Non è stato possibile salvare, nonostante i tentativi di rianimazione, il motociclista di 52 anni, residente a Pino Torinese, morto ieri sera in un incidente sulla strada provinciale 120, tra Pessione di Chieri e Riva presso Chieri nel Torinese. Si è trattato di un tamponamento tra la moto Yamaha che stava guidando e un furgoncino.
Il museo cambia volto alla galleria del Giappone, dialogando con le opere di Kazuko Miyamoto
Fino al 5 maggio 2024
Una felice ed armonica “contaminazione” fra passato e presente. Nasce e si sviluppa su quest’idea il nuovo riallestimento della “galleria giapponese” del “MAO- Museo d’Arte Orientale” di Torino, reso possibile attraverso l’accostamento di opere delle collezioni permanenti e i lavori realizzati dall’artista performativa giapponese Kazuko Miyamoto (Tokyo, 1942): un delicato “kesa” (mantello rituale buddhista) accanto a un minimale “kimono” fatto di corda annodata, l’imponente struttura delle armature dei “samurai” (nell’antico Giappone, i soldati che difendevano il palazzo imperiale) a fianco del video delle performance “Umbrella dance” e “In the garden” o le stampe lignee ottocentesche poste a dialogare con le fotografie che raffigurano attori “kabuki” (forma classica del teatro giapponese in cui performance drammatiche si mescolano con la danza tradizionale).
Si presenta così il progetto espositivo “Contemporary Monogatari: nuove narrazioni giapponesi”, visibile al “MAO” di via San Domenico, fino a domenica 5 maggio 2024, con la curatela del direttore Davide Quadrio, insieme allo staff del Museo e realizzato in stretto dialogo con la direttrice del “Museo Madre” di Napoli, Eva Fabbris. L’iter espositivo si apre con l’opera di Miyamoto “Kimono/corde” (2003), una sagoma di “kimono” stilizzata e minimalista realizzata in corda e posta in contrasto con la matericità serica e raffinata dei “kesa” delle collezioni permanenti del Museo, tre esemplari del XIX secolo decorati con elaborazioni astratte e geometriche di motivi ispirati al mondo naturale, quali fiori e nuvole. “Attraverso il processo creativo – sottolineano gli organizzatori – Miyamoto scarnifica l’originale struttura del ‘kimono’, uno dei simboli più potenti e universali del Giappone, e, attraverso un estremo gesto di sottrazione, la trasforma in un soggetto anatomico, uno scheletro che, però, del soggetto originale conserva l’essenza profonda”.
Quello del “kimono” è un tema ricorrente nella pratica performativa dell’artista nipponica – quanto quelli delle corde, degli ombrelli e della natura – e torna anche nello “sketchbook” (quaderno di schizzi), che riunisce fotografie e riproduzioni di 22 opere, così come nei disegni in cui torna evidente quel recupero della memoria e delle tradizioni nipponiche, ancora ben presente nei video “In the garden” (2014) e “Umbrella Dance” (2004), che rileggono alcuni degli elementi più caratteristici dell’iconografia tradizionale giapponese. Le due opere sono accostate alla presenza imponente delle armature dei “samurai” e alla delicatezza delle “fotografie” di fine ‘800 che raffigurano attori di teatro “kabuki”, beltà femminili (“bijin”) immerse in colorati giardini e fanciulle intente a comporre “ikebana”. E il percorso prosegue intercettando l’opera “Ladder and Branches” (2010), “effimera struttura dalle forme organiche e archetipiche – un po’ scala, un po’ nido – chiaro riferimento alle ‘shimenawa’, le corde utilizzate nei rituali di purificazioni ‘shintoisti’”, via via fino alla “Sala da tè” che chiude la sezione giapponese del “MAO”, dove troviamo collocata “Kimono con corde e bastoni” (2004), opera dal forte valore simbolico legato al “soffio vitale” che “permea spazio e corpo ed è al centro della ricerca espressiva di Kazuko Miyamoto”.
