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Croccante di nocciole e mandorle, la ricetta della Cuoca Insolita

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Rubrica a cura de La Cuoca Insolita 

Chi non ha sentito, almeno una volta, quel profumo di nocciole e mandorle tostate passando vicino a uno di quei chioschetti colorati del Luna Park? Di questi tempi certamente non è possibile ritrovarlo andando in giro e anche la Befana quest’anno dovrà darsi parecchio da fare per trovare i suoi dolcetti. La cosa positiva è che questo croccante di frutta secca si può fare molto facilmente anche in casa, con pochissimo lavoro! È incredibile il profumo che si diffonderà piacevolmente durante la preparazione. Da far tornare bambini (e in questo periodo, tutto sommato, non è poi così male). Perfetto anche per la calza della Befana, i piccoli lo adoreranno, anche come merenda da portare a scuola. Dolcissimo ma senza zucchero: vediamo come è possibile e quali sono i vantaggi.

Tempi: Preparazione (10 min); Cottura (20 min)

Attrezzatura necessaria: Teglia da forno, carta da forno, contenitore da 25 cm diam., robot da cucina tritatutto.

ingredienti croccanteCroccante, gli ingredienti per 4 persone:

  • Fiocchi integrali d’avena biologici (o riso soffiato per versione senza glutine) – 50 g
  • Malto di riso (o sciroppo di riso per versione senza glutine) – 60 g
  • Mandorle spelate – 35 g
  • Nocciole – 35 g

Difficoltà (da 1 a 3): 1

Costo totale: 2,35 €

Perché vi consiglio questa ricetta?

  • Valori nutrizionali: rispetto alle barrette di frutta secca e cereali che si trovano in commercio, con la ricetta della Cuoca Insolita si ha il 20% in meno di calorie e il 30% in meno di grassi.
  • La frutta secca fornisce il giusto apporto di proteine vegetali, fibre, vitamine e acidi grassi Omega 3. È un ottimo alleato del sistema immunitario.
  • Le mandorle in particolare fanno molto bene alla crescita delle ossa: sapete che circa 10 g di mandorle hanno la stessa quantità di calcio di mezzo bicchiere di latte?
  • Usando il malto di riso (o lo sciroppo di riso nella versione senza glutine), al posto dello zucchero, si ha il 50% di zuccheri semplici in meno. Buona cosa per ridurre i picchi di glicemia che poi scatenano una fame da lupi dopo un paio d’ore dal pasto (bambini compresi).
  • I fiocchi d’avena assicurano una buona quantità di fibre. In caso di problemi con il glutine, sostituirlo con il riso soffiato.

Come preparare il croccante di mandorle e nocciole

FASE 1: PREPARAZIONE DELLA MISCELA

Tritate molto grossolanamente le mandorle e le nocciole insieme, usando un robot da cucina a lama. Se non avete un robot potete anche usare tagliere e coltello, ma ci vorrà più tempo. Versatele nel contenitore insieme ai fiocchi d’avena e al malto di riso. Mescolate tutto con un cucchiaio. Il risultato è una miscela molto appiccicosa: tutto ok, è così che dev’essere!

FASE 2: LA COTTURA

Accendete il forno a 160-170° C e aspettate che sia caldo. Intanto stendete sulla teglia da forno la carta da forno. Ponete al centro l’impasto colloso e cercate di stenderlo con l’aiuto di un cucchiaio o di un mattarello sopra alla carta da forno. Lo strato deve essere sottile (circa 7-8 mm, non di più). Create già prima della cottura le tracce delle barrette che vorrete ottenere, in modo che i pezzi tagliati successivamente abbiano una forma un po’ regolare.

Cuocete il croccante per 20 minuti circa e poi estraete dal forno. A fine cottura l’impasto sarà ancora un po’ molle (diventerà croccante e non appiccicoso solo dopo essersi raffreddato completamente).

Come conservarlo

Il croccante può restare fuori frigo per anche una settimana, in un contenitore chiuso. Se per caso dopo qualche giorno notate che ha perso un po’ di croccantezza, vi basterà rimetterlo in forno per 5 minuti a 170° C. Una volta raffreddato tornerà perfetto!

croccante alle noccioleChi è La Cuoca Insolita

La Cuoca Insolita (Elsa Panini) è nata e vive a Torino. E’ biologa, esperta in Igiene e Sicurezza Alimentare per la ristorazione, in cucina da sempre per passione. Qualche anno fa ha scoperto di avere il diabete insulino-dipendente e ha dovuto cambiare il suo modo di mangiare. Sentendo il desiderio di aiutare chi, come lei, vuole modificare qualche abitudine a tavola, ha creato un blog e organizza corsi di cucina. Il punto fermo è sempre questo: regalare la gioia di mangiare con gusto, anche quando si cerca qualcosa di più sano, si vuole perdere peso, tenere a bada glicemia e colesterolo alto o in caso di intolleranze o allergie alimentari.

Tante ricette sono pensate anche per i bambini (perché non sono buone solo le merende succulente delle pubblicità). Restando lontano dalle mode del momento e dagli estremismi, sceglie prodotti di stagione e ingredienti poco lavorati (a volte un po’ “insoliti”) che abbiano meno controindicazioni rispetto a quelli impiegati nella cucina tradizionale. Usa solo attrezzature normalmente a disposizione in tutte le case, per essere alla portata di tutti.

Qui trovate il calendario corsi di cucina ed eventi con La Cuoca Insolita.

La zuppa mitonà, la ricetta piemontese con il pane raffermo

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La zuppa mitonà, a metà tra una zuppa e un gratin, ecco un piatto tipico piemontese da riscoprire.

