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Nuova vita per il Fila, Appendino: “Qui è stata scritta la storia del calcio”

“Dopo un’attesa troppo lunga, uno stadio leggendario è rinato dalle sue macerie. Oggi il Filadelfia viene ufficialmente aperto al pubblico: mi auguro di vedere tanti torinesi, granata e non, uniti in un clima di festa”.Così su Facebook, nel giorno della riapertura del Fila, è la sindaca Chiara Appendino. Aggiunge la prima cittadina: “il mio sogno è vedere un bel derby di Torino in Europa. Ci sono stadi piccoli e stadi grandi, stadi famosi in tutto il mondo e stadi sconosciuti ai più. Poi ci sono gli stadi speciali, in cui si è scritta la storia del calcio e, in alcuni casi, la leggenda”.

UNA RETE FRA LE BIBLIOTECHE PER GESTIRE IL PATRIMONIO LIBRARIO

Verrà presto siglato un Protocollo d’intesa fra le Biblioteche civiche, quelle scolastiche, Iter, l’Area Giovani e Pari Opportunità, le Circoscrizioni 3,4,5 e 7, il Comune di Venaria e la Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura. Questa la decisione della Giunta, su proposta degli Assessori Francesca Leon, Federica Patti e Marco Giusta

 

L’accordo, TorinoReteLibri-Biblioteche scolastiche in rete, ha come oggetto la collaborazione fra le istituzioni scolastiche e alcuni enti con l’obiettivo di unificare gli sforzi delle diverse realtà diffuse sul territorio che operano nella gestione e fruizione dei libri. Un obiettivo che possa, quindi, giungere a condividere e gestire, secondo modalità tecnologicamente avanzate, il patrimonio culturale e le potenzialità educative delle singole biblioteche. Con l’accordo verranno infatti promosse azioni per sostenere lo sviluppo di sistemi bibliotecari.

 

Le scuole aderenti all’accordo realizzeranno, tra l’altro, il prestito interbibliotecario con le Biblioteche civiche della Città di Torino e garantiranno l’apertura anche in orari extrascolastico. Le Biblioteche civiche proporranno alle scuole percorsi di conoscenza della biblioteca e di promozione della lettura, iniziative culturali e attiveranno prestiti collettivi di libri per lunghi periodi. Iter fornirà consulenza ai docenti con un programma formativo. L’Area Giovani e Pari Opportunità della Città di Torino metterà a disposizione delle biblioteche della rete i volontari del Progetto senior civico per le attività nelle scuole. Per le Circoscrizioni 3,4,5 e il Comune di Venaria è previsto l’impegno a promuovere e sostenere le iniziative delle biblioteche scolastiche in rete, in particolare rispetto alle proposte aperte anche al territorio.

 

Per la Fondazione per il Libro, la Musica e al Cultura è previsto l’impiego a sostenere e condividere iniziative di promozione della lettura con TorinoReteLibri e ad accogliere, formare e impegnare, negli eventi promossi dalla Fondazione, gli studenti delle scuole della rete in Alternanza scuola-lavoro o come volontari. La durata del Protocollo, che verrà siglato a breve, avrà una durata triennale. Questo accordo fa seguito a un’intesa siglata a fine gennaio 2014 fra le Biblioteche scolastiche, quelle civiche, Iter e il servizio Tempi e Orari della Città di Torino.

 

(foto: il Torinese)

Dopo il servizio di “Striscia” code per i controlli al Palagiustizia

Code interminabili attese per entrare nel  Palazzo di giustizia di Torino. Infatti, dopo un servizio di Striscia la Notizia trasmesso qualche giorno fa, dove si vedeva una collaboratrice della trasmissione entrare in tribunale con una  scacciacani  sotto la cintura, i controlli sono stati intensificati . Come in aeroporto, ad alcuni vengono anche fatte togliere le scarpe al metal detector.

 

(foto: il Torinese)

Come pagare i debiti rapinando le farmacie

Ha pensato di rapinare farmacie e negozi per trovare le somme necessarie per pagare un presunto debito di droga di qualche anno prima. Questo quanto dichiarato ai carabinieri della Compagnia Oltre Dora che lo hanno posto agli arresti domiciliari. Lui è un  torinese di 55 anni, considerato responsabile di sette colpi tra gennaio e marzo 2017, armato di un coltello a serramanico di oltre 70 centimetri. I  militari hanno trovato nella sua abitazione  un computer rubato, un paio di pantaloni e un giubbotto utilizzati per le rapine.

