CRONACA- Pagina 1064

Mele "avvelenate" di droga lanciate oltre il muro

Lunedì pomeriggio, durante il normale servizio di pattuglia, personale della Polizia di Stato della locale Squadra Mobile, transitando in via Santa Maria Mazzarello, notava un cittadino di colore fermo all’intersezione stradale con Via Monginevro

Il soggetto aveva in mano una busta bianca di plastica contenente verosimilmente della frutta e guardava in maniera incessante il muro perimetrale del C.P.R.; in stato di evidente nervosismo, effettuava ripetute telefonate. Nel frattempo, iniziava a camminare lungo il perimetro del C.P.R., continuando a scrutare il muro di cinta. In questo modo percorreva via Mazzarello fino ad imboccarne il cavalcavia in contromano, salvo poi tornare indietro e fermarsi al centro della strada, in prossimità dello spartitraffico. Lì, effettuava un’ulteriore telefonata, al termine della quale si dirigeva in C.so Trattati di Roma e raggiungeva C.so Brunelleschi, posizionandosi sul marciapiede che costeggia il lato posteriore del C.P.R.
Il personale dei Falchi, non avendo mai perso di vista l’uomo, insospettito dall’atteggiamento di quest’ultimo che mostrava sempre maggiori segni di agitazione, decideva di controllarlo, sospettando che potesse detenere della sostanza stupefacente.
È prassi nota da anni, infatti, che alcuni stranieri ospitati all’interno del C.P.R. provino a commissionare dei lanci dall’esterno delle mura di oggetti contenenti stupefacenti o altro materiale proibito. Solitamente, i contenitori utilizzati per ricevere lo stupefacente sono palline da tennis o frutta, soprattutto mele; il fine è quello di smerciarne il contenuto agli altri ospiti del centro a prezzi fino a 10 volte superiori rispetto a quelli consueti.
Nessuna sorpresa per i Falchi, dunque, al rinvenimento di 10 g di hashish e 5 grammi di marijuana celati all’interno di una mela, appositamente svuotata e poi richiusa con del nastro adesivo.
Il soggetto, identificato per O.E., cittadino nigeriano incensurato classe 1998, a cui è stata rifiutata la domanda di protezione internazionale già nel 2017, e con un’espulsione a carico, ammetteva di essere lì perché un suo amico, all’interno del C.P.R. da circa una settimana, gli aveva chiesto di effettuare il lancio di una mela appositamente “farcita”.
Il giro del perimetro del centro, quindi, era evidentemente finalizzato a trovare il luogo più idoneo da cui lanciare la mela, in modo che questa atterrasse proprio nell’area in cui alloggia il destinatario; tuttavia, l’esperienza e lo spirito di osservazione degli operatori hanno impedito che la consegna andasse a buon fine ed il nigeriano è stato indagato per detenzione di stupefacente.
 
 
 
 

Maglie contraffatte vendute vicino allo stadio

Venerdì sera, prima dell’incontro di calcio Juventus –Torino, gli agenti della Questura di Torino hanno rinvenuto e sequestrato oltre 140 capi sportivi contraffatti. Controllando un banco di vendita ambulante ubicato in Strada Altessano, i poliziotti hanno trovato una scatola contenente una quarantina di maglie con i marchi “Adidas” e “JJ” contraffatti. Un’altra settantina di maglie è stata e una ventina di polo, con identica contraffazione, sono state trovate all’interno di un furgone. Alla luce dei fatti un cittadino italiano di 42 anni è stato denunciato per ricettazione e introduzione in commercio di prodotti con segni falsi.
 
 

Ladro al supermarket morde addetto alla vigilanza

Singolare quanto accaduto uno degli scorsi pomeriggi presso un Carrefour di corso Vittorio Emanuele. Un cittadino italiano di 52 anni si presentava alle casse fingendo di voler pagare dei prodotti per l’igiene personale. Poichè la carta di credito presentata alla cassiera non era valida diceva di voler rinunciare all’acquisto. Ma l’uomo aveva nascosto, poco prima, nel giubbotto, una bottiglia di super alcolici. Un addetto alla sicurezza che lo aveva visto gli diceva di aprire il giubbotto. A questo punto, l’uomo si buttava per terra senza alcun motivo e urlava “Aiuto, sono stato picchiato!”. Dopodichè, approfittando della confusione che aveva creato, cercava di fuggire. L’uomo veniva bloccato dall’addetto alla vigilanza appena fuori dal supermercato ma si girava a e lo mordeva violentemente ad una spalla per liberarsi; inoltre, colpiva anche con dei calci e schiaffi il titolare del punto vendita, giunto in aiuto. Gli agenti della Squadra Volante tempestivamente giunti sul posto arrestavano l’uomo per tentata rapina e resistenza, poichè lo stesso comportamento ostativo ed aggressivo da parte sua continuava anche negli uffici di Polizia