Qualche curiosità sulla zuppa mitonà (supa mitonà)

La supa mitonà (si pronuncia mitunà) è un piatto tipico della cucina piemontese, ed è particolarmente diffusa nel biellese. Si tratta di un piatto molto sostanzioso e saporito, perfetto soprattutto nei mesi freddi per mangiare qualcosa di caldo e sostanziosa. Come tutte le ricette antiche, è anche una valida alternativa per non sprecare il pane raffermo.

Il nome di questa zuppa deriva dal verbo francese mitonner, che fa riferimento a una cottura lenta e a fuoco dolce. Esistono numerose varianti: le più comuni prevedono l’aggiunta di fagioli o pomodori.
La redazione de Il Torinese vi propone la ricetta semplice, da personalizzare come più vi piace.

Il tempo impiegato per la preparazione della zuppa è di circa 40 minuti.

Ingredienti per la zuppa mitonà:

  • 4 porri
  • 4 cucchiai di olio extravergine
  • 4 acciughe
  • 1 cucchiaio di capperi
  • 1 spicchio d’aglio
  • 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
  • 1 manciata di parmigiano grattugiato
  • 1 noce di burro
  • 500g di pane raffermo
  • 1l di brodo di carne

Procedimento:

  1.  Per prima cosa, mettete a bagno i capperi in acqua fredda e lasciateli rinvenire per un’ora, cambiando l’acqua un paio di volte. Nel frattempo lavate le acciughe, e privatele delle lische. Lavate i porri con acqua fredda, e poi affettateli a rondelle molto sottili. Potete utilizzare anche qualche centimetro del gambo verde, renderà il piatto ancora più saporito. A questo punto togliete l’anima (il germoglio interno) dallo spicchio d’aglio e tagliate anche questo a fettine sottilissime.
  2. Prendere una pentola di terracotta (in alternativa, potete usare una pentola antiaderente) e scaldate 4 cucchiai d’olio extravergine insieme alla noce di burro; a questp punto si uniranno tutti gli ingredienti. Cominciate con l’aglio a fettine, lasciatelo ammorbidire a fuoco basso (non deve friggere), per 10 minuti. Unite le acciughe e, sempre a fiamma bassa, fatele sciogliere servendovi di un cucchiaio di legno. Unite i porri affettati e i capperi tritati finemente. Mescolate bene e fate stufare, sempre a fuoco dolce, per una ventina di minuti. Aggiungete un mestolo di brodo in cui sarà stato stemperato 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro, e proseguite la cottura fino a quando i porri non siano divenuti tenerissimi, trasparenti e quasi disfatti.
  3. A questo punto manca ancora l’ingrediente principale, ovvero il pane raffermo. Affettatelo e dividete ogni fetta in listarelle larghe approssimativamente 3 dita. A questo punto lasciatele dorare in un forno già caldo (circa 180°), fino a quando assumeranno una consistenza croccante.
  4. Imburrate una pirofila e sistematevi quindi uno strato di listarelle di pane vicine tra loro. Sopra aggiungeteci una parte dei porri e un’abbondante spolverata di parmigiano. Alternate uno strato di pane a uno di porri e parmigiano fino ad esaurire gli ingredienti. Se possibile, fate in modo che l’ultimo strato sia di pane. Un’accortezza: non riempite completamente la pirofila, poiché il pane aumenterà di volume.
  5. A questo punto unite lentamente il brodo caldo: dev’essere sufficiente a inzuppare il pane e sfiorarne appena la superficie. Infornate in forno già caldo (circa 180°) e fate cuocere per circa 30 minuti. Per gratinare la superficie, ottenendo così un gradevole effetto estetico e una consistenza più croccante.
  6. A fine cottura spolverate generosamente la supa mitonà con parmigiano e cospargete con fiocchetti di burro, prolungando la cottura ancora di qualche minuto. Prima di servire, lasciate riposare 10 minuti… et voilà, gustatevi la vostra mitonà!

Torta di mele impossibile, la ricetta de La Cuoca Insolita

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Rubrica a cura de La Cuoca Insolita

Dedico questa torta di mele morbida e profumata a tutti voi: a piccoli e grandi golosi, a chi cerca un dolce buonissimo ma molto più light del solito, a chi è attento alla linea. Ma la lista continua: questa torta è anche per chi è allergico a latticini, uova o ha problemi con il glutine, e (dulcis in fundo) a chi vuole concedersi un dolce senza preoccuparsi della glicemia. Lo so che penserete “ma non è possibile, come fa ad essere buona?”. Ero scettica anche io. Lo ammetto. Ma poi mi sono ricreduta. Vedrete, succederà anche a voi.

 

Tempi: Preparazione (20 min); Cottura (50 min – 1 h max);
Attrezzatura necessaria: Robot tritatutto o minipimer, sbattitore elettrico con le fruste, 2 contenitori rotondi a bordi alti, teglia da forno da 24 cm (ciambella o teglia rotonda), forno, frusta a mano, cucchiaio.
Ingredienti per una torta da 12 persone:

1 Barattolo di Ceci (meglio in vetro) – vi serviranno 110 g del liquido interno

Mele pelate – 670 g (circa 5 mele)

Olio extra vergine di oliva – 60 g

Per dolcificare*: Eritritolo (80 g) + Polvere di foglie di stevia essiccate (1,5 g = 1 cucchiaino raso) + zucchero (35 g = 4 cucchiai)

Farine senza glutine: Farina di riso bianca o integrale (120 g) + farina di mandorle (90 g) + fecola di patate (90 g)

Lievito vanigliato (22 g = 1 bustina + 1 cucchiaino pieno)

Vanillina – 1 bustina

 

*La somma dei tre dolcificanti equivale a 150 g di zucchero

Difficoltà (da 1 a 3): 1 Costo totale: 6 €/kg
·     Solo 4 cucchiai di zucchero in tutta la torta!

·     Le calorie sono il 25% in meno rispetto ad una tradizionale torta di mele.

