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In Comune mozione per i malati cronici non autosufficienti

Sostenere i malati cronici non autosufficienti

Nella seduta del 17 giugno 2024, il Consiglio Comunale di Torino ha approvato una mozione (primo firmatario: Pierino Crema (PD) – con 23 voti favorevoli e 2 astenuti – che chiede di salvaguardare il diritto alle cure sanitarie delle persone anziane malate croniche non autosufficienti.

Tra le varie richieste, il documento impegna sindaco e Giunta Comunale ad attivarsi affinché sia ritirata la Dgr 10-5445/2022 dalla Giunta regionale del Piemonte e siano abrogate le Dgr 14/2013 e 34/2016 finalizzate al piano di rientro concluso nel 2017, i cui criteri legati alla valutazione economica e ai limiti di durata del ricovero sono già stati superati dalla sentenza del Consiglio di Stato n°. 1858/2019, e siano recepiti nuovi provvedimenti nel rispetto delle norme vigenti.

Il provvedimento chiede anche alla Regione Piemonte di superare le criticità delle liste di attesa e il rispetto della legge regionale 10/2010, mai abrogata, che prevedeva una spesa anche del Ssnnella domiciliarità, e di coinvolgere anche l’Anci.

Viene inoltre proposta una campagna informativa rivolta alla cittadinanza, di concerto con le associazioni aderenti al Consiglio dei Seniores e con le Circoscrizioni cittadine, volta a fornire ai congiunti degli anziani malati non autosufficienti la conoscenza dei diritti vigenti in materia sanitaria e socio-sanitaria per garantire il diritto costituzionale alla tutela della salute ai propri cari e non dover sostenere oneri esosi e non previsti dalle leggi dello Stato.

La nostra Costituzione garantisce a tutte e tutti il diritto alla salute – ha dichiarato in aula il presentatore della mozione, Pierino Crema (PD) – ma ciò non vale per gli anziani cronici non autosufficienti nella nostra regione.

In Piemonte – ha spiegato – su 45 mila posti letto in Rsa, soltanto poco meno di 30 mila sonoconvenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale.

L’assessore al Welfare, Jacopo Rosatelli, ha ribadito la necessità che la programmazione della prossima agenda sanitaria regionale prenda in considerazione le tematiche affrontate dalla mozione, garantendo maggiori risorse per l’assistenza alle persone anziane.

Quando ci si divertiva con poco

I giochi, al tempo dell’infanzia nei primi anni sessanta del secolo scorso a Baveno, sul lago Maggiore ( fa persino effetto a immaginare lo scorrere del tempo..) erano molto semplici e ci si arrangiava con ciò che avevamo a disposizione. Non saranno stati un granché ma, accompagnati da una buona dose di fantasia – che, fortunatamente, non mancava –  erano pur sempre meglio di niente. In fondo, di alternative non ce n’erano e conveniva accontentarsi. Così, la vecchia cascina diventava un fortino delle giacche blu che presidiavano la selvaggia frontiera del West e l’impolverato calesse padronale del cavalier Castiglioni, ricoverato nello stabile adiacente, si trasformava in una diligenza pronta ad attraversare la prateria da un paese all’altro, tra l’Arizona e il Texas. I rocchetti del filo di tessitura – grigi coni di cartone pressato – infilati uno sull’altro, formavano delle lance che nemmeno i cavalieri medioevali potevano permettersi nei tornei dove mettevano in mostra il loro ardimento.

L’arrugginito marchingegno per l’intrecciatura della canapa, dal quale uscivano lunghe e robuste corde, immaginavamo fosse una straordinaria arma in dotazione a civiltà extraterrestri, abbandonata alla fine di antiche colonizzazioni del nostro pianeta. Le letture delle mirabolanti avventure contenute nei libri di Jules Verne, il fascino delle foreste del grande nord che scaturiva dalle pagine de L’ultimo dei Mohicani di Fenimore Cooper, la vita ribelle e trasgressiva, ricca di colpi di scena, dei pirati della Malesia capitanati da Sandokan e dal fido Yanez, contribuivano a far galoppare la fantasia sui prati e tra gli alberi della Tranquilla. Se a colmare le ore delle sere d’estate erano i racconti avidamente consumati, insieme alla vista, sfruttando la luce fioca delle lampadine alimentate con la corrente a 160 volt, o il giocare a nascondino con i ragazzi che venivano in villeggiatura dalla provincia di Varese  che, per noi, erano “i milanesi”, d’inverno ci si scapicollava sul prato innevato in ardite discese con la slitta.

