CRONACA- Pagina 1266

Tre vetture si scontrano, un morto a Torino

Sono tre le vetture coinvolte in un incidente stradale avvenuto questa mattina presto in corso Potenza  nei pressi di via Nole.  E’ morto uomo di 63 anni, nonostante il personale del 118 abbia tentato di rianimarlo. Era alla guida  di una Nissan schiantatasi sullo spartitraffico di via Pianezza. Coinvolte anche una Ford e una Dacia. La polizia municipale sta svolgendo gli accertamenti.

 

(foto archivio il Torinese)

ALLARME LUPI A VILLAR PELLICE

«Siamo a disposizione degli allevatori di Villar Pellice e garantiamo loro e alla sindaca Lilia Garnier tutto il nostro impegno e appoggio perché l’emergenza dei lupi venga al più presto presa in considerazione dalle autorità competenti, prima che sia troppo tardi, come da anni invochiamo in tutte le sedi»

Roberto Barbero, presidente di Cia – Agricoltori italiani di Torino, rilancia l’allarme sui predatori che ormai spadroneggiano nel Torinese, dopo che lunedì sera, all’ora di cena, due lupi sono stati visti circolare sulla strada comunale, pienamente illuminata, in borgata Piantà di Villar Pellice. Ad accorgersi dei predatori è stata Katia Monnet, che, richiamata dall’abbaiare dei suoi cani, è uscita dalla stalla nella quale stava lavorando e ha visto i lupi per strada, per nulla intimoriti dai cani, né dalla sua presenza e del compagno Omar Davit, che l’aveva prontamente raggiunta. Non nascondendo la comprensibile preoccupazione per l’incolumità fisica del proprio figlioletto di cinque anni, la giovane coppia di agricoltori ha immediatamente messo al corrente dell’accaduto la sindaca Garnier, che, a sua volta, ha subito sollecitato con una lettera l’attenzione del prefetto di Torino, ribadendo come tali segnalazioni si stiano notevolmente moltiplicando sul territorio comunale, ora anche in zone normalmente antropizzate, come la borgata Piantà. Nonostante i costi e le ore di lavoro profusi dalle aziende agricole per difendersi dai lupi, ha scritto la sindaca di Villar Pellice al prefetto, le aziende agricole continuano a subire gravi perdite di animali da reddito per causa di questi predatori, e la situazione peggiora sempre più. «Abbiamo bisogno di una legge che consenta di gestire i predatori – osserva Barbero -, se occorre anche con dei piani di abbattimento, e non di tutelarli a tutti i costi, come avviene oggi. La  salvaguardia dell’ecosistema non può prescindere dall’uomo, lasciando l’ambiente in balìa dei lupi. Se non si interverrà per limitare il numero dei predatori, i pastori saranno costretti ad abbandonare la montagna, con grave danno per tutti». Barbero ricorda come i piani di contenimento dei lupi siano una pratica di normale amministrazione in molti paesi, come la Francia, la Spagna e la Norvegia, mentre in Italia le iniziative legislative promosse in tal senso dalle Regioni Veneto, Toscana e Valle d’Aosta e dalle Province autonome di Trento e Bolzano risultano  impugnate dal Governo o in attesa del parere dell’Unione europea e dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. «In Piemonte – continua il presidente di Cia Agricoltori italiani di Torino -, dove la presenza del predatore è tra le più consistenti in Italia, la politica purtroppo non si è ancora mossa e non ha risposto alle sollecitazioni. A maggio – rileva Barbero – la nostra Organizzazione ha riunito a Fenestrelle centinaia di allevatori, insieme a parlamentari, consiglieri regionali e della Città Metropolitana, oltre ad amministratori locali, tecnici faunistici, ambientalisti e cacciatori, e tutti hanno convenuto sulla necessità di riaprire al più presto il Tavolo del Piano lupo nazionale. Peccato che poi nessuno se ne sia fatto politicamente carico, a cominciare dalla Regione Piemonte, che sembra far finta di non vedere i danni irreparabili che il predatore causa alle aziende in montagna».