·     I grassi saturi sono il 75% in meno (i grassi saturi sono quelli che contribuiscono ad innalzare il livello del colesterolo cattivo).

·     La metà del peso di questa torta è fatta di mele! Vitamine e tante fibre.

·     Adatta a chi ha il diabete o vuole tenere la glicemia sotto controllo

·     l’Eritritolo e la Stevia sono due dolcificanti a zero calorie e zero zuccheri semplici. La stevia è una pianta che si può anche coltivare a casa.

·     Adatta in caso di allergia a latticini e uova: in questa ricetta non ce n’è traccia

·     Senza glutine: via libera anche in caso di celiachia.

Approfondimenti e i consigli per l’acquisto degli “ingredienti insoliti” a questo link.

In caso di allergie…

Allergeni presenti: uova, frutta a guscio (mandorle)

Preparazione della torta di mele impossibile

Fase 1: PREPARAZIONI PRELIMINARI

Pelate le mele ed eliminate il torsolo. Del peso totale indicato in ricetta, prendetene 350 g che taglierete a spicchi sottilissimi (che immergerete poi nell’impasto della torta). Lasciate in grossi pezzi il resto delle mele (315 g).

Prendete il barattolo di ceci e scolate in un recipiente alto e rotondo il liquido interno (si chiama Aquafaba: leggete qui come è stato scoperto il suo impiego dallo chef Joël Roessel ). Riponetelo qualche minuto in freezer in modo che si raffreddi bene e poi, con lo sbattitore elettrico, montate a neve questo liquido insieme a un pizzico di sale, proprio come se fosse il bianco d’uovo! Non è incredibile cosa succede? Conservate l’Aquafaba montata in frigorifero fino all’uso.

foto procedimento torta di meleFASE 2: L’IMPASTO

Frullate con il minipimer o il robot le mele (solo la parte che avevate lasciato a grossi pezzi) insieme all’olio, fino a ottenere una crema. Trasferite il composto nel contenitore rotondo e aggiungete i dolcificanti. Mescolate bene con lo sbattitore elettrico. Aggiungete quindi le farine, la vanillina, il lievito e mescolate bene.
Ora aggiungete al vostro composto l’Aquafaba montata a neve, versandola poco alla volta e mescolandola delicatamente dal basso verso l’alto con un cucchiaio di legno.
Versate tutto nella tortiera, già unta di olio e infarinata (farina di riso). Aggiungete ora le mele tagliate a fettine sottilissime, immergendole nell’impasto ma cercando di lasciarle in piedi. Spingetele verso il fondo della tortiera delicatamente con le dita.

FASE 3: LA COTTURA DELLA TORTA DI MELE

Nel forno già caldo a 170° C (meglio in modalità statica, non ventilata) mettete a cuocere la vostra torta di mele impossibile per circa 50 min (1h max). Fate la prova dello stecchino alla fine.
Lasciatela raffreddare completamente prima di sformarla. Cospargetela di zucchero a velo (potete prepararlo anche voi a casa, partendo dallo zucchero semolato o anche con l’eritritolo, frullandolo molto finemente).

CONSERVAZIONE

A temperatura ambiente: 3 giorni

In frigorifero: 1 settimana.

Torta di pancake con crema chantilly alla lavanda

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Rubrica a cura de La Cuoca Insolita

Per chi volesse fare una torta ma non ha il forno (e questo succede spesso in vacanza) o semplicemente non ha voglia di accenderlo per via del caldo, la buona notizia è che se ne può fare benissimo a meno! Basta una padella. Con questa torta di pancake si risolve ogni problema: è una soluzione fresca e leggera per l’estate, è buonissima, bella da vedere specialmente quando si taglia per l’alternarsi degli strati e ha pochissime calorie. Serviranno meno di due cucchiai di zucchero per tutta la torta. Qui la propongo anche in una versione con crema chantilly alla lavanda: insieme ai mirtilli l’accoppiata è strepitosa! 

Perché vi consiglio questa ricetta?

  • Valori nutrizionali: a confronto con una classica torta alla crema che si può trovare in commercio, la torta di pancake de La Cuoca Insolita ha il 41% Kcal in meno, il 66% in meno di carboidrati e il 90% in meno di zuccheri semplici. La quantità di grassi non è di molto inferiore (-14% in meno)  perché usiamo la panna.
  • Non è necessario avere il forno.
  • Via libera a chi è a dieta! Ha il 40% di calorie in meno rispetto ad una classica torta alla crema che si può trovare in commercio. 
  • Via libera anche per chi ha qualche guaio con la glicemia (diabete compreso): grazie al dolcificante alla stevia (si trova anche nei supermercati), abbiamo dimezzato lo zucchero necessario. In alternativa a questo dolcificante alla stevia, potete usare anche l’eritritolo, che però in periodo di vacanza potrebbe essere difficilmente reperibile. Se avete a disposizione solo lo zucchero regolatevi così: 1 cucchiaino di dolcificante alla stevia = 3 cucchiaini di zucchero.
  • Via libera per chi soffre di allergia o intolleranza ai latticini: usiamo latte di soia e la panna fresca si può sostituire con un analogo a base vegetale (attenti però a controllare che non siano presenti i grassi vegetali idrogenati tra gli ingredienti).

Tempi: Preparazione (30 min); Cottura (1 h); 

Attrezzatura necessaria: minipimer o forchetta, sbattitore elettrico, frusta, 1 ciotola piccola, 2 ciotole grandi, setaccio, colino, casseruola, padella antiaderente diam. 18, paletta, spatola in silicone o cucchiaio.