Arrestata ragazza con 30 ovuli di droga nello stomaco

Ha rischiato grosso la ragazza arrestata la scorsa domenica dalla Guardia di Finanza di Torino a bordo di un treno regionale che quotidianamente collega Cuneo al capoluogo piemontese. La giovane è stata controllata dalle Squadre Cinofile del Gruppo Pronto Impiego Torino, impegnate nelle consuete attività a contrasto del traffico di stupefacenti. D.J., queste le inziali della venticinquenne, è stata accompagnata presso gli uffici di Via Zino Zini dove, nel corso della perquisizione, è stato rinvenuto, all’interno della cavità rettale, un involucro di cellophane contenente circa 200 grammi di eroina. Facile immaginare cosa poteva succedere nel caso in cui, l’involucro artigianale ove era contenuta la sostanza, si fosse danneggiato; nelle ore successive al fermo, inoltre, la giovane ha evacuato una trentina di ovuli contenuti nello stomaco. Gli esami diagnostici a cui la ragazza è stata sottoposta presso l’ospedale Molinette di Torino, hanno appurato la presenza di ulteriori formazioni ovalari. Circa un centinaio, nel complesso, gli ovuli di cocaina ed eroina purissima individuati.  Arrestata per traffico di sostanze stupefacenti, la giovane è stata rinchiusa presso il carcere Lorusso-Cutugno di Torino a disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale.
 

Condannato il giovane rapinatore dei treni

Nella mattina di sabato 17 novembre a bordo del treno regionale R10205 in esercizio da Torino Porta Nuova a Cuneo, all’altezza della Stazione di Cavallermaggiore (Cuneo), un ragazzo italiano di 17 anni era stato avvicinato da due ragazzi stranieri che, dopo avergli contestato con fare pretestuoso un debito pregresso, lo rapinavano di alcuni effetti personali e di soldi contanti

In tale frangente, l’immediato intervento della pattuglia Polfer del Nucleo Scorte Compartimentale, in servizio di scorta a bordo dello stesso treno, aveva permesso di arrestare in flagranza di reato per rapina in concorso, il cittadino maggiorenne E.S. classe 1996, peraltro indossante nel contesto la felpa poco prima rapinata, che veniva associato alla Casa Circondariale di Asti; l’altro rapinatore classe 2001, minorenne, era stato deferito a piede libero per lo stesso reato, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minori di Torino. I successivi accertamenti sulla dinamica dei fatti, delegati a personale della Squadra di polizia giudiziaria compartimentale, permettevano di fornire all’AG procedente un quadro probatorio esaustivo, anche in relazione al precedente furto di due telefoni cellulari consumato poche ore prima della rapina, in danno di un passeggero che stava dormendo a bordo di altro treno. Il 17 aprile al termine dell’iter processuale, il Tribunale di Asti ha pronunciato sentenza di condanna a carico del rapinatore maggiorenne, cittadino magrebino residente nel cuneese, tuttora ristretto presso la Casa Circondariale di Asti, per il reato di rapina in concorso, alla pena di anni 2 e mesi 8 di reclusione ed al pagamento di euro 800,00 di multa. Per il secondo rapinatore, il procedimento è tuttora in corso presso la Procura del Tribunale dei minorenni di Torino. Il positivo esito dell’attività sopra descritta è stato possibile anche grazie ai quotidiani servizi di vigilanza, disimpegnati dal personale Compartimento Polfer Piemonte e Valle d’Aosta negli scali ferroviari ed a bordo dei treni, mirati a garantire una pronta risposta in termini di operatività, in occasione di eventi criminosi, particolarmente odiosi se diretti come in questo caso in danno di minori. I servizi di prevenzione della Specialità nella tratta Torino-Savona e Torino-Cuneo sono stati oltremodo intensificati dalle feste pasquali e ponti di primavera, in relazione alla massiccia presenza di viaggiatori sui c.d. treni mare, soprattutto nei week end. Complessivamente da inizio anno, in Piemonte e Valle d’Aosta, sono stati scortati 4234 treni con l’identificazione a bordo treno di 16683 persone .
 
