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Aprono porta del Pam con machete e rubano

Con un machete ed un coltello da macellaio hanno creato un varco nella porta d’accesso di un supermercato, poi hanno rubato merce varia ed elettrodomestici per 1000 euro, a Rivarolo Canavese. E’ accaduto qualche notte fa. Ma sul posto sono intervenuti i carabinieri del Nucleo operativo radiomobile di Ivrea su richiesta dell’Istituto di vigilanza che aveva ricevuto l’allarme per il furto in corso al Pam di Rivarolo. L’intervento immediato ha consentito di arrestare i due ladri, di 26 e 27 anni, senza fissa dimora, in flagranza di reato. I due sono stati sorpresi con il carrello del supermercato riempito con la refurtiva. Il gip del Tribunale di Ivrea ha convalidato successivamente gli arresti.

M.Iar.

Colpito più volte con una catena d’acciaio: arrestato un giovane

Nella serata di venerdì 7 giugno 2019 gli equipaggi della Polizia di Stato di Novara sono intervenuti in via San Francesco d’Assisi per una lite tra due stranieri

Giunti sul posto gli agenti delle “volanti” notavano la presenza di un giovane in stato di agitazione con il cranio lesionato ed un’evidente fuoriuscita di sangue. Nell’attesa dell’arrivo dei soccorsi si riusciva ad identificare la vittima, un cittadino italo marocchino di 23 anni che forniva una dettagliata descrizione dell’aggressore che poco prima l’aveva aggredito colpendolo più volte con una catena in acciaio. Una volta acquisita la descrizione del soggetto le pattuglie, dopo una breve ricerca lo rintracciavano: alla vista degli agenti iniziava ad agitarsi ma veniva prontamente bloccato. Si recuperava anche la catena usata per colpire la vittima, che era stata occultata vicino alle rastrelliere delle biciclette. Lo straniero, un cittadino irregolare egiziano di 23 anni, pertanto, era portato in Questura mentre gli agenti continuavano l’attività d’indagine volta a capire i motivi dell’aggressione, recandosi presso il Pronto Soccorso, dove il personale medico riferiva il malcapitato aveva riportato serie conseguenze, tanto che alla fine degli accertamenti riportava 30 giorni di prognosi. Al termine degli accertamenti lo straniero, accusato di tentato omicidio, veniva arrestato e condotto presso la casa circondariale di Novara, comunicando il tutto all’Ufficio immigrazione per le pratiche relative all’espulsione dal territorio nazionale.

M.Iar.

Atti osceni vicino a minori: arrestato 26enne

E’ stato sorpreso nei pressi di scuole e società sportive 

Ieri pomeriggio, agenti del Commissariato di P.S. “San Secondo” hanno arrestato un ventiseienne marocchino responsabile di atti osceni in prossimità di minori. Il giovane era stato segnalato al 112 NUE poiché intento a masturbarsi per strada. All’arrivo della pattuglia di polizia veniva appurato, attraverso la testimonianza di più passanti, che il giovane in questione si era appena reso responsabile di atti di autoerotismo, per strada, sulla via Massena, noncurante del via vai di ragazze di giovane età e di bambini, attesa la presenza, nelle immediate vicinanze, di tre scuole materne e di una società ginnico/sportiva. Il giovane, già denunciato per lo stesso titolo di reato il 23 maggio u.s., allorquando era stato segnalato a commettere gesti simili in prossimità di luoghi abitualmente frequentati da minori, è stato tratto in arresto per atti osceni in prossimità di minori.