Spiega il direttore Davide Quadrio: “La sintassi espositiva scelta per il progetto ‘Contemporary Monogatari’, fondata sul rapporto dialogico fra le opere delle collezioni e lo sguardo laterale di un’artista donna della diaspora giapponese del secondo dopoguerra, si inserisce all’interno di un rinnovamento radicale del ‘MAO’, che ambisce a creare una tensione dinamica fra passato e presente con l’obiettivo di generare narrazioni che non si ripiegano su sé stesse, ma che aprono possibili declinazioni del futuro e inedite occasioni di comprensione della storia e delle sue manifestazioni in ambito artistico e creativo”. E conclude: “Con un approccio analogo verranno affrontati nei prossimi mesi anche i riallestimenti delle gallerie dell’Himalaya e della Cina, previste per i primi mesi del 2024”.
Gianni Milani
“Contemporary Monogatari: nuove narrazioni giapponesi”
MAO-Museo d’Arte Orientale, via San Domenico 11, Torino; tel. 011/4436932 o www.maotorino.it
Fino a domenica 5 maggio 2024
Orari: dal mart. alla dom. 10/18.Lunedì chiuso
Nelle foto:
– Kazuko Miyamoto: “Artist book”, 2016
– Kazuko Miyamoto: “Artist book”, 2016
– Allestimento Giappone: “Kesa”, metà XIX sec., Dinastia Edo, Ph. Giorgio Perottino
– Panoramica galleria Giappone 2
Sabato 6 aprile al Teatro Cardinal Massaia e sabato 11 maggio al Teatro della Provvidenza va in scena Lo Zoo di Vetro con la regia di Claudio Destino e Federica Tucci.
Torino è una città che ha imparato a mostrare i suoi punti di forza, ad attirare turisti e a incantare i visitatori di passaggio. Ma è negli angoli nascosti che cela tesori inaspettati. Sono le sale oltre l’entrata dei caffè storici, i cortili con statue e fregi dei palazzi, le fabbriche dismesse trasformate in luoghi di cultura e svago. Non fanno eccezione i teatri come il Cardinal Massaia di Via Sospello 32/c che, come uno scrigno, sabato 6 aprile si aprirà per mostrare una piccola manciata di pietre preziose.
La compagnia Eleftherìa debutta nel 2016 per esigenza creativa e artistica di Claudio Destino e Federica Tucci, attori e registi che si sono formati al Centro di formazione attori Gruppo Teatro 1 guidato da Maurizio Messana. Portano così in scena Ionesco, Pirandello, Dario Fo e ora Tennessee Williams, che avevano già affrontato con 27 Vagoni di Cotone e che con il suo Zoo di Cristallo ci riporta nelle angosce più che mai attuali dell’America degli anni 1940.
Ho incontrato, o per meglio dire mi sono imbucata ad una delle prove della compagnia, nel sabato piovoso che ha preceduto la Pasqua, in una Torino grigia che ha deciso di fare da scenografia naturale alle vicende della famiglia Wingfield. Claudio e Federica dirigono e interpretano i figli Tom e Laura, Angela di Tria è l’ingombrante madre Amanda e Claudio Errico il controverso Jim.
Con Zoo di Vetro ritroviamo una società malinconica, una famiglia in piena decadenza. D’altronde Williams scrive a ridosso di quella crisi del 1929 da cui l’America non si è ancora ripresa e che vive in bilico tra sogno americano e disillusione. La sola speranza è partire per la guerra, per l’avventura.
Al dramma di un’intera società si affianca quello di una famiglia abbandonata dal padre dove una madre deve fare i conti con una figlia zoppa che non riesce a trovare marito. I personaggi vivono nel loro immaginario, tanto che lo stesso Williams lo definisce un dramma di memoria. Madre, sorella e fratello vivono immaginando qualcosa che non hanno o che hanno perso: la madre una gioventù ormai sfiorita. Tutto è immobile, cristallizzato in un tempo che non c’è più. I personaggi sono come gli animaletti di vetro della figlia: uno zoo, per l’appunto, di cristallo.
