DAL PIEMONTE Un giovane agricoltore diciottenne è morto in un incidente sul lavoro nella cascina dell’azienda della propria famiglia, a Marene , nel Cuneese. Stava tentando di collegare a un trattore una macchina trinciatrice per il mais ed è rimasto schiacciato dal macchinario. L’elicottero del 118 lo ha portato all’ospedale di Savigliano, ma è morto poco dopo essere giunto al pronto soccorso
E’ stato sottoscritto un progetto di collaborazione internazionale tra l’ospedale Mauriziano di Torino e l’Ospedale Italiano di Buenos Aires, uno dei Centri ospedalieri più prestigiosi del Sud America
L’occasione per la firma di questa cooperazione internazionale è la presenza a Torino del professor Eduardo de Santibanes, Direttore del Dipartimento Chirurgico e dei Trapianti dell’ospedale argentino, in visita alla struttura di Chirurgia Generale ed Oncologica del Mauriziano, diretta dal dottor Alessandro Ferrero. La partnership è finalizzata alla realizzazione di percorsi formativi che consentano di crescere attraverso il confronto tra due strutture sanitarie all’avanguardia nella chirurgia oncologica del fegato e delle vie biliari. Il piano di collaborazione prevederà, pertanto, lo svolgimento di stage e scambi di professionisti tra i due ospedali per la formazione medica, l’apprendimento di nuove tecniche e lo sviluppo di progetti di ricerca. La collaborazione tra le due istituzioni verrà ufficializzata e presentata giovedì 30 agosto, nell’Aula Carle dell’ospedale Mauriziano alle ore 17, al termine di una sessione straordinaria della Società Piemontese di Chirurgia, durante la quale il professor De Santibanes ed il dottor Ferrero si confronteranno e presenteranno le nuove tendenze nella chirurgia del fegato.
Pierpaolo Berra
(foto: il Torinese)
GIOVANNI RAMELLA, UNICO ED IRRIPETIBILE
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Si sono svolti stamattina i funerali del prof. Giovanni Ramella alla Chiesa della Crocetta gremitissima di persone. Al termine del rito l’ho ricordato con la sobrietà dovuta alla circostanza, ma molto altro andrebbe detto sull’illustre e compianto defunto.
Sono stato amico di Giovanni Ramella per oltre cinquant’anni ed ho anche intensamente collaborato con lui al Centro “Pannunzio” dove lo volli mio Vicepresidente Vicario a partire dal 2003.E’ stato un professore di raro fascino intellettuale, un preside capace di governare una scuola difficile come il Liceo d’Azeglio, un raffinato studioso di letteratura italiana, latina, francese e tedesca, aperto ai più vasti interessi culturali. Ha al suo attivo saggi importanti tra cui uno dedicato a Riccardo Bacchelli che il Centro “Pannunzio” pubblicò in collaborazione con il Ministero dei Beni culturali. Al lucido e penetrante articolo di Letizia Tortello-sua ex allieva – sulle pagine de “La Stampa” si sono aggiunte le più disparate testimonianze. Sulla mia pagina Facebook sono centinaia le attestazioni di stima e di affetto nei suoi confronti che ex allievi, soci del Centro “Pannunzio” , semplici sconosciuti hanno voluto manifestare nei modi più diversi. Spiace dover rilevare che chi ha scritto il necrologio sul “Corriere Torino” non si sia documentato con chi avrebbe potuto dargli informazioni utili a scrivere del prof. Ramella. Il fatto di aver ricordato due episodi non significativi di un quindicennio della sua presidenza al liceo di via Parini mi ha addolorato. Ramella va accostato al suo predecessore Aurelio Verra che pure non seppe o non volle affrontare il ’68 nel modo adeguato. Erano anni turbolenti ,con gruppi di genitori e allievi faziosi che volevano dettar legge, professori narcisi, polemici all’eccesso e molto arroganti che, pur essendo minoranza tra il corpo docente, offrivano l’opportunità a Maria Valabrega di scrivere molti articoli non sereni sul “d’Azeglio”. Non bisognava andare a raccattare i pezzi della Valabrega per scrivere di Ramella, ma semmai bisognava informarsi della sua attività intellettuale di primissimo piano. Tra l’altro, molti hanno scritto “D’Azeglio” con la d maiuscola, dimenticando il predicato nobiliare di Massimo d’Azeglio. Era un cattolico di profonde convinzioni, ma il suo modo di sentire lo portava ad aprirsi a tutti, tanti anni prima di Papa Francesco.