Trapiantato con successo un fegato rivitalizzato

In una macchina di perfusione normotermica

 

E’ l’ultima frontiera nei trapianti di fegato. E’ stato trapiantato con successo un fegato rivitalizzato con una macchina di perfusione normotermica su un uomo di 66 anni, presso il Centro trapianti di fegato dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino (diretto dal professor Renato Romagnoli).   La scoperta a novembre dell’anno scorso di un doppio tumore al fegato insorto su una cirrosi fino ad allora non diagnosticata: una sentenza pesante per un veterinario di Viterbo di 66 anni ancora in attività.  Da lì l’inizio di una corsa contro il tempo per cercare una possibilità di cura nei maggiori centri di riferimento in Italia. E quindi l’approdo all’ospedale Molinette di Torino.  Prima di tutto le terapie per arginare o, preferibilmente, fare regredire almeno in parte la malattia tumorale, che fin dall’inizio si era dimostrata  essere voluminosa ed aggressiva. Quindi, a gennaio di quest’anno, sono state eseguite due termoablazioni percutanee (“bruciature del fegato”), eseguite presso la Radiologia interventistica del professor Paolo Fonio. Poi, a maggio, dopo aver riscontrato un’iniziale buona risposta alle terapie, l’ingresso in lista in attesa per un trapianto di fegato da fare il più rapidamente possibile, presso il Centro Trapianti diretto dal professor Renato Romagnoli.  Ed ecco pochi giorni fa la possibilità di un donatore di fegato compatibile deceduto, ma i cui organi potevano essere prelevati per trapianto, grazie al gesto di altruismo e generosità dei familiari. Una buona congiuntura per il paziente.  Tuttavia fin da subito si era capito che il fegato del donatore, deceduto per emorragia cerebrale, presentava caratteristiche tali (per steatosi – fegato grasso ed età di 77 anni) da farlo ritenere non ottimale e ad alto rischio di non essere in grado di funzionare dopo il trapianto seguendo le tecniche tradizionali di preservazione d’organo (cosiddetta preservazione ‘a freddo’, e cioè tenendo il fegato in ghiaccio dopo il prelievo sul donatore).  Nuove tecnologie biomediche però oggi stanno rivoluzionando il campo dei trapianti di fegato, aprendo nuove strade, tra cui la possibilità di rivitalizzare il fegato prelevato e valutarne in sicurezza la funzionalità al di fuori del corpo del donatore, prima dell’impianto nel ricevente.  Per fare questo è stata utilizzata la nuovissima tecnica detta NMP (Normothermic Machine Perfusion), ovvero la perfusione ‘a caldo’ (37 gradi, la temperatura del corpo) del fegato donato. Con lo sforzo comune ed il lavoro notturno di tutto un ospedale, ed in particolare dei centri di Coordinamento Regionale (professor Antonio Amoroso e dottoressa Anna Guermani), della Banca del Sangue delle Molinette (dottoresse Anna Maria Bordiga e Paola Manzini), del Laboratorio Analisi (dottor Giulio Mengozzi), nonché del Coordinamento Infermieristico e di Sala Operatoria del Centro Trapianto Fegato, è stato eseguito con successo il trapianto epatico sul paziente.  Dopo il prelievo dal donatore, il fegato è stato trasportato nella sala operatoria del Centro Trapianti, dove è stato sottoposto alla procedura di NMP (vedere foto allegata). Questa consiste nella perfusione continua dell’organo, attraverso le cannule ed il circuito ossigenato della macchina, utilizzando sangue umano da donatori e sostanze nutrienti in soluzione. Già dopo 2 ore di vita ‘artificiale’ in macchina si è capito che la funzione dell’organo si stava riprendendo in modo ottimale, quasi insperato. Ciò ha consentito di procedere con l’anestesia del paziente e con l’intervento chirurgico di rimozione del fegato malato. Dopo un totale di poco più di 5 ore di perfusione NMP, il fegato è stato quindi impiantato sul ricevente. La funzione immediata post-trapianto è stata da subito molto buona ed ora, dopo alcuni giorni dal trapianto, il paziente è in via di dimissione.  Oggi le tecniche di perfusione d’organo ‘ex vivo’ stanno entrando nella pratica clinica, nelle loro varie forme di utilizzo (in genere ‘a freddo’ e con solo ossigeno), coinvolgendo ormai più di un terzo dei trapianti di fegato e permettendo di migliorane gli esiti precoci. Tuttavia questa nuova tecnica ‘a  caldo’ utilizzata permette di fare un passo oltre, ovvero rigenerare ed utilizzare in sicurezza organi che altrimenti sarebbero scartati per un rischio troppo elevato per il ricevente. Si calcola che saranno una decina all’anno i fegati che verranno valutati con questa nuova tecnica normotermica. Ora si aprono nuove prospettive future per i trapianti di fegato.
Pierpaolo Berra