Ho chiesto a Claudio e Federica se non sia un ostacolo essere coppia sul lavoro e nella vita. Rispondono completandosi a vicenda: “No, perché portiamo in scena un’idea comune, una visione dove inserire tematiche a noi care. Le idee degli autori sono più che mai condivise oltre che attuali.” In effetti Williams avrebbe potuto scrivere questo testo nel 2024, cambiando un dettaglio o due.
La stessa complicità dei due registi si ritrova nell’intero gruppo di lavoro. Gli attori sembrano muoversi con delicatezza sulla scena. L’atmosfera è sospesa, complice un tappeto sonoro italiano anni 1960, studiato dal regista e coadiuvato da Marcello Coco, che ci permette di identificarci e che trasporta i personaggi, ormai archetipi, nel nostro tempo. Impossibile non riconoscere in un’Amanda talvolta isterica, quell’amore tossico che porti in terapia in età adulta, o non arrabbiarsi di fronte all’ambiguità di Jim che oggi forse ti bloccherebbe vigliaccamente sui social senza darti spiegazioni.
La compagnia Eleftherìa si muove perfettamente tra l’aderenza al testo e la libertà di proporlo a noi con atmosfere che, a ridosso di una pandemia, sentiamo purtroppo familiari. Noi come loro in quello stesso zoo di cristallo. Il pericolo è di riuscire a sentire quelle stesse angosce e soffrire con i personaggi. Esattamente come succede quando una buona compagnia mette in scena il teatro dell’assurdo. Il rischio di non poter sopportare quelle atmosfere porta lo spettatore a saltare sulla sedia, a sentirne tutta la scomodità e ad abbandonare il teatro prima della fine. E, purtroppo o per fortuna, gli Eleftherìa sono bravi, inopportunamente bravi.
A questo punto il lettore si starà chiedendo perché andare a vederli. Per due motivi. Intanto per apprezzare la cura maniacale dei dettagli che vanno dalla scelta degli oggetti di scena, ai brani anni 1960 (no, non posso e non devo svelarvi tutto).
E poi perché l’arte non è solo denuncia, memoria o svago. L’arte ci permette di assimilare, analizzare e rielaborare. Come in una seduta psicoanalitica, l’arte ci dona quella leggerezza che solo la consapevolezza può regalarci. O forse dovrei dire libertà, che è anche la traduzione dal greco di Eleftherìa. Affrontate questo spettacolo con la tenacia di chi sa che, per alleggerirsi, deve attraversare il fuoco, non girarci attorno.
Per maggiori informazioni e per acquistare i biglietti
https://teatrocardinalmassaia.com/lo-zoo-di-vetro/
6 Aprile ore 21 – Teatro Cardinal Massaia, Via Sospello 32/c Torino (prenotazione in teatro o online)
11 Maggio ore 21 – SpazioPRO – Teatro Provvidenza, Via Asinari di Bernezzo 34/a Torino (prenotazione al numero 3407896306 o per e-mail eleftheria.teatro@gmail.com)
Lori Barozzino
Fermato l’uomo della “truffa del pedone”
Può essere considerato uno “specialista” della materia visti i precedenti: stiamo parlando della cosiddetta “truffa del pedone” ossia la simulazione di un investimento stradale a danno di ignari automobilisti, il più delle volte anziani o donne sole, da parte di un malvivente con abiti lacerati ed eventuali macchie di sangue finte. L’autore in questione è noto alle forze dell’ordine e alla cronaca in quanto già denunciato e condannato negli ultimi anni per lo stesso reato. Recentemente, nel gennaio scorso, ha tentato di truffare un’automobilista buttandosi, a piedi, contro la sua autovettura ma la donna, una avvocata penalista che lo aveva già incrociato, lo aveva riconosciuto e segnalato alle forze dell’ordine.