 

(Foto: il Torinese)

Il Salone delle soddisfazioni

Storie di città / di Patrizio Tosetto

Fotogallery di Claudio Benedetto www.fotoegrafico.net

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Scatto d’orgoglio di noi Torinesi. Per la prima volta, tranne sul calcio, Torino batte Milano. Anche le missioni impossibili diventano possibili. Anche lunedì una buona affluenza di pubblico. Anche lunedì le sale dibattiti piene. Non sono riusciti nell’impresa di portarci via il nostro Salone del Libro. Diversi e molteplici i fattori di questo successo. Prima fra tutti la scelta del “gruppo dirigente” che ha realizzato questa nuova e rinnovata formula. Chi mi fa da Cicerone sottolinea: Vedi e considera, Patrizio, che questo è un Salone, non un supermercato del Libro. Finalmente un modo di vivere il libro, con una sua parte finale ed indispensabile nel comprare i libri. Chiedo ai rappresentanti delle piccole Case editrici perché anno scelto d’esserci. Risposta: volevamo farci conoscere dal grande pubblico…ma abbiamo venduto bene e tutto sommato, piacevolmente stupiti.

Non c’è che dire, si respira soddisfazione. E io mi sono sbagliato. Ho letto troppa arrendevolezza nei nostri amministratori. Una Sindachessa spaesata e uno scettico e disilluso Chiampa. Ma i fatti mi hanno dato torto e sono molto, ma molto contendo d’ essere stato smentito dai fatti. Hanno fatto le scelte giuste sugli uomini.

Fidandomi della mia memoria ho empiricamente confrontato le altre edizioni. Sbaglierò ma lo strapotere delle grandi case editrici non c’è stato, lasciando spazio ai piccoli editori, ed in questo tornando alle origini. Una consistente riduzione dei costi espositivi ha, poi fatto il resto. Allargando le proposte editoriali . Diciamola così, per tutti ma proprio tutti i gusti. Espositori che sono ritornati dopo anni di assenza che sono soddisfatti. Editori milanesi contenti d’aver esposto. “Qui abbiamo venduto e a Milano no”. Nulla è perfetto e tutto perfettibile, ma ripetiamo: per una volta siamo proprio soddisfatti.

 

E il rapporto tra Torino e Milano? Collaborazione che non vuole dire essere fagocitati. Direi proprio : Continuate così… da noi torinesi un piccolo e sincero grazie.

PIETRO GRASSO ACCADEMICO D’ONORE

Nei giorni scorsi, nel Salone d’Onore dell’Accademia Albertina, alla presenza di importanti cariche istituzionali e di numerosi esponenti del mondo della Cultura e dell’imprenditoria, è stato conferito a Pietro Grasso,Presidente del Senato, il titolo di Accademico d’Onore.

Le foto sono di Emma Ramacciotti (Squadra Report Accademia Albertina)

Dopo i saluti del Presidente dell’Accademia, Fiorenzo Alfieri, Salvo Bitonti, Direttore dell’Accademia, ha illustrato le motivazioni del conferimento. Successivamente ha preso la parola Armando Spataro, Procuratore della Repubblica di Torino, che ha presentato la figura dell’insigne ospite attraverso l’intervento che egli stesso ha voluto intitolare:” Pietro Grasso: la normalità del dovere”.

 