Ovviamente le battaglie a palle di neve non mancavano così come la costruzione di sgraziati pupazzi di gelo, con tanto di pezzetti di corteccia per gli occhi e la bocca, una carota al posto del naso e una vecchia berretta colorata a fare da copricapo. Mai che ne venisse uno decente, però: erano goffi e flaccidi oppure rachitici e tremolanti. La neve si mangiava, a quel tempo. “Liscia” o con un po’ di limone che, almeno nelle intenzioni, non solo le dava quel poco di gusto ma contribuiva  a disinfettarla da tutti quei microbi ( tanti, troppi) che raccoglieva scendendo lenta e soffice fino a posarsi a terra.

Con i legni di nocciolo, robusti ed elastici, si confezionavano archi e frecce. Viceversa gli stretti tubi di celluloide che dovevano ospitare i cavi elettrici ( ce n’era una buona quantità nel magazzino abbandonato sopra alla fabbrica del signor Arrivabene) diventavano – una volta sezionati nella giusta misura – delle micidiali cerbottane. I proiettili abbondavano, grazie a quelle palline dell’infiorescenza delle palme che in gergo erano ribattezzate “ball da can”. Davanti alla fabbrica Shelling, dove si producevano scardassi – pettini d’acciaio per cardare la lana – c’era un grande palmizio ( tutt’ora è lì, seppur molto malandato) che regalava delle piccolissime noci di cocco, in tutto e per tutto uguali a quelle più grandi ma che non arrivavano nemmeno a eguagliare la misura di una pallina da ping-pong. Erano buonissime e le aprivano con il martello. Anche a mia madre piaceva la polpa delle noci di cocco e quand’era il tempo della festa patronale di Baveno, a giugno ( i santi Gervaso e Protaso ) ne acquistava dei pezzi dai venditori che li esibivano in quantità su quelle strane fontanelle a piramide. E, accanto al cocco, era difficile resistere alla tentazione dello zucchero filato, del croccante alle mandorle e alle nocciole, delle rotelle di liquirizia, con buona pace per dentisti e dietologi. Erano tempi in cui ci si accontentava di poco. E quel poco di cui si disponeva non era mai troppo.

Marco Travaglini

Ricicliamo cellulari, piantiamo alberi

È stato siglato un accordo di cooperazione 
tra Amiat, Lions Club International e Leo Club Italia

  • L’iniziativa ha l’obiettivo di sensibilizzare al corretto recupero e riciclo di questi particolari RAEE e dei materiali preziosi in essi contenuti

  • Per ogni 15 smartphone avviati a recupero verrà messo a dimora un nuovo albero

Torino, 17 giugno 2024 – Contribuire alla transizione ecologica e al miglioramento della qualità dell’ambiente attraverso un accordo che unisce la raccolta e l’avvio a riciclo di vecchi dispositivi telefonici e la piantumazione di nuovi alberi. Sono questi gli impegni contenuti nell’accordo di cooperazione sottoscritto tra Amiat Gruppo Iren, il Distretto 108ia1 del Lions Club International, con sede in via Cialdini a Torino, e il LEO Club Italia.

Il protocollo, di durata triennale, mira infatti a promuovere, da una parte, la diffusione della cultura del recupero e delle buone pratiche per contrastare l’errato conferimento o l’abbandono di telefoni e smartphone giunti a fine vita, e, allo stesso tempo, impegna le parti a innestare un meccanismo virtuoso per “trasformare” l’impegno sul piano dell’economia circolare in nuovo verde per la Città di Torino.

Nello specifico l’accordo prevede che Amiat fornisca al Lions Club International Distretto 108Ia1 contenitori specifici per la raccolta di questi particolari RAEE (Rifiuti da Apparecchi Elettrici ed Elettronici) che, posizionati nella sede di via Cialdini, nel quartiere Cit Turin, permetteranno la raccolta di vecchi smartphone.

