ilTorinese

Dona il rene al marito che 5 mesi dopo il trapianto vince la medaglia d’oro di sci

Esiste la medaglia d’oro di sci, ma esiste anche una medaglia più importante, quella della generosità: una l’ha vinta lui, l’altra sua moglie. Tutto ciò è accaduto recentemente in occasione dei World Transplant Winter Games 2024, i Giochi Mondiali Invernali dei Trapiantati, organizzati a Bormio da ANED, dove si sono ritrovati da 22 Paesi, dall’Australia agli Stati Uniti, dal Canada alla Finlandia, oltre 200 atleti, trapiantati di organi e di midollo osseo e donatori viventi. Paolo, 49 anni, cinque mesi prima era in dialisi in una situazione ben lontana rispetto a quando era un giovane ingegnere edile, sportivo agonista di sci pieno di energie nella provincia di Cuneo. Quando è entrato in dialisi per una malattia renale che si portava dietro da tempo l’attesa della lista trapianto non si prospettava breve con pochi organi per tanti pazienti in lista d’attesa e questo, nonostante l’attività trapianto di rene a Torino sia ai massimi storici (nel 2023 effettuati 229 trapianti di rene all’ospedale Molinette, un numero mai raggiunto in Italia neanche lontanamente). Ma da tempo la signora Giulia aveva preso in pugno la situazione per cambiare in meglio il destino di suo marito e di tutta la famiglia: si era subito proposta per donargli un rene. Ed è stato scacco matto allo stato di malato. Dopo un attento periodo di analisi ed esami sia sul ricevente che sulla donatrice, giunge finalmente l’approvazione per il trapianto. La procedura avviene presso la Nefrologia Dialisi e Trapianti dell’ospedale Molinette (diretta dal professor Luigi Biancone, responsabile del Programma di Trapianto Rene). Qui viene eseguito un sofisticato trattamento preventivo di “desensibilizzazione” del ricevente, mirato a prepararlo per il trapianto, nonostante la differenza nel gruppo sanguigno rispetto alla donatrice. Questo aspetto evidenzia chiaramente l’elevato livello di competenza e le avanzate tecnologie disponibili presso il Centro delle Molinette. Dopo aver ottenuto il notevole risultato di rendere possibile il trapianto controgruppo, riducendo così il rischio di rigetto, si è immediatamente proceduto all’intervento chirurgico. Questo è stato eseguito dalle équipes di chirurghi vascolari ed urologi delle Molinette, guidate rispettivamente dal dottor Aldo Verri e dal professor Paolo Gontero. Durante l’intervento l’assistenza anestesiologica è stata garantitata dall’équipe del dottor Roberto Balagna. Successivamente il marito e la moglie sono stati ricoverati presso l’unità semintensiva della Nefrologia, gestita dall’équipe nefrologica del professor Biancone. L’intero ospedale ha contribuito al successo del trapianto, dalle attività dei laboratori alle numerose unità di sangue garantite dai donatori della Banca del sangue (diretta dal dottor Marco Lorenzi) ed ai servizi di radiologia. Mentre ci si aspettava che il trapianto avrebbe migliorato la loro salute, nessuno avrebbe mai immaginato che avrebbe avuto un effetto così straordinario. Dopo soli cinque mesi, il paziente ha partecipato e vinto due manches di slalom gigante, superando atleti austriaci e croati molto competitivi. Partecipare ad una competizione di questo genere richiede una vasta gamma di risorse: velocità, precisione nei movimenti, forza muscolare, resistenza e, non da ultimo, attenzione e concentrazione. Senza questi elementi, al massimo un concorrente potrebbe facilmente rallentare o fermarsi durante la gara. Tuttavia il paziente ha dimostrato di possedere tutte queste qualità in misura straordinaria. Ma non era questione di vincere o perdere una gara: partecipare era già una vittoria in partenza.  “La potenza del trapianto renale, soprattutto quando avviene da donatore vivente, continua a sorprenderci”, afferma il professor Biancone. “In breve tempo può cancellare anni di malattia e sofferenza, come dimostra chiaramente questa notizia. Tutto ciò è reso possibile dalla generosità dei donatori, la cui donazione può salvare numerose vite”.