 
 
 

Le fiamme gialle scoprono pezzi di ricambio taroccati venduti online

Una sorta di vetrina virtuale di articoli di noti marchi automobilistici a prezzi vantaggiosissimi, l’unico particolare: tutta merce contraffatta.
È la truffa scoperta dalla Guardia di Finanza di Torino che, nei giorni scorsi, ha denunciato due persone responsabili di aver organizzato un vero e proprio mercato del falso online che ha visto coinvolti oltre 400 clienti che hanno acquistato gli articoli “taroccati” attraverso i più importanti siti di e-commerce e aste on-line.
I Finanzieri della Compagnia di Susa, che hanno condotto l’intervento coordinati dalla Procura della Repubblica di Torino, hanno individuato i due rivenditori attraverso il monitoraggio dei più noti siti e-commerce online, i quali proponevano in vendita accessori per auto delle più prestigiose marche automobilistiche: Volkswagen, Citroen, Gruppo F.C.A. ed altre.
L’operazione, come detto, ha portato alla denuncia di due imprenditori, entrambi residenti nell’hinterland torinese e al sequestro di oltre 4.000 prodotti pronti per essere spediti. Ulteriori 11.000 articoli, tra souvenir e articoli per la casa, sono stati invece cautelati in quanto di ignota provenienza.
Durante le perquisizioni sono stati inoltre apposti i sigilli ai macchinari industriali utilizzati per la fabbricazione degli articoli nonché sequestrati i progetti per la realizzazione dei falsi.
All’interno di una delle aziende coinvolte nell’indagine, i Finanzieri hanno anche scoperto una discarica abusiva a cielo aperto dove sono stati rinvenuti, accatastati, rifiuti speciali di vario genere, dal materiale ferroso a quello plastico.
I due imprenditori, un cinquantenne ed un trentenne, sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria torinese per contraffazione e violazioni delle norme sulla sicurezza dei prodotti. Alla fitta rete di clienti degli indagati, è stata contestata una violazione amministrativa.
La contraffazione rappresenta una vera e propria piaga per l’economia e le imprese italiane. Questa, oltre a far perdere posti di lavoro, alimenta fenomeni di lavoro nero, evasione fiscale, sfruttamento di soggetti deboli e legami con il crimine organizzato.
 

Produceva "canne" di marijuana. E nascondeva 2000 euro nelle scarpe

In zona Murazzi del Po di Torino aveva attirato l’attenzione degli agenti del Commissariato “Centro” che, venerdì sera, erano lì per un servizio di controllo del territorio finalizzato alla repressione dei reati connessi allo spaccio di sostanze stupefacenti, come predisposto dal Questore. I poliziotti hanno monitorato a lungo gli spostamenti dello straniero, un 31enne nigeriano. Con il suo zainetto a spalla si stava incamminando in direzione del parco del Valentino quando è stato fermato. I poliziotti lo hanno trovato in possesso di marijuana, diversa la quantità già confezionata in sigarette pronte alla vendita. La perquisizione stesa al domicilio ha consentito di rivenire altra sostanza stupefacente, una parte custodita in 5 barattoli di vetro ed altra celata all’interno di sacchetti in plastica da sottovuoto nascosti in vari punti della camera da letto, insieme ad altre 25 sigarette pronte all’uso per un totale di oltre 700 grammi. Inoltre, all’interno di una scatola di scarpe, sono stati rinvenuti quasi 2000 euro in banconote, probabile provento dell’attività di spaccio.
 