L’iniziativa sarà sostenuta anche da momenti da momenti di approfondimento, in occasione di specifici incontri di sensibilizzazione e informazione dedicati ai membri del Club. Sarà poi Amiat a occuparsi dello smaltimento dei rifiuti e a impegnarsi, per ogni 15 telefoni recuperati, a piantumare, in collaborazione con l’amministrazione comunale, un nuovo albero sul territorio cittadino.

L’avvio di questo progetto conferma la volontà di Amiat di operare diffondere la cultura della sostenibilità a vantaggio della transizione ecologica, migliorando quindi la qualità della vita dei cittadini a salvaguardia delle generazioni future – dichiara Paola Bragantini, Presidente di Amiat Gruppo Iren  “Questa partnership con Lions Club International e LEO Club Italia permetterà di sviluppare ulteriormente le nostre attività di raccolta e riciclaggio di RAEE, anche per il recupero di materie critiche presenti nei dispositivi telefonici, contribuendo così alla riduzione dell’impatto ambientale dato dalla loro estrazione”.

I Lions e i Leo con questo service pongono l’accento sulle azioni che tutti noi ogni giorno possiamo fare per migliorare l’ambiente in cui viviamo – ricorda Michele Giannone, Governatore del Distretto Lions International 108 Ia1 –  un’azione semplice come gestire correttamente lo smaltimento di apparati obsoleti diventa una tematica cruciale per la sostenibilità a lungo termine della vita. Infatti, partendo da un corretto smaltimento diminuiamo lo sfruttamento di nuove risorse naturali e contemporaneamente riduciamo potenziali criticità ecologiche. La seconda parte del service, grazie al processo di piantumazione di nuovi alberi, contribuisce al risanamento ambientale per dare una vita migliore alle future generazioni. Il service di quest’anno a livello nazionale ha visto il conferimento già di qualche migliaio di cellulari Per concludere l’intero progetto aiuta a creare una coscienza civica attiva che promuove una virtuosa abitudine di riciclo come passo semplice ma fondamentale a salvaguardia del futuro della Terra”. 

Abbiamo intervistato Friedrich Nietzsche

Friedrich Wilhelm Nietzsche passava le sue giornate a Torino dividendosi tra la sua abitazione di via Carlo Alberto e il Caffè Fiorio poco distante scrivendo le bozze di ”Ecce Homo”, la sua autobiografia ‘visionaria e febbricitante’.
Così ho immaginato una ”intervista impossibile” al philosoph di Röcken che fece di Torino la sua piccola patria prima di ”perdere la ragione” e ritornare migrante d’Europa dopo aver scritto queste parole al suo collega filologo Jacob Burckhardt che lo invitava a un convegno elvetico :  …« avrei voluto  essere a Basilea anch’io piuttosto che Dio ma non ho potuto omettere per il mio privato egoismo la creazione del mondo»:
 
Lei che amava la musica di Richard Wagner e teorizzò il superuomo è stato anche considerato un critico della  funzione debole della storiografia e dell’ altruismo come fonte di rigenerazione collettiva, cosa ne pensa di quelle considerazioni  ‘sull’inattuale’ alla luce della crisi contemporanea?
 
Le rispondo in parola. In ”Sull’ utilità e il danno della storia per la vita” definii lo storicismo una «febbre divorante» e una una «virtù ipertrofica» che può essere rovinosa per l’analisi dei tempi. Dei miei, si figuri di quelli odierni. Semplificando al massimo: dare dei fascisti al leghismo local-sovranista o degli stalinisti al popolo delle sardine, ci porta a parlar del nulla, il mio ”nihil” in pratica.  Vede se non interpretiamo l’oggi senza l’aiuto di una lente di ingrandimento, lo descriviamo come uno specchio deformante. Come il Wilde di Dorian Gray e il rischio è enorme, lei può capire.
 
In che senso si spieghi meglio…
 
Nel senso che si fa facilmente della tragedia una farsa, della critica sociopolitica un teatrino delle ombre e alle nuove generazioni si toglie il pane dal futuro. E ‘ giusto ricordare l’orrore del passato per fare in modo di non ripeterlo. E bisogna fermarsi lì. Lo voglio sottolineare con forza. Senza azzardati parallelismi in sociologia politica contemporanea, a destra come a sinistra. Danno e utilità. Demagogia e buona pedagogia, vanno bene utilizzati, separando il grano dal loglio. 
 