Difficoltà (da 1 a 3): 2

Costo totale: 3,80 €/kg

Ingredienti per la torta di pancake

(per una torta da 18 cm diam – 6 porzioni da 150 g a testa):):

Per i pancakes:

  • Farina di farro integrale – 60 g
  • Farina di grano 00 – 60 g
  • Uova intere – 2
  • Latte di soia (o altro a piacere) – 200 ml
  • Olio di oliva – 3 cucchiai
  • Dolcificante alla stevia – 1 cucchiaino raso
  • Zucchero – 1 cucchiaino colmo
  • Lievito – 1 cucchiaino colmo 

Per la crema chantilly “vantaggiosa”:

  • Latte di soia (o altro a piacere) – 250 ml
  • Mezzo uovo intero
  • Farina di tipo 2 (grano o farro) – 25 g
  • Dolcificante alla stevia – 1 cucchiaino colmo
  • Zucchero – 15 g
  • Vanillina – ½ bustina
  • Panna fresca – 50 g
  • Succo di barbabietola – 1 cucchiaio

Per decorare l’ultimo strato:

  • Fiori di lavanda – 1 o 2 spighe
  • Mirtilli – 50 g
  • Panna fresca – 25 g

Approfondimenti e i consigli per l’acquisto degli “ingredienti insoliti” a questo link.

In caso di allergie…

Allergeni presenti: Cereali contenenti glutine, uova, soia, latte. In caso di allergia alla soia, si può utilizzare un altro tipo di latte; in caso di allergia al latte, si può impiegare la panna vegetale (attenzione a sceglierne una che non contenga grassi idrogenati).

strati di pancake nella fetta

Preparazione della torta di pancake

Fase 1: LA CREMA CHANTILLY VANTAGGIOSA 

Se vi piace il profumo della lavanda, potete aggiungere una spiga al latte, portare quasi a bollore in una casseruola, quindi spegnere e lasciare in infusione per circa 20 minuti, coperto. Eliminate quindi la spiga, filtrando con un colino. 

Nel frattempo, frullate insieme il bianco e il rosso dell’uovo in una ciotola, con il minipimer o una forchetta. Aggiungete dolcificante alla stevia e zucchero e sbattete il composto con una frusta o con lo sbattitore elettrico. Quando il colore sarà diventato giallo chiaro potete aggiungere la farina e sbattere ancora. In una casseruola, scaldate il latte aromatizzato alla lavanda con la vanillina. 

Prima che prenda il bollore, spegnetelo e versatevi dentro il composto di uova sbattute e farina. Mescolate con la frusta continuamente mentre fate cuocere per 2-3 minuti a fuoco medio alto. Lasciate raffreddare completamente mantenendola coperta. 

Montate tutta la panna prevista nella ricetta e unite mezzo cucchiaino di dolcificante alla stevia. Unite alla crema pasticcera vantaggiosa ormai raffreddata il succo di barbabietola e per ultima la panna, mescolando delicatamente. 

Mettete la panna che vi è avanzata in una tasca da pasticcere con la bocchetta a stella (vi servirà per decorare la torta). 

FASE 2: I PANCAKES

Prendete le uova, montate a neve i bianchi con un pizzico di sale e tenete da parte. Unite l’olio di oliva ai rossi d’uovo e mescolate con una frusta. Aggiungete quindi il latte a filo e mescolate ancora con la frusta, fino a quando il composto risulterà chiaro. È il momento di unire anche il dolcificante alla stevia e lo zucchero. Con un setaccio (un colino a maglie larghe va anche bene), lasciate cadere ora le due farine e il lievito nella ciotola e amalgamate bene sempre con la frusta. Mescolando delicatamente dall’alto verso il basso con un cucchiaio (non con la frusta), amalgamate i bianchi che avevate montato a neve.

FASE 3: LA COTTURA DEI PANCAKES

Ungete con un filo d’olio una padellina antiaderente e scaldate bene. Ora abbassate il calore, versate un mestolo di pastella per pancakes e distribuite uniformemente ad uno spessore di circa 0,5 cm. Lasciate cuocere a fuoco medio per qualche minuto (se vedrete formarsi delle bollicine nel pancake, significa che state facendo tutto bene!) e poi girate il pancake con una paletta. Lasciate cuocere ancora un paio di minuti. I due lati del pancake dovranno essere leggermente bruniti. Proseguite così con tutta la pastella (dovreste ottenere 5 o 6 pancakes). 

FASE 4: IL MONTAGGIO DELLA TORTA

Direttamente nel piatto di portata, disponete il primo pancake e distribuite su di esso 3 cucchiai di crema chantilly vantaggiosa. Procedete così con tutti i pancakes, ma sull’ultimo non mettete la crema chantilly: decoratelo invece con la panna montata che avevate tenuto da parte nella tasca da pasticcere. Fate dei piccoli ciuffetti, intervallati da una fila di mirtilli. Decorate con qualche fiore di lavanda e una fragola al centro. Lasciate riposare in frigorifero per circa 2 ore in modo che la torta si compatti bene.

Consiglio: Se per caso la vostra crema chantilly era troppo liquida e gli strati della torta tendono a scivolare uno sull’altro, piantate due stuzzicadenti nella torta, che lascerete per tutto il tempo di riposo. Ricordatevi di toglierli prima di servire!

CONSERVAZIONE

In frigorifero: 2-3 giorni.

Chi è La Cuoca Insolita

La Cuoca Insolita (Elsa Panini) è nata e vive a Torino. E’ biologa, esperta in Igiene e Sicurezza Alimentare per la ristorazione, in cucina da sempre per passione. Qualche anno fa ha scoperto di avere il diabete insulino-dipendente e ha dovuto cambiare il suo modo di mangiare. Sentendo il desiderio di aiutare chi, come lei, vuole modificare qualche abitudine a tavola, ha creato un blog e organizza corsi di cucina. Il punto fermo è sempre questo: regalare la gioia di mangiare con gusto, anche quando si cerca qualcosa di più sano, si vuole perdere peso, tenere a bada glicemia e colesterolo alto o in caso di intolleranze o allergie alimentari. 

