CRONACA- Pagina 1000

Pochi in piazza (e senza incidenti) alla seconda manifestazione

A dire no al lockdown questa volta erano solo un centinaio i manifestanti in piazza Vittorio a Torino, a fronte di straordinarie misure di sicurezza, dopo gli incidenti e i saccheggi dei giorni scorsi.

Oggi dunque non ci sono stati incidenti, i partecipanti hanno sventolato tricolori e lanciato slogan inneggianti alla libertà. Intanto la polizia aveva rimosso cassonetti e altri possibili oggetti contundenti.

I commercianti “ufficiali” si sono dissociati dall’iniziativa,  che secondo loro aveva connotazioni politiche.

I manifestanti hanno negato di appartenere a schieramenti politici e hanno dichiarato di non essere “negazionisti”.

Bar aperto oltre l’orario: chiuso per 5 giorni

Il  Commissariato Barriera Nizza, con la collaborazione di equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine Piemonte e di unità cinofile ha effettuato un controllo straordinario nei quartieri San Salvario e Nizza Millefonti.

Nel corso dell’attività, gli agenti hanno accertato che un bar di via Varaita non aveva interrotto la somministrazione di bevande e di alimenti al tavolo alle ore 18 come previsto dal DPCM. Infatti, circa mezz’ora dopo l’orario di chiusura, gli agenti hanno trovato un avventore che consumava una bevanda seduto al tavolo e un secondo cliente che non indossava la mascherina. Il locale, inoltre, era privo della cartellonistica che disciplina gli ingressi. Per le violazioni, il titolare dell’esercizio è stato sanzionato per 400 euro e contestualmente è scattata la chiusura dell’esercizio per 5 giorni.

Successivamente, transitando in via Nizza, l’attenzione degli agenti è stata richiamata da una donna che ha segnalato l’aggressione subita da un suo amico, colpito al volto con una bottiglia. Autore del gesto era stato un cittadino marocchino di 27 anni. Ricevute le descrizioni , gli agenti si sono messi sulle sue tracce, ricerca che ha avuto esito positivo poiché i poliziotti della Squadra Volante hanno intercettato l’uomo in via Galliari angolo via Saluzzo.

Il ventisettenne, in gruppo con altre persone, aveva prima infastidito e minacciato la vittima e i suoi amici e alla fine aveva colpito il malcapitato. L’aggressore è stato arrestato per lesioni personali aggravate. La vittima, un ventunenne cittadino boliviano, è stato giudicato guaribile in 20 giorni per la frattura scomposta del setto nasale.

Quei marciapiedi “groviera” in Barriera sono il primo sintomo del degrado

TUTTA MIA LA CITTÀ / Inviate le vostre segnalazioni, idee e commenti su ciò che va e che non va a Torino. Scrivete a: redazioneweb@iltorinese.it

 

Caro Direttore,
barriera di Milano ci sono il 70% di marciapiedi sconnessi e anche le strade non vanno meglio. In particolare un marciapiedi di via Scarlatti angolo via Mercadante da 5 anni  è inagibile ed è stato segnalato molte volte senza nessun risultato.
Teresa Tersa
0
Cara signora,
come darle torto? Il tema delle strade sconnesse è tristemente noto, con tutti gli incidenti ad esso legati. Ma non si tratta solo di una trappola per passanti e ciclisti. Un aspetto altrettanto sgradevole è quello del decoro urbano “sfregiato”. Si incomincia a trascurare una buca, non si strappano  le erbacce, si lasciano proliferare i graffiti sui muri “et voila’”, la decadenza di un quartiere è iniziata. Ci auguriamo che il Comune consideri la sua segnalazione  e presti più attenzione a questi piccoli dettagli che tanto piccoli non sono.
 
Cristiano Bussola
Direttore “Il Torinese”

 

Tornano le truffe che utilizzano il Covid Richieste di denaro per improbabili cure

Con la risalita dei contagi dovuti al  Covid-19 è ripreso il fenomeno delle truffe che utilizza l’emergenza sanitaria come espediente per raggirare persone anziane. Non sempre, però, le intenzioni dei truffatori si concretizzano.

Qualche giorno prima, in corso Grosseto, un’anziana signora riceve una chiamata dal “nipote” il quale le racconta di aver appena scoperto di aver contratto il covid dopo aver ricevuto l’esito del tampone e le chiede la somma di 20000 euro per acquistare delle fiale, prodotte in America, per le cure contro il virus.