Cosa mi consiglia per comprendere lucidamente il ventunesimo secolo alla luce del secolo breve che lo ha preceduto?
 
 
Per conoscere il novecento totalitario e guerrafondaio è meglio leggere ”Buio a mezzo giorno” di Arthur Koestler e ”Viaggio al temine della notte” di Louis Ferdinand Celine.  Li consideri da me vagliati. Poi spegnerei la televisione e leggerei un buon libro, come consigliava Karl Popper.  Io avrei detestato i social, i cinguettiii vari e i ban di moderazione, come i talk show posologia una volta al giorno, dove ”ha ragione” chi urla più forte. Più pensiero e meno immediatezza mi dia retta, più linearità e meno segmentazione semantica. E’ un beneficio della mente per tutti.
 
Come sta?
 
Vede mi danno del pazzo, mi riempiono di litio ma sono  lucidissimo e lo sono stato fino alla fine da Basilea fin dopo la mia temporenea permanenza a Torino fino a Weimar e alla mia morte, nonostante le dicerie di psicosi, il mio ‘animalismo da strada’ e i bisogni di megalomania. D’altra parte: ”Umano-Troppo Umano-Non umano” valeva e vale anche per me.
 
Quel motto come lo legge alla luce del nuovo millenio, ai problemi dell’ immigrazione crescente e alla nostra ”incapacità d’accoglienza” di un Europa ricca ed egoista e di un turbo capitalismo globalizzato miope e utilitarista che si fa scempio degli accordi di Dublino? 
 
L’Italia ha un cuore immenso e gli italiani sono brava gente, vi conosco dai tempi tardo ottocenteschi, viaggiavo anche dalle vostre parti. E ‘ questo è Umano, in se. Quello ”slogan” non richiede soluzioni semplificanti, sarà un problema di tutto il nuovo secolo e forse oltre. Dovrete governarlo, non confliggerlo troppo. Integrazione economica e culturale,  rispetto delle regole da parte di tutti. Multilateralismo.Troppo-umano è il buonismo massmediatico acchiappa voti. Non-Umano ‘il lembo del mantello del Dio Unico’. Tirato su a colpi di rosari in Piazza e facili respingimenti, che vi si torceranno contro sul lungo periodo. Se lei pensa che io venni considerato prodromico al nazismo, trentotto anni prima del suo avvento, ha già una domanda in più, che una facile risposta. Nella vostra epoca ”non esistono fatti ma solo le loro interpretazioni ”. Meglio la koinè ermeneutica, che la ”facile” epistemologia. L’esercizio del dubbio che le liofilizzate certezze. ”La verità è dei folli e dei bambini” sosteneva Erasmo da Rotterdam. In fondo è di tutti, il dono di un pizzico di infantilismo illuminista, che permetta di individuarla per gradi questa tanto agognata ”verità”.  
 
Cambiamo argomento doktor Nietzsche. Ha sentito parlare di Greta Thunberg la piccola bambina svedese e la sua ‘ecologia pilotata’?
 
Si, mi è giunta l’eco.
 
Con il suo riflesso sui paesi del Terzo Mondo che ci chiedono il conto. Cosa ne pensa?
 
Se si sostituisce acqua e fango, si legga CO2 al posto dell’ossigeno, tre volte tanto che a inizio novecento, tenetevi l’ozonica fine dei ghiacci perenni, le mallatie incurabili che mietono e mieteranno milioni di morti l’anno come intere guerre mondiali. 
 
Possiamo smettere se si potesse? 
 
Si. Quindi non lamentatevi troppo. Non importa o importa, ma capita.
 
 
”Soluzioni”?
 
Un ‘economia industriale di sostituzione’ in forma pianificata e razionale che porti a incentivare le energie rinnovabili, senza andare agli Utopici tagli lineari per quelle fossili, è da persone sensate direi. Poi fate vobis. La desertificazione è effetto del riscaldamento globale, come il nichilismo dei miei tempi della siccità morale. 
Sul medio periodo sono nuovi posti di lavoro per voi tutti.  Il ‘super uomo di massa’ va toccato nel portafoglio. Mi permetta un pò di ironia.
 