Tante ricette sono pensate anche per i bambini (perché non sono buone solo le merende succulente delle pubblicità). Restando lontano dalle mode del momento e dagli estremismi, sceglie prodotti di stagione e ingredienti poco lavorati (a volte un po’ “insoliti”) che abbiano meno controindicazioni rispetto a quelli impiegati nella cucina tradizionale. Usa solo attrezzature normalmente a disposizione in tutte le case, per essere alla portata di tutti.

Plumcake salato di spinaci freschi e noci

Rubrica a cura de La Cuoca Insolita

Diciamoci la verità: comprare gli spinaci freschi è scomodo, perché spesso sono sporchi di terra e si impiega tanto tempo a lavarli. Poi occupano molto volume e, quando devono cuocere, non ci stanno nella pentola. Alla fine, ne avevamo un sacchetto pieno, ci abbiamo messo un sacco di tempo per lavarli e, una volta cotti, ci resta solo una piccola pallina. Tutto vero, ma riavvolgiamo il film: proviamo a comprarli freschi lo stesso e a prepararli proprio come ho appena descritto. Poi assaggiamoli e confrontiamoli con quelli surgelati in busta. Quali sono i più buoni? Se poi vogliamo provarli crudi in insalata, conditi con olio, senape e succo di limone, non avremmo più alcun dubbio nella scelta. Ecco, questo è già un buon motivo per comprarli freschi. Ma ce n’è un altro: questa ricetta di plumcake salato si fa solo con quelli freschi e, guardando quella fetta, si capisce subito perché.

Tempi: Preparazione (15 min); Cottura (45 min); Difficoltà (da 1 a 3): 1

Attrezzatura necessaria: mezzaluna o coltello a lama liscia, tagliere, frusta da cucina o sbattitore elettrico, 1 ciotola grande, 1 teglia per plumcake, forno

Ingredienti per il plumcake salato di spinaci freschi e noci

  • Farina di grano tipo 2 + farina di farro integrale – 200 g (si può fare metà e metà
  • 3 uova intere
  • Spinaci freschi – 150 g
  • Latte di soia o latte di canapa – 100 ml
  • Olio extra vergine di oliva – 60 g
  • Lievito alimentare in scaglie – 50 g
  • Pomodori secchi interi – 4 o 5
  • Ceci cotti – 100 g
  • Noci sgusciate – 50 g
  • Lievito per torte salate – 7 g
  • Sale – 3 o 4 pizzichi

Perché vi consiglio questa ricetta?

  • Valori nutrizionali: La ricetta della Cuoca Insolita a confronto con la stessa porzione di un tramezzino farcito salato (valore medio di tramezzini assortiti misti confezionati) conta il 20% in meno di calorie e il 50% in meno di grassi saturi.
  • Sapevate che gli spinaci, oltre ad essere noti per il loro contenuto di Ferro, sono ricchi di sostanze antiossidanti? In particolare, è stato dimostrato da una ricerca scientifica che all’Università dell’Arkansas che proprio a inizio primavera, quando il sole è più caldo, aumenta la concentrazione di queste preziose sostanze.
  • Il lievito alimentare in scaglie è ottenuto dal lievito di birra ma non provoca gonfiore di pancia! E’ ricco di Vit. B, fibre e Ferro. E’ un’ottimo sostituto del formaggio, per chi di formaggio non può sentir parlare.
  • Le noci sono un alleato della nostra salute, specialmente per il sistema cardiovascolare, perché aiutano a mantenere in equilibrio i livelli del colesterolo nel sangue. Se volete conoscere qualche curiosità a proposito di come acquistare le noci migliori, cliccate qui.

Preparazione del plumcake salato di spinaci freschi e noci

FASE 1: IL LIEVITO PER TORTE SALATE

Mettete ad idratare in un dito d’acqua per qualche minuto il lievito per torte salate e lasciate riposare a temperatura ambiente.

FASE 2: LE VERDURE E LA PREPARAZIONE DELL’IMPASTO

Lavate e tritate grossolanamente gli spinaci freschi. Tagliate a piccoli pezzetti i pomodori secchi e sminuzzate le noci a pezzetti. Per tutte queste cose vi consiglio una mezzaluna o un coltello a lama liscia, come ho usato io nella videoricetta.

Rompete le uova in una grande ciotola e sbattetele con la frusta o lo sbattitore. Unite il latte, mescolate ancora e poi unite l’olio, continuando a mescolare con la frusta. Unite quindi il lievito alimentare in scaglie e i pomodori secchi tagliati a pezzetti. Infine, unite la farina e amalgamate il tutto insieme al sale.

Ora aggiungerete le noci tritate sminuzzate, i ceci e infine gli spinaci. Mescolate anche con un cucchiaio.

FASE 3: LA COTTURA

Trasferite il composto in una teglia da plumcake unta (io ho usato l’olio) e infarinata. Livellate bene e infornate a 180° C (modalità statica) per 40-45 min. Lasciate raffreddare completamente prima di tagliare.

CONSERVAZIONE

Conservate in frigorifero, coperto, per 5 giorni.

Deliziosi biscottini da tè farciti all’uva fragola

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Rubrica a cura de La Cuoca Insolita 

Settembre è il mese dell’uva fragola. Lo sa bene chi vive in campagna o chi fa la spesa al mercato dai contadini. La sua fama non è solo dovuta al fatto che è buonissima, ma anche perché nell’800 fu la salvezza del nostro patrimonio di vigneti. In quel periodo infatti le radici di molte vigne europee furono gravemente danneggiate da un insetto, la Fillossera. Le radici della pianta di uva fragola (o vite americana), invece, non erano vulnerabili a questo parassita. Fu così che si diffuse rapidamente la tecnica dell’innesto, ancora oggi in uso, con la quale si impianta la vite europea sull’apparato radicale della vite americana.

