioni digitali de La Stampa, che interverrà sul cuore del lavoro dei giornalisti: la sfida del fraintendimento, inteso non come errore, bensì come naturale conseguenza dell’essere ognuno diverso dagli altri, perché fraintendere, leggere ciò che non era nelle intenzioni di chi stava scrivendo, può essere una grande occasione di crescita.

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Moderatore

Elena Varvello | Scrittrice italiana, Insegnante

È nata a Torino nel 1971. La sua raccolta di racconti “L’economia delle cose” (Fandango, 2007), candidata al Premio Strega e finalista al Premio Berto ed al Premio Carlo Cocito, ha vinto il Premio Settembrini e il Premio Bagutta Opera Prima. Ha pubblicato i romanzi “La luce perfetta del giorno” (Fandango, 2011) e “La fine del mondo” (Loescher, 2013). Il suo ultimo romanzo “La vita felice” (Einaudi, 2016), pubblicato in Inghilterra, Spagna e Francia, uscirà in Polonia, Portogallo, Grecia e Stati Uniti. Insegna Storytelling presso la Scuola Holden di Torino.

Protagonisti degli interventi

Federico Alfonsetti Designer, Presidente ed Amministratore Delegato di EasyReading Multimedia srl Torinese classe 1953, una vita in tipografia prima come grafico e poi come editore. La sua passione per i caratteri tipografici – che allora si disegnavano a mano – nasce nel 1969 frequentando la scuola da “Cartellonista pubblicitario”. Nel 2009, socio di una casa editrice torinese, dà alla luce il font EasyReading©, specificamente dedicato al lettore dislessico. Un progetto “inclusivo” che nasce quasi subito con l’obiettivo di portare la alta leggibilità a tutti. Il font ha ottenuto numerosi riconoscimenti sia nel campo del Design che in quello Scientifico. Nel 2014 è co-fondatore di EasyReading Multimedia srl della quale è Amministratore Delegato.

Marco Sodano | Digital editor de La Stampa, Giornalista

E’ responsabile delle edizioni digitali de La Stampa. Torinese, classe 1969, lavora nei giornali dal 1990. Ha una grande passione per l’economia (ha guidato la redazione economica de La Stampa per cinque anni). La sfida del momento è la costruzione del giornale digitale: internet ha fagocitato l’informazione prima che questa riuscisse a metabolizzare la rete e i linguaggi nuovi necessari per usarla al meglio.

MagazziniOz | http://www.magazzinioz.it

E’ una cooperativa pensata e realizzata dalla onlus CasaOz per promuovere e dare sostegno al progetto e al servizio sociale che offre a bambini malati e alle loro famiglie. MagazziniOz, attraverso la formazione professionale e l’inserimento lavorativo di giovani con disabilità o affetti da patologie croniche, nasce anche per sviluppare il percorso intrapreso da CasaOz portando in centro città le esperienze di integrazione e normalità che la animano, e per progettare con le aziende, dedicando un ampio spazio alle iniziative di approfondimento sulla social innovation. I proventi e le attività dei MagazziniOz sostengono, promuovono ed aiutano i progetti e le iniziative di CasaOz.