A proposito di legittima difesa, spaccio e immigrazione

Invidio chi ha sempre delle certezze, ma rischia di essere un ottuso. Capisco chi ha organizzato la manifestazione di solidarietà verso il tabaccaio di Pavone.  Per ora una sola certezza Ion Stavila, anni 24, moldavo, è stato ucciso da Franco Iachi Bonvin tabaccaio esasperato dalle continue rapine nella sua tabaccheria di Pavone. E già ci sono i novelli locali e un po’ ciarlatani giustizieri della notte che si chiedono e chiedono: se si introducono a casa tua non gli puoi sparare? No, non gli puoi sparare. Lo vieta espressamente il Codice Rocco promulgato durante il ventennio fascista. Almeno qui i comunisti non c’ entrano niente. Carlo Nordio, ex magistrato che ai tempi di mani pulite tentò (inviano) di indagare sui vertici del PCI per finanziamento illecito, consulente giuridico dell’ allora ministro Calderoli proprio sulla la legittima difesa .Precisamente essendo lo Stato garante della difesa della proprietà privata è vietato per l’ individuo usare la forza e le armi per difenderla.  A meno che non sia in pericolo la propria incolumità fisica. Tant’ è che il tabaccaio è stato indagato per eccesso colposo di legittima difesa.  Il magistrato dovrà appurare questo. Ma per gli irriducibili queste considerazioni valgono zero,  convinti che ora l’ attuale legge risolverà qualcosa.  E si sbagliano di brutto.  Questa legge non assolve chi spara, il magistrato deve appurare le dinamiche e poi decidere. Ma anche tutto ciò per gli irriducibili è solo fuffa, e portano a prova delle loro convinzioni la partecipata manifestazione di solidarietà al tabaccaio.  Persino il Ministro degli Interni il Matteo Salvini  in arte Rambo gli ha portato la sua.  Benissimo, benissimo ed ha lenito le sofferenze dell’esercente.  Benissimo ma ininfluente sull’ operato della magistratura eporediese diretta da un ottimo magistrato come Giuseppe Ferrando.
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Cambiando scena atterriamo in Barriera di Milano. Da alcune settimane polizia e carabinieri sono impegnati in azioni di repressione della microcriminalità.  Via Palestrina angolo corso Vercelli. Stabile famoso per spaccio e quasi integralmente occupato da non italiani. 30 arresti, per la maggioranza persone di colore. E i residenti per la maggior parte italiani scendono in strada applaudendo la polizia ed urlando “W Salvini”.  30 anni fa il PCI aveva il 60 % dei voti.  Ora la Lega il 40. Il tabaccaio ha sparato per esasperazione e i residenti di Barriera hanno esultato anche per esasperazione. Tabaccaio esasperato e residenti esasperati.  Ora tocca al sottoscritto. Martedì ore 18 30 . Via Baretti angolo corso Marconi. 7 o 8 ragazzi di colore stazionano. Non voglio parcheggiare lì. Chiedo lumi alla persona con cui ho un appuntamento: sono spacciatori? Sì. Come ci convivete? Male, molto ma molto male.  Ripartendo con l’ auto quelle persone di colore mi infastidiscono non per la palle ma perché sono dei delinquenti. Trovandomi arruolato nell’ esercito degli esasperati. Arruolato mio malgrado tra gli esasperati. Proprio così, non  mi va giù una città come Torino dove diversi quartieri sono in mano agli spacciatori. E non penso di essere un moralista. Poi sono infinite e stucchevoli le polemiche di chi sottolinea che se non ci fossero i drogati non ci sarebbero gli spacciatori.  Vero, ma non consolatorio. Togliere il monopolio delle droghe alla criminalità organizzata vuol dire per alcune di esse legalizzarle.  Doloroso ma indispensabile. Come se si vuole realmente cambiare la legge sul porto d’ armi e difendere la proprietà privata si deve sostituire la legge Rocco.  Tutto il resto è fuffa.  Tutto il resto è solo propaganda. Tutto il resto è solo inutile e dannoso.
Patrizio Tosetto