Polfer, bilancio positivo delle attività durante le feste

Il periodo festivo appena concluso ha visto le stazioni ferroviarie veri e propri “vigilati speciali” per i numerosi e ripetuti controlli effettuati dalla Polizia Ferroviaria

Non hanno fatto eccezione gli scali del Piemonte e della Valle d’Aosta dove gli Agenti del Compartimento Polfer hanno effettuato servizi straordinari di vigilanza e monitoraggio in concomitanza delle festività, in considerazione sia del notevole aumento del flusso di viaggiatori sia delle note e rinnovate allerte antiterrorismo, scaturite da recenti episodi verificatisi oltralpe. I dispositivi di controllo e di verifica si sono concentrati nei giorni antecedenti il  Natale, la notte di San Silvestro e l’Epifania con specifici controlli a viaggiatori e bagagli, nei giorni 20 e 21, 28, 29 e 31 dicembre. Grande attenzione il 4 e 5 gennaio dove si è assistito ad una massiccia fase di rientro dalle festività e il 6 gennaio, coinciso con il maggior transito legato all’inizio dei saldi .Solo nei controlli del 20 dicembre, in occasione del “Christmas Clean Station” nella stazione di Porta Nuova e dell’operazione compartimentale “Stazioni Sicure”negli altri scali del Compartimento, sono state identificate 618 persone di cui 203 stranieri e 20 minori, con il contestuale monitoraggio dei convogli e l’accurata verifica di bagagli, anche con l’utilizzo di metal detector. Nel periodo di attenzione, dal 18 dicembre al 06 gennaio, sono state identificate 5088 persone 400 in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, di cui 1562 straniere, 209 i minori,

complessivamente, 1578 a bordo treno durante i servizi di scorta ai convogli, 4 i minorenni rintracciati e restituiti alle comunità o famiglie da cui si erano allontanati, mentre i soggetti denunciati in stato di libertà sono stati 22 e 4 gli arrestati. Tre sono stati i casi di intemperanze verbali nei confronti di Capitreno che, grazie al tempestivo intervento delle pattuglie Polfer, non sono sfociati in atti più gravi. In tutti i casi, i responsabili sono stati identificati e denunciati: il 26 dicembre sul treno Genova – Torino un italiano 41enne denunciato per oltraggio a Pubblico Ufficiale; il 02 gennaio a Novara su un convoglio Trenord diretto a Milano, denunciato un italiano di 63 anni; infine il 03 gennaio a Porta Nuova, sul regionale Torino PN – Milano Centrale, si provvedeva ad accompagnare in ufficio una cittadina rumena che veniva deferita alla A.G. per i reati di oltraggio, resistenza a Pubblico Ufficiale e rifiuto di fornire le proprie generalità oltre che sanzionata per ubriachezza molesta.I servizi effettuati a bordo treno dal personale addetto alle scorte su treni regionali e a lunga percorrenza hanno riguardato ben 453 convogli, mentre i servizi dedicati alla vigilanza delle stazioni ferroviarie sono stati 633. I controlli serrati, specie nelle stazioni del capoluogo, hanno visto gli Agenti della Polfer affiancati dai contingenti di rinforzo del Reparto Mobile e dalle Unità Cinofile messi a disposizione dalla Questura di Torino, in tal modo consentendo verifiche su di un numero elevato di viaggiatori in transito. I dispositivi di sicurezza ferroviaria messi in campo hanno permesso il conseguimento di importanti risultati sul fronte della prevenzione e repressione dei reati in genere: ad Asti il 21 dicembre in mattinata sono un uomo e una donna, cittadini francesi di 31 e 21 anni senza domicilio in Italia, che incappano in un controllo di routine della Polfer, accompagnati in Ufficio ed identificati, celavano un grosso frangi vetro in metallo, uno scalpello di 34 cm, un cutter di 13 cm addosso all’uomo, un grosso martello ed una tronchesina. I due sono stati denunciati per possesso ingiustificato di armi atte ad offendere e gli oggetti sequestrati. La sera del 31,alle 20.00, il Capotreno del Torino PN – Milano Centrale, richiedeva l’intervento della Polfer, per una cinquantina di giovani saliti a Porta Susa, concentrati in una carrozza, tutti senza biglietto, qualcuno brillo e con cani al seguito, non intenzionati a regolarizzarsi. La Sala Operativa inviava personale della Specialità e la Questura assicurava il supporto con le volanti e personale specialistico. Il personale di Polizia si disponeva a sbarramento per consentire ai viaggiatori regolari le operazioni di trasbordo sul treno successivo in tutta sicurezza e al personale FS di procedere al controllo individuale dei titoli di viaggio. L’intervento risolutivo di Polizia ha consentito a tutti di poter riprendere il viaggio, compresi alcuni dei viaggiatori inizialmente sprovvisti di biglietto e regolarizzatisi nel frattempo, prevenendo intemperanze con danni a persone strutture o cose. Gli autori identificati dell’interruzione di pubblico servizio sono stati deferiti alla A.G. dalla Polfer di Porta Susa. La mattina di Capodanno comincia col primo arresto operato nell’atrio di Porta Nuova, un cittadino italiano 43enne domiciliato a Torino e che aveva tentato inutilmente di sottrarsi a un controllo di personale della Squadra di Polizia Giudiziaria compartimentale in borghese. A suo carico risultava un Ordine di Esecuzione per la Carcerazione del Tribunale di Torino di mesi 4 per furto, l’uomo è stato associato alla Casa Circondariale Lorusso e Cotugno a disposizione della A.G. Il 3 gennaio a Porta Nuova la Polfer ha svegliato due marocchini senza fissa dimora di 23 e 25 anni sorpresi a bivaccare su un treno garato per la notte. Il primo, trovato in possesso di 8 bustine con marijuana, un panetto ed un frammento di hashish per oltre mezzo etto e 53 bustine vuote, con svariati precedenti per stupefacenti, estorsione, rapina resistenza e violenza a Pubblico Ufficiale, è stato tratto in arresto per detenzione e spaccio. Entrambi erano inottemperanti all’ordine del Questore di Torino di lasciare il Territorio Nazionale, il 25enne è stato deferito alla A.G. per tale reato. Non sono mancati gli interventi di prossimità, che, soprattutto in periodi festivi, impegnano la Specialità atteso il gran numero di viaggiatori che utilizzano la ferrovia per raggiungere i propri familiari o le località di villeggiatura: personale di Porta Susa ha rinvenuto il 19 dicembre un trolley su un regionale, in ufficio al suo interno custoditi oltre 3000 euro in contanti, 3000 dirham, libretto bancario e d’assegni di una banca estera. Tramite le banche dati a disposizione si è riusciti a risalire alla proprietaria, una signora 41enne del Marocco regolare sul Territorio Nazionale, residente fuori regione, che rintracciata telefonicamente, riferiva di trovarsi in ospedale per un delicato intervento chirurgico. Incredula di poter riavere i suoi beni, che aveva dato per persi, e che provvedeva a ritirare la vigilia di Natale.