Molto lucido come sempre…
 
Se invece mi può pensare come ‘oracolo del presente’ vi lascio le mie opere. Per tutti da leggere ‘cum grano salis’. Lontani dalle sempre perniciose sovrainterpretazioni.
 
La saluto e danke schoen mio ”contemporaneo”. 
 
A Lei Meister di Storia
Aldo Colonna

“R…estate ai giardini Madre Teresa”: fino a settembre iniziative per tutti

Concerti e danze per tutti i gusti, letture animate e spettacoli per bambini, workshop: la circoscrizione 7, in collaborazione con la Città di Torino, organizza “R…estate ai giardini Madre Teresa”, un ricco programma di eventi che andranno avanti fino a giovedì 26 settembre, proseguendo il rilancio e il presidio dei giardini di corso Vercelli 12 recentemente riqualificati. Tutte le attività e gli spettacoli sono ad ingresso libero e gratuito.

Dopo i primi tre appuntamenti della scorsa settimana, il programma prevede per oggi, lunedì 17 giugno, alle 18, un concerto di world music della Torino Social Orchestra: l’iniziativa è proposta dall’associazione “Sfera culture – Scuola popolare di musica” e sarà replicata venerdì 21 giugno sempre alle 18.

Domani, alle 17, tocca agli Ala – artisti liberamente associati – che mettono in scena, per i più piccoli, letture animate e musicate dedicate alle avventure di Marco Polo fra oriente e occidente. Saranno replicate martedì 25 giugno, sempre con inizio alle ore 17.

Giovedì 20 giugno, alle 17.30, sarà protagonista il Teatro Carillon con l’animazione per bambini “Spazio creativo open air”. L’evento tornerà giovedì 4 luglio, sempre alle 17.30, mentre giovedì 27 giugno, alla stessa ora, il Teatro Carillon porterà lo spettacolo di burattini dal titolo “Le strane orecchie del Re”.

Mercoledì 10 luglio, il circolo Mossetto presenterà “Radici e culture nel mondo”, con la partecipazione degli artisti che hanno collaborato con il circolo nell’ultima stagione musicale “Sud e magia”. Ci saranno musiche brasiliane, con influenze indigene africane e sudamericane, miscelate con danze tradizionali e concertini acustici. La rassegna sarà replicata mercoledì 24 luglio.

Gli ultimi eventi sono quelli organizzati dal Club Silencio, associazione che promuove la valorizzazione dei musei e degli edifici storici d’Italia. Giovedì 18 luglio, alle 18.30, porterà ai giardini un “workshop artistico per under 30” . L’iniziativa sarà replicata, sempre con inizio alle 18.30, nelle giornate del 25 luglio, 19 settembre e 26 settembre. Mentre il 12 settembre, alle 18.30, il Club Silencio darà vita al talk tematico “Aurora sogna”. Fino al 2 agosto, in orario diurno, ai giardini Madre Teresa, si svolgeranno anche le attività legate a “Cogli l’estate”.

I giardini sono stati sottoposti ad un’ampia riqualificazione lo scorso inverno con la realizzazione di una nuova area giochi, comprensiva di uno spazio attrezzato per giochi d’acqua, con la collocazione di nuove attrezzature per l’attività sportiva (un campo da pallacanestro, nato dalla riconversione della piastra di corso Vercelli, un’area per il pattinaggio libero, un nuovo impianto per lo skate, oltre all’ampliamento dell’area fitness), e con il potenziamento delle aree erbose e del numero degli alberi.

Avvocato di strada Torino compie 10 anni

Lo sportello torinese di Avvocato di Strada compie dieci anni. L’associazione che offre assistenza legale gratuita ai senza dimora, nata a Bologna nel 2001, è arrivata a Torino nel 2014 e da allora sono stati tutelati i diritti di oltre 300 persone.

Dal diritto alla residenza alle cause di separazione e divorzio, dal recupero dei crediti da lavoro alla tutela di persone vittime di violenze e aggressioni sono diverse le tematiche affrontate dai legali e paralegali dell’associazione, unite però dalla volontà di dare dignità e voce agli ultimi, il tutto, gratuitamente.