Rock Jazz e dintorni a Torino. I Pinguini Tattici Nucleari e Sergio Caputo

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 


Martedì.
Franco Battiato viene ricordato alla scuola Holden con il progetto “Seven Springs” a cura di Simone Cristicchi e Amara. All’Inalpi Arena 4 “sold out” su 5 giorni per i Pinguini Tattici Nucleari.

Mercoledì. Al Blah Blah suonano gli Infected. Al Colosseo Sergio Caputo celebra “Un sabato italiano”. All’Hiroshima Mon Amour si esibisce Erlend  Oye.

Giovedì. Al Circolo della Musica di Rivoli sono di scena Le Tre Sorelle. Al Magazzino sul Po suona il trio Psychè. All’Hiroshima si esibisce la cover band Nouvelle Vague. Allo Spazio 211 sono di scena gli Stunt Pilots mentre al Blah Blah si esibisce la cantautrice Cristina Nico.

Venerdì. Per il festival “R-Esistere” a Druento suonano i Modena City Ramblers. All’Hiroshima si esibiscono i BNKR44. Al Kontiki “Music For Future” con ZYP, Libellule e Stefano Groppo, in conclusione dello “Sciopero per il clima” che si svolgerà a Torino al mattino a cura di Fridays for Future. Al Folk Club suona Beppe Gambetta. All’Imbarchino suonano gli Static Palm. Al circolo Mossetto si esibiscono Furio Di Castri, Gianni Denitto e Ruben Bellavia. Al Blah Blah sono di scena gli Extinction e i Darkhold. Al Comala si esibiscono Federico Sirianni ed Elisabetta Bosio. Allo Spazio 211 suonano I Segreti dall’Emilia.

Sabato. Al Peocio di Trofarello suona il gruppo del chitarrista Michael Lee Firkins. Partenza per il Torino Jazz Festival al Museo dell’Automobile con la CFM Big Band che  presenta un tributo a Duke Ellington.  Per “Lovers” al Massimo arriva Big Mama.  Allo Ziggy suonano i Darvaza. All’Hotel Hilton del Lingotto suona il quartetto della sassofonista Tia Fuller. Al Blah Blah I Fasti propongono il loro nuovo album.

Domenica. Per il TJF al circolo familiare Fioccardo suona il quartetto di Max Ionata mentre al Castello di Rivoli si esibisce Valentina Sturba. Al Magazzino sul Po suonano i Sabasaba mentre all’Imbarchino  si esibiscono i marsigliesi Catalogue.

Pier Luigi Fuggetta

In discoteca afferra ragazzo per il collo e gli strappa due collane d’oro

Personale del Commissariato di Polizia  Centro ha arrestato un  trentaquatrenne gravemente indiziato di rapina impropria.

Sabato notte, durante una serata in una discoteca dei Murazzi, un uomo afferra dal collo un ragazzo strappandogli due collane d’oro.

Alla richiesta del ragazzo di restituirgliele, l’uomo passa la refurtiva a un complice che si allontana facendo perdere le proprie tracce. Nel frattempo, il trentaquatrenne si dà alla fuga ma viene inseguito dalla vittima e da un suo amico.

L’uomo aggredisce i ragazzi nel tentativo di scappare ingaggiando una colluttazione durante la quale feriva al volto l’amico della vittima, facendolo cadere rovinosamente a terra fino all’intervento di un poliziotto in forza presso la Questura di Rovigo, libero dal servizio, che, notata la scena all’interno del locale, li aveva raggiunti per aiutarli.

Nonostante la forte resistenza opposta, il trentaquattrenne veniva definitivamente fermato e tratto in arresto per rapina impropria.

Forza auto in pieno giorno ma un cittadino chiama la polizia

Nelle scorse ore i poliziotti del Commissariato di P.S. “San Paolo” hanno arrestato un 49enne italiano per furto aggravato su autovettura in sosta.

Durante il servizio di controllo del territorio, giunti nei pressi di C.so Ferrucci, l’attenzione dei poliziotti viene attirata da un cittadino che si sbraccia vedendo la pattuglia di polizia e indica un soggetto poco distante da lui, poco prima visto nell’atto di infrangere il vetro di un quadriciclo parcheggiato per strada.