Massimo Iaretti

Ciliegie a 55 euro. Sarà vero?

Una lettrice ci invia questa foto scattata in un negozio del centro di Torino

Ciliegie a 55 euro al chilo. Possibile? D’accordo che si tratta di primizie…ma non sono un po’ troppo salate?

Morano assolto: "Il fatto non sussiste"

Imputati  assolti perché il fatto non sussiste. Il processo, scaturito dalla “disfida” tra  i gestori delle discoteche torinesi, Cacao in primis,  vedeva come illustre accusato l’ex candidato sindaco della Lega nel 2006, il notaio -consigliere Alberto Morano, per  tentata concussione, truffa e corruzione. Per lui la procura  aveva richiesto la condanna a 6 anni di carcere, 4 anni e 6 mesi per l’ex consigliere comunale di centrodestra Angelo D’Amico, 4 anni e 4 mesi e 2 anni e 8 mesi per gli imprenditori Montalbano e  Biondino, 4 anni per il gestore della discoteca Patio,  Lunardi. L’inchiesta partì da un esposto di Morano su presunti abusi edilizi e irregolarità nelle autorizzazioni per il Cacao al parco Valentino, nei locali di proprietà del Comune. L’ipotesi era che Morano avesse chiesto denaro per ritirare la sua denuncia. Il giudice dell’udienza preliminare Francesca Christillin li ha invece assolti tutti. Soddisfatto Morano che commenta: “E’ stato un anno molto difficile durante il quale una persona sicura della propria innocenza è stata letteralmente massacrata” .
 