 

Truffa su Facebook

La settimana scorsa la Polizia di Stato ha denunciato un uomo per il reato di truffa.
Nello specifico un uomo si presentava all’Ufficio Denunce della Questura di Vercelli affermando di aver contattato tramite Facebook un’impresa edile al fine di concludere con la stessa un contratto avente ad oggetto la ristrutturazione della sua casa.
Nei giorni successivi si presentava “il titolare della ditta” per effettuare un sopralluogo a casa del denunciante che, al termine dello stesso, forniva un preventivo di spesa di euro mille.
Accettato il preventivo, “il titolare della ditta”, che si era accaparrato la fiducia del denunciante anche grazie al fatto che gli aveva forniva il “proprio” contatto telefonico, si faceva consegnare la somma di euro seicento come acconto della cifra pattuita al fine di acquistare i materiali necessari per la ristrutturazione e, contestualmente, firmava un foglio di ricevuta a garanzia di quanto pagato.
Consegnato l’anticipo, l’uomo garantiva al denunciante che il giorno successivo sarebbero iniziati i lavori di ristrutturazione; tuttavia, il giorno stabilito nessuno si presentava a casa del proprietario e, nonostante i numerosi tentativi di mettersi in contatto con la ditta, nessuno rispondeva all’utenza telefonica fornita ne si presentava, tantomeno nei giorni seguenti, ad effettuare i lavori concordati.
Ricevuta la denuncia, gli uomini della “Trattazione Atti” della Questura di Vercelli iniziavano un’attività d’indagine lampo risalendo all’utilizzatore del contatto telefonico fornito dal titolare dell’impresa e scoprendo che l’utenza era intestata ad una donna con svariati precedenti per reati contro il patrimonio e, in particolar modo, specializzata nelle truffe.
Approfondendo questi primi accertamenti si scopriva che la donna era solita porre in essere la sua attività criminale in concorso con un uomo del quale i Poliziotti si procuravano una foto al fine di predisporre un album fotografico da sottoporre alla vittima.
Convocato in Questura, il denunciante riconosceva l’uomo, un trentaquattrenne italiano, con numerosi precendenti penali per svariate truffe perpetrate sull’intero territorio nazionale, come l’uomo al quale aveva consegnato l’acconto della cifra pattutita per i lavori di ristrutturazione mai effettuati.
L’uomo, attualmente residente in Provincia di Vercelli, ma originario di Alessandria, veniva quindi denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vercelli per il reato di truffa.
 

Guidava il bus con un tasso alcolemico quattro volte il limite di legge

Guidava un autobus carico di turisti,  sull’autostrada A26 zigzagando tra le corsie, con  un tasso alcolemico quattro volte superiore ai limiti consentiti. L’autista è stato fermato dalla polizia stradale vicino a Ovada, nell’Alessandrino. Si tratta di  un genovese di 52 anni al quale  è stata ritirata la patente ed è stato denunciato per guida in stato di ebbrezza. I turisti, tutti stranieri partiti da Malpensa per la Liguria, hanno proseguito  il viaggio con un altro conducente che la ditta  del pullman ha chiamato apposta.

Scoperte a rubare al Carrefour donne spintonano il commesso

L’ultima denuncia a loro carico risale al marzo scorso, per un furto in concorso. Anche questa volta le due donne, due cittadine italiane di 37 e 56 anni, entrambe residenti a Venaria Reale,  hanno agito insieme, utilizzando lo stratagemma della borsa col doppiofondo e di una panciera ove occultare la merce rubata. All’interno del Carrefour di via Agricola, qualche giorno fa, hanno tentato di rubare dei prodotti alimentari  (capsule di caffè, vitello tonnato e altro), pagando alle casse solo 2 bottiglie di Coca Cola per non destare sospetti. Un addetto alla vigilanza le aveva, però, notate prelevare altri articoli quindi, una volta oltrepassate la casse, chiedeva loro di fermarsi e  mostrare il contenuto della borsa. Le due donne, a questo punto, lo spintonavano e lo insultavano, cercando di guadagnarsi l’uscita. Con l’intervento di altre persone presenti nel supermercato, si riusciva a far rientrare dentro le due donne in attesa dell’arrivo della Polizia di Stato. Il personale della Squadra Volante tempestivamente giunto sul posto arrestava per rapina in concorso  le due complici, a carico delle quali insistono numerosi precedenti di polizia per reati di simile natura,  e sequestravano a loro carico una borsa da donna appositamente ritagliata al suo interno in modo da ricavarne un doppiofondo ed una panciera ove era stata occultata fraudolentemente la merce poco prima.