«Siamo molto felici di essere riusciti a raggiungere questo importante traguardo – dichiara l’avvocato Elena Virano, coordinatrice dello sportello torinese- Quando si opera in un’associazione c’è sempre il rischio che l’individualità dei singoli prevalga sul gruppo. Nel nostro caso ciò non è successo ed è questa la forza del nostro sportello. Ogni volontario che ha fatto parte e che fa parte dell’associazione ci ha aiutati a crescere e migliorare e soprattutto ad aiutare concretamente tutti coloro che si sono rivolti a noi».

Al successo del progetto ha senza dubbio contribuito anche la fitta rete di associazioni, enti e istituzioni che in questi anni hanno ospitato i legali di Avvocato di Strada. Una rete con la quale ora è tempo di fare un bilancio che vada oltre i numeri, con cui confrontarsi su un tema, quello delle persone senza dimora, che accende sempre di più il dibattito tra i cittadini del capoluogo piemontese.

A dare il via al ciclo di incontri pensati per “tirare le somme” di questi primi dieci anni sarà l’avvocato Antonio Mumolo, presidente nazionale dell’associazione, che sarà a Torino venerdì 21 giugno alle 18.30 alla libreria Binaria – Centro Commensale del Gruppo Abele per presentare il libro Non esistono cause perse. Gli avvocati e la strada scritto a quattro mani con il giornalista Giuseppe Baldessarro.

La presentazione sarà un’occasione per conoscere l’associazione, la sua storia, le battaglie affrontate dentro e fuori dai tribunali, ma anche le tante storie di chi si rivolge agli avvocati di strada.

A dialogare con l’autore la giornalista e scrittrice torinese Rosanna Caraci.

L’incontro del 21 giugno sarà solo il primo evento per celebrare il traguardo dei dieci anni: nell’autunno, infatti, si terrà un convegno dedicato agli operatori e a tutti coloro che si occupano di senza dimora per porre le basi per affrontare le sfide del futuro.

L’associazione Avvocato di Strada: alcuni numeri.

Dal 2001 ad oggi i volontari di Avvocato di strada hanno tutelato oltre 40mila persone.​

Ad oggi l’associazione è presente in 60 città italiane con all’attivo 1334 avvocati e volontari. Nello sportello torinese operano 15 persone tra avvocati, studenti e volontari.

Nel 2023 sono state 2691 le persone assistite gratuitamente per un valore del lavoro legale messo gratuitamente a disposizione degli ultimi pari a 1,8 milioni di euro.

Il libro Non esistono cause perse. Gli avvocati e la strada. Edizioni Intra.

Gli invisibili protagonisti della povertà contemporanea e la straordinaria missione dell’Associazione Avvocato di Strada – Prefazione di S.E. Cardinale Matteo Maria Zuppi, Presidente CEI.

La prima cosa che viene in mente quando si vede un ‘barbone’ dormire per strada è che si tratta di una causa persa. Lo pensiamo, anche se a volte non lo confessiamo nemmeno a noi stessi. Nel linguaggio comune e nell’immaginario collettivo la “causa persa” indica un problema impossibile da risolvere o una persona che non si rialzerà. Nel linguaggio giuridico vuole anche dire lottare contro i mulini a vento ovvero proporre una causa quando si sa che la sentenza sarà molto probabilmente negativa. Per noi non esistono persone che non si possono aiutare e non esistono giudizi che non si possono affrontare, anche in situazioni molto complicate, perché c’è sempre la possibilità di ottenere sentenze innovative. Così come è sempre possibile provare a costruire un mondo migliore, più giusto. Per noi non esistono cause perse.

Gli autori

Antonio Mumolo (1962) avvocato giuslavorista, vive a Bologna. Da sempre impegnato nella tutela delle persone più deboli, è socio fondatore della Associazione Bologna Kurdistan, è socio fondatore della Associazione Amici di Piazza Grande, è socio fondatore e Presidente della Associazione Avvocato di strada. Ha curato la redazione del libro “I diritti e la povertà”, una raccolta di casi giuridici relativi alle dolenti figure della povertà contemporanea, e del libro “I diritti dei minori”, raccolta di casi affrontati in favore dei minori figli di persone senza dimora.

Giuseppe Baldessarro (1967) giornalista professionista. Cronista di Repubblica, dal 2015 vive e lavora a Bologna, dove si occupa di cronaca giudiziaria e nera. È autore di libri d’inchiesta per i quali gli sono stati assegnati diversi riconoscimenti. Tra i più noti, i premi “Pippo Fava” (Catania, 2010), “Borsellino” (Roseto degli Abruzzi, 2011), “Agende Rosse”, “Matita rossa matita blu” (Fondazione Falcomatà, 2011 e 2016) e il terzo premio “Piersanti Mattarella” (2018).