Morano assolto: “Il fatto non sussiste”

Imputati  assolti perché il fatto non sussiste. Il processo, scaturito dalla “disfida” tra  i gestori delle discoteche torinesi, Cacao in primis,  vedeva come illustre accusato l’ex candidato sindaco della Lega nel 2006, il notaio -consigliere Alberto Morano, per  tentata concussione, truffa e corruzione. Per lui la procura  aveva richiesto la condanna a 6 anni di carcere, 4 anni e 6 mesi per l’ex consigliere comunale di centrodestra Angelo D’Amico, 4 anni e 4 mesi e 2 anni e 8 mesi per gli imprenditori Montalbano e  Biondino, 4 anni per il gestore della discoteca Patio,  Lunardi. L’inchiesta partì da un esposto di Morano su presunti abusi edilizi e irregolarità nelle autorizzazioni per il Cacao al parco Valentino, nei locali di proprietà del Comune. L’ipotesi era che Morano avesse chiesto denaro per ritirare la sua denuncia. Il giudice dell’udienza preliminare Francesca Christillin li ha invece assolti tutti. Soddisfatto Morano che commenta: “E’ stato un anno molto difficile durante il quale una persona sicura della propria innocenza è stata letteralmente massacrata” .
 

Bus Gtt in fiamme in via Cibrario

Un altro bus di Gtt, questa volta della della linea 71, si è incendiato  in  mattinata in via Cibrario, quasi  all’angolo con corso Tassoni. L’autista ha fatto scendere  i passeggeri ed è rimasto leggermente intossicato. I vigili del fuoco hanno poi spento l’incendio. L’autista ha fermato il mezzo vedendo fuoriuscire fumo dal vano motore, ha cercato di spegnere l’incendio e  a causa del fumo respirato è stato necessario chiamare il 118.

 

(foto archivio)

Voli dirottati per il marocchino che ha rifiutato il rimpatrio

Disagi per i passeggeri all’aeroporto di Torino che è stato chiuso per un’ora, ieri pomeriggio. Un marocchino di 29 anni si era offerto volontario per il rimpatrio e invece  si è arrampicato su una torretta dello scalo. L’ospite del Centro torinese di permanenza e rimpatrio è sceso  dopo una lunga trattativa con la polizia, che lo ha arrestato per resistenza a pubblico ufficiale. Due voli, uno  da Bucarest e uno da Monaco, sono stati temporaneamente dirottati a Genova e a Linate.

Bomba della seconda guerra mondiale scoperta nel Po

AGGIORNAMENTO  9 GENNAIO 2019 

Nel pomeriggio di martedì 8 gennaio, si è tenuta nella Prefettura di Alessandria una riunione di coordinamento relativa alla messa in sicurezza e alla disattivazione di un ordigno risalente alla seconda guerra mondiale rinvenuto il 7 gennaio, nell’alveo del Fiume Po, nelle immediate vicinanze del ponte ferroviario e stradale di Valenza, durante lavori di pulizia del manufatto. All’incontro erano presenti, oltre ai Dirigenti della Prefettura, il Sindaco di Valenza accompagnato dai Tecnici comunali e dal Comandante la Polizia Locale, i Rappresentanti dell’Amministrazione Provinciale, del 32° Reggimento Guastatori di Torino, delle Forze di Polizia territoriali, della Polizia Ferroviaria, dei Vigili del Fuoco, dell’Agenzia Interregionale per il Fiume Po (AIPO), della Croce Rossa Italiana (CRI) e di Rete Ferroviaria Italiana (RFI). Durante la riunione è stata decisa l’immediata messa in sicurezza dell’ordigno a cura degli Artificieri dell’Esercito ed è stato programmato l’intervento di disattivazione, che comporterà la necessità di evacuare una zona di 600 metri intorno ai luoghi di rinvenimento e di disattivazione e di ordinare il riparo al chiuso in un’ulteriore zona compresa entro il perimetro di 1.800 metri dai predetti luoghi, oltre alla sospensione della circolazione stradale e ferroviaria nei tratti interessati e al relativo divieto di sorvolo. Al fine di provocare il minor disagio possibile per la cittadinanza, è stata valutata la possibilità di eseguire l’intervento in un giorno festivo. I dettagli dell’operazione verranno messi a punto in un’ulteriore riunione che si terrà all’inizio della prossima settimana, alla quale verranno invitati anche il Comune di Bozzole e gli Enti della provincia di Pavia confinanti con l’area interessata dalle operazioni.