Ma veniamo alla tavola: l’uva fragola può essere usata per produrre il fragolino, ma è buona da mangiare anche come frutta (anche se è un po’ difficile separare i semi dalla polpa) oppure può essere impiegata per preparare il succo o per tante ricette dolci. Qui la vediamo qui protagonista di una confettura. E siccome una confettura così buona e naturalmente dolce (l’uva fragola contiene circa il 17% di zuccheri) non poteva restare tutta sola in un barattolo, ecco la ricetta dei biscottini farciti all’uva fragola. Un connubio delizioso, dove la dolcezza della confettura e una leggera nota di acidità dovuta al succo di limone sono contrastati dal profumo delle mandorle della pasta frolla. Biscotti saporiti, morbidi e molto leggeri, perché senza burro e preparati con soli due cucchiai di zucchero. L’ideale per una merenda sana e golosa (anche per i bambini) o per una coccola pomeridiana, magari davanti ad una tazza di tè.

 

vasetti di confettura uva fragola biscottini

Tempi: Preparazione (30 min); Cottura (15 min)

Attrezzatura necessaria: Estrattore di succo o centrifuga (oppure un passaverdure), casseruola media da 1 L circa e coperchio, vasetti di vetro per la confettura, contenitore a bordi alti, matterello, taglia-biscotti rotondo, teglia e carta da forno.

Difficoltà (da 1 a 3): 1 Costo totale: 6,50 €

Ingredienti per 1 kg di biscottini farciti

Per 500 g di confettura:

Per i biscottini di pasta frolla speciale:

  • 160 g di farina di riso integrale
  • 120 g di farina di mandorle
  • 120 g di fecola di patate
  • 2 uova intere
  • il lato dolce: 60 g eritritolo+ 30 g dolcificante alla stevia* + 30 g di zucchero
  • 50 g di olio di girasole o di oliva
  • 1 bustina di vanillina + scorza di meno di mezzo limone
  • 1/4 di cucchiaino di lievito per dolci (1 g)

* dolcificante alla stevia: lo potete trovare anche nei supermercati, insieme agli altri dolcificanti. È una polvere bianca, che ha lo stesso aspetto dello zucchero. Sarebbe meglio usare le foglie di stevia essiccate, più naturali (potete produrle anche a casa vostra https://lacuocainsolita.it/ingredienti/stevia/), ma darebbero alla pasta frolla un colore meno invitante e in questa ricetta, quindi, non le consiglio.

Succo di limone (facoltativo) – 15 g

Perché vi consiglio questa ricetta?

  • Valori nutrizionali: rispetto ad una confettura di uva fragola preparata con lo zucchero, la ricetta de La Cuoca Insolita ha meno 60% di calorie e meno 60% di carboidrati.
  • È una confettura senza zuccheri aggiunti. Se quindi avete qualche problema con la glicemia, è certamente più indicata rispetto a quelle che si trovano in commercio. Non abusatene però, perché l’uva fragola ha comunque un alto contenuto di zuccheri.
  • È ottima anche per preparare una merenda ai vostri bambini: L’uva fragola è ricca di vitamine (gruppo A e B, C, potassio, ferro, fosforo, calcio, manganese e magnesio).
  • Il kuzu ha proprietà alcalinizzanti sul nostro corpo.
  • L’agar-agar è un’alga – un prodotto naturale- ed è ricca di calcio e vitamine. Oltre a questo, il vantaggio di usarla al posto della pectina sta nel fatto che l’agar-agar non ha bisogno di zucchero per formare la gelatina (la pectina invece sì).
  • I biscottini di pasta frolla sono senza glutine, senza burro né latte e con solo 30 g di zucchero in totale. Gli altri dolcificanti (stevia ed eritritolo) sono a zero calorie.

Approfondimenti e i consigli per l’acquisto degli “ingredienti insoliti” a questo link).

Preparazione dei biscottini farciti all’uva fragola

FASE 1: LA PREPARAZIONE DEL SUCCO DI UVA FRAGOLA

Lavate l’uva fragola sotto l’acqua corrente e sgranate gli acini. Se avete un estrattore o una centrifuga, non vi resta che versare gli acini nella macchina per ottenere il succo. Se decidete di fare più di mezzo litro di succo, vi consiglio di ripulire la macchina almeno una volta a metà lavoro, perché i semi potrebbero rovinare la macchina o intasarla. Potete aggiungere il succo di limone, eliminando i semi (il limone da un po’ più di acidità che equilibra il sapore dolce dell’uva, ma è facoltativo).

Se non avete l’estrattore, mettete nella casseruola gli acini e schiacciateli con le mani in modo che si rompano il più possibile. Aggiungete il succo di limone. Accendete il fuoco a calore moderato e lasciate cuocere per circa 20 minuti. Passate quindi tutto al passaverdure per eliminare buccia e semi.

prova del cucchiaino uva fragola biscottiniFASE 2: LA COTTURA

Ponete il succo e l’agar-agar nella casseruola, date una mescolata veloce e portate a bollore. Quando vedete le bollicine, abbassate il calore al minimo e lasciate cuocere per 10 minuti, coperto. Intanto sciogliete il kuzu in due cucchiai di acqua a temperatura ambiente. Passati i primi dieci minuti di cottura, aggiungete il kuzu sciolto nella casseruola, mescolate subito velocemente e fate cuocere ancora per 5 minuti a calore molto basso, sempre coperto. Se volete provare a vedere che la marmellata sia pronta, potete fare il test del cucchiaino o del piattino: metteteci un po’ di confettura e verificate dopo poco se, raffreddandosi, si è addensata. Versate quindi nei vasetti di vetro, chiudeteli e aspettate che si raffreddi del tutto (ci vorranno un paio d’ore).

