CRONACA- Pagina 1265

Nuove armi da guerra trovate dalla polizia

Nei giorni scorsi, personale della DIGOS della Questura di Torino, nell’ambito dell’operazione “MATRA” coordinata dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione – UCIGOS, ha sequestrato, durante le attività di perquisizione del deposito di Rivanazzano Terme (dover erano stati rinvenuti un missile aria/aria mod. MATRA e due “Razziere”) le seguenti parti di arma e di munizionamento da guerra:

  • Ø una sezione di controllo e di guida militare di un missile, modello SEA Killer/Marte di un metro di lunghezza e 20.5 cm di larghezza, con la parte elettronica in perfetto stato di conservazione (parte di arma da guerra);
  • Ø un razzo da esercitazione militare con testa inerte di 50 mm e lunghezza di 92 cm, di fabbricazione italiana, privo di propellente e compatibile con le razziere sequestrate il 17 luglio (munizionamento da guerra);
  • Ø una sezione di guida di un missile aria/aria, fabbricato negli U.S.A., modello AIM-7/ “Sparrow”delle dimensioni di 79 cm di lunghezze e 20 cm di diametro, privo di fusoliera (parte di munizionamento da guerra);
  • Ø una sezione di guida di un missile superficie/aria, fabbricato nell’ex U.R.S.S., modello SA8, delle dimensioni di 60 cm di lunghezza e 18 cm di diametro, privo di fusoliera (parte di munizionamento da guerra).

Le operazioni di perquisizione, eseguite con la collaborazione degli artificieri e dell’Esercito, hanno avuto termine nella giornata del 26 luglio.

Sorpasso in autostrada, due morti

Incidente mortale nello scontro tra due auto, nella notte, intorno alle 2, sull’autostrada A4 Torino–Milano, nei pressi dello svincolo di Settimo.

Un’ auto coinvolta è una Mercedes Cabrio, a bordo un uomo e una donna  che sono morti. Sull’altra vettura, una Fiat Punto, due persone sono rimaste ferite. La  Satap ha chiuso  l’autostrada nel tratto interessato. Sembra che la Mercedes, sbandando, sia stata urtata dalla Punto che si trovava in corsia di sorpasso.

Le fiamme gialle sequestrano a imprenditore due milioni in case, auto e denaro

La Guardia di Finanza di Torino, coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo Piemontese, ha confiscato immobili, società, conti correnti, veicoli e altri beni di lusso per oltre 2 milioni di euro, tutti riconducibili a un noto imprenditore di Pinerolo (TO).

Dalle indagini, iniziate nel 2017, è emerso un articolato sistema criminoso consistente nella creazione ad hoc, di ben 4 diverse società che metodicamente venivano “alleggerite” di asset e utili, il tutto con grave nocumento per i creditori e per il Fisco. Proprio queste sottrazioni di utili, hanno consentito agli investigatori del Gruppo Orbassano di contestualizzare le condotte tipiche della bancarotta fraudolenta, oltre che dell’evasione fiscale, per le quali l’imprenditore è stato denunciato alla Procura della Repubblica.

I Finanzieri, coordinati dal Procuratore Aggiunto Cesare Parodi, hanno svolto minuziose indagini, dirette da un lato a evidenziare la pericolosità sociale del soggetto, il quale già da tempo era implicato in diverse attività criminose, e dall’altro ad individuare una sproporzione tra quelle che erano le risorse economiche dell’imprenditore in questione, totalmente sconosciuto al Fisco, e quello che era il suo tenore di vita, decisamente al di sopra delle sue possibilità. Su quest’ultimo aspetto si è concentrata l’attenzione degli inquirenti i quali hanno svolto accertamenti patrimoniali ad ampio raggio, avvalendosi anche degli strumenti normativi del c.d. “Codice Antimafia”, su ben 10 soggetti, tra persone fisiche e giuridiche, tutti riconducibili all’imprenditore in questione.