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Il Papa che ammirò di più -me lo disse una volta- fu Paolo VI, il pontefice intellettuale e mite che completò ,in tempi drammatici per la Chiesa, l’opera appena iniziata da Giovanni XXIII.Il Concilio Vaticano II rinnovò la Chiesa ,ma ebbe anche l’effetto di lacerarla. Il dialogo era la scelta di fondo di Giovanni , sempre ben consapevole che per dialogare bisogna sapersi mettere in discussione con umiltà .Era un cattolico che non era mai stato democristiano, era un cattolico liberale alla maniera di De Gasperi che Giovanni ammirava molto. Ebbe anche dei momenti diversi, un po’ condizionato da alcune amicizie illiberali, ma nella sostanza,nel corso della sua lunga vita ,Giovanni rimase l’ex allievo di Don Bosco e la sua scuola ideale fu quella salesiana, pur avendo fatto il preside imparziale del più laico dei licei torinesi, non foss’altro per la sua storia passata. Per lui la laicità era soprattutto tolleranza e in certi anni in quel liceo la tolleranza non fu affatto di casa. A tutelarla ci fu il cattolico Giovanni Ramella. Ebbe anche due successori che non seppero assumere sulle proprie spalle l’eredità lasciata come preside. Uno passò alla storia del liceo per aver imposto la bollatrice ai docenti, l’altro per una vicenda sulla quale, almeno in questa occasione, è bene tacere. Giovanni fu amareggiato per non aver visto proseguito in modo adeguato il suo lavoro fatto di cultura, di pazienza, di equilibrio, di onestà e soprattutto di intelligenza e grande umanità. Nella scuola, salvo un caso, non poté mai contare su collaboratori validi che dessero un sostegno operativo al suo lavoro di Capo d’Istituto. Era un grande appassionato di musica e quando morì Massimo Mila organizzammo insieme al liceo d’Azeglio un suo ricordo com’era doveroso. Ma una volta Giovanni mi disse che la statura di Mila musicologo andava realisticamente ridimensionata. Fu una delle rarissime volte in cui si lasciò andare ad un giudizio non positivo. Lui cercava sempre in tutti gli aspetti migliori.
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Presidente dell’associazione ex allievi dell’Istituto San Giovanni Evangelista, amava ricordare con me i suoi e miei professori, in particolare Don Dante Bettega uomo di raffinata cultura mitteleuropea simile a quella di Giovanni, anche se assai meno approfondita. Una volta avemmo anche una piccola discussione su Michele Pellegrino che era stato il suo professore all’Università e che poi divenne cardinale arcivescovo di Torino. Io criticai la politica verso il Pci di Padre Pellegrino, come l’interessato voleva farsi chiamare, Giovanni lo difese, ricordandolo soprattutto come suo docente e uomo di straordinaria cultura. Ma con Giovanni era impossibile discutere animatamente perché la sua mitezza impediva a priori di alzare il tono della discussione. Solo qualche triviale professore del “d’Azeglio” osò attaccarlo in modo inqualificabile. C’è chi ha detto che fu nominato dal presidente Ciampi Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica per meriti scolastici. Questa affermazione non corrisponde al vero perché l’amministrazione scolastica non propose nessun riconoscimento all’atto del pensionamento di Ramella. Fu chi scrive a proporlo al Presidente e al compianto segretario generale Gaetano Gifuni che subito colsero la statura dell’uomo che andava ben oltre ai suoi meriti scolastici. Ciampi avrebbe voluto conoscerlo di persona, poi disguidi vari impedirono l’udienza e fui io a consegnargli le insegne di commendatore a Palazzo Cisterna alla presenza della sorella e delle nipoti. Amava le vacanze a Courmayeur, ma passava ogni anno anche una settimana di raccoglimento spirituale a Camaldoli. Veniva a volte in Liguria a tenere qualche conferenza al Centro “Pannunzio” del Ponente , ma non amava il mare. La cultura italiana perde con la sua morte un protagonista importante che, vivendo quasi come un monaco del sapere, non ha purtroppo acquisito la notorietà che meritava. Mi auguro essa gli giunga almeno postuma, benché l’ambiente letterario sia invidioso anche con i morti. Torino perde uno dei suoi punti di riferimento di eccellenza. Ramella è stato unico ed irripetibile e non lascia eredi. Nessuno cerchi di ergersi ad erede né tanto meno a continuatore. Nessuno saprebbe ,anche solo lontanamente, imitare il suo impegno e la sua persona, il suo stile e la sua dignità.