La donna, ascoltata la richiesta, non crede alla storia del nipote del quale nemmeno riconosce completamente la voce e non cade nel tranello. Nonostante le insistenze del suo interlocutore, la vittima non cede tanto che il truffatore finisce per augurarle del male per il suo rifiuto e riaggancia. Dopo la conclusione della telefonata, l’anziana signora chiama subito i familiari per riferire l’accaduto e denunciare i fatti alla Polizia

Cambio della guardia ai supporti tattici della Taurinense

Presso la caserma “Monte Grappa” di Torino, il Tenente Colonnello Alessandro Zulian ha ceduto il comando del Reparto Comando e Supporti Tattici “Taurinense” al parigrado Paolo Rinaldi.

Nelle stesse ore in cui gli Alpini del Reparto Comando sono impegnati nel montaggio di tende a favore di numerosi ospedali della provincia di Torino per l’emergenza Covid, la cerimonia si è svolta alla sola presenza del Comandante della Brigata Alpina “Taurinense”, Generale di Brigata Davide Scalabrin, e del Sottufficiale di Corpo, in rappresentanza di tutti gli Alpini del Reparto. Ad essi il Tenente Colonnello Zulian ha fatto comunque pervenire un sentito messaggio di ringraziamento per il lavoro svolto nel suo periodo di comando.

Durante l’anno di comando, coinciso per buona parte l’emergenza pandemica, il Reparto ha supportato la Protezione Civile e il Servizio Sanitario Nazionale: dal trasporto e distribuzione dei DPI all’impiego di medici e ambulanze militari nelle zone maggiormente colpite dal virus, fino alla sanificazione delle RSA piemontesi, mentre alcuni assetti sono stati costantemente impiegati nell’operazione “Strade Sicure”.

Inoltre, pur con tutte le limitazioni previste, anche in questo anno la Fanfara della “Taurinense”, che è parte integrante del Reparto Comando e Supporti Tattici, si è esibita in selezionate e significative manifestazioni benefiche, tra le quali un evento a favore della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro a Giaveno (TO), due esibizioni a favore dell’AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica) – di cui la Fanfara della “Taurinense” è diventata “ambasciatrice” – presso l’ospedale Niguarda di Milano ed in occasione dell’inaugurazione del Centro Clinico “Nemo” a Brescia. In tal modo il Reparto si è fatto interprete dell’attenzione e della solidarietà dell’Esercito Italiano verso il territorio e, in particolare, verso i più deboli.

Il Tenente Colonnello Paolo Rinaldi arriva dal Comando della Brigata Alpina “Taurinense”; Alessandro Zulian sarà assegnato al Comando Truppe Alpine, in Bolzano.

“I tamponi rapidi li facciano gli infermieri”

Riceviamo e pubblichiamo / Apprendiamo dai media che il servizio dei test rapidi per le farmacie non partirà a causa della mancanza di infermieri, una circostanza ampiamente prevedibile.

Anche il progetto di esecuzione dei tamponi negli studi medici è stato trattato con troppa superficialità, perché se gli stessi ospedali faticano a garantire la sicurezza delle procedure, non saranno certamente i medici di base a poterlo fare nei loro studi, che chiuderebbero seduta stante al primo riscontro positivo.
La Regione Piemonte disponga che le aziende sanitarie autorizzino questi professionisti alle prestazioni sul territorio, le strategie anti contagio richiedono un massiccio dispiegamento di infermieri per eseguire tamponi, tracciamenti e monitoraggi,
Si investano risorse economiche da destinare alle prestazioni di questi professionisti che daranno la loro disponibilità, su base volontaria e al di fuori del normale orario di lavoro.  su comuni di residenza, territori e quartieri a loro più vicini e raggiungibili facilmente ed in poco tempo,  Solo poche ore moltiplicate per migliaia di infermieri residenti sul territorio piemontese significherebbe potere eseguire un numero importante di test che nessuna altro tipo di organizzazione permetterebbe.
Si convolgano nell’operazione i sindaci, i comuni e i distretti per le misure organizzative e per la logistica. Lo faccia anche rapidamente perché non è detto che funzioni, ma se oltre ventimila professionisti piemontesi provvedessero anche solo al tracciamento delle proprie famiglie, del proprio condominio, del loro quartiere o del loro piccolo comune, l’espansione dei contagi potrebbe forse rallentare.
Invitiamo la Regione ad abbandonare il retaggio dell’isolamento dei professionisti per recuperare una logica di sistema e di organizzazione integrata. Da più parti sentiamo ripetere che bisogna coinvolgere medici di famiglia e pediatri di libera scelta, ma nessuno ha ancora detto come intende raccordarli sotto il profilo organizzativo.
Nessuno ha ancora sciolto il nodo cruciale oggi evidente su tutti i quotidiani: la mancanza di infermieri, quei professionisti che nessuno si è mai degnato di interpellare, da qui deriva la nostra proposta, in attesa che qualcuno ci ascolti.
Francesco Coppolella
Segretario Regionale
Nursind Piemonte