Il passante si era anche avvicinato al mezzo, vedendo il ladro rannicchiato all’interno dell’abitacolo armeggiare con un cacciavite sul computer di bordo della stessa, chiedendogli cosa stesse facendo. Dopo un tentativo, malriuscito, di spacciarsi per il proprietario dell’suto, il 49enne era successivamente sceso, allontanandosi.

Gli agenti riuscivano a rintracciare l’uomo nelle immediate vicinanze, rinvenendo per terra a poca distanza anche il cacciavite utilizzato.

In considerazione dei gravi indizi di colpevolezza emersi a suo carico, il 49enne  è stato arrestato per furto aggravato su autovettura in sosta.

 

L’Ascesa dei Sistemi Low-code e l’Emergere dei Citizen Developer

Il Futuro della digitalizzazione

L’Università di Torino forma una nuova generazione di professionisti, i Citizen Developer pronti a plasmare il futuro del software con creatività e innovazione.

Torino, Italia — 12 Aprile 2024 — Secondo uno studio recente condotto da Gartner, entro il 2024, il 65% delle applicazioni sarà sviluppato utilizzando sistemi Low-code. Questo trend non solo rivoluzionerà il modo in cui vengono create le soluzioni software, ma avrà anche un impatto significativo sull’economia globale, con un volume di affari stimato di circa 187 miliardi di dollari entro il 2030.

L’avvento delle piattaforme di sviluppo applicativo Low-code e No-code ha aperto le porte a una nuova era nella programmazione, consentendo a individui senza competenze informatiche specifiche in programmazione di partecipare attivamente allo sviluppo di soluzioni software innovative. Questa tendenza ha dato vita ai Citizen Developer, professionisti in grado di creare applicazioni senza necessariamente possedere una formazione tradizionale in informatica.

In risposta a questa crescente richiesta di figure professionali qualificate nel campo dello sviluppo Low-code, il dipartimento di Management dell’Università di Torino lancia uno short master in collaborazione con Jamio openwork, KPMG e l’Associazione Tecnologie per l’Accounting e l’Accountability. Questo programma è progettato per giovani laureandi triennali, magistrali e diplomati ITS che desiderano acquisire le competenze necessarie per diventare Citizen Developer certificati.

Il corso, aperto a diplomati, disoccupati, professionisti in riqualificazione professionale con interesse per la tecnologia seppur con formazione di base variegate, fornirà una formazione completa su come utilizzare le piattaforme Low-code per sviluppare applicazioni aziendali, nonché una panoramica delle migliori pratiche di sviluppo software. I partecipanti avranno l’opportunità di lavorare su progetti pratici in collaborazione con aziende leader nel settore, fornendo loro un’esperienza pratica preziosa nel campo dello sviluppo software.

“Con il rapido aumento dell’adozione dei sistemi Low-code, c’è una crescente domanda di professionisti in grado di sfruttare appieno il potenziale di queste piattaforme per creare soluzioni software efficaci”, ha dichiarano i coordinatori del corso, Paolo Biancone e Silvana Secinaro, professori ordinari di economia azienda e tecnologie per l’accounting dell’Università di Torino. “Lo short master si propone di colmare questo divario fornendo agli studenti le competenze pratiche e la certificazione necessaria per eccellere in questa nuova era della programmazione”.

Per saperne di più il 19 aprile alle 18 è in programma un webinargratuito di presentazione del minimaster. Per partecipare: https://www.eventbrite.it/e/biglietti-nuove-professioni-per-il-digitale-il-citizen-developer-881780718867?aff=oddtdtcreator

Il periodo di iscrizione per il corso è aperto e i posti sono limitati. Per ulteriori informazioni e per presentare la candidatura: https://www.jamio.com/wp-content/uploads/2024/02/CUAP-NO-CODE.pdf