E così è accaduto anche il 28 marzo scorso, di prima mattina, in pieno centro, nel quartiere Crocetta di Torino, quando una coppia del posto lo ha visto aggirarsi per strada e la donna lo ha indicato al marito come l’autore dello stesso tipo di truffa da lei subita nel 2022. Il marito della donna non ha esitato ed ha chiamato il 112: ha indicato il luogo ove si trovavano e l’autovettura in uso al presunto criminale. Dopo pochissimo sono arrivate sul posto due pattuglie del Nucleo Radiomobile del Reparto Operativo Carabinieri di Torino: i militari hanno avuto l’accortezza di rimanere defilati nei pressi dell’autovettura dell’uomo ad attenderlo e quando quest’ultimo è comparso ed è salito a bordo è stato fermato.
Dall’identificazione nessuna sorpresa: l’uomo, un cinquantanovenne giostraio già noto alle forze dell’ordine, annoverava denunce specifiche in ordine alle c.d. “truffe del pedone”, risultava già destinatario di provvedimenti di pubblica sicurezza mirati al contenimento della pericolosità sociale e, peraltro, utilizzava l’auto sprovvisto di patente di guida, revocatagli anni addietro. Quando si è reso conto di essere stato scoperto, l’uomo ha cercato di disfarsi di un fazzoletto sporco di vernice rossa – preparato ad arte per simulare il sangue, oltre ad indossare pantaloni con un vistoso taglio sul ginocchio. Inoltre, dalla ricostruzione dei fatti è emerso che nella stessa mattinata il presunto malfattore aveva già tentato – senza riuscirci – di truffare altre due persone che lo hanno comunque riconosciuto.
Per lui è scattata l’ennesima denuncia per “tentata truffa continuata” e “guida di veicolo con patente revocata a soggetto con avviso orale”, mentre l’autovettura è stata sequestrata.
Informazione promozionale
L’AUTRICE Sono state alcune dolorose esperienze, unite alla sua passione innata per i viaggi, ad averla portata a dedicarsi totalmente alla scrittura




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Torino e il ruolo centrale della sanità pubblica
Nelle linee di indirizzo per lo sviluppo dei servizi sanitari e socio sanitari
La Conferenza Socio Sanitaria dei presidenti di Circoscrizione presieduta dall’assessore alle Politiche Sociali della Città Jacopo Rosatelli ha approvato le linee di indirizzo per lo sviluppo dei servizi sanitari e socio sanitari. Le ultime erano state approvate nel 2017.
Il documento, di circa 20 pagine, è il risultato di un lavoro di accoglimento dei molti atti di indirizzo sui temi della salute approvati nei mesi scorsi dal Consiglio Comunale e di un’attività di ascolto del territorio e delle parti sociali, anche alla luce della fotografia del contesto sociale e demografico. Un contesto che evidenzia ad esempio un progressivo invecchiamento della popolazione (oltre 220mila ultrasessantacinquenni residenti a Torino al 1 gennaio 2023) con conseguente aumento delle cronicità neurodegenerative, l’incremento della popolazione straniera e delle fragilità al suo interno (minori non accompagnati, nuclei monoparentali, anziani, persone con dipendenze e fragilità psichiche), l’aumento dei nuclei familiari costituiti da una sola persona, il calo dell’offerta di cura in ambito familiare, la presenza nel contesto urbano di nuove forme di fragilità e vulnerabilità e di marginalità estreme, gli effetti a lungo termine della pandemia che hanno avuto un impatto particolarmente acuto sulla popolazione giovanile, con fenomeni di disagio psichico, forme di ritiro sociale, disturbi dell’alimentazione, aumentato rischio di suicidi e nuove dipendenze.
