Riciclaggio, arrestato commercialista
Era già salito alle cronache torinesi perché al centro, suo malgrado, di diverse vicende che l’avevano visto protagonista. L’ultima di solo pochi mesi fa quando, assieme a due sodali, finiti poi in carcere, è rimasto coinvolto in una brutta storia di estorsione, vicenda per la quale è stato già rinviato a giudizio in quanto riconosciuto come ideatore.
Ora, R.B. cinquantaseienne con un passato da commercialista, è finito in carcere, arrestato dalla Guardia di Finanza di Torino, con l’accusa di riciclaggio; la moglie, amministratrice di una società di consulenza fiscale, è stata denunciata.
Sono stati proprio gli sviluppi delle indagini legate all’estorsione ad indurre i Finanzieri del Gruppo Torino a sviscerare i conti bancari della società, dove sono stati riscontrati numerosi movimenti di denaro anomali, tra cui bonifici provenienti da fantomatici indirizzi e-mail che portano addirittura oltre oceano, a Los Angeles.
I Finanzieri, coordinati dalla Procura della Repubblica del capoluogo Piemontese, hanno appurato come la società di consulenza, amministrata ufficialmente dalla moglie ma di cui R.B. è di fatto il dominus, fosse la “beneficiaria” di una truffa telematica i cui artefici (le indagini in corso appureranno chi e con quali modalità) si inserivano illegalmente nelle comunicazioni elettroniche inerenti i rapporti commerciali e le transizioni finanziarie tra diverse società estere, riuscendo a deviare i flussi di denaro proprio sui conti correnti della società torinese coinvolta nella vicenda.
Le indagini hanno chiarito come l’arrestato fosse pienamente consapevole della natura illegale del denaro depositato sui conti correnti della società torinese, società, tra l’altro, costituita ad hoc al solo fine di perpetrare la truffa.
Le investigazioni della Guardia di Finanza di Torino proseguono al fine di delineare l’intera vicenda mentre l’uomo, arrestato con l’accusa di riciclaggio, è stato rinchiuso presso il carcere Lorusso-Cutugno del capoluogo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria inquirente.
Coltivavano marijuana nel maneggio dei bimbi
Due persone arrestate
Avevano allestito un tendone in un maneggio e lavoravano (essiccamento e confezionamento) la marijuana. In un area dello stesso maneggio, vicino alle piste frequentato dagli ospiti, la coltivazione della droga.
Due italiani, di 42 e 47 anni, abitanti a Cinzano, titolari di un maneggio sono stati arrestati dai carabinieri della Stazione di Castiglione con l’accusa di detenzione e produzione di marijuana.
La perquisizione della cascina e di un tendone allestito allineano del maneggio ha permesso di sequestrare 40 kg di marijuana e un defogliatore utilizzato per dividere le foglie dalle infiorescenze
Negli ovetti di cioccolata la droga come sorpresa
Un giardino intitolato al maresciallo Oreste Leonardi
L’Italia vista dalla polizia scientifica
Sequestrate 15 tonnellate di profumi contraffatti
Dalla Liguria
NUOVO COLPO ASSESTATO DALL’UFFICIO DELLE DOGANE DI GENOVA 1 E
DALLA GUARDIA DI FINANZA ALLE HOLDING DELLA CONTRAFFAZIONE A SAMPIERDARENA
Genova 10 ottobre 2019 – Nel corso delle attività di controllo operate nell’ambito del porto del
capoluogo ligure, i funzionari dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli (ADM) di Genova 1 e i
finanzieri del II Gruppo della Guardia di Finanza di Genova hanno sequestrato, presso il
bacino portuale di Sampierdarena, un’ingente quantità di profumi.
Il servizio ha tratto origine da un’intensa attività di monitoraggio dei flussi commerciali
marittimi che interessano l’hub portuale di Genova, scenario, negli ultimi tempi, di ingenti
sequestri operati in stretta sinergia da Agenzia delle Dogane e Monopoli e militari della
Guardia di Finanza.
L’attività rientra nella sempre più mirata azione investigativa e di analisi tesa ad individuare
spedizioni illecite potenzialmente pericolose per la salute umana.
All’esito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Genova, i militari delle
Fiamme Gialle ed i funzionari ADM hanno individuato e sottoposto a sequestro, a bordo della
portacontainer Conti Paris battente bandiera liberiana, un container scortato da
documentazione doganale artefatta, appositamente strutturata per rendere poco
identificabile il tracking del carico illecito.
A seguito dei controlli effettuati su un container proveniente dagli Emirati Arabi e destinato a
Panama, venivano rinvenute 15 tonnellate di confezioni di profumi con packaging del tutto
identico ai prodotti originali del noto marchio della casa di moda italiana Diesel e del profumo
Rumba, quest’ultimo prodotto della nota maison francese Ted Lapidus.
I successivi approfondimenti, effettuati anche avvalendosi delle perizie effettuate dalle
società titolari dei diritti sui marchi relativi alle confezioni intercettate, confermavano la
contraffazione dei profumi, realizzati in assenza di qualsiasi garanzia sotto il profilo sanitario.
Il sequestro ha permesso di impedire l’introduzione nel mercato europeo di una grossa
partita di profumi, potenzialmente dannosi per la salute pubblica che avrebbe sicuramente
alimentato la vendita operata dalle organizzazioni criminali attraverso portali internet allocati
su server esteri e che, anche in considerazione dell’alto livello di contraffazione del
packaging, avrebbero potuto facilmente trarre in inganno il consumatore nazionale e
comunitario mischiandosi tra i prodotti lecitamente commercializzati.
L’illecito business avrebbe fruttato al sodalizio criminale un guadagno di oltre 1.300.000
euro
Si è conclusa dopo due anni la latitanza di Z.M., catturata dalla Guardia di Finanza di Torino nel corso di un’indagine legata ad una presunta truffa nei confronti di un commerciante torinese.
Criminalità organizzata transnazionale, riciclaggio, falsificazione di monete, fabbricazione di documenti di identificazione falsi, truffa e ricettazione. “Spaziava” su tutti i fronti dell’illegalità la donna arrestata, nei cui confronti pendeva un ordine di carcerazione emesso a luglio del 2017 dal Tribunale di Savona.
Una sorta di “regina delle truffe”, persuasiva e fantasiosa nei suoi racconti, al punto da sembrare veri, la donna, 46 anni originaria di Carignano, comune del torinese, aveva già collezionato nel corso degli anni altre denunce per i suoi numerosi reati e, da ormai due anni, aveva fatto perdere le sue tracce.
È stata bloccata lunedì scorso dai Finanzieri del Gruppo Orbassano. I militari hanno sorpreso Z.M. in una strada nel comune di La Loggia (TO). Arrestata, è stata condotta presso la Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Le indagini proseguono per verificare se altre persone, nell’ultimo periodo, siano state raggirate dalla donna.