Traffico di droga via Whatsapp e Facebook

I Carabinieri eseguono 8 provvedimenti cautelari per spaccio in un quartiere della movida. Sequestrato un revolver privo di matricola

 

I carabinieri della Compagnia San Paolo stanno eseguendo un provvedimento cautelare a Torino con otto destinatari delle misure disposte dal Gip del Tribunale di Torino su richiesta della Procura della Repubblica per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti nel quartiere Vanchiglia, in particolare in piazza Santa Giulia, noto per la movida. Li operava un gruppo criminale, composto da 3 italiani, 1 tunisino e 4 albanesi, specializzato nello smercio di eroina. Per sviare le indagini la vendita e gli appuntamenti venivano concordati con i clienti tramite whatsapp e facebook. Durante le perquisizioni è stato sequestrato un revolver privo di matricola. Sono stati impiegati 50 carabinieri supportati da un’unità cinofila. L’indagine, condotta tra il mese di dicembre 2017 e luglio 2018 parte dalla denuncia di un italiano trovato in possesso di 8 ovuli di cocaina destinati alla vendita al dettaglio nel quartiere Vanchiglia. Le indagini hanno consentito di documentare un’intensa e costante attività di spaccio che aveva come principale base logistica un circolo privato, risultato totalmente estraneo ai fatti. Nel corso delle indagini sono state già arrestate in flagranza due italiani ed un albanese, denunciato un italiano ed un albanese, sequestrate centinaia di dosi di hashish, marijuana e cocaina ed identificati 40 acquirenti di differente età ed estrazione sociale.

 

 

 

Pregiudicati, slot, e violazioni igieniche: chiuso bar

Il Questore di Torino ha sospeso la licenza per la somministrazione di cibi e bevande ad un esercente commerciale, disponendo l’immediata chiusura per 15 giorni. Il bar, situato in corso Filippo Turati, resterà chiuso fino al prossimo 26 giugno. Nel mese di marzo, durante un controllo straordinario del territorio, gli agenti del Commissariato San Secondo, coadiuvati da personale del Reparto Prevenzione Crimine e da operatori della Polizia Municipale, hanno constatato che il locale commerciale era abituale ritrovo di persone pregiudicate e pericolose per l’ordine e la sicurezza pubblica. Inoltre il proprietario, un cittadino di origini cinesi, era stato sanzionato amministrativamente per aveva collocato all’interno del locale 3 apparecchi da gioco, a breve distanza da obiettivi sensibili, ma anche per violazioni legate a norme igienico-sanitarie e ad insegne pubblicitarie.  Ancora nel mese di maggio, il personale del Commissariato di zona aveva contestato medesime violazioni: incurante delle precedenti sanzioni, aveva reinstallato 2 apparecchiature per il gioco. L’ultimo controllo risale a qualche giorno fa.

 

Morti nel Po: tracce di alcol nel sangue

Tracce di alcool nel sangue di Ramsey Alrae Keiron e John Blair Rashad Randy: sono state trovate nei corpi dei due amici delle Bahamas recuperati nel fiume Po la scorsa settimana a Torino. Questo rivela l’analisi tossicologica comunicata da un medico legale agli inquirenti. Pare esclusa l’assunzione di sostanze stupefacenti e di farmaci da parte dei due giovani. L’autopsia ha  individuato la causa della morte nell’annegamento. L’inchiesta  è condotta dalla Squadra mobile della questura.