scrivere a quaglieni@gmail.com
Ha appiccato un rogo ad Alpignano, lungo la strada della variante della provinciale 24, perché l’erba alta gli dava fastidio. I carabinieri di Rivoli lo hanno arrestato e messo ai domiciliari. Lui, un italiano di 56 anni, conosciuto alle forze dell’ordine, è stato fermato mentre cercava di scappare in bici dopo aver acceso le fiamme in cinque punti. I vigili del fuoco sono intervenuti per spegnere l’incendio che ha bruciato circa 3mila mq di area campestre.
(foto archivio)
Gli era stato dato per errore un posto in una fila che non esisteva sull’aereo (la fila 1) e lui ne ha occupato un altro . Ma quando l’hostess gliene ha trovato uno libero, l’uomo, che viaggiava con la moglie, ha aggredito un dipendente dell’aeroporto che tentava di convincerlo, finché il comandante lo ha allontanato dal velivolo e lo ha lasciato a terra. L’episodio è accaduto sul volo Blue Air da Lamezia Terme a Torino. La polizia è salita a bordo e ha invitato il passeggero a lasciare l’aereo. Anche la moglie è scesa. Alla fine il volo è decollato con oltre mezz’ora di ritardo.
Erano il terrore di farmacisti e portieri di notte nella zona nord di Torino. Ora i tre rapinatori sono nelle mani dei carabinieri. Si tratta di una coppia di fidanzati, 40 anni lui e lei 26 anni, che sono agli arresti con l’accusa di rapina aggravata, e di un complice denunciato. Quando restavano al verde impugnavano coltello e cacciavite, si travisavano con sciarpe o mascherine antismog e rapinavano farmacie e alberghi. Cinque i colpi solo tra il 4 e il 7 giugno. I militari della compagnia Oltre Dora li hanno identificati grazie alle telecamere di sorveglianza.
I carabinieri hanno identificato un impiegato di 34 anni che filmava con uno smartphone sotto le gonne delle clienti del centro commerciale Le Gru di Grugliasco. L’uomo e’ stato segnalato da una 30enne che era stata pedinata. Sembra che non si tratti dell’unica persona presa di mira dal trentaquattrenne.
E’ morto il vicepresidente vicario emerito del Centro Pannunzio, Giovanni Ramella. Ne dà notizia il fondatore e direttore dell’istituzione culturale torinese, Pier Franco Quaglieni, ricordando colui che è stato “Maestro ed amico di una vita”. Aggiunge Quaglieni: “Il suo ultimo pensiero lo ha rivolto al nostro Centro. Un grave lutto per tutti noi. Una perdita davvero irreparabile che impoverirà noi tutti e il Centro. La sua vita di docente di raro fascino intellettuale,di preside del Liceo d’Azeglio,di studioso di rango, di conferenziere di successo è davvero esemplare. La sua cultura, la sua umiltà, la sua mitezza, il suo eloquio coltissimo, e pur comprensibile, ci mancheranno moltissimo”. Martedì 28 agosto si terranno i funerali alle 10 alla Crocetta.
Il messaggio di papa Francesco al Sinodo valdese
Papa Francesco, che nel 2015 aveva visitato il tempio valdese di Torino, ha inviato un messaggio al Sinodo Valdese che apre oggi a Torre Pellice: “Vi esprimo la vicinanza fraterna della Chiesa cattolica e mia personale. Vi assicuro il ricordo nella preghiera, rendendo innanzitutto grazie al Signore per il dono della fede in lui e per la comprensione reciproca che sta crescendo tra noi”.