Italia Lib Pop: azione collettiva contro il degrado a Borgo San Paolo

“Nel corso degli ultimi anni, insieme ai residenti ed ai commercianti, abbiamo più volte segnalato il progressivo degrado del quartiere San Paolo, in particolare modo nella zona che insiste sul Parco Gian Maria Volontè e Via Paesana, ottenendo risposte vaghe e pochissime azioni concrete. Le raccolte firme, la petizioni, le richieste di interventi come l’installazione di dissuasori, sono rimasti lettera morta e, per questo motivo, come Coordinamento Cittadino di Italia Liberale e Popolare abbiamo deciso di sostenere l’azione collettiva dei residenti di zona che, stufi di dover sopportare il continuo trasgredire le norme di civile convivenza da parte di soggetti noti, che hanno fatto del parcheggio la propria residenza, si appellano al sindaco di Torino per richiedere interventi rapidi per il ripristino della Sicurezza e del decoro urbano della zona”, così il Coordinamento dell’Area Metropolitana, introduce il sostegno dell’Associazione all’azione collettiva.

Negli ultimi mesi è ulteriormente cresciuta la presenza di camper e furgoni che ormai hanno monopolizzato buona parte dell’intera area di parcheggio e nonostante i ripetuti contatti telefonici con la Polizia Urbana e le segnalazioni alla Circoscrizione, gli schiamazzi  diurni e notturni, l’utilizzo del Toret come bagno da parte dei camperisti nomadi, l’accumulo di immondizia e di rifiuti ingombranti non sono mai stati risolti.

I campeggiatori abusivi riversano detersivi e oli esausti nella fontana e nei tombini, lasciano coltelli da cucina tra le auto, maneggiano giornalmente bombole del gas che nascondono spesso sotto i camper, defecano tra le auto parcheggiate, circolano nudi nel parcheggio. Comportamenti, questi,  che offendono la pubblica decenza.

Mentre la Presidente di Circoscrizione continua ad asserire che non esistono problemi di degrado in Borgo San Paolo, la polizia municipale dichiara di non poter intervenire con lo sgombero, e suggerisce la possibilità di appellarsi alla normativa in materia di degrado urbano, in modo esortare il  Sindaco, quale Ufficiale del Governo, ad adottare ordinanze finalizzate alla tutela dell’incolumità pubblica e della sicurezza urbana del quartiere.

“Una situazione che ha del surreale, sopratutto nella disattenzione mostrata dall’amministrazione della Circoscrizione, oltre che dal Comune. Per questo, come Italia Liberale e Popolare, abbiamo deciso di supportare chi nel quartiere vive e chiede il semplice rispetto delle leggi e delle norme di convivenza civile, non volendo essere considerato cittadino di serie B. Sosteniamo, quindi, convintamente questa iniziativa lanciata dai residenti che intendono subissare di mail il Comune di Torino per richiedere attenzione e soluzioni concrete per l’area”, aggiunge Claudio DesiròSegretario di Italia Liberale e Popolare.

L’Associazione ed il comitato cittadino, chiedono quindi di scrivere a segreteria.mobilita@comune.torino.it per richiedere, tutti insieme, l’installazione di dissuasori per furgoni e camper o per lo meno di un controllo costante per allontanare soggetti e mezzi che non rispettano le norme del vivere civile.

Un appello, l’ennesimo, che arriva da quei quartieri che si sentono sempre più marginalizzati dall’attenzione delle istituzioni e che non vogliono rassegnarsi ad assistere, impotenti, ad un degrado sempre più irrefrenabile.

Italia Liberale e Popolare

Coordinamento Regionale Piemonte

“Marks and Traces”… come dire “Segni e tracce”

 

Torna ad esporre alla torinese Galleria “metroquadro” il giovane artista giapponese Shinya Sakurai

Fino al 22 giugno

Quando approda a Torino, è fisso di casa (artisticamente, s’intende!) alla “metroquadro” di Marco Sassone. Anche perché Marco, il più che perspicace gallerista di corso San Maurizio, ha avuto l’occhio giusto e un sottile fiuto nell’intenderne, da subito, le indubbie capacità artistiche e il giusto tratto umano, quando anni fa iniziò a seguirne le vicende creative e il percorso espositivo. Così, eccocelo di nuovo (che bello!),  con i suoi odierni “Marks and Traces”, “Segni e Tracce”, raccontati con il solito amalgama di colore – composto e scomposto – in venti opere esposte, fino a sabato 22 giugno, negli spazi della “metroquadro”, al civico 73/F di corso San Maurizio a Torino.