FASE 3: I BISCOTTINI E LA FARCITURA

Mescolate insieme tutti gli ingredienti della pasta frolla fino a formare una palla morbida e compatta. Se l’impasto si divide, aggiungete pochissimo latte di riso. Lasciate riposare per mezz’ora in frigorifero, coperto con la pellicola. Stendete in strato spesso poco più di mezzo centimetro con un matterello, su un piano di lavoro infarinato con farina di riso. Formate dei biscottini rotondi e infornate a 160° C per circa 15 minuti. Resteranno morbidi e saranno irresistibili.

Ora, quando tutto sarà ben raffreddato (confettura e biscotti), spalmate su una metà di biscotto mezzo cucchiaino di confettura e poi chiudete con l’altra metà di biscotto.

Buon appetito!

Democrazia senza partiti, una nuova forma di politica per consolidare la durata dei governi

Ecco quanto riportato nella premessa della proposta, condivisa da un gruppo di cittadini (presente per intero sul sito www.democraziasenzapartiti.it) che sembrerebbero intenzionati a costituire un Movimento nazionale di scopo per provare ad animare nuove prospettive politiche nazionali.

L’atto costitutivo è pronto ed anche il singolare codice etico che siamo riusciti ad ottenere e di seguito riportiamo per intero.

Sarà interessante, in questo quadro politico internazionale, dove, la sfiducia sempre più crescente nei confronti della politica, il primo partito sembrerebbe essere l’astensionismo, monitorare gli sviluppi di un progetto così ambizioso ed al tempo stesso rivoluzionario rispetto a quanto da noi conosciuto, proposto comunque con toni pacati, costruttivi e rispettosi di tutti.

Premessa

La presente proposta, aperta a qualsiasi suggerimento, nel rispetto dei principi fondamentali espressi nella nostra costituzione, vuole provare a cambiare l’attuale paradigma della politica, sostituendo la centralità delle scelte oggi effettuate nelle segreterie di partito, con un sistema regolamentato che ponga, al centro, i Sindaci direttamente eletti dai cittadini, i Presidenti di Provincia o di Regione e il riconoscimento delle qualità personali dei candidati. I Sindaci, assumono il primo ruolo fondamentale nell’attuazione della riforma, sono loro le sentinelle dei territori, i principali punti di riferimento per i cittadini, quelli che conoscono i problemi delle loro comunità e cercano di risolverli.

L’obbiettivo è quello di riuscire a costruire una nuova democratica forma politica nazionale, più snella, competente e capace di durare nell’interesse del paese, è arrivato il momento di essere rappresentati in forma duratura, da persone considerate autorevoli o che possano acquisire tale importante qualità, in virtù delle loro competenze e azioni politiche strutturali a medio e lungo termine.

Dobbiamo dare ai cittadini maggiore fiducia e al tempo stesso far rispettare le regole con tempestività, affinché, l’educazione, la correttezza, l’onesta e la giustizia possano prevalere, non solo nel comportamento individuale e personale, ma come riconoscimento di valori fondamentali di una comunità. Di conseguenza, la maleducazione, la scorrettezza, la disonestà e l’ingiustizia devono essere fortemente combattute con un’adeguata gradualità rispetto alla gravità degli eventi.

Occorre confinare le campagne elettorali in momenti temporali limitati e definiti, cercando di alimentare tra i politici il confronto costruttivo sui problemi del paese, al fine di intendere anche insieme, soluzioni condivise nell’interesse dei cittadini e non del proprio schieramento politico. Il tutto, con il massimo rispetto per quello che è stato fatto nel passato da molti partiti, attraverso i loro rappresentanti, uomini e donne che hanno creduto negli ideali politici, lavorando per lo sviluppo economico e democratico del nostro paese.

Oggi, la politica evoluta attraverso i partiti nazionali, ha costruito una visione di appartenenza, dove spesso, la disciplina di partito, prevale sulla capacità e volontà personale. La condivisione dell’opinione di un avversario politico o di un programma, sul quale sviluppare argomenti comuni nell’interesse della collettività è un fatto raro. Da troppi anni, i cittadini vedono dissolvere tempo e denaro in parole e liti, percependo inoltre, uno scollamento tra la realtà della vita comune e la capacità della politica di dare risposte concrete alle tante esigenze della maggioranza della popolazione.

Il tanto atteso sistema meritocratico è quasi inapplicato, incagliato in una sorta di garantismo per tutti a tutela di tutti e di nessuno, la peculiare burocrazia del nostro paese, anch’essa a tutela di un meccanismo voluto da pochi e apprezzato da nessuno, non riesce ad essere definitivamente riformato nonostante le tante buone intenzioni di tutti.

Dobbiamo dare ai cittadini maggiore fiducia e al tempo stesso far rispettare le regole con tempestività, affinché, l’educazione, la correttezza, l’onesta e la giustizia possano prevalere, non solo nel comportamento individuale e personale, ma come riconoscimento di valori fondamentali di una comunità. Di conseguenza, la maleducazione, la scorrettezza, la disonestà e l’ingiustizia devono essere fortemente combattute con un’adeguata gradualità rispetto alla gravità degli eventi.

Ai cittadini, spetta il diritto di stabilire a maggioranza, quali sono gli uomini o le donne che, prestati alla politica, abbiano le capacità per ricevere la delega di legiferare le norme del nostro vivere quotidiano, delineando il futuro della nostra società.

La democrazia politica, legittimata con il voto, deve trasformarsi da una forma di governo decisa nelle segreterie dei partiti, esercitata con perenni contrapposizioni tra le parti, ad una forma di governo proposta dai rappresentanti dei cittadini sui territori, esercitata nella massima trasparenza con spirito costruttivo e nell’interesse delle comunità.