Il quadro emerso ha consentito di ricostruire la formazione del cospicuo patrimonio di cui disponeva il soggetto e la sua cerchia familiare, dimostrando che non poteva essere altro che il risultato dell’investimento di proventi ottenuti illegalmente considerato che nessuno di loro ha mai dichiarato redditi significativi. La ricchezza, generata dall’evasione fiscale e dalle bancarotte fraudolente, veniva sistematicamente reimpiegata in nuove attività economiche e finanziarie per “lavare” il denaro illecitamente accumulato, concretizzando appieno la condotta tipica del reato di autoriciclaggio.

Sulla base degli elementi riscontrati, la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Torino ha potuto accogliere in pieno la tesi investigativa sulla sproporzione patrimoniale e sulla pericolosità sociale del soggetto, disponendo da ultimo il provvedimento di confisca nei confronti dei beni riconducibili a quest’ultimo, che ha colpito, tra le altre cose, un’abitazione di lusso nel centro cittadino di Pinerolodiversi locali commerciali anch’essi in pieno centro, conti correnti, di cui uno all’estero, quote societarie e capitale sociale di 2 società, di cui una all’estero, un cassetta di sicurezza, 54 autovetture di lusso nonché  numerosi orologi di pregio. 

È stata inoltre disposta, vista la particolare dedizione del soggetto a reiterare nel tempo le condotte criminose, la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza.

L’attività testimonia la costante azione del Corpo, finalizzata ad aggredire i patrimoni illecitamente accumulati da coloro che vivono di traffici delittuosi o traggono il proprio sostegno economico dai proventi dell’evasione fiscale e da altre attività criminali, dimostrando la versatilità degli strumenti di indagine propri del Corpo in un approccio trasversale ai vari settori di intervento.

I Carabinieri arrestano operaio mentre irriga piantagione di marijuana

 A Lanzo T.se (to) , i carabinieri della stazione di Mathi, hanno arrestato per coltivazione e produzione di droga un italiano di 34 anni
I carabinieri, travestiti da ciclisti e runner, al termine di un prolungato servizio di osservazione, hanno sorpreso l’uomo mentre irrigava, in terreno agricolo attiguo alla  propria abitazione, una piantagione di marijuana composta da 387 piante di altezza tra i  cm 20 e mt 3,00. La perquisizione a casa ha permesso di sequestrare gr. 200 di  marijuana, già essiccata e pronta per lo spaccio e gr. 30 di hashish. L’uomo è stato collocato ai domiciliari

Minaccia automobilista che non vuole pagarlo

Arrestato in Piazza Carlo Felice cittadino romeno di 49 anni
Nei giorni scorsi  un cittadino italiano, che si trovava in piazza Carlo Felice e si apprestava a
parcheggiare, è stato avvicinato da un cittadino romeno di 49 anni che gli chiedeva con insistenza
una somma di denaro a piacere in cambio di un servizio di vigilanza alla sua autovettura.
Al rifiuto
dell’automobilista, che peraltro si trova in una zona a pagamento strisce blu, il cittadino romeno
iniziava ad urlare, minacciandolo che gli avrebbe rigato l’auto se non si fosse piegato alle sue
richieste. A nulla valevano le rimostranze della vittima, che lo avvisava che se avesse continuato
con le minacce si sarebbe rivolto alle forze dell’ordine.
“Non mi importa nulla della Polizia, non mi
importa nulla di essere denunciato” la risposta del parcheggiatore abusivo. Una pattuglia del
Commissariato Centro in servizio di Volante, in transito sulla piazza, notava la scena e interveniva in
aiuto dell’automobilista in difficoltà.
L’autore del fatto, che ha numerosi precedenti di polizia a suo carico, è stato tratto in arresto per
tentata estorsione.

In carcere a quasi 90 anni per aggressione a un altro anziano

E’ proprio vero il detto che ‘non è mai tropo tardi’

 

S.I. 87enne originario della Sicilia ma da molti anni residente in Asti era ospite della Casa di Riposo “Città di Asti” ove stava scontando, in regime di detenzione domiciliare, la pena ad oltre 17 anni di reclusione per i reati di omicidio e tentato omicidio commessi in Asti, nel luglio del 2013.