Due tempi limite per Lucia Tassinario alla Coppa Parigi Summer Edition

Nuova vita per l’ex colonia della città di Torino a Loano: al via le proposte

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Ex colonia di Loano, pubblicato l’avviso per la gestione del complesso immobiliare

La Città di Torino ha pubblicato un avviso di consultazione del mercato per poter individuare gli interventi necessari e le modalità di realizzazione più adeguate per riattivare il complesso immobiliare dell’ “ex colonia marittima” di Loano e valutare attività, funzioni e strategie economiche capaci di sostenere la rifunzionalizzazione dell’immobile e delle sue pertinenze nel tempo.

L’avviso è finalizzato esclusivamente ad acquisire delle informazioni utili alla pianificazione e alla preparazione della futura azione amministrativa per il riutilizzo della struttura di Loano.

Le ipotesi di gestione ricevute, serviranno ad orientare l’attività dell’Ente riguardo la fattibilità, nonché la convenienza e opportunità, di procedere alla valorizzazione dell’immobile di cui è proprietario, dando ad esso “nuova vita”, e indicare le possibili modalità di realizzazione a fronte del contesto attuale e dei possibili sviluppi nei confronti di diverse tipologie di destinatari, tra cui sono da ricomprendere bambine, bambini, ragazze, ragazzi e giovani che sono residenti o che fruiscono di servizi sociali e/o educativi nella Città di Torino.

Le soluzioni tecniche e gestionali dovranno, inoltre, guidare la Civica Amministrazione verso una scelta futura che abbia il carattere della sostenibilità sociale ed economica nel tempo e, quindi, garantire un costante equilibrio tra il soddisfacimento dell’interesse pubblico e il rispetto dei vincoli finanziari.

L’edificio della ex colonia marittima di Loano è uno dei gioielli del nostro patrimonio immobiliare oltre a rappresentare un importante pezzo di storia dei servizi educativi della nostra Città- sottolinea la Vicesindaca Michela Favaro. Decine di migliaia di torinesi sono passati da questa struttura in quasi 100 anni di soggiorni marittimi. I tempi attuali impongono nuovi modelli di gestione di questi spazi che soddisfino sostenibilità economica, utilità sociale, servizi educativi e ricreativi di qualità. Vogliamo tornare ad offrire ai nostri cittadini opportunità di soggiorno, formazione e crescita anche al mare”.

“La scelta di consultare il mercato sulla struttura di Loano – afferma l’assessora alle Politiche Educative Carlotta Salerno – mantenendo come caposaldo le attività per ragazze e ragazzi, conferma ancora una volta la volontà dell’Amministrazione di ampliare quanto più possibile il ventaglio di offerte educative e ludiche a giovani cittadine e cittadini e, di conseguenza, essere di supporto anche per le famiglie. Ci aspettiamo suggerimenti e proposte concrete con le quali rendere nuovamente l’ex colonia un autentico punto di riferimento per la nostra Città.”

Le proposte dovranno pervenire entro le ore 12 dell’8 lugliovia PEC a centri.cultura@cert.comune.torino.it indicando in oggetto “Istanza di partecipazione all’avviso di consultazione preliminare di mercato ex art. 77, comma 1, d.lgs. 36/2023 relativo all’immobile ex Colonia marittima “Città di Torino” in Loano”.

Il complesso è situato nella parte occidentale dell’abitato di Loano, al civico 446 della via Aurelia, è costituito da una palazzina indipendente elevata a 3 piani fuori terra e porzione di seminterrato, della superficie catastale di circa 2.300 metri quadrati. Ne costituiscono pertinenze due bassi fabbricati, l’uno adibito a servizio igienico, l’altro a deposito ed un villino indipendente utilizzato quale “palazzina di custodia”. Tali immobili insistono su un’area della superficie catastale di 3.980 metri quadrati, adibita, per la parte libera da costruzioni, parte ad area verde, parte a cortile. La palazzina principale, per lunghissimo tempo adibita a colonia ha ospitato il Laboratorio Didattico sull’Ambiente Mediterraneo della Città di Torino. L’edificio maggiore, che presenta una forma a L riflessa ospita un refettorio e relativi servizi, gli uffici, una sala giochi, la sala medica, l’infermeria e la portineria. Ai piani primo e secondo sono collocate le camere della ex colonia, con i relativi servizi ed un paio di sale giochi per piano. E’ inoltre presente, nel parco circostante, un villino di custodia a due piani fuori terra.