Tra i temi toccati dalle nuove linee guida ci sono azioni di contrasto alla violenza di genere e al consumo di sostanze stupefacenti e maggiore attenzione verso la salute sessuale e riproduttiva e la salute delle persone detenute.
L’assessore alle Politiche Sociali, Jacopo Rosatelli ha dichiarato: “Questo documento è il risultato dell’accoglimento delle istanze del Consiglio Comunale e delle Circoscrizioni e porta la voce e le richieste delle cittadine e dei cittadini torinesi alle Asl e alle aziende ospedaliere cittadine. Come amministrazione vogliamo ribadire il ruolo centrale della sanità pubblica sul territorio e, nelle nostre funzioni di indirizzo, abbiamo deciso di dare priorità alla tutela di quelle categorie che più di altre stanno pagando il prezzo della pandemia, come gli anziani e i giovanissimi, senza dimenticare un’attenzione particolare per gli stranieri e gli aspetti legati alla salute di genere”.
La Città di Torino ha da molti anni inserito nelle sue linee programmatiche quali obiettivi prioritari e trasversali il miglioramento della salute e del benessere della popolazione, con un particolare riferimento alla tutela delle persone più fragili e secondo un approccio multisettoriale. Attraverso la Conferenza Socio Sanitaria dei Presidenti di Circoscrizione, l’amministrazione esercita un puntuale lavoro di indirizzo e monitoraggio dei percorsi sanitari e socio-sanitari rivolti ai cittadini, in costante raccordo e collaborazione con le aziende sanitarie cittadine.
La Cabina di regia costituita nell’ambito del Protocollo d’intesa relativo all’attuazione del Piano locale della prevenzione e alle azioni di promozione della salute è il luogo di programmazione della Città e dell’ASL Città di Torino in cui definire progettualità condivise, connettere azioni e interventi e promuovere la cooperazione tra enti pubblici ed enti del Terzo settore, al fine di sviluppare collaborazioni e integrare le specifiche competenze a favore della collettività.
La Città, in collaborazione con l’ASL Città di Torino, intende così condividere azioni mirate sui temi della promozione della salute e della prevenzione, al fine di operare in modo congiunto al miglioramento della salute delle comunità locali, nell’ambito del Piani Regionali della Prevenzione (PRP) e nei Piani Locali della Prevenzione (PLP) per individuare indirizzi e modalità operative comuni.
Tra i principali ambiti d’intervento individuati dalle nuove linee guida ci sono:
- promozione della salute dei bambini e delle bambine per contrastate l’insorgere di patologie correlate a stili di vita
- promozione dell’attività fisica adattata all’età e alle condizioni della persona per arginare la crescita di “malattie dello stile di vita”
- promozione dell’invecchiamento attivo e azioni per il mantenimento dell’autonomia delle persone anziane
- contrasto delle solitudini nelle varie fasce d’età
- prevenzione e trattamento delle dipendenze, attraverso la realizzazione di interventi per adolescenti e giovani adulti, nel setting scolastico e non, sui temi del consumo di sostanze psicoattive
- la sicurezza negli ambienti di vita, attraverso la promozione della sicurezza domestica e stradale e la promozione della mobilità sostenibile
- ambiente, clima e salute, attraverso azioni di sensibilizzazione sulla sostenibilità ambientale che potrebbero avere un impatto sulla salute della cittadinanza e sulla necessaria relazione tra giustizia climatica e sociale;
- alimenti e salute, con un programma finalizzato a promuovere una cultura dell’alimentazione, a tutti i livelli
- lo sviluppo del progetto Piazza Bengasi e dintorni, finalizzato a co-progettare un intervento volto a promuovere la coesione e le reti sociali, la creazione di aree verdi e camminabili per l’adozione di stili di vita, e il contrasto delle disuguaglianze di salute esistenti, attraverso il coinvolgimento degli stakeholder locali, in collaborazione con l’ASL TO5 e il Comune di Moncalieri.
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