Omicidio della collina. Ecco cosa hanno scoperto i carabinieri

Omicidio della collina: arrestato dai Carabinieri il presunto omicida, era un inquilino della vittima

Aggiornamento
 Sono numerosi gli elementi d’indagine raccolti in 4 mesi dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Torino, che hanno consentito di arrestare stamattina il presunto autore dell’efferato omicidio. Nell’immediatezza dei fatti gli investigatori hanno innanzitutto acquisito le immagini registrate da due telecamere private poste nella zona dell’omicidio, che riprendono la BMW di Ollino che, quel pomeriggio dell’8 giugno intorno alle 18, era partito in macchina da casa sua per recarsi nel residence di Pecetto Torinese attraverso un unico tragitto percorribile. In particolare, la sua auto alle 18.10 circa – come attestano i due sistemi di videosorveglianza ed alcuni testimoni – giunge nel complesso residenziale di Strada del Colle di Pecetto Torinese, dove si ferma per poco più di 10 minuti. Alle successive 18.22 si vede nuovamente l’auto mentre percorre la medesima strada in senso opposto, da Pecetto Torinese verso la vicina piazzola di Pian del Lot, luogo ove verrà ritrovato il cadavere del consulente, legato ed imbavagliato sul sedile anteriore destro, attinto al capo da 6 colpi d’arma da fuoco. Le stesse telecamere riprendono, intorno alle 18.45 – 18.50, un uomo che a piedi rientra in direzione del residence di Pecetto Torinese, ritenuto dagli investigatori dell’Arma l’autore del delitto, identificato in un inquilino di quel residence che la vittima aveva incontrato poco prima. Il soggetto ritratto presenta infatti una notevole somiglianza con l’arrestato, un pregiudicato 42enne, sia per i tratti somatici che per la corporatura, nonché per la particolare camminata, leggermente claudicante. L’ipotesi investigativa è stata altresì supportata da una perizia effettuata dai militari dell’Arma del reparto investigazioni scientifiche di Parma, così come dall’esame autoptico del consulente della Procura di Torino che ha individuato l’ora del decesso tra le 18 e le 19 di quella sera. Anche il tempo di percorrenza a piedi (17 minuti circa) dal luogo dell’omicidio alle telecamere posizionate nei pressi del residence è ritenuto perfettamente compatibile con l’orario impresso nelle immagini acquisite dai CC.

Inquilino arrestato per aver sparato sei colpi alla testa al commercialista

E’ arrivata la svolta nelle ndagini sul violento omicidio del commercialista e imprenditore Luciano Ollino, trovato morto nel giugno scorso, ucciso da diversi colpi di pistola nella sua auto abbandonata sulla collina torinese dopo essere stato legato e imbavagliato.

Il giorno della sua uccisione Ollino aveva detto alle due figlie di avere un appuntamento pomeridiano: e non sarebbe mai più tornato a casa.

Ma oggi un uomo  è stato arrestato dai carabinieri, accusato di essere l’omicida. E’ un inquilino della palazzina di proprietà del commercialista  in via del Colle a Pecetto. Non aveva pagato l’affitto a Ollino.

Si tratta di un pregiudicato 42enne, venditore di auto, amico della vittima. Prima una lite violenta e Poi l’uomo gli avrebbe sparato sei colpi di pistola, nella Bmw bianca di Ollino che si trovava sul sedile del  passeggero.

Il presunto omicida avrebbe anche rubato alla vittima un migliaio di euro riscossi da un altro inquilino. Poi avrebbe portato l’auto da Pecetto a Pian del Lot dove è stato ritrovato il cadavere. 