Giusto due anni fa, nell’aprile del 2022, visitai da Sassone la sua “Terrific Colors” o “Colori Eccezionali”, puzzles cromatici, attraverso i quali (dopo le opere cicliche “Love and Peace” e “United Colors”, titoli apertamente echeggianti alle battaglie pacifiste anni Sessanta, nonché all’Oliviero Toscani impegnato per Benetton) Shinya Sakurai intendeva “esorcizzare il lato terrifico nascosto – e sempre in agguato – della realtà”. Nato nel 1981 a Hiroshima (con a fior di pelle e in fondo al cuore quella pesante eredità “omaggiata” a tante generazioni dal terribile “mostro” atomico lanciato da cieli che ancora oggi piangono fiumi di sangue), Shinya si laurea ad Osaka in “Belle Arti” – attratto dai Maestri “concreti” del “Gutai” – e oggi si divide fra l’isola di Honshu e la nostra (ma anche sua) Torino, dove ha modo di studiare “Scenografia” all’“Accademia Albertina”, portando avanti la sua ricerca nell’ambito di un’“astrazione”, in cui s’intrecciano, con suggestive citazioni stilistiche, oriente e occidente, tradizione e contemporaneità.

Nell’attuale mostra alla “metroquadro”(che segna fra l’altro il ventennale del suo arrivo sotto la Mole), il racconto pittorico di Sakurai si fa più cupo, denso di ombre e toni grigiastri o dai blu intensi, ben lontani dalle “colorate ed iridescenti geometrie” “neo-pop” o post-moderne proprie degli anni passati. La narrazione si fa più pacata e riflessiva. Inutile tentare gli agganci, già un tempo ipotizzati, con le opere di Schifano o con i “planisferi colorati” e ai “Tutto” di Boetti. Inutile. Perché ancora sono convinto e sto con Francesco Polinel ritenere che “Shinya Sakurai assomiglia soprattutto a sé stesso”. Anni fa, esattamente come oggi. In tempi umanamente non facili e ad alto potenziale di rischio sociale e politico che “lasciano nelle sue tele – si è scritto – tracce e segni inequivocabilmente e indelebilmente densi e carichi, simboli rivelatori della complessità del presente”. Una complessità espressa, nelle più recenti opere,  attraverso il supporto (con risultati di maggior eleganza e raffinatezza, fra sfumature  di blu e oro nero) del “velluto”, superfici monocrome su cui scorrono pennellate fluide, realizzate con colori a olio, resine e colle traslucide “a formare squarci di luce e stelle abbaglianti, che illuminano ed evocano armoniose simmetrie, simboli di fiducia e speranza per il futuro”. Stelle abbaglianti, reiterate in un gioco di “arte seriale”, in cui l’oggetto perde il proprio originale significato per diventare “immagine pura”. Simbolo. Forma fine a sé stessa. E in Sakurai, ancora oggi, voce di transizione, sempre “à la recherce” di strade in discesa, verso tempi più facili e più benevoli verso la specie umana.

Gianni Milani

“Shinya Sakurai. Marks and Traces”

Galleria “metroquadro”, corso San Maurizio 73/F, Torino; www.metroquadroarte.com

Fino al 22 giugno

Orari: giov. – sab. 16/19

Nelle foto: Shinya Sakurai “Marks & Traces”, tecniche miste, 2023

ATT e GustoSuite, “Welcome Coffee” presso Reale Foundation

Il servizio Coffee Break, nato dalla collaborazione tra ATT e GustoSuite, offre un servizio catering innovativo e inclusivo, che avrà la possibilità di misurarsi, la mattina del 16 aprile, con un pubblico particolarmente prestigioso, presso Reale Foundation, in occasione di un’iniziativa del Museo Reale Mutua. Sarà presente il Presidente della Reale Mutua Luigi Lana e giornalisti da tutta Italia. Sarà un’occasione per dimostrare l’eccellenza nella cura dei dettagli e l’attenzione all’ambiente di un servizio effettuato da persone con un sorriso speciale.