La proposta di trasformazione dei partiti/movimenti politici nazionali così come oggi sono strutturati, attraverso l’istituzione di due nuovi organi costituzionali “l’Assemblea Provinciale o Regionale dei Sindaci” e “l’Assemblea Nazionale delle Provincie o delle Regioni” costituisce la strada necessaria da percorrere per costruire una politica capace di confrontarsi nel rispetto delle opinioni altrui al fine di trovare insieme le soluzioni migliori per le comunità.

Gli elettori devono essere considerati la parte attiva delle scelte politiche e non un bacino attraverso il quale legittimare la propria candidatura fine a sé stessa.

È altrettanto importante sottolineare che, la politica, non è un fatto esercitato in modo astratto, bensì il frutto delle decisioni prese nei vari livelli istituzionali da donne e uomini ai quali, va comunque il merito di essersi “attivati”, per provare a dare il proprio contributo.

Criticare la politica senza interessarsi attivamente o senza approfondire le norme e le motivazioni alla base delle decisioni prese, è molto facile; diverso è credere di avere delle capacità da mettere al servizio della comunità, per migliorare il proprio comune, la propria provincia, regione o nazione.

Comprendere questo aspetto è fondamentale per capire l’importanza delle persone e non delle bandiere, generando una politica dove chi si attiva sia libero di valutare di volta in volta le proprie scelte e sia rispettato per le proprie decisioni.

Occorre creare la consapevolezza che ogni cittadino deve fare la sua parte, perché non ci sarà nessuna riforma che possa far migliorare una nazione, se gli uomini e le donne che compongono la società, non riconoscono le proprie qualità e i propri difetti e su di essi, maturino l’esigenza di un comportamento diverso, finalizzato a costruire una società basata su regole semplici, chiare, di buon senso e vicine alle esigenze del bene comune nel rispetto delle capacità individuali e collettive. Il nostro benessere, però, non può essere garantito solo da noi stessi: dobbiamo cercare e riconoscere nella società civile le qualità altrui, quelle capacità necessarie che possano garantire, attraverso il voto, la scelta di donne e uomini in grado di legiferare il nostro vivere quotidiano nell’interesse collettivo. Il senso di giustizia ed equità, la voglia intrinseca in ogni cittadino di vivere in una società capace di funzionare secondo regole condivise dalla maggioranza della popolazione, deve potersi realizzare pienamente, se non vogliamo essere sopraffatti dall’ingiustizia, dalla burocrazia e dall’individualismo.

IL CODICE ETICO

  1. OBBLIGHI DI COMPORTAMENTO:

Tutti gli iscritti siano essi associati con ruoli interni, elettivi, istituzionali, di governo o affiliati, si impegnano nell’attività associativa, in relazione alle personali predisposizioni, competenze e disponibilità, perseguendo e rispettando le finalità e i principi associativi, concorrendo, ognuno in base al proprio ruolo, alla realizzazione degli indirizzi politici secondo i principi generali espressi nel testo DEMOCRAZIA SENZA PARTITI ed eventuali evoluzioni, osservando nell’esercizio del proprio ruolo associativo e/o politico i seguenti comportamenti:

  • rispettando i principi espressi nella nostra costituzione e nelle leggi dello stato italiano;
  • mettendo a disposizione le proprie competenze con dedizione, lealtà ed onore, rifiutando di conformarsi alle ingiustizie e alle cose che non funzionano, impegnandosi con determinazione per migliorarle;
  • senza pregiudizi nei confronti delle persone appartenenti ad altri schieramenti politici;
  • valutando le proposte politiche nel merito e nel solo interesse per i cittadini, e quando condivisibili, approvarle a prescindere dall’appartenenza politica del proponente e dalla reciprocità di comportamento;
  • rispettando l’opinione altrui e lasciando libertà di scelta individuale ai propri associati e/o al proprio gruppo politico, durante qualsiasi operazione di voto;
  • rispettando le scelte approvate a maggioranza dagli associati e/o dal proprio gruppo politico;
  • rivolgendosi ai cittadini nelle comunicazioni politiche in modo sincero e mai strumentale, evitando di parlare per concetti assoluti o fare critiche fine a se stesse, prediligendo le discussioni costruttive e le proposte concrete;
  • agendo in modo coerente rispetto alle proprie opinioni, con determinazione, ma al tempo stesso con la capacità di ravvedersi in tutte quelle decisioni, dove, nuovi elementi, evidenziano la necessità di migliorare scelte pregresse, modificandole;
  • senza mai aver paura di scusarsi con i cittadini e/o con un politico di un altro schieramento in tutte quelle circostanze necessarie;
  • con correttezza, rispetto e spirito di collaborazione verso i propri aderenti e le controparti politiche;
  • utilizzando un linguaggio consono al contesto, nel rispetto dell’uso di un lessico educato, rigettando atteggiamenti qualunquistici e denigratori delle controparti politiche in modo aprioristico;
  • mantenendo un atteggiamento di disponibilità al dialogo e al confronto verso tutte quelle persone che dimostrano altrettanta disponibilità;
  • nel rispetto del principio di trasparenza dell’azione pubblica;
  • nel rispetto del lavoro altrui;
  • riconoscendo le capacità altrui ovunque vengano riscontrate;
  • attraverso un preventivo confronto con tutti i rappresentanti politici e/o le rappresentanze associative, in quelle circostanze dove occorre prendere decisioni importanti per i cittadini.

Che pizza! Al taglio e al padellino ecco 5 pizzerie torinesi top

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Vi riproponiamo una selezione di pizzerie torinesi pubblicata tempo fa dal nostro giornale. Che ne direste di aggiornarla indicandoci i vostri locali preferiti? 

Rotonda, a tranci, a fette, a spicchi, in piedi o a tavola, fuori o a casa, purché sia ottima: la pizza è un piatto universale. A Torino la scelta tra i locali è davvero ampia perchè la vera pizza è alimento povero e nobile, simbolo e rito, momento di aggregazione e di golosità.

Daniela Roselli