Ballerine “in nero”

Addetti alla sicurezza, camerieri, ma anche giovanissime intrattenitrici, tutti rigorosamente “in nero”

 

È quello che ha scoperto la Guardia di Finanza di Torino che, unitamente ai Carabinieri del locale Nucleo Ispettorato del Lavoro, ha controllato uno storico locale di intrattenimento torinese che, fin dagli anni 70, organizza spettacoli e feste private.

 

I Finanzieri del Gruppo Torino e i colleghi dell’Arma dei Carabinieri hanno constatato che almeno la metà dello staff aziendale, 11 lavoratori, prestava la propria opera totalmente “in nero”, esposto, in tal modo, ad elevati rischi in termini di sicurezza e di garanzie assistenziali. Tra di essi, anche giovanissime ragazze dedite all’intrattenimento dei clienti. È bene ricordare che la tutela dei lavoratori, in particolare quelli molto giovani, viene perseguita con costanza anche al fine di evitare sfruttamenti da parte di esercenti poco lungimiranti e senza scrupoli.

 

Il locale, viste le gravi irregolarità appurate dagli inquirenti, ha rischiato l’immediata sospensione dell’attività, evitata dal gestore del locale, un imprenditore quarantenne, che ha, immediatamente, pagato una sanzione di diverse migliaia di euro che andrà a sommarsi agli ulteriori 20.000 euro di sanzioni comminate per le violazioni amministrative accertate.   

 

L’intervento della Guardia di Finanza e dei Carabinieri del N.I.L. ha indotto, infine, il titolare, alla regolarizzazione dei dipendenti i quali hanno quindi potuto beneficiare, così come previsto dalla legge, di una regolare assunzione e di un’adeguata copertura assicurativa.

 

Le attività della Guardia di Finanza, attraverso la prevenzione e la repressione di ogni forma di concorrenza sleale, come quella dell’utilizzo di lavoratori “in nero”, che spesso vengono esposti a elevati rischi in termini di sicurezza e di garanzie assistenziali, vogliono tutelare tutti quegli imprenditori che operano nel pieno rispetto delle regole.

RAVE PARTY, CONTROLLO DI TRENI E STAZIONI

Durante i controlli del fine settimana nelle stazioni maggiori del capoluogo torinese ed a bordo treno, nella sola serata di sabato 8, la Polfer ha intercettato e controllato numerosi gruppi di giovani e ragazzi diretti ad un Rave Party nell’alessandrino. A Torino Porta Nuova, Torino Porta Susa e Torino Lingotto, gli operatori Polfer con il concorso dei rinforzi inviati dalla Questura hanno controllato gli imbarchi dei convogli dove si erano accalcate alcune centinaia di passeggeri, prevenendo danneggiamenti e interferenze con la circolazione ferroviaria. Nella sola stazione di Torino Lingotto, poco prima delle 23 veniva sorpresa a bordo di treno diretto a Chivasso una cinquantina di ragazzi sprovvisti di biglietto, 40 di loro venivano regolarizzati a bordo dal Capo Treno, grazie alla messa in sicurezza di Polfer, mentre una decina veniva fatta scendere perché rifiutava di munirsi di biglietto. Intensificati i servizi della Polfer anche nelle stazioni di Alessandria, Asti, Novara e Vercelli, in coordinamento con personale inviato da quelle Questure.I controlli in ambito ferroviario sono proseguiti fino alla mattinata odierna, durante il deflusso dei partecipanti dal Rave Party.Complessivamente nel weekend sono state controllate a livello compartimentale 1.236 persone, di cui 502 a bordo dei 123 treni scortati dalla Polizia Ferroviaria.