TORINO CLICK

Polliotto (UNC): “Attenzione a truffa finte mail accertamenti tributari”

La Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori mette in guardia dall’ennesima campagna malevola sul web.

Occhio alle finte mail degli accertamenti tributari. Lo rende noto l’Avvocato Patrizia Polliotto, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori. “Segnaliamo una recente campagna malevola veicolata tramite false comunicazioni e-mail relative a presunte incongruità nelle dichiarazioni. Il fine di queste comunicazioni è quello di attirare l’attenzione della vittima cercando un contatto dal quale successivamente instaurare un’azione fraudolenta”, esordisce il noto legale.

Che prosegue: “È possibile evidenziare che le e-mail di questo tipo, provenienti da un indirizzo non istituzionale (ad es. gmail.com), presentano l’oggetto “Accertamento Fiscale” e sono a firma del Direttore dell’Agenzia delle Entrate. Dello schema fraudolento fa parte anche un’immagine che viene allegata alle e-mail, una falsa comunicazione di accertamento fiscale tributario, che si caratterizza per: loghi di MEF e Agenzia Entrate; errori grammaticali, di punteggiatura ed omissioni; senso di urgenza; minaccia di eventuali azioni legali, pene detentive e pecuniarie; firma di un soggetto istituzionale che non appartiene all’amministrazione finanziaria”, così come si legge in un comunicato ufficiale diramato dall’ente di riscossione, che altresì chiarisce testualmente come “L’Agenzia delle Entrate disconosce questa tipologia di messaggi, rispetto ai quali si dichiara totalmente estranea e ricorda che, in caso di dubbi sull’autenticità di eventuali comunicazioni, si può far riferimento anche ai contatti reperibili sul sito istituzionale o all’Ufficio territorialmente competente. Si raccomanda in questi casi di non cliccare sui link in e-mail, di non fornire dati personali in occasione di eventuali telefonate legate a questo tipo di fenomeni e di non ricontattare il mittente di eventuali comunicazioni”.

In caso di dubbi sulla veridicità di un messaggio ricevuto dall’Agenzia, è sempre preferibile verificare preliminarmente consultando la pagina “Focus sul phishing” o rivolgendosi ai contatti reperibili sul portale istituzionale www.agenziaentrate.gov.it o direttamente all’Ufficio territorialmente competente”, conclude Patrizia Polliotto.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.

 

Docufilm per la Giornata mondiale del Rifugiato

Il 20 giugno alle Raffinerie sociali il docufilm per la Giornata mondiale del Rifugiato

Sono oltre 114 milioni le persone in fuga da guerre, persecuzioni e violenze a livello globale, almeno una ogni 73, e il numero crescente di conflitti, la crisi climatica, l’insicurezza alimentare e la difficoltà ad accedere alle cure mediche spingono sempre più persone a lasciare le proprie case e cercare rifugio in altri Paesi: sono questi i dati dell’Unhcr che il 20 giugno celebra la Giornata mondiale del Rifugiato.

Anche Amnesty International Torino, insieme a Sos Méditerranée, Refugees Welcome, Si può fare, Renken, invita a riflettere su questo tema, proponendo una serata per confrontarsi.

Giovedì 20 giugno, alle 19,30 alle Raffinerie sociali di via Giuseppe Fagnano 30/2, a Torino, verrà proiettato il docufilm “Real People” di Olmo Parenti, prodotto da Athingby e Willmedia: mostra il salvataggio di 114 persone a bordo della Ocean Viking, la nave della ong Sos Méditerranée Italia e i dieci giorni di viaggio che seguono, le conversazioni dei migranti, le paure e le speranze nell’attesa di sbarcare in Europa.

E’ previsto un aperitivo a cura di Renken, a seguire il dibattito.

Ingresso libero, aperitivo a offerta libera