Il caffè che verrà offerto, così come tutta la proposta gastronomica del catering, è di prima qualità, con prodotti di provenienza biologica e realizzati in modo sostenibile, e sarà accompagnato da una golosa pasticceria casalinga.

ATT, impresa sociale fondata nel 2021, è nata per offrire prospettive di lavoro e occupazionali a giovani con disabilità cognitive o sindromi di tipo autistico. La sua attività si è ben presto espansa. Accanto al progetto dei panini ecosolidali in alcuni licei e istituti tecnici torinesi, da consegnare durante la ricreazione, che fossero alimenti sani, plastic free e sostenibili, ATT ha stretto un accordo con GustoSuite, per dare la possibilità di essere competitivi anche nell’ambito dell’offerta di un catering innovativo, sostenibile e inclusivo, caratteri che emergeranno dal servizio offerto la mattina del 16 aprile prossimo.

Si tratta d’un servizio su misura, dal coffee break al light lunch che può avvenire in un palazzo congressi come in una location aziendale, dove i ragazzi dimostrano le proprie capacità organizzative con uno staff adatto alle diverse esigenze.

Le persone che lavorano con ATT costituiscono la loro forza, giovani selezionati con cura e persone fuori dal comune che uniscono alla professionalità quell’umanità che conferisce un sapore speciale al loro lavoro e ai prodotti che forniscono.

Lo Zecchino d’oro show approda a Torino

 

Dopo il grande successo dello scorso anno prosegue nel 2024 lo Zecchino d’oro show, un evento teatrale che racconta il mondo dello Zecchino d’oro, facendo ballare e cantare adulti e piccini sulle note di alcune delle canzoni più famose della storia canora.

Dopo l’appuntamento al teatro Regio di Parma, lo spettacolo farà tappa a Torino il 27 aprile al teatro Colosseo e a Bologna al Teatro delle Celebrazioni il 28 aprile.

Lo Zecchino d’oro Show, nato dalla collaborazione tra Antoniano, Stefano Francioni produzioni e Friends TV, porta in scena il piccolo coro dell’Antoniano diretto da Sabrina Simoni e la musica che ha accompagnato generazioni di bambini e di bambine, trasformandola in uno spettacolo interattivo durante il quale gli spettatori vengono trascinati in un’avventurosa caccia al tesoro.

Sul palco insieme ai bambini e alle bambine di età compresa tra i 4 e i 12 anni del piccolo coro, saliranno anche i due fratellini attori Gregorio e Sabina e la mascotte Nunù, l’asinello più famoso d’Italia, che metteranno in scena i brani più indimenticabili della manifestazione canora, dai 34 gatti, passando per io Katalicammello e il Panda con le Ali. Uno show per i bambini di oggi ma anche per quelli di ieri.

“Lo Zecchino d’oro è un’esperienza immersiva fatta di suggestioni sonore ed effetti speciali che danno vita a un mondo di musica e canzoni radicato nell’immaginario collettivo, creando un momento spensierato per le famiglie – spiega la direttrice del Piccolo Coro dell’Antoniano Sabrina Simoni”. Passione e entusiasmo sono energie che ogni giorno accompagnano il coro e che, in queste occasioni, vogliamo condividere e portare sul palcoscenico attraverso la musica e le storie più amate dal grande pubblico”.

“Da sempre il piccolo coro si fa portavoce dei valori dell’Antoniano quali accoglienza, solidarietà, uguaglianza, cura delle persone e dei più fragili. Un impegno costante trasmesso al grande pubblico attraversi i linguaggi universali della musica, dell’arte e della cultura – spiega Giampaolo Cavalli, direttore dell’Antoniano.