L’anziano, per futili motivi, ha aggredito un altro ospite della struttura puntadogli un coltello alla gola ed inseguondolo per i corridoi con il proprio bastone. Solo il pronto intervento dei dipendenti della Casa di Riposo e dei Carabinieri, immediatamente allertati, ha consentito di porre fine agli intenti minatori dell’87enne.

A seguito di tale episodio, il personale dell’Arma intervenuto ha immediatamente informato il Tribunale di Sorveglianza di Torino evidenziando l’incompatibilità di S.I. con la permanenza nella Casa di Riposo in quanto dannoso per la salute fisica e psichica degli ospiti e del personale della struttura, tant’è che la stessa autorità giudiziaria ha provveduto a sospendere il provvedimento di detenzione domiciliare con la custodia in carcere.

L’anziano è stato pertanto arrestato ed espletate le formalità di rito è stato tradotto nella Casa di reclusione di Asti a disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Asti.

 

Tre coltellate alla schiena: tenta di uccidere una donna

I carabinieri della compagnia Oltre Dora hanno fermato perché indiziato di reato un nigeriano 24enne, già sottoposto ad obbligo di firma. Il giovane è gravemente indiziato di aver tentato di uccidere una connazionale con 3 coltellate alla schiena.

Il fatto è avvenuto il 22 luglio scorso alle 5 della mattina nel quartiere di Barriera Milano, in seguito ad una discussione per futili motivi iniziata all’interno di una discoteca e proseguita in strada dove la donna è stata inseguita dall’aggressore ed accoltellata.

Durante l’aggressione la donna è riuscita a strappare una collana al collo dell’uomo.

Nei giorni successivi, il nigeriano, saputo dell’intervento dei carabinieri, si è recato a casa della donna per minacciarla.

La svolta nelle indagini è avvenuta con il ritrovamento di un ciondolo e di una collana d’oro indossata dal 24enne al momento dell’aggressione e lasciati sulla scena del crimine.

 

GdF Genova, operazione antidroga internazionale

Dalla Liguria

I militari del Comando provinciale della Guardia di finanza di Genova hanno eseguito un’operazione di cattura di 3 cittadini italiani per traffico internazionale di cocaina del Sudamerica, con le aggravanti ‘mafiosa’ della ingente quantità e della transnazionalità, Questo è l’esito dell’operazione ‘Buon vento genovese’.

I dettagli sono stati resi noti lunedì mattina nella sede del comando provinciale di Genova, presenti il procuratore capo della Repubblica di Genova, Francesco Cozzi, il sostituto Federico Manotti, il comandante provinciale generale di brigata Vincenzo Tomei, il comandante del Nucleo di polizia economico-finanziaria Maurizio Cintura, Kevin Daniels, assistant regional director per l’Europa e Scott Seeley-Hacher della Drug americana,

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Genova- Direzione distrettuale antimafia ed antiterrorismo, sono state eseguite dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Genova e sono state avviate nel 2019 quando un 39enne è stato localizzato in Colombia mentre stava contrattando l’acquisto di un ingente carico di cocaina con gli esponenti dei cartelli del narcotraffico sudamericano.

Una intensa collaborazione con le autorità spagnole e francesi, sotto l’egida di Eurojust, colombiane e con le Dea ed il Cbp americani, si è potuto monitorare le fasi dell’acquisto e del carico in Italia della droga. Qui sono stati sequestrati 368 chili di cocaina purissima e catturato il 39enne, affiliato alla cosca di ‘ndrangheta ‘Alvaro’ di Sinopoli in Provincia di Reggio Calabria in possesso di documenti falsi, di un 29enne e di un 51enne.

E’ stata inoltre identificata, e denunciata alla Procura di Genova, una quarta persona, coinvolta nel tentativo di importazione del carico di cocaina, un 39enne, anch’egli affiliato al clan ‘Alvaro. L’uomo, destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Genova è, al momento, latitante.

Lo stupefacente sequestrato ha un valore notevole, pari a circa 100 milioni di euro.

Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati anche 3 autoveicoli, denaro contante per 953.349 euro, diversi telefoni cellulari criptaati e uno jammer, dispositivo utilizzato per impedire ai telefoni cellulari di ricevere o trasmettere onde radio.

A.A., il 39enne n’dranghestista arrestato ha un percorso criminale di tutto rispetto ed è il minore di cinque fratelli, tutti appartenenti alla stessa cosca del mandamento tirrenico.

L’attività di polizia giudiziaria sono state eseguite nelle provincia reggina con la collaborazione del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Reggio Calabria, del Gruppo Locri e della Comapgnia Palmi.

Sono in corso ulteriori investigazioni per identificare e rintracciare gli ulteriori responsabili del trasporto della cocaina dalla Colombia e Genova.

M.Iar

 

 

Truffa del vino, modifica l’iban per incassare

I Carabinieri del Comando Stazione di Monforte d’Alba hanno denunciato per frode informatica un giovane uomo originario del Ghana giunto in Italia nel 2017.

Le indagini sono partite ad Aprile, dalla denuncia di un’azienda vitivinicola delle Langhe. La ditta aveva ricevuto via email da un cliente di un paese del nord Europa un ordinativo di bottiglie di vino per diverse migliaia di euro. Era seguita la comunicazione con lo stesso mezzo delle coordinate bancarie su cui effettuare il bonifico che però non era mai giunto sul conto dell’azienda. Gli impiegati erano quindi rimasti molto sorpresi quando dopo qualche settimana avevano ricevuto la telefonata del cliente che si lamentava di aver pagato senza però ancora aver ricevuto la merce. Lo scambio di informazioni ha permesso di appurare che l’email inviata dalla ditta era stata intercettata e che il dato dell’IBAN era stato variato. Solo a questo punto l’email era stata fatta pervenire alla casella elettronica del cliente che aveva quindi effettuato il bonifico a favore dei responsabili dell’ingegnosa frode.

Gli accertamenti degli investigatori della Stazione di Monforte hanno permesso di appurare che l’importo versato dal cliente era finito su un conto corrente postale intestato ad un uomo di origini extracomunitarie residente in provincia di Cuneo che aveva provveduto a incassarlo interamente mediante prelievi multipli effettuati il giorno stesso in diversi uffici postali, in modo da non destare troppo sospetto.

L’uomo è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Torino – gruppo riciclaggio – per frode informatica.

L’appartamento trasformato in serra per coltivare marijuana

Vere e proprie serre, adibite a vivaio per la coltivazione della marijuana, quelle scoperte, nei giorni scorsi, dalla Guardia di Finanza di Torino dove un trentaquatrenne, si dedicava a coltivare la droga.

Il forte odore, tipico della marijuana, ha subito attirato l’attenzione di Easy e Jane, due dei cani antidroga delle Fiamme Gialle e le piante visibili sul balcone che si affacciava sulla strada del quartiere Borgo Vittoria di Torino hanno permesso di individuare l’appartamento adibito a serra e di conseguenza il legittimo proprietario.

Le due serre, trovate nella camera da letto di un piccolo bilocale, erano accessoriate di tutto l’occorrente necessario per la coltivazione: due termometri per poter garantire la temperatura ideale, un miniventilatore, due teli neri adatti alle serre, tubi in alluminio per l’aereazione, lampade led da vegetazione, filtri e ventole per il ricambio dell’aria e tutti gli accessori destinati al mantenimento della piantagione.

All’interno dell’abitazione le Unità Cinofile di Torino hanno rinvenuto sette piante di cannabis indica, semi di cannabis e un bilancino elettronico di precisione.

La piantagione illegale e le attrezzature sono state sequestrate, mentre per l’uomo è scattata la denuncia.

La Guardia di Finanza di Torino, nell’ambito della costante azione di controllo del territorio tesa a prevenire e reprimere violazioni finanziarie ed episodi di microcriminalità, tiene in debita considerazione l’esigenza di sicurezza dei cittadini per mantenere

sempre alto il livello di rispetto della legalità.