Covid, Nursind: “In emergenza le strutture si devono aprire”

Riceviamo e pubblichiamo l’intervento di Nursind Piemonte / “La battaglia si vince sul territorio , casa per casa, nonostante sia già tardi è la cosa più importante da fare”

In emergenza le strutture si devono aprire e non si devono chiudere per rastrellare personale.
Il 9 maggio scorso, su invito del Professor Ferruccio Fazio, abbiamo inviato alla Task Force regionale le indicazioni per la riorganizzazione delle cure primarie. Il documento trae origine dalle linee di indirizzo del Ministero per l’attivazione del numero europeo 116117, destinato a sostituire i numeri urbani per l’accesso alla Guardia Medica, ma sul tema non abbiamo mai avuto risposta.

Il servizio 116117 dovrebbe essere attivo 24 ore su 24, ma questa misura importantissima prevista dal 2014 dalla Conferenza Stato-Regioni, è rimasta sulla carta. Chiunque tentasse di comporre il numero scoprirebbe che non è neppure abilitato.
Non è tutto. Componendo il numero urbano di Torino, lo 011-5747 nelle fasce orarie diurne, rispondono operatori tecnici che a fronte di una richiesta non possono fare null’altro che invitare l’utenza a contattare il 112 (che a sua volta inoltrerà al servizio di emergenza sanitaria);

Se TUTTI i professionisti del territorio fossero coordinati da un’unica cabina di regia facente capo al 116117 i risultati sarebbero diversi: tanto per cominciare eviteremmo che i cittadini debbano districarsi in una giungla di numeri, rimbalzando tra numeri verdi e centralini del 112, con multipli passaggi telefonici prima di riuscire finalmente a parlare con un medico.

Questi mesi colpevolmente trascorsi nell’indolenza, avrebbero potuto servire per fornire ciò che oggi ci manca: un accesso diretto per ottenere informazioni da soggetti qualificati (medici o infermieri) e risorse impiegabili sul territorio da utilizzare per le cure a domicilio.
Un simile dispositivo richiede competenze multidisciplinari, in particolare quelle infermieristiche senza le quali nulla potrà essere riorganizzato.

Attivare immediatamente il 116117 dandone ampia pubblicità alla popolazione è quindi fondamentale, così come trasferire l’intera struttura presso il poliambulatorio di via Farinelli a Torino, dove esiste già la predisposizione delle linee telefoniche. S

È legittimo ritenere in ogni caso, che il DIRMEI istituito a giugno non sia l’interlocutore più affidabile per organizzare questo servizio, suggeriremmo di rivolgersi ai Presidenti degli Ordini Professionali di Medici e Infermieri che lavorando in sinergia nella Task Force sapranno attingere alle migliori competenze presenti tra le fila dei loro iscritti.

L’utenza deve poter contare su un accesso diretto alle informazioni e alle prestazioni senza rimbalzare tra numeri verdi o centralini di vario genere. La gestione dell’emergenza COVID19 deve avere nel 116117, attivo in modo permanente, un canale dedicato, svincolando il sistema di emergenza sanitaria territoriale per quanto possibile. È fondamentale un sistema di tracciamento che consenta una visualizzazione in remoto dei parametri vitali dei soggetti a domicilio in modo da garantire un intervento rapido. Quest’aspetto è molto difficile per l’infimo livello tecnologico delle Centrali Operative, in proposito siamo certi che la Regione avrà certamente canali dedicati per coinvolgere attivamente il Politecnico di Torino.

Minaccia noleggiatore di auto con una pistola, arrestato dai carabinieri

I carabinieri hanno arrestato un italiano di 59 anni, residente ad Alpignano, per minaccia a mano armata, detenzione illegale di un’arma rubata e ricettazione.


L’arrestato ha minacciato un noleggiatore di autovetture con una SIG Sauer calibro 9. Dopo il litigio, ilcinquantanovenne è fuggito a piedi, ma la vittima ha chiamato il 112 e l’immediato intervento dei carabinieri della stazione di Alpignano ha permesso di rintracciare il fuggitivo a casa mentre stava tentando di nascondere l’arma in cantina.

L’uomo non ha chiarito il motivo del suo gesto. La pistola, con due caricatori e relativi proiettili, è stata rubata nel 2015 in provincia di Pavia.

L’uomo è stato quindi arrestato e la pistola sequestrata sarà inviata al Ris di Parma, per verificare se sia stata utilizzata per commettere dei reati.