Era giunto in provincia di Roma, per passare le vacanze di Natale con il proprio figlio
La trasferta di un pensionato 76enne, di Rivoli si è trasformata in tragedia. L’uomo è infatti morto in un incidente stradale ad Anguillara dopo essere stato investito da una vettura mentre attraversava la strada. Al volante un giovane di 20 anni che si è fermato a prestare soccorso all’uomo, morto poi in ospedale.
Sue le parole:“Quando moriremo, nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili”. E lui della sua “credibilità”, totale e incondizionata, fece un dogma severo di vita. Cui restare fedele in ogni istante e in ogni atto delle sue giornate e ad ogni passo della sua attività. Con coraggio, al servizio delle istituzioni e della verità. Fino a pagarne nel modo più terribile le conseguenze. Ucciso dalla stidda agrigentina il 21 settembre del 1990, sulla strada provinciale Caltanissetta – Agrigento (presso il viadotto Gasena). Rosario Livatino, che tutti ricordiamo come il “giudice ragazzino” era nato a Canicattì nel 1952, ricevette il primo incarico di magistrato nel 1978 presso il tribunale ordinario di Caltanissetta e l’anno seguente diventò sostituto procuratore presso il tribunale di Agrigento fino al 1989 quando assunse il ruolo di giudice a latere. Fino alla morte, a soli 38 anni. Nello scorso mese di maggio, è stato Beatificato da Papa Francesco. E in sua memoria, sarà collocato presso l’Auditorium del “Liceo Monti” di Chieri, un pannello informativo o un QR-Code, secondo quanto previsto da una “Mozione”, approvata dal Consiglio Comunale chierese e presentata dal consigliere di minoranza Luigi Furgiuele del Gruppo Misto.