Mara Martellotta

“I Piaceri della campagna e della foresta” a Villa della Regina

Un concerto gratuito di “Musette di Corte” e “Corni da Caccia” con l’“Orchestra Barocca” dell’“Accademia di Sant’Uberto”

Domenica 14 aprile, ore 16,30

Siamo ancora a Torino. Strada Santa Margherita 79, Borgo Po. Prima collina torinese. Eppure già si può immaginare di sentire i piacevoli suoni “della campagna e della foresta”. Basta chiudere gli occhi o anche tenerli aperti (fate come più v’aggrada!), immergendoci nei robusti, ma al tempo stesso lievi e piacevolissimi, suoni di “Musette di Corte” e “Corni da Caccia”. Sì, è possibile. Quando? Domenica 14 aprile, alle 16,30. Dove? Niente meno che nel Salone della seicentesca “Villa della Regina” (fra le “Residenze Reali Sabaude” e dunque “Patrimonio UNESCO dell’Umanità” dal 1997), dove l’“Orchestra Barocca”dell’“Accademia di Sant’Uberto”, diretta da Alberto Conrado, si esibirà gratuitamente nel Concerto dal titolo, per l’appunto, “I piaceri della campagna e della foresta”. L’appuntamento nasce dalla collaborazione fra “Residenze Reali Sabaude” e “Ministero della Cultura” per promuovere l’arte musicale dei suonatori di “Corno da Caccia”, riconosciuta “Patrimonio Immateriale UNESCO” nel 2020, grazie a un dossierinternazionale a cui, per l’Italia, ha lavorato, da Torino, proprio l’“Accademia di Sant’Uberto”.

 

“Musette barocca” o “di corte” e “Corno da Caccia” sono i due “strumenti solisti” principali del programma. Strumenti che, nella musica francese fra XVII e XVIII secolo, evocavano la natura, la tranquillità pastorale e la caccia a cavallo con i cani da seguita, la “vènerie”.

La “Musette” è una cornamusa da concerto, frutto di complessi e raffinati miglioramenti apportati da grandi maestri in Italia e in Francia, dal Rinascimento in avanti. Persino Leonardo da Vinci consigliò d’adattare, pare, alla sacca d’aria dello strumento un “mantice”, da tenere  “sotto il braccio”, anziché fornirlo di una presa dalla bocca. Nel simbolismo dell’epoca, sul palcoscenico dell’Opera, “personificava-  si dice – l’amore, la tenerezza, l’innocenza e la pace.

Il “Corno da Caccia”, invece, nato per trasmettere segnali nella foresta, passò rapidamente alla musica d’arte, dove avrebbe comunque conservato, fino a oggi, “il valore evocativo di spazi naturali e anche pastorali”.

Il programma, che comprende partiture dove gli strumenti s’incontrano per  duettare insieme, prevede musiche di Dampierre, Michel Corette (“la Choisy”), Esprit-Phlippe e Nicolas Chédeville, quest’ultimo con la sua reinterpretazione per “Musette” dell’Estate delle “Stagioni” di Vivaldi, e la Sonata da caccia con un cornu”, prima partitura al mondo per “Corno da Caccia” e prima esecuzione assoluta dell’ “Accademia”.

Tra gli esecutori: Jean-Pierre van Hees, il celebre musicista belga (“Musette Baroque”) che già aveva suonato a “Musica a corte” alla Venaria nel 2008, Giorgio Pinai (Traversiere), agli Archi Alessandro Conrado, Paola Nervi, Clara Ruberti e Francesca Zerbo  e Matteo Cotti (Virginale).

La parte del “Corno da Caccia”, d’Orléans e Barocco,  è affidata al giovane Umberto Jiron, dell’“Equipaggio della Regia Venaria dell’Accademia”.

Nel gruppo anche quattro violini, allievi in “PCTO” (“Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento”) del “Liceo Classico Musicale Cavour” di Torino, Liceo partner della candidatura “UNESCO” del “Corno da Caccia” seguita dall’“Accademia di Sant’Uberto”, che mira infatti a promuovere tra le nuove generazioni il “Corno da Caccia”, mettendo a disposizione dei giovani talenti strumenti originali e tutor esperti per eseguire i concerti nelle “Residenze Reali Sabaude”.

 

Per info: “Villa della Regina”, Strada Santa Margherita 79, Torino; tel. 011/8195035 o www.residenzerealisabaude.com

g. m.

 

Nelle foto:

–       Villa della Regina – Esedra

–       Umberto Jiron, “Corno da Caccia”, Equipaggio della Regia Venaria

–       Jean – Pierre van Hesse, “Musette Baroque”