” Pietro Grasso non è un eroe per tutto ciò che ha alle spalle e per la sua attuale funzione – ha esordito – ma per quello che è sempre stato e continua ad essere, un uomo che ha considerato sempre normale il proprio dovere quotidiano, come ciascuno di noi dovrebbe fare, indipendentemente dal ruolo che riveste o dal settore in cui opera”. “Voler capire e conoscere con ostinazione”: ecco il dovere di un magistrato, quello cui Pietro Grasso ha dedicato tutta la sua vita professionale, da giudice a latere nel primo maxiprocesso a Cosa Nostra , a Procuratore capo a Palermo, prima di diventare, dall’ottobre del 2005 al gennaio del 2013, Procuratore nazionale antimafia, e, infine, dal marzo 2013, Presidente del Senato. Numerosi sono i suoi saggi,” ricchi di storia e sentimenti – ha continuato Spataro – le caratteristiche che a me più piacciono in un libro. Non si può perdere , in particolare, il suo ultimo libro (Storie di sangue, amici e fantasmi) , presentato il 18 maggio al Salone del libro, che, dopo l’autorevole introduzione del Capo dello Stato, inizia e finisce con due lettere che l’autore rispettivamente indirizza a Giovanni Falcone ed a Paolo Borsellino. E comprende, tra i tanti, anche un bel ricordo di un altro magistrato antimafia, Gabriele Chelazzi al quale ero particolarmente legato. Ebbene, Grasso mostra di ricordarli innanzitutto per non essersi mai proposti al Paese come alfieri del bene, unici pronti ad affrontare e vincere il male. Erano invece magistrati – esattamente come Grasso – ben sapevano che il loro dovere era quello di indagare con determinazione, senza fermarsi dinanzi agli ostacoli che incontravano, ma senza mai atteggiarsi a moralizzatori del Paese e senza avere come fine concorrente quello di scriverne la storia”. Tra pochi giorni cade l’anniversario della strage di Capaci in cui persero la vita Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Armando Spataro ha ricordato che nel maggio del 1991 Grasso era stato chiamato da Giovanni Falcone al Ministero della Giustizia e che, dopo la strage di Capaci , aveva anche sostituito Falcone quale componente della Commissione Centrale per i programmi di protezione nei confronti di testimoni e collaboratori di giustizia. “Come Falcone e Borsellino anche altri magistrati sono stati uccisi per l’adempimento del loro normale e quotidiano dovere: non eroi perchè sono morti, ma perchè hanno voluto capire e conoscere con ostinazione. E tu, Piero Grasso, vivi ed operi per onorarli e per onorare la dignità e la coerenza, le virtù più importanti e necessarie per chi ha pubbliche responsabilità”.Dopo le parole commosse di Armando Spataro ,Sebastiano Lo Monaco ha interpretato un brano tratto dal romanzo ” Per non morire di mafia” di Pietro Grasso. La bella cerimonia si è conclusa con l’intervento dello stesso Pietro Grasso, che ha ringraziato il Consiglio Accademico per il conferimento del titolo tanto gradito.

Helen Alterio

Come in un film: trapassato da parte a parte nel collo da una freccia viene salvato alle Molinette

Un vero miracolo. Qualche sera fa al pronto soccorso dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino è arrivato un uomo quarantenne lucido e cosciente con un dardo che gli trapassava il collo da parte a parte, senza alcuna conseguenza apparente. Il paziente sveglio parlava regolarmente ed ha raccontato che la freccia metallica gli si era conficcata accidentalmente a metà del collo mentre in casa lui stava pulendo la propria balestra.

Pronto ed immediato è stato l’intervento di tutto il personale sanitario, nonostante la scena senza precedenti, come si può ben immaginare, li avesse colti eufemisticamente di sorpresa. L’uomo è stato sottoposto subito ad una Tac spirale 64 in tridimensione e ad una angiotac spirale dalla radiologa Simona Veglia. Gli accertamenti hanno riscontrato che il dardo per una serie di fortunate coincidenze aveva risparmiato la trachea, l’esofago, la laringe e le corde vocali, passando ad un solo millimetro dalla carotide. Aveva perforato l’arteria tiroidea superiore, che però era occlusa con effetto tappo dalla presenza del corpo stesso del dardo nel vaso sanguigno, ed aveva fratturato la sesta vertebra cervicale, senza lesionare il midollo spinale, da dove usciva posteriormente per circa 8 cm..  Il paziente veniva immediatamente portato in sala operatoria, dove da sveglio e semplicemente sedato dall’anestestista Roberto Balagna veniva sottoposto ad un delicatissimo intervento senza precedenti, che avrebbe potuto mettere a rischio la sua vita. L’intervento è stato effettuato dall’otorinolaringoiatra Massimo Capricci, coadiuvato dal chirurgo vascolare Luca Di Molfetta. Capricci ha dapprima svitato la punta del dardo per poi successivamente sfilarlo dall’interno del collo. A quel punto il paziente è poi stato intubato dall’anestesista e gli è stata prontamente suturata l’arteria tiroidea rotta, che precedentemente non aveva perso troppo sangue proprio per la presenza della freccia stessa che la occupava. L’operazione ad alto rischio è tecnicamente riuscita. Successivamente l’uomo è stato trasferito in Rianimazionee gli è stata fatta una tracheostomia temporanea per mettere in protezione ed in sicurezza le vie aeree. Il decorso post operatorio è regolare. Il paziente ora è ricoverato nel reparto di degenza e sta meglio, mangia e parla e nei prossimi giorni verrà dimesso.

 

 

 

Scuolabus si ribalta, quattro bimbi feriti. Sfiorata la strage

DALL’ABRUZZO

Una ventina i bambini a bordo  dello scuolabus che si è ribaltato su un lato nella campagna di Corropoli (Teramo). I bimbi delle elementari, stavano tornando a casa al termine delle lezioni. Il mezzo si è adagiato improvvisamente nel pendio e quattro dei bambini hanno riportato ferite non gravi che hanno reso necessario il trasporto in ospedale. Sul luogo dell’incidente sono intervenute diverse ambulanze e i vigili del fuoco che hanno provveduto a mettere in sicurezza il veicolo.