Massimo Iaretti

 

 

8 GENNAIO 2019  La seconda guerra mondiale non è mai finita, neanche oggi a distanza di 74 anni. Un ordigno inesploso, di 1000 libbre, probabilmente di fabbricazione americana, risalente alla Seconda Guerra Mondiale e destinato alla distruzione del ponte che collega la città di Valenza con la sponda lombarda è stato rinvenuto, nella giornata del 7 gennaio, nel Po, da operai impegnati in opere di manutenzione dell’alveo del fiume. L’area dove è presente il manufatto bellico è stata subito isolata, in attesa che siano coordinate le operazioni di rimozione e brillamento, coordinate da una squadra specializzata di artificieri immediatamente giunta sul posto. L’equipe di esperti arrivata a Valenza ha lavorato fino alla tarda serata di del 7 gennaio per studiare la situazione ed esaminare le possibili soluzioni ed il sindaco Gianluca Barbero ha effettuato un sopralluogo sul posto. Gli esperti valuteranno nelle prossime ore se far esplodere l’ordigno sul posto o trasportarlo in speciali contenitori di sicurezza, in una zona protetta. L’area è attualmente presidiata dalle forze dell’ordine e la circolazione dei veicoli e quella ferroviaria sul ponte sono regolari.

Massimo Iaretti

 

(Nelle foto dall’archivio del Torinese la scoperta, la scorsa estate,  di una bomba aerea inesplosa nei pressi del Lingotto di Torino)

 

Grazie al nuovo esofago bimba di tre anni mangia per la prima volta

Un innovativo intervento di ricostruzione

Mangia per la prima volta a tre anni, grazie ad un eccezionale ed innovativo intervento di ricostruzione dell’esofago, presso l’ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino. Si tratta di un vero e proprio “miracolo”.  A. ha 3 anni ed è nata con una malformazione congenita: l’Atresia esofagea di tipo I, cioè senza un tratto di esofago, situazione che rende impossibile alimentare il neonato.  Operata a due mesi di vita a Milano, ha purtroppo avuto una complicanza che ha determinato l’instaurarsi di una stenosi esofagea, ovvero un restringimento cicatriziale della zona, che non è stato possibile risolvere, nonostante numerose dilatazioni endoscopiche. Questa situazione non ha quindi permesso di rendere normale la sua alimentazione ed ha creato alla bimba seri problemi di crescita. In pratica non ha praticamente mai potuto alimentarsi per bocca e per i suoi problemi nutrizionali è stata presa in carico successivamente a Torino, presso l’ospedale Infantile Regina Margherita. Qui inizialmente é stata alimentata grazie ad un sondino introdotto attraverso la parete addominale nel suo stomaco ma, in seguito, ha necessitato addirittura di una nutrizione esclusiva per via parenterale, ovvero ricevendo tutte le sostanze indispensabili per il suo organismo in crescita attraverso una cannula inserita in una grossa vena.  Queste necessità cliniche hanno messo in seria difficoltà la famiglia naturale, che nel frattempo, per seguire un’altra figlia ammalata, ha dovuto trasferirsi in Francia. Per A. c’è stato quindi bisogno di una famiglia affidataria a Torino che le consentisse di continuare le cure e le garantisse un ambiente di crescita sereno. Circa un mese e mezzo fa, per permetterle di tornare ad una vita normale con la possibilità di alimentarsi per bocca come tutti i bambini, presso la Chirurgia pediatrica dell’ospedale Infantile Regina Margherita (diretta dal dottor Fabrizio Gennari), in stretta collaborazione con il professor Renato Romagnoli (direttore della Chirurgia universitaria 2 e Centro Trapianti di fegato dell’ospedale Molinette di Torino) e con il dottor Dario Reggio del Servizio di Endoscopia Interventistica della Città della Salute di Torino, A. è stata sottoposta ad un intervento di ricostruzione del suo esofago. In casi simili si rende quasi sempre necessario sostituire l’esofago utilizzando una parte dello stomaco o con un tratto di intestino, ma in questo caso, nonostante la complessità dovuta agli esiti dell’intervento precedente, i chirurghi sono riusciti ad asportare il tratto cicatriziale ed a ricostruire un normale esofago utilizzando esclusivamente tessuto esofageo.
Il decorso postoperatorio presso la Rianimazione pediatrica (diretta dal dottor Giorgio Ivani) si è prolungato per più di un mese.  Ora A. è ricoverata presso il reparto di degenza ad Alta Intensità della Chirurgia pediatrica e, grazie al suo “nuovo esofago”, sta progressivamente recuperando l’uso della bocca per alimentarsi con il supporto dello staff infermieristico, del Servizio di Logopedia e dei genitori affidatari. La sinergia di competenze e la capacità di approccio multidisciplinare presente all’interno della Città della Salute di Torino hanno reso possibile questo “miracolo”, che riporterà A. ad una vita normale e, a completo recupero, al suo ritorno alla famiglia naturale.