 

(foto: archivio)

Studenti piemontesi ad Auschwitz-Birkenau, la “fabbrica della morte” del nazismo

Un gruppo di 25 studenti – 13 ragazze e 12 ragazzi – provenienti da cinque istituti scolastici delle province di Alessandria, Asti, Cuneo e Torino parteciperanno dal 25 al 27maggio al viaggio-studio in Polonia, al campo di Auschwitz Birkenau.

Accompagnati da cinque docenti e dallo storico Flavio Febbraro, dell’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti” di Torino, gli studenti si recheranno nel luogo simbolo della Shoah, tragico emblema del sistema concentrazionario nazista situato nelle vicinanze di Oświęcim ((in tedesco, Auschwitz), città della Polonia meridionale, a poco più di 60 chilometri da Cracovia. Nel complesso dei campi di Auschwitz, il più grande mai realizzato dal nazismo, venne attuata una parte impressionante del progetto di “soluzione finale della questione ebraica” – termine con il quale i nazisti indicarono lo sterminio degli ebrei.

Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre.” Così scrisse Primo Levi, rammentando a tutti che “l’Olocausto è una pagina del libro dell’umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria”. E il simbolo più conosciuto di quanto accadde è la  “fabbrica della morte” di Auschwitz, dove – soprattutto nel “vernichtungslager” (campo di sterminio) di Birkenau- Auschwitz II – persero la vita circa un milione e mezzo di persone, per la maggior parte ebrei, provenienti da diversi paesi d’Europa. Tra le vittime, quasi 150 mila polacchi, soprattutto prigionieri politici, circa 23 mila zingari e 40 mila prigionieri di guerra di varie nazionalità.

Con la visita ad Auschwitz  si concluderanno i viaggi-studio che hanno rappresentato la fase finale della 36° edizione dell’annuale progetto di storia contemporanea, promosso dal Consiglio regionale del Piemonte, tramite il suo Comitato Resistenza e Costituzione,  in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale.

m.tr.

I Lucani nel mondo si incontrano a Torino

Il 22 maggio ricorre la Giornata dei Lucani nel mondo, che richiama il giorno di approvazione dello Statuto regionale (22 maggio 1971). Per celebrare questo anniversario in maniera nuova e inusuale la Regione Basilicata ha scelto di venire in trasferta a Torino, in occasione del Salone Internazionale del Libro che presenta Matera 2019 quale ospite d’onore.

L’Aula di Palazzo Lascaris ha così accolto un convegno sul tema dell’emigrazione storica italiana e lucana in particolare, seguito dall’Assemblea delle associazioni dei Lucani in Italia.

“Oggi stiamo celebrando un inno all’identità, quella realtà viva che si articola fra continuità e cambiamento e che ci riporta a una realtà passata senza il ricordo della quale non si può guardare al futuro. Il progetto per Matera 2019 dimostra che gli amministratori stanno facendo un ottimo lavoro per valorizzare le peculiarità e le ricchezze della Basilicata e noi Lucani nel mondo ci candidiamo a esserne ambasciatori nel mondo. Nella gestione dell’immigrazione per tutti noi politici oggi è indispensabile relazionarci con dignità verso coloro che lasciano la loro terra, abbiamo la responsabilità di guardare aldilà della semplice gestione della logistica, con un’ottica culturale di lungo termine”, ha affermato il presidente del Consiglio regionale del Piemonte.

Il giornalista e saggista Lorenzo Del Boca è intervenuto con un’ analisi sociale sul primo grande esodo migratorio nel periodo post-unitario in Italia, mentre Pierangelo Campodonico, direttore del Mu.Ma. di Genova ha effettuato una riflessione sull’emigrazione lucana attraverso il contesto storico italiano.

Sono intervenuti anche Vincenzo Laterza, presidente della Federazione delle associazioni e circoli lucani del Piemonte, Paolo Verri, direttore della Fondazione Matera 2019, il presidente del Consiglio regionale della Basilicata e un consigliere regionale della Basilicata.

A moderare i lavori del convegno è stato Luigi Scaglione, coordinatore Centro Lucani nel mondo “Nino Calice”, che ha sottolineato come il Piemonte sia stato una terra d’accoglienza che ha saputo riconoscere le capacità di molti emigrati lucani.

ec – www.cr.piemonte.it